Post on 19-Mar-2016
description
transcript
1
IL PEGASO Organo Ufficiale Della Casa Editrice “Studiomusicalicata Organo Ufficiale Della Casa Editrice “Studiomusicalicata Organo Ufficiale Della Casa Editrice “Studiomusicalicata Organo Ufficiale Della Casa Editrice “Studiomusicalicata ---- Edizioni Musicali”Edizioni Musicali”Edizioni Musicali”Edizioni Musicali”
Direttore Responsabile: Gaetano Alicata
STUDIOMUSICALICATA
Edizioni Musicali di Alicata Gaetano
C.da San Giovanni Lardia
96017 Noto(Sr)
Tel: 328.4650606 Fax: 09311846143
studiomusicalicata@katamail.com
web site
www.studiomusicalicata.it
Giovanni Venuti
Giancarlo Aleppo
Michele Pupillo
Luigi Fiorentini
Antonio Tiralongo
Gianfranco Brundo
Francesca Ortolan
Registrazione: Tribunale di Siracusa n.° 16 del 23.12.2008
IN REDAZIONE
FRANCESCO D’ ISA (capo redattore)
ROSSANA CAMPISI
CINZIA SPADOLA
ANNO 3° - NUOVA SERIE
1°, 2° e 3° trimestre
gennaio - settembre
anno 2011
Pag. 1
Pag. 2
Pag. 3
Pag. 4
Pag. 5
Pag. 6
Pag. 7
Pag. 7
Pag. 8
Pag. 9
Pag. 10
Pag. 11
Pag. 12
Pag. 13
Pag. 14
Pag. 15
Pag. 15
Pag. 16
Pag. 17
Pag. 18
Pag. 18
Pag. 19
Pag. 20
Pag. 21
SOMMARIO
HANNO COLLABORATO
NOTO, 15 OTTOBRE 2011
Direzione, Redazione, Grafica, Impaginazione,
Stampa e Distribuzione
Copertina
A cura dell’editore
Gianni Venuti, l’organo vocale
Giancarlo Aleppo, lineamenti storici...
Michele Pupillo, sonata n.12 op.26
La banda alla conquista della cultura
Pasion de bassoon
Federico Parisi
Fondazione Teatro Lirico Siciliano
Il balletto di Mosca
Banda musicale Città di Ceriana
Quartetto di sassofoni Arcadia
Il mio amico Reitano di A.Tiralongo
Un cuore grande… una canzone…
Uomini liberi di M. Mirano
“Dove ho messo il violino” di E. Ferro
“La Relazione” di C. Calvo
Neoanacronismi d’autore...
Le “maledizioni” dei poeti Siciliani
Polanski : Carnage di F. D’Isa
This Must Be The Place di F. D’Isa
Associazione “Notoriamente”
1° Istituto “Archimede” di Rosolini
Pagine pubblicitarie e svago
2
A CURA DELL’EDITORE
*************************
Gaetano Alicata
La casa editrice Studiomusicalicata –edizioni
musicali di Noto è stata fondata nel 2002 dal sot-toscritto ed opera nel campo dell’editoria musica-
le. Grazie alla collaborazione di validi maestri compositori, affronta tutti i generi ed il repertorio proposto tutte le difficoltà: dal facile al difficilissi-mo, da complessi o solisti con discreta tecnica a
complessi o solisti di ottima levatura. Per quanto riguarda la didattica, i trattati, semplici nella forma e nella struttura, avviano gradualmente l’ allievo allo studio della musica e dello strumento. Grazie
all’esperienza acquisita, ed alla qualità, affidabilità e professionalità di cui si avvale, dispone nel campo dei brani originali e/o degli arrangiamenti di una soluzione adeguata a tutte le esigenze ri-
chieste e per qualsiasi gruppo strumentale e cora-le: dall’ensemble all’orchestra spettacolo e musi-ca leggera, dalla junior band all’orchestra da ca-mera, dal coro a concerti per strumento solista,
dalla banda sinfonica od orchestra di fiati all’orchestra sinfonica. Si propone quale trampoli-no di lancio per giovani e nuovi compositori e all’affermazione di compositori di chiara fama.
Propone il Pegaso, periodico con scadenza tri-mestrale distribuito in ambito nazionale e soprat-tutto ad enti, provincie, comuni, conservatori, licei ed istituti musicali e associazioni culturali e musi-cali, non tralasciando tutti i simpatizzanti della
musica ed agli interessati, quale mezzo per co-municazioni, eventi, rubriche, intrattenimento, fo-rum, convegni, appuntamenti, foto bande e perso-naggi, e quant’altro parli di musica e di umanità. Il
mio motto: “realizzare i sogni ma guardare verso il futuro”. Per coloro che intendono pubblicare le proprie opere, la casa editrice è ben lieta di rice-vere e valutarne il contenuto.
**************************************
Da oggi studiomusicalicata è anche su facebook. Sul
portale, periodicamente, informerò maestri, musici-
sti e simpatizzanti delle attività svolte e delle opere
in lavorazione. Sul sito è invece attivo il blog di stu-
diomusicalicata e la web tv.
Scuola elementare ed istituti superiori sono i gradi
di istruzione che pagano il prezzo più pesante del-
la scure dei tagli caduta sul comparto della scuola
a livello nazionale. Tale configurazione è talmente
drammatica che compromette notevolmente il de-
stino di migliaia di insegnanti precari che, con
l’ondata di esuberi in organico di ruolo, vedono
tramontare le poche speranze di strappare una
“timida” supplenza annuale. A questo punto, a tagli
di cattedre e lotta dei docenti precari, che già da
quest’anno si ritrovano senza incarichi, si aggiun-
ge anche la “ciliegina” dei professori di ruolo per-
denti posto e scaraventati (dopo anni di insegna-
mento ed onorato servizio nella stessa istituzione)
in sedi anche disagiate. Non c’è dubbio che i tagli
daranno il colpo mortale alla qualità della scuola
pubblica (il ministro Gelmini ancora una volta vie-
ne smentita dalla realtà dei fatti) e non solo, ma in
qualsiasi istituzione ne fanno le spese il personale
ATA, i collaboratori scolastici ed amministrativi con
gravi conseguenze all’interno delle strutture edu-
cative. Di seguito, cosa emergerà con questi dati a
mio modesto parere:
• in tutte le strutture scolastiche si creeranno classi ancora più numerose;
• nella scuola dell’infanzia diminuiranno i posti in organico di diritto;
• nella secondaria di 1° grado non sarà possibile effettuare la richiesta di tempo pieno e tempo lungo e scomparirà la forma di compresenza per i progetti e per l’accoglienza;
• nella scuola secondaria di 2° grado ci saranno meno laboratori, meno insegnanti tecno pratici, meno assistenti tecnici di laboratorio, meno sicurezza e meno servizi di pulizia;
In pratica, si andrà contro quanto già sentenziato dalla
Corte Costituzionale che ha ribadito più volte:
“… il diritto allo studio, un diritto di rango costi-
tuzionale, non può essere compresso per mere
esigenze di bilancio…”.
SCUOLA: RIDUZIONE DELLE CATTEDRE
“ UNA MANNAIA PER TUTTI”
3
GIANNI VENUTI , l’organo vocale
Artista lirico, inizia la carriera in qualità di solista e attore di prosa nel 1958 con la compagnia "Ruggero Ruggeri" e successivamente con "La scena sici-liana". 1979 - Titolare della Cattedra di Canto
-presso il Conservatorio F. Cilea di RC.
1980 -81 - Comitato di valutazione arti-stica (docenti primo incarico Con-servatorio) di Rc.
1982 - Costituzione "Centro L. Caloge-ro" - settore musica di Rc. 1985 - Organizzazione generale "Cavalleria Rusticana" Conservatorio F. Cilea. 1986- Docente collaboratore del "Corso Perfezionamento Canto Liri-co" del Centro Lorenzo Calogero e Docente collaboratore - Corso Dizione tenuto dal M° Diotaiuti di Roma - Cen-tro Lorenzo Calogero. 1987 - Direttore artistico - Progetto Arte - " L'elisir d'amore " - ciclo di recite, di notevole successo e antesignano per la realizzazione operistica a Messina con la formazione di orchestra coro, e artisti locali. 1988 - C.A.M.S. Direttore artistico per la realizzazione dell'opera" Il filosofo di campagna " di Galuppi . Componente Giuria "Premio Internazionale Arte e Cultura" assegnato al Baritono Renato Bruson- Centro L. Calogero. Dal 2004, critico musicale per la rubrica “Alla Ribalta” Radiocorriere Tv Rai Roma e Collaboratore Enciclopedia dei Comuni “Pubbliedi” Roma. Collabora-tore Inviato Radiocorriere TV Rai Ro-ma : “I Comuni d’Italia “. “Poesie” raccolte: Vespero - Bivac-co. Pubblicazioni: “Liriche e vocalizzi” ed. studiomusicalicata di Noto. Palcoscenico: “sommario dramma-turgia” ed. ali. Partecipazione riprese televisive: Rai Tre-Telespazio e Reggio TV. Per il teatro lirico ha interpretato ruoli nelle seguenti opere: Traviata, Trovatore, Rigoletto, Pagliacci, Luci-a, Boheme e Butterfly.
ORGANO VOCALE : CONFORMAZIONE Il M° Gianni Venuti ha sempre dichiarato: ”... ogni allievo della classe di canto do-vrebbe avere una conoscenza, anche sommaria, dell'organo vocale, della sua con-formazione, delle patologie e delle terapie "” Nella sua didattica ha spesso ripe-tuto: “...Il cantante deve conoscere se stesso, le sue reazioni, ed il suo strumento: l' apparato vocale.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ì L'organo vocale è complesso, i suoi elementi sono: l’ elemento motorio, l’ ele-mento vibrante e l’ elemento risuonatore. ELEMENTO MOTORIO: è l'apparato respiratorio composto dai polmoni, dalla trachea e dai bronchi. I polmoni sono contenuti nella cavità toracica, sono protetti da un rivestimento parietale pleura. La capienza respiratoria media dopo una normale inspirazione è di 1600 cc per l'uomo e 1300 cc per la donna. Il polmone destro è diviso in tre lobi mentre quello sinistro in due lobi. I polmoni hanno una depressione od im-pressio cardiaca dove trova alloggiamento il cuore. I polmoni nella loro struttu-ra ricordano due grosse spugne, con delle piccole celle simili agli alveari detti alveoli (circa trecento milioni). Il compito degli alveoli è quello di distribuire l'os-sigeno a tutti gli organi. Il peso dei polmoni è di circa 1300 grammi ed entrambi hanno una autonomia respiratoria indipendente. Per cui, se un polmone si am-mala, può essere asportato senza che la respirazione sia compromessa. La trachea è un tubo costituito da anelli cartilaginei, (di un numero di quindici/venti) che si biforca nei bronchi, destro e sinistro, che dopo un breve percorso nel mediastino entrano nei polmoni. La trachea si affianca ad un altro tubo, l’esofago. Nel momento della deglutizione dei cibi o delle bevande, l’epiglottide(cartilagine che ha una forma lanceolata di foglia) ruotando sull'osso ioide chiude il passaggio del cibo verso la trachea, il bolo così scorre nell'esofago e raggiunge lo stomaco. ELEMENTI VIBRANTI: il diaframma, la laringe, la faringe ed il naso. Il Diaframma è un muscolo respiratorio involontario (secondo alcune teorie, nel canto guidato, diventa volontario. Insieme alla laringe viene considerato l'elemento vi-brante). Divide la cavità toracica da quella addominale, nella sua parte superiore, viene rivestito dalla pleura mentre nella parte inferiore dal peritoneo esercita un lavoro di compressione nella parte basale dei polmoni, durante il canto. La Laringe contiene le corde vocali e fa parte dell'apparato respiratorio, (si loca-lizza in particolar modo nell'uomo, all'altezza del "pomo d'adamo") che si divide in due grandi settori : vie aeree superiori (faringe, naso, cavità orale), vie aeree in-feriori (laringe, trachea, bronchi). La faringe è costituita da un condotto che comunica in alto con le fosse nasali al centro con la cavità orale in basso con la laringe. Il naso nella sua parte inferiore, presenta due fori narici dentro le quali sono im-piantati dei peli vibrisse che hanno il compito di filtrare l'aria e di umidificarla durante la respirazione. ELEMENTI RISUONATORI: cavità orale, cavità del morgagni, seni mascellari e seni paranasali Cavità orale, nella sua parte interna centrale, in fondo, confina con un prolun-gamento carnoso detto ugola, mentre nella sua parte esterna confina con la ma-scella (arcata dentaria superiore) e la mandibola (arcata dentaria inferiore). Cavità del morgagni, piccole cavità situate proprio vicino alle corde vocali; Seni mascellari, vuoti all'altezza del setto nasale di forma ovale chiamate coane. Seni frontali, piccole cavità di risonanza localizzate nella fronte, dove con una tecnica s'indirizzano i suoni più ardui, ovvero, i suoni di testa.
continua nel prossimo numero con patologie e terapie dell'apparato vocale
ARTE
4
GIANCARLO ALEPPO , … la banda musicale...
LA BANDA MUSICALE
lineamenti e profili storici ( 4^ parte) L’introduzione dei Clarinetti nella Banda Militare è dovuta agli Alemanni di Norimber-
ga, quella del corno agli Annoverasi. J. J. Rousseau ( 1712-1778 ) nei suoi saggi sulla
musica marziale, identifica l’organico degli strumenti musicali che devono essere impie-
gati dalla Banda Musicale nella marcia in oboi, clarinetti, corni e fagotti. Nella seconda
metà del XVIII secolo si ha la possibilità di conoscere anche la Banda Musicale Turca,
formata in prevalenza da strumenti a percussione : tamburi, piatti, triangoli, ecc.., le cui
caratteristiche sonore influiranno in seguito sulle formazioni bandistiche occidentali
principalmente nell’attribuzione di una maggiore presenza e funzione delle percussioni
nel’ organico strumentale. In seguito le Bande turche si uniformarono, come organico, a
quelle occidentali, chiamando a dirigerle anche maestri italiani (per molti anni nella pri-
ma metà dell’Ottocento la Banda del Sultano fu diretta da Giuseppe Donizetti, fratello
del grande Gaetano). L’organizzazione bandistica militare francese inizia con la forma-
zione del Corpo Musicale Francese (poi Banda Repubblicana) intorno al 1738, per con-
solidarsi all' epoca della Rivoluzione francese, i cui principi fondamentali coincidevano
con il rapporto diretto che la Banda musicale ha con il popolo, e prosegue durante l' era
napoleonica. Le Bande musicali francesi di quell’epoca diedero un importante contribu-
to, in termini di formazione dell'organico, di qualità di esecuzione e di composizioni
specifiche, all’evoluzione artistica e sociale della categoria. Quella inglese incomincia
verso il 1763 con la Banda del Reale Reggimento di Artiglieria, la spagnola sempre nel-
la seconda metà del ‘700 con la Banda dell’Arma di Cavalleria. Nascono in seguito le
scuole di musica bandistica (la prima fu fondata in Francia nel 1790). In Italia uno dei
primi musicisti che si occupò della musica bandistica fu Domenico Cimarosa (1749-
1801) che diresse una Banda Musicale, componendo anche un inno patriottico dedicato
alla neonata Repubblica Partenopea, che tuttavia gli costò successivamente, con il ritor-
no di Ferdinando re delle Due Sicilie, il carcere e l’esilio. Iniziarono a formarsi anche
Bande Civili, il cui organico comprendeva di norma due oboi, due clarinetti, due corni e
due fagotti, che eseguivano concerti pubblici. Un grande impulso alla evoluzione della
Banda Musicale fu dato, come si è detto, dai complessi francesi all’epoca della Rivolu-
zione Francese e successivamente all’epoca Napoleonica. Il reggimento di Fanteria
dell’era napoleonica presenta una Banda Musicale formata da : un ottavino, un clarinetto
piccolo in Mib, sedici clarinetti soprani, quattro fagotti, due serpentoni (con funzioni di
controfagotto), due trombe, una tromba bassa, quattro corni, tre tromboni, due rullanti,
un grancassa, due paia di piatti e due timpani. Da questa formazione si svilupparono
raggruppamenti strumentali con poche varianti in tutta Europa e in America. L’ inven-
zione del Saxofono a opera del costruttore belga Adolf Sax nel 1842, subito adottato
dalle Bande Musicali, modificò ulteriormente gli organici, e, apportando una novità
sonora, permise di consolidare qualitativamente quel progressivo processo strumentale
evolutivo che, con il continuo perfezionamento degli strumenti musicali, dura ancora
oggi. Nell’Ottocento tutte le nazioni occidentali organizzano le loro bande musicali clas-
sificando il numero di esecutori e lo strumentale ciascuna secondo le proprie convinzioni
culturali ed espressive, le cui varianti non sono più soltanto determinate dalle caratteri-
stiche zonali o storiche ma specificatamente dal criterio dei maestri direttori. Infatti è
nell’Ottocento che al maestro di Banda Militare gli viene riconosciuto il grado di ufficia-
le, che agli strumentisti è richiesta una preparazione culturale specifica e viene ricono-
sciuta loro dignità contrattuale; le divise diventano uguali e strumenti musicali di buona
fattura e di intonazione uniforme. Nell’Ottocento anche numerosi grandi compositori
hanno composto per Banda, quali: Mozart, Cherubini, Beethoven, Weber, Berlioz, Men-
delsshon, Rossini, Wagner, ecc... Le Bande militari italiane, non avendo vissuto
l’esperienza bellica degli eserciti dei grandi stati europei, conoscono la classificazione
riformatrice peculiare dell’espressione strumentale bandistica nazionale dopo l’unità
d’Italia con Alessandro Vessella (1860-1929) che, oltre a uniformare e definire gli orga-
nici e le categorie delle Bande italiane che fino ad allora imitavano quelle tedesche,
quindi prive di un riferimento culturale nazionale specifico, razionalizza le famiglie stru-
mentali (ance, ottoni, percussioni) ed equilibrò l’aspetto timbrico, donando dignità arti-
stica alla categoria. Egli stesso diresse concerti bandistici con la Banda Comunale di
Roma, per dimostrare l’alto livello qualitativo che le Bande Musicali possono esprimere.
Milanese di nascita, ha studiato
pianoforte, canto corale, stru-
mentazione per banda, composi-
zione e direzione d’orchestra,
diplomandosi al Conservatorio
di Milano in Musica Corale e
direzione di Coro; al Conserva-
torio d’ Alessandria in Strumen-
tazione per Banda ; al Conserva-
torio di Torino in Composizio-
ne. Direttore di importanti com-
plessi cameristici, orchestrali e
bandistici, nazionali ed esteri, si
è particolarmente distinto nella
direzione di opere liriche e con-
certi, con particolare riguardo
nella preparazione e accompa-
gnamento di solisti e cantanti e
strumentisti di fama internazio-
nale. Esperienza pluridecennale
di Commissario in Concorsi
Nazionali ed Internazionali di
Composizione, Esecuzione e
Direzione, dove viene chiamato
spesso a svolgere le funzioni di
Presidente. Svolge un’intensa
attività di didatta(docente di
numerosi Corsi per Maestri Di-
rettori svolti su tutto il territorio
nazionale); Conferenziere
(partecipa a molteplici Seminari
di studio su Direzione, Compo-
sizione, Strumentazione, etc..);
Compositori(vincitore di con-
corsi nazionali ed internaziona-
li). Le sue composizioni, edite
dalle migliori case editrici italia-
ne ed estere, pur manifestando
spiccate tendenze al superamen-
to della tonalità e della forma,
rimangono inequivocabilmente
ancorate alla memoria della cul-
tura musicale italiana.
5
MICHELE PUPILLO: LA SONATA N° 12 OP. 26 di BEETHOVEN
Dedicata al Principe Carlo von Lichnowsky, fu composta nel 1801.
STRUTTURA Andante L’opera 26 in Lab è in ritmo anacrusico ed esce dai cano-ni sonatistici per entrare in quelli della forma ternaria(a-b-a) precisamente di Lied. La parte A molto cantabile è formata da 8 misure ripetute leggermente variate nei rit-mi(inizio e fine periodo). La parte B(mis. 17) viene intro-dotta in progressione e dopo 10 misure riaggancia la par-te A(mis. 27) riprendendo integralmente il tema e con-cludendo l’andante. Variazioni In numero di 5 vengono espresse secondo i canoni della variazione e cioè va-riando il tema originario con tutti gli artifici musicali-artistici(contrappunto, ritmi, armonie diverse etc…) che il compositore ritiene più opportuno utilizzare, mantenendo sempre qualche caratteristica tematica(ritmo, armonia, melodia etc…). In queste variazioni(1), comunque, si nota in Beethoven più un fraseg-giare che un’applicazione della tecnica della variazione.
(1) il tema viene trattato soprattutto nei ritmi, cellule tematiche variate, sincopi, terzine di semicrome, contrattempo, etc…)
6
Se mi avessero detto che la banda avrebbe
raggiunto un livello tanto alto da sfidare
anche la supremazia dell’orchestra, molto
probabilmente avrei avuto qualche perples-
sità! Il dato importante è che tale ascesa verso il più inaspettato perfezionamento è
avvenuto solo negl’ultimi vent’anni! Nonostante la progressiva
crescita di questo complesso, instabile e multiforme – tanto dal
punto di vista dell’organico, quanto del repertorio impiegato –
non va trascurato che tale processo evolutivo è stato molto lento
e, addirittura, per periodi di tempo piuttosto distesi e prolungati,
si è anche arenato dando l’impressione di volersene stare in di-
sparte, sguazzando nell’ozio e nell’apatia, abbandonando le a-
spettative di quella grande massa popolare che ha sempre visto
nella banda musicale un pratico strumento che fungesse da
“manuale d’informazione” in grado di trasmettere il cammino effettuato dalla musica nel corso del tempo e dalle diverse aree
geografiche di provenienza: chi meglio della banda avrebbe por-
tato sulle piazze i capolavori dell’opera lirica italiana o le com-
posizioni marziali che hanno tracciato un’identità che affonda le
radici in un contesto storico e sociale che ci appartiene totalmen-
te? Se da una parte ci sentiamo in dovere di riservarle tanti meri-
ti, dall’altra è pur vero che bisogna richiamarla fermamente: fino
al Dopoguerra si è limitata ad eseguire esclusivamente trascri-
zioni ed elaborazioni di brani composti originariamente per altre
formazioni, sia vocali che strumentali, e – come è già stato detto
– di opere melodrammatiche! Grazie ai primi tentativi di grandi pionieri della musica strumentale, come Hindemith, Milhaud e
Schoenberg, che hanno cominciato a produrre brani originali per
banda, la cultura si è allargata permettendo a molti esperti
(direttori, compositori e arrangiatori) di seguire questa nuova
tendenza, stimolando loro la creatività, la ricerca di linguaggi
inediti e la sperimentazione di nuovi impasti timbrici, ottenuti
per mezzo dell’impiego di strumenti musicali prima non ancora
in uso presso la banda ma, di certo, già appartenenti solo
all’orchestra. A tal proposito, nasce la Simphonic Band che pre-
senta un organico sempre più rassomigliante a quello orchestra-
le: non troviamo più la famiglia dei flicorni al completo, ma ridotta al solo flicorno basso e, in qualche caso, al soprano;
scompaiono i sassofoni dalla tessitura estrema, quali il soprano e
il basso e vengono inseriti – anche se in via eccezionale e non
negli organici stabili ma in quelli costituiti per l’occasione – il
pianoforte, l’organo e le voci umane. Sin dalla metà del XX sec.
le bande erano composte dalla stragrande maggioranza di stru-
mentisti dilettanti, però successivamente si sono ampliate grazie
all’inserimento di studenti dei Conservatori o, comunque, di
giovani che danno ampio spazio alla dedizione per la musica in
genere, sia provenienti dall’area del jazz che della pop e questo
dettaglio potrebbe spiegare, inoltre, l’abbandono di certi stru-menti e l’introduzione di altri; sarebbe il caso, perciò, di dar
merito a molti di questi ultimi – tagliati in suoni reali – se adesso
si può scrivere liberamente nelle varie tonalità e non più in quel-
le bemollizzate, che limitavano tanto lo sviluppo della tecnica
quanto quello relativo alle percezioni uditive! Fra i molteplici
lavori innovativi da esporre, meriterebbero di essere citate: Eu-
phoria di Daniele Carnevali, come puro esempio di melo-
armonia politonale – quasi da big band dukellingtoniana – e
Prelude for band di Roberto Di Marino, in cui una cascata ini-
ziale di semicrome giunge e si sofferma ad un lungo trillo sospe-
so che fa da cornice ad una cellula ritmica sincopata, eseguita dagli strumenti dal timbro virile, sia tenorile che baritonale. Se
mi è concesso, vorrei far cenno anche al mio Tantum Ergo (per
organo, coro e simphonic band) in cui il connubio tra il “sacro e
profano” crea un delicato sodalizio, a tratti intimista e ironico.
Ha contribuito allo sviluppo della moderna banda sinfonica,
recentemente denominata anche ‘orchestra di fiati’, la formazio-
ne dei direttori che, potendo usufruire di master e corsi di perfe-zionamento disseminati in diverse località italiane ed estere,
hanno modo di affinare la tecnica della direzione e della concer-
tazione. Allo scopo che la banda mantenga costante l’alto livello
raggiunto, si spera che molti di questi artisti di ultima generazio-
ne abbandonino l’uso di gesticolare vistosamente, come se do-
vessero dirigere il traffico cittadino o vendere il pesce al merca-
to, e si sforzino di trovare le strategie adeguate per poter instau-
rare un’intesa con gli esecutori, una sottile complicità che do-
vrebbe avere i suoi embrioni già durante la fase delle prove.
Analogo destino è toccato anche ai compositori, spingendoli
nella “scalata” verso un progressivo sviluppo e potenziamento delle conoscenze relative alla scoperta delle nuove possibilità
coloristiche e tecniche dei vari strumenti – dai flatterzunge agli
armonici – favorendo l’apertura verso nuovi orizzonti stilistici,
passando dal tradizionale sistema tonale, ad altri linguaggi di
ben più ampio orientamento: modale, atonale, politonale. Altro
elemento di primaria importanza, che serve tanto ai compositori
quanto ai trascrittori, è da considerarsi il frequente utilizzo di
apparecchiature elettroniche e di mezzi informatici e multime-
diali che facilitano il lavoro, offrendo loro in maniera più imme-
diata la conoscenza di impasti sonori insoliti e l’ascolto di un
tessuto armonico completo senza dover ricorrere alla tanto sof-ferta attesa della prova settimanale, come avveniva fino a poco
più di qualche ventennio fa! Vero e proprio “trampolino di lan-
cio” per pochi e opportunità di confronto per tanti altri autori,
sono i numerosi concorsi di Composizione per Banda che si
organizzano quasi tutti gli anni, al fine di aggiungere nuovi ta-
lenti alla lunga lista già esistente. Analizzando – o per meglio
dire “visionando” qua e là – partiture di vari musicisti, ho notato
un sostanziale accostamento all’orchestra e questo dimostra co-
me il valore artistico si sia trasferito mirabilmente anche nella
letteratura bandistica. Vorrei “puntare il dito”, però, al fatto che
se si vuole trattare la banda nello stesso modo in cui si tratta l’orchestra, sarebbe necessario scrivere più parti indipendenti
possibili, evitando – entro i limiti del fattibile e facendone un
uso sobrio e logico – l’abuso nel raddoppiare le voci; sarebbe
imperdonabile se tale modalità fosse giustificata dal dire, o dal
pensare, che lo si fa pi travagliàri ‘cchiù picca (come diciamo
noi siciliani) o, pè laurà püse poc, come si dice nella bassa ber-
gamasca, dove vivo ormai da molti anni! Non vorrei apparire
ulteriormente polemico se non condivido la scelta di tanti com-
positori che, alla vecchia maniera dei maestri di banda di paese,
scrivono colossali lavori sinfonici – a volte anche indiscutibili,
dal punto di vista musicale – ma questo Sturm und Drang in essi contenuto, viene talvolta dedicato alla propria innamorata e
spesso il componimento in questione ne porta perfino il nome! Il
titolo di un brano deve avere rigorosa attinenza con il resto
dell’opera e non può prescindere da ciò che essa si prefigge di
comunicare! Se l’intento è quello di mostrarsi romantici e
“sdolcinati”, è consigliabile – a parer mio, ovviamente – com-
porre un notturno per pianoforte, così da non correre il rischio di
mortificare l’intimità di un sentimento! Escludendo le opinioni
personali, poiché restano ancorate nel pensiero di chi le esprime
– e non sono poi per nulla “assolute”, – aggiungerei che tutte le
novità sono benaccette solo se contribuiscono al miglioramento, quindi, per farmi perdonare, concluderei con la celebre frase
machiavelliana: “il fine giustifica i mezzi”!
LA BANDA ALLA CONQUISTA DELLA CULTURA di Luigi Fiorentini
7
“PASION DE BASSOON” il nuovo CD di Antonino Cicero
Pasion de Bassoon è un piccolo originale vi-aggio musicale all'interno della musicalità latina e piazzolliana condotto attraverso l’ inedita so-norità del fagotto. Il lavoro, risultato di un anno di concerti con il Sestetto Armonia e collabora-zioni con musicisti di rango, propone l’esecuzione di brani di Piazzolla(la celebre Tri-logia del Angel) e musiche latine in genere at-traverso l'esecuzione, prima in Europa, di in u-na formazione cameristica per fagotto solista e quintetto d’ archi. Accanto al brani del sestetto il lavoro di arricchisce anche di brani eseguiti per duetti. Sono piccoli divertissements latini ese-guiti per duo di fagotti, per duo di fagotto e pia-noforte, e duo fagotto e flauto. L'evento, da rea-lizzarsi gratuitamente, prevede un concerto per
duo Fagotto e Pianoforte di brani estratti dal cd.
ANTONINO CICERO si è diplo-
mato in fagotto con il massimo
dei voti presso l’Istituto musicale
“Vincenzo Bellini ”di Catania.
Ha seguito da allievo effettivo
vari corsi di perfezionamento e
musica da camera tenuti da:
Claudio Gonella, Roberto Giaccaglia, Karl Leister, i
solisti del teatro alla Scala di Milano e Francesco
Bossone. Ha partecipato ai corsi di formazione orche-
strale di Lanciano e ha fatto parte dell’ Orchestra Gio-
vanile Italiana. Collabora con varie orchestre quali:
l’orchestra sinfonica di Savona, orchestra del teatro
Vittorio Emanuele di Messina, l’ orchestra del Teatro
lirico di Cagliari, l’orchestra della filarmonica di Oviedo
(Spagna), l’orchestra del Teatro La Fenice di Venezia,
l’orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
di Roma. E’ primo fagotto dell’Accademia musicale
Euterpe con la quale ha preso parte alla registrazione
di un CD per la Scomegna di Torino ed ha conseguito
numerosi primi premi Nazionali ed Internazionali. Svol-
ge un’intensa attività concertistica solistica e cameristi-
ca per Associazioni e Istituzioni Musicali. Ultimamente
ha tenuto un recital per l’auditorium RAI di Palermo
che ha riscosso consensi dalla critica. É stato premiato
in vari concorsi musicali nazionali ed internazionali
come solista e in formazione cameristica. É compo-
nente del Quintetto Ibleo con il quale a quale svolge
un’intensa attività cameristica. Tiene annualmente cor-
si di perfezionamento e master class estivi. Da qual-
che anno si è dedicato alla didattica pubblicando un
metodo basilare per piccoli allievi.
FEDERICO PARISI di Taormina s' impone all'attenzione nazionaleFEDERICO PARISI di Taormina s' impone all'attenzione nazionaleFEDERICO PARISI di Taormina s' impone all'attenzione nazionaleFEDERICO PARISI di Taormina s' impone all'attenzione nazionale La partecipazione del giovane taorminese Federico Parisi alla Tra-
smissione Ti lascio una canzone, ha suscitato grande entusiasmo
di pubblico e di critica. La sua vocalità vellutata e corposa è stata
giudicata pronta per manifestazioni più impegnative. La giovane età,
la determinazione e le capacità interpretative unitamente ad uno
spessore vocale notevole, fanno prevedere un futuro radioso nel pa-
norama della musica lirica. Un percorso di studi costante, una preparazione vocale e musica-
le, faranno di questo talento un artista che sicuramente calcherà le tavole dei grandi palco-
scenici. Federico inizia, imponendosi all’attenzione di organizzatori e talent-scout che lo invi-
tano a partecipare a spettacoli e concorsi. Manifestazioni che vince con assoluta superiorità:
Targa d'argento S. Tecla di Acireale, Primo premio Giardini Naxos, Borsa di studio Ca-
salaina Novara Sicilia, Primo premio Kiwanis Reggio Calabria. Studia da circa un anno
con il M° Gianni Venuti, che ha sempre avuto una particolare capacità nel valorizzare i suoi
allievi. Alla sua scuola si sono formati artisti che attualmente operano come solisti e come co-
risti nei grandi teatri d’Italia. (foto: Fabrizio Parisi con il M° De Amicis )
Gaetano AlicataGaetano AlicataGaetano AlicataGaetano Alicata
8
Il Russian Ballet Moscow “La Corona del Balletto Russo", nasce nel 1997 e fino ad oggi è ancora uno dei migliori
balletti Internazionali. Il repertorio include soprattutto i classici del patrimonio artistico-musicale dei paesi dell’est:
Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, La Bella Addormentata, Cenerentola, Biancaneve, Giselle, Don Chisciotte,
Carmen e Coppelia. La compagnia del Teatro si esibisce con notevoli successi su ogni palcoscenico del mondo.
Le rappresentazioni sono state seguite da milioni di spettatori soprattutto in Germania, Stati Uniti, Inghilterra, Spa-
gna, Repubblica Sudafricana, Romania, Taiwan e Giappone. Basandosi sulle grandi tradizioni del balletto russo,
intende evocare le rappresentazioni più ammirate dallo spettatore moderno. Così il fine del Russian Ballet Moscow
è di far vibrare le corde dell’ anima, per renderla sempre più sensibile a un tipo di arte che ha la peculiarità di com-
muovere in un epoca che ha reso l’uomo un oggetto privo di modelli.
FONDAZIONE TEATRO LIRICO SICILIANO
RUSSIAN BALLET MOSCOW
Musiche di: P.I. Tchaikovsky
Coreografie: M. Petipa
Solisti:
Anatoly Emilianov , Anastasia Kachaeva
Il lago dei cigni, oggi forse il balletto
più famoso del mondo, continua a man-
tenere intatto tutto il suo fascino per
l´atmosfera lunare che accompagna
l´apparizione di Odette, per il doppio
ruolo di Odette-Odile, cigno bianco e
cigno nero, per l´eterna lotta fra il Bene
e il Male. La trama, decisamente ro-
mantica, racconta la storia della princi-
pessa Odette che un perfido sortilegio
del malefico mago Rothbart, a cui la
principessa ha negato il suo amore,
costringe a trascorrere le ore del giorno
sotto le sembianze di un cigno bianco.
La maledizione potrà essere sconfitta
soltanto da un giuramento d'amore. Il
principe Sigfrid si imbatte nottetempo
di Odette, se ne innamora e promette di
salvarla. Ad una festa nella reggia di
Sigfrid il mago presenta sua figlia che
ha assunto le sembianze di Odette al
principe che, convinto di trovarsi al
cospetto della sua amata, le giura eter-
no amore. A quel punto Il mago rivela
la vera identità della fanciulla e Odette,
destinata alla morte, scompare nelle
acque del lago. Sigfrid, disperato, deci-
de di seguirla: è proprio questo suo
gesto a rompere l'incantesimo consen-
tendo ai due giovani innamorati di vi-
vere per sempre felici. Un fiore
all’occhiello per il Russian Ballet Mo-
scow con le favolose e incantate musi-
che di P.I. TCajkovskij e su coreografie
di Marius Petipa.
Musiche di: P.I. Tchaikovsky
Coreografie: M. Petipa
Solisti:
Aleksander Butrimovich , Anastasia Kachaeva
Tra i Capolavori Ballettistici dell’ Otto-
cento, La Bella Addormentata rappre-
senta il massimo dell’ espressione clas-
sica, in un clima di astrazione teatrale,
con più risalto alla danza pura rispetto
alle vicende narrative. Un fiore
all’occhiello per il Russian Ballet Mo-
scow con le favolose e incantate sceno-
grafie e costumi e le stupende musiche
di P.I. TCajkovskij e su coreografie di
Marius Petipa, La bella addormentata
nel bosco è considerato uno dei più
grandi balletti della Russia imperiale.
This thrilling production is by Birmin-
gham Royal Ballet's former director Sir
Peter Wright, creator of the Company's
popular production of The Nutcracker .
Questa produzione è entusiasmante del
Russian Ballet Moscow, With its ro-
mantic finale packed with every fairyta-
le character imaginable, The Sleeping
Beauty is as engaging now as when she
first fell asleep, over a hundred years
ago.Con il suo finale romantico imballa-
to con tutti i personaggi delle fiabe che
si possa immaginare, La Bella Addor-
mentata adesso è impegnata in un futu-
ro meraviglioso, ora come prima, quan-
do si addormentò, più di cento anni fa.
The ballet is based on the classic French
fairytale by Charles Perrault: a beautiful
princess is cursed by an evil fairy, and
doomed to sleep for a hundred years --
only to be awakened by the kiss of the
handsome prince who loves her.
Musiche di: S. Prokofiev Coreografie: A. Emilianov
Solisti:
Anatoly Emilianov , Anastasia Kachaeva
Il mitico amore tra Cenerentola e il
Principe; il nascere e il fiorire dei
sentimenti umani, gli ostacoli e la
realizzazione del loro sogno. Nella
musica di Prokofiev si possono perce-
pire tutti i caratteri della dolce sogna-
trice Cenerentola, del suo timido pa-
dre, della cavillosa matrigna, delle
capricciose sorellastre, del fervido
giovane Principe, in una maniera che
lo spettatore non rimane indifferente
alle loro gioie e ai loro dolori. La dan-
za è gioiosa, vivace, frizzante, poetica
e il Balletto di Mosca ci presenta una
Cenerentola sempre più dolce e so-
gnatrice: la scarpetta scompare; al suo
posto il Principe va alla ricerca di una
fanciulla dal piede puro - che a ben
guardare è anche il punto di forza del
danzatore, dal quale trae forza, equili-
brio ed elevazione. La fanciulla, gui-
data dal ricordo della madre, intra-
prende la propria strada alla ricerca
della sua identità e dell’amore.
Cenerentola non è solamente un per-
sonaggio delle favole -diceva
Prokof’ev- E’ soprattutto una creatu-
ra che palpita, inducendo alla com-
mozione, alla tenerezza. Tutto inte-
pretato perfettamente dal famoso
“Ba l l e t t o d i Mo s ca” c r e a
un’atmosfera in cui si culla nel sogno
esoterico di una scenografia da “
Mille e una notte”….
9
IL BALLETTO DI MOSCA
TOUR STAGIONE INVERNALE 2011
Ha conseguito il diploma di Trombone presso il Conservatorio di Musica “F.Cilea”sotto la guida dei prof . Ge-
ria Carmelo, Michele de Luca. Nel 1997 frequenta il Corso Annuale di Perfezionamento di Trombone tenuto dal
docente Prof. Jacques Mauger a Catania. Nel 1999 frequenta a Provo (Utah) presso la Brigam Young University
la classe di trombone con il docente prof. Eugene Watts. Dopo aver partecipato a vari Stage e Master class ha
frequentato il corso di Tecnica degli ottoni presso l’Accademia di musica di Giardini Naxos, soffermandosi ai
problemi respiratori che riguardano gli ottoni. Ha partecipato al Campus Internazionale di Musica a Gallodoro
(ME) come allievo del corso di Trombone e Musica d’insieme con i docenti De Luca e Manuli. Nell’Agosto 2001 ha frequentato il
corso di perfezionamento di Trombone a Monreale (PA) sponsorizzato dalla Besson (London e il corso annuale di Tecnica degli
ottoni tenuto dal Prof. Michele De Luca ad Acireale). Tra le sue attività svolte all’estero si ricorda la partecipazione al World Music
Contest nel Luglio 1997 presso Kerkrade (Olanda), ottenendo il primo premio e medaglia d’oro al concorso mondiale di giova-ni musicisti. In Spagna partecipa al Certamen Internacional de Bandas de Musica 2001 presso la città di Valentia (Espana). E’ stato
docente ai corsi di Trombone,Tecnica degli ottoni e Principi di Alexander presso le sedi dell’ Fondazione Teatro Lirico Siciliano. Ha
studiato trombone basso a Palermo con Gianluca Gagliardi (Trombone basso del teatro Massimo di Palermo) partecipando con lo
stesso al corso e concorso del Festival Internazionale degli ottoni estate 2003. Ha suonato con l’orchestra sinfonica internazionale
giovanile “Fedele Fenaroli”, con l’ Orchestra e Coro dello Stato Ucraino, con la Symphony Orchestra Dneprpetrovsk Academic The-
atre of Opera and Ballet e con l’orchestra del Teatro dell’ Opera di Poltava, ricoprendo il ruolo di trombone basso. Ha collaborato
con l’Orchestra della Brigam Young University, l’Orchestra e Coro del Tabernacolo di Salt Lake City( Utah) USA. Attualmente è
procuratore di diverse orchestre dell’ est Europa come l’Orchestra da Camera Bielorussa di Brest, l’Orchestra da Camera Bulgara di
Gabrovo e Razgrad, l’Orchestra Sinfonica di Poltava ed altre formazioni, con le quali svolge tournee in Italia e all’estero.
ARMANDO RANDAZZO, Procuratore della “FONDAZIONE TEATRO LIRICO SICILIANO”
NOVEMBRE
20 - FERRARA - CENERENTOLA - Teatro Nuovo Ferrara
21 - PERUGIA - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Morlacchi
22 - ANCONA - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro delle Muse
23 - FORLI' - IL LAGO DEI CIGNI - Teatro Fabbri
24 - SAN BENEDETTO DEL TRONTO - IL LAGO DEI CIGNI - Palariviera
25 - CESENA - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Bonci
27 - CONEGLIANO - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Accademia
28 - FERRARA - ROMEO E GIULIETTA - Teatro Nuovo Ferrara
DICEMBRE
1 - MESTRE - ROMEO E GIULIETTA - Teatro Corso Mestre
2 - CASALMAGGIORE - LA BELLA ADDORMENTATA -
3 - SAVONA - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Chiabrera
5 - PALERMO - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Golden
6 - SIRACUSA - CENERENTOLA - Teatro Vasquez
7 - RAGUSA - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Duemila
8 - CATANIA - LA BELLA ADDORMENTATA - Metropolitan
9 - COSENZA - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Garden Rende
11 - LIVORNO - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Goldoni
10
BANDA MUSICALE DI CERIANA
La storia della Banda
Musicale di Ceriana
inizia con un Decreto
Regio del 1879 firmato
da Re Umberto I, che
attribuiva ad ogni pae-
se del giovane Regno
d'Italia la facoltà di
organizzare una pro-
pria banda musicale
allo scopo di diffondere la conoscenza della musica e della
teoria anche tra gli strati più bassi della popolazione, favo-
rendo pure la rapida divulgazione di canti celebrativi della
Casa Reale e di melodie unitarie. A Ceriana, nel 1882, fu
inviato il maestro Luigi Canepa di Casale Monferrato che
in circa tre anni, così come fece nei tre anni precedenti a
Pietrabruna, costituì il nuovo Corpo Bandistico di Ceriana,
che nel 1885 diventò Società Filarmonica “Federico
Verrando”, in onore di uno dei più importanti benefattori
e musicisti che ha avuto il paese negli ultimi anni del di-
ciannovesimo secolo. Il maestro Canepa si rivolse soprat-
tutto ai giovani, ottenendo ben presto, un ottimo risultato;
egli percepiva dallo Stato un compenso assai modesto,
tuttavia il calore umano del paese e la generosità dei suoi
allievi gli facilitarono la permanenza, anzi gliela resero
particolarmente felice; essendo egli persona amabilissima,
ogni allievo si prodigava per lui, offrendogli prodotti agri-
coli, primizie stagionali, una camera per dormire gratuita
ed un pasto caldo per la sera. Non è dato a sapere in quale
località si recò dopo la sosta cerianese, ma si sa con cer-
tezza che lasciò Ceriana malvolentieri ed in provincia di
Porto Maurizio molti erano i comuni che lo attendevano; si
sa che ritornò ancora qualche volta in paese, per risentire
la sua Banda. Alla partenza del Canepa, com’è detto in
precedenza, il complesso musicale di Ceriana trovò in Fe-
derico Verrando il suo naturale successore: persona sensi-
bile ed appassionata che amava la musica ed aveva possi-
bilità finanziarie tali da poter aiutare i musicisti cerianesi a
crescere professionalmente e tecnicamente; così dedicò la
sua vita a questa missione; aiutò i giovani allievi non solo
attraverso i suoi corsi di pratica e teoria musicale, ma an-
che con generosi investimenti di denaro per l’acquisto de-
gli strumenti musicali, spese che lo portarono alla rovina.
Alla fine del secolo, ormai ridotto in povertà, lasciò il pae-
se di Ceriana per la città di Genova, affidando a validi suc-
cessori, i suoi allievi che mai hanno smesso di mostrargli
riconoscenza. La Banda Musicale di Ceriana, magari a fasi
alterne, è giunta ormai al suo terzo secolo di vita ed è bello
ricordare a distanza di anni l’uomo che ha reso possibile la
sua fondazione e la sua crescita: Canepa, un piemontese
che a Ceriana ha contribuito alla formazione di tanti bravi
musicisti, ma anche di conoscere i sacrifici e le fatiche che
un uomo appassionato di musica, Verrando, ha sostenuto a
favore della maturazione e dell'affermazione della giovane
Banda Musicale; per lungo tempo essa ha portato proprio
il suo nome a testimonianza della sua generosità e capacità
professionale. A conclusione del secondo conflitto mon-
diale, Ceriana, come tutti gli altri paesi dell'entroterra ligu-
re, avvia la ricostruzione, un processo duro di sacrifici e di
lavoro, appesantito dalla perdita di molte giovani vite e
dalle condizioni precarie in cui versava il paese, in conse-
guenza dell'esplosione della galleria sulla strada provincia-
le. Anche la Banda Musicale riprende la sua normale atti-
vità, diventando uno dei simboli più concreti della rinasci-
ta del paese: Ceriana ha ritrovato finalmente la sua banda e
la banda ha ritrovato un paese ferito, ma per niente rasse-
gnato al suo difficile presente. Nell’immediato dopoguerra
si sono succeduti sul podio diversi direttori: Gio Batta
Martini, Francesco Crespi, Giovanni Battista Rebaudo ed il Prof. Salvatore Scordari, Prima Tromba del Teatro
“Carlo Felice” di Genova. Dal 1952 al 1989 è direttore
della Banda Musicale di Ceriana Giovanni Ferrari, mae-
stro di musica, ma anche organista, nonché fondatore della
Schola Cantorum Parrocchiale, uno degli uomini che ha
fornito un contributo essenziale per l'affermazione del
complesso musicale e per la formazione dei nuovi compo-
nenti; la competenza e la professionalità di questo musici-
sta sono dimostrate da più elementi: la grande sensibilità,
la preparazione teorica, l'attenzione e la valorizzazione dei
giovani. Dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1989, il
complesso bandistico ha scelto come direttore Antonio
Crespi, Primo Clarinetto ed anch’egli valido insegnante e
valorizzatore di giovani talenti. Dal dicembre del 1992
sino alla fine del 2008 il complesso bandistico, composto
da 25 elementi, è stato diretto dal prof. Lorenzo Lupi che,
lasciando l’incarico, ha designato come suo successore
l’attuale direttore prof. Angelo Caviglia. Il nuovo Maestro
ha saputo, nello spazio di pochi mesi, accattivarsi la sim-
patia di tutti i componenti, grazie alla sua professionalità,
all'entusiasmo ed al carisma, che li ha pienamente coinvol-
ti. Frequenti sono le occasioni nelle quali è possibile ascol-
tare il complesso cerianese, che prende parte a tutte le
principali ricorrenze civili e religiose, rendendo ogni festa
più allegra e spensierata. Nelle serate del 29 giugno e
dell’8 settembre di ogni anno propone due interessantissi-
mi concerti in Piazza Marconi, durante i quali è possibile
apprezzare il vasto repertorio della banda ed applaudire le
capacità dei suoi solisti. La forza di questo importante
complesso risiede in parte nella validità di tutti gli elemen-
ti e, in parte, dall'incredibile coesione dell'insieme che na-
sce anche dal forte legame che unisce i più giovani ed ine-
sperti ai componenti più maturi. La lunga tradizione della
Banda Musicale di Ceriana è alimentata dall'arrivo di nuo-
vi esecutori e dalla presenza di un "vivaio" sempre ricco e
prolifico, perché il ricambio generazionale è in effetti ga-
rantito dai giovani e dalla loro capacità di assimilare i pre-
ziosi consigli dei loro insegnanti, bandisti come loro. Il
repertorio tocca gli autori e gli stili più disparati, riuscendo
così a conquistare l'interesse di un pubblico variegato per
età e cultura; i tradizionali pezzi bandistici sono alternati a
brani del repertorio lirico e sinfonico, ai canti popolari ma
anche a fantasie musicali ispirate ad autori della musica
leggera contemporanea: è una proposta varia ed intrigante
in grado di appassionare ogni ascoltatore.
11
QUARTETTO DI SASSOFONI ARCADIA
Il Quartetto di Sassofoni ARCADIA, composto da: Gianfranco Brundo – sax soprano, Corrado La Marca – sax alto, Salvatore Cutrò – sax tenore e Carmelo Ricciardi – sax baritono nasce nel 95. Nel gruppo con-fluiscono le diverse esperienze didattiche ed artistiche dei quattro sassofonisti che lo com-pongono, ovvero: studi con sassofonisti di chiara fama mondiale (D. Deffayet, J.M. Londeix, I. Roth, A. Bornkamp, J. Y. Four-meau); esibizioni in importanti manifestazio-ni musicali (I Masterclass Mondiale del Sassofono- Svezia ’ 9 2, X Festival Mon-diale del Sassofono- Pesaro ’ 92); collabo-razioni con importanti orchestre ed istituzioni musicali (“Teatro San Carlo ” di Napoli, “Teatro Massimo Bellini ” di Palermo, Or-chestra Sinfonica dell ’ Ente Lirico “G. P. da Palestrina ” di Cagliari, Teatro Massi-mo “Bellini ” di Catania) sotto la guida di direttori quali M. Rostropovich, G. Pretre, G.Ferro, Y. Talmi, C. Pascal, W. Barkymer, G. Garbarino, M. Rota, N. Carthy , D. Gar-forth. Con questo ricco bagaglio di esperien-ze individuali, il Quartetto Arcadia ha intra-preso un ’ intensa attività concertistica che lo ha portato ad esibirsi in diverse città italiane e straniere (Siracusa, Palermo, Napoli, Mi-
lano, Messina, Cagliari, Cosenza, Caltanis-setta, Sassari, Milano, Catania, Taormina, Ragusa, Sorrento, Ravello, Trapani, Enna, Stresa, Valencia, Montreal), in prestigiosi teatri e per importanti associazioni musicali quali l ’ Associazione Siciliana Amici della Musica di Palermo, l’ A utunno Musicale di Taormina, i Concerti del Teatro Massimo di Palermo, l ’ Associazione Spazio-Musica di Cagliari, il Centro di musica antica Pietà de ’ Turchini di Napoli, il Festival di Sor-rento. Premiato in concorsi di esecuzione ca-meristica e di musica contemporanea nazio-nali ed internazionali, il gruppo ha rappresen-tato l ’ Italia all ’ XI ,XII e XIV Festival Mon-diale del Sassofono tenutisi rispettivamente a Valencia (Spagna) e a Montreal (Canada) e a Lubiana (Slovenia). Dedicatario di composi-zioni di compositori quali Franco Oppo, De-rek Healey, Luca Signorini, Giuseppe Rat-ti, Davide Summaria, Giacomo Vitale, Ser-gio Pallante, Patrizio Marrone, Marcello Pusceddu, Gabriele Verdinelli, Antonello Doro, Gianfranco Gioia. Nel 2006 il Quartet-to ha inciso un CD di musica contemporanea “XXI-Italian Works from the 21st cen-tury ” per l ’ etichetta “SpazioMusica ” di Cagliari. Dal 2007 il Quartetto organizza il fe-stival di musica sacra “In domum Domini ibi-mus ” dedicato alla Cattedrale di Noto, e giunto quest ’ anno alla sua terza edizione. E ’ inoltre ideatore e organizzatore del I Concorso di Composizione “In domum Domi-ni ibimus ” che dal prossimo anno vedrà ci-mentarsi giovani compositori nel-la produzione di nuova musica sacra espres-samente dedicata alla Cattedrale di Noto.
12
IL MIO AMICO MINO REITANO di Antonio Tiralongo
...IL MIO AMICO MINO REITANO CANTAVA CON I BEATLES E NON LO SAPEVA...
Quando ho contattato l’amico Anto-
nio per chiedere se voleva inserire
sul notiziario un articolo che ricor-
dasse ed onorasse la memoria del
grande Mino Reitano, non pensavo
mi avrebbe inviato un libro con te-
sti, citazioni, memorie e soprattutto
foto che avrebbero sancito la sua grande amicia col cantante.
Antonio è un sovrintendente della polizia di stato in pensione.
Conobbe “Mino” nel 1968 quando si trasferì con la famiglia a
San Damiano (paesino attiguo a Monza). Ha lavorato col can-
tante calabrese come tecnico del suono e delle luci. Ha parteci-
pato a concorsi letterari conseguendo successi di pubblico e di
critica e con “Città di San Gaudenzio” la menzione d’onore.”
***********************
Le testimonianze di Antonio: “...Ho girato con Mino buona
parte dell’ Italia e alcune città all’estero per cinque anni circa,
avendo avuto, così, modo di conoscere parecchi artisti tra cui
il paroliere Luciano Beretta, autore di tanti successi di Celen-
tano, Toni Santagata, Paolo Mengoli, e suc-
cessivamente Enrico Musiani, Maurizio
Vandelli, Luciano Virgili, Mario Tessuto e
Gianni Morandi. Nel maggio 2007 l’amico
Gegè Reitano mi comunicava che il fratello
Mino stava molto male ed era stato operato
a causa di un tumore allo stomaco. Io inco-
raggiai Mino con le mie telefonate, proprio
come lui aveva fatto con me. Poi a settembre
incominciò la chemioterapia che lo spezzava
in due provocandogli una forte debolezza fisica e mancanza di
appetito. Nel marzo 2008 sono andato a fargli visita a casa. Ci
siamo abbracciati e ci siamo scambiati alcune confidenze del
nostro passato. Gli mostrai le bozze del mio nuovo libro I miei
amici artisti dove a lui avevo dedicato cinque pagine con delle
foto. Dopo averlo sfogliato trattenendosi qua e là a leggere
qualche brano, mi rilasciò una sua testimonianza che è servita
da introduzione al libro. Questo fu il nostro ultimo incontro. La
notizia della morte di Mino mi pervenne da suo fratello Gegè
verso le ore 21,30 del 27 gennaio 2009. L’indomani sera sono
partito da Catania Fontanarossa diretto a Milano Linate, per
dare l’ultimo saluto all’amico Mino e partecipare al suo fune-
rale. Quel triste pomeriggio del 29 gennaio la chiesa di
Sant’Eusebio ad Agrate Brianza era gremita di gente e di per-
sonaggi famosi del mondo dello spettacolo, mentre l’intero
paese nella piazza antistante tributava affranto per la prema-
tura scomparsa del suo celebre e tanto amato cantante un com-
mosso omaggio…” “... Ho conosciuto Mino nel 1968. In Italia
si era affermato l’anno precedente al Festival di Sanremo con
la canzone “Non prego per me” di Lucio Battisti. In Germania
aveva cantato con il gruppo The Quarrymen divenuti in futuro
i Beatles, allora non ancora affermati. Solo dopo la loro affer-
mazione Mino si è reso conto di aver cantato con il famosissi-
mo complesso. Al Cantagiro del
’68 vinse nel girone B con “Avevo
un cuore che ti amava tanto”. Ho
visto nascere un personaggio con
le sue prime canzoni di successo,
presente ai primi posti delle classi-
fiche discografiche con “Una chi-
tarra cento illusioni”. Ha partecipato
a otto edizioni di Canzonissima. In una
delle tante serate cantò “Gente di Fiu-
mara”, canzone scritta da Reitano e
dal nostro comune amico il paroliere
Luciano Beretta che ha collaborato
con Mino a “Il tempo delle mo-
re” (canzone vincitrice al Disco per l’estate del 1971), “Canne
al vento”, “Una ragione di più” e tante altre ancora. E’ bello
ricordare il passato di quegli anni d’oro, gli anni 60 e 70, con
l’amico Beniamino e la sua famiglia. Allora io ero un ragazzi-
no adottato per modo di dire dalla famiglia Reitano di cui face-
va parte Valentino, fratello di Mino, quasi mio coetaneo e com-
pagno nei momenti di svago. Era il tempo quando giravamo in
lungo e in largo per l’Italia e qualche volta ci si recava anche
all’estero…” “... Durante le tournée: quando Mino si trovava
in camerino prima dello spettacolo e gli occorreva qualcosa da
prendere al bar o altro, mi chiamava e con particolare finezza
mi diceva che cosa desiderava. Era nella sua natura dimostra-
re grande delicatezza. Curava molto la sua persona e prima
dello spettacolo non aveva un capello fuori posto. Preparava
anche la sua voce con dei vocalizzi molto acuti: “cchi! cchi!
cchi! occhey! occhey! ssi! ssi“... Nel novembre 1973 mi trova-
vo a Bologna per seguire un corso di specializzazione di polizi-
a ferroviaria della durata di sei mesi quando ricevetti una tele-
fonata da parte di Gegè, fratello di Mino, il quale mi comuni-
cava che alla fine di quella settimana doveva accompagnare
suo fratello a Roma per la registrazione televisiva di una pun-
tata di Canzonissima. Dopo un attimo di esitazione, mi disse:
“Visto che tu sei a Bologna , perché non vieni a trovarci a Ro-
ma?”. Ne parlai con il comandante della scuola che mi diede
un permesso di quarantott’ore, a condizione però che al mio
ritorno gli avrei portato un disco di Mino con la dedica. Parlai
di questa richiesta a Mino e così ho potuto portare al capitano
il 45 giri che aveva per titolo “Stasera non si ride e non si bal-
la”. Veniamo al viaggio. Partito dalla stazione centrale di Bo-
logna di notte, sono arrivato a Roma in mattinata. Ho preso un
taxi che mi portò davanti al Teatro delle Vittorie. All’ingresso
c’era una guardia giurata. Ho chiesto di chiamare il signor
Gegè Reitano, che poco dopo mi veniva incontro accompa-
gnandomi in Studio. Ho fatto in tempo ad assistere a tutte le
prove dei cantanti in gara. Ricordo che c’erano Peppino di
Capri, Gigliola Cinguetti, Gilda Giuliani e altri. Verso le 14
siamo andati tutti, compreso il presentatore Pippo Baudo,
Giancarlo Guardabassi e il regista Romolo Siena, al ristoran-
te che si trovava a fianco del teatro. La sera mi sono seduto in
sala con il pubblico per assistere alla registrazione della tra-
smissione che sarebbe stata trasmessa domenica sera. Termi-
nato tutto, ho salutato i miei amici recandomi alla stazione
Termini ed ho viaggiato tutta la notte per Bologna. Ho avuto
poi modo in caserma di vedere il programma in televisione. Un
ricordo di altri bei momenti trascorsi accanto al mio amico
fraterno Reitano. Un altro bel ricordo mi porta a Saint-Vincent
durante lo svolgimento di “Un disco per l’estate” in cui Mino
partecipò con la canzone “Cento colpi
alla tua porta”…” “... Era il 1970. Una
ventina di giorni prima del matrimonio
Mino mi chiamò a casa sua perché aveva
una proposta da farmi. “Antonio, - mi
13
...UN CUORE GRANDE - UNA CANZONE DA SEMPRE...
disse – ho pensato una cosa. Visto che tu fai
parte degli agenti della pubblica sicurezza, chi
meglio di te può organizzare un servizio
d’ordine per il giorno del mio matrimonio? Ho
già scelto dieci persone di mia fiducia e tu da-
rai le direttive per la sicurezza mia e di Patri-
zia. Poi mi consegnò una fascia gialla da in-
dossare sul braccio sinistro con la scritta
“servizio organizzativo”. Nello stesso tempo mi consegnò la
sua partecipazione di nozze. Arrivato il 9 marzo, giorno tanto
atteso da tutti, alcuni negozi hanno abbassato le serrande; le
scuole erano presenti come per una festa patronale del paese.
Agrate Brianza era gremita di gente e tutta la zona era blocca-
ta. Il servizio organizzato per la sicurezza degli sposi funzionò
perfettamente sia in chiesa che al ristorante della Mini Italia a
Capriate, dove tutti gli invitati erano arrivati con il pullman
messo a disposizione dalla famiglia Reitano. Tutti i convenuti
erano muniti di pass per accedere nelle sale di ricevimento. Sui
tavolini vi erano delle bandierine italiane. Qualche giorno
dopo, Mino e Patrizia sono partiti per il viaggio di nozze in
Australia da Milano Linate. Quel giorno ad accompagnarli
c’ero anch’io assieme al fratello Gegè, il papà di Patrizia, il
signor Vergola. Lì io conoscevo
tutti i miei colleghi poliziotti a cui
chiesi se potevamo entrare fin
sotto l’aereo. La richiesta venne
accettata. Dentro lo scalo c’era
Vincenzino Farsaperla, il fotogra-
fo che lavorava per un giornale,
fotografo personale di Adriano
Celentano. Decollato l’aereo sia-
mo ritornati a Agrate Brianza…” “... Ricordo di avere trascor-
so l’ultimo giorno dell’anno 1981 a casa di Mino. Ero andato
con mia moglie Cettina e mia figlia Catia. Abbiamo trascorso
una bella nottata assieme a tutta la famiglia Reitano. Poi a
luglio è arrivato il trasferimento e non c’è stata altra occasio-
ne come questa…” “... Passavano gli anni, io a Noto e Mino
ad Agrate Brianza. Io ogni giorno mi recavo alla stazione fer-
roviaria di Siracusa e Mino sempre più impegnato man mano
che cresceva il suo successo. Mi venivano in mente frequente-
mente i momenti trascorsi assieme quando registravamo la
trasmissione per Radio Brugherio. Ci scrivevamo, ci telefona-
vamo, ma mi mancava la sua presenza fisica…” “...
L’occasione però si presentò il 21 maggio 2002 quando ci sia-
mo incontrati a Catania, lui con la sua splendida famiglia, io
con mia figlia Catia che non ha più dimenticato quella sera.
Ricordo che Mino parlò di me in trasmissione. Quando ci rive-
demmo dietro le quinte nel suo camerino mi disse che aveva
citato il mio nome rivolgendosi al pubblico…” “... Mino, come
tutti sanno, era un altruista. Lavorava sempre con l’idea di far
lavorare soprattutto i suoi dipendenti. Non voleva lasciare a
casa nessuno, perché diceva che dovevano sostenere la fami-
glia…” “... Ricordo, quando lavoravo per lui nel 1972, le sue
parole: “Antonio, ti do lo stesso
consiglio che ho dato ai miei fra-
telli di trovarti un posto sicuro.
Poi quando hai del tempo libero
puoi venire con me, perché se io
dovessi smettere di cantare, tu
cosa fai?”. Poco dopo mi arruolai
in polizia e fui destinato alla scuo-
la allievi di Vicenza. Quando mi
sono di nuovo incontrato con Mi-
no, mi disse: “Ti avevo detto di
trovarti un posto sicuro, ma tu ti
sei trovato un lavoro che
t’impegna 24 ore su 24 che non ti permetterà di poter venire
con me nei miei concerti”….” “... Tornando alla malattia, il
mio grandissimo amico Mino era molto speranzoso per la sua
guarigione. Quando ci siamo sentiti, mi pare alla fine d’agosto
o ai primi di settembre 2008, mi disse per telefono:”Caro An-
tonio, mi trovo al policlinico di Monza ed ho fatto gli esami. I
dottori tramite i risultati decideranno se intervenire o meno”.
Io gli risposi: “Mino, poi ci sentiamo fra una settimana, così
mi aggiornerai sui risultati delle analisi”. Lui replicò dicendo:
“Antonio, non ti preoccupare, io ho molta fiducia nei medici
che mi stanno seguendo, sono molto bravi e risolveranno tutto.
Stai tranquillo”. Io gli risposi: “Mino, auguri e buona fortuna!
Ci risentiamo presto…”
********************
Beniamino Reitano, noto come Mino, nasce a Fiumara(rc) il
07.12.44 e si spegne ad Agate Brianza il 27.12.2009. Cantauto-
re, compositore e attore, è stato conosciuto soprattutto per la
sua debordante vitalità e per la simpatica esuberanza delle sue
esibizioni. Icona della musica nazional-popolare italiana, le sue
canzoni hanno avuto come tema portante l’amore, il meridione
e l’emigrante. Il libro di Antonio Tiralongo, da cui sono tratte
le testimonianze e le foto è edito dal “Cenacolo Accademico
Europeo - Poeti nella Società” .
Prendendo spunto dal testo in-
viatomi dallo scrittore, ho cerca-
to di inserire le sue testimonian-
ze più rilevanti che hanno carat-
terizzato l’amicizia profonda e
sincera non solo tra l’autore ed il
cantante, ma anche tra le fami-
glie dei singoli. Una amicizia
forte e duratura che ha avuto un
peso importante anche nelle loro vite.
FOTO Pag.12, 1^ colonna: Mino, Antonio e Patrizia;
Pag.12, 1^ colonna: Antonio e Mino;
Pag.12, 1^ colonna: Antonio e Mino;
Pag.12, 2^ colonna: il complesso Reitano;
Pag.12, 2^ colonna: Mino e Antonio nello studio;
Pag.13, 1^colonna:Mino Reitano;
Pag.13, 1^ colonna: Mino, Antonio e Patrizia nel giorno delle nozze;
Pag.13, 1^ colonna: Mino e Mike Bongiorno;
Pag.13, 2^ colonna: gli sposi partono in viaggio di nozze;
Pag.13, 2^ colonna: Antonio e Mino;
Pag.13, 2^ colonna: Antonio e Mino
DA RICORDARE Al funerale sono intervenuti personalità del mondo dello spettacolo, si
citano: Memo Remigi, Paolo Mengoli,
Gianni Morandi, Adriano Celentano con
la moglie Claudia, Mario Lavezzi, Little
Tony, Mario Tessuto, Nicola Di Bari,
Luisa Corna, Roby Facchinetti dei Pooh,
Shell Shapiro dei Rokes, Mario Luzzato
Fegiz, Mike Bongiorno, Valerio Merola..
...poi d'improvviso un miracolo tante persone mi applaudono i fari sul palco si accendono...
14
“UOMINI LIBERI” di Maria Giovanna Mirano
Edito dalla casa editrice Ibi-
skos di Alessandra Ulivieri,
è Il primo romanzo in Italia
ad avere come sfondo della
narrazione il dramma
dell'immigrazione clande-
stina.
Tra la gente che incontriamo
durante i nostri percorsi giornalieri, tanti volti
appartengono a mondi diversi. Ci siamo mai
chiesti cosa c’è dietro quei mesti sguardi? Pur-
troppo no@! Non sempre lo facciamo. Maria
Giovanna MIRANO, nel suo romanzo Uomini
Liberi, ha provato a spiegare il dramma di colo-
ro che affidano ad una banda d’efferati traffi-
canti il proprio sogno: vivere una vita da
“Uomini Liberi”. Un sogno, però, che inizia ad
infrangersi già tra le onde del mare durante la
loro traversata, conclusasi con un naufragio. Il
tempestivo intervento dei carabinieri, guidati dal
capitano Francesco Rallo, salva la vita a molti
clandestini. Tra i quali il piccolo Yusuf e Farid.
Iniziano da lì, le indagini della squadra dei cara-
binieri impegnati nell’operazione Uomini Liberi”,
che mira a debellare una vasta organizzazione
malavitosa che, oltre al traffico di clandestini,
gestisce altri affari illeciti. Un intreccio di storie
che coinvolgerà Yusuf, Farid, Noa, Alì, Marta e
Francesco, principali protagonisti del romanzo,
che hanno in comune lo stesso desiderio: rea-
lizzare ciascuno il proprio sogno. Nella vita, pe-
rò, non tutti i sogni riescono ad avverarsi. Poco
importa. L’importante è non arrendersi. Come
dice Marta @se smettiamo di sognare abbiamo
già finito di vivere. Sono i sogni che ci danno la
forza di andare avanti. Quando si infrangono
contro il muro dell’amara realtà, non dobbiamo
scoraggiarci. In quel caso, bisogna ricorrere a
quello di riserva. Io mi ripeto sempre, che alla
fine dovremo pur riuscire a realizzarne almeno
uno! Le onde del mare s’infrangono una dietro
l’altra, eppure il mare non si esaurisce mai! I
sogni svaniscono uno dietro l’altro, ma il cuore
non smette mai di sognare! Questo romanzo
travolgente sin dalle prime pagine, pervaso da
una profonda tensione sociale, scritto con gran-
de sensibilità, timidezza e delicatezza dei senti-
menti umani, fa emergere l’immagine
dell’immigrato come un fenomeno difficile e
complesso, che richiede forza e decisione
nell’essere affrontato.
*************************** Maria Giovanna Mirano, nata a
Noto, ha studiato presso l’ uni-
versità di Palermo. Autrice di
grande spessore, sensibile ed
altruista, le sue opere sono pub-
blicate anche dalla casa editrice
“Dario Flaccovio Editore”.
Maria Giovanna Mirano (figlia del mio grandissimo amico Salvatore, scomparso circa un an-
no fa), opera soprattutto a Noto dove svolge attività letterarie e artistiche. Le sue opere, adotta-
te in istituti secondari di 1° e 2° grado, vengono presentate dalla stessa autrice in forma di con-
ferenza. Dopo aver letto tutto d’un fiato, come raramente mi capita, la sua opera Uomini Libe-
ri, posso dire che il saggio non è scritto in modo approssimativo, ma, al contrario, riesce ad es-
sere avvincente e appassionante. L’Opera, non solo è sapientemente scritta, ma è stata anche
una piacevole sorpresa sotto tanti e diversi punti di vista. Ne consiglio caldamente la lettura, e
spero che abbia una distribuzione più ampia nelle librerie, come merita. Gaetano Alicata EditoreGaetano Alicata EditoreGaetano Alicata EditoreGaetano Alicata Editore
A CURA DEL DIRETTORE RESPONSABILE
CULTURA
15
“DOVE HO MESSO IL VIOLINO” di Enzo Ferro
2° Premio alla 1^ Edizione del 2° Premio alla 1^ Edizione del 2° Premio alla 1^ Edizione del 2° Premio alla 1^ Edizione del
Premio Letterario Internazionale Premio Letterario Internazionale Premio Letterario Internazionale Premio Letterario Internazionale
“Città di Martinsicuro”“Città di Martinsicuro”“Città di Martinsicuro”“Città di Martinsicuro”
Breve romanzo dal sapore adolescenziale, intri-Breve romanzo dal sapore adolescenziale, intri-Breve romanzo dal sapore adolescenziale, intri-Breve romanzo dal sapore adolescenziale, intri-so di venature intimistiche e tratteggiate dallo so di venature intimistiche e tratteggiate dallo so di venature intimistiche e tratteggiate dallo so di venature intimistiche e tratteggiate dallo
scorrere delle pagine di un diario, Dove ho messo il violi-scorrere delle pagine di un diario, Dove ho messo il violi-scorrere delle pagine di un diario, Dove ho messo il violi-scorrere delle pagine di un diario, Dove ho messo il violi-no riesce a farci partecipi delle intense emozioni del critico no riesce a farci partecipi delle intense emozioni del critico no riesce a farci partecipi delle intense emozioni del critico no riesce a farci partecipi delle intense emozioni del critico momento di vita attraversato dalla protagonista. Fin momento di vita attraversato dalla protagonista. Fin momento di vita attraversato dalla protagonista. Fin momento di vita attraversato dalla protagonista. Fin dall’inizio l’autore, Vincenzo Ferro, ci fa entrare nel dram-dall’inizio l’autore, Vincenzo Ferro, ci fa entrare nel dram-dall’inizio l’autore, Vincenzo Ferro, ci fa entrare nel dram-dall’inizio l’autore, Vincenzo Ferro, ci fa entrare nel dram-ma di Nicoletta, ragazzina oppressa da un oscuro senso di ma di Nicoletta, ragazzina oppressa da un oscuro senso di ma di Nicoletta, ragazzina oppressa da un oscuro senso di ma di Nicoletta, ragazzina oppressa da un oscuro senso di colpa, da una contorta rabbia, da un sordo e lacerante do-colpa, da una contorta rabbia, da un sordo e lacerante do-colpa, da una contorta rabbia, da un sordo e lacerante do-colpa, da una contorta rabbia, da un sordo e lacerante do-lore, la cui natura verrà a chiarirsi solo nel corso del rac-lore, la cui natura verrà a chiarirsi solo nel corso del rac-lore, la cui natura verrà a chiarirsi solo nel corso del rac-lore, la cui natura verrà a chiarirsi solo nel corso del rac-conto. “Parlerei di mia mamma, della sua forza ostinata e conto. “Parlerei di mia mamma, della sua forza ostinata e conto. “Parlerei di mia mamma, della sua forza ostinata e conto. “Parlerei di mia mamma, della sua forza ostinata e delle sue nascoste lacrime; di mio padre e del giorno in cui delle sue nascoste lacrime; di mio padre e del giorno in cui delle sue nascoste lacrime; di mio padre e del giorno in cui delle sue nascoste lacrime; di mio padre e del giorno in cui è andato via, un minuscolo punto di un tempo quasi infi-è andato via, un minuscolo punto di un tempo quasi infi-è andato via, un minuscolo punto di un tempo quasi infi-è andato via, un minuscolo punto di un tempo quasi infi-nito che riesce a sovrastarmi e a condizionarmi.” Nicoletta, nito che riesce a sovrastarmi e a condizionarmi.” Nicoletta, nito che riesce a sovrastarmi e a condizionarmi.” Nicoletta, nito che riesce a sovrastarmi e a condizionarmi.” Nicoletta, liceale giovane e intelligente ma egoista e viziata, o, come liceale giovane e intelligente ma egoista e viziata, o, come liceale giovane e intelligente ma egoista e viziata, o, come liceale giovane e intelligente ma egoista e viziata, o, come si definisce lei stessa, “eterna egoista, capricciosa monella”, si definisce lei stessa, “eterna egoista, capricciosa monella”, si definisce lei stessa, “eterna egoista, capricciosa monella”, si definisce lei stessa, “eterna egoista, capricciosa monella”, dovrà crescere, aprirsi al mondo passando per il cambio di dovrà crescere, aprirsi al mondo passando per il cambio di dovrà crescere, aprirsi al mondo passando per il cambio di dovrà crescere, aprirsi al mondo passando per il cambio di scuola, l’incontro con nuovi e sinceri amici, scuola, l’incontro con nuovi e sinceri amici, scuola, l’incontro con nuovi e sinceri amici, scuola, l’incontro con nuovi e sinceri amici, l’innamoramento e la riscoperta della madre, per poter l’innamoramento e la riscoperta della madre, per poter l’innamoramento e la riscoperta della madre, per poter l’innamoramento e la riscoperta della madre, per poter affrontare quel fantasma che la tormenta e quella mutila-affrontare quel fantasma che la tormenta e quella mutila-affrontare quel fantasma che la tormenta e quella mutila-affrontare quel fantasma che la tormenta e quella mutila-zione che è tanto nel fisico quanto nell’anima. L’autore, zione che è tanto nel fisico quanto nell’anima. L’autore, zione che è tanto nel fisico quanto nell’anima. L’autore, zione che è tanto nel fisico quanto nell’anima. L’autore, con una scrittura caratterizzata da vivide pennellate di u-con una scrittura caratterizzata da vivide pennellate di u-con una scrittura caratterizzata da vivide pennellate di u-con una scrittura caratterizzata da vivide pennellate di u-manità, sa delineare chiaramente i personaggi, realizzando-manità, sa delineare chiaramente i personaggi, realizzando-manità, sa delineare chiaramente i personaggi, realizzando-manità, sa delineare chiaramente i personaggi, realizzando-
li in profili che trasudano vitalità. Attorno li in profili che trasudano vitalità. Attorno li in profili che trasudano vitalità. Attorno li in profili che trasudano vitalità. Attorno alla protagonista emergono importanti alla protagonista emergono importanti alla protagonista emergono importanti alla protagonista emergono importanti figure: la madre, toccante donna che af-figure: la madre, toccante donna che af-figure: la madre, toccante donna che af-figure: la madre, toccante donna che af-fronta i dolori in silenzio, donandosi agli fronta i dolori in silenzio, donandosi agli fronta i dolori in silenzio, donandosi agli fronta i dolori in silenzio, donandosi agli altri ma sapendo distinguere con decisione altri ma sapendo distinguere con decisione altri ma sapendo distinguere con decisione altri ma sapendo distinguere con decisione le situazioni; il padre, che, qual doloroso le situazioni; il padre, che, qual doloroso le situazioni; il padre, che, qual doloroso le situazioni; il padre, che, qual doloroso ricordo, aleggia nell’aria come un mito, per poi tornare ad ricordo, aleggia nell’aria come un mito, per poi tornare ad ricordo, aleggia nell’aria come un mito, per poi tornare ad ricordo, aleggia nell’aria come un mito, per poi tornare ad essere umano e ricompreso alla luce dei suoi errori; i com-essere umano e ricompreso alla luce dei suoi errori; i com-essere umano e ricompreso alla luce dei suoi errori; i com-essere umano e ricompreso alla luce dei suoi errori; i com-pagni di scuola, prima tra tutti Veronica, amica autentica e pagni di scuola, prima tra tutti Veronica, amica autentica e pagni di scuola, prima tra tutti Veronica, amica autentica e pagni di scuola, prima tra tutti Veronica, amica autentica e generosa; e Roberto, che, a partire da un primo magnetico generosa; e Roberto, che, a partire da un primo magnetico generosa; e Roberto, che, a partire da un primo magnetico generosa; e Roberto, che, a partire da un primo magnetico incontro, rivela a Nicoletta la potenza dell’amore, in quan-incontro, rivela a Nicoletta la potenza dell’amore, in quan-incontro, rivela a Nicoletta la potenza dell’amore, in quan-incontro, rivela a Nicoletta la potenza dell’amore, in quan-to dono e desiderio. Non da ultimo il violino, espressione to dono e desiderio. Non da ultimo il violino, espressione to dono e desiderio. Non da ultimo il violino, espressione to dono e desiderio. Non da ultimo il violino, espressione della virtù di Nicoletta ma altresì del suo rimorso: un violi-della virtù di Nicoletta ma altresì del suo rimorso: un violi-della virtù di Nicoletta ma altresì del suo rimorso: un violi-della virtù di Nicoletta ma altresì del suo rimorso: un violi-no che è reso muto, ma poi viene riscoperto alla vita e no che è reso muto, ma poi viene riscoperto alla vita e no che è reso muto, ma poi viene riscoperto alla vita e no che è reso muto, ma poi viene riscoperto alla vita e riprende a diffondere la propria voce di soprano. La pro-riprende a diffondere la propria voce di soprano. La pro-riprende a diffondere la propria voce di soprano. La pro-riprende a diffondere la propria voce di soprano. La pro-tagonista saprà crescere grazie a una presa di coscienza tagonista saprà crescere grazie a una presa di coscienza tagonista saprà crescere grazie a una presa di coscienza tagonista saprà crescere grazie a una presa di coscienza sempre più profonda, grazie a uno sguardo rivolto sempre più profonda, grazie a uno sguardo rivolto sempre più profonda, grazie a uno sguardo rivolto sempre più profonda, grazie a uno sguardo rivolto all’esterno in maniera sempre più limpida e matura. Riu-all’esterno in maniera sempre più limpida e matura. Riu-all’esterno in maniera sempre più limpida e matura. Riu-all’esterno in maniera sempre più limpida e matura. Riu-scirà a instaurare un dialogo con il mondo che la circonda, scirà a instaurare un dialogo con il mondo che la circonda, scirà a instaurare un dialogo con il mondo che la circonda, scirà a instaurare un dialogo con il mondo che la circonda, fuggendo dal silenzio annichilente della sofferenza; potrà fuggendo dal silenzio annichilente della sofferenza; potrà fuggendo dal silenzio annichilente della sofferenza; potrà fuggendo dal silenzio annichilente della sofferenza; potrà così dire “Nicoletta nasce dalla cenere. Una nuova fenice”, così dire “Nicoletta nasce dalla cenere. Una nuova fenice”, così dire “Nicoletta nasce dalla cenere. Una nuova fenice”, così dire “Nicoletta nasce dalla cenere. Una nuova fenice”, imparando a leggere il lato positivo dell’esistenza, “perché imparando a leggere il lato positivo dell’esistenza, “perché imparando a leggere il lato positivo dell’esistenza, “perché imparando a leggere il lato positivo dell’esistenza, “perché in ogni situazione ci sarà sempre qualcosa che ti darà la in ogni situazione ci sarà sempre qualcosa che ti darà la in ogni situazione ci sarà sempre qualcosa che ti darà la in ogni situazione ci sarà sempre qualcosa che ti darà la spinta per andare avanti e poter sorridere, prima o poi”.spinta per andare avanti e poter sorridere, prima o poi”.spinta per andare avanti e poter sorridere, prima o poi”.spinta per andare avanti e poter sorridere, prima o poi”.
Francesca OrtolanFrancesca OrtolanFrancesca OrtolanFrancesca Ortolan
“LA RELAZIONE” di Corrado Calvo
“...Un’opera in cui si va talmente in profondità nell’io del protagonista e nel mondo che lo circonda, che davvero
non occorre fare nessuno sforzo d’immaginazione, ma soltanto lasciarsi prendere dal ritmo del racconto”…
(Roselina Salemi giornalista e scrittrice)(Roselina Salemi giornalista e scrittrice)(Roselina Salemi giornalista e scrittrice)(Roselina Salemi giornalista e scrittrice)
Titolo: Scelto per la sua natura polisemica, il titolo “La relazione” si presta bene a interpretare una storia semplice nel suo svolgimento, ma policroma nei diversi piani di lettura di cui è caricata. Quindi è da intendere nelle diverse accezioni: come rapporto sentimentale più o meno lecito fra due persone, come rapporto interpersonale allargato a una moltitudine di soggetti, e come resoconto di una storia, di accadimenti e di fatti politici e sociali, relazionati fra di loro, così come incidono sull’esistenza individuale e collettiva. Pertanto risulta onnicomprensivo delle aspet-tative del nostro tempo, delle conoscenze e delle speranze di un soggetto e di una generazione, dell’ansia e delle
risposte che una società elabora all’interno delle proprie dinamiche. Tempo e Luogo Dell’azione: La Sicilia orientale alla fine degli anni sessanta, quando nel nostro Paese si verificano fermenti socio-culturali e politici significativi, destinati a cambiare il volto della società italiana e non solo isolana. Riferimenti ai fatti di Avola, alla con-testazione universitaria, alla strage di Piazza Fontana, ai moti di Reggio: una cornice storicamente reale vissuta attraverso le maglie della “Relazione”.
PROFILO DELL’AUTORE
Corrado Calvo, docente di storia e filosofia, autore di racconti, saggi critici, recensioni, prefazioni e reportages, è stato
l’ideatore e il presidente delle quattro edizioni del Premio letterario “Il Racconto”, che ha fatto
conoscere al grande pubblico un’agguerrita schiera di giovani scrittori e ha richiamato nella
città di Rosolini presidenti di Giuria come Adele Cambria, Mario Petrina, Vincenzo Consolo e
Silvana La Spina. Ha collaborato con Il Corriere dei due mari, Il Corriere Elorino, Buone notizie,
La Sicilia, Il Gazzettino del SudEst, occupandosi in genere della terza pagina con servizi e studi
su autori come Brancati, Moravia, Giuseppe Fava, Roselina Salemi, Umberto Eco, Patricia Hi-
ghsmith, D. H. Lawrence. Vive ed insegna a Rosolini (SR). “La relazione” è la sua ultima opera.
16
Neoanacronismi d'autore a' fimminina di Francesco D’Isa
Il mito della donna resi-
stente resiste da più di
sessant'anni, in Italia,
collegandosi al più vasto
fenomeno della Resisten-
za partigiana. Negli anni
Settanta il mito ha avuto
un notevole rinforzo an-
corandosi a movimenti
oltranzisti di protesta emancipativa femminile, ancora una
volta connettibili ai movimenti di più ampia diffusione
politica, spesso devianti - o anche deviati ad arte - verso
forme di protesta eversiva, finanche terroristica. Fra queste
due svolte epocali, in cui come detto la situazione-donna si
innestava in canali di più ampia manifestazione di disagio
sociale e speranza di liberazione di tipologia più meramen-
te intersessista - anzi, per certi aspetti, cavalcandone gli
sviluppi storici - e diffusamente "umana", gli anni Cin-
quanta e Sessanta, prima, gli anni Ottanta, Novanta e i pri-
mi scampoli del Duemila, poi, ne hanno in qualche modo
attenuato solo apparentemente la forza. Probabilmente,
invece, sono stati proprio questi anni di apparente o forse
provato disimpegno che hanno fortificato l'istanza femmi-
nile a un movimento che prescindesse da una protesta
strutturata generalmente come una sorta di dogmaticità,
convertendola a più linee comportamentali e concettuali
manifestanti un proposito liberatorio a tutto campo e non
solo politico. Per certi aspetti sembra che gli anni dell'im-
mediato dopoguerra abbiano visto funzionalizzarsi un es-
sere umano, specie nella dimensione italiana e più in gene-
rale di quei paesi usciti con le ossa rotte dal conflitto mon-
diale, in particolare un essere donna che sapesse attiva-
mente contribuire alla ricostruzione sociale e politica dei
paesi in questione, attingendo fondamentalmente alla pro-
pria femminilità a tutto campo. Ferma restando una note-
vole dose di tragica autoironia - il cui modello è ben ravvi-
sabile nell'Anna Magnani di "Roma città aperta" ma an-
che, per rimanere nella dimensione cinematografica neore-
alistica e postneorealistica italiana, nelle donne, anzi nelle
"femmine", di Fellini o Lattuada o nella Mangano di "Riso
amaro" di Giuseppe De Santis, come nelle prime versioni
della donna concettuale emergente dalle pellicole esor-
dienti di Michelangelo Antonioni, in particolare nei ritratti
di Monica Vitti e Lucia Bosé, con l'Alida Valli strepitosa
interprete del viscontiano "Senso" a fare da tragicomico
trait d'union -, che fosse tragica, tragicomica, o già comi-
camente anticipatrice dello straripante riproporsi comico
della stessa Vitti dei primi anni Settanta e della Mariangela
Melato degli stessi anni, la donna riusciva a perdere in
quegli anni lo stereotipo della sensualità fine a sé stessa,
cui l'aveva sottoposta la com-
media classica prebellica, per
riproporre una sensualità più
complessa, matura, ironica e
non iconica. Compresi i paral-
leli tentativi di reimposizione
degli stilemi classici, ormai
volgarizzati, che riconducevano il ruolo della donna a
quello della "femmina", ma senza il senso di straniamento
di cui s'è tentato di dire finora, del cinema e di tutta una
sottocultura di genere dei medesimi anni della lotta fem-
minista. Questi tentativi di subordinazione sembravano
non essere altro che la conferma, come per contraltare, di
quanto appunto affermato. Sono proprio questi gli anni in
cui la donna, come dimostra il manifesto dell'evento "a'
fimminina", svoltosi a Lentini ("Villa Gorgia"), l'8 settem-
bre scorso, grazie all'ideazione e all'ottimo sviluppo di un
progetto dell'Associazione "Talè", afferma la propria avve-
nuta femminilizzazione, cavalcando l'onda liberatoria del
cosiddetto "boom" economico e riuscendo ad essere ad un
tempo vittima e carnefice dello sviluppo industriale. La
donna come l'uomo maturando nuovi gusti estetici e lata-
mente etici rimanevano comunque confinati dentro i ri-
spettivi ruoli, ma ne venivano nello stesso tempo allonta-
nati per mescolarsi in un comune senso di sessualità mi-
scelata. La donna e l'uomo cominciavano a invertire i pro-
pri ruoli, pur rimanen-
do ancorati rigidamente
a convenzioni preindu-
strializzate. La donna
va, sì, sulla vespa, ma
non la cavalca come
l'uomo, bensì a' fimmi-
nina, molto simile
all'andare a dorso di
mulo della donna pre-
bellica e prenovecente-
sca. La donna come l'uomo svolgevano le stesse funzioni,
seppure in maniera esteticamente, e di conseguenza lata-
mente etica, differente. Per gli anni successivi alla deriva
femminista degli anni Settanta, confinante con i cosiddetti
"anni di piombo", i ruoli divergenti del femminile e del
maschile tendevano a ricomporsi senza però, spesso, rico-
noscersi reciprocamente. L'evento in programma ha teso a
dissimulare la carica eversiva dei movimenti post-
femministi più oltranzisti, ormai decisamente demodé, per
riaffermare un ironico essere donna come essere umano a
tutto tondo e prescindente da forzate e anacronistiche dif-
ferenziazioni. La donna è differente dall'uomo, ma soprat-
tutto ogni donna è differente dall'altra e dalla sé stessa di
un attimo prima. Una certa ironia sta dietro a questa moda-
lità d'uso dell'essere donna, che poi è un essere femmina,
anzi per dirla in modo nostrano "fimmina". Quello che si
cela dietro gli interventi, parlati, musicati, recitati e visiva-
mente rappresentati, è un non-ruolo femminile, in quanto
eversivo o sottomesso, ed in questo non avere il ruolo la
donna, le singole donne, varie e varianti la propria oggetti-
va e libera partecipazione ad ogni tipo di sviluppo e, per-
ché no, anche a volte di regresso, sia anche soggettivamen-
te implicata ad essere partecipe di un proprio destino neou-
manistico, riscoprendo in ciò anche il proprio onore di
essere "cacciatrice d'uomini", nel duplice senso di dare la
caccia e cacciare dai ruoli noiosamente stereotipati l'altera
pars dell'umanità.
17
Le "maledizioni" dei poeti Siciliani di Francesco D’Isa
Federico secondo di Svevia, stupor mundi, avviò una serie di riforme che non lasciarono nulla d'intentato ai fini di un risanamento morale, politico, economico, sociale e letterario del suo regno di Sicilia, fulcro del più ampio progetto imperiale, già in atto ma an-che messo in crisi dalla lontananza della Germania, madrepatria, della
quale l'isola mediterranea tendeva a sostituire la cen-tralità in modo inversamente proporzionale alla coe-sione dell'Impero: tanto più la Sicilia era il centro della corte quanto più la corte stessa si frazionava finendo con l'esaltare la sua nazionalità relativa rispetto all'as-solutezza del potere federiciano. In altre parole, Fe-derico, nella sua riforma dell'Impero, seppe compren-dere, anticipandola, la direzione che avrebbe preso la storia moderna d'Europa due secoli dopo, con la for-mazione degli Stati nazionali sulle ceneri degli ormai sgretolati poteri sovra-statali, Impero e Papato. Tanto più quanto proprio il pontificato romano si intromette-va geograficamente nella già debole coesione territo-riale fra la Sicilia e la madrepatria tedesca. Questo forse comportò l'esasperata ricerca di un'identità lin-guistica cui Federico diede luogo e che pareva oltre-passare i consueti confini della letterarietà per confi-gurarsi come una vera e propria progettualità politica. Dietro la poesia siciliana del Duecento si cela una fortissima, appunto quasi esasperata, ricerca della novità e della radicalità di una lingua che la rappre-sentasse e che ad un tempo sapesse altresì rappre-sentare la presenza aggregatrice di più istanze politi-che, all'apparenza disomogenee e disarticolate. Quin-di dietro questa ricerca più che letteraria si nasconde-va ancor più la ricerca di un'identità politica statale che continuasse a dissimulare la centralità tedesca e di conseguenza la potenza imperiale, ormai - era un dato di fatto - vacillante. I poeti della scuola siciliana finirono col veicolare un progetto politico ed in ciò fu plausibile configurarli come appartenenti ad un movi-mento letterario, che di fatto non ci fu mai, ma che ben dissimulava a sua volta l'idea di una intenzionali-tà comune - a volte consistente anche nella preterin-tenzionalità - se non nelle cause, certamente negli effetti. E questa può essere intesa come una sorta di prima "maledizione" che cadde su questi poeti, asser-viti ad un progetto comune ed assorbiti da esso, che li rese organici ad una temperie culturale e storica, in cui rischiarono di perdersi i tratti spontanei e indivi-duali, per annegarli tutti dentro una presunzione di scolasticità che altro non fosse che l'adesione anche involontaria alle necessità del dominus. Collegabile a questa è la seconda e determinante "maledizione" che rimane aderente ad un fatto più squisitamente artistico, linguistico e letterario: la traduzione toscana che ne favorì la tradizione nella misura in cui ne spense l'originalità della trasmissione e, più erano accattivanti le liriche tradotte, più la loro trasmissione
ne tradiva il testo originale rivestendosi di un toscano che grazie al siciliano rifatto si faceva illustre e conse-gnava sé stesso a futuri destini prestigiosi. Lo "stil novo" è figlio di questa tradizione siciliana non soltan-to nei contenuti (dei quali la matrice comune risale all'arte trobadorica provenzale) ma soprattutto nelle forme che imprigionò, violentò, lasciò a una posterità presto dimenticatasi del siciliano "illustre". Uno stu-prum mundi dunque avvenne nei confronti di tutta una tradizione (da cui andarono esenti pochissimi commoventi testi, resisi, dunque, uniche imprescindi-bili e preziosissime testimonianze di una lingua lette-raria unica e irripetibile). Lo scopo politico di Federico fu in parte raggiunto ma il contrappasso della perdita di un'identificazione linguistica e letteraria, lo "stupro" di un mondo linguistico e figurativo immenso e unico, fu l'inevitabile contraltare. Se la prima "maledizione" è di tipo storico (l'asservimento anche involontario e preterintenzionale di una ricerca linguistica e tematica originali ad un progetto politico) e la seconda di tipo artistico (la sostituzione di una lingua da parte di un'altra che ne prese il posto predestinandosi allo stesso ruolo egemone nei destini della letteratura na-zionale), la terza "maledizione" è di tipo meramente filosofico: la necessità di cantare l'amor "fino" (raffinato, astratto, insensibile, assoluto) sulla scorta di una necessaria imitazione dei provenzali ma rafforzata dalla contingenza di un'annessione lingui-stica, quella toscana di cui si è detto, che ingenerava l'idea di una poesia artificiosa e incapace di relativiz-zarsi alle modificate condizioni sociali dei poeti stessi e della corte che li circondava. La poesia siciliana rifatta dai toscani sembrava esemplificare il modello di derivazione trobadorica e indugiare oltremisura verso forme di astrazione platonica, che anticipavano decisamente e unilateralmente la successiva stagio-ne stilnovistica, nella misura in cui la lettura di quel poco che ci è pervenuto in originale siciliano lasce-rebbe intendere una più congrua e perspicace com-mistione di platonismo e aristotelismo (la cui tradizio-ne era forte in Sicilia grazie all'inevitabile forte pre-senza araba), determinata anche dall’aderenza lingui-stica totale al contesto originario, che farebbe di que-sta poesia siciliana addirittura una degna anticipazio-ne di temi petrarchisti e quindi della futura tradizione poetica italiana dominante per almeno altri due secoli e mezzo. La maledizione di una lettura unitariamente platonizzante (che già di per sé era intendibile come una "maledizione" almeno parallela e convertibile in quella opposta di una lettura unicamente sensuale e aristotelica della stessa, quindi dirittamente "maledetta") si assommava alla perdita di un'identità composita ed equilibrata della stessa, che sapesse contemperare l'idealismo asessuato e il realismo car-nale nella stessa dimensione poetica, quella dei sici-liani, ridati alla loro vera e pregnante essenza lettera-ria e non solo.
18
POLANSKI: CARNAGE di Francesco D’Isa
“ Carnage ” “ Carnage ” “ Carnage ” “ Carnage ” rappresenta quattro forme di nevrosi eterogenee, che si incrocia-no, si dissociano, si aggregano e disgre-gano, trovando improvvise coesioni e repentini scarti degenerativi ( in un ri-
spetto integrale dell ’ unità di spazio e di tempo) , incorniciate dall ’ immagine provocatoria della New York proibita a Polanski e provocatoriamente ripre-sa nella sua sorniona tranquillità diurna. La città del fantastico “ Rosemary’ s Baby ” ( anche lì due coppie incastrate e incastonate in una storia alluci-nata di proiezioni fantasmatiche tese al concepi-mento satanico, che il sottotitolo italiano, “ Nastro rosso a New York ” , una volta tanto rende bene, in un film per molti versi bellissimo e maledetto, consi-derando l ’ atroce fine che dopo poco tempo farà Sharon Tate, allora moglie di Polanski, in parte pre-figurata dalla vittimizzazione settaria ai danni di Mia Farrow, e che il cupo condominio newyorkese in cui,
con un certo rispetto anche qui dell ’ unità di spazio, avviene la vicenda è lo stesso in cui verrà assassi-nato John Lennon ) torna in questo film minimale che il regista polacco trae da una pièce di Yasmina Reza, ripristinandone le tensioni psicoborghesi, ca-nalizzate però non verso un crescendo orrorifico, seppur sotterraneo e taciuto subliminalmente fra umorismo, ambiguità e cinismo beffardo, più che polanskiano, ma introdotte nelle vene del testimone voyeur di una crisi totale e irrimediabile della middle-class, spettatore e potenziale attore di tale deriva ormai in essere e non descrivibile né analizzabile se non attraverso la visione speculare di sé stessi: i quattro protagonisti vedono riflessi in modo recipro-co i propri tic e a loro volta riflettono le stesse orren-de tensioni quotidiane degli attori in platea, messi in croce dalla visione apocalitticamente e dolcemente derisoria del regista e della sua ispiratrice e co-sceneggiatrice, la stessa Reza.
THIS MUST BE THE PLACE di Francesco D’Isa
“This Must Be the Place” è la rapsodia storica e filosofica di Cheyenne, un altro “uomo in più”
dell’universo onirico, pseudosurreale, di Paolo Sorrentino. L’ultracinquantenne ex rockstar, im-
personata da un commosso e commovente Sean Penn, resta bambina (non ha mai fumato, perché
fumare rappresenta la curiosità di perdere le illusioni e nella disillusione provare l’età preadulta)
e così filtra le paranoie in un’autosservazione estremamente razionale e fanciullesca (che gli permette di
sondare l’archetipo umano che gli appartiene e di sembrare credibile nell’irreale mascheramento, non
soltanto del corpo, residuo dell’essere stato star, ma dell’animo, che è restato embrionale, non traducen-
dosi mai in alterazione psicotica, per cui la psiche viaggia parallela al corpo: e qui comincia un altro
film). Ad un certo punto si interseca, alla storia filosofica di Cheyenne e del suo non-mondo, un’altra
situazione filmica ad altissima tensione macrostorica: la ricerca dell’altro ora non approda più sul sé
stesso e sulla rimozione dei complessi di colpa (fra gli altri quello per due ragazzini suicidi presumibil-
mente, e la presunzione è per lui tetra e macabra certezza, per la depressione provocata dai testi e dalla
musica di Cheyenne) ma nientedimeno su un ex torturatore nazista, che incrocia la sua vita tramite il
padre appena defunto. Qui subentra un road-movie, dal ritmo ora frenetico ora blando, accompagnato
da un continuum musicale tipicamente americano, anzi scorsesiano, che porta alla definizione finalmen-
te adulta di Cheyenne e delle sue micronevrosi: l’ultima immagine ce lo riconsegna riconciliato ad una
dimensione almeno iconograficamente etica e paleoborghese, ma la storia parrebbe ricominciare e
l’afflato religioso (tangente alla figura dell’ex mito per tutto il film e diremmo per tutta la sua storia de-
clinante) pare configurarsi verso una soluzione esistenzialisticamente scandalosa.
19
ASSOCIAZIONE CULTURALE “NOTOriAMENTE” di NOTO
Si è costituita a No-
to il 14 giugno 2011
l’associazione cultu-
rale NOTOriaMEN-
TE, che ha scelto il
proprio presidente
nella persona di De-
bora Cottone. Van-
no a completare il
direttivo del sodalizio Maria Concetta Pane, Tiziana Merla-
to, Patrizia Tedeschi e Silvia Cottone. L’amicizia che ci tie-
ne unite è frutto di un rapporto quotidiano che si traduce da
oggi in un’attività di cittadinanza attiva condotta giorno per
giorno al servizio del cittadino, nella consapevolezza di co-
struire poco per volta una città più vivibile ed una comunità
migliore. Desideriamo puntare in particolar modo sui temi
della sostenibilità ambientale, della valorizzazione del nostro
patrimonio culturale, del rilancio del tessuto produttivo, del
sostegno ai più deboli, della sinergia con il tessuto associativo
del territorio. Di seguito alcune delle iniziative che hanno
visto protagonista l’Associazione in poco più di 3 mesi dalla
costituzione. Realizzata il 14 luglio 2011, alla presenza del
Presidente del Consiglio Provinciale Michele Mangiafico e
del neo Sindaco Corrado Bonfanti, la prima Conferenza-
dibattito “UNIVERSO DONNA: brillare di luce propria!” ha
dato voce alle donne impegnate in prima linea nel commercio,
nella cultura, nel sociale, nell’istruzione, a dimostrazione di
quante donne eccellenti siano presenti in città creando una
cinghia di trasmissione proficua tra questi talenti e le istituzio-
ni pubbliche locali. Ma il vero successo, ottenuto
dall’Associazione tutta al femminile, è stato l’abbattimento
delle barriere architettoniche dell’ex Convitto di Ragusa
(location in cui si è tenuto l’evento), dove si è ottenuto, segui-
to della grande sollecitazione di Notoriamente, la realizzazio-
ne in tempi record di una pedana in legno per rendere fruibile
l’acceso anche ai diversabili.
Sempre sul piano della difesa
dei diritti dei cittadini,
l’impegno di cittadinanza attiva
dell’associazione si è tradotto
in sopralluoghi sulle zone anco-
ra prive di fognatura della città
di Noto. L’Associazione NOTOriaMENTE ha posto
l’attenzione anche sui servizi nelle zone marine ponendo
l’attenzione degli organi competenti su marciapiedi che garan-
tiscano ai pedoni di transitare per raggiungere le spiagge; ser-
vizi igienici nelle adiacenze delle spiagge, inglobati in struttu-
re in legno che li rendano armoniosi con il paesaggio; regola-
mentazione e valorizzazione del commercio su area pubblica
proponendo l’istituzione di Bandi per
l’attribuzione di spazi “Vetrine di arti-
gianato”. L’associazione si è anche
distinta per alcune proposte squisita-
mente politiche, come la chiusura dei
consorzi di funzione tra gli enti locali per la riduzione della
spesa pubblica vista la crisi economica strisciante. In linea
con le proprie politiche di sostenibilità ambientale NOTOria-
MENTE interviene sia per estendere l’isola pedonale del
centro storico netino, ponendo anche l’accento sulla tolleranza
molto elevata verso le irregolarità, gli abusi e il mancato ri-
spetto della ZTL e chiedendone maggiore rispetto, sia per la
mancanza a Noto di strisce pedonali, marciapiedi e scivoli,
dossi rallentatori in prossimità di supermercati ed Istituti sco-
lastici, pulizia delle strade e parcheggi ben regolamentati. Il
sogno di NOTOriaMENTE nonché uno degli obiettivi che si
propone di contribuire a raggiungere e di cui giorno 8/9/2011
ha lanciato la proposta è candidare Noto all’Access City A-
ward. In collaborazione con l’atleta netino Corrado Mortilla-
ro, affermatosi in ambito nazionale, ha organizzato giorno 21
agosto lungo il Viale Lido di Noto marina la Staffetta
dell’Amicizia, improntata nell’ottica sociale della solidarietà
e dell’amicizia, che ha regi-
strato oltre che alla presenza
degli atleti netini anche una
grande partecipazione di bam-
bini e diversamente abili, non
solo come mero sforzo agoni-
stico ma soprattutto come stru-
mento di promozione sociale,
di aggregazione tra cittadini e di trasmissione di valori positivi
come l’amicizia, l’amore per i luoghi della propria terra e il
rispetto reciproco. Grande soddisfazione per la partecipazione
e l’impegno profuso da NOTOriaMENTE anche in occasione
della raccolta firme per l’abrogazione della Legge
“Porcellum”, in occasione della quale l’Associazione ha con-
tribuito raccogliendo oltre 700 firme che neanche il comitato
referendario provinciale è riuscito ad eguagliare nella stessa
Noto. Altra battaglia in cui NOTOriaMENTE si espone è
quella per la salvaguardia dell’ospedale “Trigona”, indicendo
una petizione popolare da inviare al Ministero alla Salute, alla
Corte dei Conti e alla Corte di Giustizia europea di Strasburgo
per evitare che i cittadini della zona sud di Siracusa si vedano
espropriare d’imperio del loro più sacrosanto diritto: quello
alla salute! Sono stati quattro mesi di grande passione civile e
di sano entusiasmo con importanti traguardi raggiunti e col
desiderio che sempre più concittadini collaborino nelle attività
e nelle iniziative che vedranno protagonista l’associazione.
20
1° ISTITUTO SUPERIORE “ARCHIMEDE” DI ROSOLINI(SR)
Sito in via Sipione, 147 a Rosolini, comprende il LICEO , l’ ITIS e l’ ITIS SERALE con i relativi Labora-
tori in dotazione. Diretto dal Dirigente prof. Corrado Baglieri, è stato istituito nell’a.s. 1961 come unica
sede in provincia staccata del Liceo Corbino di Siracusa e come prima scuola superiore a Rosolini; ini-
zialmente è stato ubicato presso locali provvisori, presi in affitto da privati. Per un periodo relativamente
lungo è stato l’unico liceo scientifico operante nel territorio per cui è cresciuto come sezione e come nu-
mero di studenti, provenienti anche dai centri vicini conseguendo pertanto la piena autonomia nel 1967.
In seguito sono state istituite sedi staccate nei comuni di Avola, Noto e Pachino che a loro volta sono
diventati autonomi. La nostra scuola ha segnato profondamente la vita della città, facendo progredire le
idee e intellettualmente e socialmente: fra i banchi si sono susseguiti tanti alunni, molti dei quali oggi
rivestono un ruolo importante nella società, come professionisti, intellettuali, imprenditori ecc@ Pertanto
rappresenta il simbolo della vita culturale cittadina e punto di riferimento per i cittadini. La sua storia ha
coinciso con la tormentato storia della scuola e della società italiana degli ultimi trenta anni per cui ci
sono stati dei momenti anche difficili. Se oggi può vantare uno degli edifici più efficienti della provincia,
molto merito va dato anche alla coscienza civica degli studenti. La storia dell’edificio di per sé sintetizza
e spiega come la burocrazia in Italia sia stata farraginosa e giurassica. A far superare ostacoli, oltre a
politici ed amministratori responsabili è stata anche la determinazione degli studenti e docenti che han-
no organizzato scioperi e manifestazioni fino al punto di ottenere una sede che si può considerare la più
moderna della provincia e rispondente alle esigenze di una scuola a livello europeo. Nell’a.s. 2000-2001
in seguito al dimensionamento degli istituti superiori, voluto dalla riforma Berlinguer, c’è stata la fusione
con l’Itis, sez. staccata dell’Itis “Bartolo” di Pachino e di conseguenza la nascita del Primo Istituto supe-
riore di Rosolini. L’I.T.I.S, è presente a Rosolini dal 1989, è ubicato attualmente in un locale in affitto,
sufficientemente attrezzato e rispondente alle esigenze didattiche, ma è stato approvato
dall’amministrazione provinciale l’incarico di elaborare il progetto di un istituto polivalente, che probabil-
mente fra pochi anni sarà costruito e costituirà una sede più attrezzata e più adatta. Pur avendo una
storia più breve, l’istituto ha diplomato in questi anni validi tecnici, che si sono inseriti nel mondo del la-
voro, parecchi con ruoli di responsabilità, mentre altri hanno continuato gli studi presso le università.
21
Responsabile servizi internet e networking
Dott. Lorenzo Moro
Responsabile software e formazione
Dott.ssa Francesca Ercolini
Sede : via Cavour, 144 - 96017 Noto (SR)
tel.: +39 06 99 34 15 80—tel. e segr.: +39 0931 83 61 31—cell.: +39 347 77 66 778
fax : +39 178 22 38 153—fax: +39 0931 18 46 957 e-mail : francesca.ercolini@digifaber.it
P.E.C. : francesca.ercolini@pec.it web : http://digifaber.it
PUBBLICITA’
PACAT VIAGGI di PAOLO DANIELE PAGANO
(RESPONSABILE PROGRAMMAZIONE)
VIAGGI - CROCIERE - TURISMO
INCOMING NEL VAL DI NOTO - VIAGGI D’ ISTRUZIONE -
STAGES SCOLASTICI e TOUR IN CITTA’
CONTATTI
NOTO, Corso Vittorio Emanuele n° 109
Tel. 0931/573786
Fax. 0931/836035
COLLABORANO
Carmela Borrometi - responsabile di biglietteria
Corrada Macrì - responsabile amministrazione
Mario Nanzarelli - ufficio relazioni con il pubblico
22
Vasta scelta di Strumenti musicali a prezzi incredibili, offerte e promozioni,
assistenza post vendita, recesso e garanzia, spedizioni immediate, informa-
zioni e condizioni chiare, professionalità e competenza. Vienici a trovare, il
nostro team è pronto a esaudire i tuoi desideri e regalarti emozioni. Il negozio
rimane aperto dal Lunedì al Venerdì dalle ore 09.00 alle 12.30 e dalle ore 15.30
alle 19.00.
CONTATTI
tel.: 095 2939155 - cell:327 2006726 - fax: 0931 1846038
mail: info@zenmusic.it - Skype: info.zenmusic.it - Msn: zenmusic@hotmail.it
Web site: http://www.zenmusic.it/logozenmusicpiccolo.jpg
ZEN MUSIC CONSIGLI E CERTEZZE SONO IL NOSTRO SCOPO
Carmen Malandrino ed Enri-
co Rau, titolari, propongono un
vasto assortimento di integrato-
ri alimentari, prodotti erboristi-
ci, farmaci omeopatici, prodotti
cosmetici, articoli sanitari, ali-
mentazione, prodotti per l'in-
fanzia e per l'igiene, ma soprat-
tutto tanta qualità e cortesiaqualità e cortesiaqualità e cortesiaqualità e cortesia.
23
1
2 3
4 5
6 7 8 9
10
11 12
13
14 15 16
17
18 19
20
21 22 23
24 25 26
27 28
CRUCISTRUMENTALE di Luigi Fiorentini
ORIZZONTALI VERTICALI
1. Esegue sempre la stessa melodia. 1. Emette solo il La centrale.
7. Il Sassofono più diffuso. 2. Alberi…per i Violini.
10. E’ simile al Clarinetto. 3. Compositore Ortolani (iniz.).
11. Iniz. di Calvino. 4. Le vocali delle pive.
12. Con Tizio e Sempronio. 5. Antico strumento…e vecchia moneta!
13. Alla destra del Do…sul Pianoforte. 6. Strumentino di terracotta.
14. Lo si dice al virtuoso. 7. La “Scala” senza consonanti.
17. Le prime d’Italia. 8. Strumento simbolo del Rinascimento.
18. Strumenti prediletti da Mozart. 9. La città di Alfredo Casella (sigla).
20. Chitarra indiana. 12. Ne ha forma il bocchino del Corno.
22. Andati. 14. Bolero e Macao senza vocali.
23. Il colore degli Ottoni. 15. Lo sono, in realtà, i “piroli”!
24. Fischi prodotti dai Legni. 16. Giusto, violinista pop degli anni ‘80.
27. Vi si mette l’ancia doppia. 18. Lo fu l’”ermo colle” a Leopardi!.
28. Strofina le corde della Viola. 19. Lo formano: Violino, Violoncello e Pianoforte.
21. La notazione per Chitarra (abbr.).
25. Al centro della foce.
26. Jesus Rex.
SVAGO
24
SELEZIONE DAL CATALOGO GENERALE 2011
GARFAGNANA
GAETANO
PIANO CANNE
PASSIONE E ARDORE
TETE’
VENT’ANNI DOPO
NENA
LA BANDA IN PARATA
SECOLO
INNO A SANTA CECILIA
SPIRITOSELLA
MIGUEL
FORZA ALFIO
BARBERA IN GIUBILO
AL BUON VINO
PARATA DEI PUPI
LUNA PARK
VALENCIA
STEFANIA
SUPERGA
EMANUELE
PIETRO
PEPPE
LOREDANA
PIERLUIGI
IL PRESIDENTE
TUFANINA
NEA
SICILIANA
SUITE MEDITERRANEA
PULCINELLA
INTERMEZZO
MEDITERRANEO
ECHI SICILIANI
180mo
VELODROMO
FESTIVAL
L’OPERISTA
IMPRESSIONI MOMENTANE
TANTUM ERGO
PIRANDELLIANA
VENI CREATOR SPIRITUS
ESCAMILLO
IMAGE
PASSIONE
Giancarlo Aleppo
Giancarlo Aleppo
Michele B. Finocchiaro
Gaetano Alicata
Giovanni Barone
Giovanni Barone
Vito Giammarinaro
Vito Giammarinaro
Dario Colombo
Dario Colombo
Francesco Dipietro
Francesco Dipietro
Matteo Finocchiaro
Matteo Finocchiaro
Luigi Fiorentini
Luigi Fiorentini
Sebastiano Grasso
Sebastiano Grasso
Nino Ippolito
Nino Ippolito
Salvatore Mallia
Salvatore Mallia
Michele Pupillo
Mauro Sabatini
Luigi Sabatini
Alessandro Sapienza
Alessandro Sapienza
REPERTORIO MARCIABILE REPERTORIO ORIGINALE
Giancarlo Aleppo
Giancarlo Aleppo
Giancarlo Aleppo
Giancarlo Aleppo
Gaetano Alicata
Gaetano Alicata
Gaetano Alicata
Dario Colombo
Francesco Dipietro
Francesco Dipietro
Francesco Dipietro
Francesco Dipietro
Luigi Fiorentini
Luigi Fiorentini
Luigi Fiorentini
Sebastiano Grasso
Davide Scarcella
D. Vineis - M. Folli
REPERTORIO SINFONICO
REPERTORIO ENSEMBLE
AMORE PER LA MUSICA
BELVEDERE
ISIDE
MEDITERRANEO
FASCINO LATINO
BRONTOLANDO
AMICI DELL’ARTE
FLORIDIA IN FIORE
PATERNO’ IN FESTA
3 FEBBRAIO
MARY
Sebastiano Grasso
Sebastiano Grasso
Giancarlo Aleppo
Giovanni Barone
Giovanni Barone
Nino Ippolito
Nino Ippolito
Matteo Finocchiaro
Matteo Finocchiaro
Alessandro Sapienza
Michele Pupillo
AMALGAMA
VOCUM SUAVITAS
CONCERTINO
WITTY RAG
QUINTETTO
HELIOS
IO SONO LA VIA
ARCHIMISTICI
ADAGIO E SCHERZO
ANDANTE E FUGA
Giancarlo Aleppo
Giancarlo Aleppo
Gaetano Alicata
Concezio Leonzi
Rosario Fronte
Maria Sicari
Matteo Finocchiaro
Francesco Dipietro
Michele Pupillo
Michele Pupillo
REPERTORIO FUNEBRE
REPERTORIO DIDATTICO
I.N.R.I SS. CROCIFISSO SUL CALVARIO
15 APRILE 1912
WOJTYLA
AI CADUTI DEL ‘43
MARCIA FUNEBRE
OMBRA
Giovanni Barone
Giovanni Barone
Gaetano Alicata
Gaetano Alicata
Michele B. Finocchiaro
Michele Pupillo
Sebastiano Grasso
MOMENT’S IMPRESSION’S
TEMPRIS
PREGHIERA PER TROMBA
ARIE
VOCALIZZI DA CONCERTO
TEMINO IN FA E GAVOTTA
TRE PEZZI
3 PICCOLI PEZZI ...
Francesco Dipietro
Francesco Dipietro
Michele Pupillo
Giovanni Venuti
Giovanni Venuti
Fabrizio Puglisi
Fabrizio Puglisi
Antonio Casagrande
COME ABBONARSI: versando euro 22,00 quale quota abbonamento annuale “Il Pegaso”
• online sul sito con carta di credito (procedura automatica e sicura);
• bonifico alle seguenti coordinate Iban: IT65 S030 3284 7400 1000 0001 842
• ricarica postapay: n° 4023 6006 1366 2164 intestata a Gaetano Alicata
• assegno non trasferibile intestato a studiomusicalicata-edizioni musicali
ABBONATI A “IL PEGASO”
permette l’invio gratuito di materiale e gadget della
casa editrice; sconto del 25% su tutti i prodotti
“studiomusicalicata”; pubblicazione di saggi o arti-
coli; pubblicità del proprio complesso strumentale,
del singolo solista o degli interessati in genere.