Post on 17-Feb-2019
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Edizione straordinaria
“Le luci d’artista” colorano la città
Aspettando Gesù Bambino Tema di questa nuova edizione “Neve di Primavera” .Vittorio
Sgarbi inaugura l’evento ed è subito caos
Una delle feste più attese è la festa di Natale, in
questo giorno ricordiamo la nascita di Gesù…ma
prima di questo?
Il periodo che precede questa festa, si chiama
Avvento, che significa attesa della venuta. In
questo periodo ogni uomo dovrebbe dedicarsi
alla preghiera, al raccoglimento, alla venuta del
Signore.
Ma veramente ci prepariamo così? La risposta la
troviamo semplicemente guardandoci intorno.
La cosa che più ci preoccupa è l’organizzazione
della festa, acquisto di regali, dispense da
riempire…
Dobbiamo correre, correre e correre fino
all’ultimo giorno
Primo pensiero: i regali… Mamma mia… certo
che questa dei regali è proprio una bella idea!
Non mi sembra che sia connessa alla nascita di
Gesù,voi cosa ne pensate?Gesù nasce povero in
una grotta, mentre noi perdiamo tutto il mese di
Dicembre alla ricerca di regali…
E cosa dire della cena? Prepariamo troppo di
tutto e le pietanze sono il doppio se non il triplo
di ciò di cui abbiamo bisogno. Alla fine del
pasto ci sentiamo gonfi come dei palloni pronti a
scoppiare.
Eppure Gesù è nato povero in una grotta, al
freddo e al gelo, senza nulla da mangiare…
Ed ora ci manca solo l’abito più bello da
indossare per il grande evento. Ma quale evento?
Ah, certo, la nascita di Gesù, ma che strano, io
non l’ho incontrato…Eppure ho ho organizzato
tutto alla perfezione…
Questo è, per noi oggi, festeggiare il Natale. Ma
Gesù nasce davvero, Gesù viene ad abitare in
mezzo a noi, ci chiama a cambiare la nostra vita.
Proviamo a vivere un Natale diverso, proviamo
ad “attendere” la venuta del Signore in maniera
diversa… Proviamo a vivere un Avvento
all’insegna della preghiera e della riflessione e
sopratutto pensiamo anche a chi non ha quello
che abbiamo noi.
Prepariamoci
all’avvento
Salerno –Il primo novembre a Salerno, il
sindaco Vincenzo De Lucaa accompagnato
dal crito d’arte Vittorio Sgarbi ha dato il
via alla nuova edizione di “Luci d’artista”.
Il tema scelto per quest’ anno è “Neve di
Primavera” ed è dedicato a tutte le donne
salernitane.Esse sono state disposte in
varie zone della città e resteranno accese
fino alla terza domenica di gennaio.
Centinaia di persone si sono riversate per
le strade per partecipare all’inaugurazione
di questa, ormai, attesissima iniziativa. Che
ogni hanno accoglie centinaia e centinaia
di persone proveniente da rutta l’Italia.
Pare che l’arrivo di tanti turisti sia
favorevole all’economia della città, ma la
questione è molto dibattuta. Per il
momento c’è solo traffico e caos
Neve di primavera è il tema dell'ottava
edizione di Luci d'Artista. Alle
tradizionali composizioni di carattere
natalizio e invernale ("Giardino
d'Inverno", albero di Natale, slitta,
renne) si è aggiunta l'opera simbolo
che, come di consueto, è stata messa
in Piazza Flavio Gioia: una
raffigurazione della primavera di
Botticelli. Il tema della primavera è
presente, poi, in diverse zone del
centro storico grazie alla presenza
nelle strade del ciliegio.
Novità alla Villa Comunale, dove ai
folletti , agli gnomi, agli elfi del
"Giardino incantato" si sono aggiunti
personaggi degli abissi marini, che
sarà in futuro la nuova scenografia di
quest'angolo della città. Altra novità
sul lungomare cittadino, dove, insieme
agli stand dei mercatini di Natale,
pinguini luminosi occupano sulla
scogliera nei pressi di Piazza Cavour
il posto degli abituali gabbiani. Non
mancano, come di consueto, le opere
di artisti della luce: il "Mito" di Nello
Ferrigno collocato in via Velia,
"Cyrcus" di Luca Pannoli che illumina
via Diaz e strade limitrofe.
Luci d'artista è una manifestazione
culturale avviata dal comune
di Torino nel 1998 e dal comune
di Salerno nel 2006. In occasione
delle festività natalizie, alcune piazze
e vie delle città si vestono di luci, che
vanno oltre le consuete luminarie di
fine anno: sono opere concepite da
artist i contemporanei, che si
qualif icano per l 'a l to valore
scenografico e/o per valori fortemente
s i m b o l i c i e c o n c e t t u a l i .
Dall'anno 2006 la stessa iniziativa è stata adottata anche nella città di Salerno. Nel 2009-2010 un gemellaggio ideale tra le due città, di Torino e Salerno, ha prodotto uno scambio reciproco. Nel periodo della manifestazione (novembre-
Fondatori Nonna Vittoria e la classe terza Direttore AnnaMaria De Nicola
Redazione la classe terza dell’Istituto Santa Teresa Del Babin Gesù iststeresa@hotmail.com
g e n n a i o ) p a r t e d e l l e l u c i continua pag.2
adottate l'anno precedente dal capoluogo piemontese sono state esposte a Salerno, oltre ad altre opere inedi te apposi tamente commissionate. Nel 2009 invece la città di Torino ha adottato diverse opere salernitane, iniziando così un "gemellaggio" vero e proprio con scambio delle opere di entrambe le città.Nello stesso anno, l'albero di Natale di 25 metri situato a piazza Portanova risulta essere il più alto di tipo artificiale in Italia
[].
Nel 2011, la manifestazione salernitana che ogni anno attira migliaia di turisti da tutta Italia ma
anche dal resto d'Europa, vede la partecipazione dell'artista Nello Ferrigno. I pannelli luminosi da lui disegnati, realizzati dalla ditta torinese così come per molte altre installazioni, sono stati poi scambiati con il capoluogo piemontese, per le successive edizioni dell'evento invernale, rinnovando il gemellaggio iniziato cinque anni prima.
Di particolare successo nelle varie edizioni il tema del giardino incantato
[4], che avvolge di
Un giardino fantastico e luccicante di
mille meraviglie, ulter iormente
ampl ia to r i spe t to a l l ’ed iz io ne
precedente, fiorito per magia a
sorprendere e incantare con le sue luci e
i suoi colori chi si troverà nuovamente a
percorrerlo. Ed in un angolo della Villa
Comunale ecco apparire le creature
d e g l i a b i s s i m a r i n i c h e c i
accompagnano in un mondo altrettanto
fantastico. Queste creature sono
meravigliose perché la vita in fondo al
mare genera figure straordinarie e
sorprendenti. In tutta la via dei
Mercanti e nelle vie del centro storico,
si vola con i tappeti volanti sospesi tra i
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La primavera rinascimentale
Piazza Flavio Gioia
LUCI D’ARTISTA GEMELLAGGIO TRA NORD E SUD
Il Giardino incantato
Villa Comunale - Centro Storico
E’ uno dei punti di maggiore attrazione
di tutto il percorso di Luci d’Artista
anche perché rappresenta con forza la
speranza della rinascita. Per quanto
l’inverno dell’anima possa essere
violento, gelido la primavera della
rinascita ritorna sempre con tutta la sua
carica d’energia vitale, bellezza.
D AN ZA D I PAR O L E
Il Giardino d'Inverno
Largo Campo
In piazza Sedile del Campo il Giardino
d’Inverno. Brillanti stalattiti scendono dalle
balconate della piazza, e due i sfavillanti
salici coperti di neve luccicante completano
la scena veramente incantevole. Sulla
facciata di Palazzo Genovese fioriscono
abeti innevati che rendono ancora più
intensa l’atmosfera. -
Lanterne Magiche
Piazza S. Agostino
Il cielo è illuminato da lanterne colorate. i.
Il drago simboleggia la forza del male che
l’energia della luce riesce a dominare. Due
alberi di ciliegio abbaglianti ci portano nel
lontano Oriente
D AN ZA D I PAR O L E Pagina 3
Percorso consigliato
MAPPA TOPOGRAFICA DÌ SALERNO
Città d’artista
Ed è subito
storia
La nascita, o la natività, di Gesù Bambino è la narrazione della venuta al mondo di Gesù Cristo e si basa principalmente sui Vangeli di Matteo e Luca, è descritta quindi, nel Nuovo Testamento della Bibbia. Le versioni di Matteo e Luca sono diverse. Luca narra la storia del Natale così come è tradizionalmente conosciuta e cioè. che l’Angelo Gabriele fu inviato a Maria e le annunciò in nome di Dio che ella avrebbe concepito un figlio per opera dello Spirito Santo. Il figlio annunciato era destinato a essere grande e chiamato Figlio dell'Altissi Di fronte all'incredulità di Maria l'angelo le indicò la sua parente Elisabetta la quale vecchia e sterile stava aspettando un figlio per grazia di Dio ed era già al sesto mese, poiché nulla è impossibile a Dio. Maria disse il suo "sì" dichiarandosi serva del Signore; quindi, si mise subito in viaggio per andare a visitare Elisabetta, che abitava presso Gerusalemme, a circa 120 chilometri d i d i s t a n z a . Dopo Maria e suo marito Giuseppe lasciarono Nazaret per andare a Betlemme, il paese di origine della famiglia di
Giuseppe, che era della discendenza di Davide, per partecipare al primo censimento organizzato dall'imperatore r o m a n o A u g u s t o . In una grotta, Maria diede alla luce Gesù, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia degli animali.
Matteo invece narra che la famiglia di Gesù si dette alla fuga verso l'Egitto al fine di evitare la furia assassina di Erode, deciso a eliminare i bambini di Betlemme sospettati di nascondere fra essi un possibile rivale per il potere, dopo che un angelo aveva messo in allarme Giuseppe in sogno. E poi racconta della visita dei Re Magi provenienti dall'Oriente, giunti sul luogo per adorare il Messia appena nato a Betlemme, con la guida di una stella cometa. I Re Magi offrirono a Gesù un tesoro composto da oro, incenso e mirra. Durante la notte ogni mago sognò che Re Erode aveva in progetto di uccidere tutti i bambini appena nati. Decisi a ostacolare i progetti del sovrano, ritornarono a casa senza informare Erode del successo della loro missione. Il modo di trascorrere,
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PERCHE’ FESTEGGIAMO IL SANTO NATALE?
Ciao Nonna Venezia !!! Come stai ?
Io sto bene, anche a 97 anni, soprattutto quando vedo bambini attenti come
te e i tuoi amici.
Nonna, cosa è importante nella vita?
Nella vita è importante sapere che noi non siamo i proprietari del mondo
che ci è stato donato da Dio e che perciò dobbiamo rispettare le cose e le
persone.
Nonna, a proposito di Dio, ma tu cosa pensi del Natale ?
Il Natale è una bellissima festa perché arriva Gesu’ che porta tanta letizia e
gioia nel cuore di tutti gli uomini se lo vogliono, perché Gesù ci rispetta.
In che senso ?
Gesù, pur potendo, non si impone a noi, ma si propone a noi. Hai capito ?
Più o meno ho capito.
Nonna, tutte queste luci, questi cenoni, pensi che possano distrarre dal
senso del Natale ?
In parte è vero, però ci sono da considerare due cose.
Quali ?
Primo: Gesù è Lui che viene incontro a noi e se ne frega se siamo distratti,
anzi ci aspetta sempre; secondo: la distrazione non genera la letizia di Gesù
e le persone se ne accorgono e recuperano quasi sempre il senso del Natale. Ricordi il tuo Natale da piccola, è cambiato negli anni?
Certo che ricordo !!! Non è cambiato niente !!! Certo, i contorni sono
cambiati, ma c’è una cosa che è rimasta intatta: il profumo intenso di Gesù
nell’aria e la letizia nel cuore di chi lo riconosce e non lo rifiuta inseguendo
i contorni.
Grazie Bisnonna !!
Grazie a te pronipote e ricorda sempre ciò che diceva Sant’Alfonso in una
canzone che descrive la nascita di Gesù: era notte e sembrava
mezzogiorno. Gesù illumina tutta la nostra vita.
Quando eri bambino dove abitavi?
Quando ero bambino abitavo a Pastena di Salerno, in una casetta sul
mare.
Cosa mangiavi il giorno di Natale?
Il giorno di Natale mangiavo: pasta al sugo, cappone imbottito di
pane, soppressate e formaggio, frutta fresca secca, zeppole di natale.
Qual’era il tuo piatto preferito?
I miei piatti preferiti erano la pasta al sugo e le zeppole, perché erano
piatti che mangiavamo raramente.
Secondo te perché a Natale si mangiano cose speciali?
Si mangiano cose speciali per dare più importanza alla festa che
ricorda la nascita di Gesù, che nascendo ha trasformato il mondo.
Ai tuoi tempi c’erano le luci d’artista?
Ai miei tempi non c’erano le luci d’artista e moltissime famiglie non
avevano né corrente elettrica né acqua in casa. Anche l’illuminazione
pubblica era molto limitata.
Ai tuoi tempi si faceva l’ albero di Natale?
Ai miei tempi non si faceva l’albero di Natale. Si è
cominciato a farlo negli anni cinquanta.
Ricevevi anche tu dei regali a Natale?
Più che ricevere giocattoli a Natale ricevevo qualche abito
nuovo.
Tu facevi il presepe?
Io facevo il presepe insieme ai miei fratelli e alla mia mamma.
Noi bambini raccoglievamo il muschio per le strade.
Continua pag.5
PAGIN A 5
È Natale!
È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l'altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che
disperano
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli
altri.
Madre Teresa di Calcutta
D AN ZA D I PAR O L E
da pag.4
Le casette del presepe erano fatte
di legno e di sughero, i personaggi
erano fatti di argilla. Tutte le
mattine passavano da casa gli
zampognari che, davanti al
presepe, suonavano la novena di
natale.
Cos’è la novena di Natale?
La novena di natale è una
preghiera natalizia cantata e
suonata.
Andavi a messa?
Andavo sempre a messa il giorno
di Natale.
La notte di natale a casa tua
facevano qualcosa di particolare?
La notte di Natale facevamo una
piccola processione nel cortile di
casa, portando il bambinello nella
mangiatoia del presepe.
A Natale vi univate ad altre
famiglie?
A Natale ci univamo ai vicini di
casa formando lunghe tavolate e
giocando a tombola con le
lenticchie.
Tu eri sempre felice a Natale?
A Natale ero sempre felice
perché non si andava a scuola, ero
Quando eri bambino dove abitavi?
Quando ero bambino abitavo a Pastena
di Salerno, in una casetta sul mare.
Cosa mangiavi il giorno di Natale?
Il giorno di Natale mangiavo: pasta al
sugo, cappone imbottito di pane,
soppressate e formaggio, frutta fresca
secca, zeppole di natale.
Qual’era il tuo piatto preferito?
I miei piatti preferiti erano la pasta al
sugo e le zeppole, perché erano piatti
che mangiavamo raramente.
Secondo te perché a Natale si
mangiano cose speciali?
Si mangiano cose speciali per dare più
importanza alla festa che ricorda la
nascita di Gesù, che nascendo ha
trasformato il mondo.
Ai tuoi tempi c’erano le luci d’artista?
Ai miei tempi non c’erano le luci
d’artista e moltissime famiglie non
avevano né corrente elettrica né acqua
in casa. Anche l’illuminazione
pubblica era molto limitata.
La mia nonna paterna quando era
bambina abitava a Salerno la sua
casa era grande e con un giardino.
C’era l’acqua corrente, calda e
fredda, si riscaldava con un
termosifone alimentato da una
stufa a legna al posto delle
moderne caldaie a gas. C’era la
luce elettrica ma le lampadine
avevano una luce fioca. La nonna
aveva il telefono, ma era l’unico
nel palazzo. In casa c’era tutto il
necessario per una vita comoda
compreso un grande guardaroba e
un divano blu. Come giochi aveva:
una casa delle bambole con dei
mobili in miniatura, le bamboline
di pezza a cui faceva i vestitini e
una bambola di porcellana(che
non poteva toccare),una trottola e
le “pignatelle” (attrezzi da cucina
per la cucina-gioco). Di solito
indossava dei vestitini, però
metteva sempre un grembiulino e
nelle occasioni speciali i vestitini
buoni: una gonnellina grigio
chiaro, una camicetta a pois ed un
gilet del colore della gonnellina. A
natale si riuniva a casa sua con i
suoi parenti. Nonna ricorda gli
zampognari che suonavano la
ninna-nanna davanti al presepe. La
famiglia di nonna faceva il presepe
con dei fogli beige e li schizzava
di verde e di bianco, con il
muschio ornava la grotta,
poggiava i pastori di terracotta e le
candeline per illuminarlo e
preparava dolci natalizi. Però i
regali ai bambini li portava solo la
Befana.
Noi ci chiediamo: "Chi sono io per
essere così brillante, così grandioso?
Pieno di talenti, favoloso?"
In realtà chi sei tu per non esserlo?
Tu sei un figlio di Dio.
Nelson Mandela
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ED IZIO N E STR AO R D IN AR IA PAGIN A 6
Il presepe e l'albero di Natale sono le tradizioni natalizie più diffuse al mondo.
Nel presepe moderno vengono
rappresentati sia il luogo sia tutti i
personaggi della Natività. Quest'usanza
diventò popolare da quando statue e
rappresentazioni religiose divennero
sempre più numerose nelle chiese
italiane. Una tradizione tutta italiana è
il presepe vivente: uno dei più famosi è
il presepio di piazza di Spagna a Roma.
Il primo presepe vivente fu realizzato
da San Francesco d'Assisi, nel 1223 a
Greccio.
La tradizione del presepe ha origini antichissime, infatti deriva dal culto dei Lari,
diffuso fra i Romani e gli Etruschi. I Lari erano gli antenati e venivano rappresentati
con delle piccole statue. Il 20 dicembre le statue venivano disposte sopra un piccolo
altare presso il quale la famiglia si riuniva per pregare.
La tradizione del presepe è particolarmente
radicata a Napoli. Le statue, in legno e vestite
con abiti di stoffa, sono delle vere e proprie
opere d'arte. Le tradizionali tecniche di
produzione artigianale risalgono al XV secolo.
A Napoli, l'Associazione Italiana Amici del
Presepio organizza ogni anno mostre di arte
presepiale.
Per quanto riguarda invece l'albero di Natale,
la sua origine è associata a numerose leggende,
alcune legate al culto pagano e altre al culto
cristiano. Nei culti pagani dell'Europa del Nord,
l'abete veniva venerato come simbolo di lunga
vita. Le origini vengono in genere fatte risalire al mondo tedesco nel XVI secolo,
sulla base di preesistenti tradizioni cristiane e pagane. Verso il secolo XI, nell'Europa
dei Nord, sì diffuse l'uso di allestire rappresentazioni (sacre rappresentazioni o
misteri) che riproponevano episodi tratti dalla Bibbia.
Nel periodo d'Avvento, una rappresentazione molto richiesta era legata al brano della
Genesi sulla creazione. Per simboleggiare l'albero «della conoscenza del bene e del
male» del giardino dell'Eden si ricorreva, data la regione (Nord Europa) e la
stagione, ad un abete sul quale si appendevano dei frutti.
L'usanza di esporlo in casa partì dalla Germania e solo successivamente si diffuse in
tutta Europa. Entrò nelle case italiane solo alla fine del XIX secolo, quando la moglie
di Umberto I decise di allestirlo nel Quirinale. Da qui divenne un costume popolare.
La tradizione italiana vuole che venga allestito l'8 dicembre, il giorno
dell'Immacolata, e smontato il 6, giorno dell'Epifania.
Due sono le figure folkloristiche legate al Natale: Babbo
Natale e la Befana. La prima ha la stessa origine in tutto il
mondo cristiano: deriva da un personaggio storico, il
vescovo San Nicola da Mira. Si dice che il vescovo,
durante il periodo natalizio, facesse doni ai più poveri. La
rappresentazione moderna di Babbo Natale, vestito di
rosso e con le renne, è invece abbastanza
recente e risale al XIX secolo. La figura della
Befana è invece legata ad una leggenda: dopo la
nascita di Gesù, scelse di non seguire i Re
Magi, ma subito dopo se ne pentì. Da allora, si
dice che la notte dell'Epifania porti doni ai
bambini, sperando che uno di questi sia
proprio Gesù.
Molte tradizioni natalizie sono infine legate alla musica (canti natalizi come Tu scendi dalle
stelle e Jingle Bells), a particolari piante (l'agrifoglio, il vischio, la stella di Natale) e pietanze
sia dolci (panettone, pandoro e altri dolci natalizi) che salati (zampone, cotechino), spesso con
forte variabilità da regione a regione.
Nella zona di Bergamo, i contadini allestiscono i presepi “ambulanti”, passano per le vie del
centro suonando e cantando dietro un carro che ospita una capanna, con Maria, San Giuseppe,
Gesù Bambino e i pastori.
Nell’Abruzzo e nel Molise gli abitanti, che si recano alla Messa di mezzanotte, lasciano la
porta di casa aperta e la tavola imbandita fino al loro rientro. Una leggenda, infatti, dice che la
Madonna, San Giuseppe e Gesù bambino hanno così modo di scaldarsi, di nutrirsi e di benedire
la casa.
La sera del 24 dicembre in Toscana, il capofamiglia pone sugli alari del focolare, una grossa
radice di ulivo o di quercia e vi dà fuoco. Finchè il ceppo continua ad ardere, la porta di casa
resta aperta e, a chiunque entri, viene offerto un buon piatto di minestra, seguito da “cantucci e
brigidini” (tipici dolci natalizi) annaffiati da un bicchiere di vino nuovo.
In alcuni paesi delle Marche vengono intonate melodiose pastorali sulle voci degli animali che,
secondo la leggenda, parlano nella Notte Santa. C’è il gallo che, con il suo grido squillante,
annuncia:”E’ nato Gesù!”. Allora il bue, con il suo muggito prolungato, chiede:” Dove?
Dove?”. E la pecora, con la sua voce tremula, risponde:”Beetlem! Beetlem!”.
In Sicilia vengono accesi grandi fuochi in segno di giubilo, mentre i “ciaramellari” intonano
nostalgiche ninne-nanne. C’è anche l’usanza di scegliere un bambino di pochi mesi e di
portarlo in chiesa presso l’altare. Ognuno poi gli offre un dono.
Ricordiamo in oltre in Emilia Romagnache la sera della vigilia è tradizione preparare i famosi
tortellini, piatto tipico del giorno di Natale. Al suono delle campane che annunciano la Messa di
mezzanotte, la preparazione della pasta deve essere terminata affinchè tutti possano partecipare
alla Messa.
Il modo di trascorrere, quindi, la vigilia, qui da noi è pressoché uguale. La classica cena con i
parenti, le giocate a tombola, lo scambio dei regali e poi per i cristiani la Santa Messa di
mezzanotte per assistere al miracolo della nascita di Gesù
Ma è per tutti così?Secondo i dati dell’Osservatorio di Milano tre italiani su quattro passeranno
il 25 dicembre a casa, con figli e parenti, sette su dieci andranno alla messa di mezzanotte: il
4% in più rispetto all' anno scorso.
Al momento di friggerli, porli in
un setaccio e scuoterli in modo
da eliminare la farina in
eccesso. Friggeteli pochi alla
volta in abbondante olio
bollente: preleva teli gonfi e
dorati, non particolarmente
coloriti. Sgocciolateli e
depositateli ad asciugare su
carta assorbente da cucina.
Fate liquefare il miele a
bagnomaria in una pentola
abbastanza capiente, toglietela
dal fuoco e unite gli struffoli
fritti, rimescolando
delicatamente fino a quando
non si siano bene impregnati di
miele. Versate quindi la metà
circa dei confettini e della frutta
candita tagliata a pezzettini e
rimescolate di nuovo.
Prendete quindi il piatto di
portata, mettetevi al centro un
barattolo di vetro vuoto e
disponete gli struffoli tutto
intorno a questo, in modo da
formare una ciambella. Poi, a
miele ancora caldo, prendete i
confettini e la frutta candita
restanti e spargeteli sugli
struffoli in modo da cercare di
ottenere un effetto esteticamente
gradevole. Quando il miele si
sarà solidificato, togliete
Ricetta degli struffoli
Tempo di preparazione: 20
min.+ tempo frittura
Porzione: per 10 persone
Ingredienti: farina 600 gr.Uova
4 + 1 tuorloZucchero 2 cucchiai
Burro 80 gr1 bicchierino di
limoncello o rumScorsa di
mezzo limone grattugiata Sale
un pizzico Olio (o strutto ) per
friggere.
Per condire e decorare:- miele
400 gr.- confettini colorati-
confettini cannellini - 100 gr di
arancia candita, 100 gr di cedro
candito , 50 gr di zucca candita
Procedimento:
disponete la farina a fontana,
impastatela con uova, burro,
zucchero, la scorza grattugiata di
mezzo limone, il rum e un poco
di sale. Ottenuto un amalgama
omogeneo e sostenuto, dategli la
forma di una palla e fatelo
riposare mezz’ora. Poi lavoratela
ancora brevemente e dividetela
in pallottole grandi come arance,
da cui ricavare, rullandoli sul
piano infarinato, tanti bastoncelli
spessi un dito; tagliateli a
tocchettini che disporrete senza
sovrapporli su un telo infarinato.
IL PANETTONE
è un dolce tipico milanese ma che
si consuma in tutta Italia. La pasta
morbida è farcita con frutta
candita, scorzette di arancio e
cedro, e uvetta. Il panettone nasce a
Milano ai tempi di Ludovico Il
Moro, quindi verso la fine del ’400,
e ancora oggi si fa con la stessa
ricetta.
Questa ricetta viene poi seguita alla
lettera da Angelo Vergani,
fondatore dell’omonima azienda,
nel 1944.
Anche del panettone esistono molte
Ingredienti
Per la produzione del panettone artigianale si utilizzano esclusivamente i seguenti ingredienti:
Acqua
Farina 0
sale
Uova fresche e/o tuorli pastorizzati
Latte
Burro e/o margarina
zucchero
Frutta candita (in particolare arancia e cedro)
Uvetta sultanina
vanillina
lievito di birra
Lievito naturale
I MOSTACCIOLI
sono dei dolci della tradizione napoletana.
Sono formati da una pasta morbida dal
sapore di miele e frutta candita e sono
coperti da cioccolata. Tra le varianti più
diffuse ci sono quelle con il cioccolato bianco
IL PANDORO
è uno dei dolci tipici italiani. E’ nato a Verona. La
pasta è soffice e profuma di vaniglia. Anche se la
sua nascita risale al 1800, nel 1894 Domenico
Melegatti, proprietario dell’omonima azienda,
brevetta un dolce a forma a tronco di cono con
l’idea di una stella. Il disegno è di un pittore
impressionista, Angelo Dall’Oca Bianca. Viene di
solito venduto con lo zucchero a velo che va
cosparso sopra al pandoro, ma ormai in vendita ci
sono molte varianti: ricoperto di cioccolato, ripieno
di cioccolata o crema pasticcera. Un consiglio
goloso? Provare a tagliarlo orizzontalmente, dopo
averlo riscaldato, e metterci sopra un po’ di
Nutella!
Il buccellato in siciliano cucciddatu è un dolce tradizionale siciliano,
diffuso in tutta l’isola, e consumato nel periodo natalizio. Si tratta di
un impasto di pasta frolla, steso a sfoglia non sottile e farcita con un
ripeno di fichi secchi, uva passa, mandorle, scorze d’arancia o altri
ingredienti che variano a seconda delle zone in cui viene preparato,
poi chiusa e conformata in vari modi, spesso a forma di ciambella.
Il ripieno di mandorle è costituito da un impasto di mandorle pelate,
zuccata (zucca candita) e gocce di cioccolato. Il ripieno di fichi, più
tradizionale, è invece costituito da un impasto di fichi secchi, frutta
candita e pezzetti di cioccolato. Il buccellato “casereccio” viene
solitamente ricoperto di glassa, quello prodotto in pasticceria è
ricoperto di zucchero a velo o di frutta candita. Cotto al forno, il
buccellato si conserva a lungo e, sempre presente nelle tavole
natalizie, viene consumato nell’intero periodo festivo.
I CAVALLUCCI MACERATESI
sono dolci d’antica tradizione, la cui ricetta si tramanda di
generazione in generazione. Di origine contadina sono
entrati nelle consuetudini alimentari di tutta la provincia e
non solo. Appartengono al genere delle paste farcite la cui
origine è assai remota, ma la loro diffusione si è verificata
sicuramente nell’alto medioevo, quando si è diffuso l’uso
della pasta fresca. Particolarmente conosciuti quelli di Apiro.
IL PANPEPATO
è un dolce tipico di varie regioni, da Ferrara a Terni, da Rieti a
Frosinone. E’ un composto di mandorle, nocciole, pinoli, pepe,
cannella, noce moscata, canditi, pezzi di buccia di arance o cedro,
impastati con cacao, miele, farina, mosto cotto d’uva e infine il tutto
cotto al forno. Ci sono dei riferimenti al panpepato già nel ’400. Il
nome deriva dalle spezie che venivano inserite e che lo rendevano un
IL PANFORTE
è un dolce tipico della Toscana, di origini molto antiche. Sembra
infatti che fosse un dolce che già nel Mille veniva servito al
clero. La base è quella del pane a cui vengono aggiunti conce di
arancia, cedro, mandorle e viene coperto dallo zucchero
vanigliato.
I Pasticcini della classe III
La ricetta non si sa, basta un po’ di fantasia e
tanta buona volontà
Il periodo Natalizio offre anche la possibilità di
concedersi una vacanza, molti preferiscono trascorrere
queste vacanze sulla neve per poter sciare, ma gli sport
invernali sono tanti essi comprendono tutte le discipline
sportive che si svolgono su ghiaccio o su neve grazie
alla tecnica dello scivolamento.
Tradizionalmente sono praticate durante il periodo
invernale nei paesi alpini, nell’ Europa settentrionale e
orientale, in Nord America e in Giappone. Negli ultimi
decenni del XX secolo l'introduzione di materiali
sintetici che consentono lo scivolamento come sulle
superfici innevate o ghiacciate, la costruzione di
impianti sportivi al coperto e la diffusione dei sistemi
per l'innevamento artificiale hanno permesso di
estendere la pratica degli sport invernali ad altri periodi
dell'anno. Gli sport invernali piacciono molto ai
bambini, soprattutto quando iniziano ad essere padroni
della tecnica. La massima competizione internazionale
degli sport invernali sono i Giochi Olimpici invernali,
nel cui programma sono inseriti i principali sport (anche
se non tutti) che si praticano su neve e ghiaccio.
Gli sport invernali si possono raggruppare in due grandi
gruppi: sport sulla neve e sport sul ghiaccio.
Sport sulla neve tra i quali il primo
da nominare è sicuramente lo sci, soprattutto la discesa.
A questo sport ci si può avvicinare anche in età
giovanissima perché da piccoli i bambini riescono a
superare più facilmente il timore naturale verso il senso
di vuoto delle pendenze. Lo sci alpino consiste proprio
nello scendere a valle lungo un pendio montano
scivolando sulla neve grazie ad un paio di sci lungo
pendii appositamente attrezzati con impianti di risalita e
specifico trattamento del manto nevoso. La variante
“fuoripista” che non può essere definito una disciplina
sportiva, viene invece
praticata su terreni
innevati non battuti e
questo a volte può
provocare spiacevoli
incidenti dovuti all’imprudenza degli sciatori. Dal punto
di vista agonistico, le gare di sci alpino consistono nel
percorrere nel più breve tempo possibile un tratto di
pista predeterminato.
Meno adatto ai bambini, ma comunque piacevole per
la vicinanza con la natura e paesaggi naturali è lo sci
nordico che raccoglie una serie di discipline in cui il
tacco dello scarpone non è fissato allo sci. Alcune delle
più note specialità ricomprese nello sci nordico sono lo
sci di fondo o anche il salto con gli sci in cui gli atleti
scendono lungo la rampa di un trampolino d cui
spiccano un balzo cercando di atterrare quanto più
lontano possibile dal trampolino. Un altro strumento di
scivolamento nato solo negli anni 60 negli Stati Uniti,
che oramai ha acquistato un suo ruolo nella pratica
sportiva, è lo snowboarding, conosciuto in Italia
semplicemente come snowboard, evoluzione della
tavola da surf portata sulla neve.
In questa disciplina gli sci tradizionali sono stati
sostituiti da una tavola in materiale simile a quello dello
sci che consente all’atleta di esibirsi in piroette e salti.
Anche uno sport ricco di tradizione come lo sci si è
evoluto negli anni novanta grazie al contributo delle
nuove tecnologie. Uno degli sviluppi di maggior
successo è stato il carving. Grazie a nuovi materiali ed a
una riprogettazione della forma, questo sci - più corto,
stretto al centro e largo alle estremità - permette di
imitare le curve strette degli snowboard.
Tra le curiosità più nuove e forse un po’ controverse, si
può ricordare l’heliski una esperienza mista di sci e volo
in elicottero: gli sciatori vengono trasportati in elicottero
sui ghiacciai di alta montagna e poi si lasciano cadere e,
con gli sci attraverso pendii di neve farinosa si scivola
fino a valle
Natale è anche …………….
Neve
Ali sport su ghiaccio
Anche gli sport su ghiaccio hanno una loro tradizione
ed un loro fascino. Sono praticati principalmente su
superfici piane e gli atleti utilizzano pattini su lame
oppure su percorsi in discesa con mezzi adatti allo
scivolamento.
Tra le principali discipline sportive che caratterizzano il
pattinaggio su ghiaccio si può ricordare il pattinaggio
artistico che nei paesi dal clima sufficientemente rigido
si può praticare all’aperto, sulla superficie di laghi,
fiumi e canali sulla cui superficie si sia formato uno
strato di ghiaccio.
Si ritiene che questa tipologia di pattinaggio abbia
avuto le sue origini in Svezia più di dodici secoli fa con
i Vichinghi, ma dei reperti antichi fanno pensare ad
origini risalenti già al 50 A.C..
La disciplina sportiva più suggestiva consiste in una
esibizione dell’atleta che può eseguire salti, piroette e
passi rappresentati su una base musicale.
Ma vi è anche il pattinaggio su ghiaccio di velocità in
cui gli atleti devono percorrere una determinata
distanza nel minor tempo possibile.
Noto è anche l’hockey su ghiaccio, uno sport di squadra
in cui i pattinatori attraverso l'utilizzo di un bastone
ricurvo indirizzano il disco (tecnicamente puck) nella
porta della squadra avversaria. Viene definito
generalmente uno sport veloce e fisico.
L'hockey su ghiaccio è lo sport più popolare in quelle
nazioni dal clima sufficientemente freddo da permettere
la formazione di una copertura naturale di ghiaccio in
ambienti esterni, come il Canada, la repubblica Ceca, i
paesi nordici (in particolare Finlandia e Svezia), Stati
Uniti, Russia e Svizzera. Con l'avvento delle piste di
ghiaccio artificiali si è potuto iniziare a praticarlo anche
nei mesi caldi e soprattutto nei paesi dal clima più
caldo.
Una differente tipologia di sport su ghiaccio consiste
nella percorrenza in discesa di tratti ghiacciati con
mezzi adatti allo scivolamento.
Ci si riferisce allo slittino, ovvero una piccola slitta
dotata di pattini sul quale l’atleta si distende per
prendere velocità con la testa dietro oppure al bob, una
slitta carenata, anch’essa dotata di pattini, che deve
percorrere in velocità una pista attrezzata.
Negli ultimi anni, anche con riferimento a questi sport,
si è assistito ad un ampliamento di discipline nate anche
grazie al mescolamento di discipline diverse come ad
esempio la nuovissima “vela sul ghiaccio” (dall’inglese
ice Flying) in cui si è utilizzato uno scafo tipico delle
imbarcazioni e lo si è dotato di pattini e di una vela da
surf per scivolare su laghi ghiacciati.
Buon Natale
dalla classe III
Nessuno è nato
schiavo, né signore,
né per vivere in
miseria, ma tutti
siamo nati per
essere fratelli.
Nelson Mandela
La Redazione di Danza di Parole Vi Augura Buon
Natale e Vi invita a meditare per costruire insieme un
MONDO più GIUSTO
Tra noi che vale, se ti mando in dono
questi miei versi, o tu parli di me,
che vale il ricordarci quanti sono
i debiti che abbiamo l'un con l'altro,
ogni dedica è scritta, e non ce n'è
di migliori, nè un lascito più scaltro
di quel che scrisse il reciproco amore
del fare insieme, senza chieder conto
di nulla che a quell'opera maggiore
ch'era, non si sa come, amore insieme
operante, che gode del suo vivere,
e noi siam nulla, l'abolito seme...
E' l'opera comune che ha valore,
dimenticami, guardami nel vero
di ciò che fai con lo spontaneo cuore
sempre in quel senso dov'è il più sincero
creder comune, fiamma di candele,
ex voto che favellano al mistero,
consumando il lucignolo e le pene
nel pensier generale, e qual si spegne
prima non conta, è la vita che tiene.
Carlo Betocchi, L'opera comune
Dedico questi versi, che ho fatto miei, ai Nonni e ai
genitori dei miei allievi che hanno collaborato per la
realizzazione di questa piccola e preziosa “Opera d’Arte”
Buon Natale
Anna De Nicola