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L’ETÀ DEGLI
SCIPIONI
La conquista dell’Oriente accelera il processo di ellenizzazione della società
romana (lingua, letteratura, arte, pensiero), grazie anche alla presenza a Roma di
eminenti intellettuali greci (Panezio di Rodi, Polibio).
Una parte dell’aristocrazia promuove questa tendenza: attorno a Scipione
Emiliano si raccoglie un’élite filellena nota come circolo degli Scipioni.
In realtà non si tratta di un vero e proprio
circolo con un suo programma (immagine
nata dalla ricostruzione di Cicerone e dal
confronto oraziano con il circolo di Mecenate),
ma di aristocratici accomunati da
interessi culturali.
Le rovine di Corinto
Il circolo degli Scipioni
L’ellenizzazione della società romana
L’ellenizzazione della società romana si traduce in una più ampia diffusione della
lingua greca, in un più vivo interesse per la letteratura: un aristocratico come
Lucilio si dedica in prima persona alla poesia.
Il circolo degli Scipioni promuove in ambito letterario
un rapporto più stretto e personale tra artisti e
protettori: Ennio per esempio segue in guerra Marco
Fulvio Nobiliore per esaltarne le gesta. L’auriga di Delfi
Dal mondo greco arrivano anche la filosofia (col suo potenziale di critica nei
confronti della società romana) e la retorica: elementi di cui Catone, nemico
giurato del filellenismo, seppe intuire i pericoli e sfruttare i vantaggi.
Ennio
Ennio è simbolo di un’epoca di assimilazione della cultura greca da parte del
mondo romano: nella sua opera trovano posto la filosofia (pitagorismo,
evemerismo), la filologia e naturalmente i modelli letterari della Grecia
arcaica, classica ed ellenistica.
D’altra parte questi elementi vengono impiegati
nella cornice di un poema, gli Annales, che esalta
l’ascesa di Roma.
Laocoonte
Vita
Quinto Ennio nasce nel 239 a.C. a Rudiae in Calabria (estremità meridionale
dell’attuale Puglia), area di cultura italica fortemente grecizzata; Ennio dichiara di
avere tria corda perché parla tre lingue: osco, greco, latino.
Giunge a Roma nel 204 dalla Sardegna (dove milita sotto le insegne romane) al
seguito di Catone il censore.
Nel 189-187 segue Marco Fulvio Nobiliore nella
campagna contro la lega Etolica per celebrarne le
gesta (nella praetexta Ambracia); da questo
momento si mantiene vicino all’aristocrazia
filellenica e al circolo scipionico.
Eretteo, la loggetta delle Cariatidi
Ennio muore nel 169.
La produzione teatrale
Ennio esordisce come autore teatrale; la sua ricca produzione comprende
tragedie e commedie. Di lui si conoscono:
i titoli e brevi frammenti di una ventina di cothurnatae ispirate al ciclo troiano
- in esse risulta accentuato l’elemento patetico e spettacolare e si insiste sui
sentimenti più oscuri, come terrore, paura;
i titoli di due commedie: Caupuncula e
Pancratiastes;
i titoli di due praetextae: Ambracia e
Sabinae.
Pietro da Cortona, Ratto delle Sabine (1627-
1629)
Gli Annales
L’opera più famosa di Ennio sono senza dubbio gli Annales, un poema epico-
storico in esametri che in 18 libri ripercorre e celebra la storia romana dalle
origini all’epoca del poeta.
Il titolo allude agli Annales maximi, cioè alla raccolta delle informazioni
riportate anno dopo anno sulla tabula dealbata dal pontefice massimo; si vuole
sottolineare l’ordine cronologico dell’esposizione e la completezza della
trattazione.
Il poema si ispira all’epica ellenistica che celebrava
singoli sovrani (Ennio riserva grande attenzione ai
protagonisti della storia romana, come il Temporeggiatore
e Scipione Emiliano), ma l’interesse si concentra sulla
storia di una città, con i suoi valori fondanti. Peter Paul Rubens, Romolo e Remo
(1616)
Le innovazioni
Le innovazioni nella struttura e nei contenuti rispetto all’epica di Nevio
rappresentano debiti del poeta nei confronti della cultura letteraria greca.
Le novità più significative sono:
l’invocazione alle Muse dell’Olimpo, non più alle Camene;
l’apparizione di Omero in sogno e la sua reincarnazione in
Ennio (metempsicosi);
l’abbandono del saturnio (verso dei Fauni, divinità agresti del
Lazio, e dei vates, gli antichi profeti) in favore dell’esametro;
il richiamo alla poetica alessandrina, fondata sull’originalità,
sulla raffinatezza stilistica e sull’erudizione (Ennio si definisce
dicti studiosus, cioè dicti studiosus). Omer
o
Lo stile
Dai non numerosi frammenti in nostro possesso è possibile individuare come tratti
stilistici caratteristici degli Annales:
l’uso di grecismi lessicali traslitterati, ma anche di costruzioni e di desinenze
greche;
l’uso di esametri olospondiaci e
olodattilici (ritmi finalizzati a conseguire
determinati effetti);
la ricchezza di figure di suono, in particolare
l’onomatopea.
Paul Rubens, Pitagora difende il vegetarianesimo
(1620)
Opere minori
Di Ennio si conoscono anche altre opere. Tra esse ricordiamo:
titolo contenuti
Hedyphagetica opera didascalica in esametri sulla gastronomia, di intonazione parodica, ispirata a un poemetto di Archestrato di Gela (IV sec. a.C.)
Saturae raccolta di componimenti diversi per metro e per contenuto
Euhemerus scritto forse in prosa, divulgava il pensiero di Evemero di Messina (III sec. a.C.), secondo cui gli dèi erano originariamente uomini dotati di virtù eccezionali e divinizzati in quanto benefattori dell’umanità
Epicharmus opera in poesia ispirata a dottrine pitagoriche attribuite al commediografo Epicarmo di Siracusa (V sec. a.C.), secondo le quali gli dèi sarebbero personificazioni di forze della natura
Catone
Marco Porcio Catone nasce nel 234 a.C. a Tusculum da una famiglia benestante
di proprietari terrieri.
Durante la seconda guerra punica è questore al seguito di Scipione Africano.
Homo novus, percorre il cursus honorum fino al
consolato (195) e alla censura (184), presentandosi
sempre come nemico del lusso e strenuo difensore
del mos maiorum contro la decadenza morale legata
all’infiltrazione di elementi stranieri, soprattutto greci.
Catone muore nel 149.
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Le Origines
Le Origines sono la prima opera storica scritta in prosa latina: in 7 libri narravano
le origini di Roma e di altre città italiche, per poi giungere all’epoca dell’autore.
Tratti distintivi dell’opera dovevano essere:
l’interesse etnografico per le popolazioni italiche;
il grande spazio dedicato alle vicende contemporanee;
la scelta del latino al posto del greco, preferito dai primi annalisti romani;
l’inserimento di orazioni di Catone stesso, che in questo
modo difendeva il proprio operato politico;
la presentazione della res publica come opera
collettiva del populus romano stretto intorno alla classe
dirigente.
La Curia Hostilia
Il De agri cultura
Il De agri cultura è il testo di prosa latina più antico che ci sia giunto per intero.
Articolato in una prefazione e 170 capitoli, fornisce precetti in forma asciutta e
schematica, senza ornamentazione letteraria né riflessioni filosofiche.
Destinatario ne è il proprietario terriero, tradizionalmente rappresentato nelle
vesti del pater familias, che amministra non una piccola proprietà agricola a
conduzione familiare, ma un latifondo. Utilitaristico l’approccio ad alcuni aspetti,
come il trattamento da riservare ad animali e schiavi.
L’agricoltura viene elogiata come l’attività più sicura
e più onesta, atta a formare buoni cittadini e valorosi
soldati.
Schiavi al lavoro
Le altre opere
Di Catone ci sono note altre opere in forma frammentaria:
titolo contenuti
Praecepta ad Marcum filium
impostata come un trattato indirizzato al figlio Marco, quest’opera costituisce la prima enciclopedia dei saperi: medicina, arte militare, retorica
Carmen de moribus
l’opera, forse composta in una prosa fortemente ritmica come gli antichi carmina, conteneva considerazioni ispirate al mos maiorum
le orazioni efficace strumento di azione politica, le orazioni di Catone (a noi note in forma frammentaria) testimoniano la sua abilità retorica – alla quale non è estranea la retorica greca, anche se dissimulata - e i suoi orientamenti politici.
Catone e la cultura greca
Catone conosceva la cultura greca, come si evince:
dal De agri cultura (acquisizioni della scienza agricola greca);
dalle Origines (si sospetta l’influenza di Timeo di Tauromenio, autore di una
storia dell’Occidente);
dalle orazioni, con il loro stile vivace e ricco di movimento.
Catone però non ha mai ammesso questo suo debito, anzi ha
combattuto il pericolo insito nel razionalismo della cultura
greca, capace di disgregare le basi etico-politiche della res
publica romana (cfr. la cacciata dei tre filosofi), di favorire
l’emergere di personalità di prestigio (ostilità nei confronti
degli Scipioni), di incoraggiare il lusso.
Carnead
e
Lucilio
Gaio Lucilio è il primo letterato di condizione agiata (la famiglia apparteneva
all’ordine equestre) a rifiutare l’impegno politico e a dedicarsi stabilmente alla
letteratura; i suoi interessi lo avvicinano al circolo degli Scipioni.
Questi i dati fondamentali della sua biografia:
nasce a Suessa Aurunca intorno al 170 a.C.;
partecipa all’assedio di Numanzia (133), con cui
Scipione Emiliano stronca la resistenza dei Celtiberi;
muore nel 102.
Rovine di
Numanzia
L’opera
Lucilio è autore di 30 libri di satire (a noi note solo in frammenti). La divisione
risale al grammatico Valerio Catone (I sec. a.C.) e si basa su criteri metrici:
Già coltivata da Ennio, la satira trova in Lucilio il suo fondatore perché questi:
introduce l’esametro come metro caratteristico del genere;
introduce il moralismo e l’aggressività polemica come elementi tematici
portanti.
libri metri
1-21 esametri (è il nucleo più recente)
22-25 distici elegiaci
26-30 metri vari (è il nucleo più antico)
La satira
La satira è l’unico genere letterario romano privo di un corrispondente nella
letteratura greca. Oltre che dall’uso dell’esametro essa è caratterizzata da:
una vasta gamma tematica;
ampia libertà di espressione riservata al poeta.
Per il termine satira il grammatico Diomede propone quattro etimologie:
satura lanx: piatto di primizie offerto agli dèi;
satura: un ripieno costituito da uva passa e altri
ingredienti;
una proposta di legge comprendente parecchi
provvedimenti;
l’esistenza di un nesso con i satiri.
Affresco pompeiano
Tematiche e stile
Come suggerito dalle etimologie, la ricchezza tematica della satira luciliana è
impressionante. Nei frammenti superstiti troviamo infatti:
parodie epiche, p. es. il concilio degli dèi che condanna Lentulo Lupo;
narrazioni di viaggi, come l’Iter Siculum;
spunti di poesia gastronomica;
considerazioni di retorica e poetica, questioni
critico-letterarie e grammaticali;
tirate moralistiche contro il luxus, le manie
grecizzanti e la vita frenetica.
La varietà è la caratteristica preminente anche in ambito
stilistico: il registro elevato della parodia epica convive con
elementi di linguaggi specialistici e con tanti grecismi nella
cornice del sermo, la lingua della conversazione quotidiana. Affresco
pompeiano