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Lez. 3 Gli a+ori in gioco
Corso AEC © Edizioni Forepsy 2014
In questa lezione imparerai…
ü quali sono gli a+ori in gioco (ossia i sistemi in cui > muovi come AEC e in cui si colloca la tua relazione con l’alunno disabile);
ü a collocar> nella complessità del sistema riconoscendo le specifiche competenze dei diversi aGori in gioco
(scuola, Coopera>va, famiglia, etc.);
ü a evitare deleghe, valorizzare il tuo ruolo e potenziare la tua azione aGraverso il lavoro d’équipe.
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Quali sono gli a"ori in gioco? Ossia il contesto in cui > muovi come AEC e in cui si
colloca la tua relazione con l’alunno disabile… AEC e alunno con disabilità non si muovono in uno spazio vuoto… bensì all’interno e «tra» diversi sistemi
interconnessi.
Andiamo a conoscerli!
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Gli a+ori in gioco…
COMMITTENZA (Scuola – Comune – Coopera>va)
UTENZA (alunno, famiglia)
CONTESTO (classe,
insegnan>, cultura
is>tuzionale)
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LA SCUOLA L’autonomia
L'autonomia funzionale delle is>tuzioni scolas>che ha ridoGo il peso delle indicazioni norma>ve ed is>tuzionali, favorendo una maggiore discrezionalità nell'elaborazione della progeGazione educa>va (sebbene all’interno di una serie di principi garan>> per legge, tra cui il diriGo al successo forma>vo di tu3 gli alunni). Per far sì che l’autonomia funzionale sia efficace, però, è necessario un buon livello organizza5vo.
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LA SCUOLA Gli organi collegiali
COLLEGIO DOCENTI • È presieduto dal Dirigente
Scolas>co e include tu[ gli insegnan> in servizio nell’Is>tuto Scolas>co;
• elabora il POF sulla scorta dei criteri generali defini> dal Consiglio di Circolo/Is>tuto;
• elabora la programmazione dida[co-‐educa>va annuale;
• formula proposte per la definizione del piano annuale delle a[vità e l’u>lizzo del fondo d’Is>tuto;
• definisce l’ar>colazione dell’orario scolas>co;
• individua i docen> responsabili della esecuzione dei proge[ dida[ci;
• elegge i suoi rappresentan> nel Consiglio di Is>tuto.
CONSIGLIO D’ISTITUTO
• E’ presieduto dal Dirigente e include rappresentan5 del personale ATA, degli insegnan>, dei genitori e degli studen> (per le scuola secondarie di II grado);
• definisce e conferma gli indirizzi generali del POF;
• approva il piano delle a3vità, e decide sull’u>lizzo del fondo d’is>tuto e delle eventuali altre somme disponibili;
• dà il proprio parere sull’eventuale convenzione con l’Ente Locale di riferimento per lo svolgimento di alcuni servizi;
• definisce l’orario delle lezioni (inizio-‐fine) e i criteri di formazione delle classi.
CONSIGLIO DI CLASSE
• E’ presieduto dal Dirigente
Scolas>co o da un suo delegato (coordinatore) e include i docen> di classe e uno o più rappresentan> dei genitori;
• formula proposte al Collegio Docen> su azione educa>va e dida[ca;
• si occupa della valutazione periodica e finale degli alunni;
• ha il compito di agevolare il rapporto tra docen>, genitori e studen>.
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LA SCUOLA Il contributo del Collegio dei docen> e del Consiglio d’Is>tuto deve quindi assicurare l'elaborazione del Piano dell'Offerta Forma>va che descrive, fra l'altro, le decisioni assunte in merito all'integrazione scolas5ca.
POF = «carta d’idenNtà» dell’IsNtuto Documento che deve essere elaborato annualmente e presentato agli uten> del servizio (alunni e famiglie) al
momento dell'iscrizione a scuola. Con>ene info su aspe[ organizza>vi e amministra>vi
dell’Is>tuto, risorse e spazi disponibili, a[vità e proge[.
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LA SCUOLA Il Dirigente ScolasNco • Indirizza l’operato dei singoli Consigli di classe/interclasse affinché promuovano e sviluppino
le occasioni di apprendimento, favoriscano la partecipazione alle a[vità scolas>che, collaborino alla stesura del P.E.I.;
• guida e coordina una serie di azioni/inizia>ve/a[vità: GLH d’is>tuto, formazione delle classi, u>lizzazione degli insegnan> per le a[vità di sostegno;
• coinvolge a[vamente le famiglie e garan>sce la loro partecipazione durante l’elaborazione del PEI;
• cura il raccordo con le diverse realtà territoriali (EE.LL., en> di formazione, coopera>ve, scuole, servizi socio-‐sanitari, ecc.);
• a[va specifiche azioni di orientamento per assicurare con5nuità nella presa in carico dell’alunno da parte della scuola successiva o del percorso post-‐scolas>co prescelto;
• intraprende le inizia>ve necessarie per individuare e rimuovere eventuali barriere archite>oniche e/o senso-‐perce[ve;
• promuove e incen>va a3vità di aggiornamento e di formazione del personale (docen>, collaboratori, assisten>) al fine di sensibilizzare, informare e garan>re il conseguimento di competenze e “strumen>” opera>vo-‐conceGuali (per intervenire sul contesto e modificarlo);
• valorizza proge[ che a[vino strategie orientate a potenziare il processo di inclusione.
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LA SCUOLA Il Dirigente ScolasNco ha il compito di rendere operaNve le indicazioni condivise con gli Organi collegiali, con proprie azioni finalizzate all'aGuazione del POF.
E’ quindi una figura-‐chiave per la costruzione del sistema di integrazione/inclusione scolas>ca, che richiede una vigorosa leadership gesNonale e relazionale per funzionare bene. Corso AEC © Edizioni Forepsy 2014
ATTENZIONE: Per la realizzazione opera>va delle a[vità concernen> l'integrazione scolas5ca, il Dirigente Scolas>co può individuare una figura
professionale di riferimento (figura strumentale), responsabile e garante delle inizia>ve di organizzazione
e di cura della documentazione necessaria.
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Consigli praNci per te…
• Leggi il POF della scuola in cui lavori (solitamente reperibile sul rela>vo sito web). Potrai così orientar>, tra le altre cose, sulla presenza di proge[ rela>vi a integrazione e disabilità o sulle risorse (dida[che, logis>che, etc.) specifiche disponibili nell’Is>tuto.
• Verifica la presenza di una figura strumentale per l’area della disabilità e dell’integrazione e presenta5 nel tuo ruolo di AEC. E’ importante avere un referente più accessibile del Dirigente e costruire rappor> di collaborazione.
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L’insegnante di sostegno
• Previsto dalla L. 104/92 (art. 13 sull’integrazione) e definito nelle sue funzioni e contorni da diverse norma>ve in con>nua evoluzione.
• E’ un docente con formazione specifica, assegnato alla classe in cui sia presente un alunno con disabilità cer>ficata, per le rela>ve aRvità di sostegno: facilitare l’apprendimento dell’alunno, l’integrazione e la socializzazione del gruppo classe.
• Ha la con5tolarità della classe, condivide cioè la responsabilità educa>vo-‐dida[ca dell’intera classe con l’insegnante curriculare con cui collabora.
• Garan>sce la realizzazione del PEI predisponendo il materiale necessario. • Partecipa al Consiglio di classe in cui, tra l’altro, predispone azioni affinché
l'iter forma>vo dell'alunno possa con>nuare anche in sua assenza. • Ha la funzione di coordinamento della rete delle a[vità previste per
l'effe[vo raggiungimento dell'integrazione.
L’AEC lavora coordinandosi conNnuamente con lui.
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«L’insegnante di sostegno è un docente a tu[ gli effe[, che svolge la sua funzione dida3ca non soltanto, com’è ovvio, in favore degli alunni disabili affida> alle sue cure ma anche di tu>a la classe in cui essi sono inseri>, partecipando alla programmazione ed al coordinamento dell’a[vità educa>va in posizione di pari dignità is>tuzionale rispeGo agli altri insegnan>» (sentenza 260/2010) E’ IMPORATNTE IL LAVORO DI SQUADRA! E nella «squadra» si colloca anche l’AEC… Corso AEC © Edizioni Forepsy 2014
«Da soli si va più veloci, insieme si va più lontano»
(proverbio)
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Ore seRmanali di sostegno per alunno
(a.s. 2012/2013 – fonte da>: ISTAT)
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Rapporto alunni con disabilità/
insegnanN di sostegno (per regione nella scuola statale -‐ a.s. 2012/2013
fonte da>: MIUR)
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Ore seRmanali di AEC/alunno con
disabilità (per livello di autonomia, ripar>zione geografica e ordine scolas>co – a.s.
2012/2013 – Fonte Da>: ISTAT)
RIPARTIZIONE GEOGRAFICA
Scuola primaria Scuola secondaria di I grado
Autonomo in almeno una attività (spostarsi, mangiare, andare in bagno)
Non autonomo in tutte e tre le attività
Totale Autonomo in almeno una attività (spostarsi, mangiare, andare in bagno
Non autonomo in tutte e tre le attività
Totale
Nord 4,2 11,6 4,6 3,0 10,9 3,5
Centro 4,1 11,3 4,7 3,4 11,4 3,9
Mezzogiorno 2,2 6,5 2,7 1,8 7,0 2,3
Italia 3,5 9,3 4,0 2,7 9,3 3,1
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Rapporto AEC/insegnante di sostegno
• L’AEC è generalmente in grado di garan>re maggiore CONTINUITA’ all’alunno (per via della nota precarietà degli ins. sostegno)
• L’AEC può affiancare l’alunno durante le a[vità dida[che (per renderne possibile la realizzazione, rinforzare i comportamen> posi>vi, etc.) ma la programmazione speGa all’ins. sostegno (che predisporrà il materiale e si coordinerà con l’AEC).
• L’AEC non porta l’alunno fuori dalla classe da solo (es.: aula di sostegno): essendo una figura di supporto, non deve assumersi la responsabilità di fare a3vità con l’alunno in totale assenza di altri insegnan5.
ATTENZIONE: A seconda delle necessità legate a organizzazione oraria e/o al >po di disabilità dell’alunno, alcune/molte ore possono essere svolte in COMPRESENZA
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Rapporto AEC/insegnante di sostegno
Cosa fare durante la compresenza?
• L’ins. di sostegno lavorerà con l’alunno (in classe o fuori). • Se l’ins. di sostegno affianca fisicamente l’alunno durante le
a[vità l’AEC può mantenere una posizione di «secondo piano», entrando in gioco in specifici momen>.
• L’AEC rimane comunque nello stesso ambiente fisico dell’alunno e in «primo piano» sugli obie[vi di assistenza e promozione dell’autonomia (es.: mensa, bagno, ges>one del materiale dida[co, etc.).
• AEC e ins. di sostegno (con coordinamento di quest’ul>mo) possono dividersi i compi> nell’esecuzione di specifiche a[vità dida[che con l’alunno.
A[vismo dell’AEC = mito da sfatare Corso AEC © Edizioni Forepsy 2014
Rapporto AEC/insegnante di sostegno
Come «sfru"are» le ore in compresenza?
• Coordinamento su osservazione dell’alunno, programmazione, a[vità da avviare, etc.
• «Passaggio di consegna»: cos’è avvenuto nelle ore preceden>/giorno prima in classe? c’è qualche informazione di rilievo su rappor> scuola-‐famiglia, scuola-‐servizi o inizia>ve scolas>che?
E’ importan>ssimo non frammentare gli interven> per riuscire a dare significato al comportamento dell’alunno e offrirgli un senso di con>nuità (nei contenu> e nelle
modalità). Corso AEC © Edizioni Forepsy 2014
Consigli praNci per te…
• Concorda un orario se[manale in cui sia prevista qualche ora di compresenza con l’insegnante di sostegno (2-‐3 possono essere sufficien>);
• Poiché non parteciperai ai Consigli di Classe u>lizza queste occasioni per confrontarN con l’ins. di sostegno, condividere informazioni, strategie d’intervento, feedback dell’alunno, programmare lavori congiun>, etc.
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Consigli praNci per te…
Per coordinar> con gli ins. curriculari, al di là degli incontri di GLH opera>vo cui parteciperai (in genere due volte l’anno), puoi u>lizzare, per esempio, il momento informale della ricreazione.
LAVORA IN ÉQUIPE!
«Da soli si va più veloci, insieme si va più lontano» (proverbio)
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«L’operatore AEC non può lavorare da solo, pena un disservizio nei confronN del bambino e il verificarsi di deleghe, aspe+aNve o decisioni improprie. Solo all’interno di un progeGo educa>vo, di cui l’insegnante è il responsabile riconosciuto, è possibile u>lizzare al meglio le possibilità che nascono dall’interazione quo>diana dell’operatore AEC con l’alunno disabile, quando possibile o necessario meGere in discussione abitudini consolidate che non sempre tengono conto delle possibilità del bambino e rivedere, a cadenza programmata, la congruenza tra comportamen>, interazioni sociali e proposta educa>va.» (Linee opera5ve per il miglioramento del servizio di AEC nel Municipio Roma XVI, 2010)
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La classe
• Il tuo lavoro si svolge prevalentemente in classe.
• Ciò che avviene in aula (tra compagni, tra alunni e docen>, etc.) nel momento in cui tu stai svolgendo delle a[vità con l’alunno o lo stai affiancando ha un «effeGo» sull’a[vità stessa e viceversa (circolarità, teoria dei sistemi).
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La classe
La classe è un «laboratorio esperienziale» con>nuo per l’alunno, ricco di risorse, occasioni, sfide, cri>cità.
-‐ Osserva ciò che accade nel «qui ed ora» in classe, intorno a te, per dare senso a ciò che accade nella tua relazione con l’alunno e nel suo comportamento; -‐ Aggiusta il Nro u>lizzando questa informazione; -‐ Coinvolgi i compagni in a[vità finalizzate a promuovere integrazione, comunicazione e autonomia dell’alunno (lavori in coppie, coopera>ve learning, circle >me, etc.)
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CooperaNva e Municipio
In genere i Municipi predispongono delle LINEE GUIDA per il servizio AEC da svolgere nelle scuole del proprio territorio.
Informazioni e indicazioni deGagliate per l’operatore: >po di contributo al PEI, viaggi d’istruzione e uscite dida[che, lezioni, mensa e igiene personale, somministrazione farmaci, ges>one orario di lavoro, responsabilità della Coopera>va, etc.
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CooperaNva e Municipio
Coopera>va e Municipio sono i tuoi COMMITTENTI e
datori di lavoro
Leggi sempre aGentamente linee guida e contra+o per orientar> sui confini delle tue responsabilità e
compi>
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LA FAMIGLIA
• Ha diriGo di partecipare alla formulazione del Profilo Dinamico Funzionale e del PEI (L. 104/92, art. 12 comma 5).
• Rappresenta infa[ un punto di riferimento essenziale per la correGa inclusione scolas>ca dell’alunno con disabilità, sia in quanto fonte di informazioni preziose sia in quanto luogo in cui avviene la con>nuità fra educazione formale ed educazione informale.
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Rapporto AEC/famiglia • La famiglia rappresenta l’utente indireGo che, di fa[, fa richiesta del servizio (offerto però al minore);
• I rappor> e raccordi (u>li) tra AEC e famiglia devono passare aGraverso la Scuola o la Coopera>va
L’AEC non è «del» bambino né della sua famiglia, piuGosto eroga un servizio «al» bambino all’interno del contesto scolas>co (che dà significato alla sua azione e ne orienta gli obie[vi) e su commiGenza
della Coopera>va/Comune. Corso AEC © Edizioni Forepsy 2014
A ciascuno il suo!
• Se insorgono difficoltà con la scuola, su aspe[ burocra>ci e organizza>vi oppure di contenuto (ges>one orario se[manale, richieste inadeguate, etc.), confrontaN sempre con i tuoi referenN della CooperaNva/Municipio per una soluzione formale.
• Non N esporre a un rapporto dire+o ed esclusivo con la famiglia (i cui referen> devono essere scuola e responsabil i del la coopera>va): può essere manipola>vo o emo>vamente difficile da ges>re.
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ESERCITAZIONE Ricapitolando e consolidando… • Quali sono gli organi collegiali della scuola? L’AEC ne fa parte? • Cos’è il POF e perché è u>le che l’AEC lo legga? • Come possono essere u>lizzate le ore in compresenza con l’ins.
di sostegno? • Nell’azione quo>diana di un AEC in classe, cosa significa lavorare
in équipe? Come lo concre>zzeres>/concre>zzi? • Che informazioni puoi trovare all’interno delle linee guida del
Municipio? • Sulla scorta di quanto deGo finora, quali «rischi» intravedi
nell’impostare una relazione esclusiva con l’alunno e/o direGa con la sua famiglia?
• Immagina un paio di situazioni di compresenza con l’ins. Di
sostegno e descrivile in termini di «chi fa cosa» (aGenzione alle specifiche competenze!)
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