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40di
maestro
IgorBorozan
40di
maestro
IgorBorozan
a Jan
progetto grafico:italianartschoolstampa:Graffietti Stampatiufficio stampa:Irene Frenguellottiphotographic referencesmaestro Srecko VeselinovicNicola SeverinoKatia PangraziEnzo Chiocchia
the coverKatia Pangrazi
speciale ringraziamento alla dott.sa Silvana Tommasoni
E vieteta la riproduzione, la trasmissione in qualsiasi forma e mezzo e l’usoanche parziale dei testi e delle fotografie di questo volume.
Reproduction, transmission, and whole or whole or partial use of the texts andphotographs in this volume,in any form or by any means, is prohibited.
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Igor Borozan, che dirige con competenza e passionel’Accademia di Belle Arti di Terni, partecipa dal 2003 aiGrandi Eventi organizzati dal Ministero. Questi sono appun-tamenti artistici annuali tra i più importanti in Italia,che offrono a tutti i cittadini la possibilità di visitaregratuitamente luoghi d’arte statali che per l’occasionediventano teatro di spettacoli, mostre, visite guidate,aperture straordinarie, concerti e conferenze a tema. Le sue opere d’arte contribuiscono ogni volta ad accresce-re il prestigio e il richiamo di tali eventi che anno dopoanno registrano un sensibile incremento di pubblico.In particolare, il suo eclettismo artistico, le sue crea-zioni che spaziano tra pittura, installazioni e art perfor-mance di diversa natura, ma sempre con la capacità di fon-dere contesti culturali multietnici di ampio respiro, sem-brano essere testimonial ideali di appuntamenti come laFesta Europea della Musica e le Giornate Europee delPatrimonio, nate appunto con lo spirito di far riscoprirele comuni matrici culturali continentali ed incoraggiare loscambio reciproco di influenze e tendenze artistiche. E’ significativo, dunque, che “40 di maestro Igor Borozan”,il volume che ripercorre i quaranta anni del Maestro vis-suti per l’arte e nell’arte, venga presentato, in occasio-ne delle Giornate Europee del Patrimonio, in tre capitalieuropee diverse (Roma, Zurigo e Madrid) a testimonianzadel suo percorso di vita e artistico in continua evoluzio-ne. Da parte mia e del Ministero che rappresento un sinceroaugurio al maestro di proseguire il suo “lungo viaggioartistico” ricco di cose meravigliose che oltre a segnareil suo cammino, sono anche un esempio di arte e vita peri giovani.
Arch. Antonella MoscaResponsabile Servizio IV - Comunicazione e PromozioneDirezione Generale per il bilancio e la programmazione economica, la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure
Sarajevo1986
Cetinje1988Roma1991
Zurich1995
Terni1998
Perugia2006
Madrid 2009
soma
morsko oko 7 Sarajevo 13giani 15Santa costanza n°32 17, 18,19rat 21piccolo punto 23pax 25palazzo Fabrizi 27duomo 29mediterraneo 31vertigo 33k.i. 35macuf union fenosa 37london 39notte in colore 41fegato di artista 43konj 45feme 47nascerai artista 49luna 51Libero.P 53katia 55lettera 56in amore 59tempo&controtempo 61tempo 62sloven 64in jazz 66in onore a G.Bregovic 68G.Briccialdi 71Revoluzione estatica 73aegilium 75nido dell'aquila 76idillio 79sin Jan - Tanović 81incipit 83artefatti nel manifesto 85sin 87las Ventas 89 navidad a Madrid 91pasqua a Narnia 93musicarte 95a
morsko oko
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Sarajevo 1986 acrilic 80x120cm
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Igor Borozan non è solo un affermato artista, un collaudatodocente, ma un infaticabile organizzatore. Anche a lui si devela creazione e la crescita ormai più che decennale, dal 1998 adoggi, dell’Accademia di Belle Arti di Terni, che si è moltoopportunamente affiancata all’Istituto d’arte, in una città chedell’arte e dell’architettura moderne e contemporanee ha fattouna scommessa, una caratteristica peculiare.
La sua vita è un connubio di mercurialità e stanzialità, dimobilità e di impegno, di improvvisazione e di metodo: sipotrebbe definirla una curiosità costante. Non vi è contrappo-sizione in questo modo di essere o meglio il contrasto è soloapparente: per accomunare e comporre i molti aspetti in lui com-presenti. Difficile dire se questa ampia gamma, spesso figura-tiva, sia o meno concettuale. Anche a questo proposito IgorBorozan attraversa le classificazioni consolidate con una cari-ca eclettica di novità e di continuità, sempre alla ricerca diun punto di incontro degli opposti.
Il dubbio silente che (a chi abbia studiato o anche solo cono-sciuto l’arte del passato) si affaccia ogni volta che si trat-ta di arte contemporanea - dubbio che è sempre meglio dichia-rare affrontare e cercare di sciogliere piuttosto che ignoraree tacere - è quello dell’improvvisazione, o nei casi limite delmillantato credito: è vera arte quella del Novecento e delnostro tempo o non è piuttosto solo la maschera ambiziosa di unacapacità progressivamente ridotta, perduta, smarrita?Addirittura una trappola per i creduloni, per i ricchi in cercadi investimenti? Un modo di étonner les bourgeois? L’arte deisecoli XX e XXI, l’arte a cavallo del nuovo, terzo millennio,se talora ha pienamente meritato e giustificato questo generedi sospetto, nella sua produzione come nella sua critica, pro-prio nel suo essere “scomoda” ha peraltro saputo esprimere anchestraordinari vertici di sincerità in precedenza sconosciuti. Nési potrebbe fingere solo nell’arte una armonia che tutt’intor-no è perduta o gravemente compromessa. Bene quindi che l’artedel nostro tempo possa stupire e perfino disturbare. Bene chein tempi che Enzo Bianchi non esita a definire ripetutamente“tempi cattivi” l’arte possa produrre turbamento, sino allarepulsione. Purché non si perda la ricerca di quella bellezzache lo stesso Enzo Bianchi pone come orientamento e fine dellacostruzione di un’etica condivisa. Purché non si ingeneri equi-voco tra la vera bellezza, fatta di sapienza, di giustizia, dicontemplazione e di gratuità, di dono, e la falsa bellezza,costruita sulle attrattive (si ricordi Immanuel Kant nellaCritica del Giudizio, sez. I, libro I, 14), quindi misurata nelgradimento e nella sua fortuna coi numeri delle quotazioni, colnumero di visitatori, con l’audience, che poi non è ascolto mavisione.
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Tornando all’opera di Igor Borozan e abbandonando le considera-zioni generali su quella che potrebbe dirsi la difficile con-servazione dell’arte in epoca di novità e di fratture (chi fosseinteressato può trovare spunti alle pagine 162-223 del n. 3 del2007 della rivista “Gazzetta Ambiente”), quanto alle sue opereoccorre avvertire subito che sono molto diverse tra loro: dallacoccinella proboscidata e senza puntini (trasferiti alla lamie-ra traforata), agli esperimenti figurativi, al fegato d’arti-sta, sino alle sue più che sette camicie, sudate, insanguinateo radiografate.
Scrive Borozan nel fascicolo Notte in colore del 2006, promos-so dal Ministero in occasione delle Giornate Europee delPatrimonio sul tema un patrimonio venuto da lontano, che “quan-do tuona non si sa dove cade il fulmine” (p. 5-6): verrebbe daprecisare che non si sa dove sia già caduto o dove cadrà per-ché realtà e percezione non sono simultanee. La luce e con essala vista è istantanea, il suono con l’udito più pigro, le opere,siano esse scrittura e lettura (letteratura) siano esse d’artefigurativa (disegno, pittura, scultura e architettura si dice-va una volta, prima dei cinematismi e di molto altro) richiedo-no a volte varie generazioni. Così, sempre più per l’accrescer-si del dinamismo, nella contemporaneità rischiamo in misura pro-gressivamente maggiore di aggiornarci faticosamente su un mondoche è già svanito. E’ proprio questa la precarietà benissimoillustrata, ad esempio, dalle sue poltroncine e sedie volantidel 2005
Noi in realtà non sappiamo chi e cosa andrà lontano, ma sappia-mo per certo, malgrado il rischio di equivoco e di conseguentibanalizzazioni e semplificazioni, rischio al quale sono espostele autorità, la critica e il mercato, che non si tratta mai (oquasi mai) di un solo individuo e sempre (o quasi) di una matas-sa: di fatti, cose, persone. Questo Borozan e i suoi allievidimostrano di saperlo, anche i più giovani che non hanno anco-ra scontornato il proprio io e che per questo indugiano perdu-rando a sognarlo onnipotente e infinito.
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La sua arte è divenuta così non solo produzione, ma anche educa-zione, selezione, antologia, illustrazione, cronaca, repertorio.
Un Ministero e in generale una pubblica amministrazione non par-tecipa al prodotto artistico, non può intervenire nel processoartistico, è ovvio, ma lo tutela (o almeno cerca di farlo nelproprio ruolo istituzionale di guardiano) dalla prima gestazionesino alle ultime reliquie. Per questo nelle accademie occorrereb-be parlare prima che di creatività, innanzi tutto di storia, adesempio di Pericle e dei mistoforia. Per suscitare così impulsimeno ribelli e già ponderati, misurati dal confronto col vero (ildisegno, la pittura e la scultura potranno non essere figurati-vi, ripresi dal vero, ma il vaglio del vero attende comunque cia-scuno). Non per mettere le briglie all’arte, sia chiaro, non pertornare tassativamente al figurativo, ma per sciogliere quelletenie noiosissime e ripetitive prodotte dai conati della affer-mazione individuale.
Lo scopo di insieme, guardando le opere e queste in particolare,non lo si direbbe insomma il fine, ma piuttosto il durante.
Agosto MMIX
Arch. Francesco ScoppolaDirettore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria
Ricordo di Igor Borozan un dipinto di tanti anni fa: una linguadi mare -ferma a specchio sotto uno strappo di cielo- in un’oraindefinibile del giorno, con un “occhio” gigantesco a “tagliare”l’orizzontalmente il quadro, simile ad un periscopio risalito daabissi dove riposa il tempo e restano, uno accanto all’altro -come sul suolo lunare percorso da Astolfo in groppa all’ippogri-fo- i resti dimenticati di ogni umano, possibile naufragio.Un “veliero” appare di là dalla lontana e smerigliata linea del-l’orizzonte: fantasma d’un passato che l’artista evoca dal ven-tre del mare, come un rinato Aladino che resusciti il genio dalcuore della lampada. Sospesa a mezz’aria, con la levità di unapinna, a dispetto di ogni legge di gravità, c’è un’antica divi-sa marinara destinata a “vestire il nulla”, vuota anche di vento,perché tutto è fermo nel quadro di Borozan, sorda l’aria al suonodi lontane battaglie, assente l’uomo, in un’aura metafisica dovesi può persino sperare di catturare l’invisibile.Il “mare” di Borozan è una sorta di metafora, non diversa –nelsuo significato- da quello che si attribuisce alla conchiglia,capace di assorbire tutti i rumori delle onde, l’acqua cheschiaffeggia lo scoglio, il vento e il tuono, le voci di quelliche muoiono sotto le barche capovolte, nelle notti di burrasca,quando l’acqua si solleva contro i pescatori che cercano conl’acetilene il posto adatto per tendere le reti.Anche i paesaggi di Igor Borozan -come la “divisa senza fregi”sospesa sulla superficie d’acqua del mare- sono spazi vuoti,simili a deserti di solitudine estesi all’infinito, sotto cieliumorali e minacciosi.E’ stato Nietzsche a parlare, un giorno, del “freddo” che regnanello spazio vuoto, luogo dell’anima, dove l’assoluto silenzioprovoca paura e il tempo pare essersi fermato su ossessivi ricor-di: il tempo d’una giovinezza felice spezzata dalla guerra;Sarajevo, “capitale” di cultura ridotta ad un ammasso di rovine.C’è un quadro di Igor (realizzato a Roma, nel 1991) che ben sin-tetizza lo stato d’animo del pittore in quei primi anni di lon-tananza dalla Bosnia: un dipinto che -per il messaggio che rie-sce a trasmetterci- può essere considerato “prossimo”, nello spi-rito, alla celeberrima “Pubertà” di Edward Munch: una figura difanciulla in primo piano, le braccia -come due segni di luce-abbandonate sui fianchi, un largo cappello a nascondere i capel-li e gli occhi accesi da una luce di terrore.
scri
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Sarajevo 1988 graphite 33x42cm
Il tema della “camicia” è ricorrente nellapittura di Borozan: camicie di un allucinantebiancore, riempite d’aria, simili a fantasmi -come nel racconto di Wells- assente l’uomo,tolta al Golem la lettera magica che gli avevadato la vita, ma vivo ancora lo “spirito”: la“camicia” restituisce il “colore” di chil’aveva indossata, trasformandosi d’incanto inuna sorta di lanterna magica; dentro la cami-cia, il mare, l’onda inquieta emblematica diindimenticate sofferenze e, in lontananza, unmonte, approdo sperato contro i naufragi disolitudine della nostra vita di ogni giorno.Igor Borozan è un pittore di chiara improntasurrealista, assai prossimo al simbolismo eforte di una spiritualità che lo induce acogliere -attraverso l’intuizione- ciò chel’occhio non vede, la “verità” di ogni umanoaccadimento proiettata oltre il velo di Majadello spessore della materia, dentro una formache resiste eterna oltre i bianchi confini delsilenzio.
Paolo Cicchini scrittore
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gianiCetinje 1988 pastello su cartone 40x50cm
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santa costanza n°32
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Roma 1992 inchiostro 35x50cm
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santa costanza n°32Roma 1991 grafite crayons aquarelle 35x50cm
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rat
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Roma 1992 tempera acrilic 50x70cm
Zurich 1995 acrilic 60x80cm
piccolo punto
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vimini smalto tempera
Zurich 1995 tempera su cartone 30x40cmpax
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Terni 1999 mdf smalto
palazzo Fabrizi
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Terni 2003 pvc cordaduomo
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mediterraneoRoma 2004 galleria L’Agostiniana
acrilic su tela 70x100cm
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MIBAC 2005 giornate europee del patrimonio
via Cavour - Terni
vertigo
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MIBAC 2005settimana della cultura
acrilic su tela 80x120cm
K.I.
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acrilic su tela 40x50cm
La Coruna 2006 carta da spolvero
macuf union fenosa
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london
London 2007 olio su tavola telata 50x70cm
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notte in colore
MIBAC 2006 giornate europee del patrimonio
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Perugia 2006 Ipso Art Galleryfegato vaschetta pvc
acrilic su tela 60x50cm
fegato di artista
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Perugia 2006 Ipso Art Gallery acrilic su tavola 45x88cm
konj
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MIBAC 2007 settimana della cultura
gesso su tavola
feme
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MIBAC 2008 Giornate Europee del patrimonio
tela cerata
nascerai artista da terni a madrid
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Roma Piazza del Popolo vocazioni, arti, mestieriacrilic su tela 120x80cm
luna
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MIBAC 2006in arte carta
settimana della cultura acrilic su tela 50x70cm
Libero.P
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acrilic su tela 80x120cm
Narni 1999 acrilic su tela 20x40cmkatia
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MIBAC 2008settimana della cultura
olio su tela50x70cm
lettera
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1999 acrilic su tela 50x70cmin amore
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tempo&controtempo2009 acrilic su tela 80x100cm
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tempoSwiss 1995 Horgen Villa Serosse
olio su tavola telata 40x70cm
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slovenMIBAC 2003
Arte libera tuttisettimana della cultura
acrilic su tavola 50x170cm
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in jazzacquarello su carta preparata 70x100cm
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a G.Bregovicacrilic su tela 100x100cm
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MIBAC 2008Festa della Musica
Palazzo Gazzoli - Ternicarta cerata
G.Briccialdi
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rivoluzione estaticaSpello 2008 Villa Fidelia tela pvc
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aegilium
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Isola del Giglio 2009 pietra
nido dell'aquila
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Gran Sasso 2008
Omaggio a Leopardi e Chopin Arnoldo Foàteatro Verdi - Terni 2008
carta cerata
idillio
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sin jan - TanovićSpoleto 2008 galleria il Canovaccio
carta porpora china 100x2500cm
80
Todi Art Festival 2008Piazza del Popolo
tela cotone
incipit
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artefatti nel manifestoMIBAC 2009
settimana della culturaobra grafica original madrid
acrilic su tela 120x100cm
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Perugia 2008 fashionweek mini metrò tela cotone
sin
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las ventasMadrid 2009
bitume su tela 50x100cm
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navidad a MadridMadrid 2008
smalto tela cotone
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pasqua a NarniaNarni 2009 rocca Albornoz
tela cotone
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musicarte MIBAC 2009
Festa della MusicaCentro Arti Opificio Siri CAOS - Terni
carta smalto
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biog
Igor Borozan nasce a Sarajevo nella primavera del '68.Figlio d'arte, gioca e cresce con i pennelli ed i colo-ri nell'atelier del padre. La sua precoce personalità edil suo indiscusso talento pittorico lo portano a frequen-tare prestigiose scuole artistiche dell'est europeo. I suoi primi studi nell’ambito dell’arte si svolgono nelliceo a Sarajevo. Appena diplomato si reca nella citta-dina di Cetinje, in Montenegro, dove studia pressol’Accademia di Belle Arti seguito dal professor NikolaGvozdenovic.Nel '91, l'approdo in Italia, sua terra d'origine, dovesi specializza in illustrazione seguito dal Prof.Giancarlo Montelli a Roma.Millenovecentonovantuno: la guerra nei Balcani. Sonoanni, quelli a seguire, dedicati ad una vasta produzio-ne pittorica; i venti di guerra e la rabbia nel cuoresembrano aver dato nuova forza alla sua pittura che sifa impulsiva, travolgente. Consigliato da importantigalleristi vola in Svizzera dove si trasferisce ed espo-ne nelle prestigiose gallerie di Horgen, Lucerna eZurigo. Nel ’98 torna in Italia chiamato come scenogra-fo pittore nello staff di Danilo Donati per il film “Lavita è bella” di Roberto Benigni.Subito dopo fonda l'Accademia di Belle Arti di Terni,prima realtà artistica in Italia dove le discipline clas-siche del disegno e della pittura convivono ed interagi-scono con materie innovative quali il design, la foto-grafia, la moda ed il make-up. Sua geniale intuizione èstata quella di introdurre un metodo didattico innovati-vo ed assolutamente rivoluzionario. In questi ultimianni, Borozan, si è didicato alla formazione di giova-ni talenti emergenti, non a caso, proprio nel 2008, èstato insignito del prestigioso “Premio InternazionaleSan Valentino d’Oro per l’Arte”, mantenendo fede alla suamissione, Igor Borozan prosegue il suo percorso artisti-co dove la passione, quella autentica, è l’elemento sinequa non. Una testimonianza artistica contemporanea del “farearte” a cavallo di due secoli.