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La storia dell’American Pit Bull Terrier
Ing. Silvano D’Onofrio
Ma chi è veramente questo pit bull?
Quali sono le sue origini?
E’ una razza riconosciuta?
Quanti tipi di pit bull ci sono?
E’ vero che sono così feroci?
Sono davvero pericolosi per le persone?
E’ vero che hanno le mascelle che si bloccano?
Il pit bull è un cane da compagnia?
Cos’è l’Amstaff?
Quali sono gli standard?
Com’è la situazione in Italia?
Quale pit bull scegliere?
Per dare una risposta a tutte queste domande non ho potuto far altro che fare una ricerca su internet e tutto il
materiale è stato raccolto dai principali siti che trattano l’argomento. Naturalmente ci ho messo del mio, dal
momento che possediamo un American Staffordshire Terrier.
Gli antichi molossi Quanti Pit Bull ci sono?
Il Bulldog Lo standard
Il Bull Terrier La situazione in Italia
L’American Pit Bull Terrier Quale pit da scegliere?
Lo Staffordshire Bull Terrier e American Staffordshire
Terrier
Miti Credenze e Pregiudizi
Il segreto del Pit Bull Come comportarsi col proprio Pit Bull
I riconoscimenti Perché amiamo i Pit Bull
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Premessa
Può piacere o non piacere, ma il pit bull è sicuramente un cane fuori dal comune. Ha il fisico di un
atleta, è agile, potente, veloce e resistente. Il pelo raso non nasconde le forme muscolose del corpo.
E’ un cane con doti fisiche straordinarie.
Sul pit bull sono stati versati fiumi di inchiostro. Alcuni miti sono propagandati dalla stampa, per
vari interessi. Uno di questi è che il pit bull è il risultato di un progetto genetico nato per creare un
cane killer. Altro mito è che il pit bull è un incrocio dal temperamento instabile e pericoloso. La
verità è molto più semplice.
(dal sito: waggingweb)
PRIMA PARTE
Gli antichi molossi
I primi cani di tipo molossoide hanno origini remote ed erano usati dagli Assiri sia in guerra che
per la caccia di grossi animali; erano caratterizzati dalle dimensioni imponenti, dalla forte presa
mascellare e dal muso corto. Durante il VI secolo a.c. i molossi orientali giunsero in Europa per
mezzo dei traffici commerciali dei Fenici e grazie alle loro caratteristiche si diffusero rapidamente.
Vennero usati negli anfiteatri romani in combattimenti contro tigri, leoni e persino elefanti; muniti
di una corazza si rivelarono molto efficaci anche in guerra. I romani esportarono i molossi nei
territori conquistati e quando giunsero in Inghilterra, i molossi romani, incrociati con i cani
dell’isola, diedero origine a cani ancora più forti e feroci e quindi ancora più adatti a combattere
negli anfiteatri.
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In Inghilterra l’evoluzione del molosso proseguì dando origine a Bandog e Alaunt: due grossi cani
usati anche come “cani da macellaio” per condurre il bestiame e dai guardiacaccia contro i
bracconieri.
Il Bulldog
Secondo la tradizione nella primavera del 1209 Lord Stamford assistette dal suo castello ad un
combattimento particolarmente cruento: mentre due tori stavano lottando per una femmina, i cani
di un macellaio assalirono uno dei due contendenti e dopo un sanguinoso combattimento (che agli
occhi del lord apparve estremamente spettacolare) lo uccisero. Il lord donò quel terreno alla
corporazione dei macellai e volle che ogni anno venisse organizzato un combattimento tra cani e
tori; da allora, e fino al XIX secolo questo tipo di combattimenti ebbe larga diffusione e fu
apprezzato da diverse classi sociali.
Il termine Bulldog comparve per la prima volta nel XVII secolo e indicava il cane utilizzato contro i
tori; si trattava di un cane simile al Pit Bull odierno: più leggero degli antichi molossi, dotato di una
testa grande e un muso leggermente più allungato, molto resistente allo sforzo e al dolore,
estremamente ubbidiente ed attaccato al padrone.
Il Bull Terrier
Quando nell’ottocento i Bulldog vennero incrociati con i Terrier inglesi si ottenne il Bull Terrier, un
cane molto potente e tenace che si dimostrò estremamente adatto ai combattimenti tra cani e allo
sterminio dei ratti.
Il Bull Terrier diede origine a due razze diverse a partire dalla fine dell’ottocento, quando con
l’avvento delle esposizioni canine alcuni allevatori iniziarono a selezionare Bull Terrier rispondenti
a precise caratteristiche morfologiche, mentre altri continuarono la selezione nel tentativo di
ottenere il combattente perfetto e la distinzione tra Bull Terrier e il nuovo cane, a cui venne dato il
nome di Pit Bull Terrier (pit in inglese significa: buca, fossa, arena) si fece sempre più marcata.
Il Pit Bull Terrier
Il Pit Bull Terrier che andava delineandosi era un cane di media taglia, aveva un collo potente e
muscoli posteriori molto sviluppati , aveva la presa micidiale del Bulldog, l’agilità del Terrier, il
forte temperamento e l’insensibilità al dolore degli antichi molossi.
Il Pit Bull Terrier combatteva in modo diverso e molto più efficace dei suoi predecessori: era dotato
di maggiore intelligenza e senso tattico ed invece di tenere la presa ad ogni costo come il Bulldog,
cambiava bersaglio al momento opportuno risultando devastante nell’arena.
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L’ American Pit Bull Terrier (A.P.B.T.)
Grazie alla sua diffusione in Inghilterra il Pit Bull Terrier giunse negli U.S.A. molto rapidamente e
venne usato in ogni tipo di combattimento proprio come era stato in Inghilterra .
Dal punto di vista morfologico il Pit Bull americano aveva subito un notevole aumento di taglia
rispetto al Pit Bull Terrier inglese da cui aveva avuto origine pur mantenendo invariate le
caratteristiche tipiche della razza.
Il fenomeno dei combattimenti venne contrastato con forza a partire dal 1856,quando nello stato di
new york vennero proibiti i vari tipi di combattimenti fra animali. La lotta al mondo dei
combattimenti venne portata avanti anche dal presidente Theodore Roosevelt (che possedeva un
Pit Bull Terrier), ma pur ridimensionando il fenomeno non riuscì a fermarlo del tutto.
La selezione dei Pit Bull utilizzati nei combattimenti continuò nella clandestinità e senza registri
ufficiali fino al 1898, anno in cui venne istituito l’ U.K.C. (United Kennel Club),che accettava le
iscrizioni dei Pit Bull nei suoi registri e fissava il nome della razza in American Pit Bull Terrier
(A.P.B.T.).
l’United Kennel Club fin da subito vede con favore i combattimenti tra cani. Così il Bloodlines
Journal dell’UKC inizia a pubblicare le date e i risultati degli incontri (cosa che prima faceva la
Police Gazette).
Dopo la morte del fondatore, però, l’UKC, prende le distanze dai Pit Bull da combattimento. Nasce
così, nel 1909, l’A.D.B.A.(American Dog Breeders Association), che a differenza dell’U.K.C. per
quasi un secolo non accettò di registrare altre razze oltre l’ A.P.B.T., almeno fino alla recentissima
decisione di aprire i propri registri anche ad altre razze.
Staffordshire Bull Terrier e American Staffordshire Terrier
Negli anni trenta il cane da combattimento inglese il Pit Bull Terrier ottenne il riconoscimento
ufficiale da parte dell’English Kennel Club (EKC) con il nome di Staffordshire Bull Terrier, per
differenziarlo dal Bull Terrier inglese.
Nello stesso periodo alcuni allevatori degli american pit bull terier (A.P.B.T.) ottennero il
riconoscimento della razza da parte dell’American Kennel Club (A.K.C.) associazione che registrava
cani per le esposizioni ed era affiliata alla Fondazione Cinofila Internazionale (F.C.I.).
Per prendere le distanze dal mondo dei combattimenti il nome scelto per registrare i Pit Bull del
tipo (A.K.C.) fu Staffordshire Terrier, che nel 1972 divenne American Staffordshire Terrier, più
semplicemente chiamato Amstaff.
L’American Staffordshire Terrier è stato infine riconosciuto dalla F.C.I nel 1985 e il 9 Luglio dello
stesso anno fu pubblicato lo standard.
L’ultimo standard della razza risale al 3 Settembre 1996
(dal sito: Pit Bullterrier.it)
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SECONDA PARTE
Quanti Pit Bull ci sono?
Fin qui, da quanto sopra esposto, sembrerebbe che tutto sia chiaro. Ma non è così. Perchè a
pensarci bene non si capisce allora quanti tipi di Pit Bull ci sono in giro:
- Pit Bull terrier
- American Pit bull Terrier (APBT)
- Staffordshire Bull Terrier
- American Staffordshire Terrier (Amstaff)
C’è stata una grossa battaglia che si è giocata dopo il bando dei cani da combattimento attorno al
termine “Pit” che era sinonimo proprio del cane da combattimento.
Per ragioni di opportunità il “Pit Bull Terrier” inglese diventò “Staffordshire Bull Terrier”, e il cane
da combattimento americano: “American Pit Bull Terrier” (APBT) divenne prima “Staffordshire
Terrier” e quindi definitivamente “American Staffordshire Terrier”.
Ma allora quale differenza c’è tra il Pit Bull Terrier (per gli amici Pit Bull) e
l’ultimo arrivato l’American Staffordshire Terrier (per gli amici Amstaff)?
C’è chi sostiene che il Pit Bull non è una vera razza, che è un cane tuttora inaffidabile ed
ancora allevato prevalentemente per i combattimenti, mentre l’Amstaff è buono perchè non è un
pit bull.
A sentire alcuni esperti, alla domanda se sono una sola razza o due, hanno risposto che le razze
sono tre!
Cerchiamo di capirci qualcosa.
In definitiva ci sarebbero:
1) il pit bull terrier di tipo UKC,
2) l’american pit bull terrier (APBT) di tipo ADBA,
3) l’american staffordshire terrier (Amstaff) del tipo (A.K.C.), .
Infatti il pit bull terrier, negli Stati Uniti, non viene riconosciuto dall’AKC (il maggiore tra i vari enti
cinofili americani) ma viene riconosciuto da altri due enti, appunto UKC e ADBA. Ognuno dei due
Club ha un proprio standard e un proprio indirizzo di allevamento.
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Il Pit Bull UKC. – Pit bull Terrier
L’UKC mantiene alta l’attenzione per le doti caratteriali del Pit Bull Terrier,ma troviamo assai
accentuata la caratteristica denominata “tratto mastinoide”. Lo standard UKC, infatti, prevede un
pit bull di cosiddetta “linea pesante”, cioè di peso superiore al pit bull A.D.B.A., e di maggiore
consistenza sia nell’ossatura che nei muscoli a scapito della resistenza. Il tutto è dovuto ad anni di
selezione mirata ad ottenere un cane di taglia più grande ma dall’aggressività più bassa del primo
pit bull in cui i caratteri “aggressivi” del terrier erano assai più accentuati. La testa, inoltre, si
presenta “a mattone” e quindi distribuisce la forza del morso su tutta la dentatura favorendo così la
chiusura a scapito della penetrazione sul punto.
Il Pitt Bull ADBA. – American Pit bull Terrier
L’ADBA continua ad allevare “potenziali” cani da combattimento, e cioè cani dalle doti morfo-
caratteriali adeguate alla loro storia. La politica dell’ADBA è quella di allevare “superdog”. Ma se
prima si voleva il supercane da combattimento, oggi si ricerca il supercane sportivo, capace di
eccellere in diverse discipline (lo dimostra un pit bull ADBA che ha ottenuto 18 diversi brevetti di
lavoro, caso unico al mondo).
Secondo l’ADBA questa selezione deve continuare ad essere svolta esattamente “come se” si
allevassero ancora cani da combattimento, e cioè privilegiando coraggio, tempra e “gameness”
(termine quasi intraducibile, che più o meno significa “massima determinazione nel raggiungere un
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risultato”) dal punto di vista caratteriale, e doti atletiche dal punto di vista morfologico.
Non c’è alcun interesse per l’estetica, a cui invece concede un occhio di riguardo l’UKC.
Il Pit Bull AKC – American Staffordshire Terrier
L’AKC essendo una associazione per cani da esposizione ha imboccato la strada del cane
“prevalentemente da compagnia e da show”.
Caratteristiche di questo cane sono la struttura massiccia e squadrata del corpo e della testa, la
potente muscolatura, le orecchie piccole, il petto ampio, il corpo lungo e la coda portata bassa.
L’altezza al garrese è compresa fra i 46 e i 56 cm, il peso fra i 23 e i 46 kg.
I riconoscimenti.
Tuttavia, al di là dei nomi gli standard attualmente esistenti sono solamente due: quello dell’UKC e
quello dell’ADBA.
L’American Pit Bull Terrier non è riconosciuto nè dalla Federazione Cinofila Internazionale (FCI)
né dall’American Kennel Club (AKC). Lo è invece da parte dell’UKC.
L’ADBA, poi, detiene un registro a cui possono solo iscriversi cani di questa razza.
Perché l’AKC (e di conseguenza FCI ed ENCI) non riconoscono l’American Pit
Bull Terrier?
Perché l’AKC non voleva che si chiamasse così!
Agli inizi del Novecento, quando in America vennero proibiti i combattimenti tra cani, l’AKC (che
già riconosceva l’american pit bull terrier, come dimostrano i documenti dell’epoca) chiese agli
allevatori di togliere dal nome della razza il termine “pit”, che in inglese identifica l’arena in cui si
fanno combattere i cani.
Alcuni allevatori, pur di restare nell’AKC che era un Club in grande espansione, accettarono questo
compromesso politico e iscrissero i loro pit bull col nuovo nome di “staffordshire terrier” (solo
dopo il riconoscimento di un’altra razza dal nome troppo simile, e cioé lo staffordshire bull terrier,
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l’AKC decise di cambiare nuovamente il nome, che divenne “american staffordshire terrier”).
Altri allevatori rifiutarono di rinnegare l’origine e la storia della loro razza e quindi rifiutarono di
accedere all’AKC, confluendo in altre associazioni.
I primi american staffordshire terrier, erano in realtà dei pit bull?
Assolutamente SI.
Non erano “figli di pit bull”, non erano “pit bull più buoni” e certamente non erano pit bull
“moralmente amstaff”, esilarante interpretazione che si è letta su una rivista specializzata qualche
tempo fa. Erano American Pit Bull Terrier a tutti gli effetti.
“American pit bull terrier” e “pit bull” sono o non sono sinonimi?
Attualmente possiamo dire di sì (“pit bull” è solo l’abbreviazione, come “amstaff” per l’american
staffordhire). Storicamente, no.
“Pit bull”, in origine, era chiamato qualsiasi cane usato nei combattimenti (meticci compresi),
mentre l’”American Pit Bull Terrier” è sempre stata una razza pura.
Se pit e amstaff, in origine, erano un’unica razza, oggi si può ancora dire la
stessa cosa?
Sicuramente NO per quanto riguarda i pit bull ADBA, che hanno seguito una selezione
completamente diversa.
Quando l’amstaff ha imboccato la strada del cane “prevalentemente da compagnia e da show”, gli
allevatori hanno cercato di ottenere cani sempre più accattivanti dal punto di vista estetico,
badando nello stesso tempo a mantenere nel cane (non a “creare”, attenzione, ma a “mantenere”!)
un equilibrio caratteriale che era già ai massimi livelli nel predecessore pit bull.
Non sono stati fatti, però, particolari sforzi per selezionare le doti caratteriali intese in senso
sportivo, perché l’AKC non ha mai spinto particolarmente l’amstaff come cane da lavoro.
Anzi, una buona fetta di allevatori, che ci teneva soprattutto a staccare nettamente la propria
immagine da quella dei combattimenti, per lunghi anni ha addirittura evitato di far comparire i
cani nelle prove di utilità.
Perché?
Semplice: perché si temeva che l’immagine di un amstaff attaccato alla manica del figurante
richiamasse immagini di “violenza” che potevano essere collegate a quelle dei “pit” combattimenti.
Questo a mio avviso è stato un meccanismo penalizzante, perché gli attacchi che fanno parte delle
prove di utilità sono semplicemente una pratica sportiva, a cui il cane viene allenato attraverso il
gioco.
Sarebbe stato molto più utile e informativo spiegarlo al pubblico, anziché farsi prendere dalla
pruderie dell’ immagine a tutti i costi: anche perché una razza che non lavora non può essere
testata caratterialmente, e quindi non si fa alcuna selezione in questo senso.
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Per fortuna un’altra branca di allevatori americani cominciò fin dall’inizio a “interpretare” l’amstaff
come cane da utilità, rendendosi conto che un terrier di tipo bull non avrebbe potuto avere poi
tutto ‘sto successo come cane solo da compagnia e da show.
L’Amstaff è un “pit” da compagnia?
E’ storicamente dimostrato che chi vuole un cane “da coccole” tende a rivolgersi verso taglie più
ridotte, e in generale cerca razze dall’aspetto più “peluchone” (non per niente quasi tutti i cani da
compagnia propriamente detti sono a pelo lungo). Pur avendo avuto una evoluzione diversa
l’amstaff è pur sempre un american pit bull terrier.
L’ amstaff selezionato solo per la bellezza avrebbe avuto il suo target elitario tra gli estimatori dello
show: ma anche se in USA essi sono assai più numerosi che in Italia, anche là rappresentano una
minoranza.
Ecco perché molti allevatori, in cerca di un target più ampio possibile (come tutti gli allevatori del
mondo), utilizzarono i loro cani anche per lo “sport”, pur mantenendo l’attenzione principalmente
sulla morfologia e selezionando cani esteticamente gradevoli.
La situazione in Italia.
In Italia i pit bull UKC, non vengono riconosciuti dall’ENCI. E non hanno accesso alle esposizioni.
In America, al contrario, le expo UKC raccolgono un altissimo numero di cani, appena inferiore a
quello delle expo AKC: quindi è possibilissimo, per un pit bull, seguire una carriera espositiva di
tutto rispetto.
Gli italiani devono accontentarsi dei raduni organizzati da Club di razza privati.
Si potrebbe dire, allora, che in Italia un pit bull UKC equivale a un amstaff
senza pedigree?
Chi alleva amstaff, con poche eccezioni, prende le distanze dal pit bull per lo stesso, antico motivo
che causò le divisioni iniziali: temono che la loro immagine venga abbinata in qualche modo alla
pratica dei combattimenti.
Poiché, purtroppo, questa indegna pratica continua tuttora nella clandestinità delinquenziale, è
tutto sommato comprensibile che qualcuno tema ancora il “danno di immagine” legato alla parola
“pit”.
Però sarebbe molto più corretto chiarire al pubblico un concetto assai più importante: e cioè che un
conto è la cinofilia, e un altro la delinquenza!
Neanche gli allevatori di pit bull UKC, in linea di massima, sono troppo contenti di essere
considerati allevatori di …quasi-amstaff, soprattutto a causa delle persone che hanno allevato (e
ancora allevano, in parte) cani “esclusivamente” da bellezza, tralasciando la selezione caratteriale.
Gli amstaff infatti vengono accusati (e non del tutto a torto) di aver perso per strada molte delle
doti caratteriali che appartenevano originariamente al pit bull.
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Naturalmente la realtà sta nel mezzo, perché (come in tutte le razze del mondo) l’abilità selettiva
non si può certo legare a un’intera razza né ad un Club: l’abilità è del singolo allevatore!
Oggi esistono, è vero, amstaff e pit bull “rincretiniti”: ma ci sono anche amstaff e pit bull dalle
grandissime doti caratteriali.
Dipende da come si alleva, e poi (ovviamente) da come si educa e da come si addestra il cane.
La cosa che mi lascia più perplessa, in Italia, è che talora si sentano fare discorsi sugli amstaff
“rincretiniti” da allevatori UKC che a loro volta selezionano cani “da bellezza”.
Perché, se è vero che alle spalle dei pit bull esiste un’eccellente selezione caratteriale, non ci si può
certo aspettare che questa continui in eterno…senza la collaborazione degli allevatori!
Che significa “doppia registrazione”?
Sono state diverse le prese di posizione “pro”e “contro” , le aperture e le chiusure, gli interventi di
Club diversi.
Le cose stanno così: “doppia registrazione” significa che l’UKC accetta la registrazione degli
american staffordshire come pit bull. Quindi esistono cani (sempre e solo UKC) che sono
contemporaneamente pit bull per gli Stati Uniti, e amstaff per l’Europa.
In giro non si vedono due soli tipi di pit bull, ma molti di più: alti, bassi,
larghi, stretti, pesanti, leggeri e così via. Sono dunque fondate le accuse di
disomogeneità nella razza?
In giro si vedono anche duemila tipi diversi di golden retriever, pastori tedeschi o yorkshire terrier.
Come in ogni razza del mondo esistono soggetti in tipo, che rispecchiano perfettamente lo
Standard, soggetti…“borderline”, ai limiti del tipo, e soggetti che con la razza non hanno proprio
nulla da spartire, anche se magari hanno un regolarissimo pedigree (è il caso dei famigerati cani
dell’Est).
Questo non significa che pastore tedesco o golden retriever siano razze “poco fissate” o
“disomogenee”: significa solo che c’è chi alleva con serietà, esperienza e capacità…e chi alleva alla
spera-in-Dio.
Poi ci sono anche quelli che allevano (o comprano e rivendono) con il preciso scopo di truffare la
gente: fenomeno che interessa pit bull, amstaff, pastori tedeschi, golden…e qualsiasi altra razza che
sia già molto diffusa o che abbia la sventura di diventare di moda.
Concludendo:
I pit bull in standard UKC sono molto omogenei morfologicamente.
I pit bull Amstaf lo sono leggermente meno, perché lo standard è più elastico sotto il profilo
morfologico: ma per un occhio appena appena esperto è assolutamente impossibile confonderli con
cani di altre razze.
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Come è possibile, per un privato che voglia informarsi seriamente,
orientarsi in mezzo a tutta questa confusione?
Occorre informarsi, studiare, ma soprattutto liberarsi da tutte le scorie della disinformazione.
E qui, purtroppo, i media non sono certo d’aiuto: sia perché non fanno praticamente MAI
informazione corretta, sia perché contribuiscono pesantemente ad alimentare pregiudizi e dicerie
che fanno il male di tutte e due le razze.
Quotidiani, riviste generiche e TV si buttano a pesce sul sensazionalismo, gridano “al pit bull”
(spesso senza neanche sapere com’è FATTO un pit bull) ogni volta che si nominano i
combattimenti; fanno confusione tra lotte tra cani e aggressività verso l’uomo; alimentano leggende
metropolitane che, come è noto, viaggiano a velocità supersonica ingigantendosi ad ogni
passaggio…e dulcis in fundo, attirano verso il pit bull l’interesse di quel sottobosco umano che va
cercando nel cane la realizzazione che non è mai riuscita a trovare sul piano personale.
A tutto questo, purtroppo, si aggiungono anche gli interessi privati di alcune persone che, allevando
una razza, non trovano di meglio che “promuoverla” parlando male dell’altra…e se questo gioco
perverso viene appoggiato anche dall’editoria specializzata, il danno è doppio.
In conclusione: quale pit scegliere? che differenza c’è tra pit bull ADBA, pit
bull UKC e american staffordshire?
Mentre il pit bull ADBA è indiscutibilmente diverso anche dal punto di vista morfologico, l’UKC e
l’amstaff a volte sono quasi indistinguibili anche per un occhio esperto.
La vera differenza potrebbe (e forse “dovrebbe”) stare nelle attitudini.
Dato per scontato che questi cani, se ben allevati, sono TUTTI equilibrati e assai dotati
caratterialmente; e dato per scontato che TUTTI questi cani sono eccellenti compagni di vita per
qualsiasi proprietario a sua volta equilibrato, preparato e bene informato, se le cose stessero come
lascia intendere la storia, oggi dovremmo avere tre cani ben distinti:
a) quello “solo funzionale”, il cui standard non tiene alcun conto della bellezza “cosmetica”, ma la
cui selezione mira ad ottenere il massimo nel campo del lavoro e dello sport (il pit bull ADBA);
b) quello “prevalentemente bello“, creato e selezionato soprattutto per il ring, a cui si chiede di
essere equilibrato e ben dotato caratterialmente, ma non di avere doti sportive “esagerate”
(l’american staffordshire);
c) la “via di mezzo” in cui si bada sia al carattere (inteso sempre in senso sportivo) che alla
morfologia (il pit bull UKC).
Purtroppo è storicamente provato – basta guardare le altre razze – che è impossibile raggiungere il
“top” in entrambi i campi: ma è anche vero che moltissime persone non vanno alla ricerca di alcun
“top” agonistico, ma sono ben felici di avere un cane semplicemente “bello e bravo”, senza troppi
eccessi.
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Tra l’altro è esattamente ciò che accade in razze ben più diffuse dei terrier di tipo bull: e l’esempio
più famoso è quello del pastore tedesco, il “cane più amato dagli italiani” (e non solo).
In questa razza le linee “da lavoro” e quelle “da bellezza” sono tanto differenziate da farle sembrare
due razze diverse: eppure hanno tutti un pedigree con scritto “pastore tedesco”, e nessuno si sogna
di dire che la razza “non è fissata geneticamente”.
Non solo: vivono tutti felici e contenti.
TERZA PARTE
Miti, credenze e pregiudizi.
L’American Pit Bull Terrier è diventato a partire dagli ultimi anni ’90 il prototipo del “cane
pericoloso”. Si è così creata una vasta fascia di opinione pubblica che, supportata da notizie
superficiali pubblicate dalla stampa specializzata e non, crede ancora in miti, credenze e pregiudizi
che non hanno alcun fondamento.
Eccone qualche esempio:
Le sue mascelle si bloccano durante la presa. Non esistono cani che possano
presentare questo problema. La credenza nasce probabilmente dal fatto che per secoli ai
progenitori del Pit Bull è stato insegnato a bloccare il bestiame con la bocca. Da qui nasce solo un
innato “piacere” a mordere ed una elevata efficacia del morso. Null’altro.
Il Pit Bull attacca tutti gli altri animali senza distinzione. Come ogni altra razza
tendenzialmente dominante, anche il Pit Bull può manifestare aggressività verso i conspecifici.
Questo capita a qualsiasi razza di cani quando due soggetti maschi si incontrano per strada.
Non è raro vedere infatti passare nella indifferenza dei passanti un simpatico Pinscher al
guinzaglio che si avventa contro qualsiasi altro cane maschio che gli capita a tiro. Alle volte scene di
questo genere suscitano anche ilarità. Se al contrario le parti sono invertire allora ecco che il pit
bull è un cane feroce e aggressivo. Nel pit bull questo tipo di aggressività va confusa con una
naturale gameness del Pit Bull, ovvero l’aggressività che viene fuori quando il cane viene messo
nell’arena. Il Pit Bull è un cane che cerca il confronto con gli altri cani, come molti altri cani.
Il Pit Bull attacca senza avvertimenti. In genere il Pit Bull avverte con alcuni segnali che
sta per attaccare, ma la capacità e il desiderio di mostrare prolungati segnali sono stati eliminati in
alcuni elementi della razza. Gli avvertimenti rappresentano uno spreco di tempo per cani che si
guadagnano da vivere combattendo. Per questo motivo sono stati usati per molti accoppiamenti
esemplari che minimizzavano il comportamento minatorio.
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Il Pit Bull ha una potenza di morso di 2000 libbre per pollice quadrato (900
Kg x 6 cm² circa). Non esiste alcuna prova scientifica di questo. Gli esperti sottolineano come
nessuna razza morda più forte dell’altra. Tuttavia razze come i Rottweiler o gli Akita Inu tendono
ad avere una potenza maggiore rispetto a un Pastore Tesco o un Dobermann. Il Pit Bull è
sicuramente la razza più tenace ma non per questo ha il morso più potente.
Il Pit Bull uccide troppe persone in proporzione alla sua diffusione. Nelle
classifiche delle razze più mordaci (non solo in Italia) il Pit Bull non risulta ai primi posti. Succede
invece che se un Apbt morde, fa notizia; se a mordere è un Pastore Tedesco, la cosa è meno
rilevante.
Succede poi che i media contribuiscono ad aumentare i pregiudizi verso questa razza attribuendo ai
pit bull ogni tipo di aggressione di qualsiasi cane. Qualche tempo fa, mentre la tv commentava la
morte di un bambino aggredito da alcuni feroci pit bull, le immagini mostravano al contrario un
dobermann, un rottweiler ed un meticcio.
Il Pit Bull uccide troppi bambini. Negli ultimi due mesi di luglio e agosto 2009 ci sono
stati più neonati e bambini uccisi dalle proprie madri che da cani in un anno intero. Il problema va
visto e valutato nel quadro delle condizioni ambientali e psicologiche, sia nel caso delle madri
assassine che di responsabilità dei proprietari dei cani. Nessun cane stabile mentalmente e in
condizioni ambientali non ostili attacca i bambini per istinto.
Possedere un Pit Bull è come possedere una arma impropria e andrebbero
proibiti. Ogni anno muoiono sulle strade per incidenti automobilistici più persone di qualsiasi
guerra. Eppure nessuno si sogna di proibire la vendita di automobili.
Proibire l’allevamento del Pit Bull equivale ad eliminare definitivamente la
pratica dei combattimenti clandestini. Il movimento cinofilo condanna e contrasta da
tempo i combattimenti tra cani. Troppo facilmente si fa confusione tra cinofilia e criminalità.
Il Pit Bull è una razza forte, fiera, equilibrata, sicura di se e dalla grande personalità. Sono queste le
caratteristiche che gli allevatori seri tengono a mantenere. Nulla hanno a che fare con chi frutta
queste caratteristiche per illeciti guadagni. Non per questo la razza dovrebbe essere estinta.
Anche su questo argomento c’è molto pregiudizio e ipocrisia. Gli stessi che parlano e legiferano
(giustamente) per la repressione dei combattimenti tra cani, loro stessi guardano tranquillamente
seduti su un comodo divano e divertiti i combattimenti di pugilato tra umani in Tv. Le palestre per
l’addestramento al pugilato sono pubbliche e legali. I combattimenti avvengono in arene
(ring) esattamente come i “pit” ovvero le fosse dei combattimenti dei cani. Le scommesse sono
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addirittura legali. Eppure nessuno si sogna di eliminare il pugilato e le scommesse. E’ considerato
al contrario una nobile arte. Una pratica sportiva. Che quando non uccide, invalida
permanentemente.
Ragionando allo stesso modo dovremmo ipotizzare la messa al bando della intera razza umana
causa di guerre e di ogni sorta di violenza sugli uomini.
Il segreto del Pit Bull.
La spiegazione è contenuta nel libro “Cani Pericolosi” scritto da Stefano Nicelli (tra l’altro ideatore
della festa del cane meticcio) e Valeria Rossi proprio in quell’anno il 2003 in cui il problema dei
cosiddetti cani pericolosi ha conquistato anche le pagine dei quotidiani nazionali oltre la discussa
ordinanza Sirchia che ha gettato lo scompiglio non solo tra i cinofili ma tra tutti gli amanti degli
animali.
Alla domanda perchè il pit bull è la razza più usata nei combattimenti, la risposta è stata secca e decisa:
perchè è la migliore.
Perchè è la razza migliore?
Perchè è la più cattiva, perchè è la più feroce?
ASSOLUTAMENTE NO!!!
E’ la migliore perchè ha la massima tempra e la massima GAMENESS, quella che potremmo
tradurre con determinazione, voglia di ottenere a qualsiasi costo il risultato prefisso.
Ci sono decine e decine di cani potenzialmente più potenti di un pit bull (che ricordiamo è un cane
di medio-piccola taglia: alcuni soggetti Adba non superano i 12-13 kg). Se prendiamo per esempio
un pastore del caucaso o un rottweiler e gli mettiamo davanti un pit bull distratto, che sta voltando
lo sguardo altrove, ebbene per il Pit Bull non c’è scampo, viene mangiato (tanto per rendere l’idea)
letteralmente in un boccone.
Se però uno di questi due cani si trovasse di fronte un Pit Bull attento le cose cambierebbero:
a) sarebbe difficilissimo da mordere, data una agilità e una velocità del Pit Bull impensabile per un
cane grosso e pesante anche se aggressivo come potrebbe essere un rottweiler.
b) anche se venisse morso seriamente, il Pit Bull non abbandonerebbe la lotta, poichè nel momento
in cui ha scelto di combattere ha deciso che sarà lui il vincitore. Al contrario di molti cani di taglia
grande e gigante che hanno poca tempra, e ovviamente non sono cani selezionati per combattere.
c) il Pit Bull combatte in modo diverso e molto più efficace di altri cani: è dotato di maggiore
intelligenza e senso tattico ed invece di tenere la presa ad ogni costo come il Bulldog, cambiava
bersaglio al momento opportuno risultando devastante nei combattimenti.
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Tutto questo è dovuto alla struttura ed il tipo di fisicità delle razze.
Il Pit Bull, o meglio l’american pit bull terrier, è un cane selezionato per il combattimento, è il cane
da combattimento per antonomasia.
Questo non perchè sia il più potente, ma perchè fa della rapidità l’arma vincente dei suoi
combattimenti.
Un pit bull (che pesa da 13 a 27 kg) è dotato di quell’agilità, resistenza (deve muovere una massa
leggera) e potenza del morso (ovvero la prerogativa di un cane da combattimento) che permettono,
una medio-lunga durata del combattimento fra simili, oltre a quella caratteristica definita dagli
americani come gameness, o combattività elevatissima.
Il rottweiler (42-50 kg ca.), tanto per prendere un cane di grossa taglia, è un cane bovaro,
selezionato per la custodia e la conduzione delle mandrie allevate in baviera da secoli. Ha
mantenuto una buona soglia di aggressività necessaria per la protezione del padrone e dei suoi
averi e per dominare animali almeno 4/5 volte più grosse di lui.
Durante le guerre mondiali il carattere di questo cane è stato sicuramente incattivito, ciò ha
aumentato notevolmente la sua aggressività, che oggi è ancora presente nella totalità dei soggetti.
Tuttavia il rottweiler non è il cane ideale per un combattimento essendo molto pesante e avendo
alte percentuali di massa grassa, pur detenendo il record di razza canina con il morso più potente.
(questo mio articolo lo potete trovare riportato su alcuni siti che parlano dei pitbull)
Come comportarsi col proprio Pit Bull.
La vera pericolosità dell’American Pit Bull Terrier è determinata forse solo da chi lo possiede.
Certamente un addestramento votato all’aggressività, un’assenza di stimoli sociali durante la prima
fase di vita e un atteggiamento sbagliato da parte dei padroni possono creare dei seri danni in una
razza che di per sè ha tutte le potenzialità, ma non la volontà, di essere un killer, come spesso si
vuol far credere.
Tuttavia il Pit Bull non è un animale adatto per chi cerca un cane qualsiasi da far scorrazzare in un
parco insieme ad altri cani. Il Pit Bull non ha alcuna colpa delle manipolazioni umane che hanno
influito sul suo carattere.
Il Pit Bull è un cane forte e tanto sicuro di se che per istinto è portato a confrontarsi con i cani dello
stesso sesso, qualunque sia la razza e grandezza se soltanto ritiene minaccioso i loro
comportamenti. Il mio cane, per esempio, resta indifferente al ringhiare ed abbaiare della
moltitudine di cani che incontra per strada, non quando incontra cani altrettanto dominanti o che
assumono atteggiamenti di sfida.
Sono inutili i tentativi di cambiare il suo carattere, un vero Pit Bull rimane un cane fiero e
dominante. E’ solo una violenza contro lo stesso cane e la stessa razza. Molti Pit Bull possono
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comportarsi come i bassotti, golden retrievers ed altre razze selezionate specificatamente per avere
tratti caratteriali generici, particolarmente adatti ad animali da compagnia, ma non è corretto
aspettarsi che tutti i Pit Bull o gli altri esemplari di razze lo facciano.
E’ assolutamente necessario un comportamento responsabile del padrone. Se non si ha intenzione
di impiegare tempo, denaro, attenzione e sforzi per gestire correttamente il vostro animale, allora
non prendete un cane. E a maggior ragione un Pit Bull.
Un vero Pit Bull non è un buon cane da guardia, solo i Pit Bull instabili aggredirebbero
istintivamente uno sconosciuto. Un Pit Bull normale vede tutte le persone come amici, a meno che
le loro azioni non dimostrino il contrario. Questo atteggiamento aperto e socievole deriva dalla loro
sicurezza di se e dalla coscienza della propria forza.
Un Pit Bull tipico è spesso sottomesso con l’uomo, e adora i bambini. Un Pit Bull che ringhia alle
persone e le aggredisce senza motivo non è tipico della razza, e tenere un cane del genere mette in
pericolo le persone, gli animali e l’immagine della razza che amiamo.
Il futuro
Questo cane ha già dimostrato di poter essere un ottimo ausiliare dell’uomo, non meno di altre
razze più blasonate. Il suo progressivo impiego nella Pet Therapy e negli esercizi equivalenti ai
brevetti di lavoro SchH e Ipo tracciano già da soli il futuro del Pit Bull.
Sempre che, come al solito, trovi i padroni giusti
Perchè amiamo i Pit Bull.
Il Pit Bull è un cane di grande potenza e dinamicità. E’ una razza dalla costruzione solida, molto
muscoloso, ma allo stesso tempo molto agile e scattante. Elegante nel portamento e molto attento a
tutto ciò che lo circonda. La sua espressione è decisa e seria. E’ una razza ben piazzata e robusta. E’
un cane di una rapidità di movimenti incredibile. Un cane che sa coniugare potenza e agilità.
Il Pit Bull è un cane felice, sicuro di se, sempre pronto a una corsa sfrenata, docile (per non dire
dolce e coccolone), mai dominante con le persone che ama, affabile con i bambini, sempre pronto a
mettersi alla prova con altri cani, pagliaccio, giocherellone ed incredibilmente forte e veloce
all’occorrenza.
Il Pit Bull è cane che si affeziona in modo esemplare ad una persona in particolare. Questa persona
rimarrà il suo unico pensiero durante tutta la sua vita.
E’ PER QUESTO CHE LO AMIAMO
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Lo standard
Standard adottato dallo STAFFORDSHIRE TERRIER CLUB OF AMERICA ed approvato dal
Comitato dell’ A.K.C. – 10 Giugno 1936.
(Dal sito http://www.americanhistoryx.it/standard.html)
Impressioni in generale
L’ AST dovrebbe dare una prima impressione di grande forza, un cane ben proporzionato,
muscoloso ma agile ed elegante. L’ AST dovrebbe essere ben piazzato, non troppo lungo di gamba o
con corporatura esile. L’ AST è robusto e deve dimostrarlo, il corpo ha una giusta armonia. Non
deve sembrare un’ insieme di parti ma un corpo solo.
Testa
Lunghezza media, cranio ampio e profondo, muscoli facciali ben pronunciati, orecchie collocate in
alto. La testa dà la prima impressione del cane. Il cranio è piuttosto quadrato assieme ai muscoli
facciali che sono ben pronunciati. Lo stop, visto di profilo, deve essere ben evidenziato. Sebbene la
testa debba dare l’impressione di forza ed ampiezza, non dovrebbe mai sembrare troppo grande per
il corpo. Il cane deve essere sempre armonioso nel suo insieme.
Orecchie
Mozzate o integre. Le orecchie integre dovrebbero essere corte e appuntite o tenute alla “Half rose”
(mezza piega). Piegate totalmente saranno penalizzate.
Occhi
Scuri e tondi, piazzati sul cranio in basso e ben distanziati. Non devono avere palpebre rosa. Le
tonalità più scure sono considerate le migliori. Gli occhi troppo vicini tendono a far apparire il
muso allungato e sottile, tolgono fierezza all’ espressione tipica della razza.
Muso
Di lunghezza media, tondo in superficie con una caduta direttamente sotto gli occhi. Mascelle ben
definite. La mascella inferiore deve essere robusta con forza nella morsicatura. Le labbra devono
essere vicine e compatte, non molli. Il naso deve essere di colore nero. La mancanza dello stop o
troppo poco, non è caratteristica della razza e una testa con un muso simile non ha tipo. La linea
superiore del muso deve essere dritta. Siccome stiamo parlando di un cane che deve apparire
combattente, forza e fierezza nella mascella devono essere presenti. La mascella inferiore deve
essere molto evidenziata, in modo che il muso termini con un’ impressione di squadrato. Se la
mascella inferiore recede o è debole e poco profonda, il muso apparirà appuntito e darà l’
impressione nel profilo, di essere più allungato di quanto sia in realtà. Un muso simile manca di
forza ed è chiamato “snipy” = simile ad un becco allungato/appuntito. Le labbra devono essere
serrate. Le grosse labbra che penzolano erano un vero svantaggio negli animali combattenti, e di
conseguenza non erano ben considerate.
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Collo
Possente, lievemente arcuato, che si assottiglia da dietro le spalle verso il cranio, parte posteriore.
Lunghezza media. Un bel collo, visto di profilo, deve confondersi con il garrese. Il collo non deve
mai apparire come se fosse stato aggiunto per caso. Deve essere robusto con una buona
muscolatura. La parte più stretta del collo è appena dietro le orecchie, da dove si allarga
armonicamente fino al garrese. La pelle molle che si vede talvolta appena sotto la gola del cane, si
chiama doppiomento o giogaia. Questo è un difetto in una razza.
Spalle
Robuste e muscolose con delle scapole ampie ed oblique.
Dorso
Piuttosto corto. Poca inclinazione dal garrese fino alla groppa/posteriore con lieve inclinazione dal
posteriore fino alla base della coda. I fianchi leggermente arrotondati verso l’ interno. La superficie
del dorso dal garrese al punto dove si unisce la coda con il corpo, viene chiamata “Top Line”. La
Top Line dovrebbe essere una linea armoniosa, leggermente più alta nel garrese rispetto alla
groppa, con una seconda inclinazione più corta dalla groppa fino all’ inizio della coda che è situata
piuttosto in basso. Difetti: una groppa più alta del garrese, oppure una curva convessa netta, che
inizia dietro il garrese e diventa sensibilmente pronunciata nella zona dei fianchi. Il corpo deve
avere una certa sagoma e non sembrare un tronco o una salsiccia rotonda. Una live sottigliezza
della zona dei fianchi è ben accettata, ma non deve essere troppo pronunciata da far sembrare l’
animale sciupato.
Corpo
Costole ben pronunciate/arrotondate, ben sviluppate verso la parte posteriore del corpo e
compatte. Arti anteriori (gamba) ben distanziati per dare spazio allo sviluppo del torace. Il torace
deve essere ampio e profondo. Il cane appare compatto e non piatto lungo I fianchi, la punta del
petto dovrebbe essere abbastanza sviluppata nel suo punto più basso, per trovarsi allineata ai
gomiti del cane. La parte anteriore del cane poco sviluppata, è spesso causata da una scarsa
angolazione della scapola, che non permette un regolare sviluppo del petto. Un corpo armonioso è
quello che si cerca di ottenere sempre.
Coda
Corta, situata in basso, che si assottiglia nella parte finale: non riccia, nè piegata verso il dorso,
deve essere integra. La coda “a vite” è considerata atipica. La coda non è altro che la continuazione
della colonna vertebrale, quindi una coda storta, o con lievi deformità, o molto fine e di debole
aspetto, può indicare una simile deficienza nella colonna.
Zampe
Le zampe anteriori dovrebbero essere dritte, con ossa tonde e robuste, la pastorale eretta. Nessuna
curvatura in avanti. Le zampe posteriori dovrebbero avere la muscolatura ben definita, assotigliate
al garretto che deve essere dritto, le zampe di misura media ben arcuate e compatte. Il portamento
deve essere agile/elastico, nè affrettato nè dondolante. Il portamento è un’ altra caratteristica molto
importante: l’ AST dovrebbe muoversi in modo baldanzoso e con determinazione, non deve esserci
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l’ impressione di energia sprecata. Le zampe dovrebbero essere diritte in avanti e tutto il corpo
muoversi in armonia.
Manto
Corto, folto, duro al tocco ma lucido.
Colore
Tutti i colori, unito, a chiazze, a macchie è accettato; sono indesiderati invece i totalmente bianco o
più di 80% di bianco, nero e marrone rossiccio, rosso bruno. La pigmentazione comunque è
fondamentale. I contorni degli occhi, del naso e delle labbra, dovrebbero essere sempre pigmentati.
Proporzione
Altezza e peso devono essere in proporzione. “In proporzione” sono le parole fondamentali. Il cane
deve dare l’ impressione di una certa robustezza, sempre mantenendo l’ armonia e l’ agilità.
Difetti
I difetti includono un naso Dudley, occhi chiari o rosa (albino), coda troppo lunga o tenuta male,
bocca irregolare. Un naso Dudley è un naso color rosso bruno o pelle. Un naso che è comunemente
nero ma ha delle chiazze rosa (a farfalla), è anche considerato un difetto. Occhi chiari: ambra,
grigio chiaro e azzurro. La coda non deve essere tenuta più in basso del garretto e non più in alto
del dorso del cane. E’ considerata una penalità tenere la coda fra le gambe in segno di
sottomissione, poiché la razza è conosciuta come fiera e coraggiosa. I difetti della bocca sono:
quando la mascella inferiore si protende in avanti in modo che gli incisivi inferiori chiudano
davanti ai superiori; quando la mascella superiore si protende così in avanti in modo che ci sia
troppo spazio tra gli incisivi superiori ed inferiori; quando la bocca non è perfettamente
simmetrica.
GRAZIE PER LA LETTURA ED ORA … AMATE …IL VOSTRO CANE
fine