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IL GALILEO Anno 4, Numero 10, dicembre 2014
Mensile di scienza – tecnologia – politica – cultura
Mensile telematico. www.ilgalileo.eu - Direttore responsabile Giuseppe Prunai
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Sardegna Ambiente
Un giorno all’Asinara, ex isola carcere
Giuditta Bricchi
L’isola dell’Asinara (comune di Porto Torres), dal
1997 non più località carceraria, è ora uno
stupendo visitabile Parco Nazionale. Grazie al
lunghissimo periodo di isolamento, iniziato nel
1885, l’ambiente naturale è rimasto preservato. La
Dirigenza dell’Ente Parco si impegna attivamente,
tra non poche difficoltà, a valorizzare le
straordinarie potenzialità turistiche, culturali e
scientifiche di questo luogo unico in Europa. Per un
ottimale sviluppo del Piano del Parco elaborato per
l’isola è indipensabile una forte collaborazione tra
Stato, Regione ed enti locali (Provincia di Sassari,
Comune di Porto Torres).
Accoglienza - Tre sono gli approdi all’isola (Fornelli,
Cala Reale, Cala d’Oliva) a cui si può giungere
partendo da Porto Torres o, più velocemente, da
Stintino. Organizzare la visita all’Asinara è semplice
. Nella sezione “Visitare il Parco” del sito
www.parcoasinara.org sono elencati tutti gli
operatori attivi nel Parco Nazionale e nell’Area
Marina Protetta. Per prenotare un’escursione in
giornata, nel Parco o per mare, è necessario contattare uno degli operatori per telefono o e-mail. Si
possono scegliere visite guidate con fuoristrada, trenino o bus. L’escursione comprende un percorso sulle
strade dell’isola, visita alle carceri, alle spiagge e agli osservatori faunistici e marini. Si può anche
liberamente camminare a piedi nell’area di Fornelli o di Cala Reale e seguire i percorsi trekking che
partono dai moli. Per una conoscenza approfondita dell’isola è consigliabile suddividere la visita in tre
giornate dedicate rispettivamente all’area di Fornelli, all’area di La Reale e all’area di Cala d’Oliva. Le
stagioni preferibili sono la primavera e l’autunno. Nei mesi di luglio e agosto è sconsigliato percorrere i
sentieri a causa delle alte temperature.
Presente e futuro nel Piano del Parco - Come indicato nella legge Quadro sulle Aree Protette la tutela dei
valori naturali ed ambientali dell’Asinara è affidata all'Ente Parco che li persegue attraverso il Piano per il
Parco. Attraverso questo strumento vengono disciplinati l’organizzazione generale del territorio, i vincoli,
le destinazioni d’uso pubblico o privato, i sistemi di accessibilità veicolare e pedonale, le attrezzature, i
servizi per la gestione sociale del parco, i criteri per gli interventi sull’ambiente naturale. Pasqualino
Federici , Presidente del Parco Nazionale dell'Asinara, ha il non facile compito di promuovere, in
collaborazione con tutti gli enti e i soggetti coinvolti, la tutela ambientale e la valorizzazione turistica
dell’isola . Per esempio ora non è possibile pernottare nell’isola. Bisogna quindi sviluppare i servizi di
accoglienza, afferma Federici, senza cementificare, ma ristrutturando gli edifici già esistenti. E’ inoltre
indispensabile la costruzione di una rete idrica moderna ed efficiente. Senza la soluzione di questo
problema non è possibile uno sviluppo economico, sociale e ambientale del Parco.
La gestione - L'Ente Parco gestisce un territorio di 52 km2 con una decina di addetti e con un modesto
bilancio, facendo leva sull’entusiasmo degli operatori. Durante la visita di un gruppo di giornalisti della
Stampa Estera, Pierpaolo Congiatu, Direttore del Parco, ha mostrato con passione le bellezze e le attività
che si svolgono nell’isola: dagli animali allo stato brado al Centro Studi Fauna, dalle spiaggie incontaminate
al Centro di recupero delle tartarughe, dalle prigioni all’Osservatorio del Mare, dal Palazzo Reale al
Sentiero della Memoria. Dopo l’accoglienza a Fornelli, ci si inoltra su strade sterrate all'interno dell'isola
per raggiungere l’Osservatorio Faunistico. I mufloni e le capre pascolano sui pendii che portano al mare e
gli asinelli bianchi procedono sulle strade deserte. La fauna selvatica ( asinelli, cinghiali, capre e così via ),
come rileva Congiatu, crea problemi di controllo. La sua presenza va contenuta, per mitigarne l’impatto
sull’ambiente.
Osservatorio faunistico - L'Osservatorio Faunistico è situato presso l'ex Diramazione Carceraria di
Tumbarino. Nelle sale, in passato destinate a soggiorno carcerario, sono stati realizzati il centro faunistico e
ornitologico, il laboratorio per le attività di inanellamento e gli spazi per le attività didattiche ed espositive.
Obiettivi dell’Osservatorio faunistico sono la ricerca scientifica riguardante tutte le specie faunistiche
(invertebrati e vertebrati). Per ripristinare l’equilibrio faunistico a difesa della biodiversità dell’Isola,
vengono studiate le interrelazioni e l’impatto delle specie alloctone (cinghiale, suino domestico, gatto
inselvatichito, capre, gazza) sulla fauna locale. L’Osservatorio ha attivato collaborazioni con Istituti
Universitari, Associazioni ed Enti territoriali che si occupano di conservazione delle risorse ambientali.
L’istituzione di un Osservatorio faunistico all’interno del Parco Nazionale dell’Asinara contribuisce al
programma globale di tutela degli habitat naturali e degli ecosistemi, con particolare attenzione alla
salvaguardia delle specie animali minacciate di estinzione.
Inanellammento e monitoraggio delle migrazioni - L'inanellamento è una tecnica che prevede la
marcatura individuale degli uccelli tramite l'apposizione sulla zampa di un piccolo anello metallico recante
un codice. Ogni anno, insieme ad alcuni volontari, l'ornitologo Danilo Pisu inanella migliaia di uccelli di
passaggio per monitorarne gli spostamenti . Mostra inoltre a visitatori e scolaresche le operazioni di
cattura, inanellamento e rilascio degli uccelli che passano sull'isola durante il tragitto migratorio. La
stazione di inanellamento dell'Asinara è una delle più importanti in Italia e collabora con la rete
internazionale di stazioni ornitologiche, distribuite fra Gibilterra ed Israele, per il monitoraggio delle
migrazioni nel Mediterraneo.
La tartaruga Caretta caretta torna in libertà - Durante la visita dei giornalisti un esemplare di tartaruga
marina della specie Caretta caretta è stato liberato nella spiaggia di Cala Reale del Centro Recupero Animali
Marini (CRAMA) da Laura Pireddu, Responsabile di CRAMA, e dal suo staff. L'animale, di 16 kg, nominato
Esperance, era stato ritrovato l’anno precedente in gravi condizioni da pescatori a Galeria, in Corsica. Dalle
radiografie effettuate, presentava tra l’esofago e lo stomaco un grosso amo da pesca, che non gli
consentiva più di alimentarsi. Inoltre l’amo era collegato ad una lenza che aveva provocato l’amputazione
di un arto. La tartaruga, trasportata al Centro di Recupero Animali Marini dell’Osservatorio del Mare
all’Asinara, ha subito una delicatissima operazione chirurgica in anestesia totale che le ha permesso di
guarire e di riguadagnare il mare. All’animale sono state applicate due targhette identificative sulle pinne
anteriori per poterlo riconoscere in caso di
ricattura.
Progetto TartaLife - La vicenda della tartaruga Esperance pone in evidenza i pericoli che corrono, per
l’ingestione di plastica e attrezzi da pesca, queste specie marine. Sottolinea inoltre l’importanza di Centri
di Recupero Animali per garantire la salvaguardia delle specie animali minacciate di estinzione. La
tartaruga marina Caretta caretta è minacciata a livello planetario da numerose attività antropiche ed è
inserita come specie prioritaria nella Direttiva Habitat ( n. 92/43/CEE) della Comunità Europea relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. Si stima che nel
Mediterraneo ogni anno la pesca professionale ne catturi accidentalmente oltre 130 mila esemplari. Il
progetto TartaLife (www.tartalife.eu/it) si prefigge, in collaborazione con i pescatori , di ridurre la mortalità,
indotta dalle attività di pesca, della tartaruga marina Caretta caretta. Il progetto coinvolge le 15 regioni
italiane che si affacciano sul mare e promuove la diffusione di soluzioni tecniche innovative, la formazione
dei pescatori e il rafforzamento dei Presidi di recupero e primo soccorso.
Osservatorio del Mare - L’Osservatorio del Mare è entrato in funzione nel luglio 2012 dopo il restauro e il
risanamento dell’ex alloggio dei “fanalisti”, costruito nel primo decennio del ‘900 per il Ministero della
Marina. Al suo interno sono ospitati il Centro Recupero Animali Marini e la struttura tecnica dell’Area
Marina Protetta (AMP) dell’isola dell'Asinara. Tra gli obiettivi dell’Osservatorio del Mare vi sono la gestione
e la valorizzazione dell’ambiente marino, la diffusione delle conoscenze, la formazione professionale nel
settore della pesca marittima e la promozione di attività didattiche e di ricerca sul mare. Il Centro Recupero
Animali Marini, avviato nel 2004, era precedentemente localizzato nella zona meridionale dell’isola, nella
struttura denominata “ex corpo di guardia” in località Fornelli. Il progetto di conservazione della tartaruga
marina Caretta caretta, la più comune nel Mediterraneo, è stato reso possibile grazie al programma Life
Natura della Commissione Europea e vede la partecipazione di 30 partner. Il Centro si occupa anche del
monitoraggio dei siti di nidificazione e del monitoraggio e dello studio di altre specie ( piccoli cetacei e
squali ).
La storia dell’isola - L'Asinara, abitata sin dall'antichità, fu valorizzata dai romani con la costruzione di un importante centro di culto. Nel medioevo , ospitò un monastero camaldolese e divenne luogo di
meditazione per asceti. Nei secoli delle invasioni saracene fu rifugio di pirati. Il pirata Barbarossa, nelle sue scorrerie lungo il Mediterraneo, spesso ormeggiava nella rada dell'isola che ora prende il suo nome. Il primo abitato di Cala d'Oliva fu fondato da alcuni banditi evasi da Castelsardo. Solo in epoca recente l'isola ha assunto il nome attuale, derivato dalla presenza dei piccoli asinelli albini portati dai primi coloni. Gli appellativi per cui da fine ottocento era più conosciuta erano “Isola del diavolo” o “Cajenna del Mediterraneo”, perché ospitava il carcere più duro d'Europa. Nel corso degli anni l'Asinara ha cambiato molte volte utilizzo, diventando rifugio di feriti di guerra, stazione sanitaria di quarantena, campo di prigionia nella prima Guerra Mondiale , sede di deportati politici durante il ventennio fascista, ospitando, tra gli altri, alcuni esiliati abissini, come la figlia del Negus. Durante la Grande Guerra, 24.000 prigionieri austroungarici arrivarono nell'isola e morirono quasi tutti di epidemie e di stenti. I resti di 6.000 di loro sono sepolti in un ossario presso Campu Perdu. Dopo gli anni sessanta del ‘900 l’Asinara divenne carcere di massima sicurezza e vi furono internati brigatisti e mafiosi. I giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel 1985 si trasferirono , in gran segreto, in un'abitazione del villaggio di Cala d'Oliva per preparare l’istruttoria del maxi processo contro la mafia che inflisse pene durissime ai mafiosi. Il 27 dicembre 1997 il carcere fu definitivamente chiuso e l'isola proclamata ufficialmente Parco Nazionale.
Fornelli, ex carcere di massima sicurezza - La visita all’ex carcere di massima sicurezza di Fornelli viene fatta con Gianmaria Deriu, un guida veramente straordinaria. Deriu ha trascorso, come esponente della Polizia Penitenziaria, 30 anni sull’isola e alla chiusura definitiva del carcere non ha lasciato l’Asinara, ma, trattenuto dal suo fascino, ha messo la propria competenza a disposizione del Parco Nazionale. La struttura originaria del carcere di Fornelli, primo edificio carcerario costruito sull'isola alla fine dell’800, è stata modificata da numerosi interventi. Se ne riconosce tuttavia l’impianto a doppia corte, con le celle
disposte nei lunghi corridoi e gli spazi interni per l’ora d’aria, sottoposti a continua sorveglianza. Il carcere è stato utilizzato durante gli “anni di piombo” per la reclusione di membri delle Brigate Rosse. Vi sono stati detenuti molti mafiosi sottoposti al regime del carcere. Per la fruizione dell'ora d’aria, nel carcere di Fornelli e nel bunker di Cala d'Oliva (dov'erano incarcerati Riina, Cutolo e Bagarella) furono ricavati dei piccoli cortili per far sì che i reclusi non avessero contatti diretti tra loro. L'Asinara può considerarsi una sorta di Alcatraz all’italiana, in quanto anche qui solo un detenuto riuscì a
fuggire. Isole di prigionia - Molti famosi carceri di massima sicurezza come Alcatraz (USA), Robben Island (Sudafrica )( dove fu rinchiuso Nelson Mandel) e Kilmainham Gaol di Dublino ( Irlanda) sono diventati musei che attirano ogni anno, per la loro importanza nella storia nazionale, un gran numero di visitatori. Anche il carcere dell’Asinara ha un suo ruolo nella storia italiana. Potrebbe rientrare a pieno titolo in una sorta di rete internazionale di isole di prigionia, ha rilevato Franco Cuccureddu, Sindaco di Castelsardo, che ha organizzato e accompagnato i giornalisti nella visita. Il Parco Nazionale dell’Asinara oltre che attrarre i visitatori per la sua bellezza, l’interesse turistico, sportivo, scientifico potrebbe essere interessante anche per tutti gli aspetti storici e sociali della vita carceraria.