Post on 17-Feb-2019
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PER LE IMMAGINI
E GLI ARGOMENTI TRATTATI
SI SCONSIGLIA LA VISIONE
AD UN PUBBLICO FACILMENTE
IMPRESSIONABILE
Per un’etica dell’inclusione I ponti di Madison County
Conversazione di e con Giancarlo Onger Monza, 1 marzo 2013
INCIPIT
da “ITALIA” Rivista di Letteratura di Storia e Filosofia n. 5, Settembre-
Ottobre 1924
Editoriale di Dino Provenzal (Narratore, autore di dizionari,
grammatiche, traduttore, insegnante, preside rimosso in base
alle leggi razziali)
MA COS’E’ QUESTA CRISI?
Padron, se con lamenti e con rammarichi Si rimediasse a le nostre miserie,
Bisognerebbe comperar le lagrime A peso d’or: ma queste tanto possono
Le disgrazie scemar, quanto le prefiche Svegliare i morti con le loro istorie
Ne’ guai non ci vuol pianto ma consiglio.
Giacomo Leopardi
Zibaldone, 5
Un altro punto di vista
Luis Bunuel, Un chien andalou, 1929
Tolleranza
“Non è più questione di essere
tolleranti, poiché la tolleranza è
un’altra faccia della
discriminazione; la sfida si situa a
un livello più alto e attiene alla
creazione di un sentimento di
solidarietà”.
(Zygmunt, Bauman, Conversazioni sull’educazione, Erickson, 2012
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LO SGUARDO STORICO
“… la differenza naturale
degli uomini non spiega affatto la loro disuguaglianza sociale, è la storia che li rende disuguali, non la loro natura”. “Discorso sull'origine e i fondamenti della
disuguaglianza fra gli uomini”
J.J. Rousseau, 1755
“… avendo come fine il
trattamento dei giovani idioti ero incessantemente ricondotto, dalla forza stessa del mio soggetto, ad informarmi dei metodi, a comparare le teorie, a discutere le pratiche dell’insegnamento”.
Edouard Sèguin, “Traitment moral, hygiéne
et education des idiots et des autres enfants arriérés”, del 1846.
Nel 1888 Aristide Gabelli, insigne esponente della pedagogia positivista, scrive nelle Istruzioni per l’applicazione
dei Programmi della Scuola Elementare:
“Quanto all’istruzione
intellettuale, è da avvertire per prima cosa che, se le scuole devono somministrare un certo numero di cognizioni, tuttavia la mira ultima di tutto l’insegnamento non è
riposta tanto nelle cognizioni stesse, quanto nelle abitudini che il pensiero acquista dal modo in cui vengono somministrate”.
“La prima finalità
dell’insegnamento è stata formulata da Montaigne: è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena. Cosa significa “una testa ben piena” è chiaro…
… Una “testa ben fatta” significa che invece di accumulare il sapere è molto più importante disporre:
di un’attitudine generale a porre e a trattare i problemi ;
di principi organizzatori che permettano di collegare i saperi e di dare loro senso”
(Morin, Edgar, La testa ben fatta,
Raffaello Cortina Editore, 2000)
Maria Montessori
“Il fatto che la pedagogia
dovesse unirsi alla medicina nella terapia era la conquista pratica del pensiero dei tempi e su tale indirizzo si diffondeva la Kinesiterapia. Io però, a differenza dei miei colleghi, ebbi l'intuizione che la questione dei deficienti fosse prevalentemente pedagogica, anziché prevalentemente medica; e mentre molti parlavano nei congressi medici del metodo medico – pedagogico per la cura e l'educazione dei fanciulli frenastenici, io ne feci argomento di educazione morale al congresso Pedagogico di Torino, nel 1898; e credo di aver toccato una corda molto vibrante poiché l'idea, passata dai medici ai maestri elementari, si diffuse in un baleno come questione viva, interessante la scuola”.
“La preparazione dei maestri è necessario
che sia contemporanea alla trasformazione
della scuola. Se abbiamo preparato
maestri osservatori e iniziati all’esperienza,
conviene che nella scuola possano
osservare e sperimentare”.
Montessori, Maria, Il metodo della
pedagogia scientifica, 1909
PENSARE
Leon Battista Alberti, architetto, scrittore, umanista del Rinascimento, “La bellezza è armonia, concinnitas, tra tutte le parti riunite in un insieme: se togli o aggiungi un elemento comprometti il tutto”. (da “De pictura” (1435) Testo liberamente adattato)
Un brano musicale è un tutto organico, dove ogni
aspetto si relaziona all’altro. La musica non può essere
smembrata nei suoi elementi costitutivi; non può
esistere melodia senza ritmo, melodia senza armonia ,
armonia senza ritmo e così via …
Nel fare musica, se un elemento si disconnette dagli altri,
automaticamente viene meno l’idea di un tutto. Non appena questo
tutto integrato svanisce, il pezzo non può più essere considerato
musica nel senso più pieno e profondo del termine.
Barenboim, Daniel, La musica è un tutto, Feltrinelli, 2013
Bruner, J. S., Il conoscere, saggi per la mano sinistra,
Armando Editore, 1968
“Questo è stato anche il decennio
nel quale s’è venuto per noi
chiarendo sempre più il ruolo
dell’ambiente, nelle sue diverse
attività e nei suoi complessi
condizionamenti. Abbiamo
compreso quale importanza abbia
l’ambiente per tutelare la
normalità delle funzioni dell’uomo,
e per consentirne il dovuto
sviluppo delle capacità umane. Gli
esperimenti di isolamento hanno
reso evidente come un essere
umano immobilizzato in un
ambiente impoverito dal punto di
vista sensoriale perda ben presto il
controllo delle proprie funzioni
mentali”.
“Il fine più alto è l’estensione delle chances di vita dei
vincenti a tutti gli altri”
(Dahrendorf, Ralf, Libertà attiva, Sei lezioni su un mondo instabile, Editori Laterza, 2005)
“Io penso in realtà che la diseguaglianza sia un elemento della libertà. Una società libera lascia molto spazio alle differenze tra gli uomini, e non solo a quelle di carattere, ma anche a quelle di grado. La diseguaglianza non è più compatibile con la libertà quando i privilegiati possono negare i diritti di partecipazione degli svantaggiati, ovvero quando gli svantaggiati restano nei fatti del tutto esclusi dalla partecipazione al processo sociale, economico e politico”.
Howard Gardner, nel suo “Cinque intelligenze per il futuro”, dice
che:
“gli individui che non hanno capacità di sintesi saranno travolti dalla mole delle informazioni e non sapranno compiere scelte sensate nella sfera privata e professionale;”
“se viene compiuto lo sforzo di creare un lessico adeguato, e se ogni specialista impara quantomeno a prevedere, a partire da un diverso retroterra, i problemi che potrebbero assillare i colleghi, le probabilità che si formi un gruppo di lavoro produttivamente orientato a uno scopo aumentano nettamente…”
“Fiducia e paura nella città” (BAUMAN, Zygmunt , Bruno Mondadori, 2005)
Mixofobia
Gated communities “L’intento di questi spazi preclusi è chiaramente quello di dividere, segregare, escludere, e non quello di creare ponti, comodi transiti e luoghi d’incontro, di facilitare le
comunicazioni e riunire gli abitanti della città”.
Mixofilia
Fusione di orizzonti “La comprensione reciproca si ottiene con una “fusione d’orizzonti”; orizzonti cognitivi, che vengono tracciati e allargati accumulando esperienze di vita. La fusione che una comprensione reciproca richiede non può che essere la conseguenza di un’esperienza condivisa; e non si può certo pensare di condividere un’esperienza senza condividere uno spazio”.
Zygmunt, Bauman, Conversazione sull’educazione, Erickson, 2012
“… non soltanto le unità di un
certo tipo sono in
maggioranza, ma esse sono
come “dovrebbero essere”;
sono “giuste e appropriate”; al
contrario, quelle che difettano
dell’attributo in questione sono
“come non dovrebbero essere”
– “sbagliate e inappropriate…”
“Il passaggio dalla “maggioranza
statistica” (un’enunciazione di
fatto) alla “normalità” (un
giudizio di valutazione), e dalla
“minoranza statistica” alla
“anormalità”, attribuisce una
differenza di qualità alla
differenza nei numeri: essere in
minoranza significa anche essere
inferiori…
+
Intervista a Vanna Iori, a cura di Elisabetta Dodi, Animazione Sociale, n. 268, dicembre 2012
“Siamo al tacito predominio del
già noto, all’esasperazione
della sola dimensione
normativa che, assunta a
principio ispiratore, finisce per
perpetuare se stessa anche
nell’età adulta, come se sempre
si avesse bisogno della
“stampella” normativa”.
“Afferma Hanna Arendt che nell’educazione si decide se noi amiamo i nostri figli “tanto da non strappargli di mano la loro occasione d’intraprendere qualcosa di nuovo, qualcosa d’imprevedibile per noi; e prepararli al compito di rinnovare un mondo che sarà comune a tutti.”
“L’evento imprevisto sovverte il progetto
previsto e la possibilità formativa
dell’evento sfugge al controllo, alla
verifica, alla razionalizzazione e
all’istituzionalizzazione”.
LA SCUOLA INCLUSIVA
INTERCETTAZIONI AMBIENTALI
La classe e gli antibiotici
Dialogo tra un docente e uno
specialista.
Nella mia classe ci sono: 1 ASPERGER
1 DSA
1 ADHD
1FIL
4 STRANIERI di cui 1MAR 1EST 1CIN 1 di COLORE
2 con disagio che glieli raccomando
E poi ci sono gli altri 14 tra cui si celano
i demotivati.
Gravi e biondi
Mario: “Bisognerebbe non permettere
la frequenza scolastica ai bambini
gravi nelle scuole normali”.
Giuseppa: “I bambini gravi e i
bambini biondi”.
Mario: ”Perché i bambini biondi?
Giuseppa: ”Perché i bambini gravi?”
Questione di classe
LA CLASSE COME SFONDO Il programma come strumento e non come fine.
Non ci sono categorie di alunni, ma la classe come comunità educante: didattica collaborativa.
Riconoscimento del diritto alla diversità.
Sublimazione dei concetti di personalizzazione, di individualizzazione, di eccellenza, di potenzialità.
Riconoscimento all’alunno dello status di attore nel processo educativo.
Dalla relazione finale della commissione senatoriale “Falcucci”, 1975
Condizione essenziale è che tutti gli operatori, docenti e specialisti, lavorino in équipe per l’attuazione dei finì indicati, e per tutti gli interventi ritenuti necessari onde evitare che il loro apporto si vanifichi in generiche ed unilaterali iniziative.
Quanto alle figure degli specialisti, si ritiene di dover fare riferimento agli assistenti sociali; psicologo, pedagogista specializzato; tecnici riabilitativi e specialisti clinici adatti a seguire le dinamiche dei singoli gruppi.
QUADRO SISTEMICO
NUOVE INDICAZIONI MIUR PER INFANZIA E PRIMO CICLO
(DM 254, 26.11.2012)
“La piena attuazione del riconoscimento e della garanzia della libertà e dell'uguaglianza (articoli 2 e 3 della Costituzione), nel rispetto delle differenze di tutti e dell'identità di ciascuno, richiede oggi, in modo ancor più attento e mirato, l'impegno dei docenti e di tutti gli operatori della scuola, con particolare attenzione alle disabilità e ad ogni fragilità, ma richiede altresì la collaborazione delle formazioni sociali, in una nuova dimensione di integrazione fra scuola e territorio, per far sì che ognuno possa "svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società" (articolo 4 della Costituzione)” …
+
“L’educazione inclusiva mira a garantire la partecipazione di tutti gli alunni nel processo di apprendimento in quanto persone e non perché
appartenenti a una “speciale” categoria”. (R. Medeghini, W. Fornasa, M. Maviglia, G. Onger)
+ ECOSISTEMA EDUCATIVO
Ecologia dello sviluppo umano: rapporto dinamico tra uomo e ambiente nello sviluppo. (Bronfenbrenner) Ambiente ecologico: strutture INCLUSE l’una nell’altra; le relazioni tra le strutture sono importanti quanto le strutture stesse.
ECOSISTEMA Unità ecologica fondamentale
formata da una comunità di
organismi viventi in una
determinata area e dal suo
specifico ambiente fisico, con
il quale gli organismi sono
legati da complesse
interazioni e scambi di
energia e di materia.
ALUNNO
PERSONA
FAMIGLIA
TERRITORIO
ASL/AO
SCUOLA
ENTE LOCALE
L’arte del mescolare
L’arte del mescolare:
ICF E DSA DS APPRENDIMENTO
DS EMOZIONI
DS INSEGNAMENTO
DS ORGANIZZAZIONE
DS UMORE
Un contributo dal sociale:
senza reti nessuno si salva. 1. Le reti forniscono identità e
aiuto materiale. 2. Mettere la lente sulle reti di
cui le persone dispongono è cogliere un aspetto cruciale del vivere contemporaneo.
3. Si è buone madri perché si ha una rete intorno (rete di prossimità).
4. Nelle reti troviamo la possibilità di essere riconosciuti dagli altri.
5. Chi ha meno reti sono i gruppi sociali più deboli.
Intervista a Paola Di Nicola, sociologa, docente Università di Verona Da: ANIMAZIONE SOCIALE, N. 262, aprile 2012
+
Ogni conoscenza reciproca deve sviluppare non un adattamento unilaterale, ma vicendevole.
Questa reciprocità può consentire
un’evoluzione più armonica del vivere insieme.
L’ educatore, senza imporre la propria mentalità, dovrebbe riuscire a realizzare una comunicazione autorevole, in cui a ciascun partecipante sia data la possibilità di “mettere in comune”.
Per fare ciò bisogna riconoscere
all’altro lo stesso valore e la stessa dignità che si riconosce a se stessi.
(Da: Paolo Perticari, La scuola che non c’è, Armando Editore, 2008)
L’alunno non è una persona passiva , ma un protagonista della propria crescita
“Altra cosa sarebbe pensare plurale”
Andrea Canevaro, Animazione Sociale, giugno/luglio 2012
Vi è una grave carenza di competenza per un agire cooperativo, al di là della disponibilità soggettiva.
Non esiste un punto di vista che comprenda in sé tutte le prospettive. Piuttosto esistono versioni multiple che a volte possono convivere in relativa armonia fino a produrre insieme pensieri complessi, plurali al loro interno, che aiutano a comprendere meglio la situazione, altre volte sono inconciliabili l’una con l’altra, come quando ogni operatore continua a descrivere la realtà unicamente dentro il suo linguaggio.
Un servizio deve contaminarsi e darsene ragione in quanto la contaminazione è propria dei sistemi complessi che cercano vie di uscita dai problemi.
È lo specialismo una vera e propria malattia endemica. Proponiamo la competenza solidale.
(Morin, Edgar, La testa ben fatta, Raffaello Cortina Editore, 2000)
“Gli sviluppi disciplinari delle scienze non hanno portato solo i vantaggi della divisione del lavoro, hanno portato anche gli inconvenienti della super specializzazione, della compartimentazione e del frazionamento del sapere. Non hanno prodotto solo conoscenza e delucidazione, ma anche ignoranza e cecità.
Invece di opporre correttivi a questi sviluppi, il nostro sistema d’insegnamento obbedisce loro. Ci insegna, a partire dalle scuole elementari, a isolare gli oggetti (dal loro ambiente), a separare le discipline (piuttosto che a riconoscere le loro solidarietà), a disgiungere i problemi, piuttosto che a collegare e integrare.”
(e a volte anche a separare gli alunni, ndo)
Interdipendenza positiva attraverso le
competenze solidali
ICF - APPROCCIO OLISTICO Ci obbliga a scandagliare tutti gli aspetti della persona. Una
visione a trecentosessanta gradi, bio – psico - sociale, ci
restituisce la dinamicità della crescita che non è ferma,
imbalsamata nelle definizioni delle diagnosi. Una crescita
destinata ad incontrare barriere, ma anche facilitatori
a seconda dell’ambiente che circonda la persona.
DEDICATO A QUEGLI INSEGNANTI CHE PER
INTERVENIRE NON ASPETTANO UN CERTIFICATO
Basta Essere Studenti
Bisogna Essere Speciali
NON
I CAPISALDI
LA FORMAZIONE
COME SI PUO’ PENSARE DI FAVORIRE IL
CAMBIAMENTO SENZA LA
FORMAZIONE INCENTIVATA E
OBBLIGATORIA PER TUTTI I DOCENTI?
LA VALUTAZIONE
QUELLA STRUTTURALE
RIGUARDA SOLO GLI ALUNNI
L’AUTONOMIA SCOLASTICA
L’INCOMPIUTA
EDUCAZIONE/FORMAZIONE
PERMANENTE
“La convinzione che l’adulto
educato non abbia più bisogno
di leggere la si ritrova
chiaramente nella cosiddetta
“teoria del cammello”
seconda la quale, prima di
incominciare il viaggio della
vita (o dell’insegnamento, np),
riceviamo tutto il nutrimento
mentale (o professionale, np)
di cui abbiamo bisogno per
attraversare l’intero
percorso”. Mauro Guerrini (a cura di),Leggere Ranganathan, AIB
Oltre l’eccezionale La scuola non deve vivere la progettualità di percorsi innovativi come un’azione esterna al curricolo. Personalmente credo che il curricolo deve avere la caratteristica dell’innovazione. Progetti eccezionali, ma esterni al curricolo, sono destinati a vivere nella nicchia delle buone prassi come icone da adorare, ma impossibili da essere di stimolo alla quotidianità del lavoro, in classe con tutti gli alunni, perché irraggiungibili.
Testimoniare documentare
Le testimonianze individuali sono
molto importanti, ma per essere
efficaci devono diventare rete,
lasciare tracce attraverso la
documentazione. Lo scopo non è la
trasferibilità delle esperienze, a cui
personalmente non credo, ma il
trasferimento delle emozioni, della
passione, di alcune idee che ci
aiuteranno a progettare il nostro
percorso. Nello stesso tempo lo
scambio, il confronto ci faranno
sentire parte di un progetto più
grande: organizzare la scuola di tutti
attraverso l’assunzione di
responsabilità da parte di tutti gli
attori.
QUADIS è una proposta work in progress (lavori in corso)
è fortemente orientata al
cambiamento in quanto la
struttura del report permette
di individuare con chiarezza i
punti di forza e gli elementi
critici;
un'indagine a 360 gradi, che
prende in esame il
funzionamento complessivo
della scuola, articolato in tre
ambiti (ORGANIZZATIVO,
DIDATTICO E CULTURALE
PROFESSIONALE), con
attenzione quindi sia al
curricolo esplicito che a quello
implicito;
è trasparente, in quanto la scuola controlla tutto il processo: può, prima di iniziare, prendere visione dell'impianto elaborato dal Gruppo Regionale di Ricerca per verificare la condivisibilità di fattori di qualità e indicatori; può eventualmente segnalare osservazioni, modifiche, proposte per migliorare lo strumento…
http://www.quadis.it/jm/
“Perché se il conoscere è
necessario alla praxis, altrettanto la praxis è necessaria al conoscere, che senz’essa non sorgerebbe. Circolarità spirituale, che rende vana la domanda del primo assoluto e del secondo dipendente col far del primo perpetuamente un secondo, e del secondo un primo.”
Croce, Benedetto, La storia come pensiero e
come azione”, Bibliopolis
APPENDICE
Per saperne di più: http://www.disabilitaintellettive.it/images/stories/convegni/Surplus/surplusnov2010.pdf
LA RICERCA Vianello e Lanfranchi (2009) hanno fornito prove empiriche sul fatto che le persone con ritardo mentale possono avere un rendimento sia nelle aree sociali e scolastiche ben al di sopra delle aspettative derivanti dalle valutazioni sull’intelligenza. Suggeriscono che questi importanti miglioramenti possono essere dovuti, almeno in parte, alla educazione ‘inclusiva’ arricchente ricevuta nelle scuole italiane dagli studenti con ritardo mentale.
evolutiva in setting di inserimento confrontabili negli Stati Uniti e in altri Paesi. ... Concludiamo ribadendo che i collocamenti ‘inclusivi’ sembra abbiano contribuito molto per migliorare il funzionamento delle persone con ritardo mentale, ma sono necessari strutture e sostegni aggiuntivi al fine di massimizzare il loro potenziale.” inseriti nelle classi ‘inclusive’ hanno evidenziato nel rendimento scolastico prestazioni superiori a quelle degli studenti di confronto nei setting tradizionali.”
Per saperne di più: http://www.disabilitaintellettive.it/images/stories/convegni/Surplus/surplusnov2010.pdf
• Eppure, per ogni studente che rimane segregato
nelle classi normali.
•
, l’organizzazione e le pratiche degli adulti responsabili di provvedere all’educazione (Giangreco, Carter, Doyle, & Suter).”
Voci Nuove - Accogliere la Diversità a Scuola Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione degli Alunni Disabili Dichiarazione di Lisbona, 15-17 settembre 2007
I Giovani hanno espresso le loro opinioni sull’ di scelta sulla propria istruzione.
L’ la migliore soluzione se le condizioni garantiscono i nostri diritti. Ciò significa assicurare la presenza del sostegno necessario, delle risorse e di insegnanti
. Hanno bisogno di una buona formazione, di chiederci di cosa abbiamo bisogno e di un buon coordinamento durante tutti gli anni scolastici.
Ci sono molti aspetti benefici nell’integrazione scolastica: acquistiamo maggiori competenze sociali, viviamo esperienze più ampie; impariamo come affrontare il mondo reale: sentiamo di avere e di interagire con amici con e senza disabilità.
L’ la migliore preparazione all’istruzione universitaria. I centri specialistici dovrebbero dare un maggior supporto e informare propriamente le Università sull’aiuto che richiediamo.
L’ un mutuo beneficio per tutti.
I Giovani hanno CONCLUSO: Siamo gli unici a costruire il nostro futuro. Dobbiamo rimuovere le barriere dentro di noi e
e il mondo ci accetterà nel miglior modo possibile.