Media e studi culturali - Dipartimento di Comunicazione e ...

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Media e studi culturali Prof. Silvia Leonzi

Strutture narrative

Tecniche di storytelling

Tecniche classiche per storie coinvolgenti

1. Monomito

2. Montagna

3. Iterazioni nidificate

4. Sparklines

5. In medias res

6. Idee convergenti

7. Falsa partenza

8. Struttura a petali

1. Monomito o viaggio dell’eroe

In una struttura monomito, l’eroe è chiamato a lasciare la propria casa e ad impegnarsi in un viaggio difficile. Egli si sposta da un mondo conosciuto (ordinario) verso uno spazio minaccioso e sconosciuto (straordinario). Il superamento degli ostacoli come acquisizione di una nuova saggezza (Vogler 1999)

1. Monomito o viaggio dell’eroe

Tecnica utile per: mostrare i benefici derivanti dall’assunzione di nuovi rischi; rilevare le modalità attraverso cui il soggetto ha acquisito una inedita saggezza

2. La montagna

La struttura a montagna è una tecnica che rappresenta graficamente la tensione e il drama in una storia È simile al monomito perché permette di individuare in quale momento della storia hanno luogo determinati eventi È diverso però nel fatto che non ha necessariamente un happy ending

2. La montagna

Tale struttura ricalca in parte l’intera architettura di una serie televisiva: ciascun episodio ha i suoi alti e bassi, fino alla realizzazione di un finale di stagione risolutivo Tale tecnica è utile per: mostrare come superare le difficoltà; come comunicare una conclusione soddisfacente

Nel 2011 diventa testimonial de L’Oreal

Aimee Mullins

Giochi paralimpici di Atlanta (1996): record nei 100 metri e nel salto in lungo

Interpreta il ruolo della giornalista

nel film World Trade Center (2006)

2. La montagna Nel film, diretto da Zemeckis nel 1994, Forrest Gump è un ragazzo con un basso coefficiente di

intelligenza e ha una malformazione alle gambe. Ma quando si libera dei sostegni meccanici diventa un corridore, poi un campione di baseball. Prima incontra Elvis e, muovendosi

maldestramente, gli ispira certi passi. Va in Vietnam diventando un eroe, stringe la mano a tre presidenti, Kennedy, Johnson e Nixon, assiste ai movimenti studenteschi e per tutta la vita è

innamorato di una ragazza conosciuta fin da bambino

2. La montagna Ne La ricerca della felicità (film diretto da Muccino nel 2006) il protagonista cerca tenacemente e ottiene un posto da stagista non retribuito presso una società di consulenza finanziaria. Senza stipendio, sfrattato dall'appartamento e poi dalla stanza di un infimo motel, Chris e il suo bambino cercheranno di sopravvivere dormendo nei ricoveri per i senza tetto o nei bagni pubblici della metropolitana. Indossando sempre il suo abito migliore e l'orgoglio di chi non vuole mollare, Chris troverà una porzione di felicità.

3. Iterazioni nidificate o cerchi concentrici

Le iterazioni nidificate sono una tecnica di storytelling nella quale tre o più narrazioni coesistono all’interno di una struttura a grappolo La storia più importante è collocata al centro (il cuore del messaggio), mentre le altre narrazioni elaborano o spiegano il contenuto principale Ad es., le aziende di successo collocano il “perché?” di quello che fanno al centro, e il «cosa?» e il «come?» ai lati

Es. Immagina un amico che ti racconta di una persona saggia, qualcuno che gli ha insegnato una lezione importante. La prima iterazione è la storia del tuo amico, la seconda è la storia della persona saggia. Al centro c’è la lezione importante Le iterazioni nidificate permettono di frammentare il messaggio

3. Iterazioni nidificate o cerchi concentrici

3. Iterazioni nidificate o cerchi concentrici

4. Sparklines

Le sparklines sono un modo per mappare le strutture della storia. Esse mettono a confronto il mondo ordinario e il mondo ideale, le «cose

come sono» e «come dovrebbero essere»

Tale struttura narrativa può essere utilizzata per creare e stimolare un desiderio di cambiamento nell’audience

4. Sparklines: Martin Luther King

4. Sparklines

La protagonista è una donna ancora giovane e appariscente, ma è disoccupata e non sa come dar da mangiare ai propri figli. Ha anche un profondo senso della giustizia. Riesce a imporsi come aiutante in uno studio legale e, seguendo una pratica immobiliare, a scoprire che uno stabilimento del colosso industriale Pacific Gas & Electric ha immesso nelle acque di una cittadina cromo esavalente altamente cancerogeno.

4. Sparklines Matrix (1999) Un mondo che sembra reale ed è invece solo un paravento per nascondere la realtà vera. L'hacker Neo scopre che la cosiddetta 'realtà' è solo un impulso elettrico fornito al cervello degli umani da un'intelligenza artificiale. La Terra era sopravvissuta alla catastrofe ma l'umanità ha avuto bisogno delle macchine per sopravvivere. E queste hanno vinto. Ma le macchine necessitano degli uomini e della loro energia. L'illusione in cui li fanno vivere è finalizzata a 'coltivarli' meglio. Nessuno è a conoscenza del tempo che è passato da quando il neurosimulatore ha assegnato una data fittizia al tempo. Solo Neo, con l'aiuto del pirata informatico Morpheus e della bella Trinity, può tentare di scoprire la verità. Ma non sarà facile.

4. Sparklines A Christmas Carol (2009) Lo strozzino Ebenezer Scrooge non ha alcuna intenzione di condividere le gioie del Natale. Né con il nipote Fred né con il suo dipendente Bob, che riceve uno stipendio da fame e ha una famiglia numerosa, né tantomeno con chi gli chiede sottoscrizioni in favore dei più diseredati. Per lui il Natale è solo un giorno in cui deve pagare Bob che resterà però a casa. La notte della vigilia compare però, terrorizzandolo, il fantasma del suo socio in affari Marley, morto sette anni prima. Marley gli annuncia l'arrivo di tre Spiriti. Uno gli mostrerà i suoi Natali passati, uno quello presente e l'ultimo quello futuro in cui lui sarà morto e nessuno avrà un buon ricordo della sua esistenza

4. Sparklines Per trent'anni Truman continua ad esser ripreso a sua insaputa da

telecamere che lo seguiranno in ogni luogo della sua vita, per strada, al lavoro, a letto. Lui non lo sa, ma fa parte di uno show televisivo. Tutto ciò che c'è intorno a lui è un set, le persone sono attori e comparse, le case, la polizia, i vigili del fuoco, tutto è set, persino l'acqua del mare è fasulla.

Sua moglie e il suo migliore amico sono attori. Sopra tutti c'è Christof, dio-demiurgo-produttore, che gestisce la vita del poveretto.

5. In medias res

In medias res la narrazione comincia al centro dell’azione, poi viene spiegato l’inizio della storia, per arrivare alla sua conclusione Collocare l’audience al centro della parte più eccitante della storia permette al pubblico di essere coinvolto sin dall’inizio nel racconto per scoprire poi quello che succede

Omaha, Nebraska: due anni dopo i fatti narrati in Breaking Bad, Saul Goodman lavora come panettiere, sotto falsa identità, in un centro commerciale. Tormentato dal rischio di essere riconosciuto trascorre una vita piuttosto tranquilla, passando le serate a seguire notiziari, vedere film e vecchie pubblicità registrate in videocassetta, che gli rievocano i tempi passati. La storia si sposta poi nel passato, quando Saul usava ancora il suo nome legale, James McGill, e cercava in tutti i modi di affermarsi come avvocato penalista.

5. In medias res

5. In medias res

In Kill Bill I, diretto da Tarantino nel 2003, il racconto ha inizio con la protagonista che deve uccidere una delle sue avversarie, Vernita Green, colpevole del massacro ai Due Pini

5. In medias res

Tre amici (un doppiatore di colpi di tosse, l'altro comparsa alla Scala e il terzo statua vivente nei grandi magazzini) cercano, senza successo, di mettere in scena il Cyrano. Ma Giovanni, innamoratosi di Marina, una hostess, se la vede soffiare quasi involontariamente da Giacomo. A distanza di tre anni, Giacomo va a cercare Giovanni, che nutre ancora rancore. Giacomo e Marina vivono insieme e vogliono convincere Giovanni a incontrarsi ancora una volta con Aldo, col quale aveva rotto, pensando che fosse coinvolto nella vicenda. Un viaggio in Sicilia potrebbe portare alla rappacificazione.

5. In medias res

Il protagonista, Leonard Shelby, è affetto da una particolare forma di amnesia, che lascia intatti i vecchi ricordi ma comporta la perdita della memoria a breve termine. Attraverso un'affannosa ricerca compiuta per mezzo dell'azione e della scrittura, che serve a registrare ciò di cui la percezione non può farsi sicuro garante, il detective Shelby cerca l'assassino della moglie, l'ultimo ricordo che "non riesce a ricordare di dimenticare", in una labirintica realtà continuamente riazzerata e in cui non si può mai pronunciare l'ultima parola.

6. Idee convergenti

Le idee convergenti sono una struttura di discorso che mostra all’audience come differenti traiettorie di pensiero arrivino a formare un’unica idea, un singolo prodotto. Può essere usata per mostrare la nascita di un movimento. O per spiegare come una singola idea sia stata il culmine di diverse grandi menti che hanno lavorato insieme verso un unico obiettivo

Questa tecnica può essere usata per raccontare le storie di qualche partnership, come quella dei fondatori di Google Larry Page e Sergey Brin I due si sono conosciuti mentre facevano il dottorato a Stanford, ma non si piacevano molto all’inizio. Avevano grandi idee, ma facevano difficoltà a lavorare insieme. Casualmente si sono ritrovati a lavorare insieme su un progetto di ricerca, che sarebbe poi diventato Google

6. Idee convergenti

6. Idee convergenti

Tre anni dopo essere finito dietro le sbarre, il rapinatore armato Jake Blues viene liberato per buona condotta. Ad attenderlo fuori dal carcere c'è il fratello Elwood, una ex fidanzata inferocita, la notizia che l'orfanotrofio dove sono cresciuti sta per essere chiuso e l'illuminazione divina. Convinti di essere in missione per conto di Dio i Blues brothers riuniscono con le buone e le cattive la vecchia band e organizzano un grande concerto benefico mentre fuggono da polizia, una banda di musicisti, il proprietario di un locale e i nazisti dell'Illinois che li vogliono fare fuori.

6. Idee convergenti

Da una cittadina dell'Arkansas due amiche partono in auto per un week-end lasciando volentieri a casa i rispettivi uomini. Quando Thelma (G. Davis), la più giovane, sta per essere violentata, Louise (S. Sarandon) interviene e uccide l'aggressore: la loro gita si trasforma in fuga. Braccate dalla polizia, le due fuggitive scoprono una nuova dimensione della vita e una parte sconosciuta di loro

stesse.

7. Falsa partenza In una falsa partenza si inizia a raccontare una storia apparentemente prevedibile, prima di interromperla bruscamente e iniziarla di nuovo. Questa struttura è utile quando si parla di un tempo in cui si è fallito in qualcosa e si è stati costretti a tornare indietro e ripartire. È uno strumento ideale per parlare di cose che sono state apprese attraverso l’esperienza. O per raccontare il modo innovativo attraverso cui sono stati risolti determinati problemi.

7. Falsa partenza

JK Rowling inizia il suo discorso ad Harvard in modo tipico. Parla di quando andava all’università e delle aspettative dei suoi genitori. Il pubblico si aspetta che lei si soffermi sul suo crescente successo ottenuto nella sua carriera di scrittrice, invece lei ricorda il periodo in cui a 20 anni si è sentita fallita. Quello che è venuto dopo dunque è soltanto stimolante.

7. Falsa partenza

Nel film, diretto da Hitchcock nel 1960, la falsa partenza è rappresentata dalla protagonista che viene uccisa nella prima parte del film dopo essersi impossessata di un’ingente somma di denaro di un cliente dell’agenzia immobiliare nella quale lavora

7. Falsa partenza A un ricercatore universitario viene negato il rinnovo dell'assegno di ricerca; ha 37 anni, una casa da pagare, una fidanzata da soddisfare, molti amici accademici finiti per strada, stesso destino. Pietro Zinni, un chimico, non vuole fare la loro stessa fine, non vuole essere umiliato facendo il lavapiatti in un ristorante cinese, né il benzinaio per un gestore bengalese. Le sue qualifiche e il suo talento non possono essere buttati al vento. Si ingegna e scopre una possibilità ai limiti della legalità: sintetizza con l'aiuto di un suo amico chimico una nuova sostanza stupefacente tra quelle non ancora messe al bando dal ministero. Pietro recluta così tutti i suoi amici accademici finiti in rovina, eccellenti latinisti, antropologi e quant'altro e mette su una banda. Lo scopo è fare i soldi e vedersi restituita un briciolo di dignità.

8. Struttura a petali

La struttura a petali è un modo per organizzare molteplici speaker o storie intorno ad un concetto/tema centrale. I petali si possono sovrapporre in quanto una storia introduce quella successiva ma ciascuna deve essere un racconto autoconcluso. In questo modo si genera un forte coinvolgimento emotivo intorno all’idea centrale

I Ted sono conferenze nelle quali diversi speakers sono chiamati a raccontare aspetti cruciali della propria vita, accomunati nei loro interventi dall’aderenza ad un tema comune

8. Struttura a petali

8. Struttura a petali

In Lost, serie tv andata in onda tra il 2004 e il 2010, la storia di ogni personaggio costituisce un petalo, un frammento, fatto

di continui flashback, che insieme ai racconti degli altri configurano una narrazione congiunta intorno all’isola

8. Struttura a petali

Il colpo di fucile partito dalle mani di due ragazzini in un paese sperduto del Marocco agisce profondamente sulle vite di tre gruppi di persone in diverse zone del pianeta: una coppia di americani lì in vacanza per risolvere una crisi coniugale, una domestica messicana alle prese con i figli dei due nel giorno del matrimonio di suo figlio, e un'adolescente giapponese, sordomuta ed emotivamente emarginata, alla disperata ricerca d'amore in una Tokyo caotica e alienante.

8. Struttura a petali

Due uomini anziani si i preparano a lasciare questo mondo. Il primo in diretta, perché la tv è la sua casa e il pubblico la sua famiglia, il secondo in un enorme talamo, vigilato da una moglie giovane (Julianne Moore) coni nervi a pezzi e in vana attesa di un figlio (Tom Cruise) che l'ha rinnegato e si è riciclato come guru del machismo. Ma non è tutto. In giro per Los Angeles c'è anche un poliziotto alle prese con una ragazza cocainomane, un ex bambino prodigio dei quiz rovinato per sempre nell'animo e un altro ragazzino che sta per fare la stessa fine.

8. Struttura a petali I tre film di Kieslowski, girati tra il 1993 e il 1994, sono concepiti per una visione indipendente l'uno dall'altro ma sono elementi di un'opera pensata nel suo complesso. Indicativa a questo proposito è una scena ricorrente in tutti e tre i film: un'anziana che ha problemi nell'infilare i rifiuti nel cassonetto per la raccolta differenziata. Nel primo film (Blu), Julie (Juliette Binoche), giovane, neppure si accorge dell'anziana bisognosa d'aiuto. Nel secondo film (Bianco), Karol, pur vedendo la vecchiaia, non compie nessun gesto di solidarietà. Solo nel terzo film (Rosso), che non a caso è dedicato alla fratellanza, Valentine si ferma ad aiutare l'anziana.

8. Struttura a petali

Screenwriters

"In un film, lo sforzo maggiore dal punto di vista mentale e creativo è dato dalla sceneggiatura. Il suo autore non solo crea la storia ma trae dalla sua immaginazione esseri umani, dà loro parole da dire e pensieri da pensare. Sul set di un film, lo sceneggiatore è l'unico, vero 'creativo'. Senza di lui gli attori non avrebbero una parte da recitare né battute da pronunciare; e i registi farebbero solo documentari, magari anche buoni ma comunque privi della forza, dell'umanità e del fascino di un'opera di arte drammatica" .

Kevin Brownlow, David Lean - A Biography" ("David Lean - Una biografia"), Richard Cohen Books, Londra 1996, p. 132.