Portfolio Marina Mondini

Post on 23-Oct-2015

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Portfolio progetti (ridotto)

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P O R T F O L I O m o n d i n i m a r i n a

“I want to be a non conformist one. Just like everybody else.”

rural

A piedi scalzi in limonaiaUna Vetrina per paesaggio e prodotto

urban

Expo 2015Teatro per la citta’ di Intra

exhibition

Back to the future

Progetti

Rural

Costruire è un gesto spontaneo non solo per l’uomo ma per molte specie animali, pensiamo alle api o agli uccelli, deriva dalla necessità di avere un riparo e non presuppone il possesso di un bagaglio culturale. Rurale non vuol dire selvaggio ma descrive un paesaggio modificato dall’uomo secondo le regole dettate dalla sua natura, con le forme e i materiali che ci vengono suggeriti dal luogo stesso.L’architettura spontanea non vuole conquistare la natura, sfidare utopie o celebrare le abilità dell’uomo ma accetta la sfida di abitare un luogo in armonia con il suo clima o le sue caratteristiche topografiche. Affronta cioè i problemi pratici del costruire e non è per questo priva di esempi affascinanti.

A piedi scalzi in limonaia/Tesi di laurea specialistica

Reamòl Sopra

Reamòl Sotto

Sopino

Nua

GarberaComune di Limone

LAGO DI GARDA

La mia tesi di laurea affronta il tema della residenza con il desiderio di riportare la quotidianità in un luogo, che si nutre di memorie. La limonaia di Reamòl si trova incastonata sulla sponda bresciana del Lago di Garda, al confine tra Limone e Riva del Garda. Ho immaginato dieci alloggi, la cui dimensione è dettata dal modulo generato dalla maglia dei pilastri presenti. Il progetto si sviluppa attorno ad un asse collocato nel terrazzamento centrale da questo hanno origine dei “rami” di alloggi che salgono verso le cole superiori. Alcune abitazioni sono disposte su due terrazzamenti, in modo da godere di una zona con affaccio sul lago e di una, ribassata rispetto al livello originario del terreno, protetta dai due

muri di terrazzamento.

Planimetria generale

Vivere in una limonaia significa dimenticare le regole sociali cui siamo abituati, per questo ho studiato le piante di tre abitazioni che oltre alla residenza ospitano: un laboratorio, una casa studio e degli alloggi temporanei.

Una vetrina per paesaggio e prodotto/Laboratorio di progettazione architettonica

Ripensare in un solo gesto l’immagine di un territorio e dei suoi prodotti: è il fine ultimo di questo progetto sulle montagne di Donnas in Valle d’Aosta, che prevede la realizzazione di un laboratorio di studio per il packaging del vino locale e una zona espositiva che sia al contempo una vetrina per il paesaggio e per il prodotto. Sui fianchi delle montagne si succedono terrazzamenti coltivati a vite le cui piante sono assicurate a una struttura a pergola, qui si inserisce il progetto, adattandosi a salti di quota e dimensioni irregolari per non dover spostare nemmeno una piantina, nemmeno una pergola. Questo risulta essere un ampliamento del paesaggio che si dissolve quietamente nella natura.

La porzione di edificio che ospita la galleria espositiva è parzialmente interrata, mentre il laboratorio e la sala studio si affacciano sulla valle. Questi sono collocati nei quattro corpi aggettanti sulla facciata principale, dei veri e propri cannochiali che incorniciano diverse porzioni di paesaggio.

Schizzi e sezione trasversale

Exhibition

back to the future

tra natura e architettura immaginare il futuro

progetto e realizzazione a cura di:

Elena Scaratti

Roberta Abeni | Marina Mondini

con il contributo di:

Irene Seravalle | Paolo Vavassori

Maria Chiara Belotti

Angelo Scaratti | Enrico Scaratti | Francesca Seghezzi

www.archinnova.it

archinnovaassociazione culturale

SPAZIO ZEROcontenitore sostenibile

www.spaziozero.org

Back to the future/con gli arch. Elena Scaratti e Roberta Abeni

Il nostro lavoro inizia dalla presa di coscienza che la natura e l’uomo sottendono alle stesse regole, le unità si aggregano formando strutture più complesse all’interno delle quali le azioni dei singoli hanno ricadute su tutto il sistema. In definitiva il singolo esiste in quanto inserito in una rete che di volta in volta possiamo rintracciare nelle modalità di aggregazione delle cellule o nei tessuti urbani progettati dall’uomo. L’unico modo per mantenere l’equilibrio in un sistema basato sulle relazioni tra singoli è quello di agire insieme, cooperare, per spezzare il meccanismo del consumo e in particolare del consumo del territorio. L’architettura deve ricordare queste leggi, a cui abbiamo creduto di poterci sottrarre, e percorrere la strada della sostenibilità e della partecipazione.

Dal micro al macro tutto si somiglia. Il tessuto rurale mostra uninsieme naturale antropoformizzato: piccoli nuclei collegati da reti elettriche e stradali, la stessa cosa succede a livello biologico con i neuroni o i batteri. Ci siamo servite di alcuni progetti che esemplificassero la nostra idea di cooperazione:Progetto EVA, Pescomaggiore (AQ) ecovillaggio autocostruito; Padiglione temporaneo Evolver, Zermatt (CH)

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