Post on 23-Jan-2021
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Storia dell’alimentazione
Il bisogno di procurarsi il cibo ha prodotto mutamenti
fondamentali nella storia dell’uomo:
- migrazioni
- cambiamenti delle abitudini alimentari
- epidemie, guerre e rivoluzioni, ecc.
L’alimentazione nel corso della storia è un vero e
proprio fatto culturale.
N.B. Quello che oggi mangiamo e come lo prepariamo è il risultato di un lungo
processo evolutivo culturale e sociale.
Introduzione
L’Australopithecus (6-2,5 milioni di anni fa) si alimenta di bacche, foglie, radici e
resti di carcasse di animali morti o cacciati da predatori.
La posizione eretta (Homo erectus ~1,5 milioni di anni fa) favorisce lo sviluppo
delle tecniche di caccia. Il controllo e utilizzo del fuoco (400.000 anni fa)
migliorano l’alimentazione.
Nel Paleolitico la dieta è onnivora e frugale l’uomo è cacciatore e
raccoglitore di tuberi, frutti, ecc. Nel Mesolitico la caccia è ancora la fonte
predominante di cibo, ma la dieta è integrata con latte e prodotti della pesca.
La raccolta del cibo e il bipedismo
Nel Neolitico (~5.000 a.C.) inizia la domesticazione di specie:
- animali allevamento di maiale, capra, pecora e bovini
- vegetali prime forme di orzo e grano domestico, di lenticchie e piselli
Nascono le prime tecnologie alimentari:
- produzione del pane
- produzione delle bevande fermentate (vino e birra)
Inizia l’industria della ceramica:
- recipienti di terracotta per la cottura degli alimenti
- comparsa del cucchiaio, e poi del bicchiere
N.B. L’uomo si trasforma in produttore di cibo.
Dalla caccia all’agricoltura
Gli antichi popoli mediterranei si nutrivano a base di cereali (orzo, frumento,
miglio) e altri alimenti di origine vegetale.
C’era una discriminante socioeconomica la dieta dei
più agiati era più ricca di alimenti di origine animale.
Nella penisola italica, oltre all’orzo, erano presenti
il Triticum dicoccum (far) e il Triticum spelta (puls).
Lo stile di vita sobrio era sostenuto, nell’antica Roma,
da personaggi illustri come l’imperatore Augusto
e il filosofo Seneca.
Prototipo di dieta mediterranea
Nel Medioevo (dal 476 al 1492 d.C.) carestie e pestilenze si alternano a periodi
di relativa disponibilità alimentare.
La dieta della maggior parte della popolazione era molto frugale (ai limiti della
sussistenza), basata su:
- cereali pane, farinate e polente
- legumi minestre o farine
I più abbienti arricchivano la dieta con carne nella società europea la carne
diventa il valore alimentare per eccellenza.
Il consumo di carne era proibito ai cristiani per un buon terzo dell’anno
il pesce diventa il simbolo di dieta monastica e quaresimale.
Alimentazione nel Medioevo
Nel 1492, la scoperta dell’America rivoluziona le abitudini alimentari europee.
Alimenti che dal Nuovo Mondo raggiungono il Vecchio Mondo tacchino, mais,
patata, patata americana, fagioli, zucche, pomodori, peperoni.
Alimenti che dal Vecchio Mondo raggiungono il Nuovo Mondo frumento, riso,
agrumi, caffè, canna da zucchero.
All’inizio i nuovi alimenti contribuiscono ad alleviare le restrizioni e le sofferenze
alimentari del Medioevo europeo. Più tardi, l’introduzione di colture più redditizie
porta a diete monofagiche con tragiche conseguenze per le popolazioni più
povere:
- in Irlanda la ruggine della patata conduce alla grande carestia (1845-1848)
- in Italia gravi epidemie di pellagra (s. XVII-XIX)
L’alimentazione postcolombiana
Nel corso dell’Ottocento i Paesi europei conoscono una vera e propria
rivoluzione in campo alimentare grazie ai progressi nella conservazione dei cibi
e all’introduzione delle tecniche di inscatolamento.
Le tecniche di conservazione dei cibi mediante l’uso del calore sono stimolate
da esigenze di sussistenza militare:
- 1800, Francia N. Appert conservazione di cibi sterilizzati in scatola
- 1810, Inghilterra P. Durand contenitori di stagno per i cibi in scatola
- 1820, Inghilterra B. Donkin vende i primi cibi in scatola all’Esercito
e alla Marina britannica
- 1865, Francia L. Pasteur sviluppa la tecnica (conosciuta oggi come
pastorizzazione) per conservare i cibi
La rivoluzione delle industrie alimentari
I fase (prima metà del s. XX) i progressi tecnici e dei trasporti favoriscono:
- importazione di grano in Europa (da USA e Russia)
- disponibilità di piante olearie tropicali
- disponibilità di frutta e verdura fuori stagione
- nuove modalità di preparazione e conservazione degli alimenti
- grande sviluppo dell’allevamento bovino
II fase (dopo la II guerra mondiale fino ad oggi) si verifica il fenomeno della
globalizzazione delle abitudini alimentari, dovuto a:
- miglioramento delle condizioni economiche della popolazione
- sviluppo dei mezzi di comunicazione
- produzione di “nuovi prodotti” es. omogeneizzati, surgelati, snack, ecc.
La nascita di un’economia alimentare mondiale
Oggi l’idea del cibo è associata al piacere del palato.
Si assiste al preoccupante fenomeno di obesizzazione mondiale "globesità" .
N.B. Il modello socioeconomico occidentale ha determinato eccessi dannosi per la
salute e per l’ambiente.
La nascita di un’economia alimentare mondiale