Ma qual Ç il vero volto del Sud? - MUFOCO...Lello Mazzacane, che i cu-ratori Arianna Bianchi e...

Post on 07-Feb-2020

2 views 0 download

transcript

Gazzetta del Sud Sabato 14 Giugno 2014 11.

Cultura e SpettacoliCultura e Spettacoli «Si è sempre i meridionali diqualcuno» Ugo Ojetti

Ritratti e scorci. Foto grande, Luciano D’Alessandro“Il disoccupato”, Napoli, 1956; accanto, Tino Petrelli,“Africo”, 1948; sopra, Lello Mazzacane, “Il cinto”,Processione della Madonna del Pollino a San SeverinoLucano, 1973; sotto, Ferdinando Scianna, Marpessaa Caltagirone, 1987 (FOTO AUTORI E MUSEO DI FOTOGRAFIACONTEMPORANEA)

Star Wars VII

HarrisonFordsi fratturaun piedesul setLOS ANGELES

Harrison Ford è stato rico-verato in ospedale dopo es-sersi fratturato una cavi-glia, durante le riprese aLondra del settimo episodiodi “Star Wars”, girato da J.J.Abrams. L’indimenticabileIan Solo è rimasto vittima diuna porta idraulica che ècaduta sulla sua caviglia ne-gli studi della Pinewood dadove l’attore 71enne è statotrasferito in elicottero all’o-spedale John Radcliffe diOxford.

Un portavoce della Di-sney ha riferito che le ripre-se stanno continuando eche Ford recupererà le sce-ne quando si sarà ripreso.J.J. Abrams ha riportato sulset gli storici protagonistidei primi episodi e l’uscitadel film è prevista nelle saleper il 18 dicembre del2015.

Sul film, intanto, è trape-lato pochissimo. Si sa soloche la storia si svolge unatrentina di anni dopo “Il ri-torno dello Jedi” e i prota-gonisti sono tre giovani at-

tori assieme ai tre “vecchi”protagonisti del cast origi-nale: Mark Hamill, Harri-son Ford e Carrie Fisher neiloro ruoli rispettivamentedi Luke Skywalker, Ian Soloe la principessa Leila.

George Lucas ha decisodi realizzare una tripla tri-logia, nove gli episodi dellasaga, alla fine degli anni 90.La prima trilogia, campionedi incassi, fece il suo esordionel lontano 1977, con ilfilm intitolato “Guerre Stel-lari”, poi diventato “Episo-dio 4”. SuccessivamenteLucas ha diretto “L’imperocolpisce ancora” (1979) e“Il ritorno dello Jedi”(1983), ribattezati poi “Epi-sodio 5” ed “Episodio 6”.Dal 1999 al 2005 ha preso ilvia la seconda trilogia,quella del prequel con i trefilm intitolati Episodio 1, 2e 3. Negli ultimi 35 anni laserie ha generato ricavi per4,4 miliardi di dollari, mo-tivo per cui la Disney ha de-ciso di rilevare la Lucasfilmper realizzare l’ultima trio-logia di cui Abrams sta gi-rando il primo film, “Episo-dio VII”.

Di fatto si tratta del se-guito, trent’anni dopo, di “Ilritorno dello Jedi”.3

Una suggestiva mostra al Museo di fotografia contemporanea

Ma qual è il vero volto del Sud?Dalla povertà della Calabria degli anni 50 ai “contrasti” colti in Sicilia negli anni 80Vincenzo Bonaventura

Che Sud è quello di oggi ri-spetto all’altro Sud, quelloraccontato dalle foto raccoltenella mostra “Storie dal Suddell’Italia”? Qui sono riunite120 immagini di 15 grandi au-tori, delle collezioni del Mu-seo di fotografia contempora-nea, esposte fino al 12 ottobrenella sede istituzionale di VillaGhirlanda a Cinisello Balsamo(tipico comune a forte immi-grazione meridionale, alleporte di Milano).

A vedere le foto di Africo“paese perduto”, frutto di unreportage in Calabria del ve-neto Tino Petrelli, realizzatonel 1948 e significativamenteintitolato “Povertà”, o i “Bam-bini” dei vicoli napoletani, ri-tratti negli anni Cinquanta dalmilanese Mario Cattaneo, larisposta dovrebbe essere: unSud migliore, moderno, cultu-ralmente più evoluto, non piùlegato a tradizioni anacroni-stiche e così via. Ma non è cosìsemplice. E non solo perché,per esempio, una delle sincereinquadrature della palermita-na Letizia Battaglia, che ritraenel 1984 la madre di GiuseppeImpastato accanto alla fotodel figlio ucciso dalla mafia,centra l’attenzione su un pro-blema non risolto e “fastidio-samente” in primo piano an-cora oggi.

Triste attualitàLa verità è che proprio queidue titoli citati hanno una lorotriste attualità nella nostradrammatica contemporaneitàitaliana, con perfino qualcosadi peggio, almeno nell’anima.Gli sguardi di quelle “antiche”foto sono sorridenti, nono-stante ciò che oggi ci può sem-brare come un contesto squal-lido (e anche un certo modo

degli autori di rapportarsi auna realtà che poteva apparireloro “esotica”).

C’era in quei volti la vogliadi vivere, c’era in quegli occhila speranza, c’era in quegli at-teggiamenti la certezza di cre-scere, e ovviamente non solodi età. Ecco così che le imma-gini della mostra, scattate frail secondo dopoguerra e glianni Novanta, ci riportano,tranne qualche eccezione(penso ai disoccupati napole-tani del milanese Uliano Lu-cas, 1978, o all’ospedale psi-chiatrico di Nocera Inferiore,raccontato dal campano Lu-ciano D’Alessandro fra il 1956e il 1969), a un mondo solido,forse troppo tradizionale, mache aveva ancora convinzioni

sane e forti radici ed era piùammirato e complice della na-tura che non timoroso per in-curia. Ignorante ma ugual-mente ricco di conoscenze,spesso di una povertà econo-mica assoluta ma nello stessotempo capace di farla “frutta-re” come spinta a una tensionedi vita migliore.

Un vero progresso?L’impressione è che, fatta latara del giusto progresso e del-l’evoluzione di condizioni diesistenza maggiormente lega-te alle “comodità”, per il restoci sia ben poco da rallegrarsi.Disoccupazione giovanile dauna parte e sguardi adolescen-ziali (se non infantili) chiusisu telefonini e tablet (con ipollici freneticamente occu-pati a scrivere messaggi) dal-l’altra, sul piano dell’interiori-tà non sono meglio – neancheun po’ – del contrasto tra piedinudi e bracieri accesi degliscolari di Africo.

Queste considerazioni di-cono bene della capacità di

queste fotografie di essere te-stimonianza di vita vera, scan-dita attraverso un uso forte-mente contrastato del biancoe nero. Volti segnati con la ter-ra, animali che sono ricchez-za, riti religiosi che sconfinanonella superstizione alla ricer-ca di impossibili sicurezze:tutto è presentato con un rea-lismo che sta tra storia e cro-naca, tra documento e raccon-to.

I volti dei minatori sardi, fo-tografati nel 1950 da FedericoPatellani, sono simili a scultu-re, mentre la Puglia contadinache lo stesso fotogiornalistalombardo aveva colto nel1947 è, al contrario, ricca diun dinamismo che descrive illavoro nei campi.

Lello Mazzacane, che i cu-ratori Arianna Bianchi e Ro-berta Valtorta definiscono conefficacia «antropologo visua-le», racconta tradizioni popo-lari e ruoli sociali con le sue“Processioni” e – dal sacro alprofano – Marialba Russo faun’operazione simile inda-

gando il “Carnevale” nella pic-cola provincia campana, am-bedue napoletani e negli anniSettanta. Allo stesso modo in-dagano le tradizioni l’altro na-poletano Mimmo Jodice (con-siderato uno dei padri della fo-tografia italiana contempora-nea) che si sofferma sul “Cultodei morti” con una serie di im-magini, scattate nel 1973, nelCimitero delle Fontanelle, for-temente impregnate di cultu-ra popolare; e il tosco-lucanoFrancesco Radino impegnatofra il 1966 e il 1980 a immor-talare il rapporto tra uomo enatura in Basilicata.

Stili e sguardi diversiStili diversi, infine, nelle fotodi Antonio Biasucci, CarmeloBongiorno, Carmelo Nicosia,Mario Cresci e Federico Scian-na. Il primo, di Caserta, simuove tra paesaggi e personecon “Figure orizzonte”; il se-condo, catanese, propone ipaesaggi siciliani, spesso lega-ti all’archeologia, muovendositra misteri e sogno (la serieproposta, appunto “Paesaggiosogno”, è del 1990); il terzo,anch’egli catanese, in foto de-gli anni Novanta indaga il“Mare” dell’isola come feno-meno paesaggistico, ma an-che culturale e simbolico. Delquarto, ligure, viene espostauna specie di nomenclatura fi-gurata di “Oggetti contadini”,legati alla civiltà agricola diMatera.

Infine Scianna: del grandefotografo, giornalista e scrit-tore di Bagheria è ripropostala serie ibrida “Contrasti”, rea-lizzata nel 1987 quando portòla top model olandese Mar-pessa Hennink, vestita da Dol-ce e Gabbana, fra strade e per-sone tipicamente siciliane; unambiguo confronto che non èfra le sue cose migliori. 3

Iasn Solo. Harrison Ford in“Star Wars” del 1977

La storia si svolgeuna trentinadi anni dopo“Il ritornodello Jedi”

A Villa Ghirlandadi Cinisello Balsamosono esposte120 immaginidi 15 grandi autori

Suggestioni

Quel biancoe neroimpietoso

Allo stupendo bianco enero delle ricerche deigrandi fotografi sele-zionati per la mostra(nella foto sopra Fe-derico Patellani, “C a r-bonia”, 1950) – i n t e n-sa e ricca di spuntinon solo sul piano in-formativo ma soprat-tutto su quello emo-tivo – fanno da con-trappunto immagini acolori scelte dal fondoGrazia Neri che “i l l u-strano” l’immaginarioturistico del Meridio-ne: spiagge, barche,piatti di cibi tipici,frutti, fiori, artigiana-to, costumi tradiziona-li, luoghi di vacanza,natura rigogliosa, lemeravigliosa cartolinequasi pop che ci fannoamare il Sud.

Letizia Battaglia. “La madre di Giuseppe Impastato”, Cinisi, 1984