Post on 14-Jul-2015
transcript
L’impresa di creare impresa
Dr.ssa Francesca De Leo CNR-‐IBBE
Innovazione: situazione in Puglia e in Europa
2 Paolo Casalino - Dirigente Ufficio di Bruxelles Regione Puglia
Puglia 0,423 = 12° posto nazionale (2012) Innovation Union scoreboard 2014
L’UE è più propensa all’innovazione che in passato ma si amplia il divario tra i 27 Stati Membri:
• Innovation leaders: Sweden, Germany, Denmark and Finland, all show a performance well above that of the EU average.
• Innovation followers: Austria, Belgium, Cyprus, • Estonia, France, Ireland, Luxembourg, Netherlands, • Slovenia and the UK all show a performance close to
that of the EU average. • Moderate innovators: The performance of Italy,
CroaJa, Czech Republic, Greece, Hungary, Lithuania, Malta, Poland, Portugal, Slovakia and Spain is below that of the EU average. Italy has consistently been the best performing country within this group.
• Modest innovators: The performance of Bulgaria, Latvia, and Romania is well below that of the EU average.
http://ec.europa.eu/enterprise/policies/innovation/facts-figures-analysis/innovation-scoreboard/
hQp://ec.europa.eu/enterprise/sectors/ict/key_technologies/kets_high_level_group_en.htm
hQp://ec.europa.eu/enterprise/sectors/ict/key_technologies/kets_high_level_group_en.htm
Il ciclo dell’innovazione per H2020
Partecipazione Regione Puglia ad FP7
La partecipazione italiana nel programma Cooperazione15 del 7 PQ si aQesta al 8,99% dei finanziamenJ assegnaJ. L’enJtà del finanziamento Italiano per intensità è inferiore solo a Germania 17,86%, Regno Unito 12,65% e Francia 11,14%. Il Lazio è la regione con più finanziamenJ Europei, corrispondenJ al 23,64% del complessivo nazionale superando la Lombardia al 21,45%, il Piemonte al 10,65%, la Toscana con il 9,55%, l’Emilia Romagna 8,31% il Veneto, la Liguria e Campania intorno al 6% mentre la Puglia a circa al 5% (Fonte MIUR -‐ 2012).
dicembre 15, 2014 De Leo Francesca 2013 © 7
The R.I.S. in Puglia
The Regional System of Innovation:
• 5 Universities
• More than 25 Public Research Centers
• 6 interregional Centres of Competence
• 3 Enterprise Incubators
• 7 Industrial Liaison Offices
• 4 Technological Districts (ICT, Energy, Mechatronics, Agro-food)
• 15 Production Districts (ICT, Aerospace, Mechanics,…)
• 3 PPP (Ambient assisted living, Materials, Environment)
Fonte: Regione Puglia
Entrepreneurial dynamics and discovery
• Technological Clusters • Productive Clusters
• Alliances for Innovation (between the already existing Regional Industrial Liaison Offices network (ILOs) and Apulian clusters,including the 5 Universities in the region, ENEA and CNR. Funded by ERDF 2007-2013) to ensure strategic coherence and avoid fragmentation in the implementation of R&I projects
Fonte: Regione Puglia
Il sistema innovaJvo in Puglia I distrei tecnologici
dicembre 15, 2014 De Leo Francesca 2013 © 10
Distrei tecnologici riconosciuJ dal MIUR e dalla Regione Puglia al 31.12.2013 sono: Dhitech – DistreQo Tecnologico High-‐Tech S.c.a.r.l.; Ditne – DistreQo Tecnologico nazionale sull‘Energia S.c.a.r.l.; Dta – DistreQo Tecnologico Aerospaziale Pugliese -‐ Societa ConsorJle a Responsabilita Limitata; Medis – DistreQo Meccatronico Regionale della Puglia Soc. Cons. a.r.l.; Dare – DistreQo Agroalimentare Regionale Soc. cons. a r. l.; H-‐Bio – DistreQo delle Biotecnologie per la Salute.
Distrei tecnologici in Puglia
I distrei produivi
dicembre 15, 2014 De Leo Francesca 2013 © 12 Fonte: Smart Puglia 2020
Il ProgeQo ILO 2
• Promosso dall'Assessorato allo Sviluppo Economico e all'Innovazione Tecnologica, sovrainteso dal Servizio Ricerca e CompeJJvità dell'Area PoliJche per lo Sviluppo, il Lavoro e l'Innovazione e affidato all'ARTI (Agenzia Regionale per la Tecnologia e l'Innovazione), il ProgeQo ILO Puglia è stato avviato nel luglio del 2007 con l'obieivo di dotare la rete degli Atenei pugliesi di un complesso di strumenJ e risorse di caraQere stabile per l'aQuazione di buone praJche del trasferimento di conoscenza e di valorizzazione dei risultaJ della ricerca.
• La seconda edizione dell'intervento (2009-‐2010) ha assunto un ruolo più strategico nell'ambito delle poliJche regionali di sviluppo per la R&I, ponendosi lo scopo di sostenere lo sviluppo e la gesJone di un modello regionale di interazione tra ricerca e mercato, auto-‐sostenibile nel lungo periodo, aQraverso il potenziamento e la stabilizzazione degli Industrial Liaison Office e dei relaJvi servizi negli EnJ Pubblici di Ricerca pugliesi.
• L'esperienza di ILO1 e di ILO2 presenta un bilancio caraQerizzato da numerosi risultaJ posiJvi e alcune criJcità, legate, queste ulJme, sopraQuQo alle debolezze nella struQura organizzaJva degli ILO (a causa della contrazione dei finanziamenJ ministeriali alle università e agli altri enJ), alle insufficienJ sinergie con gli altri soggei regionali intermediari della conoscenza e dell'innovazione e con il sistema delle imprese, all'inadeguatezza della valorizzazione commerciale dei brevei prodoi in ambito universitario e degli EPR.
• La prosecuzione del ProgeQo ILO2 (aprile 2011 -‐ maggio 2013) nasce, dunque, per accelerare e meQere a regime i processi di valorizzazione e di sfruQamento dei risultaJ della ricerca aQraverso la Rete ILO Puglia, consolidando e rendendo organica la sua interazione con il sistema economico ed industriale, le isJtuzioni, le associazioni di categoria e la finanza per l'innovazione.
•
dicembre 15, 2014 De Leo Francesca 2013 © 13
CNR in PUGLIA
100% RICERCA
SOLUZIONIPER LE IMPRESE
www.ilo-puglia.cnr.it
Scienze bio-agroalimentari
Scienzebiomediche
Scienzedel sistema Terra
e tecnologieper l’ambiente
Scienze umanee sociali,
patrimonio culturale
Ingegneria,ICT e tecnologie
per l’energiae i trasporti
Scienze fisichee tecnologie della materia
Scienze chimichee tecnologie dei materiali
Cronogramma progeGo ILO2: • Fase 1: SeQembre 2010 -‐> Marzo 2012 • Fase 2: Maggio 2012 -‐> Novembre 2013 • Fase 3: 1 Dicembre 2014 -‐> Giugno 2015 • Il progeGo (Fase 3) INTERPRETARIATO TECNOLOGICO: CNR – ENEA-‐ INFN
ObbieOvi: • Dare una significaJva evidenza delle competenze e delle struQure CNR, colmando un deficit storico in termini di immagine e conoscenza sul territorio. • Promuovere la cooperazione bilaterale tra la ricerca pubblica realizzata nel CNR della Regione Puglia ed il sistema industriale; • Potenziare in ambito regionale il ruolo di raccordo tra gli intermediari della conoscenza e dell’innovazione; • Diffondere i risultaJ raggiunJ sul territorio
Il progeQo ILO2 nel CNR
La ricerca e la sua valorizzazione • Capacità di individuare le opportunità di finalizzazione della ricerca: gesJone strategica delle tecnologie • Offerta tecnologica dell’Università: scouJng, selezione e costruzione del portafoglio di tecnologie • Percorsi di valorizzazione: trasferimento all’industria -‐ mercato
dicembre 14 De Leo Francesca 2014 ©
Tripla Elica: il DNA della CompeJJvità
Il sistema del territorio: Policy europea, nazionale e regionale, network, finanza
Il sistema della conoscenza: Università, EPR Ricerca di base ed applicata
Il sistema della economia: Sviluppo del ProdoQo, produzione, markeJng
dicembre 14 De Leo Francesca 2014 ©
18
La Terza Missione
Per terza missione si deve intendere l'insieme delle aività con le quali le università (e in forme parJcolari gli enJ di ricerca) entrano in interazione direGa con la società, fornendo un contributo che accompagna le miss ion i t rad i z iona l i d i insegnamento (nel quale si realizza una interazione con una frazione parJcolare della società, gli studenJ) e di ricerca (nella quale si interagisce prevalentemente con le comunità scienJfiche). Definizione ANVUR-‐2013 (Agenzia Valutazione Nazionale del Sistema Universitario e Ricerca)
dicembre 15, 2014 De Leo Francesca 2013 ©
Strategie e forme di valorizzazione
dicembre 14 De Leo Francesca 2014 ©
Strategie e form
e di
valorizzazio
ne
Conoscenza Pubblicazioni
Valorizzazione della
conoscenza
Domanda di breveQo
Cessione
Licenza
Licenza esclusiva o non a PMI e non PMI
Licenza esclusiva o non a spin-‐off
Servizio
No domanda di breveQo
Trasferimento di know-‐how
Spin-‐off
Dall’aività di servizio alla ricerca collaboraJva
dicembre 14 De Leo Francesca 2012 ©
Un’approccio strategico
Migliorare la qualità della ricerca, o meglio (e più realisJcamente) migliorare le modalità e gli s t rumenJ d i gesJone de l le tecno log ie , introducendo nelle fasi iniziali del percorso di ricerca e sviluppo (anche molto prima degli sbocchi di valorizzazione) approcci Jpici dell’economia dell’innovazione con l’intento di: • non solo vendere bene ciò che è stato sviluppato • sviluppare ciò che si venderà benissimo
dicembre 14 De Leo Francesca 2012 ©
1. L’Industria commiQente
In una logica di servizio, l’industria: • deJene la tecnologia o il progeQo • richiede il trasferimento a sé di tui i risultaJ delle aività
• (quanto più si traQa di un’aività rouJnaria, tanto più) enfaJzza il proprio ruolo di cliente
dicembre 14 De Leo Francesca 2012 ©
2. Le aività di servizio
• sintesi e fornitura di molecole/pepJdi/oligonucleoJdi noJ, che non comporJ alcuna modificazione, sosJtuzione, combinazione o intervento di qualsivoglia Jpo, aQo a differenziare i composJ sinteJzzaJ rispeQo al modello presente nello stato dell’arte • valutazioni comportamentali • indagini epidemiologiche • test di funzionamento e/o valutazione di prodoQo/strumento di terzi, realizzaJ sulla base di specifiche indicazioni del commiQente • analisi di campioni biologici
dicembre 14 De Leo Francesca 2012 ©
2. Agevolare la funzione di servizio
Un’opzione per sviluppare ulteriormente e potenziare le aività di servizio: puntare alla riorganizzazione in chiave facilitante, operando su: • visibilità e promozione delle competenze dei ricercatori
• deregolamentazione o snellimento dei processi di gesJone del rapporto Università-‐Industria
• standardizzazione dell’offerta di servizi (tariffari) • gesJone consapevole e calibrata degli apporJ di innovazione erogaJ aQraverso le aività
dicembre 14 De Leo Francesca 2012 ©
3. I contribuJ di innovazione
• progeQazione e sintesi di molecole/pepJdi/oligonucleoJdi nuovi o che presenJno modificazione, sosJtuzione, combinazione o intervento di qualsivoglia Jpo aQo a differenziare i composJ sinteJzzaJ rispeQo al modello presente nello stato dell’arte • studi su meccanismi d’azione di molecole/proteine • consulenze qualificate • metodi di sintesi, metodi di estrazione • oimizzazioni di molecole e metodi • produzione di nuovi anJcorpi
dicembre 14 De Leo Francesca 2012 ©
La ricerca collaboraJva
Si caraQerizza per il ruolo dell’Università quale detentrice di una conoscenza applicaJva qualificata, e perciò partner del processo di innovazione Gli strumenJ tradizionali di promozione della ricerca collaboraJva si idenJficano nelle modalità di rappresentazione o codificazione dell’offerta di tecnologia degli Atenei (repertori delle competenze e dei progei di ricerca, vetrine brevei e spin-‐off), ovvero nella definizione di un asseQo preconcordato per la conclusione dei futuri contrai di collaborazione (accordi quadro), o ancora nella creazione di struQure di raccordo (consorzi, laboratori congiunJ)
dicembre 14 De Leo Francesca 2012 ©
Che cosa è il trasferimento tecnologico?
• Il trasferimento di tecnologia è il movimento delle tecnologie nelle fasi iniziali di sviluppo e delle idee dai ricercatori al seQore privato o pubblico.
• Dal sito web di AUTM *: "Il trasferimento di tecnologia è il processo di trasferimento scoperte scienJfiche da un'organizzazione all'altra al fine di ulteriore sviluppo e la commercializzazione. ”
• * AUTM = AssociaJon of University Technology Managers © hQp://www.autm.net/Home.htm
dicembre 14 De Leo Francesca 2012 ©
Modalità per realizzare il trasferimento tecnologico secondo la NaJonal Academy of Sciences-‐USA
1. Mobilità di studenJ con elevata qualificazione 2. Pubblicazioni scienJfiche 3. Interazione tra creatori e uJlizzatori di nuova conoscenza 4. Programmi di ricerca sponsorizzaJ dai privaJ 5. Accordi mulJ-‐livello, come quelli per la creazione di
laboratori congiunJ 6. Consulenza di studenJ e professore in favore di privaJ 7. Aività imprenditoriali esterne di professori e studenJ 8. Licenze verso PMI o spin-‐off
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Peculiari aività nel trasferimento tecnologico
• Proteggere le idee o protoJpi. • Valutare il potenziale commerciale o l'uJlità della tecnologia.
• Trasferire la tecnologia ad un altro “aQore” in modo che:
-‐ possa essere uJlizzato per sviluppare nuovi prodoi o servizi -‐o-‐ -‐ migliorare la possibilità che la società beneficerà dei risultaJ della ricerca.
dicembre 14 De Leo Francesca 2012 ©
Visione della UE Accordi di trasferimento di tecnologia hanno per oggeQo la licenza di tecnologia. QuesJ accordi migliorano: • L’efficienza economica • migliorano la concorrenza in quanto riducono la duplicazione
delle aività di R & S, • rafforzano l'incenJvo per l'iniziale R & S • sJmolano l'innovazione incrementale, • facilitano la diffusione e la concorrenza sul mercato del
prodoQo. COMMISSION REGULATION (EC) No 772/2004 of 27 April 2004….
dicembre 14 De Leo Francesca 2012 ©
Esempi • Classici (e non così classici) esempi:
• Tecnologia di codifica audio perceiva (codec MP3 digitale) sviluppato Fraunhofer InsJtute for Integrated Circuits
• Formula di carboidraJ ed eleQroliJ per sJmolare l’assorbimento di liquidi University of Florida
• Metodo per la valutazione di pagine web oggeivamente e meccanicamente, misurare efficacemente l'interesse umano e l'aQenzione dedicato a loro Stanford University
dicembre 14 De Leo Francesca 2012 ©
MoJvazioni per lo sviluppo tecnologico
Ci sono numerose moJvazioni perché uno sviluppatore di tecnologie decide di sviluppare la stessa tecnologia. Alcune di queste sono: • Creare alleanze con i partner per lo sviluppo di tecnologie
per arrivare al mercato (vedi sviluppo del farmaco..) • Creare alleanze che abbiamo capacità manifaQuriera (dal
protoJpo al prodoQo..) • Create alleanze per la capacità di markeJng e di
distribuzione • Valorizzazione in differenJ campi di applicazione
(applicazione terapeuJca) • Nessuna capacità commerciale (EPR, Università)
dicembre 14 De Leo Francesca 2012 ©
Come avviene il trasferimento tecnologico?
Il trasferimento tecnologico si realizza creando relazioni legali tra: • Il Jtolare della tecnologia; • Il detentore dei dirii di licenza per lo sviluppo tecnologico
Al fine di garanJre nuovi dirii di sviluppo al partner a cui si trasferisce la tecnologia
dicembre 14 De Leo Francesca 2012 ©
Questo vuol dire che….
• Il diriQo di sfruQare la tecnologia è concessa dal Jtolare della tecnologia o dal Jtolare dei dirii di licenza al partner che sfruQerà la tecnologia
• Il Jtolare della tecnologia o dei suoi dirii è compensato per la concessione di quesJ dirii
• I rispeivi dirii e doveri e le obbligazioni tra le parJ sono concordate
dicembre 14 De Leo Francesca 2014 ©
Perché proteggere i prodoi della ricerca biotech?
• Biotechnology – “the New Industrial RevoluJon” • Il costo della ricerca è molto alto in termini di tempo e cosJ
For instance, it has been estimated that in the United States, bringing a new drug to market may take some 10-12 years, at a cost of over US$400 million. As evidence of this, in 1998 it was estimated that the pharmaceutical industry spent almost US$20 billion in the development of new therapeutic drugs.
• i provenJ potenziali sono legaJ all’esclusività
• La protezione intelleQuale è fondamentale Annual sales of biotechnology products in the United States have increased from effecJvely zero in 1980 to US$7 billion in 1993, and in 1999 were esJmated to be about US$15 billion.
De Leo Francesca 2013 © dicembre 15, 2014 35
Il management della PI
dicembre 15, 2014 De Leo Francesca 2013 © 36
Scienza e tecnologia
DiriQo della PI
Management
Management della PI
Fonte: Granieri 2014
Cosa è la proprietà intelleQuale?
• Il termine "proprietà intelleQuale" è stato coniato per riferirsi a quei dirii che proteggevano le creazioni di origine leQeraria e arJsJca.
• TuQavia, negli ulJmi tempi, il suo significato è venuto ad abbracciare sia la proprietà industriale e la creazione arJsJca.
De Leo Francesca 2013 © dicembre 15, 2014 37
Il BreveQo Un breveQo è un monopolio temporaneo di una innovazione tecnologica concessa al Jtolare del breveQo. I Brevei forniscono al Jtolare del breveQo il diriQo di escludere altri di sfruQare l'invenzione per la durata del breveQo, che è generalmente di 20 anni. Il monopolio di 20 anni è concesso in cambio di una descrizione deQagliata dell'invenzione rivendicata. Pertanto, il sistema dei brevei può essere concepito come fonte di privilegi commerciali in cambio di divulgazione. Conferisce al suo Jtolare il diriQo di vietare ad altri di produrre, usare, meQere in commercio, vendere o importare l'oggeQo breveQato. Il breveQo può essere ceduto o concesso in licenza, dietro pagamento di un corrispeivo al Jtolare. (vedi art 28 dell’EPC).
De Leo Francesca 2013 © dicembre 15, 2014 38
FTO /Freedom to operate)
• Non si deve confondere il diriQo di escludere dal diriQo di usare (freedom to operate FTO)
dicembre 15, 2014 De Leo Francesca 2013 © 39
Patent A
Patent B
Telefono con antenna estendibile
Antenna telescopica
FTO e esclude tui dall’uso
Potrebbe escludere tui dall’uso del suo breveQo Ma NO FTO perché Patent B è estendibile
Patent B è un miglioramento ma Inventor A non può usarlo
Freedom to operate • Se emergessero uno o più brevei o domande di breveQo barriera
(tra quelli ancora in vigore negli ulJmi 20 anni) sono praJcabili più vie di soluzione:
ü Valutare in modo approfondito l’ambito di protezione del documento(i) breveQuale(i) barriera ed individuare eventuali possibilità di aggiramento;
ü Valutare se esistono ragionevoli possibilità di poter invalidare il/i documento(i) breveQuale(i) barriera e/o valutare i rischi connessi al faQo di ignorare l’esistenza di tale(i) documento(i) breveQuale(i) barriera;
ü Valutare la possibilità/opportunità di negoziare l’acquisto o la concessione di una licenza con il Jtolare(i) del/dei documento(i) breveQuale(i) barriera;
ü Abbandonare la propria innovazione tecnologica.
dicembre 15, 2014 De Leo Francesca 2013 © 40
BREVETTI PER INVENZIONE INDUSTRIALE
Invenzione è una soluzione ad un problema tecnico proposta da un inventore in un documento breveQuale. • Le scoperte non sono breveQabili perché sono aività cogniJva dello scienziato che non è finalizzato a risolvere un problema.
• Il soggeQo dell’aività intelleQuale per diventare breveQo ha necessità che produca un effeQo tecnico e si riferisca chiaramente ad un campo tecnico.
dicembre 15, 2014 De Leo Francesca 2013 © 41
Le procedure
Primo deposito IT
EP Tui i paesi europei designaJ in via precauzionale
US
JP
WO Tui i paesi designaJ in via precauzionale
US
JP
DE
GB
FR
DE
GB
FR
IT DE
GB
FR
IT
EP Tui i paesi europei designaJ, via precauzionale
US
JP
???
De Leo Francesca 2013 © dicembre 15, 2014 42
BreveQo biotec Le invenzioni biotecnologiche, come tuQe le altre invenzioni, sono tenute a contenere un'aività invenJva per essere breveQabili. Questo requisito ha lo scopo di impedire la concessione di brevei per sviluppi banali o ovvi di qualcosa preesistente. La domanda di invenJvità o di non ovvietà è uno delle più difficili quesJoni nel diriQo dei brevei di chi si occupa di tecnologia del DNA ricombinante. Difai ad esempio, le rapide acquisizioni nel campo della genomica, quello che era invenJvo lo scorso anno potrebbe essere un evidente tecnologia l’anno seguente.
De Leo Francesca 2013 © dicembre 15, 2014 43
Esempi di breveQo biotec • Acidi nucleici • PepJdi, polipepJdi, proteine, ecc • Microrganismi • Virus • VeQori • ospite trasformato • linea cellulare • animale non umano • Impianto • Semi • Ibridoma • AnJcorpo • Sonda • Vaccino • Composizione • ArJcolo -‐ ad es. striscia reaiva • sistemi di espressione • ProdoQo di processo o disposiJvo / apparecchio disposiJvo Biotecnologiche • apparecchi o disposiJvo di biochimica, biofisica o bio-‐eleQrochimica • strumento di biochimica, biofisica o bio-‐eleQrochimica
• processo biotecnologico di biochimica, biofisica o bio-‐eleQrochimica • Processo di produzione composto biochimico • Processo di fabbricazione di composizione biochimica • Processo di isolamento di acido nucleico o polipepJde / sequenza di pepJdi • Processo di traQamento di materiali biochimicamente • Processo di fabbricazione oggei biochimicamente, arJcoli, disposiJvi ecc procedimento biotecnologico • Metodo di somministrazione / applicazione composto biochimico, microrganismo, la composizione di anJcorpi, vaccini, • Modalità di uJlizzo composto biochimico, microrganismo, vaccino, ecc • Metodo di indurre una risposta immunologica • Metodo di purificazione biochimica • Metodo di purificazione di enJtà biochimiche
De Leo Francesca 2013 © dicembre 15, 2014 44
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
BREVETTO NO VANTAGGIO COMPETITIVO • Università hanno più brevei di imprese ma non per questo godono di un vantaggio compeJJvo visto che non producono beni e servizi
• Se fosse vero aziende senza PI non avrebbero alcun vantaggio compeJJvo
QUINDI Il vantaggio compeJJvo è l’INNOVAZIONE e non lo strumento che serve a proteggerla dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Azioni già esercitabili nel periodo prima della concessione
- pubblicizzare il prodotto come tutelato da domanda di brevetto (eff. dissuasione; immagine sul consumatore; politica di prezzo)
- negoziare/realizzare accordi di finanziamento/ sponsoring/technology transfer (licensing, cessioni)
- minacciare contraffattori
- iniziare azioni legali contro contraffattori (Italia)
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Perché non è facile valutare una tecnologia/breveQo?
• non è possibile applicare un solo metodo in ogni circostanza;
• Nessuno può prevedere quali sono i vantaggi della PI o quali potranno essere i provenJ derivanJ dalla PI nel futuro, e
• Essendo uniche le caraQerisJche della PI , che conferiscono il vantaggio compeJJvo, significa che non si può facilmente oQenere informazioni sulle vendite o licenze di simili dirii di PI.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Fasi del processo di negoziazione
Protezione della innovazione
Periodo di prelazione o termine
dell’opzione
MarkeJng tecnologia
IdenJficazione del licenziatario
Negoziato
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Conclusione dell’accordo di
licenza Mancato Esercizio o Rifiuto
Nessun diriQo di sponsor
IniziaJve di markeJng della tecnologia (technology push)
DiriQo di prelazione o opzione dello sponsor Ovvero Cessione in caso di ricerca commissionata
Tappe della negoziazione • Firma degli accordi di riservatezza; • Firma di strumenJ preliminari (term-‐sheets, leQere di
intenJ, memorandum of understanding, prelazioni, opzioni)
• Formazione di una lista di controllo (checklist) e apertura della data room;
• Conduzione della due diligence; • Incontri per la definizione dei contenuJ contraQuali; • OQenimento delle autorizzazioni alla firma del contraQo; • Firma del contraQo; • Compimento di formalità di closing e post-‐closing.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Quali aQribuJ sono necessari perché una PI venga valutata posiJvamente?
1. essere chiaramente idenJficata; 2. trasferibile o cedibile; 3. giuridicamente proteQa o in grado di poter
essere proteQa, 4. Duratura nel tempo
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
1. Autonomia della PI dalle altre aività di business
E’ necessario poter disJnguere la proprietà intelleQuale dalle altre aività del business. E’ necessario essere in grado di visualizzare la proprietà intelleQuale come ’bene che produce uJle da solo ’. Il test per la separabilità dalle altre aività del business è se la proprietà intelleQuale possano essere idenJficaJ e venduJ separatamente o daJ in licenza a terzi, senza dover necessariamente smantellare il business. I nomi di marca e i marchi di fabbrica sono facilmente venduJ separatamente dal business o concessi in licenza ad altri utenJ. Per esempio, una società può produrre i prodoi in vendita con il nome di un marchio e produrre prodoi senza marchio per un altro mercato. MolJ marchi famosi sono già sfruQaJ mediante la concessione di licenze o concessioni a terzi. Esempi di questo sono Foster Lager e Pierre Cardin, in cui le licenze sono state concesse a terzi parJ per l’uso del marchio.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
2. Protezione
Il valore della proprietà intelleQuale sarà generalmente superiore se si traQa di una PI proteQa da, per esempio, un marchio registrato. Lo status giuridico della proprietà intelleQuale stabilisce la forza dell’interesse nella PI e la capacità giuridica del Jtolare di trasferire o assegnare gli interessi legali. Il grado in cui il diriQo di uJlizzare la proprietà intelleQuale può essere facilmente trasferito o venduto è un faQore importante per valutare se la proprietà intelleQuale è in grado di essere valutata con criteri di mercato. La forza, la durata e l'estensione della protezione offerta dallo status giuridico del bene ha bisogno di essere aQentamente considerata.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
3. Durevolezza della PI nel tempo Una caraQerisJca della proprietà intelleQuale che è essenziale per la valutazione è che deve essere durevole nel tempo. Deve essere in grado di essere considerata come un bene d'invesJmento a sé stante, e non solo essere l'effeQo a breve termine di spese cogenJ. Ciò richiede di valutare la vita futura della PI tenendo conto dei concorrenJ che possono potenzialmente ridurre il valore di tali beni. Un problema legato a questo criterio è il livello di supporto conJnuo necessario per assicurare che la proprietà intelleQuale conJnui a fornire benefici. La proprietà intelleQuale in genere richiede supporto conJnuo per mantenerne il suo valore. Le spese supplementari sostenute in genere nella creazione di prodoi in corso e di design, pubblicità, promozione, markeJng e controllo della qualità. Va notato, tuQavia, che una valutazione dei benefici economici futuri della PI deve essere al neQo dei cosJ correnJ legaJ alla la manutenzione dei beni. dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Creazione di valore per lo sviluppo di un farmaco (Time to Market)
• Il valore è determinato dal valore potenziale del nuovo f a r m a c o c h e d e v e raggiungere il mercato
• Il valore si incrementa al diminuire del rischio
• Il costo per eventuali ostacoli nello sviluppo è indipendente dal rischio e dal valore
• Molte industrie di biotec provano a completare la fase II di sviluppo quando il valore della molecola si incrementa notevolmente
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Time to Market per un farmaco
100% 75% 50% 25% 0%
% Avanzamento di R&S e costi
Tempo (anni)
Soglia recettività Big Pharma
BIG-PHARMA
1 3 5 7 10
MERCATO
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Gli elemenJ per il successo Buon margine
di utile
Efficace
Liberamente attuabile
Brevetto
Ampio mercato
Breve time to market
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
• MolJ faQori determinano se c'è un acquirente per eventuali dirii di proprietà intelleQuale, e quanto l'acquirente è disposto a pagare.
• Per gli acquirenJ e i licenziatari, il valore dei dirii di proprietà intelleQuale dipende da faQori quali: – aumento delle vendite; – Riduzione dei cosJ di produzione; – Aumento della velocità di produzione; – Miglioramento della qualità dei prodoi; – creare nuova clientela; – evitare o ridurre i cosJ di sviluppo, o – erigere una barriera contro la concorrenza.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Valore di una Azienda (asset tangibili/intangibili)
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Valore di una azienda
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
La tecnologia può essere uJlizzata per la realizzazione di un prodoQo funzionante?
È richiesta una fase di sviluppo/protoJpazione/ cerJficazione?
Il rischio tecnologico
6
Il prodoQo risponde alle aspeQaJve degli utenJ? Il prodoQo è privo di difei che lo rendono pericoloso o dannoso?
hQp://www.roQapharm.it/it/service/rd/acJvity/comeNasFarm.html dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Il prodoQo è vendibile? •
Sono richieste parJcolari autorizzazioni? •
Quale sarà il costo di produzione? •
Il rischio commerciale
Quale sarà il modello di distribuzione? •
Il prezzo sarà compeJJvo rispeQo a quello dei prodoi concorrenJ?
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
La conoscenza generata è segreta? •
È possibile che sia divulgata? •
Qual è la forma migliore di protezione? •
Il rischio legale
Quanto costa la protezione? •
È possibile che il breveQo venga contraffaQo? •
È possibile perseguire il contraffaQore?
E’ possibile praJcare l’invenzione? (freedom of operaCon)
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Gli strumenJ contraQuali per la gesJone dei rischi
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
La Licenza
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
• Se abbiamo già un prodotto brevettato, dobbiamo decidere dove vogliamo essere presenti con le nostre forze, dove preferiamo essere presenti con un licenziatario o un distributore, dove preferiamo non essere presenti
LICENZA
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
LICENZA
• Esclusiva o non-esclusiva
• Per specifica applicazione
• Per area territoriale
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Da 0 $
a……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………44,6 mld$!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
QUANTO VALE UN BREVETTO?
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Fatturato annuo molecole top money makers con brevetti recentemente scaduti:
03/2011: Lipitor anti colesterolo (Pfizer) $12,7bn 6 milioni di unità nel 2011, prima del crollo a 1 milione di unità nel 1 quadrimestre 2012.
2011: Seroquel (Astra Zeneca) $4bn (per le psicosi)
2010: Advair x asma (GSK) 6,4bn
2010: Arimidex antitumorale Astra Z. $1,7bn Il primo brevetto è scaduto nel giugno 2010. Al produttore è stata data una proroga per l'esecuzione di tanto necessari studi pediatrici. Gazzetta n. 249 del 25 ottobre 2014 AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO Autorizzazione della proroga scorte relativamente al medicinale per uso umano «Arimidex».
IL VALORE DI UN BREVETTO PER UNA AZIENDA FARMACEUTICA
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
una valutazione si rende necessaria nei seguenti casi:
Ø una transazione riguardante la cessione o l’acquisizione di un brevetto; Ø una licenza a terzi o da terzi su un brevetto; Ø la formazione di una joint venture, dove le parti partecipanti all’iniziativa comune apportano in genere importanti beni intellettuali sotto forma di brevetti e tecnologie; Ø iniziative di fusione tra società, di scorporo o di incorporazione di società o di rami di attività di una società, dove il valore dei brevetti può rappresentare una parte notevole del valore aziendale complessivo; Ø danni da azioni di contraffazione, dove il valore del brevetto contraffatto concorre in maniera rilevante, nello stabilire il risarcimento dovuto dal contraffattore al titolare del brevetto considerato; Ø il fallimento di una azienda, dove è richiesta anche la valutazione dei brevetti per determinare l’assetto complessivo dei beni aziendali disponibili per la definizione dei pagamenti dovuti ai creditori; Ø determinazione del valore di un brevetto da inserire nel bilancio dell’azienda.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Le variabili coinvolte nella valutazione di un brevetto:
Ø la forza del brevetto; Ø lo stadio di sviluppo della relativa tecnologia; Ø l’ampiezza del mercato dei prodotti fabbricati con gli insegnamenti contenuti nel documento brevettuale; Ø la vita residua del brevetto; Ø l’obsolescenza della tecnologia descritta nel brevetto.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
I metodi valutativi:
Ø metodi basati sui costi; Ø metodi basati sulle royalties equivalenti praticate sul mercato; Ø metodi basati sul profitto o sui differenziali di profitto; Ø metodi che prendono in considerazione la probabilità di successo di una determinata iniziativa volta a valorizzare un trovato; Ø metodi che prendono in considerazione la flessibilità insita in ogni iniziativa futura e basati sulla analisi dell’albero delle decisioni; Ø metodi che prendono in considerazione i rischi variabili nel tempo, basati sulla teoria delle opzioni reali.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Il cost method
Un approccio per la valutazione dell’uJle legato alla PI è aQraverso il calcolo dei cosJ di sviluppo. In questo modo la somma delle spese di R & S e altri cosJ connessi direQamente allo sviluppo della rendita della PI e al suo mantenimento sono consideraJ come il suo valore monetario. A seconda della circostanze, è importante che tui i cosJ sostenuJ per la creazione della PI siano inclusi, incluso lo studio mandatario e il costo per il deposito/mantenimento della PI.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
COME FUNZIONA IL COST METHOD? La valutazione potrebbe essere faQa aQraverso il calcolo del costo di sviluppo, al momento dello sviluppo della tecnologia. In alternaJva, si può applicare il principio di sosJtuzione. In questo caso, i cosJ di sviluppo sono riferiJ al costo di una simile tecnologia sviluppata esternamente o in-‐house alla data della valutazione.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Quando lo si usa? Questo approccio fornisce un uJle punto di riferimento nei casi in cui non
siano ancora evidenJ i vantaggi dell’uso della tecnologia. L'approccio del “cost method” è uJle nei casi in cui non vi è un’aività economica imminente, ad esempio con una tecnologia in fase iniziale (early stage technology). Inoltre, le informazioni per condurre la valutazione sono facilmente reperibili, rendendo la valutazione praJca e conveniente. Il “cost method” è parJcolarmente uJle durante la negoziazione per gli accordi di licenza. Un potenziale licenziatario di una PI non paga l'invesJmento necessario per sviluppare una tecnologia con funzionalità simili. In ogni operazione di trasferimento di tecnologia si cerca di negoziare un flusso di entrate, comprendente almeno i cosJ di sviluppo della tecnologia (che è un costo storico). Se questo non è possibile i cosJ della R&S non sono staJ reddiJzi da un punto di vista monetario. Un punto cruciale, tuQavia, è che non vi è direQa correlazione tra cosJ di sviluppo e il reddito potenziale futuro di un breveQo. Per questo moJvo l'uso del metodo basato sulla valutazione dei cosJ ha un uso limitato e può solo fungere da linea guida.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
L’applicazione del metodi dei cosJ alla valutazione dei brevei: un esempio
Valore sJmato di un portafoglio di brevei (sJmato a prezzi aQuali): q Ricerca & Sviluppo: € 1.500.000 q CosJ per la preparazione del breveQo: € 2.400 (3 giornate uomo, € 800
per giornata) q CosJ per il deposito del breveQo: € 35.000 (€ 15.000 per breveQazione
EPO, € 20.000 per estensioni)
Costo totale (a prezzi aGuali) = € 1.537.400 Tasso di obsoloscenza (dipende da vita del breveQo; assumendo vita residua
di 17 anni e durata del breveQo di 20 anni, ammortamento lineare): 15%, calcolato come [1 – 17/20]
Valore del portafoglio di breveO = Costo totale a prezzi aQuali * (1-‐ tasso di
obsolescenza) = € 1.537.400 (1-‐ 15%) = € 1.306.790
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
LimiJ del metodo basato sui cosJ
Small Investment –
Great Value
"L'approccio del metodo del calcolo dei cosJ produce in genere un valore sJmato inferiore, rispeQo al reddito di mercato o ai relaJvi uJli. E’ un metodo che tende ad essere uno scarso indicatore di valore perché una società può trarre da un piccolo invesJmento in tecnologia un'invenzione il cui valore supera di molto il costo (ad esempio 3M Post-‐it). Un altro errore comune nella valutazione della PI è quello di escludere, in tuQo o in parte i cosJ di una tecnologia di supporto uJlizzata per sviluppare la tecnologia che deve essere venduta o concessa in licenza. Case Study HWB sulla valutazione delle aività intelleQuale, 2000:7-‐8)
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
MARKET BASED APPROACHES • CHE COS'E '? L'idea alla base di questo metodo è l’uso di approcci basaJ sulla valutazione del mercato. Il costo della PI è deciso valutando il prezzo di una PI simile su un mercato di riferimento. QuesJ approcci funzionano confrontando l'aività oggeQo di valutazione della PI con altre simili. Si considera il valore della PI per tecnologie che sono staJ concessi in licenza o venduJ prima, in circostanze analoghe. Il prezzo stabilito è modificato in considerazione anche del contesto specifico della tecnologia in esame.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Il Metodo basato sul mercato
• Tale metodo implica che il valore di un bene dipenda dal prezzo che il mercato è disposto a pagare per il suo uJlizzo
Bene da valutare
Bene confrontabile già trasferito
Bene confrontabile già trasferito
Bene confrontabile già trasferito
Bene confrontabile già trasferito
Bene confrontabile già trasferito
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
COME FUNZIONA? L’approccio si basa sul valore di mercato della tecnologia, cercando in
recenJ transazioni comparabili (ad esempio, un accordo di licenza o una vendita) tra parJ indipendenJ. I termini dell’accordo e i prezzi a cui sono fai queste offerte all'interno del stesso seQore industriale darà una buona indicazione sul valore della PI. Il metodo della comparazione dei tassi delle royalty è probabilmente il più comune e richiede l'idenJficazione e l'analisi delle operazioni di licenza riguardanJ le tecnologie simili. Questo metodo è spesso uJlizzato poiché molJ seQori uJlizzano le medie del seQore come base per la fissazione dei tassi delle royalJes.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Metodo delle royalbes equivalenb E’ basato sul confronto con le royalJes adoQate per licenziare beni intelleQuali confrontabili. Le condizioni finanziarie di trasferimenJ di beni intelleQuali vengono riportate:
Ø nella leQeratura ufficiale come per esempio nel periodico “Les Nouvelles” della Licensing ExecuJves Society-‐LES Ø in vari siJ Internet che elencano i tassi di royalJes aggiornaJ applicabili ai brevei; Ø nei database e nei tesJ pubblicaJ che riportano informazioni sui tassi di royalJes praJcaJ per i brevei nei vari seQori di impiego; Ø in determinate transazioni oggeQo di vertenze pubblicate di ufficio, nelle quali vengono riportaJ i valori delle royalJes praJcate.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
ICT – Tra 0, e 5%
Chimico – Tra 2 e 10%
Farmaceutico – Tra 2 e 20%
Aerospaziale – Tra 2 e 15%
Energia – Tra 2 e 20%
Le royalties per settori
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Clinical trial e royalJes
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Quando lo si usa?
Il metodo è teoricamente più accurato del “cost method”, MA le informazioni necessarie per effeQuare tale confronto spesso non esistono o non sono pubblicamente disponibili. Questo avviene perché c’è un accesso limitato alle informazioni relaJve alla PI, con pochi scambi comparabili. Le informazioni relaJve ai cosJ di negoziazione/licensing di una PI sono spesso riservate. Un altro problema è quello di stabilire quali sono i cosJ comparabili in un breveQo. Per definizione, una tecnologia breveQata è unica, e, quindi, può essere confrontata solo con se stessa. Solo la sua funzionalità può essere comparata rispeQo ad un'altra tecnologia.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Approcci basaJ sui profii CHE COS'E '? La definizione più elementare del 'valore' di una PI si basa sulla rendita patrimoniale di una PI e della sua capacità di generare reddito futuro. Il valore patrimoniale di una PI è, quindi, direQamente correlata alla sua possibilità di generare un flusso di reddito.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
COME FUNZIONA? QuesJ metodi misurano i reddiJ potenziali derivanJ dal valore patrimoniale di una PI. Questo flusso di reddito è calcolato alla data di valutazione della tecnologia. Il valore della tecnologia è opportunamente reificato per il rischio modificando il tasso di sconto in relazione ai rischi inerenJ lo sviluppo e lo sfruQamento del breveQo. Il tasso di sconto uJlizzato nei calcoli deve comprendere tui i rischi che hanno un impaQo sul reddito. Per condurre una valutazione di una PI uJlizzando questo metodo, un perito dovrà valutare: un flusso di entrate sia da vendita di prodoi o dalla concessione di licenze, la durata della vita di un breveQo, e una comprensione dei faQori di rischio. QuesJ parametri si basano su osservazioni di mercato, tra cui le dimensioni, trend di crescita, la quota di mercato, le dinamiche tra i partecipanJ e il rischio generale del mercato di riferimento. Ci sono molJ metodi di valutazione basaJ sui reddiJ, ciascuna con variazioni asseconda della valutazione e il Jpo di industria. QuesJ approcci come il discounted cash flow (DCF) calcolano il futuro potenziale dei flussi di cassa derivanJ dal patrimonio breveQuale soQovalutando in funzione del rischio calcolato. Altri esempi sono i metodi denominaJ risk adjusted net present value (rNPV) e il “relief from royalty”. dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Quando lo si usa?
I metodi basaJ sul reddito sono comunemente uJlizzaJ per la valutazione di una PI. Loro sono molto uJli quando si valuta un bene derivante dalla PI che genera aivamente reddito. Questo metodo può essere uJlizzato con riguardo alla vendita di prodoi sviluppaJ con una tecnologia, o in alternaJva nel caso di un reddito generato aQraverso dirii di licenza.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Approcci qualitaJvi
CHE COS'E '? • I metodi qualitaJvi forniscono una guida per determinare il valore di una PI aQraverso l'analisi e il punteggio di diversi faQori connessi con l’asset di un breveQo. QuesJ faQori o ”value drivers” possono influenzare il valore della PI posiJvamente o negaJvamente.
• Esempi di faQori che influenzano, ad es, il valore di una casa possono essere la posizione, il numero di stanze, la distanza di una scuola, etc,
• una combinazione di indicatori di valore relaJvi ad una PI determinano il suo valore.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
COME FUNZIONA? QuesJ metodi forniscono un non-‐valore monetario per la valutazione della PI.
FaQori specifici connessi con il valore della PI sono scelJ per l’analisi, in parJcolare quelli che hanno un impaQo significaJvo sul valore (i cosiddei "value drivers "). I faQori sono classificaJ in una matrice per determinare i punJ di forza e di debolezza e per creare un valore indicaJvo e includono: quelli che analizzano i daJ sui brevei gli aspei specifici dell'applicazione breveQuale (numero o qualità delle rivendicazioni citazioni, ecc.). Ci sono anche approcci qualitaJvi che analizzano più in generale gli aspei connessi con il valore del breveQo. QuesJ indicatori includono gli aspei legaJ alla tutela giuridica, il livello tecnologico e di sviluppo, i deQagli del mercato, i faQori finanziari e molto importante, le competenze di gesJone dell'organizzazione e dello sfruQamento. Un buon esempio è il so�ware IPScore ® hQp://www.epo.org/searching/free/ipscore.html
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Difficoltà della valutazione delle tecnologie
La valutazione della PI è un’area parJcolarmente controversa. Ci sono un certo numero di difficoltà praJche associate alla valorizzazione della PI, alcune delle quali possono essere riassunJ come segue: § Scelta della metodologia di valutazione correQa. Questo in genere dipende dalla natura della PI da valutare e in larga misura sulle informazioni disponibili in relazione alla PI. § OQenere adeguate informazioni comparabili. Generalmente, c’è una mancanza di informazioni disponibili al pubblico sulle operazioni riguardanJ la PI, royalJes e licenze accordi. § La mancanza di riconoscimento che la proprietà intelleQuale ha un valore limitato. Questo è parJcolarmente rilevante quando la PI è nello stadio iniziale di sviluppo. In tali casi, è richiesta un'aQenta analisi dei potenziali guadagni futuri della PI insieme con i rischi connessi con la realizzazione di guadagni potenziali. § La valutazione è legata ad un determinato periodo e per un uso specifico. La valutazione dovrebbe essere un processo conJnuo da prevedere a tempi regolari.
dicembre 14 De Leo Francesca 2013 ©
Dalla Ricerca all’Impresa Competenze base nell’ambito della creazione d’impresa E’ importante: ¨Verifica della fattibilità dell’idea ¨Attenta stesura del Business Plan
15/12/14 De Leo Francesca 2014 92
Contesto imprenditoriale
¨ ¨ ¨
Non esiste una buona idea senza un mercato Non è possibile non usare capitali propri e cercare qualcuno che ce li metta Le risorse umane svolgono un ruolo chiave nell’impresa
15/12/14 De Leo Francesca 2014 93
Hi-tech Start up
Peculiarità
¨ ¨ ¨ ¨
Assenza di un pregresso
Particolari contenuti tecnologici innovativi
Time to market probabilmente elevato
Necessità di capitali pazienti
15/12/14 De Leo Francesca 2014 94
Start-‐up innovaJva
• Il 19 dicembre 2012 è entrata in vigore la legge n.221/2012 di conversione del DL 179/2012, chiamato anche DECRETO LEGGE CRESCITA 2.0 con il quale lo Stato ha adoQato una normaJva per lo sviluppo e la crescita del Paese. In parJcolare la Sezione IX è dedicata alle start-‐up innovabve.
15/12/14 De Leo Francesca 2014 95
Cos’è una start up innovaJva?
• E’ una società di capitali di diriQo italiano, cosJtuita anche in forma cooperaJva, o società europea avente sede fiscale in italia, che risponde a determinaJ requisiJ e ha come oggeQo sociale esclusivo o prevalente:
l o s v i l u p p o , l a p r o d u z i o n e e l a commercializzazione di prodoO o servizi innovabvi ad alto valore tecnologico.
15/12/14 De Leo Francesca 2014 96
Definizione di spin-‐off E’ una impresa operante in seQori high-‐tech cosJtuita da (almeno) un professore/ricercatore universitario o da un doQorando/contraista/studente, che abbia effeQuato aività di ricerca pluriennale su un tema specifico, oggeQo di creazione dell’impresa stessa. Un’ impresa può essere qual ificata come sp in-‐off qualora r i corrano contemporaneamente le seguenJ 3 condizioni: • La presenza nella compagine societaria di almeno una persona dipendente/non
dipendente che abbia almeno tre anni di aività di ricerca • L’avvio di una aività imprenditoriale “no profit” • La produzione di prodoi e/o tecnologie e/o servizi high tech basaJ su risultaJ fruQo
dell’aività di ricerca
15/12/14 De Leo Francesca 2014 97
Spin-off della ricerca
¨ Perché è importante - - - - - - -
trasferimento tecnologico realizzazione pratica delle attività di ricerca incentivo all’imprenditorialità si continua a fare ricerca (non ricerca di base) finanziamento alla ricerca ponte tra ricerca pubblica e innovazione industriale sinergia con l’Ente dal quale è nato
Alto contenuto tecnologico Alto rischio 15/12/14 De Leo Francesca 2014 98
I principali elemenJ caraQerizzanJ le imprese spin-‐off e i loro modelli di business
-‐ La compagine dei fondatori. -‐ I dirii di Proprietà IntelleQuale (PI). -‐ Il seQore di aività. -‐ Le moJvazioni dei soci fondatori. -‐ Il ruolo dell’EPR di origine. -‐ Il partner industriale. -‐ La presenza di un partner finanziario. -‐ La natura della tecnologia
15/12/14 De Leo Francesca 2014 99
Tipologie di spin-‐off
• Spin-‐off “cerJficate” e spin-‐off “di faQo” • Spin-‐off universitarie e spin-‐off accademiche (spin-‐off partecipate e non)
• Spin-‐off di prodoQo/servizio e spin-‐off di consulenza
• Spin-‐off dei docenJ struQuraJ e spin-‐off dei giovani ricercatori non struQuraJ
15/12/14 De Leo Francesca 2014 100
Evoluzione delle imprese spin-‐off della ricerca pubblica in Italia
15/12/14 De Leo Francesca 2014 101
1970-‐1985 Scoperta del fenomeno “in silenzio nel soQoscala”
1986-‐1997
AcceQazione dei fenomeni di
TT e prime iniziaJve spontanee
I primi tentaJvi
1998-‐2000 Entusiasmo e aspeQaJve
Nascita dei primi UTT L.297/1999
EffeQo moda ed effeQo imitazione
2001-‐2006
Processi di apprendimento e fornitura dei
servizi
Privilegio del professore Sperimentazione di diverse formule imprenditoriali
2007-‐2010
La necessità di un cambio di marcia: il salto
di qualità
Necessità di avere imprese “star” Scelte strategiche degli UTT
Crescente varietà e complessità
Perché gli spin-‐off
• Valorizzare nel senso di “portare verso l’applicazione” i risultaJ della ricerca
• Chiusura del gap tra ricerca pubblica e innovazione industriale
• Trasferimento di know-‐how e tecnologie alle PMI • Creazione di nuovi posJ di lavoro • Accelerazione di processi di sviluppo economico su base locale e regionale (vedasi incubatori)
15/12/14 De Leo Francesca 2014 102
15/12/14 De Leo Francesca 2014 103
15/12/14 104 De Leo Francesca 2014
Le Jpiche fasi del processo di invesJmento di un Venture Capitalist Invesbmento
Il processo di invesbmento
Ricerca dei target potenziali
Selezione delle opportunità
Analisi dei deal potenziali
Business plan e valutazione del deal
Negoziazione e closing
15/12/14 De Leo Francesca 2014 105
Al fine di evitare il cosiddeGo “falso negabvo” si consiglia di:
Ø contaQare l’invesJtore via e-‐mail
Ø inviare un documento di business plan che sia:
Ø chiaro e perJnente (l’ExecuJve Summary è fondamentale in quanto è il primo elemento esaminato dagli invesJtori che, spesso, anche in base al suo contenuto, decidono se completare o meno la leQura del documento)
Ø sinteJco (la quanJtà non è sinonimo di qualità)
Ø evitare di richiedere un Non Disclosure Agreement sin dal primo contaQo
Basta una presentazione chiara e sinteJca Screening
Il processo di invesbmento
15/12/14 De Leo Francesca 2014 106
Screening
2 / 3 invesbmenb
100 proposte di invesbmento 60% scartate (quasi) subito
25% scartate dopo un’analisi più approfondita
10% scartate a causa del BP o del management
5% sono opportunità interessanb
La seleività dell‘aività del Venture Capital comporta un rapporto elevato tra iniziaJve esaminate ed effeivi invesJmenJ.
Source: PraH’s Guide
15/12/14 De Leo Francesca 2014 107
Nel VC solo l’ 1% dei business plan oiene un finanziamento
15/12/14 De Leo Francesca 2014 108
L‘analisi approfondita è finalizzata a verificare:
Ø la qualità, l‘esperienza ed il track record dell’imprenditore / manager
Ø le caraQerisJche del business oggeQo d‘invesJmento
ü grado di innovaJvità e difendibilità del vantaggio compeJJvo dato
dalla tecnologia
ü potenzialità del mercato (dimensione / trend / prospeive / compeJtors)
ü aree di rischio e passività potenziali
ü la proprietà intelleQuale
Ø le prospeive economico finanziarie
Verifiche di caraQere analiJco effeQuate dal Venture Capitalist volte ad idenJficare le caraQerisJche e le potenzialità del target
Due diligence
Il processo di invesbmento
15/12/14 De Leo Francesca 2014 109
Criteri di selezione
1. CaraQerisJche del Management Team 2. ProdoQo e mercato di desJnazione 3. Tecnologia e vantaggio compeJJvo 4. Potenzialità di uscita e ritorni aQesi
15/12/14 De Leo Francesca 2014 110
CaraQerisJche del Management Team
• Esperienza nel seQore • Capacità imprenditoriali ( track record, determinazione nella conduzione del progeQo, ecc..)
Il Team è l’elemento di maggiore rilevanza per le decisioni di invesJmento Startup:
15/12/14 De Leo Francesca 2014 111
ProdoQo e Mercato di desJnazione
• L’azienda deve ambire a diventare un aGore di riferimento nel proprio seGore
• Il mercato deve essere scalabile a livello globale
15/12/14 De Leo Francesca 2014 112
Tecnologia e vantaggio compeJJvo
La tecnologia cosJtuisce una delle principali fonJ di vantaggio compeJJvo per le startup: • InnovaJvità • Sostenibilità • Difendibilità
15/12/14 De Leo Francesca 2014 113
4. Potenzialità di uscita e ritorni aQesi
• IRR (tasso implicito di rendimento) elevato: circa 50%-‐100% su base annua
• TempisJca dell’uscita adeguata alla durata del fondo
• Potenziali acquirenJ (numero operatori e il loro posizionamento sul mercato)
Occorre valutare:
15/12/14 De Leo Francesca 2014 114
La due diligence
• Si traQa di un processo aQraverso il quale l’operatore finanziario analizza in modo approfondito l’impresa nel suo complesso al fine di decidere se effeQuare o meno l’invesJmento
• Ha come obieivo di fare emergere eventuali profili di rischio e punJ di debolezza dell’azienda target
• All’interno del processo di selezione e valutazione si colloca tra la firma del termsheet e l’avvio della negoziazione del contraQo di invesJmento
• Viene di norma realizzata dal fondo con il supporto di consulenJ esterni
15/12/14 De Leo Francesca 2014 115
Le diverse Jpologie di due diligence
Due diligence
tecnologica
Due diligence di business
Due diligence contabile
Due diligence legale
15/12/14 De Leo Francesca 2014 116
Due Diligence tecnologica Finalizzata a verificare che la soluzione di prodoQo e/o il servizio ideato e sviluppato dalla società e su cui essa ha basato le proprie aspeQaJve di crescita sia effeivamente innovaJva e solida: • Principali elemenJ su cui si concentra l’approfondimento sono: • esistenza, solidità, scadenza e copertura geografica della proprietà intelleQuale esistente (difendibilità) • probabilità di generazione di nuova proprietà intelleQuale (difendibilità) • esistenza di dirii di terzi verso tale soluzione (es. royalJes su brevei di riferimento) • solidità e scalabilità dell’architeQura tecnologica su cui si basa il prodoQo/servizio •Piano di sviluppo del prodoQo e tempisJche •aree di miglioramento da coprire affinché la soluzione possa essere commercializzata e Jme to market
15/12/14 De Leo Francesca 2014 117
Due Diligence di business Finalizzata a verificare che: • il mercato cui è desJnata la soluzione di prodoQo e/o il servizio ideato e sviluppato dalla società sia sufficientemente
ampio e potenzialmente globale potenzialmente interessato a tale prodoQo/servizio non presidiato (numerosità e size dei compeJtor)
• il mercato percepisca il prodoQo/servizio come detentore di un vantaggio compeJJvo rispeQo a quanto già disponibile • il modello di business sia coerente con gli standard di mercato o, se innovaJvo, comunque acceQabile da esso • esistano players di dimensioni rilevanJ interessaJ all’acquisto di tale prodoQo/servizio o della stessa società (exit) • il piano di penetrazione del mercato ipoJzzato dal management sia credibile faibile e ben schedulato nel tempo
15/12/14 De Leo Francesca 2014 118
Due Diligence contabile • Finalizzata a verificare che la società:
dalla data della sua cosJtuzione, abbia adempiuto nel rispeQo delle normaJve vigenJ agli obblighi di redazione e tenuta di una documentazione contabile veriJera e correQa e presenJ, alla data di valutazione, una situazione patrimoniale non criJca • L’output è rappresentato da una relazione deQagliata da cui debbono emergere eventuali profili di rischio aQuali e/o prospeici dovuJ ad inadempimenJ • ElemenJ su cui si concentra l’approfondimento sono: processi interni di tenuta della contabilità analiJca e di stesura del bilancio d’esercizio rispeQo della normaJva fiscale e civilisJca • DocumenJ oggeQo di analisi sono i bilanci degli esercizi precedenJ e della contabilità relaJva all’esercizio in corso
15/12/14 De Leo Francesca 2014 119
Due Diligence legale • Finalizzata a verificare che:
la società sia stata regolarmente cosJtuita e iscriQa nei pubblici registri non insistano sulla società controversie di natura legale pendenJ che il business della società sia legale e che non abbia implicazioni in
termini di tutela della privacy che le modalità secondo le quali la società ha gesJto in passato i
propri adempimenJ di natura legale non rappresenJno né nell’immediato né per il futuro faQori di rischio rilevanJ
che la privacy dei soggei che lavorano nella società o che con essa intraQengono relazioni di natura commerciale o professionale sia tutelata
che i contrai soQoscrii dalla società sia in veste di proponente che di acceQante siano validi e corrispondenJ ai deQami di legge
che lo statuto della società ed i pai tra i soci non impediscano o comunque vincolino l’ingresso di un socio di capitali e consentano la libera circolazione delle quote
15/12/14 De Leo Francesca 2014 120
La bpica documentazione contraGuale
Ø LeQera d’intenJ
Ø Accordo di invesJmento
Ø PaQo parasociale
Ø Statuto
Disciplinano:
Ø Le condizioni dell’invesJmento
Ø La vita dell’azienda (governance)
Ø L’uscita dell’invesJtore
15/12/14 De Leo Francesca 2014 121
La leGera d’intenb (1)
Ø La leQera di intenJ o memorandum of understandings o term sheet è normalmente il
primo documento formale scambiato tra le parb. Il “nomen iuris” non vale tuQavia da solo a connotare l’aQo come effeiva leQera di intenJ.
Ø In funzione del contenuto, sarà dunque possibile ricostruire l’effeiva volontà negoziale delle parJ, che quindi potrà risultare avere voluto esprimere:
Ø (i) l’effeivo mero intento di procedere alla negoziazione, fissando taluni principi di sostanza e/o di procedura;
Ø (ii) un contraQo preliminare.
15/12/14 De Leo Francesca 2014 122
La leGera d’intenb (2)
Contenub bpici di una leGera di intenb:
Ø indicazione dei termini essenziali dell’operazione (modalità e termini dell’invesJmento del fondo di venture capital, valutazione, condizioni per il perfezionamento dell’operazione, termini della governance successiva all’invesJmento ecc.);
Ø indicazione delle modalità procedurali e della tempisJca della negoziazione;
Ø vincolo di confidenzialità in merito alle informazioni da scambiarsi;
Ø vincolo di esclusività in merito alla negoziazione da condursi;
Ø riparJzione dei cosJ di due diligence e eventuali penalità.
15/12/14 De Leo Francesca 2014 123
I pai parasociali
• ContraQo tra soci, accessorio rispeQo allo statuto della società, che regola l’esercizio di reciproci dirii ed obblighi • Efficacia obbligatoria dei pai che, a differenza dello statuto, non sono opponibili nè alla società nè ai terzi • Limitazione temporale dei pai
15/12/14 De Leo Francesca 2014 124
Il paGo parasociale (1)
ContenuJ Jpici di un paQo parasociale:
Ø criteri di designazione degli organi sociali (numero amministratori e sindaci nominaJ dal fondo);
Ø materie speciali in assemblea per le quali è necessario il voto favorevole del fondo (trasformazione, fusione, scissione, aumenJ di capitale, modifiche statuto;
Ø materie speciali in consiglio di amministrazione soggeQe a veto degli amministratori del fondo;
Ø incarichi di collaborazione e impegni di non concorrenza dei soci fondatori;
Ø condivisione del business plan.
15/12/14 De Leo Francesca 2014 125
Il paGo parasociale (2)
Ø impegni di lock up (divieto di alienazione) per i soci fondatori per tuQo il periodo di durata del paQo (5 anni se target è S.p.A., anche oltre se S.r.l);
Ø diriQo di trascinamento da parte del fondo per la vendita del 100% del capitale di target (cd. diriQo di drag along), incondizionato o a certe condizioni di prezzo o di molJplicatore di parametri reddituali;
Ø diriQo di seguito da parte di alcuni soci nel caso in cui altri soci cedano la propria partecipazione nella target (cd. diriQo di co-‐vendita o di tag along);
Ø altre paQuizioni relaJve all’exit del fondo dall’invesJmento (mandato ad advisor, quotazione in borsa);
Ø durata: 5 anni se S.p.A., anche oltre (7 anni Jpicamente) se S.r.l.
15/12/14 De Leo Francesca 2014 126
Tag-‐along
Clausola c.d. Tag-‐along: in caso di cessione delle proprie azioni/quota da parte di/dei socio/i, il socio non interessato dall’operazione che tuQavia fruisca della clausola ha il diriQo di unirsi all’operazione e trasferire la propria partecipazione alle medesime condizioni Esempio: “qualora i Soci Imprenditori, ricevano da un terzo (di seguito il “Terzo Offerente”) un’offerta per l’acquisto di una parte o dell’intera quota dei Soci Imprenditori a quel momento posseduta, l’InvesJtore, ove acconsenta al Trasferimento anche in pendenza del Periodo di Lock-‐Up, e fermo il diriQo di prelazione, avrà il diriQo di chiedere ai Soci Imprenditori che il Terzo Offerente acquisJ anche parte della Quota InvesJtore, nei medesimi termini ed alle medesime condizioni (di seguito il DiriQo di Covendita)”
15/12/14 De Leo Francesca 2014 127
Drag-‐along
Clausola c.d. Drag-‐along: in caso di cessione delle proprie azioni/quota da parte di un socio che fruisca della clausola, gli altri soci hanno l’obbligo di unirsi alla transazione e cedere la loro partecipazione alle medesime condizioni Obieivo exit : irrinunciabile per il VC Possibilità negoziale sul periodo durante il quale il diriQo dell’invesJtore può rimanere subordinato al raggiungimento di una soglia minima di valore di realizzazione della cessione, al di soQo del quale la clausola non opera (c.d. “cap”)
15/12/14 De Leo Francesca 2014 128
Drag-‐along
Esempio: “Qualora l’InvesJtore, decorsi 30 (trenta) mesi dalla Data di Esecuzione, riceva da un terzo acquirente, per tale intendendosi un soggeQo non soQoposto al controllo di alcuna delle ParJ, un’offerta per l’acquisto del 100% del capitale della Società, l’InvesJtore avrà il diriQo di pretendere che i Soci AQuali trasferiscano allo stesso Terzo Acquirente anche la totalità della Quota dei Soci AQuali nei medesimi termini ed alle medesime condizioni paQuiJ con l’InvesJtore (di seguito l’ “Obbligo di Covendita”)
15/12/14 De Leo Francesca 2014 129
I pai parasociali
• Definiscono i diritti dell’investitore quale azionista, tipicamente di minoranza, della società
• Definiscono le clausole volte a garantire il disinvestimento nella società (l’investimento di VC è sempre, per definizione, a termine)
• Definiscono i diritti di nomina di componenti dell’organo amministrativo e del collegio sindacale
• Definiscono i diritti di intervento dell’investitore in relazione a decisioni strategiche per la società (sia a livello assembleare che di organo amministrativo)
15/12/14 De Leo Francesca 2014 130
Lo statuto
A differenza dell’Accordo di InvesJmento e del PaQo Parasociale, lo Statuto è un documento pubblico e opponibile ai terzi non contraenb.
Ø oltre a contenere le paQuizioni Jpiche in funzione del Jpo di società prescelta (S.p.A. o S.r.l.), ha anche Jpicamente la funzione di garanJre l’aQuazione di quelle che sono le paQuizioni parasociali e, generalmente (specie se si traQa di S.r.l.), prevede:
Ø il diriQo di prelazione per il caso di trasferimenJ a terzi o tra soci di azioni o quote della società;
Ø il diriQo di co-‐vendita e di trascinamento;
Ø le materie speciali in assemblea e in consiglio;
Ø i meccanismi di nomina del consiglio e del collegio sindacale.
Ø determinate paQuizioni possono essere inserite direQamente nello statuto e (non) anche nel paQo parasociale.
15/12/14 De Leo Francesca 2014 131
L’accordo di invesbmento (1)
Contenub bpici di un accordo di invesbmento:
Ø descrizione degli impegni del fondo di venture capital -‐ e nel caso di uno o più dei soci fondatori della società target -‐ ad effeQuare l’aumento di capitale, in una o più tranches, nel caso condizionate al verificarsi di talune milestones di risultaJ;
Ø definizione della data del closing e modalità di svolgimento del closing;
Ø dichiarazioni e garanzie dei soci fondatori tra cui:
Ø Jtolarità e libertà delle azioni rivenienJ dall’aumento di capitale;
Ø bilancio;
Ø Jtolarità e libertà dei beni della società;
Ø proprietà intelleQuale (marchi e brevei);
Ø tasse e contribuJ;
Ø conformità alle leggi e possesso delle autorizzazioni necessarie;
15/12/14 De Leo Francesca 2014 132
L’accordo di invesbmento (2)
Ø dichiarazioni e garanzie dei soci fondatori tra cui (cont):
Ø contenzioso e pretese di terzi;
Ø dipendenJ e quesJoni lavorisJche;
Ø contrai in essere.
Ø disclosure leQer: allegaJ alle dichiarazioni e garanzie contenenJ specificazioni ed eccezioni alle stesse;
Ø obblighi di indennizzo in capo ai soci fondatori e/o alla società target per passività derivanJ dalla violazione e non veridicità delle dichiarazioni e garanzie;
Ø franchigie e tei massimi di responsabilità;
Ø gesJone ad interim per il periodo fino al closing.
15/12/14 De Leo Francesca 2014 133
Alcuni dirii Jpici dei VC
DiriO dell’invesbtore come socio: • Drag Along • Tag Along • LiquidaJon Preference • AnJ-‐diluiJon DiriO di rappresentanza e di voto Nomine Consiglieri • Nomine Presidente e CEO • Nomine Collegio Sindacale • Maggioranze qualificate in assemblea • Maggioranze qualificate in Consiglio di Amministrazione Regole di Governance • Lock-‐up per manager chiave • Non concorrenza per i soci fondatori • IncenJvi per il management
15/12/14 De Leo Francesca 2014 134
La gesJone della partecipazione Con la soQoscrizione del contraQo di invesJmento il VC diviene «socio» Questo implica: • Proprietà di una quota % dell’Equity della società • Condivisione degli uJli • Obblighi di ricosJtuzione del capitale in caso di perdite • DiriQo alla rappresentanza ed al voto in assemblea • Possibilità di influenzare la governance e di fornire indicazioni sulle strategie dell’impresa
• Esposizione ai rischi di fallimento e messa in liquidazione della società
15/12/14 De Leo Francesca 2014 135
E‘ un elemento fondamentale: è il biglieGo da visita
Ø spesso non c‘è una seconda chance
Ø qualità, non quanJtà
Ø se non si riesce a spiegare ad un invesJtore cosa si fa, come si può pensare di convincere un potenziale cliente?
Ø deve tradurre in informazioni e daJ tui gli ‚ingredienJ‘ descrii
CONCLUSIONI-‐Il business plan
15/12/14 De Leo Francesca 2014 136
15/12/14 De Leo Francesca 2014 137
WHAT IS CROWDFUNDING
Il Crowdfunding è una forma di fnanziamento colleivo di un progeQo, che raccoglie donazioni di molJ individui aQraverso il web. CROWD: folla FUNDING: finanziamento
15/12/14 De Leo Francesca 2014 138
NON È VENTURE CAPITAL Il Venture Capital è l’apporto di capitale di rischio da parte di una società di invesJmenJ per finanziare l’avvio o la crescita di un’aività in seQori ad elevato potenziale di sviluppo.
Invece... il CROWDFUNDING è un processo collaboraJvo di un gruppo di persone che uJlizzano il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone ed organizzazioni.
15/12/14 De Leo Francesca 2014 139
Crowdfunding Il crowdfunding consente di raccogliere fondi dal pubblico per la realizzazione del proprio progeQo, presentandolo agli utenJ in modo efficace e offrendo delle ricompense in cambio del loro contributo. A seconda delle esigenze di ciascuna campagna, è possibile scegliere tra 3 modelli di crowdfunding: • -‐ All or Nothing: i contribuJ sono resJtuiJ se non viene raggiunto o superato l'obieivo della campagna in un massimo di 90 giorni. AdaQo ai progei che hanno bisogno almeno della cifra indicata per essere realizzaJ. • -‐ Keep it All: tui i contribuJ raccolJ in un massimo di 90 giorni vengono accreditaJ anche se non viene raggiunto l'obieivo della campagna. Rivolto ai progei che possono parJre anche se non è raccolto l'intero importo. • -‐ Fundraising: consente la raccolta di fondi con accredito istantaneo senza un obieivo minimo né limiJ di tempo. ParJcolarmente indicato per associazioni, parJJ poliJci ed enJ pubblici che vogliono finanziare un'aività conJnuaJva.
15/12/14 De Leo Francesca 2014 140 Tabella I. L’evoluzione ‘social’ del crowdfunding da Castrataro e Wright, 2013
15/12/14 De Leo Francesca 2014 141
1. Il caso italiano: Città della Scienza Il caso di maggiore rilevanza in termini di risultaJ per quello che riguarda il crowdfunding in Italia è senz’altro la raccolta fondi lanciata per la ricostruzione di CiQà della Scienza di Napoli, science center celebre a livello internazionale e distruQo da un incendio doloso nel marzo 2013. Già poche ore dopo l’accaduto la piaQaforma DeRev aveva raccolto l’istanza dei verJci della struQura per sensibilizzare il pubblico a favore di una mobilitazione concreta, con una campagna di crowdfunding intesa a scuotere l’opinione pubblica e indireQamente le isJtuzioni perché si facessero garanJ della ricostruzione. Al di là delle aspeQaJve, e sull’onda emoJva di una campagna transmediaJca di grande impaQo, il progeQo ha raccolto oltre 749.000 euro in pochi mesi, sorprendendo per la conJnuità delle donazioni, il cui flusso non si è esaurito in pochi giorni, ma prosegue – anche se con ritmi inferiori – a tuQ’oggi.
15/12/14 De Leo Francesca 2014 142 Fig. 3 Modelli di Crowdfunding da Castrataro e Wright, 2013
15/12/14 De Leo Francesca 2014 143
1) Modello con donazione: crowdfunding “donation-based” Il modello con donazione prevede che chi conferisce denaro alla campagna lo fa in termini di donazione pura, principalmente per cause di filantropia e sponsorizzazione, senza alcuna aspeQaJva di un ritorno finanziario di qualsiasi Jpo, ed è a volte anche indicato come micro-‐mecenaJsmo. Questo modello è aQualmente il sistema di crowdfunding più comune in tuQo il mondo, infai il rapporto MassoluJon/Crowdsourcing LLC ha stabilito che i progei di crowdfunding basaJ sulla donazione
nel 2011 hanno raccolto 676 milioni di dollari in tuQo il mondo. Il crowdfunding donaJon-‐based è Jpicamente usato per le seguenJ categorie di progei, che si ritrovano sulle varie piaQaforme donaJon-‐based con nomi diversi: -‐ Animali, -‐ Arte e cultura, -‐ Dirii civili & Azione sociale, -‐ IntervenJ di emergenza, -‐ Malaie, -‐ Educazione, -‐ Ambiente, -‐ Povertà e fame, -‐ Religione
15/12/14 De Leo Francesca 2014 144
• 2) Modello con ricompensa: crowdfunding “reward-based” (o crowdfunding basato su ricompense) • Questo modello di crowdfunding è simile a quello della donazione, ma prevede sempre e comunque delle ricompense – non di Jpo finanziario – a fronte dei contribuJ. Viene generalmente uJlizzato dai proponenJ per finanziare un progeQo specifico e non un’aività conJnuaJva. Le ricompense – che insieme alla moJvazione intrinseca spingono al contributo economico gli utenJ – sono streQamente legate al progeQo stesso (ne sono prodoi direi o collaterali), hanno un forte valore emozionale ed esperienziale e il loro valore economico puro in genere è inferiore a quello della cifra conferita, proprio per dare respiro finanziario alla realizzazione concreta dell’iniziaJva. Anche in questo caso i daJ MassoluJon mostrano i trend circa l’impaQo del modello sulle singole categorie: • - Social Causes: 17,7% • - Films and Performing Art: 17,7% • - Business and Entrepreneurship: 16,3% • - Music and Recording Arts: 11,1% • - Fashion: 8,2%
15/12/14 De Leo Francesca 2014 145
15/12/14 De Leo Francesca 2014 146
RICOMPENSE Si possono riconoscere quaQro Jpi di “ricompense” più comuni: ● Copie del prodoQo di cui si sta finanziando la produzione, per es. un album, un DVD, un gadget tecnologico, etc. ● Collaborazioni o partecipazioni, per es. un sostenitore che compare come personaggio in un fumeQo o che presta il nome a un personaggio di un film, etc. ● Esperienze creaJve, per es. una visita al set, una telefonata personale con l’autore/registra, cena con il cast, etc.
15/12/14 De Leo Francesca 2014 147
Su due delle maggiori piaQaforme di crowdfunding reward-‐based al mondo, IndieGoGo e Kickstarter, il maggior numero di progei di successo si trova nella categoria Arte/intraQenimento, più specificamente nelle soQo-‐aree Film & Video e Musica, categorie che contano il più alto numero di progei di successo sulla popolare piaQaforma Kickstarter (DaJ trai da kickstarter.com aggiornaJ a Gennaio 2014)
15/12/14 De Leo Francesca 2014 148
1. 3) Modello con prestito: crowdfunding “loan-based” Il modello di crowdfunding con presJto ricalca lo schema classico dell’isJtuto giuridico, con il soggeQo che conferisce denaro dietro aspeQaJva della resJtuzione della somma. La corresponsione di interessi è eventuale e varia a seconda delle modalità scelte e dalla relazione con cause socialmente rilevanJ o meno, a seconda delle scelte. Le varianJ del crowdfunding sono legate a diversi modelli di business possibili: 1. a) Prevendita 2. b) Prestito 3. c) Social Lending Il prestito “sociale” è una variante importante per il crowdfunding. Alcune piattaforme infatti offrono la possibilità di concedere prestiti per progetti sociali senza che nessun interesse sia offerto, ed è proprio il caso del micro finanziamento individuale per i paesi in via di sviluppo (e non solo), nel quale la ricaduta economica dell’operazione di prestito è in termini generali di sistema, con una nuova realtà economica nata ad arricchire il tessuto sociale, piuttosto che personale. PiaGaforme Lending-‐Based Le piaQaforme di social lending sono generalmente organizzate come community. Possiamo riconoscere tre macro-‐Jpi di piaQaforme di social lending: -‐ PiaQaforme di presJto P2P o tra pari -‐ PiaQaforme di presJto P2B (peer to business) -‐ PiaQaforme di MicroLending
15/12/14 De Leo Francesca 2014 149
4) Modello con investimento: “equity” crowdfunding Il crowdfunding con invesJmento è simile a un invesJmento azionario standard, dove un individuo riceve un ritorno economico in relazione e in funzione dell’operazione di finanziamento di una azienda mediante un suo contributo. Le due varianJ previste sono: • • Titoli di investimento Gli invesJtori di faQo acquistano azioni della società, rilevando parte della proprietà nella società madre o dirii di un progeQo. • • Profitto o “revenue sharing” Il guadagno degli invesJtori deriva da una quota delle entrate o dei profii che il progeQo genera. La legislazione italiana è stata la prima in assoluto a normare organicamente la faispecie in esame, e per la relaJva disciplina si rinvia alla parte di questo testo ad essa dedicata. Come deQo in precedenza, anche nel resto del mondo molJ paesi – come gli USA – stanno preparando delle norme ad hoc. • L’impaQo sulle singole categorie misurato da MassoluJon è il seguente: • - Business and Entrepreneurship: 29,1% • - Social Causes: 23,3% • - InformaJon and CommunicaJon Technology: 14,9% • - Film and Performing Arts: 14,6% • - Energy and Environment: 5,1%
15/12/14 De Leo Francesca 2014 150
La legge italiana sull’equity crowdfunding La legge varata nel luglio 2013 dall’Italia è il primo esempio europeo di normazione compiutamente definita in materia di equity crowdfunding, e molJ altri Paesi guardano con interesse ad essa come a un modello-‐guida. A margine della legge è stato prodoQo, sul sito della Consob, una sorta di manuale per interpretare correQamente la nuova normaJva. Ecco, in sintesi, gli aspei essenziali traQaJ:
• Definizione generale e seGoriale: Si parla di “equity-‐based crowdfunding” quando tramite l’invesJmento on-‐line si acquista un vero e
proprio Jtolo di partecipazione in una società: in tal caso, la “ricompensa” per il finanziamento è
rappresentata dal complesso di dirii patrimoniali e amministraJvi derivaJ dalla partecipazione nell’impresa. • Le società finanziabili: le “startup innovabve”:
La legge riguarda e consente il finanziamento delle “startup innovaJve”, delle piccole società di capitali italiane (Spa, Srl o cooperaJve), da poco operaJve, impegnate in seQori innovaJvi e tecnologici o a vocazione sociale. Le società devono essere iscriQe all’apposito registro in funzione di alcune caraQerisJche e requisiJ essenziali: 1. non è quotata su mercaJ regolamentaJ (o su altri sistemi di negoziazione); 2. è cosJtuita e svolge aività di impresa da non più di 48 mesi; 3. ha la sede principale in Italia; 4. è di piccole dimensioni (valore della produzione annua non superiore a 5 milioni di euro); 5. non distribuisce uJli;
6. è impegnata in via esclusiva, o comunque prevalente, nello sviluppo, produzione e commercializzazione di prodoi o servizi innovaJvi ad alto valore tecnologico, ovvero opera in via esclusiva nei seQori di riferimento della disciplina dell’impresa sociale (art. 2, comma 1 d.lgs. 24 marzo 2006, n. 155).
15/12/14 De Leo Francesca 2014 151
DaJ 2013 © DeRev.com
15/12/14 De Leo Francesca 2014 152
DaJ ICN 2013
15/12/14 De Leo Francesca 2014 153
DaJ ICN 2013
15/12/14 De Leo Francesca 2014 154
Le principali piaGaforme italiane secondo il mercato estero Per quanto riguarda le piaQaforme italiane, ancora Forbes nel maggio 2013 offre una panoramica di quelle“percepite” all’estero nell’ambito di una inchiesta realizzata circa il
mercato del crowdfunding in Italia, che la recente normaJva sull’equity crowdfunding ha reso un paese pioniere nel seQore: 1. DeRev La piaQaforma di crowdfunding per creare social innovaJon che offre un toolkit completo di strumenJ necessari a realizzare i progei (definiJ "Rivoluzioni"). Nel mese di agosto 2012, DeRev ha chiuso un accordo di early stage per un invesJmento di 1.250.000 euro. DeRev ha aQualmente sede a Napoli. 2. Siamosoci Con sede a Milano, consente alle aziende non quotate di raccogliere capitali da invesJtori privaJ per finanziarne la crescita. La piaQaforma facilita la creazione di gruppi d'invesJmento e consente agli invesJtori di accedere alle informazioni necessarie a valutare le aziende su cui invesJre.
3. CrowdfundMe CrowdFundMe è un sito di crowdfunding equity-‐based. Il sito mira a conneQere imprenditori e invesJtori gratuitamente. L'azienda ha sede a Milano. 4. WeAreStarbng Si traQa di una piaQaforma online per crowdfunding equity-‐based per il mercato italiano. WeAreStarJng è stata fondata con l'obieivo di dare visibilità a imprenditori con idee brillanJ, permeQendo loro di lanciare startup sfruQando piccoli invesJmenJ da parte di tui. WeAreStarJng è stata fondata nel mese di marzo 2013. 5. Smarbka Con sede a Milano e precedentemente nota come Zopa Italia, SmarJka è guidata da Maurizio Sella, un noto imprenditore italiano nel seQore internet. Mira a far oQenere tassi migliori di credito rispeQo agli strumenJ bancari. 6. Boober Nato in Olanda, Boober è un mercato direQo per il presJto Peer-‐to-‐Peer dove l'interazione tra debitore e creditore è più personale e “social”. Ad oggi, Boober ha finanziato € 791.650 in presJJ con tassi di interesse che vanno dal 5,50% al 16,00%. 7. Produzioni dal Basso Fondata nel 2005, Produzioni dal Basso è la prima piaQaforma di crowdfunding italiano. Vanta una comunità di 32.000 utenJ aivi. 8. Eppela Una piaQaforma di crowdfunding con ricompensa fondata nel 2011. Per la raccolta fondi su progei creaJvi, con riferimento ad arte, tecnologia, cinema, design, musica, fumei, innovazione sociale, scriQura, e non-‐profit. La comunità di utenJ ha anche la possibilità di votare i propri progei preferiJ. 9. Kapipal Fondata nel 2009, Kapipal è una piaQaforma di crowdfunding con donazione per progei personali. Si autodefinisce il primo sito ad offrire servizi di crowdfunding personale assolutamente graJs. 10. Starteed Con sede in Italia, Starteed è più di un sito di crowdfunding, consentendo la creazione di piaQaforme personalizzate oltre che di vendere il prodoQo, una volta realizzato, sullo Starteed e-‐shop. 11. COM-‐Unity Con sede a Modena, COM-‐Unity è una piaQaforma di crowdfunding generalista di proprietà di Banca Interprovinciale SpA. La piaQaforma ospita progei di ogni Jpo, con preferenza per quelli a vocazione umanitaria, sociale, culturale e scienJfica. 12. Presbamoci Fondata nel 2007 e lanciata nel 2009, è una piaQaforma costruita in-‐house con tecnologia P2P.
DaJ 2013 © DeRev.com
15/12/14 De Leo Francesca 2014 155
15/12/14 De Leo Francesca 2014 156
BIOGENERA, la prima cura internazionale per i tumori incurabili dei bambini1.65 M€ di investimenti già raccolti, servono altri 350 mila euro per finalizzare la sperimentazione clinica in 20 bambini con tumori ora incurabili. Biotecnologie, Bologna, ItaliaTag: oncologia pediatrica, terapia molecolare, caratterizzazione preclinicaAnno di fondazione: 2008 Il cancro è la prima causa di morte nell’età compresa da 0 a 15 anni nei paesi industrializzati. Non esistono farmaci specifici per i tumori dei bambini.BIOGENERA è arrivata ad una fase culminante dello sviluppo del primo farmaco specifico per i tumori dei bambini ed è ora in procinto di iniziare la sperimentazione clinica, al termine della quale (entro 24 mesi circa) effettuerà un accordo di licenza con una farmaceutica che permetterà lo sviluppo finale e la distribuzione sul mercato internazionale.IL PRODOTTOBIOGENERA ha sviluppato un farmaco biotecnologico mirato a colpire selettivamente un gene tumorale che è attivo solo nelle cellule tumorali e che non è attivo nelle cellule sane. Il farmaco ha quindi un profilo di massima efficacia (eliminazione delle cellule tumorali) in assenza di tossicità ed è completamente diverso dalle terapie attuali (chemioterapia e radio) che hanno efficacia molto scarsa ed elevata tossicità.Il farmaco sviluppato da BIOGENERA ha ottenuto il riconoscimento ufficiale come Farmaco Orfano dall’agenzia europea del farmaco (EMA) per la cura del Neuroblastoma (tumore pediatrico più mortale) e per la cura del Medulloblastoma (tumore cerebrale pediatrico più frequente).Il prodotto, in forza della sua unicità e del suo carattere innovativo, è coperto da due brevetti internazionali relativi alla molecola scoperta ed alla piattaforma biotecnologica per la produzione di nuovi farmaci genespecifici. La ricerca attuale di capitale, è utilizzata per completare la prima fase clinica necessaria per realizzare un accordo di licenza internazionale con una ditta farmaceutica in 20/24 mesi, e che permetterà di ottenere i ritorni economici per i soci finanziatori .----------------------------------------------------Investimento minimo: € 5.000Richiesta totale: € 1.900.000 Interesse già manifestato:€ 1.650.000 dagli attuali soci ------------------------------------------------
15/12/14 De Leo Francesca 2014 157
----IL MERCATO - QUALCHE NUMERO Il mercato globale dei farmaci per la cura del cancro è il più ampio nell’ambito farmaceu6co. E’ un mercato in crescente aumento (5% annuo), ed all’immissione del farmaco sul mercato (prevista per il 2018) sarà di circa 100 miliardi di dollari (Fonte: Pharmaventures, Oxford, UK). Il mercato farmaceu6co per l’oncologia pediatrica è un mercato di nicchia, con una minore concorrenza rispeNo al mercato dell’oncologia dell’adulto dovuta alle caraNeris6che specifiche dei bersagli terapeu6ci (targets), spesso non presen6 nei tumori dell’adulto.Inoltre, il farmaco si è dimostrato efficace anche per la cura di circa il 50% dei tumori aggressivi dell’adulto.Dimensione e Trend del Mercato dei Farmaci per l’OncologiaIL TEAMDoN. Roberto Tonelli (co-‐founder): Ricercatore di Farmacologia all’Università di Bologna e lavora in collaborazione con il Laboratorio di Oncologia Pediatricadell’Università di Bologna all’Ospedale S.Orsola. E’ autore di più di 150pubblicazioni nel seNore dell’Oncologia e della Farmacologia ed è co-‐inventoree co-‐6tolare del breveNo di cui sopra. Il DoN. Tonelli svolge il ruolo di coordinatore delle aZvità scien6fiche, biotecnologiche e ges6onali di BIOGENERA.Prof. Andrea Pession (co-‐founder): Professore Associato di Pediatria all’Università di Bologna ed è il DireNore della Clinica di Oncologia Pediatrica dell’Ospedale S.Orsola di Bologna, dell’Università di Bologna. Il Prof. Pession è autore di più di 800 pubblicazioni scien6fiche nel seNore dell’Oncologia Pediatrica ed è co-‐inventore e co-‐6tolare del breveNo di cui sopra. Il Prof. Pession svolge il ruolo di supporto nel coordinamento delle aZvità scien6fiche di BIOGENERA, in par6colare per le fasi cliniche. Team di Ricerca e Sviluppo BIOGENERA: un gruppo di 15 ricercatori con competenze mul6disciplinari applicate all’oncologia pediatrica e riconosciute a livello internazionale, che da anni conduce studi di ricerca per lo sviluppo di nuove terapie, come documentato da numerose pubblicazioni scien6fiche su riviste internazionali.