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CATANZARO
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THE SPACE
ysprimersi, vivere peruno scopo, con un
obiettivo. Spendersi per unsogno, piccolo o grandeche sia. È questo cherende la vita degna di es-sere vissuta, che ci rendeliberi, ci dà la forza di an-dare avanti. Questo nu-mero di CatanzaroLIVEcontiene degli spunti di ri-flessione proprio sull’impor-tanza dei sogni, sul dirittodi sognare, che deve ap-partenere a tutti, ma chedeve essere principalefondamento della vita deipiù giovani. Sono loro chedevono custodire gelosa-mente le proprie aspira-zioni e nutrirle con la linfadella cultura.Purtroppo, però, siamo inCalabria. Una terra ma-gica e dannata, chespesso, troppo spesso,non offre la possibilità divedere realizzate a pienole nostre aspettative.Spesso i giovani si arren-dono e quindi o finisconoper accontentarsi a svol-gere un lavoro qualsiasi, o
scappano altrove, alla ri-cerca di qualcosa di piùconcreto.Questa è la storia di tantepersone che conosciamo,del nostro vicino, di quellapersona seduta lì in fondo.È una storia che ci acco-muna e che spesso non sivuole raccontare. Ma è lanostra storia, quella di tuttii giorni. È quello che siamoe ciò per cui vogliamo
provare a cambiare. Per-ché è una storia che nonvorremmo più ascoltare,né tanto meno vivere sullanostra pelle. Non bisognamai smettere di sognare emettere da parte determi-nazione, forza e capar-bietà. La cosa essenzialeè crederci davvero e tuttosarà possibile. Perchésenza i sogni non sa-remmo niente…
LIVE editoriale
E
Esprimersi, vivere per uno scopoÈ questo che rende la vitadegna di essere vissutaCi dà la forza di andare avanti
importanzaAngela Rubino
il direttore
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Live augura a tutti Buona Lettura
FOCUS
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8 Esistere o morire?|La nostra città sta cadendoin un profondo sonnoculturale
26 Aquile, volo incostante|
18 |La situazione in cui versail Liceo Artistico è specchiodel periodo culturale in città
SALVIAMO L’ARTE
numero chiuso il 28 marzo 2013
Hanno collaboratoMaria Teresa Marrazzo,
Aurelio Fulciniti, Damiana Riverso,Susanna Tolomeo e Serena Mongelli
44 PsicoLive|
57 Follie da Grillo Parlante|
dott.ssa Tolomeo
22 Che fai stasera?|
12 La differenza tra Me e Te|
che altro?
anno i | n 5 | aprile 2013
50 Cavalchiamo l’onda?|Catanzaro non vive di solocalcio e i ragazzi di DiscoverySup lo vogliono dimostrare
LIVE SOMMARIO
Il viaggio di CLIVE
Aiuta la nostra eroinanella sua avventura
e ogni mese per te in palio duebiglietti del The Space (CatanzaroLido e Maida) valevoli anche per
gli spettacoli in 3D
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HEDY KRISSANE... UN SOGNO IN VALIGIA
30di Giovanni Bevacqua
46 Glamour Camicie|In esclusiva Aeronautica Militare
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catanzarolivetestata giornalistica registrata
al Tribunale di Catanzarocon numero 25/2013
edito daAssociazione MAD
Media, Arte e Dirittidirettore editoriale
Maurizio Caciadirettore responsabile
Angela Rubinodirettore marketingGianfranco Giovene
idea graficaGiovanni Bevacqua
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Per recitare ha rischiatodi perdere tutto ma,costruendosi una famigliaqui a Catanzaro, ha trovatola sua nuova vita.La storia e il coraggiodi un immigratocome tanti, oggiattore e registapluripremiato dalla critica
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on è una città fattadi nulla, ma di si-
curo è ferma. E non è af-fatto la città dove “non c’èniente”, semmai si puòdire che non è vissuta. Ilfermento c’è, anche sestiamo par-lando co-munque diuna pic-cola cittàdi provin-cia e perforza dicose non si può preten-dere che Catanzaroabbia un fervore creativoe un fiorire di iniziative cul-turali come si è creato inrealtà – e ci riferiamo inparticolare a quelle di fuori
Regione, perché in Cala-bria, per quanto si vogliaparagonare, per esempio,Lamezia Terme a Seattle eCosenza ad Hollywood(esagerazione neanchetanto sottile, tipicamente
catanza-rese), perquanto nesappiamonoi i pro-b l e m idegli spazie del pub-
blico non sempre recet-tivo esistono, eccome – civorrebbe quantomenouna maggiore attenzione.E invece, in una realtàstrana – per non dire “ba-cata”, delle volte – come
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non si può direche è una città
dove non c’è nientesemmai non è vissuta
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Aurelio Fulciniti
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Catanzaro ci si soffermasolo sul negativo, ada-giandosi su un vittimismopernicioso e maligno, vo-lendo a tutti i costi far ca-pire che tutto va male enon c’è nulla da fare. Epurtroppo, ad essere vitti-misti, a Catanzaro, dellevolte si è dalla parte dellaragione. C’è invece chi si impegnaa fondo, ma il problema èun altro: se le amministra-zioni negli ultimi annihanno presentato Catan-zaro – almeno a parole –come una “città della cul-tura”, nei fatti non sono riu-scite fino ad oggi a far sìche un progetto così am-bizioso emergesse dav-vero. Eh sì, perché culturanon vuol dire abbondanzadi spazi (vuoti) in cui ospi-tarla o soldi spesi per ma-nifestazioni o spettacoli ilpiù delle volte organizzatimale oppure, al peggio,scelti senza tenere contodella qualità e delle prefe-
renze di chi fruisce dell’of-ferta culturale. Si è miratopiù che altro a far vedereche c’era qualcosa, trala-sciando completamentequegli aspetti indispensa-bili per chi voglia fare pro-grammazione culturale,soprattutto in realtà percosì dire “emergenti” eche non vengono da unalunga “tradizione” in tal
Culturanon vuol direabbondanzadi spazi vuotidove ospitarlao soldi spesiper spettacoliorganizzatipure male
LIVE in city
senso: l’innovazione e so-prattutto la creatività. “Non è un paese per vec-chi”, è il titolo del famosofilm dei fratelli Coen trattodal romanzo di CormacMcCarthy. Lo prendiamoa prestito per dire chequesta città purtroppo sista degradando perchéqualcuno sta facendo ditutto per trasformarla in unpaese di gretti, ignoranti epantofolai. Si prendonodecisioni assurde che di-mostrano sempre piùquanto a Catanzaro siparli sempre di più di cul-tura solo per riempirsi labocca e non per reale in-teresse di dare un futuro aquesta città. Ed è facile
accorgersi di quanto siadiffuso questo atteggia-mento “suicida” se si tieneconto dell’arroganzausata sistematicamentecontro chi cerca di lavo-rare per costruire delle ini-ziative diverse cheabbiano come scopoquello di realizzare qual-cosa di realmente innova-tivo. C’è l’impressionepraticamente di uno“scontro generazionale”fra il vecchiume (umano enon) che paralizza e op-prime questa città e il“nuovo” che viene conti-nuamente osteggiato intutti i modi. E se a questoaggiungiamo che la cul-tura “ufficiale” viene affi-data a tutti, tranne che acoloro i quali hanno leconcrete possibilità per farsì che la cultura diventi unqualcosa di bello, vale adire soprattutto ai giovani,allora si capisce quanto lacittà non abbia capitonulla del suo futuro.Catanzaro vuole esistere opreferisce morire? Se vuoleesistere ha una sola stradapossibile: quella di cam-biare scelte, prospettiva ementalità. Se invece vuolemorire ha già la stradaaperta in discesa. Ma iltempo stringe se si vuolcambiare, e l’unica stradaè eliminare la cartape-cora e la ruzzamaglia daltessuto “culturale” attuale.
Catanzaro vuoleesistere o preferisce
morire? Se vuoleesistere ha una sola
strada: quelladi cambiare scelte,
prospettivae mentalità
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Qualcuno si sta impegnandoper fare di Catanzaro
un paese di gretti, ignorantie pantofolai
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dIfFeREnzAla
MEtra TeeDamiana Riverso
leiEcco ci risiamo, lo sapevo che avrei dovuto mettermi adieta prima. E tu che hai da guardare? Ma si, in fondo
non sto poi così male. Quasi quasi mi metto quel vestito,dopotutto c’è il sole e magari mi abbronzo un po’ il visoche sono cadaverica. Speriamo solo che non mi viene
l’allergia e la congiuntivite, come faccio senza ma-scara? Ancora mi guarda, mi sa che siamo in ritardo per
uscire. Si vada per il vestito, tutto sommato non mi stamale, è primavera, ho voglia di sentirmi un po’ più sexy.
LA PRIMAVERA E GLI ORMONIAvrei dovuto iniziare prima la dieta, cosa mi metto? lei
leiAllora se vai al supermercato compra lo yogurt. Mi rac-comando, che ho appena iniziato a tenermi più leg-
gera, prendilo con 0,1% di grassi e con i fermenti latticiattivi per aiutare le difese immunitarie e la flora intesti-
nale. E soprattutto prendilo al gusto di frutta e con lefibre. Se sei indeciso basta che compri i vasetti con lascritta “yogurt magro” non puoi proprio sbagliare. E da
domani mattina lo mangi anche tu. Vedrai che sonobuonissimi. Ti raccomando, ricorda solo magro con fibre.
AL SUPERMERCATOQualcosa con pochi grassi, l’importante è che sia magro lei
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LIVE coppia
luiMi sento proprio in forma, basta letargo e tv invernale.Ma lo sai che sei proprio bella oggi? No, non sono im-pazzito è solo l’aria più calda, le gambe che si sco-prono. Finalmente ti sei tolta gli stivali con il pelo e quelmaglione a collo alto, era ora. La primavera è proprio lamia stagione, non ho voglia di dormire, è proprio un ri-sveglio dei sensi e delle voglie più strane. Si oggi sei unosplendore, perché non evitiamo di andare a tuoi e pas-siamo la giornata in casa e ci rilassiamo?
LA PRIMAVERA E GLI ORMONINell’aria c’è qualcosa che mi fa sentire proprio figolui
luiYogurt. Ecco non mi ricordo cos’ha detto di comprare.Eppure sono sicuro che mi ha detto qualcosa a propo-sito degli yogurt, dei fermenti, bifidus… Sarà la marca? Eora che faccio? Questo sembra buono, alla frutta, lei locompra sempre alla frutta. Però lo prendo senza pezzi. Sisono sicuro che lo voleva senza pezzi e vellutato. E que-sto cos’è? Dessert panna e cioccolato… Bhè è semprein un vasetto. Mi ispira, altro che yogurt, sarà contenta,così dopo pranzo si gusta un vero e proprio dolce.
AL SUPERMERCATOYougurt??!! Meglio un bel dessert al cioccolatolui
luiMi devo tagliare i ca-pelli. Che noia tutte lemattine usare il gel. Misa che stavolta li raso.Secondo me sto bene:sono comodi, non lidevo asciugare. Ho de-ciso mi raso. Un figo dapaura.
TAGLIO DI CAPELLIVada per la comoditàluileiDevo farmi il colore...
ma che faccio, li ta-glio? Solo che devo
usare la piastra. E se lifaccio più chiari? Con il
sole diventano biondi,poi sembro ossigenata.
Che faccio? Vabbèchiamo mamma.
TAGLIO DI CAPELLIConflitti esistenziali lei
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l guaio di farsi una cul-tura è che il processo ri-
chiede molto tempo, tibrucia la parte migliore dellavita, e quando hai finitol'unica cosa che sai è che tis a r e b b econvenuto dipiù fare ilbanchiere”.Così scrivevaPhilip K. Dick,nel suo “Lat r a s m i g r a -zione di Timothy Archer” del1981. Un pensiero forte chepotrebbe apparire denigra-torio nei confronti della cul-tura, dell’importanza dicostruirsene una su solide
basi. Eppure sembra tanto,troppo vicino a quello che vi-viamo quotidianamente. Stu-diare per un posto fisso? Ledue cose non sembrano pur-troppo andare di pari passo,
sebbene perlogica diprincipio do-vrebbe es-sere così. Edè questo pa-r a l l e l i s m oche proba-
bilmente ci sta portando adaffossarci nella nostra igno-ranza, ma non nella sua ac-cezione negativa edispregiativa, nel suo sensopiù autentico. Ormai non si
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C’è chi ancoracrede nei sogni
e riesce a guardareal di là delle cose
Giovanni BevacquaCultura
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pensa al perché, si preferisceseguire una strada, magari lapiù facile. Ma per arrivare poidove? C’è chi però non rie-sce a sentire proprio questostile di vita, non riesce a sen-tirsi parte di quello che sem-bra essere divenuto un veroe proprio meccanismo siste-matico della nostra società.C’è chi ancora crede neisogni, c’è chi ancora riesce aguardare al di là delle cose,di come appaiono o dicome ci vengono mostrate.E sono proprio loro le vere vit-
time di questa autodistru-zione culturale che sta carat-terizzando il nuovoMillennio. Che sta por-tando Catanzaro adoffrire le stesse cose of-ferte da qualcun altro,e magari offerte anchemale. Oppure, volendoessere positivi, ad of-frirle prima e meglio,ma a quale scopo?Spesso ci dimenti-chiamo che cultura si-gnifica anchetradizione, signi-fica crescita,significa svi-luppo. Cul-tura è la
LIVE scuola
nostra storia e in quanto taledovrebbe essere valorizzata,riproposta e portata avanticon il passare dei tempi. Maspesso, troppo spesso nonsappiamo cosa e dove vo-gliamo andare, limitandoci aseguire i passi di un altro. Unaltro che come noi, magari,ha deciso di seguire qualcunaltro.L’emblema di questa crisi cul-
turale - che forse è megliodefinire di identità - vis-
suta da Catanzaroè la situazione delLiceo Artistico,della veste a cui è
costretto a cederee che lo ha portato
ad essere negli anniun numero tra tanti.Quell’etichetta di
“scuola di chi nonvuole studiare” lo ha por-
tato nel tempo ad essererealmente una dimora mo-mentanea di piccole fiam-melle di passione, spentecon l’arrivo della maturità, senon anche prima. E invecesono molteplici le animi bril-lanti, le giovani menti chepassano e lasciano unsegno. Segni che spesso nonvengono recepiti, o ancorapiù grave non possono es-sere lasciati. Perché la repu-
tazione che molti ragazzihanno della scuola è lastessa che “i grandi” gli riser-vano, cadendo nel luogocomune della congettura. Ecosì quella che dovrebbe es-sere una palestradi idee, nonchépalestra di vita,diventa unasemplice paren-tesi in attesa econ la speranzadi diventare ban-chiere. Non tutti sisono lasciatisconfortare, nontutti hanno decisodi adeguarsi, dimodellare le pro-prie aspettative aseconda di quellealtrui, degli spaziconcessigli. C’è chi è andatovia trovando quello che cer-cava. Lampante è il caso diLucio Parrillo, una breve pa-rentesi all’Artistico di Catan-zaro per poi “scappare” làdove poter coltivare la pro-pria passione, dare sfogo alproprio talento. E così oltre aperdere le grandi firme, lementi più brillanti che la no-stra città può vantare, stiamoperdendo anche la possibi-lità di coltivarne altre e tor-nare ad essere culla dellanostra cultura.Ad oggi, il Liceo Artistico diCatanzaro conta 120 stu-denti, suddivisi in 8 classi.Ogni anno, questo in partico-lare, riesce ad evitare la chiu
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Le congetture hanno fattodel Liceo Artistico dimora
di piccole fiammelle d’artelasciate assopire nel tempo
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sura in extremis, perché ladomanda è sempre più ri-stretta. Tra l’altro si è visto co-stretto a diversi spostamentiche negli anni non gli hannomai permesso di mettere so-lide radici e diventare parteintegrante e attiva della città.Continua ad essere conside-rato un numero, comequello che ogni anno puntaa raggiungere con gli stu-denti per “non morire”. Ep-pure dovrebbe meritarerispetto, da parte di studentie istituzioni, da cittadini e altrescuole, perché è l’unica “pa-lestra d’arte e di cultura” cheCatanzaro possiede in am-bito scolastico. Lasciarla al
suo declino significa cheanche la nostra città sta an-dando verso il declino.Quando invece dovrebbestringersi attorno alle sue pe-culiarità e dare sfogo ai gio-vani, alla loro creatività al loromodo diverso, ma non perquesto sbagliato, di vivere lasocietà e reinventare ilmondo. Lasciamoglielo farealtrimenti il percorso è se-gnato, la strada è una sola:quella tristemente già im-boccata. All’orizzonte solo ildeserto. Ma è davvero que-sto ciò che vogliamo per lanostra città? È davvero que-sto lo scenario che vogliamopresentare ai nostri figli? In-tanto le nostre menti scap-pano alla ricerca di “mondimigliori”…
www.catanzarolive.it
ogni annol’istitutoè costrettoa cercarestudentiper evitaredi “morire”Ma la scuolaè palestradi vita
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1414“Microcosmos” è una mostra che ha l'obbiettivo di fo-
calizzare l’attenzione sulle più innovative esperienzeartistiche del territorio. Gli artisti scelti per que-
sto viaggio nel microcosmo sono SantoAlessandro Badolato, in arte Bado, PaolaAscone, Leonardo Cannistrà e Roberta
Mandoliti. L’esposizione è organizzatadalla Provincia di Catanzaro in
collaborazione con laDena Foundation
for Contempo-rary Art, a cura diAlberto Fiz e Se-
rena Carbone.
MARCADAL 22 MARzO... MICROCOSMOS
19Inutile dire che si tratta di uno degli artistipiù versatili del panorama italiano, can-tautore, showman, conduttore radio-fonico...Renzo Arbore, accompagnato dall'Or-chestra Italiana, porterà il suo spettacoloal Teatro Politeama di Catanzaro e certa-mente sarà una serata indimenticabile.I biglietti per l'evento, organizzato da Essem-memusica, potranno essere acquistationline, attraverso il portale web www.ticket-servicecalabria.it, oppure nelle prevenditeufficiali.
19 Teatro PoliteamaRENzO ARBORE E L’ORCHESTRA ITALIANA
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5Nei locali del CentroPolivalentedi via Fontana Vecchia,verrà proiettato il film“I colori della passione”,ispirato al dipintoSalita al Calvario,del pittore fiammingoPieter Bruegel“il Vecchio”.
I COLORI DELLA PASSIONECentro Polivalente5
3Melodie malinconicheche scavanoin profonditàe accompagnanodolcemente chi ascoltain un intimo viaggio.Le emozioni e i morbidigiochi di suonidella band di Messina,il 3 aprile all'Hemingway.
LA GRANDINEHemingway3
6Cuborock portal'imperdibile showdel duo garagepunk Wildman.Un riuscitissimomiscuglio dal soundanni '60 di garagee pop con l'aggiuntadella giusta dosedi carica punk.
WILDMENHemingway6
6Terzo appuntamentode “Le Quercie jazz &blues fusion” con EzioGuaitamacchi,giornalista e scrittoremusicale nonchècollaboratoredi Lifegate radiodove conduce latrasmissione “Rockfiles”.
EzIO GUAITAMACCHICountry Club Le Querce6
10La sua musicaè un autentico viaggiocoinvolgente attraverso50 anni di musica popoccidentalee psych culture.Il 10 aprile, sul palcodell'HemingwayHis Clancyness.
HIS CLANCYNESSHemingway10
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2020Le Sus Dungo sono una band di sette ragazze
provenienti dalla Lettonia, con all’attivo un EPed un mini-album, i cui temi spaziano dal ru-rale al romanticismo. Una piccola orchestrapopolare che porta con sé una selezione
di strumenti acustici, tracui una fisarmonica,flauto, arpa, violino,
contaminata poi dabasso, chitarra, synth epercussioni. Le “fatedell’indie-pop lettone”suoneranno sul palco
dell'Hemingway il 20Aprile.
Esibizione LiveALL’HEMINGWAY SUS DUNGO
24CAPLETON AL PEOPLEEsibizione Live24Uno degli artisti di punta del reggae contem-poraneo, capace di distinguersi e di primeg-giare sia dal punto di vista tecnico-artistico,che nella carica spirituale e nel messaggio.Clifton George Bailey III, meglio conosciutocome Capleton, sarà ospite del PeopleDisco Club, mercoledì 24 aprile, per unconcerto davvero imperdibile, uno diquelli impossibili da per-dersi. Aprono la serata“Killacat & Gio-man” ed “Eman& Kuanito”.
Vuoi annunciare il tuo evento?
Contatta lo staff di Che Fai Stasera
e chiedi di comparire su LIVE
Puoi scrivere su segnala@chefaistasera.cz
oppure chiama
3898207531 - Vincenzo
3898207530 - Benito
25LIVE |
13Influenzati dal britpope ispirati all’indie inglesecreano un Rockeclettico, frescoed energico.La band romanadel panorama indiegarage si esibiràall'Hemingwayil 13 aprile.
REVOLUTION N9Hemingway13
12Tratto da vicenderealmente accadute,il primo lungometraggiodi Roan Johnsonè la divertentefotografia di un periodocaldo della nostra storiarecente ormai lontanoe idealizzato.
I PRIMI DELLA LISTACentro Polivalente12
21Avete tempo fino al 21aprile per visitarela mostra “Mattia Preti:della Fede e Umanità”,al Palazzo San Dome-nico di Taverna,in occasionedel IV centenariodella nascitadel Cavaliere Calabrese.
MOSTRA MATTIA PRETIPalazzo S. Domenico - Taverna21
19“Le Quercie jazz & bluesfusion” Bob Margolin& Mike Sponzaper un tributo a MuddyWaters, uno dei piùgrandi bluesmen di tuttii tempi e unodegli artisti più influentidel ventesimo secolo.
BOB MARGOLIN & MIKE SPONzACountry Club Le Querce19
27Sì, kutso si legge propriocome immaginate,all’inglese. Ed è il nomedi una band romanain grado di miscelaresapientemente ironia,sarcasmo, energiae sfuriate punk rocksenza mai caderenel banale.
KUTSOHemingway27
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mentaleAurelio Fulciniti
n campionato diPrima Divisione par-
tito con grandi speranze,almeno nelle intenzioni, eproseguito fra alti e bassi,con salutari successi e cla-morosi scivoloni. E peròanche le vittorie conse-guite quest’anno non sonoriuscite amettersi inev idenzacome sideve, pro-prio acausa deiclamorosiruzzoloni, in casa e in tra-sferta. A successi più omeno evidenti nel gioco -anche se non sempre nelrisultato - si sono alternatedelle batoste inenarrabili. Enon stiamo adoperandoparole “esagerate” nel de-finire questi “tonfi”, così,
per esasperare la situa-zione. Niente affatto, cistiamo riferendo alla purae semplice verità. Nel gi-rone d’andata, cinquepunti nelle prime novepartite, con sei sconfitte -di cui quattro consecutive- avevano sprofondato
tutti nel pa-nico. Dopoc’è statauna buonar i p r e s a ,anzi, ot-tima permolti casi e
appena discreta in altri,con un paio di partite incui era emersa prepo-tente l’inconsistenza di ini-zio campionato.Oggi, per esempio, scri-viamo dopo le due disa-strose partite in trasfertacol Frosinone e in casa col
U
ai grandi successisi sono alternatedelle batoste
davvero inenarrabili
di
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LIVE sport
Perugia, gare in cui lasquadra ha espressosenza ritegno il peggio disé stessa. Anzi, anche dipiù. Le circostanze in cui ledue squadre avversariehanno maramaldeggiatosul campo in lungo e inlargo, sfruttando a propriovantaggio anche situa-zioni a loro altamente sfa-vorevoli - come adesempio l’inferiorità nume-rica che non incide sul ri-sultato e la prestazione,consentendo anzi di se-gnare e dominareancora più vi-stosamente- lascianoc a p i r ecome il
“tonfo” sia stato pesante. Epenoso. E non è una questione dimodestia tecnica dei gio-catori - anzi, diciamo cheper molti elementi si puòaddirittura parlare di un li-vello soddisfacente pernon dire altissimo comenel caso di Andrea Rus-sotto - bensì di incostanzamentale - ma sarebbe piùgiusto dire “di atteggia-mento” - da parte di chi liguida. L’allenatore giallo-rosso, si sa, è sensibile allecritiche, ma questo non
c’entra nulla con ilsuo evidente disa-
gio nell’affron-tare le
situazioni didifficoltà.Le suecontinue
l a -
www.catanzarolive.it
Ciccio Cozzaha provato piùvolte a tutelarela squadraattirandol’attenzione su di sèma i risultatinon sono statidei migliori
mentele di vario genere,molto spesso giustificate ri-spetto a situazioni che nonhanno a che fare coi risul-tati ma piuttosto con l’am-biente, lo portano amettere in secondo pianoi problemi tecnici dellasquadra. Certamente èun sistema che Cozza - unpo’ alla Josè Mourinho -utilizza per distrarre lasquadra da “influenzeesterne”, tenendola al ri-paro da situazioni di ten-sione inevitabili, quando irisultati sono così altale-
nanti. Ma l’impressione - avolte più che fondata - èche la squadra, più chesentirsi “protetta” finiscacol risentire di queste “sol-lecitazioni” poco stabili. E la cosa ha messo pure inallarme, tanto è vero chea parere di molti c’è il ri-schio che certi atteggia-menti possano incrinare il“progetto” giallorosso. Mala “creatura” giallorossadel presidente GiuseppeCosentino ci sembra so-lida e i contenuti di un per-corso a lunga scadenzasicuramente non possonoessere offuscati da un am-biente sportivo che ha bi-sogno di un soloingrediente per decollare:la stabilità.
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Le continue critiche di Cozzaper attirare l’attenzione non sempre hanno avuto
l’effetto desiderato, anzi...
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oper
tina
na sfida che parteda lontano. Con se
stesso, con il suo mondo,con la vita. Gli spazi dellasua terra gli stavano stretti,non riusciva più ad indos-sare i panni della consue-tudine e vivere secondotradizione. Voleva di più,voleva essere comeaveva sempre desiderato.Voleva essere libero. Li-bero di esprimersi, libero dimostrarsi per quello cheera e non per come glialtri volevano vederlo. Mavoleva farsi vedere, far ve-dere chi fosse realmente.Voleva essere Hedy Kris-sane. Un ragazzo cometanti, cresciuto inse-guendo un sogno, imma-ginandolo ad occhi aperti
senza però mai perdere ilsenso della realtà. Una re-altà, la sua, più difficile ditante altre. Afflitta dallapovertà ma ricca del pia-cere di saper godere dellepiccole cose. Dalla suaTataouine, città della Tuni-sia, ha preso una deci-sione, non facile manecessaria per realizzare ilsogno di una vita. Si è im-barcato insieme a tantialtri suoi connazionali, sfi-dando le acque del Medi-terraneo per arrivare inItalia, la sua Hollywood.Perché, a differenza dialtri, è sbarcato nello Sti-vale per diventare un at-tore e dare sfogo alla suavena di sceneggiatore eregista.
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SoGnOvaligiain
hedy krissane
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Giovanni Bevacqua
PER RECITARE Ha deciso di lasciare la sua terra
rischiando di perdere tutto: ma ha trovato la vita
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Ma chi è Hedy Krissane?Lui ama definirsi «un uomoappassionato d’arte, dicultura e soprattutto di ci-nema. Appassionato dellarecitazione in particolare»motivo, come dicevamo,per il quale ha scelto diimbarcarsi dalle coste delNord Africa per raggiun-gere l’Italia. Ha scelto dimettere a rischio la propriavita perché stanco diquella che era costretto asubire, per cercare dicambiarla, per provare adessere se stesso. La recita-zione, dice, «è stato ilprimo motivo per cui hoscelto di venire in Italia».«Sono arrivato nei primianni Novanta - continua -e ho trovato un Paese era
in crisi. Parlo di crisi del ci-nema: non si produce-vano più i film che hannofatto la storia del grandeschermo italiano. Ma perfortuna sono sempre riu-scito a lavorare».Hedy si definisce ironica-mente «terun dei terun»,perché ormai trapiantatoin quella Torino dove hamesso su famiglia ed è riu-scito a realizzarsi, comeuomo e come artista, equindi consapevole dei “li-miti” mentali che ancoraoggi umiliano il nostroPaese. Ma da immigratosa bene cosa e quantopiù essere dannoso l’astiocampanilistico che esistetra Nord e Sud, perché co-nosce la diffidenza, per
il suo viaggioha avuto inizionei primi anni ‘90ma è dovutopassaredel tempoprima che facessetappaa Catanzarodoveha incontratosua mogliee la sua vitaha presola stradadesiderata
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o tabletsul QR Codeper guardare
il cortometraggio “Ali di Cera”
non chiamarla discrimina-zione, che esiste tra le di-verse etnie. E questo nonlo ha neanche aiutato nellavoro, nel mondo dellospettacolo e del cinema.«Ho faticato molto in par-ticolar modo nei miei primianni in Italia - racconta -perché ho trovato unascrittura molto scarsa,sempre simile e mainuova. I personaggi scrittidai vari autori cinemato-grafici non sono mai immi-grati. Gli unici ruoli cheriuscivo a trovare eranobrevi comparse, perso-naggi che facevano gliestorsori o che morivanonel corso del film. Io perso-
nalmente sarò morto cin-que, sei volte e quandonon morivo e mi andavabene finivo in carcere».Ma l’idea cinematogra-fica dell’immigrato, dellasua presenza sul nostro ter-ritorio, è trasposizione diquella più diffusa nel no-stro Paese. Integrazione ilpiù delle volte è una sem-plice parola, una cometante altre.Ma qual è il legame traHedy Krissane e Catan-zaro? Perché abbiamo vo-luto raccontare la suastoria? Semplice. Perché lasua è una lezione di vita.La vita di un immigratooggi pienamente integra-tosi al nostro Paese e che,col sacrificio e la forza divolontà, è riuscito a faredel suo sogno la sua vita.E poi perché è qui che ècambiata, e da questa
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Quella di Hedy è la storiadi un immigrato come tanti
che col sacrificio ha fattodel suo sogno la sua vita
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terra, la Calabria un po’tutta, non riesce più a di-staccarsi. Anche perché,come ci spiega, «per-mette di sentirmi più acasa, sia come ambienteche come stile di vita».«C’è un modo di vivere -continua - molto simile aquello tunisino, si percepi-sce il clima e la vita Medi-terranea, di mare, dovenon c’è ansia ma un be-nessere legato ai tempi divita. Non è come Torinodove tutto è frenetico enon ci si sofferma mai sullecose più del dovuto». Ilsuo le-game conla nostracittà èormai piùche de-c e n n a l e,ma forzatosempre da quella neces-sità economica che lospingeva a fare l’anima-tore d’estate per cercaredi realizzare il suo sognod’inverno. «Il mio rapportocon Catanzaro - spiega -è nato a fine anni No-vanta. Sono arrivato inestate per fare l’animatoree mettermi qualche soldoda parte per poter fareprovini durante l’inverno.Ho iniziato a Scalea, poil’anno successivo sonoandato a Botricello per poicapitare al “Calabrisella”,un camping turistico aRoccelletta di Borgia. È
stato amore a prima vistaanche perché è lì che hotrovato mia moglie. È statoil motivo principale per cuisono rimasto attaccato alluogo, tornando ognianno. A volte me nescendo anche ad Aprile enon solo l’estate. Perchéper me Catanzaro, il suomare, la sua montagna,la sua gente, è come ilcarburante per le auto.Serve a rigenerarmi, a tor-nare me stesso in tutta lamia autenticità».E proprio a Catanzaro hagirato una delle sue opere
più ap-prezzate,p l u r i p r e -m i a t edalla cri-tica. Sitratta di uni n t e n s o
cortometraggio realizzatosulla spiaggia di Roccel-letta di Borgia, proprio nelcampeggio dov’è cam-biata la sua vita. “Ali dicera” è l’emblema dellamissione di Hedy, puntarei riflettori sulla questioneimmigrazione. Raccontadi un immigrato che, nau-fragato dal vascello chelo stava accompa-gnando in Italia, si ritrovasu una spiaggia che ini-zialmente riconoscecome sua, della suaAfrica. Una spiaggia sel-vaggia e anche sporca,dimora di rifiuti trascinati a il
pun
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i vis
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imm
igra
toDa poco è uscitala sua opera prima
“aspromonte”con Franco neri
riva dal mare. Solo imbat-tendosi in un cartone dipizza capirà di essere final-mente approdato in Italia,fino a quando non sco-prirà che il suo viaggio è fi-nito appena iniziato, lì sullebianche e selvaggespiagge calabresi. Pochiminuti ma toccanti che trai tanti riconoscimenti ha ri-cevuto una “MenzioneSpeciale della Giuria” nelFestival Internazionale diCinema di Frontiera 2010ed è stato giudicato “Mi-glior Film Spazio” al TorinoFilm Festival 2009.Oggi Hedy lavora alfianco dei volti noti dellesoap opera italiane, es-sendo da più di sei anniormai aiuto alla regia di“Cento Vetrine”. Ma sola-mente da poco è uscito ilsuo primo lungometrag-gio, che ha ottenuto il fi-nanziamento della
Regione Calabria perchéincentrato sui temi dellanostra bella e dannataterra. Si tratta della com-media culturale “Aspro-monte”, con Franco Neri,Pier Maria Cecchini, An-drea De Rosa e Maria PiaCalzone. C’è chi l’ha defi-nita una pellicola all’ita-liana sulla falsariga di“Benvenuti al Sud”, madalle sfumature più rifles-sive e profonde calatenell’ambito sociologicocalabrese. «Abbiamo per-corso almeno 4500 chilo-metri di strada - racconta- per la provincia di Reg-gio Calabria, sino ad arri-vare al confine diCatanzaro. È stato moltobello, ho avuto la possibi-lità di conoscere dei luo-ghi fantastici. Zone chemolti calabresi neanche
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“Per me
Catanzaro,il suo mare,
la suamontagna,
la sua gente,è come
il carburanteper le auto
Serve arigenerarmi,
a tornareme stessoHedy Krissane
attore e regista
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LIVEin copertina
conoscono. Il nostro in-tento era proprio quello divalorizzare questa terra ele sue bellezze e non de-scrivere la Calabria soloattraverso quel male chia-mato ’ndrangheta. E sedevo essere sincero nonho dovuto faticare moltoperché come mettevo lacinepresa inquadravosempre degli scenari bel-lissimi. Ho fatto più fatica aseguire la storia e gli at-tori». «Oggi penso cheforse ero davvero la per-sona più idonea per girare“Aspromonte” - continua -perché conoscendo i ca-tanzaresi, nei lori pregi edifetti, ho potuto dare untaglio più realistico ai varipersonaggi del film.Quella calabrese è genteorgogliosa che va trattatain una certa maniera,
gente di parola che sedice una cosa è quella. Emolte scene del film le hoscritte pensando alle per-sone di Catanzaro, per-ché so come sicomportano in determi-nate situazioni. E solo co-noscendo certe sfumatureriesci a far ridere e com-muovere al tempo stesso,riesci a rendere preziosa lascena».Il viaggio di Hedy non èancora finito ma già inquesta sua fase può es-sere da esempio ai tantiche inseguono un sognoe hanno paura a realiz-zarlo, perché magari soli,perché magari ostacolatidalla vita. Ma anche que-sto fa parte del viaggio.L’importante è tenere sem-pre il proprio sogno bencustodito in valigia.
a terra è stata deva-stata da una terribile
guerra contro una razzaaliena. Jack, un ex soldato,è l'ultimo sopravvissuto delnostro pianeta. Dopo aver ri-trovato un'astronave distruttasi spinge in una strepitosaavventura alla ricerca del-l’unica superstite, che glifarà mettere in discussionetutto ciò che credeva di sa-pere della terra e di sestesso. In un incredibile inse-guimento per terra, aria espazio, Jack sarà costretto aun confronto con i suoi su-periori per conoscere la ve-rità.
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un film di Joseph Kosinski
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un film di Lasse Hallström
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consIgLIa
oblivion
e convenzioni forensied investigative ven-
gono messe da partequando l'ispettore JoonaLinna ha un testimone ocu-lare della brutale carnefi-cina di una famiglia neisobborghi di Stoccolma. Sitratta del figlio adolescentedella famiglia, vivo per mira-colo. L’ispettore pensa che ilragazzo possa essere laprossima vittima e persuadeun ipnotista a fare un tenta-tivo per comunicare con ilragazzo e farlo parlare sottoipnosi. Il viaggio nelle oscu-rità del subconscio avrà cosìinizio.
Ll ipnotista
Genere: FantasyDurata: 100 minuti
Genere: ThrillerDurata: 122 minuti
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LIVE cin3ma
un film di Bryan Singer
giganti tornano a va-gare liberi sulla terra,
dopo centinaia di anni diseparazione tra il nostro e illoro mondo. Riaffiora cosìun'antica guerra. Il giovaneJack, il responsabile del-l’apertura della porta di col-legamento tra le duedimensioni, combatterà perrispedire i mostruosi giganti,che pensasse fossero sololeggende, da dove sonovenuti. E lotterà non solo perla terra e per i suoi abitanti,ma anche per l’amore diuna principessa coraggiosa,avendo l'occasione di di-ventare così una leggenda.
Iil cacciatori di giganti
uova impresa eroicaper i G.I. Joe che si
troveranno non solo a com-battere contro i nemici mor-tali Cobra ma anche a farei conti con la minaccia rap-presentata dal governo chemette in pericolo la loro esi-stenza. Dopo l'apparente di-struzione dell'organizzazioneterroristica internazionale, imembri del gruppo specialesono coinvolti in una lottaper la sopravvivenza controZartan, il misterioso assassinoesperto di travestimentiStorm Shadow e lo spietatosabotatore mercenarioesperto in esplosivi Firefly.
Ng.i. joe - la vendetta
un film di Jon Chu
Genere: AzioneDurata: 99 minuti
Genere: FantasyDurata: 114 minuti
ony Stark torna a com-battere per la salva-
guardia del pianeta, messoa rischio da uno spietato ne-mico. Il miliardario uomo diferro intraprende una stra-ziante missione che lo met-terà con le spalle al muro,costringendolo a sopravvi-vere senza i dispositivi da luicreati, fidandosi solo delproprio ingegno e istinto perproteggere le persone cheama. Troverà anche rispostaalla domanda che lo hasempre segretamente per-seguitato: è l’uomo che fal’armatura o è l’armaturache fa l’uomo?
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un film di Shane Black
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un film di Malcolm D. Lee
iron man 3
ronti a morire... dallerisate? Malcolm Lee
torna con il quinto capitolodella parodia più amata delcinema, uno dei franchisedi maggior successo degliultimi anni. Scary Moviepunta questa volta i fari sullepiù apprezzate pellicoledegli ultimi tempi, come“Paranormal Activity”, “IlCigno Nero”, “127 ore” e“L’Alba del Pianeta delleScimmie”. E non solo... iltutto con la tipica ironia edemenzialità che negli epi-sodi precedenti ha conqui-stato il pubblico del grandeschermo.
Pscary movie v
Genere: AzioneDurata: 109 minuti
Genere: CommediaDurata: 121 minuti
Cara Dottoressa,
sono Vincenzo, ho 28 anni e frequento la fa-
colta’ di Ingegneria a Cosenza. Il problema e’ pro-
prio questo: sono ormai iscritto da sette anni e
non sono ancora riuscito a terminare la laurea
triennale. E’ ovvio che questa situazione non mi
piace e non mi fa stare bene ma non riesco a
prendere una decisione e scegliere se continuare o
abbandonare definitivamente gli studi. Al terzo
anno fuori corso, i miei genitori mi hanno obbli-
gato a rientrare a Catanzaro anche perche’
era inutile rimanere a Cosenza per seguire i corsi
frequentati per sei anni di seguito. Tutto cio’
pero’ non mi ha aiutato affatto perche’ ogni
giorno i miei non fanno che ripetermi che devo stu-
diare, come devo studiare e per quanto tempo
devo farlo. Ho provato a parlare con loro ma
ogni volta che si affronta questo discorso liti-
ghiamo e peggioriamo le cose. Altro argomento
di discussione molto frequente e’ il rapporto con
la mia ragazza. Con Francesca stiamo insieme
da cinque anni e i miei vedono in lei il motivo del
mio ritardo negli studi per cui spesso capita di di-
scutere con loro, anche in presenza della
mia ragazza.
Cosa mi consiglia? Cosa posso fare
per migliorare questa situazione?
Vincenzo
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PISCOLIVEle tue lettere, i tuoi pensieri
Per privacy abbiamo usato un nome di fantasia
aro Vincenzo,La ringrazio innanzitutto
per aver scelto PsicoLive e percondividere con me e con i no-stri lettori la Sua situazione ed iSuoi dubbi a riguardo. Dalla Sua lettera emergono di-versi elementi su cui riflettere:l’università, i Suoi genitori, la Suaragazza, aspetti che nella vitadi un ragazzo della Sua età ri-coprono una notevole impor-tanza. Come Lei stessoafferma, credo che il primopasso da fare sia scegliere seproseguire o meno gli studi uni-versitari. Da quanto mi scrive, in-fatti, sembra che le discussionicon i Suoi genitori siano legateprincipalmente a que-st’aspetto, per cui se Lei riu-scisse a farvi chiarezza sarebbesicuramente un importante risul-tato. Purtroppo non posso espri-mermi ulteriormente a riguardoperché non conosco i dettagli
della Sua situazione univer-sitaria. Il solo consiglio che posso
darLe è di fare chiarezza in Lei,pensare a cosa desidera vera-mente ed a come immagina ilSuo futuro. Nel caso in cui la laurea nonrientrasse nei suoi progetti, si im-pegni a trovare una strada al-ternativa a cui ambiscerealmente, una strada che siapronto ad affrontare nono-stante le difficoltà che po-trebbe incontrare e a difenderenelle discussioni con la Sua fa-miglia. Credo che se i Suoi ge-nitori La vedranno convintodella Sua decisione non po-tranno che sostenerLa e, diconseguenza, anche irapporti tra loro e France-sca potranno divenire piùdistesi e sereni.
C Si impegni a trovareuna strada a cui ambiscerealmente, che siapronto ad affrontarenonostante le difficoltà
Susanna Tolomeola dottoressarisponde
scrivici su piscolive@catanzarolive.it
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ma di un’ intera galassiadi altri sport. Certo, suamaestà il pallone regnaincontrastato sui Tre colli,ma ciò non vuol direche non esistano altrerealtà sportive dellostesso spessore ed inte-resse. Nella città in cui uncerto Massimo Palancaregalò magie facendorespirare a tutti l’ariadell’Olimpo calcistico,infatti, si agita un bene-fico fermento di altre di-scipline: dal rugby altennis, dalla pallamanoal basket, senza dimenti-care l’equitazione e learti marziali. E che dire
poi degli sport acqua-tici? Il nuoto rimane unadelle discipline più prati-cate dai nostri giovani el’apertura di nuove strut-ture nel centro cittadinoha incentivato la diffu-sione di questa bellapratica sportiva. Ma èdalle acque di laghi,mari e fiumi che giunge,fresca ed energica, lanovità del 2013. Sichiama SUP, acronimo di“Stand-Up Paddle” ed hatutta l’aria di essere la di-sciplina più “cool” del-l’anno. Considerata atutti gli effetti progenitricedel surf, tale disciplina sibasa sull’utilizzo di duesoli strumenti: una tavola
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Gianfranco Giovene SUPCavAlCadiscoverycon
Catanzaro
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di polistirolo, fibra di vetroe resina e una pagaia dicarbonio. L’obiettivo èquello di mantenerel’equilibrio sulla tavolapagaiando a destra e amanca per cavalcarel ’ o n d a .D o p oaver atti-rato su disé le at-tenz ion idi mi-gliaia digiovani italiani, questadisciplina è sbarcataanche in Calabria, pro-mossa dall’Associazione“Discovery SUP” di Lucae Nicola Mari. L’Associa-zione, convenzionata
con l’International SurfingAssociation, e dunque inpossesso di regolare cer-tificazione ISA per la for-mazione e la praticasportiva, ha lanciato inquesti giorni una singo-
l a r ecampa-gna diinforma-z i o n etesa afar co-noscere
ai giovani catanzaresi labellezza di questo sportadatto per ogni età. Te-stimonial d’eccezionesarà Jimmy Lewis, notoproduttore di tavole e at-trezzature sportive per il
La novità del 2013si chiama Sup
la disciplina più cooldel nuovo anno
surfing e il SUP, attesopresso il Lido “BlancaCruz” di Caminia per gliultimi giorni di Aprile e iprimi di Maggio. In taleoccasione, i giovani ca-tanzaresi potranno met-tersi alla provagratuitamente misuran-dosi con una disciplinasportiva affascinante efrizzante. Il medesimo
tratto di mare sarà teatroin estate dei corsi orga-nizzati da “DiscoverySUP”. Oltre a divertire edavvicinare i giovani allanatura, questo sport offreuna preparazione atle-tica completa: paga-iare, infatti, aiuta atenere in allenamento ea stimolare i muscoli delpetto, delle spalle, del-l’addome e dei glutei,così come la ricercadell’equilibrio sulla tavolaeduca al mantenimentodi una giusta posturanelle attività quotidiane.
Uno sport arrivatoin Calabria grazie all’impegno
dell’associazione Discovery Supdei giovani Luca e Nicola Mari
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Discovery SUP su facebook
Nessun rischio per la sa-lute, dunque, nemmenose si cade in acqua: latavola, infatti, è legataalla caviglia del surfer eciò assicura una facile epronta risalita dopo ognicaduta. Per la sua con-formazione geografica,e per il suo essere alcentro tra le correnti tirre-niche e ioniche, la no-stra regione non ha nullada invidiare ai paradisisurfistici delle Hawaii edella California, motivoin più per considerare lanostra costa un’auten-tica casa privilegiata diquesto nuovo sport. Oltread essere adatto perogni età, lo Stand-UpPaddle è adeguato perogni stagione dell’anno:indossando l’appositamuta, infatti, il surfer hala possibilità di isolarsi ter-micamente dal freddoe ciò consente di dila-tare i periodi di attivitàsenza relegare questapratica sportivaai soli
mesi estivi. In piedi suuna tavola, il nostrocorpo a far da vela esolo una pagaia a gui-dare il nostro incedereper mare: l’affascinantesintesi di uno sport tuttoda scoprire.
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Luca e Nicola Marialla prese
con le gelide acquedella Sila
tavo pensando allecose che le devo. Sì,
perché ogni tanto tutti do-vremmo pensare a quelloche dobbiamo alla per-sona a noi vicina, o con laquale abbiamo chiuso, aqualche nostro amico,alla nostra città, alla vita.In questo periodo mi è ve-nuto in mente di cercaredi capire cosa le devo.Forse tutti i sorrisi che mi haregalato, i sogni che colti-vavo, le gioie che espri-mevo, gli appetitisoddisfatti. Cosa le devo?Ci ho pensato molto aldebito che potrei averecon lei e ho avuto l’im-pressione che non ci sianessun debito. L’ho amataanche nell’errore, nellasofferenza, nella bugia,costruivo sorrisi per me elei, pulivo le strade, so-gnavo e le insegnavo asognare. Credo di non do-verle più niente, già lo
stesso fatto diaverla amata èstato darle tanto. Gliodori sono rimasti an-cora come allora ap-pena l’ho conosciuta, icolori no, ma li ricordo an-cora quelli di allora. I sa-pori sanno un po’ ditradizione, un po’ di inno-vazione, vanno a stagioni.Non le devo niente, senon qualche altro sor-riso da condividere,da lontano questavolta, o almeno nonpensandola. Non ledevo niente, il debi-tore non sono io.Certo è difficile, si dividetra odio e amore, questadonna, questa città, que-sta vita e io non le devoniente.
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quelloche
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IL grillo parlante
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Ogni tantotuttidovremmopensarea quelloche dobbiamoalla personaa noi vicina,o a qualchenostro amico,alla nostracittà,alla vita
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Maurizio Cacia
devo
vete troppi pensieri in testa. Così non potrete vi-vere bene. Come dice Joystick nel film “Nirvana”:
Devi essere come l’acqua che arriva, si adatta alle cose,ma poi prende e scivola via.
tate soffrendo e pensate che sia normale. Ma,come diceva Massimo Troisi in una intervista: La sof-
ferenza in amore è un vuoto a perdere. Nessuno ci puòguadagnare, tranne i cantautori che ci fanno le canzoni.
SAmore: 5/10 Fortuna: 5/10 Lavoro: 8/10
vete fatto un bel casino. Ora state reagendocome Rob Gordon in “Alta Fedeltà”: O cerco di di-
fendermi in qualche modo o accetto tutto quello chemi hai detto finendo per odiare me stesso.
AAmore: 5/10 Fortuna: 3/10 Lavoro: 6/10
cc
l rapporto con il vostro partner deve cambiare. Il vo-stro partner già è un passo avanti un po’ come Sally
in “Harry ti presento Sally”: Le cose sono cambiate, Harry.Non sono più la tua ancora di salvezza.
IAmore: 5/10 Fortuna: 3/10 Lavoro: 7/10
bb
iete una bella persona. Botero nel film “Il porta-borse” diceva: Le anime belle… Ne ho conosciute
tante, erano tutte come te. E con voi, il mondo diventapiù fantasioso, più colorato... Ma non cambia mai!
SAmore: 6/10 Fortuna: 6/10 Lavoro: 7/10
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AAmore: 6/10 Fortuna: 7/10 Lavoro: 7/10
i sono stati molti cambiamenti in persone vicino avoi e non riuscite a capire se siete ancora interes-
sati a loro. Pier Paolo Pasolini diceva: Per capire i cam-biamenti della gente, bisogna amarla.
CAmore: 5/10 Fortuna: 6/10 Lavoro: 6/10
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nb Questo oroscopo ha fine puramente ricreativo. Sei tu il solo padrone della tua vita!
ercavate di conquistare quella persona con tutti voistessi e l’avete incuriosita. Ora state attenti, Calvin
Candie in “Django Unchained” diceva: Signori, avevatela mia curiosità, ma ora avete la mia attenzione.
CAmore: 7/10 Fortuna: 8/10 Lavoro: 5/10
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robabilmente non siete diventati quello che vole-vate essere. Michele nel film “Palombella Rossa”
sottolinea che: Chi parla male, pensa male e vive male.Bisogna trovare le parole giuste, le parole sono importanti.
PAmore: 6/10 Fortuna: 5/10 Lavoro: 6/10
gg
i volete impegnare per migliorare questa città e inqualche modo vi date da fare. Come diceva Grace
nel film “Dogville”: C’è parecchio da fare qui a Dogville,considerando che nessuno ha bisogno di niente!
VAmore: 4/10 Fortuna: 6/10 Lavoro: 6/10
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LIVE oroscopo
a dignità l’avete persa nel labirinto di bugie che visiete costruiti. Vi stavate vendendo come una per-
sona con sani principi. Ma come dice Federico nel film“Turnè”: C’è una bella differenza tra riflettere e scopare.
LAmore: 5/10 Fortuna: 3/10 Lavoro: 5/10
on sorprendetevi di quello che accade dopo i vo-stri maldestri passaggi. Un po’ come nel film “Le
Iene” quando Eddie dice: Fate “Mezzogiorno di fuoco” inuna gioielleria e vi sorprendete perché arrivano gli sbirri?
NAmore: 5/10 Fortuna: 5/10 Lavoro: 5/10
tate aspettando la persona giusta per dare final-mente quella risposta. E come direbbe Bart nel film
“Santa Maradona”: È brutto avere una risposta bellapronta e nessuno mai ti fa la domanda giusta.
SAmore: 7/10 Fortuna: 6/10 Lavoro: 8/10
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