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Innovazione didattica con la Lavagna Interattiva • 2011-2012
Carlo Mariani – Università di Firenzewww.ipsdefranceschi.wordpress.com
Agendadella Formazione
Innovazione didattica con la Lavagna Interattiva • 2011-2012
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Piano di Lavoro
Presentazione del Docente Tutor Informazioni logistiche [calendario; Indirizzo Blog;
password Blog; e-mail] Questionario on line [profilo dei corsisti] Presentazione del progetto ai corsisti E-mail: crl.mariani@tin.it Raccolta delle problematiche poste dai corsisti Presentazione del Blog (modalità di accesso e di
collaborazione)
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Il Blog didattico
www.ipsdefranceschi.wordpress.com
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Tra il 1° ed il 2° incontro di formazione
I corsisti scaricano il software Notebook ver. 10.7 dal sito della Smart e lo installano seguendo la guida presente nel Blog.
I corsisti compileranno il Questionario di inizio corso.
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2° e 3° incontro di formazione
Presentazione dello strumento.• Funzioni e funzionamento della LIM.
Esplorazione del software in dotazione. • Modalità di Download gratuito e di utilizzo.
Funzioni del Software. I corsisti costituiscono in autonomia dei gruppi di
lavoro sulla base dell’ordine di scuola, delle discipline insegnate, del Consiglio di Classe, ecc.
Cultura digitale e didattica interattiva. I corsisti utilizzeranno a gruppi tutte le LIM dell’Istituto
per esplorarne le funzioni e l’utilizzo.
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4° e 5° incontro di formazione
Oggetti di apprendimento e Assets formativi• Che cosa è un Learning Object
Utilizzo del Blog
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Obiettivi generali del corso
Non è un corso tecnico, ma metodologico attraverso la tecnologia
Non è un corso eterodiretto ma assistito (il tutor non “insegna”, ma apre un confronto collegiale e interscolastico su...• Potenzialità della multimedialità e delle TIC
• Trasformazione degli ambienti di apprendimento Ruolo del Docente-Tutor
• Condivisione di aspettative, esperienze, competenze;
• Individuazione di problematiche;
• Assistenza e consulenza tecnica;
• Collaborazione alle attività;
• Sostegno alla sperimentazione.
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Obiettivi generali del corso
Date alcune esigenze (condivise?), quali...• Personalizzazione della didattica
• Nuova mediazione dei contenuti
• Costruzione della conoscenza
• Laboratorialità
In che misura la tecnologia migliora la didattica?
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Obiettivi generali del corso
Capire cosa è una LIM e cosa “fa” Usare la LIM, sondarne le funzioni... Capire le potenzialità e l'uso del software interno
(Smart Notebook) Ipotizzare usi del computer + videoproiettore + rete
Internet in classe... Conoscere la piattaforma di condivisione on line
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Le fasi delle competenze del docente
Non utilizzo
Appropriazione
Utilizzo
Adattamento
Familiarizzazione
Ripensamento
Evoluzione
Innovazione
Integrazione nella didattica ordinaria
(medio periodo)
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Il percorso di formazione in sintesi
Familiarizzarela LIM
ProgettareUnità di lavoro
Creare una lezione digitale
con la LIM
Repository lezioni
Sperimentare la lezione in classe
Riflettere sulla sperimentazione
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Cosa ci attendiamo da questo corso?
Come usate la tecnologia? Cosa vi aspettate dalla tecnologia? Punti di forza / debolezza? Cosa vi piacerebbe fare? Quali attività? Quali funzionalità?
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Qualche idea per iniziare
L’esperienza dei corsi di formazione (Apprendere Digitale; Digiscuola; neoassunti) ha messo in evidenza un nuovo modello formativo.• Il modello della formazione in presenza è entrato in crisi
dopo lo sviluppo delle tecnologie e-learning.
• PuntoEdu EduLab rimane un punto di riferimento per gli aspetti legati alla formazione continua e alla documentazione.
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Qualche idea per iniziare: tre paradigmi
Tecnologie didattiche Comunità di pratiche Riflessività
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Touch Generation. Le nuove tribù digitali
Generazione Touch (0-3 anni)• Non usano il mouse ma soltanto tasti e schermi sensibili
esattamente come nei giochi per la prima infanzia. Nativi digitali puri (3-12 anni)
• Non hanno vissuto l’era analogica, non guardano più la TV, abitano in case con connessioni internet e hanno grande disponibilità di videogiochi.
Millennials (tra 14 e 18 anni)• Nati a cavallo tra i due secoli, sono ottimi conoscitori della
tecnologia ma cresciuti nell’era della TV e in ambienti non ancora del tutto informatizzati.
Migranti digitali (tra 18 e 25 anni)• In gran parte studenti universitari. Sono legati alla parola
scritta e all’insegnamento frontale, alla passività dello schermo TV. Hanno scoperto successivamente l’interattività e il digitale.
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Utilizzo di Internet. Età compresa tra i 5 e i 13 anni
1214 14
18
23
29
34
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
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La sfida della tecnologia
Digital Natives e Digital Immigrants Il modello di Network Learning come supporto
fondamentale all’azione docente. The New Millennium Learners (Francesc Pedró,
OCSE-CERI, 2006).
Ciao a tutti, sono il ragazzo che se ne sta per conto suo, nell’ultima fila in fondo, quello con le cuffie. Oggi hai intenzione di coinvolgermi oppure di farmi arrabbiare? La scelta è tua. M. Prensky, “Engage me or Enrage me”: What today’s learners demand, 2005
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Comunità di Pratiche
La comunità di pratiche come contesto in movimento della professione docente.
La comunità di pratiche sposta il focus della formazione sul modello del training on the job, sulla dimensione informale.• La comunità di pratiche valorizza il “fare scuola” e
raccorda i gruppi informali di docenti (consiglio di classe, dipartimenti disciplinari, le commissioni, le funzioni strumentali).
Ogni organizzazione è una costellazione di comunità di pratiche. E. Wenger, Comunità di pratica. Apprendimento, significato e identità, 2006
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Comunità di Pratiche
Le comunità di pratiche formate da insegnanti sono anche presenti in rete.• Vi si propongono modelli di apprendimento
collaborativo
• La LIM è presente con molte risorse.
• La scuola stessa – nella sua dimensione sociale – è non solo uno strumento di erogazione dei processi formativi, ma è anche una organizzazione che apprende attraverso modalità e strategie diverse.
• I legami deboli si ricompongono – spesso – nelle pratiche di rete.
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Il docente riflessivo
Il docente “professionista riflessivo”• La categoria della riflessività come
funzione sistemica della professione docente.
• La riflessività come capacità di riprogettazione e pratica autovalutativa.
• La riflessività come condizione del cambiamento.
• La LIM come occasione di apprendimento riflessivo
La riflessione nelle comunità di pratiche si risemantizza come pratica sociale.
L. Fabbri, Comunità di pratiche e apprendimento riflessivo, 2007