Post on 22-Jul-2016
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BEPI DE DANTEBepi, fogo t e allol '..zacchete, scattavi come una molla, alzandoti dalla vecchia sedia, semisonìmersa
tra i fusti di vino e birra o addossata alla parete rocciosa. Quello era il tuo compito, addetto alle braci, e
alla 3^ di luglio... non è certo uno scherzo. La sagra era per te un momento di particolare coinvolgi -
mento emotivo e vi partecipavi con grande impegno. Già qualche mese prima ti premuravi di farmisapere che "se avevamo bisogno saresti venuto volentieri". Arrivavi col tuo motorino che parcheggiavi
vicino alla priara e ti mettevi a disposizione. Braghe de tela fatte su fin al ginocchio, camicia azzurîa o
maglietta bianca de cotòn e.. .via con la paletta. Alla sera denotavi una comprensibile
stanchezza...Bepi, ghèto magnà qualcosa...si si, tutto bon...E poi il martedì sera, quando ci si trovava tutti assieme a festeggiare dopo le quattro impegnative
giornate di sagra, tu non mancavi mai e pafecipavi soddisfatto condividendo I'allegria che brulicavasotto il tendone. Nessuno di noi ha dimenticato diversi anni fa, quella serata in cui ti alzasti deciso,
estraesti dalla tasca un foglietto leggendo con cipiglio e fierezza una poesia dedicata alla sagra. Che
sorpresa ! Mitico il passaggio dedicato alle brave donne del paese e ai loro squisiti dolci nostrani;
esilarante poi il francescano invito al presidente di prendere una "scuria" (una frusta) e farti fare "unapista" (farti coffere via) qualora non fosse stato soddisfatto di quello che facevi! Scrosciarono gliapplausi e manifestasti la tua soddisfazione. Bello.E le gite, anche lì sempre presente fino all'anno scorso, quando evidentemente la salute ti stava abbarr
donando. Alla pari della sagra era il tuo secondo appuntamento fisso con noi, cui tenevi particolarmen-
te. Che si andasse in montagna, nelle città o verso il mare, avevi il tuo abbigliamento fisso e la borsetta
"de coràme" (di cuoio) era divenuta un cult.In verità già da qualche imno la salute aveva comfurciato a darti qualche problema che però riuscivi asuperare ed eri orgoglioso di non farci mancare il tuo contributo. Ci dicevi compiaciuto:"anca sto anno
son qua".L'anno scorso però la cosa è stata più seria, la malattia era di quelle che non perdonano, nel giro diqualche mese ha avuto il sopravvento e venerdì 15 maggio ci hai lasciati. Al fratello Vittorino e sorelle
la doverosa vicinanza di rutti noi.Ma son convinto che subito dopo avrai sentito ancora il grido "Bepi fogo !", questa volta però non
eravamo noi; con i tuoi occhi furbi avrai scrutato oltre le nuvole, ove il cielo è sempre aznxro e regna
la luce e la pace,là in mezzootre figure amiche, Claudio, Ottorino e Lucio, con ampi gesti ti avranno dicerto fatto segno di raggiungerli e con un grande sorriso, scherzando, come si faceva alla sagra, tiavranno sicuramente gridato ancora una volta "Bepi, fogo !"
Toni e gli amici della Sagra
tlenù $tand Gastronomicoffsffi
(->/(:>)Btoottrtt'nNrnn - at nne ù - AL PoMoDoRo
GNoccutttt'ANtrnn - nt naoù - AL PoMoDoRo
SopRessn
con polento e fagioli/potate fritte
Spnnaoaeue
con polenta e fogioli/patote fritte
Potrutn t Fonnteeorc
ffiffi@@e sotto al can
Bauscuntn atTenruro
Peuwo coN soPREssA
Perenur Fnrrr r Feotott
Gustostsgmt Dotct
panile...Pnrurru Oruro e FRrrrole
Mrncr Dnrrur & Spnrrz
I Bei Tempi della ScuolaA sei anni cominciai ad andare a scuola; la mamma mi aveva preparato un grembiule celeste come
tutte le altre bambine, fatta una cartella di stoffa, tagliato i capelli, pulite mani e unghie; incomin-
ciaí così un'altra vita.La scuola si trovava a 5an Rocco dietro I'osteria "alla Quercia'l una stanza grande esposta al sole con
una gradinata e un pergolato che faceva ombra, un giardinetto coi fiori. Linsegnante era una sola,
si chiamava Giacomelli Raffaella, figlia del pittore.Ai miei tempi la scuola dell'obbligo era fino alla terza elementare. Al mattino la maestra insegnava
la lln e la llln e al pomeriggio la ln. La maestra mi voleva bene perchè non ero chiaccherona e stavo
attenta alle sue spiegazioni. ln aula I'insegnante aveva portato un pianoforte e spesso suonava e ci
faceva cantare.Oltre ai banchi, le lavagne, la cattedra e I'armadietto c'era una stufa di terracotta per I'inverno.
ll Comune portava poca legna e così per fare caldo noi scolari portavamo un pezzo di legno grosso;
io ne portavo uno ogni mattina perchè di boschi ne avevamo tanti.Passati itre anni, cioè finita la lll^, piansi perchè volevo andare ancora a scuola e così i miei genitori
si interessarono per farmi fare la lVn elementare. Bisognava andare aPianezze, comperarsi libri,
quaderni e penne. Era tutto un pò scomodo ma c'era tanta buona volontà: da San Rocco eravamo
solo in tre; gli altri due più grandi di me, ripetenti, abitavano un pò più su della mia casa e qualche
volta, quando al mattino andavo a chiamarli, erano già partiti. Allora io andavo da sola giù per quel
sentiero dai Mattiello detti í "Russi" piangendo, specie d'inverno, con un paio dizoccoldetti ai piedi,
un cappottino e un berrettino rosso, una scatola di pastiglie valda in tasca, perchè avevo sempre la
tosse.Arrivavo tutta bagnata, specie i piedi.
Le lezioni cominciavano alle 9. La scuola di Pianezze era molto più grande di quella di San Rocco;
due piani sotto e sopra.lo ero al piano terra, uno stanzone con quasi 40 alunni solo di quarta. Un misculio di ragazzi e
ragazzetutti più grandi di me.
Finita la quarta sono rimasta a casa ad aiutare i miei in vari lavori."Avevo una voglia matta di andare a scuola"ll destino volle, quando avevo già compiuto 12 anni, che un'insegnante, la quale faceva scuola a
5an Rocco e si chiamava Corradini Olga, sia per arrotondare lo stipendio o per passione, dopo aver
insegnato le tre classi, sparse la voce che voleva fare la Vn non serale. lo con altro 8 - 9 compagni
ci iscrivemmo e al pomeriggio incominciammo.Comperati libri e quaderni, pagata I'insegnante con un'acquiletta d'argento al mese, cioè 5 lire (a
quei tempil) perchè era una classe privata, andai a scuola tutti i giorni, con molta lezione per casa,
fino a giugno.Per gli esami andammo aCostozza;c'erano ragazzi di Lumignano, Longare e da altre parti: dopo tre
giorni di esami abbastanza impegnativi, ebbi questo benedetto diploma di classe Vn.
Pensavo sempre che se non fossi nata nei Colli Berici in mezzo a tanto verde e bei posti, ma lontano
dalla città, avrei proseguito gli studi, almeno fino ai 20 anni perchè mi piaceva tanto andare a
scuola.
Dina Dqlla Rosa
DaANCORA RICORDI - memoric e tradizioniile gli a nzianí d.i Villnb alruna2000-2001 VI fascicoh -VII anno
domenica 19 luglío
ore 9.3o: ParAenza cronoscalata cictísúcaTONnI III ANCUGNAI{O,frfr-
^ta^*a t5" G.P. G.S.îORMENO in collaborazione con ilCOMTTATOSAGNAdíMe ASSETSSORAIIO allo SPORTdel Comune di ARCUGNANO
one ll.OOt S. Messa Solenne
ore t8.3os BIBII)IBOBIDI...Bus
of e r 8.30 : fiH::1iltr;:#:3"micoore 2o.3o: Serata danzante eon ltorchestra
í.D'ANIMOSBAND''
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BENEFICENZA
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tA GRANDE GUERRA diPosquole lvono
Parrocchia di Villabalzana(Comune diArcugnano)
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