Le figure retoriche1 LE FIGURE RETORICHE INTRODUZIONE.

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Le figure retoriche 1

LE FIGURE RETORICHE

INTRODUZIONE

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Focus sul termine RETORICA

• La retorica è l’arte che insegna a parlare in pubblico e a persuadere l’uditorio con mezzi stilistici consapevolmente usati.

• Tale disciplina, nata a Siracusa nel V sec. a.C., ebbe grande sviluppo ad Atene e costituì il fondamento dell’educazione dell’oratore romano

• Oggi il termine retorica ha una connotazione piuttosto negativa

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Perché è importante conoscere le figure retoriche?

• Per servirsene nel momento opportuno e nel modo più adatto

• Per riconoscerne l’uso che ne fanno gli altri e quindi comprendere meglio i messaggi che vengono trasmessi

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Quando vengono usate le figure retoriche?

• Vengono adoperate nella comunicazione quotidiana, anche senza averne consapevolezza

• Nei testi non letterari

• Nel linguaggio letterario in genere e soprattutto nella poesia

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Vari tipi di figure retoriche

• Solitamente le figure retoriche vengono distinte in :

• Figure fonetiche

• Figure dell’ordine

• Figure del significato

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Le figure fonetiche

• Sono quelle relative alla ripetizione e al parallelismo dei suoni.

• Insieme alla rima esse danno al testo poetico particolari effetti fonici e di significato

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Le figure dell’ordine

• Riguardano la disposizione delle parole nei versi e in generale nelle frasi e sono importanti:

• - sia per il registro espressivo perché tendono a innalzare lo stile

• - sia per il significato perché mettono in evidenza parole, espressioni o enunciati

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Le figure del significato

• Sono le figure retoriche che implicano delle relazioni inerenti al significato dei termini adoperati

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Presentazione delle figureFONETICHE

• Le principali figure fonetiche sono:

- Allitterazione

- Assonanza

- Consonanza

- Onomatopea

- Paronomàsia

- Bisticcio

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ALLITTERAZIONE

• E’ la ripetizione di uno stesso suono (vocale,consonante, o gruppo di vocali o consonanti)

all’inizio o nel corpo di più parole a distanza ravvicinata

• di me medesmo meco mi vergogno (Petrarca)

• Esta selva selvaggia e aspra e forte(s,a,e,r,t)

(Dante)• è poco pianto piccolo pulcino (p,o,n,l,)

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ASSONANZA

• Si ha assonanza quando tra due o più parole, a partire dalla vocale accentata, sono uguali le vocali e diverse le consonanti

• Fata, casa, sala; • vento, Marcello,ceffo• piango, piatto, piallo• Miele, quiete, siede

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CONSONANZA

• Si ha consonanza quando, a partire dalla vocale accentata, sono uguali le consonanti e diverse le vocali

• Collo, cella, sulle• rettile, trottola, mettere• senno, manna, donne• Placida notte e verecondo raggio

della cadente luna; e tu che spunti (Leopardi)

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ONOMATOPEA

• È l’imitazione di un suono, di un rumore naturale o artificiale, o di un verso di animale.

• L’onomatopea si definisce

- Propria quando è costituita da sequenze foniche, di per sé prive di significato che tendono a riprodurre dei suoni:

Din don dan; tic, tac; bau, bau, fru, fru; chiù, chiù

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ONOMATOPEA (segue)

• L’onomatopea si definisce

- Impropria quando è costituta da parole di senso compiuto che tendono ad evocare un suono:

- Balbettio,bubbolìo,chiacchiericcio,

sussurrare, tintinnare

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PARONOMASIA

• È l’accostamento di due o più parole di suono molto simile ma di significato diverso

• e son un ghiaccio:[….] e giaccio in terra(Petrarca)

• Ma sedendo e mirando …(Leopardi)• Tra gli scogli parlotta la maretta (Montale)

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BISTICCIO

• È una particolare forma di paronomasia che si ottiene quando le parole accostate presentano lo stesso suono e diverso significato

• Apre la porta e porta inaspettata guerra (Tasso)• Il discorso muto ma muto tu rimani• Dopo aver l’articolo letto a letto me ne andai

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LE FIGURE DELL’ORDINE

• Anafora• Epifora• Anadiplosi• Epanalessi• Antitesi• Chiasmo• Enumerazione• Gradazione o climax

• Inversione• Endiadi• Ellissi• Hysteron proteron (il

dopo prima)• Ipallage o enallage• Zeugma

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Anafora

• È la ripetizione di una parola o di un gruppo di parole, all’inizio di due o più frasi o versi o periodi successivi

• Per me si va nella città dolente

• per me si va ne l’etterno dolore

• per me si va tra la perduta gente

(Dante. Inferno, III)

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Epifora

• È la figura speculare all’anafora

• Consiste nella ripetizione di una o più parole alla fine di due o più versi, enunciati o periodi successivi

• Sotto un cielo stellato sogno di notte,

è triste il cuore, ma ti penso di notte

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Anadiplòsi

• È la ripresa all’inizio di un verso o di una frase, dell’ultima parola del verso o della frase precedente

• Innocenti facea l’età novella,

novella Tebe, Uguiccione e ’l Brigata

(Dante,Inf. XXXIII)

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Epanalessi

• Consiste nel raddoppiare una parola, o espressione, ripetendola all’inizio, al centro o alla fine di un verso o di una frase o di un periodo

• Non solo colui, non son colui che credi

(Dante, Inf.XIX)• Corri,corri subito qui ; “Pensaci,amico,pensaci”

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Antitesi

• È l’accostamento nella stessa frase di termini di significato opposto

• Non fronda verde ma di color fosco non rami schietti, ma nodosi e ‘nvolti non pomi v’eran, ma stecchi con tosco (Dante,Inf.XIII)

• Pace non trovo e non ho da far guerra e temo e spero, et ardo e son un ghiaccio (Petrarca)

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Chiasmo

• Il termine significa propriamente “incrocio” e deriva dal nome della lettera greca χ (khi), alla cui forma questa figura retorica si richiama

• È una disposizione sintattica di quattro elementi in cui l’ordine delle parole nel secondo gruppo è invertito rispetto al primo.

• Lo schema è il seguente:

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Chiasmo (segue)

A B

B A

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Chiasmo (segue)

• CHIASMO sintattico• Si definisce sintattico quando coinvolge l’ordine

di parti del discorso o complementi nella frase o nel periodo

• Siena mi fe, disfecemi Maremma (Dante)• Pace non trovo e non ho da far guerra (Petrarca• Sciolgo le vele e ai remi mi metto

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Chiasmo (segue)

• Chiasmo semantico

• Quando la disposizione delle parole coinvolge i rapporti di significato:

• Le donne , i cavalier, l’arme, gli amori (Tasso) (dove donne si ricollega ad amori

e cavalieri richiama armi)

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Enumerazione

• Consiste nel creare un elenco di termini o di sintagmi uniti per asindeto (ovvero senza congiunzioni) o per polisindeto (con la ripetizione delle congiunzioni)

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Enumerazione (segue)

• Enumerazione per asindeto• E io sono nel fiore

della stiancia, nella scaglia

della pina, nella bacca

del ginepro; io son nel fuco,

nella paglia marina,

in ogni cosa esigua

in ogni cosa immane,

nella sabbia contigua,

nelle vette lontane. (D’Annunzio)

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Enumerazione (segue)

• Enumerazione per polisindeto• E ripensò le mobili tende, e i percossi valli, e il lampo de’ manipoli, e l’onda dei cavalli, e il conciato imperio, e il celebre ubbidir. (Manzoni,Il Cinque Maggio)

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Gradazione o Climax

• Climax è una parola greca che significa “scala”

• E’ un tipo di enumerazione in cui i termini sono disposti in ordine di intensità espressiva, che può essere crescente(climax ascendente) o decrescente(climax discendente)

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Climax (segue)

• Climax ascendente Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavano per l’aere senza stelle (Dante Inf. III)• Climax discendente Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d’ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle. (Dante, Inf.III)

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Inversione:anastrofe

• L’anastrofe è l’inversione dell’ordine normale di due o più termini nella costruzione della frase.

• Spesso il male di vivere ho incontrato(Montale)• Ahi serva Italia, di dolore ostello (Dante)• Della vittoria la gioia ho gustato.• Delle mani con le palme voglio dirti.

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Inversione: iperbato

• E’ un’alterazione dell’ordine delle parole con inserimento di uno o più termini fra i membri del discorso che dovrebbero stare uniti.

• L’acque/ cantò fatali (Foscolo)• E queta sovra i tetti in mezzo agli orti

posa la luna. (Leopardi)

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Endiadi

• In greco: “ una cosa per mezzo di due”:

• È una coppia di parole o espressioni coordinate (nomi o aggettivi) una delle quali indica una cosa o qualità mentre l’altra serve a specificare o precisare la prima

• Vagliami il lungo studio e il grande amore (Dante,Inf.)

(mi valga il lungo studio condotto con amore)

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Ellissi

• È la omissione di una o più parole che si possono facilmente intuire dal contesto

• “Fuori” (Al posto di “Andate fuori di qui”)• “Quel giorno più non vi leggemmo avante”

(Dante, Inf.,V)

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Hysteron Proteron

• In greco: “Il prima ,dopo”• Consiste nel dire per prima la cosa che è

accaduta o che accadrà per ultima

• “sì ch’io veggia la porta di san Pietro

e color che tu fai cotanto mesti”

(Dante,Inf.,I,vv.134-135)

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Ipallage o Enallage

• Consiste nell’assegnare un aggettivo, che per senso è riferito a un certo sostantivo, a un altro sostantivo

• e gli alberi discorrono col trito

mormorio della rena ( E.Montale)

(Nell’esempio “trita” è l’arena, ma l’aggettivo è riferito a mormorio)

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Zeugma

• Si ha quando lo stesso termine è riferito a due o più termini , mentre potrebbe connettersi solo con uno di essi

• Parlar e lacrimar vedrai insieme” (Dante)

Dove “vedrai” si adatta bene a “lacrimar” ma non a “parlar”, perché le parole non si possono veder.

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Le figure del significato

• Dette anche figure semantiche, riguardano le relazioni inerenti al significato dei termini adoperati. Analizziamo le seguenti figure:

• Similitudine• Metafora• Analogia• Metonimia• Sineddoche

• Ossimoro• Sinestesia• Perifrasi• Personificazione• Litote• Preterizione• Iperbole• Eufemismo

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Similitudine

• È un paragone che viene istituito tra due persone, cose o idee ed è solito introdotto dai nessi:come….così; come…tale

• Come sul capo al naufrago l’onda s’avvolge epesa,……………………………. tal su quell’alma il cumulo delle memorie scese! (Manzoni, Il cinque maggio)

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METAFORA

• È la più diffusa figura retorica fondata sul meccanismo “del trasferimento del significato”

• Si può definire un paragone abbreviato tra due realtà idealmente lontane, ma accomunate da un tratto di significato

• I termini pelle e velluto hanno una caratteristica che li accomuna:la “morbidezza.

• Se dico:”Tu hai una pelle di velluto” , ho creato una metafora

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Metafora (segue)

• Il meccanismo che sta alla base della metafora si articola in tre fasi:

1) Associazione : si istituisce un rapporto tra due realtà distanti (pelle-velluto);

2) Abbreviazione:si sintetizza il rapporto, eliminando i termini che lo rendono esplicito:

pelle (morbida come) il velluto

3) Sostituzione:si sostituisce il termine proprio con il termine “trasferito” da un altro campo semantico:non pelle morbida, ma pelle di velluto

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Metafora (segue)

• La metafora può essere costruita con aggettivi, verbi,sostantivi e viene espressa in forme diverse:

a) Con due sostantivi:capelli d’oro; montagna d’acqua: sera della vita:

b) Un sostantivo e un aggettivo:capelli dorati,pelle vellutata, prati ridenti;

c) Un sostantivo e un verbo:il vento urla; i prati ridono;piovono proteste

d) Un’intera frase:Mario è un’aquila

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Analogia

• È un modo di mettersi in rapporto con il mondo creando accostamenti fulminei, sintesi folgoranti, frutto di una visione assolutamente soggettiva e spesso irrazionale delle cose

• Nel passaggio dalla similitudine alla metafora e da questa alla analogia, si assiste ad una progressiva riduzione dei termini in gioco, come nell’esempio che segue:

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Analogia (segue)

- Similitudine:accarezzo i tuoi capelli neri come la notte

- Metafora:accarezzo la notte dei tuoi capelli

- Analogia: accarezzo la tua notte

es.Il carnato del cielo (Ungaretti)

(La luce rosata del cielo al tramonto è associata al colore della pelle)

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Metonimia

• È un’altra figura retorica basata sul trasferimento del significato.

• Consiste nella sostituzione di un termine con un altro legato al primo da rapporti logici che possono essere di vario tipo:

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Metonimia (segue)

• La causa per l’effetto e viceversa: Avere una bella mano;

guadagnarsi il pane col sudore della fronte

• Il contenente per il contenuto:bere un buon bicchiere

• L’astratto per il concreto o viceversa:la spavalderia della gioventù

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Metonimia (segue)

• L’autore per l’opera:leggere Dante (invece che la Divina Commedia

• La materia per l’oggetto:un olio di Picasso (invece che un quadro dipinto ad olio)

• Lo strumento per chi l’adopera:è una buona lama (cioè un abile spadaccino)

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Sineddoche

• È la sostituzione che si attua quando vi è una relazione di maggiore o minore estensione fra due termini (il tutto per la parte o la parte per il tutto)

• Ho comprato una borsa di coccodrillo (il tutto per la parte)

• Ma io deluse a voi le palme tendo: e se lunge i miei tetti saluto (Foscolo) (la parte per il tutto)

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Ossimoro

• È la stessa unione in un medesimo sintagma, a prima vista assurdo, di due parole di significato opposto

• Pascomi di dolor, piangendo rido (Petrarca)

• Peso leggero; dolce dolore; tacito tumulto; silenzio assordante; triste gaudio…

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Sinestesia

• (Letteralmente significa percezione simultanea)• Consiste nell’accostare due termini che alludono

a sensazioni diverse (olfattive e uditive; visive e tattili; ecc)

• Urlo nero; colori armoniosi; suono ruvido; freddo silenzio; pigolio di stelle (Pascoli)

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Iperbole

• Consiste nell’esprimere un concetto con termini esagerati sia per eccesso che per difetto.

• ….un vivo sole

fu quel ch’i’ vidi..(Petrarca)• Annegare in un bicchiere d’acqua• Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione

di scale

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Litote

• Consiste nell’esprimere un concetto negando il suo contrario

• Don Abbondio non era nato con un cuore da leone (per dire che era una persona paurosa)

Manzoni• Vito non è certo un genio ( per dire che è uno

sciocco)

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Eufemismo

• Consiste nel sostituire una espressione troppo dura o sconveniente con un’altra più gradevole, a volte per non urtare la suscettibilità dell’interlocutore

• Poco perspicace (invece che stupido)• Poco attraente (invece che brutto)• Passò ad altra vita (invece di morì)

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Preterizione

• Consiste nell’esprimere un concetto fingendo di non voler dire ciò che invece viene chiaramente detto.

• … per non parlare di Eva, la quale ogni mattina esce con un vestito nuovo.

• Cesare taccio che per ogni piaggia

fece l’erbe sanguigne (Petrarca)

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Perifrasi

• Consiste nell’indicare una cosa o una persona non nominandola direttamente, ma con un giro di parole.

• Giustizia mosse il mio alto fattore (Dio) Dante• Per me si va nella città dolente (inferno) Dante• Colei che sola a me par donna (Laura) Petrarca

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Personificazione o Prosopopèa

• È la figura retorica per cui si personificano cose inanimate o astratte.

• più chiaro s’ascolta il sussurro

dei suoni amici nell’aria che quasi non si muove

(Montale)• Morte ebbe invidia al mio felice stato (Petrarca)

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