Movimento, Attività Fisica e Sport/ Benessere psico-fisico · carrozzina; nel 1948 si svolsero a...

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“ Movimento, Attività Fisica e Sport/ Benessere psico-fisico

disabilità/integrazione/inclusione/ attività delle federazioni) ”

Antonella Piccotti

antonella.piccotti@unipg.it

Perugia 11 Gennaio 2017

Ogni persona, con o senza disabilità, è

diversa dall’altra, non solo per le

caratteristiche proprie di ciascun individuo,

ma soprattutto per le diverse reazioni

psichiche e fisiche che possono scaturire da

stimoli esterni di varia natura

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La psicomotricità

“La parola psicomotricità si presenta affascinante e sempre attuale, nella sua intenzione di conciliare i due termini estremi della persona umana MENTE e CORPO

Essa postula l’unità della persona, pur non escludendo la differenziazione delle tre sfere costitutive della personalità: motoria, affettiva, cognitiva.” Anne Marie Wille

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si applica soprattutto a bambini, sia cosiddetti

“normodotati” che disabili, ma in alcuni casi,

anche ad adulti e ad anziani con disturbi

neuropsicologici

la psicomotricità

La psicomotricità sportiva

si distacca leggermente da quella tradizionale,

poiché prende in considerazione un ambito non più

patologico, ma prettamente sportivo.

Attraverso movimento, gioco e sport, si favorisce la

crescita globale del bambino, offrendogli un

percorso di esplorazione e conoscenza,

indispensabili per lo sviluppo di una propria

autonomia e identità.

La psicomotricità 4

psico-

motorio

Sviluppo In età evolutiva, l'educazione

psicomotoria dovrebbe essere

realizzata per schemi motori

Lo sviluppo psicomotorio 5

L’evoluzione di questi si

caratterizza soprattutto nello

sviluppo delle capacità di

conoscenza e di miglioramento

dell'utilizzo del proprio corpo come “strumento di movimento”

Sarà fondamentale concentrarsi

sull’approccio ludico allo sport,

utilizzando vari mezzi, privilegiando la

polivalenza e la multilateralità

Tutto ciò aumenterà l’autostima e

contribuirà alla formazione di una

personalità forte ed equilibrata

Saper fare molte cose con il proprio

corpo nello spazio e nel tempo (in

situazioni statiche e dinamiche), a carico

naturale e/o con gli attrezzi, significa

conoscere se stessi dal punto di vista

motorio ed essere in grado di MUOVERSI

nello spazio e nel tempo”

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L’ATTIVITA’ FISICA ADATTATA

In inglese Adapted Physical Activity, o in francese Activité Physique Adaptéz , è nota a livello internazionale con la sigla APA.

In campo scolastico, il concetto di adattamento è ciò che distingue la tradizionale educazione fisica e sportiva, dall’attività fisica adattata.

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l’educazione fisica

è tradizionalmente centrata sulla disciplina e

richiede un adattamento degli studenti al piano di

lavoro e ai suoi contenuti, secondo una logica di

individualizzazione;

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APA

adotta una logica inversa:

parte dalle reali capacità e potenzialità degli

allievi per costruire un percorso che sia per loro

significativo, secondo una logica di

personalizzazione.

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Si deve promuovere, quindi, un’educazione fisica e

sportiva opportunamente modificata, in grado di

valorizzare le capacità di tutti gli alunni, e in

particolare, di chi si trova in una situazione di

disabilità.

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La storia

L’idea nacque negli anni ‘40, nell’ambito della riabilitazione. L’iniziatore fu Ludwig Guttman (1899 – 1980), neurochirurgo, direttore di un ospedale vicino a Londra, il quale, operando con soldati reduci della seconda guerra mondiale, invalidi più o meno gravi, si rese conto dell’importanza della pratica motoria e sportiva per la loro riabilitazione.

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Grazie allo sport, i pazienti rinforzavano non solo la

muscolatura delle braccia e delle spalle,

raggiungendo risultati di molto superiori a quelli

della chinesiterapia, ma ritrovavano anche la voglia

di vivere e la volontà di essere attivi.

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Guttmann ebbe il grande merito di comprendere che:

L. Guttman fu anche l’iniziatore del basket in carrozzina; nel 1948 si svolsero a Stoke Mandeville i primi Giochi, nel 1952 si disputarono in contemporanea con l’apertura delle Olimpiadi di Londra;

nel 1960 a Roma, si inserirono per la prima volta nel contesto delle olimpiadi (1° Paralimpiade).

Da allora, le Paralimpiadi si svolsero ogni quattro anni in concomitanza con le Olimpiadi.

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A Berlino nel 1986 fu data la prima vera definizione di APA:

“APA comprende ogni movimento, attività fisica o sport che può essere praticato da individui limitati nelle loro capacità da deficit fisici, psicologici, mentali o da alterazioni di alcune grandi funzioni”.

Alla base di tale pratica vi era l’idea che ciò che può essere fatto, deve corrispondere alle reali capacità del soggetto disabile,

e che si

debba partire da lui e dalle sue potenzialità residue

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APA:

usato in tutto il mondo, per individuare

un’area interdisciplinare di saperi e di attività

che includono:

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APA

E.F.

Tempo libero

Danza Arti

creative

Sport

Fitness Riabilitazione

(De Pauw, K. 2000)

APA Ambiti di intervento

EDUCATIVO TERAPEUTICO

RIABILITATIVO

SPORTIVO TEMPO LIBERO

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Disabilità

La perdita di funzioni

fisiche o psichiche

congenita o acquisita in

seguito a traumi o malattie

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Le disabilità possono essere suddivise:

Disabilità fisiche (in cui è ridotta la mobilità)

Disabilità mentali o psichiche

Disabilità sensoriali (limitazioni visive o uditive)

Altre forme di disabilità (Les autres -

Problemi di orientamento e di comunicazione difficoltà nella comunicazione

e nel linguaggio)

La prima classificazione è l’ICD del 1970, o

International classification of disisis

(classificazione internazionale delle disabilità).

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Si tratta di una classificazione che si concentra molto sull’aspetto eziologico della patologia, fornendo la diagnosi e la descrizione del processo della malattia

La seconda classificazione è l’ICIDH del 1980, o International Classification of Impairments, Disabilities and Handicaps (classificazione relativa alle menomazioni, disabilità e svantaggi esistenziali).

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Questa seconda classificazione rappresenta un passo avanti rispetto alla precedente perché comincia a considerare la disabilità in rapporto all’ambiente ed è importante per due aspetti:

perché fornisce informazioni sul

funzionamento dal punto di vista

corporeo,personale e sociale, oltre alla diagnosi

perché costituisce un’evoluzione

nell’approccio, non più centrato sulla malattia ma

sul concetto di salute

La terza classificazione è l’ICF del 2001, o

International Classification of Functioning,

Disability and Health (classificazione

internazionale del funzionamento, della

disabilità e della salute)

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ICF All'elaborazione di tale classificazione

hanno partecipato 192 governi che compongono l'Assemblea Mondiale della Sanità.

Mentre le prime due classificazioni, l’ICD e l’ICDH, si

basavano su ciò che non c’era, connotando le

mancanze solo in senso negativo, con questa terza

classificazione assistiamo ad un importante salto

concettuale; l’ICF descrive, infatti, lo stato di salute

delle persone e coglie le loro difficoltà evidenziando

ciò che di positivo c’è in loro, per potenziare al

massimo le capacità residue.

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L’ICF, pertanto, riguarda tutte le persone, in qualsiasi situazione, non necessariamente

disabili

Funzione e strutture

corporee Attività Partecipazione

gh

Fattori ambientali Fattori personali

l’ambiente fisico e sociale l’insieme delle caratteristiche :

nel quale il soggetto vive sesso, età, stile di vita

motivazioni, abitudini,

educazione, background

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Condizione di salute ( disturbo / malattia)

Riassumendo: l’ICF, pertanto, riguarda

Tutto ciò che può influenzare in senso negativo o positivo l’esistenza della persona diversamente abile

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Il mondo della scuola…

L. 118/71 (inserimento in classi normali)

Legge 517/77 (Documento Falcucci 1975)

Legge n. 270/82 (istituzione del ruolo dell' insegnante di sostegno)

Legge 104/ 92 (Legge Quadro – Integrazione)

Legge 170/2010, (Linee guida sui D.S.A. e i P.D.P.)

Legge 107/2015 (“La Buona scuola”)

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Inserimento, integrazione, inclusione

IL VALORE DELLA

PERSONA

NELLE TAPPE

DELL’INTEGRAZIONE

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Linea Evolutiva

I tappa: da esclusione a inserimento

II tappa: da inserimento a integrazione

III tappa : da integrazione a inclusione

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ESCLUSIONE / ISOLAMENTO

La figura sociale della persona con handicap ha

avuto una marginalità quasi totale, che si è

concretizzata "quasi sempre" con l'esclusione e

l'isolamento.

A partire dagli anni ‘60, in Italia, alle scuole

speciali vengono destinati i bambini definiti

"irrecuperabili", mentre le classi differenziali vengono

riservate ai bambini ritenuti suscettibili di correzione e

quindi reinseribili un domani nella scuola di tutti.

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INSERIMENTO

L. 118/71 L’istruzione dell’obbligo deve avvenire nelle classi

normali della scuola pubblica, salvi i casi in cui i soggetti siano

affetti da gravi deficienze intellettive tali da impedire o rendere

molto difficoltoso l’inserimento nelle predette classi comuni

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L’integrazione non è un concetto peculiare

della disabilità, ma è un processo che

coinvolge ogni individuo, ogni volta che

questi è inserito in un ambiente sociale

INTEGRAZIONE

INCLUSIONE

siamo tutti diversi, ognuno con la propria identità

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LO SPORT… 35

Lo sport per disabili in Italia

ll padre dello sport per disabili italiano è il Dott.

Antonio Maglio, ideatore e creatore del Centro

Paraplegici di Ostia, nato nel 1957

Maglio portò avanti esattamente gli stessi principi

che Ludwig Guttmann aveva ideato in Inghilterra

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ma ampliò notevolmente i programmi,

moltiplicando le attività fisiche attraverso

numerose discipline sportive: nuoto,

pallacanestro, tennistavolo, atletica

leggera, tiro con l’arco, scherma e corsa

in carrozzina.

Comitato Italiano Paralimpico (CIP)

La legge n.189 del 2003, istitutiva del Comitato Italiano Paralimpico (C.I.P.)

Opportunità di migliorare il proprio benessere e di trovare una giusta dimensione nel vivere civile, proprio attraverso lo sport quale strumento di recupero, di crescita culturale e fisica

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Molta gente ancora oggi è convinta che

il disabile da un punto di vista fisico, sia

anche un disabile mentale, cioè sia

privo di idee, gusti, emozioni, quando

invece questi spesso mostra un

desiderio di competizione e di

normalità che in tanti normodotati

manca.

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Lo sport aiuta a socializzare, a mettere

pienamente in pratica le varie abilità

raggiunte nel rispetto e aiuto reciproco dei

compagni, consapevoli dei propri limiti o

pronti a mettersi in gioco, supportati

dall’entusiasmo del gruppo. prof.A.Piccotti

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Lo sport…

non è solo la realizzazione di un desiderio, ma anche un’opportunità educativa:

rinforza le potenzialità motorie,

stimola le facoltà intellettive (attenzione,

memoria, concentrazione);

richiede stabilità emotiva e dell’umore;

obbliga ad un comportamento controllato

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Integrazione sportiva:

una piena integrazione tra i normodotati ed i portatori di

disabilità

Per quanto riguarda le discipline sportive, accanto a

sport tradizionali adattati come il basket e

l’atletica leggera in carrozzina, abbiamo anche

sport di nuova invenzione come, per esempio, il

Torball per ipovedenti e non vedenti,

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il Sitting Volley

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prof. Antonella Piccotti

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prof. Antonella Piccotti

BRUNELLA ROSCETTI

DRESSAGE

PARALIMPICO

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SITTING

VOLLEY

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Prato 3 dicembre 2013

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per stabilire un contatto con l’ambiente,

per entrare in rapporto con questo e

poterlo poi modificare,

per facilitare l’esigenza di comunicare,

che rappresenta l’essenza della “qualità della

vita” presente in ogni individuo, in ognuno di

noi.

Lo sport

favorisce le funzioni che servono all’individuo

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Grazie !

Bibliografia A.Bianco,E.Tasso,Insegnare a far vivere le attività fisiche

adattate, Ed La Lontra Busalla 2005

G.Bertagna (a cura di), Scuola in movimento- la pedagogia e la didattica delle scienze motorie e sportive tra riforma della scuola e dell’università, Ed F.Angeli, Milano 2004

M.Vicini, Il nuovo Scienze Motorie e Sportive per la sec. 1° grado, Ed Bruno Mondadori, Milano 2009, risorse dell’insegnante - Manuale di attività fisiche adattate

Pierluigi Raimondo, Handicap e attività motorie: profili normativi Maggioli Editore, Repubblica di San Marino 2007

Luigi Bertini, Attività sportive adattate, Ed. Calzetti Mariucci Perugia 2005

Castelli-Pellai-Rocca-Vicini, Mi muovo sto bene, Ed Franco Angeli,Milano 2004

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