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Lo Sguardo Creativo - la ricerca Tra Teatro e vita. Se l’arte è autentica, la vita è autenticamente vissuta
Oggi può accadere, è ac-caduto, che l’obiettivo fotografico di telefoni cel-lulari fissi l’immagine di un corpo di donna trafitto dalle sbarre appuntite di un cancello; fascino dell’orrore, dimenticanza della pietà. Oggi può acca-dere, è accaduto, che si faccia violenza, che si con-
sumino azioni volgari per mutare l’attimo reale in immagine virtuale. Oggi l’essere umano è un cyborg i cui occhi regi-strano, muti ed affamati, il mondo circostante. Oggi vediamo e repli-chiamo senza Sguardo, senza Coscienza di esse-re schiavi dell’irreale.
Una scena del video-concept Animah. Regia Gennaro Duccilli, Aiuto regia e montaggio Antonio Maria Duccilli, riprese video Ulderico Agostinelli - Cico movie production. Visibile sul sito www.teatroluceombra.com
Animah, la
Maschera
alchemica Il Video-concept dello
spettacolo
Periodico gratuito Numero 1
Estratto dal testo in preparazione CESARE BORGIA Il Principe in maschera nera
di Gennaro Duccilli
Cesare (tra sé. Luce solo su di lui) Un fratello. Ma che cosa è mai un fratello? Un sordido impasto traditore fatto di san-gue e d’anni burlati via insie-me ma conficcati nel cuore come parassiti insaziabili. Un continuo e scellerato dividere speranze e timori negli occhi malevoli di un dannatissimo padre. Un fratello. E non avere più un fratello? Solo il vago ricordo di un impasto traditore fatto di sangue, solo il ricordo di anni burlati, bucati, buttati via insieme … ma uno scellera-to e presente “non dividere più nulla”. Un fratello? Forse. Chissà.
L’uccisione di Giovanni De Borja, fratello di Cesare, rimane uno dei delitti più famosi della storia rinascimentale, segnando l’inizio della leggenda nera dei Borgia. L’efferatezza, l’incertezza sul reale colpevole e le conseguenze a cui portò, hanno reso questo delitto un nodo inestricabile nella storia ed un argomento di rara intensità poetica.
Febbraio 2009
Cronache del DisUmano Noi, il Mondo e l’Immagine di Noi Elèmia
L’immaginazione, l’insostituibile e irriproducibile evento di uno sguardo individuale creativo e interpretativo è, nel mondo moderno, libera da schemi pre-costituiti e da inibizioni. L’immagine può non avere un oltre o un dopo ed essere amo-re per la creazione in se stessa, auto esaltazione del proprio mondo interiore. La Bellezza è il mezzo e il fine dell’atto creativo che non ha freni e governa con il proprio sguardo l’apparizione dell’essere-altro inglobandolo in sé. L’immaginazione era in pas-sato il male che incatenava
l’anima dei saggi alla materia, il demone che allontanava il santo dal suo Dio,era limite del lin-guaggio del popolo, dell’ignoranza. I fantasmi della mente hanno sempre inquietato perché sanno attrarre come canto di sirene in un delirio di onnipotenza scatenando le for-ze dello spirito contro ogni limi-te imposto. L’immaginazione svela nuovi mondi o nuove in-terpretazioni ma anche vela il substrato materiale con i suoi propri colori, vela la ragione con l’eccitazione dei sensi. Alzare il velo, spegnere lo sguardo crea-
tivo non fa che mostrare l’essere nella sua schietta attua-lità piatta ed evidente. Cosa accade, invece, se lo Sguardo si impone al suo massimo grado, fino al paradosso? Allora forse l’immaginazione risponderà alle domande della ragione. Oppure le forze scatenate trascineranno la mente nel caos e la volontà nel vortice dell’incoerenza. La ricerca del Teatro della Luce e dell’Ombra riguarda l’andare oltre in arte, solo in arte, ritro-vando l’autenticità del proprio essere nella vita.
Siddal
Dell’impossibile
Dell’impossibile sbianca
fuor di misura
il Riverbero, luce in eccesso.
Dell’impossibile arrossa
Nella violazione
La cute, stoccata in faccia.
Dell’impossibile permea
Smerlata in gocce
L’acqua nelle rovine.
Dell’impossibile uomo
Afferra tempora
E sbaraglia ostacoli,
è idea.
—————————————--
Filamenti conciati
Filamenti conciati
nell'impasto di un chiarore.
Stalattiti, come saliva,
si alternano volubili e sonore.
Ritmo, essenza
vertiginosa discesa
nella gola.
Al centro del petto
nell'occhio di luce
stretto nel pugno
dell'inavvertibile
percorro lanci
nel vuoto.
Nel vuoto
perdo
le tracce
di senso
soggiogato
dalla pienezza
dello spazio.
PAGINA 2 IN LUCE PERIODICO GRATUITO NUMERO 1
RiSpecchi
Rubrica di Poesia ……
Poesie di Antonio Maria
Duccilli
Oggetti scenici in simbiosi con il
personaggio La testimonianza di Eleonora Cardei nel ruolo di
Elizabeth Proctor
Nel 2006 la Compagnia Teatro della
Luce e dell’Ombra ha portato in sce-
na a Velletri lo spettacolo “Salem:
1692-La Seduzione del Male”, tratto
da “The Crucible” di Arthur Miller,
per la regia di Gennaro Duccilli. La
trama dell’opera teatrale narra la
tragedia accaduta a Salem, nel Mas-
sachusetts, durante l’ultimo decen-
nio del XVII secolo, in seguito a del-
le accuse di stregoneria mosse da
alcune ragazze nei confronti di deci-
ne di persone, tra uomini e donne; le
fanciulle dichiararono di essere vit-
time di malefici provocati da gente
del villaggio. Fu istituito un tribuna-
le che mandò a morte quasi tutte le
persone processate. Nello spettacolo
teatrale la scelta registica ha messo
in luce la profonda crisi di un villag-
gio che, nato dall’emigrazione di
puritani inglesi, sentiva il bisogno di
riconquistare il presente ai danni di
un passato che schiacciava le nuove
generazioni. Le fanciulle sedotte dal
male, sul nostro palcoscenico, balla-
vano in circolo una danza di vita,
chiedevano la gioia della libertà.
Una schiava indigena, in una notte
di luna piena, trae a sé l’astro not-
turno ed invoca le forze
sotterranee della liber-
tà. Abigail Williams ,
una delle ragazze istiga-
trici delle accuse di stre-
goneria, trova ed indos-
sa dei pattini a rotelle
(“i polpacci finti” del
Diavolo per citare Goe-
the) che la travolgono in
un vortice di esaltazione
e crudeltà. Elizabeth
Proctor, moglie
dell’uomo amato da Abi-
gail e vittima della rabbia incontrol-
lata della fanciulla, vive il presente
malato della comunità su una sedia
a rotelle. La vita della donna si muo-
ve lentamente tra la difficoltà di
comunicazione con il marito e il ri-
spetto della tradizione della sua
gente. Vorrebbe piangere ed urlare o
essere bella e veloce come la sua
rivale ma c’è qualcosa in lei che le
chiede di lottare nella posizione più
difficile, deve aspettare; deve tener
al sicuro dentro di sé tutti quei valo-
ri sacri e sinceri senza i quali non
potrebbe esistere dignità alcuna né
compassione per nessuno. Il suo
cuore è chiuso tra la ruggine del
passato ed il motore troppo veloce
del futuro. La sedia a rotelle, concre-
zione dell’incapacità morale della
donna nel contrastare attivamente
la minaccia che la incalza, è anche
culla dentro cui si conserva la solen-
nità delle leggi dei padri pellegrini,
fondatori di quella comunità; il pas-
sato è stato rappresentato nei movi-
menti lenti ma solidi e rassicuranti
del bastone di Rebecca Nurse, anzia-
na donna vittima anch’essa di accu-
se di stregoneria. Così l’oggetto
diventa carne del personaggio,
non è, non è stato in quel mo-
mento sulla scena , stolida pre-
senza univoca ma attiva richie-
sta di un senso, di un ritmo di
vita e di respiro. La Scena può
dirsi tale solo quando la rappre-
sentazione è totale, quando mu-
sica, immagini, oggetti ed inter-
pretazioni si identificano o lot-
tano tra loro dando vita a qual-
cosa di autentico. John, il marito
di Elizabeth, e Rebecca decidono di
non confessare atti di stregoneria
mai commessi e, dunque,di morire
pur di salvare la
propria coscienza da
chi voleva violentar-
la. Mentre hanno
già il cappio al collo,
recitano un Padre
Nostro che potrà
concludere solo Eli-
sabeth, alzandosi
dalla sedia a rotelle,
in tutta la sua di-
gnità sofferente,con
una nuova vita in
grembo. Abigail ed
Elizabeth sono entrate in contatto in
un unico momento, indirettamente,
grazie ad una bambola voodoo che la
fanciulla fa regalare alla donna per
poterla accusare. Tra pattini che
rivoluzionavano lo spazio circostan-
te, la sedia a rotelle che teneva fede
alla speranza di una vera libertà,un
bastone che seminava con i suoi pas-
si cadenzati la forza di un’Idea ed
una bambola di pezza trafitta da
uno spillo, la tragedia di Salem con-
serva tutto l’orrore ed il fascino della
crudeltà che nasce dalla necessità
vivificatrice dello spirito umano.
PAGINA 3 IN LUCE PERIODICO GRATUITO NUMERO 1
Sapete che cos’è un imperatore?
Gennaro Duccilli nel ruolo di Caligola. Foto di Antonio Maria Duccilli Caligola, o dell’Impossibile – Spagna, Aprile 2009
in LUCE Redazione
Eleonora Cardei
Antonio Maria Duccilli
Per informazioni
www.teatroluceombra.com E-mail: inluce@teatroluceombra.com Telefono: 320 5741639
La Compagnia teatrale “Teatro della Luce e
dell’Ombra” è lieta di presentare il promo dello
spettacolo “Animah” di Gennaro Duccilli sot-
to forma di video-concept. Abbiamo scelto di
affidarci non solo a riprese video di uno spetta-
colo teatrale ma di ricreare, cinematografica-
mente, un’idea(concept) di messa in scena,un
progetto che fornisca la possibilità,attraverso
una metafora comunicativa,di conoscere
l’identità stessa della compagnia,la sua poetica
che presuppone una simbiosi tra rappresentato
e mezzo di rappresentazione, cosicché ogni
luce, ogni colore, ogni suono siano parte viva
di un Tutto. Le scene si intrecciano prediligen-
do l’intuizione al senso; il brillante e il tragico si
inseguono alla ricerca di un vuoto di parola,
tentano lo svelamento della maschera alchemi-
ca che percorre eternamente la sua strada verso
la luce dell’oro.
Scene del video-concept Animah. Regia Gennaro Duccilli, Aiuto regia e montaggio Antonio Maria Duccilli, riprese vi-deo Ulderico Agostinelli-Cico movie production. Visibile sul sito www.teatroluceombra.com