Post on 20-Aug-2018
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MATILDE: UN FUTURO MEDICO CON LA PASSIONE PER LA
MUSICA, LA LETTERATURA E L’ARTE NOME E COGNOME: MATILDE DANIELIS ANNO DEL DIPLOMA: 2014 PROVENIENZA: SANTA MARIA LA LONGA FACOLTÀ UNIVERSITARIA FREQUENTATA: MEDICINA E CHIRURGIA SEDE DELLA FACOLTÀ UNIVERSITARIA: UDINE
Matilde, parlaci di come sei arrivata al liceo classico. Alla scuola media mi piacevano tutte le materie e avevo una predilezione per la matematica. Ero indecisa tra liceo classico e scientifico, ma ho chiarito i miei dubbi già in seconda media quando allo Stellini si è iscritta mia sorella maggiore: la sua esperienza infatti si stava rivelando positiva. Mi sono poi confrontata con vari studenti ed ex-‐studenti, i quali mi avevano detto che il percorso sarebbe stato difficile, ma che ne sarebbe valsa la pena. E così è stato! Le ragioni che hanno determinato la mia scelta quindi sono varie: in primis, l’ottima base culturale e l’apertura mentale che questo liceo offre, poi il fatto che questa scuola fornisce una preparazione tale da prepararti ad affrontare qualsiasi indirizzo di studio universitario. C’è un episodio o un momento della tua esperienza scolastica al liceo Stellini che ricordi in particolare e che ritieni significativo all’interno del tuo percorso formativo? Degli anni del liceo ricordo molte cose: in primo luogo la classe, poco numerosa, molto unita, solidale, divertente e allo stesso tempo stimolante. Ragazzi che avevano voglia di lavorare, di sapere, di fare. Insomma un ambiente molto positivo che ha svolto un ruolo non indifferente nel mio processo di crescita personale. Non posso poi dimenticare i professori, specie quelli del liceo, molto preparati e disponibili, che ci hanno fatto sudare sui libri e fare le ore piccole. Insomma ci hanno fatto faticare per indurci a ottenere il meglio da noi! Durante la tua esperienza di studente liceale ti dedicavi ad altre attività, coltivavi altre passioni? E’ stato difficile conciliare questi interessi con lo studio? Ho praticato ginnastica artistica fino in terza superiore, poi un anno di danza e un anno di atletica. Sempre fino al terzo anno ho preso lezioni di clarinetto e percussioni e ho suonato nella banda cittadina di Palmanova e in un altro gruppetto composto di giovani. Nel corso di tutti e cinque gli anni del liceo ho preso lezioni private in una scuola d’inglese e ho poi conseguito la certificazione linguistica del livello C1. Frequentavo -‐ e frequento ancora -‐ anche un gruppo di animatori. Insomma ero abbastanza impegnata: forse non avevo neppure un giorno completamente libero. Ero però determinata a portare avanti tutte queste attività, perché non potevo ridurmi certo solo a studiare, anche se non era sempre facile conciliare i vari impegni. Ringrazio i miei genitori che mi hanno permesso di fare tutto questo. Hai incontrato delle difficoltà nel tuo percorso liceale? Quali? Le difficoltà si sono presentate subito in quarta ginnasio con le versioni di greco e latino! Erano proprio incomprensibili! All’inizio non è stato amore a prima vista, ma alla fine ho imparato ad andarci d’accordo! L’importante è cercare di dare sempre il meglio, impegnarsi. Poi i risultati verranno.
Come pensi che abbia influito su di te il fatto di avere frequentato un liceo classico? Confrontandoti con i tuoi compagni di università che hanno una formazione diversa dalla tua, noti delle differenze? Quali? Io ho appena cominciato il percorso di studio di medicina. Sono alle prime armi, ma ho subito notato tante differenze. Molti studenti che hanno frequentato il liceo scientifico o istituti tecnici sono ben preparati in campo scientifico e fanno, a volte, meno difficoltà a studiare e a seguire le materie di base d’inizio corso. Tuttavia non mi pento del percorso fatto: se tornassi indietro tornerei allo Stellini, perché avrò modo di approfondire e studiare tutta la vita materie scientifiche, anche molto affascinanti, ma non avrò più la possibilità di dedicare molto tempo allo studio della letteratura, della filosofia…di quelle discipline insomma che aiutano a riflettere, a porsi domande, a ritrovarsi nei dolori, nelle gioie, negli amori, nelle sofferenze di tanti poeti e letterati. Perché il cuore dell’uomo è sempre lo stesso, così come i drammi che lo affliggono. Secondo me quella umanistica è una formazione imprescindibile, perché ti abitua a sviluppare una maggiore capacità critica e t’induce a riflettere su te stesso: queste dimensioni dell’uomo invece sfuggono a un approccio meramente scientifico. C’è un pregiudizio sulla formazione classica che alla luce della tua esperienza ti sentiresti di sfatare? Tanti dicono che “il greco e il latino sono lingue morte”, che “ non servono a nulla”, che è “tutto tempo perso”, che “al giorno d’oggi bisogna puntare sulle scienze”… Invece il greco e il latino permettono di padroneggiare meglio la lingua italiana, cosa fondamentale nel mondo universitario e lavorativo. Consentono di conoscere le radici della nostra civiltà e non ci possiamo certo permettere di dimenticare da dove veniamo! Permettono inoltre di sviluppare l’abilità mnemonica e quelle di analisi e di sintesi. Abituano a studiare in modo ragionato e quindi preparano agli studi futuri, di qualsiasi tipologia.