Post on 01-Aug-2020
transcript
6-04-2011 1
LE POSTURE DELL’ EMIPLEGICO IN FASE ACUTA
Corso di Riabilitazione Neurologica Corso Laurea Scienze infermieristiche A.A.
2009/2010
6-04-2011 2
L’EMIPLEGICO: POSTURE IN FASE ACUTA
L’EMIPLEGIA DA LESIONE CEREBRALE COMPLICAZIONI IN FASE ACUTA DISTURBI NEUROPSICOLOGICI CONDIZIONAMENTI IMPOSTI DA TERAPIE ED
ASSISTENZA ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
6-04-2011 3
L’EMIPLEGIA DA LESIONE CEREBRALE
Perdita completa acquisita o da deficit parziale della funzione motoria di metà corpo, con interessamento del sistema piramidale.
Spesso disturbi di sensibilità, coordinazione, funzioni corticali superiori e, nei casi gravi, di stato di coscienza e di vigilanza.
I disturbi associati sono inscindibili dalla paralisi e vanno valutati ed affrontati assieme.
6-04-2011 4
LE CAUSE
Vascolari (trombosi, embolie, emorragie) Traumatiche (danno diretto cerebrale o compressione
dall’esterno) Neoplastiche (da tumori intra- o extracerebrali) Infiammatorie (ascessi, granulomi, ecc.)
6-04-2011 5
FORME DI ORIGINE VASCOLARE:
Prima causa di disabilità e la seconda di morte nei paesi ricchi.
Emorragie: la mortalità è abbastanza elevata, ma nei sopravvissuti frequente un discreto recupero.
Ischemie di modeste dimensioni: minore mortalità e simili possibilità di recupero.
Ischemie molto estese o ripetute: mortalità ed esiti peggiori.
rischio di recidive 10-15% nel primo anno (poi 5% l’anno)
6-04-2011 6
CONSEGUENZE
inizialmente flaccidità dell’emisoma colpito. ripresa dei riflessi ed ipertonia muscolare di tipo
spastico. ripresa della motricità volontaria (di velocità ed entità
variabile), spesso con cocontrazioni. sinergie primitive di flessione o estensione globale degli
arti, influenzate dai riflessi integrati a livello sottocorticale.
6-04-2011 7
QUADRI CLINICI
sindrome dell’arteria cerebrale anteriore (emiplegia ed emianestesia controlaterali, di norma più gravi all’arto inf. e meno a faccia e mano, abulia ed aprassia ideomotoria).
6-04-2011 8
QUADRI CLINICI
s. dell’arteria cerebrale media (emiplegia, emianestesia, più accentuate a faccia e mano, ed emianopsia controlaterali, disfagia, vescica disinibita; inoltre afasia e aprassia, se lesione sin., o agnosia affettiva e neglect, se lesione dx.)
6-04-2011 9
QUADRI CLINICI
s. dell’arteria cerebrale posteriore (emianestesia e dolori “talamici”, agnosia e deficit visivi, alessia senza agrafia, deficit di memoria)
6-04-2011 10
QUADRI CLINICI
“infarti lacunari” o s. delle arterie perforanti, che irrorano i gangli della base e la capsula interna (emideficit sensitivo, motorio o entrambi, o atassia oppure emiballismo)
6-04-2011 11
QUADRI CLINICI
s. alterne del tronco cerebrale (sintomi da lesione di tipo centrale a corpo ed arti + lesioni di tipo periferico di nervi cranici), tra cui la
s. di Wallemberg, o dell’arteria cerebellare postero-inferiore (emiatassia omolaterale con nausea e vomito, anestesia termodolorfica omolaterale al volto e controlaterale a corpo ed arti, disfonia e disfagia).
6-04-2011 12
PROGNOSI
10% di mortalità entro 30 gg negli ictus ischemici, molto maggiore nelle emorragie. 30% di mortalità ad un anno.
Dopo un mese il 55% è ancora dipendente da altri nelle ADL e negli ictus gravi la percentuale arriva al 95%.
6-04-2011 13
PROGNOSI
Il recupero del cammino autonomo può avvenire in 6 settimane negli ictus moderati, in 11 settimane in quelli gravi e mai nei casi molto gravi;
l’autonomia nelle ADL può essere recuperata in 13 settimane negli ictus moderati ed in più di 17 settimane in quelli gravi.
6-04-2011 14
PROGNOSI MENO FAVOREVOLE
età avanzata gravità del deficit motorio iniziale lesione corticale, soprattutto se vasta lesione dei nuclei della base, con flaccidità prolungata scarso controllo del tronco, all’ingresso in riabilitazione gravita dei disturbi della coscienza in fase acuta deficit sensitivi, deficit campimetrici e neglect incontinenza e deficit cognitivi depressione e scarsa motivazione ..
6-04-2011 15
COMPLICAZIONI IN FASE ACUTA
6-04-2011 16
COMPLICAZIONI IN FASE ACUTA
Colpiscono fino al 60% dei paz, nei 2/3 dei casi sono multiple e sono la maggiore causa di morte dopo la prima settimana.
Malnutrizione, favorita da disturbi della coscienza, deficit motori, disfagia.
Infezioni urinarie, favorite da alterazioni dell’alvo e della minzione e dal catetere.
Broncopolmoniti, favorite da deficit motori, disturbi della coscienza, disfagia.
6-04-2011 17
COMPLICAZIONI IN FASE ACUTA
Trombosi venosa profonda ed embolia polmonare, favorita da immobilità a letto e disidratazione.
Lesioni da decubito, favorite da deficit sensitivo-motori, disturbi della coscienza, stato catabolico ed incontinenza.
Rigidità articolari e contratture, favorite da immobilità, posture scorrette ed alterazioni del tono muscolare.
Dolori articolari, favoriti da deficit sensitivo-motori, disturbi della coscienza e nursing non corretto.
6-04-2011 18
COMPLICAZIONI IN FASE ACUTA
Disorientamento e passività, favoriti da disidratazione, stato generale, ambiente deprivante e spersonalizzante.
6-04-2011 19
SUBLUSSAZIONE DI SPALLA
La spalla è un’articolazione molto mobile e la sua stabilità è assicurata da
strutture passive (capsula articolare) Strutture attive (muscoli della cuffia dei rotatori)(vedi fig
1) un danno delle une o delle altre può causare instabilità.
6-04-2011 20
SUBLUSSAZIONE DI SPALLA
Fig 1: ruolo stabilizzante di capsula e sovraspinoso
6-04-2011 21
SUBLUSSAZIONE DI SPALLA
Dipende dalla posizione anomala della scapola e da deficit dei muscoli della cuffia dei rotatori e del
deltoide posteriore È più frequente in fase flaccida
6-04-2011 22
SUBLUSSAZIONE DI SPALLA
Fig 2: insufficienza degli stabilizzatori
6-04-2011 23
SUBLUSSAZIONE DI SPALLA
Per evitare o contenere la sublussazione: appositi esercizi per riposizionare reclutare i muscoli della
cuffia dei rotatori. utili Biofeedback ed elettrostimolazione di abduttori ed
extrarotatori dell’omero. utile bendaggio della spalla, ma non è utile reggibraccio.
6-04-2011 24
SPALLA DOLOROSA
La spalla diventa dolente per una forma di tipo periartritico, come:
borsite tendinite (favorita dall’esistenza di “zone critiche” nei
tendini della cuffia e da uso e posture alterate)(fig 3) Capsulite talora per stiramento del plesso brachiale.
6-04-2011 25
SPALLA DOLOROSA
Fig 3: area critica dei tendini della cuffia
6-04-2011 26
SPALLA DOLOROSA
PREVENZIONE: evitare trazioni o mobilizzazione eccessive dell’arto usare supporti in gommapiuma e posture di riposo
dell’arto sup in flesso-abduzione.
6-04-2011 27
SPALLA DOLOROSA
TERAPIA (da iniziare precocemente): FANS, infiltrazioni crioterapia, TENS posture antalgiche e con arto sup elevato mobilizzazioni non forzate né dolorose
6-04-2011 28
SINDROME SPALLA-MANO
Forma di tipo algodistrofico, con alterazioni della circolazione (soprattutto linfatica e venosa)(fig 4), edema, alterazioni cutanee, rigidità articolare di spalla, polso e dita con retrazioni delle capsule articolari (fig 5), ipotrofia muscolare e dolori persistenti.
Spesso si sviluppa tra il I ed il III mese dall’ictus.
6-04-2011 29
SINDROME SPALLA-MANO
Fig 4:alterazioni circolatorie
6-04-2011 30
SINDROME SPALLA-MANO
Fig 5: meccanismi di riduzione dell’articolarità
6-04-2011 31
SINDROME SPALLA-MANO
PREVENZIONE: evitare movimenti traumatizzanti per spalla e mano,
prolungate posizioni con arto sup. declive, spalla in adduzione-intrarotazione o polso in flessione
evitare infusioni endovenose alla mano paretica mettere il paziente seduto con mano lesa appoggiata ad
un tavolino davanti a sé.
6-04-2011 32
SINDROME SPALLA-MANO
CURA: azioni preventive terapia medica antinfiammatoria ed analgesica Elastocompressione mobilizzazione ripetuta ma non traumatizzante eventuali tutori
6-04-2011 33
DISTURBI NEUROPSICOLOGICI
In fase acuta sono frequenti i disturbi della coscienza e di specifiche funzioni corticali superiori; questi ultimi spesso permangono a lungo.
Alterazioni, spesso temporanee, della coscienza e di funzioni generali: coma, stupore, sopore, rallentamento, confusione mentale e deterioramento cognitivo (da lesioni multiple o diffuse).
6-04-2011 34
DISTURBI NEUROPSICOLOGICI
DEFICIT NEUROPSICOLOGICI SPECIFICI: Disturbi della memoria o “amnesie” (da lesioni temporale o
frontale). Disturbi del linguaggio o “afasie” (da lesioni emisferiche sin). Disturbi della percezione o “agnosie” (da lesioni delle aree
sensitive secondarie). Disturbi di rappresentazione emispaziale o “neglect” (da
lesioni dx). Disturbi delle prassie, cioè della capacità di organizzare
movimenti volontari, o “aprassie” (di solito da lesioni emisferiche sin).
6-04-2011 35
LA SINDROME DELLA SPINTA (PUSHER’S SYNDROME)
6-04-2011 36
LA SINDROME DELLA SPINTA (PUSHER’S SYNDROME)
È un’alterazione posturale più frequente in fase acuta, ma talora di lunga durata nelle lesioni emisferiche dx (o nelle sin con grave afasia), con grave ipoestesia, deficit del campo visivo e/o neglect.
Il paziente tiene il capo ed il tronco incurvati verso il lato sano, ha difficoltà a girare il capo o lo sguardo verso il lato della paresi e con gli arti del lato sano si spinge fortemente verso la parte paretica.
Spesso il volto è amimico e la voce monotona.
6-04-2011 37
LA SINDROME DELLA SPINTA (PUSHER’S SYNDROME)
Sul letto ha paura di cadere dal lato sano e se si prova a metterlo seduto o in piedi perde l’equilibrio, perché si spinge troppo verso il lato paretico.(vedi fig 6)
In piedi spesso l’arto inferiore va in triplice flessione o si incrocia davanti all’altro (in entrambi i casi non può sostenere carico) (fig 7).
6-04-2011 38
LA SINDROME DELLA SPINTA (PUSHER’S SYNDROME)
Fig 6: sindrome della spinta Fig 7: tentativo di deambulazione
6-04-2011 39
LA SINDROME DELLA SPINTA (PUSHER’S SYNDROME)
TRATTAMENTO IN FASE ACUTA: a letto curare l’allineamento posturale, in particolare del
capo, approcciarlo dal lato paretico e dare stimolazioni sensitive allo stesso.
sederlo con il tronco eretto (mai inclinato indietro) e le braccia appoggiate davanti a sé. (eventualmente si può provare a togliere il bracciolo dal lato sano, così non può spingersi dall’altro)
6-04-2011 40
CONDIZIONAMENTI IMPOSTI DA TERAPIE ED ASSISTENZA
Soprattutto nei primi tempi, ci sono molti impedimenti alle possibilità di partecipazione del paziente al programma riabilitativo:
prioritarie le terapie mediche monitoraggio di parametri vitali assicurare la funzione respiratoria, alimentare ed
escretoria, prevenire le complicazioni segnalate prima.
6-04-2011 41
CONDIZIONAMENTI IMPOSTI DA TERAPIE ED ASSISTENZA
Bisogna, però, considerare fin dal primo giorno l’aspetto riabilitativo:
Rispettare il paziente, evitandogli dolori, stress e disagi. Facilitargli comprensione e comunicazione. Evitare disagi e costrizioni all’emisoma plegico,
favorendone anzi l’utilizzo. Favorire la partecipazione e l’autonomia per quanto
possibile, riducendo l’aiuto diretto al minimo possibile, ma assicurando presenza, incoraggiamenti, consigli e sicurezza ..
6-04-2011 42
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE
6-04-2011 43
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE
TONO MUSCOLARE: può essere definito come lo stato di contrazione muscolare prolungata, indipendente dalla volontà, e cioè la resistenza avvertita mentre si mobilizza un’articolazione, a soggetto rilassato.
6-04-2011 44
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE
SPASTICITÀ: Disordine motorio caratterizzato da un aumento, velocità-
dipendente, del riflesso tonico da stiramento muscolare, come componente della sindrome del motoneurone superiore (Lance 1980).
Questo provoca iperreflessia tendinea, talora cloni, ed ipertonia muscolare, che interessa preferenzialmente certi gruppi muscolari.
6-04-2011 45
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE
Lo sviluppo di questi fenomeni non è immediato dopo la lesione, ma richiede un “tempo di riorganizzazione” (fase di diaschisi, shock spinale,ecc.), interpretato come “plasticità” dei livelli sottolesionali.
6-04-2011 46
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE
CLONO: oscillazione automantenuta nell’arco riflesso, quando questo opera in condizioni di alto guadagno (nello spastico il guadagno del riflesso rimane fisso ai valori più alti del normale range)
6-04-2011 47
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE
COCONTRAZIONE: Si definisce “inibizione reciproca naturale” quella del
riflesso di stiramento dell’antagonista, durante la contrazione dell’agonista.
Questo fenomeno è abolito o ridotto nei paz. con spasticità, per cui si ha incapacità di controllo sui riflessi da stiramento e quindi cocontrazione di agonista ed antagonista insieme.
6-04-2011 48
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE
RIFLESSI FLESSORI: possono evocarli stimoli nocicettivi, tramite afferenze cutanee, articolari e muscolari, attraverso via polisinaptica (latenze > 100 msec.). Livelli diversi di intensità:
a) ipsilaterale, brusca e breve b) bifasica (flessione, poi estensione) c) irradiata (estensione crociata) d) riflesso di massa (con sintomi disautonomici).
6-04-2011 49
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE
CONTRATTURA: Il muscolo spastico resta accorciato per tempi lunghi ->
variano le caratteristiche tissutali, con maggiore resistenza allo stiramento -> accorciamento della parte contrattile, con riduzione numero sarcomeri ed aumento del collagene nel tessuto di sostegno, con ulteriore aumento della rigidità (= stiffness), non direttamente dipendente dal riflesso da stiramento.
Nella spasticità è quindi necessario distinguere l’apporto dell’ipereccitabilità riflessa e quello, che sembra prioritario, dei cambiamenti muscolari.
6-04-2011 50
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE
TIPI DI SPASTICITÀ: Nell’emiplegico è usualmente in estensione-extrarotazione
all’arto inferiore ed in flessione-intrarotazione all’arto superiore, prevalgono cocontrazione, reclutamento muscolare disordinato, debolezza e affaticabilità.
Nelle lesioni midollari, invece, dominano spasmi e riflessi flessori, con schemi in adduzione-intrarotazione.
6-04-2011 51
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE
RIFLESSI TONICI POSTURALI: Nelle lesioni dei centri motori superiori, il tono muscolare viene maggiormente influenzato dai riflessi tonici integrati a livello del tronco cerebrale ed in particolare:
riflesso vestibolare riflesso tonico simmetrico del collo riflessio tonico asimmetrico del collo
6-04-2011 52
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE
DISTRIBUZIONE USUALE DELLA SPASTICITÀ: Nell’emiplegico ci sono gruppi muscolari usualmente più
spastici e quindi movimenti spontaneamente più forti. Sono molto difficili movimenti selettivi Sono favoriti gli schemi motori primitivi, in cui tutte le
articolazioni di un arto sono in flessione, oppure tutte in estensione
6-04-2011 53
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE
ALL’ARTO SUPERIORE: Frequente schema flessorio, che comprende spalla
abdotta intrarotata, flessione di spalla, gomito, polso e dita e supinazione di avambraccio
Meno spesso schema estensorio, dove all’estensione di tutte le articolazioni (a parte le dita che sono flesse), si associa adduzione-intrarotazione di spalla e pronazione di avambraccio
6-04-2011 54
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE
ALL’ARTO INFERIORE: può esserci uno schema flessorio, con flessione di anca,
ginocchio e talora caviglia, abduzione-extrarotazione di anca ed inversione del piede
Più spesso schema estensorio, con estensione di anca, ginocchio e caviglia, adduzione-extrarotazione di anca ed inversione del piede
6-04-2011 55
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE
Gli schemi tendono a causare: contrattura dei muscoli stimolati più frequentemente debolezza, fino alla completa paralisi, dei muscoli che
non vengono mai reclutati (come gli intrarotatori dell’anca, i peronieri, gli extrarotatori di spalla e gli estensori delle dita) ..
6-04-2011 56
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
6-04-2011 57
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
CONSIDERARE EVENTUALI CONDIZIONAMENTI ASSOCIATI:
patologie infettive Cardiovascolari Respiratorie Metaboliche disturbi intestinali e vescico-sfinterici terapie mediche o di supporto in atto.
6-04-2011 58
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
DISTURBI DELLA COSCIENZA: usualmente si cerca di favorire la ripresa di un normale stato di coscienza, del contatto con l’ambiente e del ritmo sonno-veglia, con una corretta stimolazione ambientale (evitare stimoli eccessivi o disturbanti; favorire regolare alternanza di tempi di stimolazione plurisensoriale, con riproposizione di stimoli familiari, a tempi di tranquillità, ecc.).
6-04-2011 59
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
DISTURBI DI SENSIBILITÀ E PERCEZIONE: che il paziente possa vedere, sentire e capire meglio
possibile il mondo attorno a lui che sia approcciato dal lato leso ed invogliato a rivolgere
la sua attenzione da quella parte (fig. 1) che l’emisoma ipoestesico o trascurato sia sottoposto a
stimoli tattili riconoscibili, in un contesto affettivo o significativo (la percezione ed il riconoscimento degli stimoli sono favoriti se questi iniziano presso la linea mediana e si dirigono lateralmente).
6-04-2011 60
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
Fig. 1: disposizione della camera
6-04-2011 61
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
DISTURBI DELLA RESPIRAZIONE E DELLA DEGLUTIZIONE:
esercizi respiratori e tosse assistita posture facilitanti del capo-collo assunzione di alimenti cremosi, poi progressivamente più
solidi o più liquidi stimolazioni buccali e della deglutizione con stimoli
tattili, cibi acidi o ghiaccio.
6-04-2011 62
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
POSIZIONAMENTO CORRETTO A LETTO: su materasso idoneo alternare posture antidecubito, che contemporaneamente
inibiscano dolori, retrazioni e spasticità e facilitino uso dell’emisoma plegico
in particolare la spalla deve sempre essere “protetta” e la mano edematosa deve sempre essere in alto
ricordare che a capo ruotato, il riflesso tonico asimmetrico del collo favorisce lo schema estensorio dell’arto sup. facciale e flessorio di quello nucale (posizione a schermidore).
6-04-2011 63
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
Controproducente è la posizione semiseduta: per i riflessi tonici, la flessione cervicodorsale accentua la
spasticità negli schemi già usualmente presenti Per il riflesso tonico labirintico, la posizione supina accentua
la spasticità estensoria degli arti, ma può essere usata posturando con cuscini o sacchetti di sabbia l’emisoma plegico: spalla protratta in lieve abduzione, gomito, polso e dita estesi, bacino derotato con anca e ginocchio estesi e tibiotarsica a 90° (o almeno non obbligata in plantiflessione) (vedi fig 2).
6-04-2011 64
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
Fig 2: postura supina
6-04-2011 65
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
Posizioni migliori sono quelle sui fianchi, che consentono molte varianti in cui le articolazioni sono in posizioni confortevoli, combinate in modo da “rompere” gli schemi primitivi.(fig 3 e 4).
Tutte le posture devono essere controllate spesso (i pazienti tendono a “sfuggire” ed a mettersi in posizioni sbagliate)
Vanno alternate ogni 2-3 ore
6-04-2011 66
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
Fig 3 e 4: decubito sul fianco plegico e sul fianco sano
6-04-2011 67
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
INSEGNARE ATTIVITÀ AUTOASSISTITE: diminuire la spasticità e mobilizzare l’arto superiore
(intrecciando le dita con il pollice plegico sopra l’altro, si può estendere il gomito e protrarre la spalla, quindi elevare l’arto sup.)
sollevare il bacino (fig 5) rotolare nel letto (con gli arti sup. ben avanti nella posizione
precedente, e gli arti inferiori flessi, la rotazione è facilitata) (fig 6 e 7)
mettersi seduto sul bordo del letto (distesi sul fianco portare i piedi fuori del letto e far forza con il gomito inferiore, tenendo ben avanti testa e spalla superiore) (fig 8)
6-04-2011 68
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
Fig 5: sollevare il bacino dal letto
6-04-2011 69
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
Fig 6: ruotare sul lato plegico
6-04-2011 70
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
Fig 7: ruotare sul lato sano (particolare delle mani)
6-04-2011 71
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
Fig 8: sedersi sul bordo del letto
6-04-2011 72
RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA
MOBILIZZAZIONE PASSIVA TERRITORIO PLEGICO:
per mantenere articolarità completa di tutte le articolazioni (evitando di forzare in direzioni dolorose o nel senso delle deformità attese)
per mantenere allungabilità muscoli che tendono a retrarsi (in particolare bi- o poliarticolari), evitando di risvegliare o peggiorare spasticità.
Appena possibile, far prendere coscienza al paziente dei movimenti eseguiti, fargli “pensare il movimento senza farlo”, per arrivare poi a mobilizzazione assistita. ..
6-04-2011 73
RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
6-04-2011 74
RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
POSTURA SEDUTA: (progressivamente per tempi maggiori, nei limiti delle capacità del paziente di tenersi sveglio ed eretto!)
seduto ben indietro, con rachide verticale (schienale adatto)
anche e ginocchia a 90°, piedi appoggiati arti superiori appoggiati su braccioli, o meglio in vista su
tavolo, davanti a sé (fig 9).
6-04-2011 75
RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
Fig 9: seduto al tavolo
6-04-2011 76
RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZELLA: Partenza a paziente seduto non troppo basso, con piedi a terra,
allargati 20 cm, ed avambracci appoggiati sulle spalle dell’operatore
questi sta di fronte, i piedi all’esterno di quelli del paziente e le ginocchia contro le sue, le braccia estese, che sostengono quelle del paziente e le mani che si afferrano al bordo mediale delle scapole
l’operatore, portando indietro il peso, fa inclinare avanti il tronco del paziente e ne protrae le spalle
usando lo sbarramento delle ginocchia fa sollevare il bacino dal sedile, lo fa ruotare e lo fa risedere (fig 10).
6-04-2011 77
Fig 10: passaggio seduto-in piedi
RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
6-04-2011 78
RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
Se il paziente può collaborare di più, gli si fanno tenere le braccia tese e le dita intrecciate
in questa posizione gli sarà più facile avanzare il baricentro e rialzarsi in piedi
il terapista guida il movimento con le mani sui trocanteri del paziente.
6-04-2011 79
RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
ESERCIZI PER IL TRONCO: Rotolamenti, raddrizzamenti e movimenti spirali a lettino o
sul tappeto correzione e controllo della postura seduta trasferimenti di carico, inclinazioni e rotazioni da seduto
6-04-2011 80
RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
ESERCIZI PER ARTO INFERIORE: a lettino, da seduto, poi in piedi in posizioni simmetriche o asimmetriche in scarico o in carico bi- e monopodalico eventualmente con le mani su un piano o appoggiato al
muro.
6-04-2011 81
RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
ESERCIZI PER DEAMBULAZIONE: con assistenza del terapista, sempre minore cambi di direzione e superamento di scalini miglioramento delle reazioni di equilibrio e paracadute Soprattutto nei pazienti anziani e con compromissione
sensitiva, può essere utile l’ausilio di un quadripode o bastone talora, almeno temporaneamente, ginocchiera rigida per
consentire di iniziare esercizi in carico sull’arto plegici più spesso tutore dinamico o statico della caviglia.
6-04-2011 82
RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
ESERCIZI PER L’ARTO SUPERIORE: inibizione della spasticità, rinforzo dei muscoli più deboli e
controllo di posizioni e movimenti fuori schema cura della sindrome “spalla-mano” miglioramento della percezione tattile, della manipolazione
fine (quando possibile) e delle attività funzionali eventualmente usare ortesi per mantenere dita e/o il polso
in estensione, purché non aumentino la spasticità stessa.
6-04-2011 83
RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
ERGOTERAPIA: i deficit residui possono essere anche importanti è utile insegnare al paziente strategie alternative per
compiere le più comuni azioni addestrarlo all’uso di accorgimenti ed ortesi utili consentirgli di esercitarsi a lungo.
6-04-2011 84
RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
ESERCIZI PER IL VISO: per ridurre o vicariare i disturbi da ipoestesia, anomalie del
tono ed assenza di movimenti fini e coordinati (con conseguenti problemi di masticazione, deglutizione, fonazione, espressione, estetica)
controllare tono e postura del collo stimolare movimenti più validi di lingua e guance (per
migliorare masticazione e fonazione) facilitare la mimica facciale controllo dell’emissione di fiato
6-04-2011 85
RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
LOGOPEDIA: ciascun paziente con lesione dell’emisfero dominante
dovrebbe venir valutato da un logopedista Se sono presenti deficit, chi ha contatti con il paziente
dovrebbe esser messo al corrente delle tecniche più appropriate di comunicazione
In molti casi, quando il paziente può collaborare a sufficienza, è importante iniziare un trattamento logopedico a lungo termine
6-04-2011 86
RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
RIABILITAZIONE DELLE FUNZIONI COGNITIVE (Deficit di attenzione e memoria, neglect, agnosie, aprassie):
Questi deficit peggiorano la prognosi funzionale devono essere ricercati e ben valutati Devono essere sottoposti a trattamenti con specifiche
strategie per il miglioramento o il compenso ..
6-04-2011 87
L’EMIPLEGICO: POSTURE IN FASE ACUTA
L’EMIPLEGIA DA LESIONE CEREBRALE COMPLICAZIONI IN FASE ACUTA DISTURBI NEUROPSICOLOGICI CONDIZIONAMENTI IMPOSTI DA TERAPIE ED
ASSISTENZA ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE RIABILITAZIONE IN FASE ACUTA RIABILITAZIONE IN FASE POST-ACUTA
6-04-2011 88
IL PAZIENTE DEVE FAR DA SOLO NEI LIMITI DEL POSSIBILE
Per i pazienti è più facile imparare in situazioni reali L’apprendimento si verifica solo in seguito a prestazioni
riuscite Per migliorare il proprio livello di prestazione bisogna lavorare
vicino al proprio limite La conseguenza di insuccessi prolungati e ripetuti è la
demotivazione
6-04-2011 89