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MAGGIO 2010 | N . 38
Preservare la biodiversità dell’Europa
Rivista a cura della Direzione Generale Ambiente
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L’EUROPA AMBIENTALE ON-LINEDesiderate sapere cosa fa l’Unione europea per tutelare l’ambiente, cosa si intende per prodotto della politica integrata e come avere i requisiti per ottenere il marchio comunitario di qualità ecologica Ecolabel? Per saperne di più, consultate il sito web della DG Ambiente:http://ec.europa.eu/environment/index_it.htm
AVVISO LEGALENé la Commissione europea, né le persone che agiscono in suo nome sono responsabili per l’uso che può essere fatto delle informazioni contenute nella presente pubblicazione e per gli eventuali errori che sussistessero nonostante l’impegno dedicato alla stesura e alla verifica della pubblicazione.
Stampato su carta riciclata che ha ricevuto il marchio comunitario di qualità ecologica Ecolabel per la carta grafica (ec.europa.eu/environment/ecolabel)
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2010ISSN 1563-4191© Unione europea, 2010© Illustrazioni: Laurent DurieuxRiproduzione autorizzata con citazione della fonte.Si proibisce la riproduzione delle immagini.Printed in Belgium
Indice03 Verso una nuova strategia per la tutela
della biodiversità in Europa
06 Rivalutiamo il nostro suolo
07 Preparare le foreste dell’UE al cambiamento climatico
08 Slovenia: la salvaguardia a lungo termine del re di quaglie
09 La Settimana verde: la biodiversità sotto i riflettori
10 Le priorità stabilite dal nuovo Commissario per l’Ambiente
12 Il primo Commissario UE responsabile dell’Azione per il clima
13 Ispirarsi ai progressi dell’Accordo di Copenaghen
14 Il principio del ciclo di vita per scelte ambientali migliori
15 Nuove pubblicazioni / Agenda
16 Elenco delle aziende finaliste ai premi europei per l’ambiente 2010
Ogni cinque anni, una nuova Commissione europea dà un
nuovo volto all’UE apportando modifiche a livello organizza-
tivo. La Direzione Generale (DG) Ambiente, ha visto l’arrivo di
un nuovo Commissario, Janez Potočnik, ex Commissario per
la scienza e la ricerca. In questo numero, ci spiega la sua linea
per il nuovo incarico.
Alcuni dei precedenti ambiti di competenza di questa DG, quali
gli organismi geneticamente modificati e la protezione civile,
sono stati trasferiti ad altri dipartimenti della Commissione ed
è stata istituita una nuova Direzione Generale per le politiche
climatiche. Questo comporta molteplici vantaggi. Garantisce
che la questione ambientale sia più presente nelle politiche
europee e permette all’ambiente di avere una seconda voce in
seno alla Commissione. Questo è di particolare rilievo in vista
dell’elaborazione della nuova strategia economica per il 2020
in cui l’affermarsi di un’economia verde e la gestione efficace
delle risorse saranno aspetti fondamentali.
Tali modifiche consentiranno inoltre alla Direzione Generale
Ambiente di concentrare il suo lavoro su aspetti centrali quali
la protezione della biodiversità europea e l’applicazione
concreta delle disposizioni elaborate dai governi europei
nei Paesi membri.
Nel raggiungimento di tali obiettivi, la DG continuerà a creare
partenariati e alleanze con i responsabili europei e nazionali
delle politiche nonché con le organizzazioni non governative
usando dati scientifici aggiornati e affidabili e dimostrando che
l’impegno in favore di uno sviluppo sostenibile ha un impatto
positivo sia sul piano economico che su quello ambientale.
Il Commissario Potočnik è determinato a passare all’azione
e auspica che i prossimi cinque anni possano rivelarsi un
percorso coronato da solidi successi.
Editoriale L’Ambiente per gli Europei ec.europa.eu/environment/news/efe/index.htm
INFORMAZIONI EDITORIALI
L’Ambiente per gli Europei è una rivista con frequenza
trimestrale pubblicata dalla Direzione Generale Ambiente
della Commissione europea. E’ disponibile in bulgaro,
spagnolo, ceco, tedesco, estone, greco, inglese, francese,
italiano, lituano, polacco, portoghese e rumeno.
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È possibile abbonarsi compilando il modulo all’interno della
rivista o on-line all’indirizzo: ec.europa.eu/environment/
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Caporedattore: Róbert Konrád
Coordinatore: Jonathan Murphy
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Verso una nuova strategia per la tutela della biodiversità in Europa
L’Unione europea, nonostante il mancato raggiungi-mento dell’obiettivo iniziale di arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010, sta preparando una nuova strategia per preservare la ricca varietà di ecosistemi, specie e geni. Partendo dalla visione e dagli obiettivi adottati dal Consiglio europeo a marzo in materia di biodiversità, tale strategia sarà elaborata sulla base delle esperienze del passato, saranno stabiliti criteri più rigidi per raggiungere tale obiettivo entro il 2020 e si guarderà con ambizione al 2050. La sua elaborazione avviene in concomitanza con l’Anno internazionale della biodiversità.
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Impegni dell’UE a favore della biodiversità
T L’obiettivo chiave è interrompere la
perdita di biodiversità e il degrado
dei servizi ecosistemici nell’UE entro
il 2020, ripristinarli nei limiti del
possibile e incrementare il contri-
buto dell’UE per evitare la perdita
di biodiversità a livello mondiale.
T La visione a lungo termine consiste
nel tutelare, valorizzare e ripristinare
in modo adeguato, entro il 2050,
la biodiversità dell’Unione europea
e i servizi ecosistemici forniti, ossia
il suo capitale naturale, dato il valore
intrinseco della biodiversità e il suo
essenziale contributo al benessere
e alla prosperità economica del
genere umano, in modo da evitare
i cambiamenti catastrofici causati
dalla perdita di biodiversità.
L’economia degli ecosistemi e della biodiversità (TEEB)
Lo studio, condotto dal Programma per l’am-
biente dell’ONU e patrocinato dalla Commissione
europea e dai governi tedesco, inglese, norve-
gese e olandese, rappresenta una vasta iniziativa
internazionale volta a sottolineare l’aumento dei
costi a causa della perdita di biodiversità e del
degrado degli ecosistemi. Nello studio sono
intervenuti esperti nel campo delle scienze,
dell’economia e della politica. La relazione finale
sarà pubblicata in occasione del vertice della
Conferenza sulla diversità biologica a Nagoya
(Giappone).
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Unitamente al cambiamento climatico,
la perdita di biodiversità è la minaccia più
grave che incombe sull’ambiente mondiale.
La natura non è l’unica vittima. Secondo
le testimonianze delle popolazioni locali,
il deterioramento dell’ambiente circostante
colpisce gli stili di vita, i beni di prima
necessità e i redditi.
La nuova strategia sta prendendo forma,
a cominciare dall’adozione di un nuovo
obiettivo entro il 2020, come richiesto dai
ministri per le politiche ambientali dell’UE
a marzo 2009 quando divenne ormai palese
che l’obiettivo attuale di «arrestare la perdita
di biodiversità nell’UE entro il 2010», fissato
otto anni fa, non sarebbe stato raggiunto.
A gennaio 2010, in coincidenza con l’avvio
dell’Anno internazionale della biodiversità,
la Commissione ha presentato le soluzioni
per una visione e un obiettivo nuovi in
materia di biodiversità per il periodo post-
2010 in risposta alla richiesta dei ministri.
Nell’arco di due mesi, i governi UE hanno
dato la benedizione politica all’obiettivo
più ambizioso fra i quattro proposti dalla
Commissione per il 2020. Questo impegna
l’Unione ad agire, all’interno dei suoi confini
e oltre, per invertire l’andamento della perdita
di biodiversità (v. riquadro).
Entità del problema
In Europa, una specie di mammiferi su sei,
in particolare fra le specie marine, è a rischio
di estinzione. Più di un quarto della popo-
lazione di mammiferi europea è in calo.
A livello mondiale, la situazione è ancora più
desolante. Secondo numerosi e autorevoli
studi, le perdite sono da 100 a 1 000 volte
superiori ai tassi normali e negli ultimi
50 anni ne ha risentito il 60 % dei servizi
ecosistemici nel mondo.
Le cause di tale perdita sono molteplici:
la distruzione e il degrado degli habitat,
il diverso uso del suolo, lo sfruttamento
sregolato delle risorse naturali unito a prati-
che non sostenibili quali la pesca eccessiva,
l’introduzione di specie invasive, l’inquina-
mento e, fattore sempre più importante,
il cambiamento climatico. A questi fattori
si aggiungono le pressioni derivate dalla
crescita demografica, l’aumento dei consumi
pro capite e la mancata distribuzione delle
risorse naturali nel modo più efficiente possi-
bile. Infine, l’opinione pubblica non è ancora
ben consapevole dell’entità del problema,
di come ciò inciderà sulla nostra vita,
nonché dei ruoli e delle responsabilità dei
singoli cittadini nella lotta alla perdita
di biodiversità.
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Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES)
L’UE appoggia le iniziative volte a istituire
una piattaforma sull’onda del successo
ottenuto dal Gruppo intergovernativo
sui cambiamenti climatici (IPCC). Il suo
compito sarebbe quello di sostenere
l’impegno contro la perdita di biodiver-
sità convalidando i dati scientifici esistenti
e contribuire a integrare i problemi della
biodiversità nei principali processi
decisionali.
Molti ecosistemi stanno arrivando a un
punto di non ritorno. Con un’elevata diver-
sità di specie, gli ecosistemi sono più stabili,
più produttivi e meno vulnerabili a stress
esterni. Con il calo della diversità aumenta
la fragilità degli ecosistemi. Inoltre, la perdita
di biodiversità pregiudica gli obiettivi legati
al clima e riduce la nostra assicurazione
sulla vita contro il cambiamento climatico,
dato che la natura è il fattore di regolazione
climatica più efficace e il bacino di assorbi-
mento del carbonio più vasto.
Gli ecosistemi, una volta distrutti, non pos-
sono essere sostituiti. Così come l’aumento di
2 gradi centigradi della temperatura globale
comporterebbe conseguenze catastrofiche
in termini di cambiamento climatico, la perdita
di biodiversità implicherebbe conseguenze
di vasta portata non solo per il nostro
ambiente ma per l’intero pianeta.
Gli elevati costi economici rappresentano
un’altra pesante conseguenza. Si stima una
spesa totale di circa 50 miliardi di euro annui.
Uno studio recente intitolato «Economia
degli ecosistemi e della biodiversità» (TEEB,
v. riquadro) ha determinato i costi approssi-
mativi derivanti dalla mancata tutela del
mondo naturale. Si stima che, entro il 2050,
i mancati interventi a favore della biodiversità
terrestre avranno un costo pari al 7 % circa
dei consumi mondiali.
Vi sono poi i costi umani. Il sostentamento
di milioni di persone dipende dal funziona-
mento armonico della biodiversità e degli
ecosistemi. Nei paesi in via di sviluppo questo
fattore può letteralmente fare la differenza
tra la vita e la morte. In altre aree più indu-
strializzate del mondo, la mancata attenzione
al tema della biodiversità può trasformare
il relativo benessere in una vita di stenti,
in particolare nelle comunità che vivono
di agricoltura e pesca.
La via da percorrere
L’UE ha ottenuto alcuni notevoli risultati nello
scorso decennio. La rete di aree protette
Natura 2000 oggi copre quasi un quinto
del territorio UE, è in continua espansione
e contribuisce ad arrestare la distruzione di
habitat vitali come le zone umide. I provvedi-
menti per la tutela degli uccelli, della vita
marina e per il miglioramento della qualità
dell’acqua permettono di conservare
la nostra biodiversità.
Tuttavia, vari fattori hanno impedito all’UE
di raggiungere l’obiettivo iniziale fissato per
il 2010. Fra questi vi sono l’attuazione non
uniforme della legislazione europea in materia
di conservazione, l’insufficienza di fondi per
raggiungere gli obiettivi prefissati, la carenza
in termini di politiche e di conoscenze, nonché
la mancata integrazione della tutela della
biodiversità in altri settori di intervento.
Queste lezioni sono state prese in conside-
razione e incorporate nella nuova strategia.
L’innovazione più importante riguarda lo
sviluppo da parte dell’Agenzia europea per
l’Ambiente con sede a Copenaghen di una
nuova strategia di riferimento dell’UE in
materia di biodiversità, che sarà resa pubblica
in estate. Grazie a indicatori di valutazione
perfezionati, questa strategia permetterà
per la prima volta di misurare la qualità
e la quantità dei progressi compiuti per gli
obiettivi del 2020.
Oltre all’obiettivo chiave, la strategia com-
prenderà una serie di subobiettivi riguardanti
settori, fattori di pressione ed ecosistemi
diversi per stabilire le linee guida sul raggiun-
gimento dell’obiettivo per il 2020 nel suo
complesso. Sarà posto l’accento sul rispetto
degli obiettivi volti a contrastare il cambia-
mento climatico e sull’integrazione dei
problemi legati alla biodiversità in tutte le
politiche interne ed esterne dell’UE, quali la
politica della pesca, i programmi di sviluppo
regionale e i regimi di aiuti all’estero.
Fasi successive
La Commissione presenterà la nuova strategia
dell’UE in materia di biodiversità entro fine
anno.
I preparativi della nuova strategia saranno
inseriti nel quadro negoziale dell’UE durante
la Conferenza delle Parti della Convenzione
sulla diversità biologica che si terrà a Nagoya
(Giappone) ad ottobre per concordare un
nuovo piano strategico mondiale per la
biodiversità oltre il 2010.
L’Unione europea, consapevole che una
strategia vincente per la biodiversità richiede
interventi efficaci a livello regionale, nazionale,
europeo e internazionale, si impegna a rendere
questo accordo mondiale il più ambizioso
possibile. T
Per saperne di piùhttp://ec.europa.eu/environment/nature/
biodiversity/intro/index_en.htm
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Nel suolo vive oltre un quarto di tutti gli
esseri viventi. Un piccolo campione di suolo
del giardino può contenere migliaia di specie
e milioni di esseri, e la biomassa batterica
nel suolo di una prateria delle zone a clima
temperato può arrivare fino a 1-2 tonnellate
a ettaro, pari all’incirca al peso di uno o due
bovini.
Dipendiamo dal suolo per cibo, fibre
tessili, materiali da costruzione, acqua
e aria pulite. Gli antibiotici come la penicil-
lina e la streptomicina derivano dal suolo.
Esso rilascia sostanze nutrienti per le piante
e altri organismi. Inoltre rappresenta
la seconda riserva di carbonio in termini
di ampiezza, utile a contrastare il
surriscaldamento globale.
Ma quando, come nell’epoca attuale,
la diversità degli organismi del suolo viene
minacciata, la sua capacità di svolgere
queste funzioni basilari ne è gravemente
compromessa.
Evidenziare i rischi
La biodiversità del suolo: funzioni, minacce
e strumenti per gli attori politici, è un nuovo
rapporto stilato per la Commissione che
costituisce ad oggi la rassegna più esaustiva
sullo stato di conoscenza della biodiversità
del suolo, il suo contributo ai servizi ecosiste-
mici e l’importanza per la sostenibilità della
società umana.
Esso riconosce che le nostre conoscenze
in materia sono ancora piuttosto carenti.
Ad esempio, si conosce solo l’1 % delle
specie di microrganismi del suolo. Oltre ad
attirare l’attenzione sulle funzioni principali
che svolge nella nostra vita quotidiana,
lo studio mette in rilievo lo stato di
distruzione subito dal suolo.
Le tecniche agricole inadeguate, lo sfrutta-
mento eccessivo dei pascoli, il disboscamento
della vegetazione, la scarsa irrigazione, la defo-
restazione, l’urbanizzazione crescente e altre
pratiche dell’uomo stanno distruggendo
la ricchezza del suolo. Una stima recente
ha calcolato che il degrado del suolo costa
all’UE-25 circa 38 miliardi di euro annui.
In altre parole, denaro sprecato.
Finora, nessuna normativa regionale, nazio-
nale, europea o internazionale si è occupata
nello specifico della biodiversità del suolo
e solo nove Stati membri hanno leggi speci-
fiche in materia di tutela del suolo. Questa
situazione dimostra una mancata consape-
volezza del valore di questa risorsa, nonché
della complessità della materia.
Nel 2006, la Commissione europea, soste-
nuta dal Parlamento europeo, ha presentato
un progetto normativo finalizzato alla prote-
zione del suolo. Il progetto è stato bloccato
da alcuni Stati membri. Tuttavia, come
sottolineato dal rapporto, l’inazione non
è un’opzione. T
Per saperne di piùhttp://ec.europa.eu/environment/soil/
index_en.htm
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Il suolo, o fango, terra, mota a seconda degli usi, ci circonda. Non è solo una risorsa fondamentale e insostituibile, ma anche un elemento essenziale per il benessere ambientale del mondo. Tuttavia, ancora non si conoscono a fondo i rischi che affronta, le proprietà che contiene e i benefici che porta. Un nuovo studio della Commissione europea fa luce sul suolo che calpestiamo.
Rivalutiamo il nostro suoloT
Il rapporto sarà presentato
ufficialmente alla conferenza che
si terrà a Bruxelles il 23 e 24 settembre
sul tema «Suolo, cambiamento
climatico e biodiversità: a che
punto siamo?».
Il professor Wim Van der Putten
dell’Istituto olandese di Ecologia, uno
degli autori del rapporto, interverrà
durante la Settimana verde alla
sessione su «La vita del suolo su
cui camminiamo: è importante?».
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Tutti associamo le foreste alla bellezza della
natura. Le foreste tuttavia svolgono anche
varie funzioni vitali che migliorano la nostra
vita e l’ambiente che ci circonda.
Sono fonte di occupazione, reddito, materie
prime per l’industria ed energie rinnovabili.
Sono aree particolari per rilassarsi e svolgere
attività turistiche e sportive. Rappresentano
un’importante riserva di biodiversità e proteg-
gono città e paesi in molte zone d’Europa
regolando il tempo atmosferico, impedendo
smottamenti, frane e valanghe in aree mon-
tuose. Stoccano e depurano l’acqua, miglio-
rano la fertilità del suolo e ne contrastano
l’erosione.
Contribuiscono a far fronte al cambiamento
climatico in quanto anello essenziale nel ciclo
globale del carbonio. Le foreste possono
eliminare dall’atmosfera il CO2, il principale
gas a effetto serra, e stoccarlo nella loro
biomassa e nel suolo. Gli alberi che crescono
rigogliosi agiscono come riserva di carbonio,
ma quando vengono abbattuti, bruciati
o danneggiati da incendi, tempeste o insetti
nocivi, diventano fonte di CO2, liberando
carbonio nell’atmosfera.
Le catastrofi naturali sono diventate più
frequenti negli ultimi anni e i danni provo-
cati da tempeste oggi rappresentano la
minaccia più violenta per le foreste d’Europa
a clima temperato. Inoltre, l’aumento della
temperatura renderà intere regioni inadatte
a determinate specie di alberi, comportando
cambiamenti nei tipi di foreste con conse-
guenze sul loro potenziale di crescita.
Alla luce del principio di sussidiarietà, gli
Stati membri sono i principali responsabili
della politica forestale, ma la Commissione
europea sta valutando come offrire un valore
aggiunto ai programmi nazionali. Il Libro
verde sarà incentrato sulle modifiche che il
cambiamento climatico impone alla gestione
e alla protezione delle foreste e sulle modalità
di evoluzione della politica dell’UE per offrire
un contributo più incisivo alle iniziative degli
Stati membri.
Obiettivo della Commissione è trovare le
risposte a molteplici quesiti. Di particolare
interesse sono le domande inerenti alla
maggiore vulnerabilità di alcune regioni
ai cambiamenti climatici rispetto ad altre,
all’eventuale necessità di un ulteriore inter-
vento dell’UE e al possibile miglioramento
delle informazioni disponibili sulle foreste.
La via da percorrere
Il periodo della consultazione pubblica durerà
fino a fine luglio. Prima di questo termine,
la Presidenza spagnola dell’UE, promotrice
della riunione ad alto livello sulla protezione
delle foreste tenutasi a Valsain in Spagna il
6 e 7 aprile 2010, dovrà attendere il Consiglio
sull’ambiente di giugno per trarre le conclu-
sioni relative alle soluzioni migliori per prepa-
rare le foreste al cambiamento climatico.
Il tema sarà discusso anche nella riunione
fra tutte le parti interessate durante la
Settimana verde a giugno 2010. Sulla base
di questi diversi spunti, la Commissione
deciderà se portare l’iniziativa a una fase
successiva preparando il Libro bianco per
il prossimo anno. T
Le foreste d’Europa sono una delle principali risorse naturali nell’UE. Ma il cambiamento climatico le sta ponendo di fronte a numerose sfide, fra cui l’aumento delle temperature, tempeste distruttive, incendi, la perdita di biodiversità e la comparsa di specie esotiche invasive. Queste sfide vengono descritte nel nuovo Libro verde della Commissione con lo scopo di promuovere un dibattito pubblico su come l’UE possa sostenere al meglio gli Stati membri per garantire un sano futuro a questa preziosa risorsa del nostro paesaggio.
Preparare le foreste dell’UE al cambiamento climatico
T
Le foreste dell’UE
T Coprono circa 176 milioni di
ettari nell’UE (oltre il 4 % della
superficie di terre emerse
dell’UE).
T Dopo una continua espansione
durata oltre 60 anni, oggi rappre-
sentano il 5 % delle aree forestali
mondiali.
T Offrono un impiego diretto
a circa 350 000 persone.
T Contano circa 16 milioni di
proprietari.
Per saperne di piùhttp://ec.europa.eu/environment/forests/
fprotection.htm
Contatti:
ENV-U43-sector-forest@ec.europa.eu
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Kosec è un progetto di LIFE Natura volto alla conservazione del re di quaglie, una specie di uccello a rischio in tutto il mondo.
Il re di quaglie (Crex crex), il cui nome scien tifico
ricorda il suo distintivo strido rauco, appartiene
alla stessa famiglia (Rallidae) della gallinella
d’acqua, della folaga e del porciglione, ma
a differenza di questi ultimi vive sulla terra-
ferma. Il Crex crex è una specie minacciata
a livello mondiale ed è presente nell’allegato I
della direttiva Uccelli e nell’appendice II della
Convenzione di Berna.
In Slovenia è possibile trovare una concentra-
zione significativa della specie (circa 250 esem-
plari maschi) nella zona limitrofa al lago
Cerknica, nella piana delle paludi di Lubiana
(Ljubljansko Barje) e lungo il fiume Nanoščica.
Storicamente queste tre zone comprendevano
ampi tratti di prateria che producevano foraggio
per il bestiame e fieno per gli agricoltori locali.
Tuttavia, le pratiche agricole tradizionali ven-
gono via via abbandonate e la vegetazione
che sta crescendo nella terra incolta è troppo
fitta per il re di quaglie. In altre zone, invece,
è l’agricoltura intensiva a rappresentare una
minaccia per la specie.
Il progetto Kosec di LIFE Natura (dal nome del
Crex crex) prevede la creazione di strumenti
per la conservazione volti a garantire un’effi-
cace protezione a lungo termine del re di
quaglie in Slovenia, nonché ad accelerare
l’applicazione nel paese della direttiva Uccelli.
Finora sono stati ottenuti buoni risultati,
come lo sviluppo di un Piano nazionale per
la specie del re di quaglie 2005-2015 e un
Programma di monitoraggio nazionale del
re di quaglie. Un altro successo significativo
a livello settoriale è legato all’introduzione di
un nuovo dispositivo agroambientale per la
protezione del re di quaglie e di altri uccelli
delle praterie umide a rischio di estinzione
presenti nei siti prioritari di Natura 2000.
Il nuovo dispositivo offre ulteriori incentivi
agli agricoltori per la gestione dell’habitat del
re di quaglie in siti chiave di Natura 2000.
Per aumentare i possibili habitat per il re di
quaglie, sono stati affittati o acquistati i terreni
nei suddetti tre siti in cui è presente la specie.
Durante il progetto è stata provata una inno-
vativa tecnica di mietitura a basso impatto
sugli uccelli con ottimi risultati e, dopo le
prime resistenze da parte degli agricoltori,
alla fine la tecnica è stata accettata e ampia-
mente adottata nelle zone del progetto.
Nelle paludi di Lubiana è stato creato un
osservatorio per gli uccelli. Per la sua costru-
zione sono stati usati materiali naturali e locali
che lo integrano in modo discreto e rispettoso
al paesaggio delle praterie umide.
Creare un futuro a lungo
termine per il Crex crex
La comunicazione e la cooperazione eccel-
lenti instaurate con le istituzioni pubbliche
competenti nel settore dell’Agricoltura e dello
Sviluppo rurale e, in modo particolare, con
le organizzazioni di rappresentanza degli
agricoltori locali hanno gettato buone basi
per una gestione a lungo termine delle
zone interessate dal progetto. T
Per saperne di più Numero progetto: LIFE03 NAT/SLO/000077
http://ec.europa.eu/life, www.life-kosec.org
Slovenia: la salvaguardia a lungo termine del re di quaglie
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La diversità biologica è il tema internazionale
dell’anno delle Nazioni Unite. Per ottobre
è prevista a Nagoya, Giappone, la riunione
della comunità mondiale per decidere una
nuova strategia in materia di biodiversità.
Due mesi dopo, la Commissione europea
presenterà il proprio piano per interrompere
entro il 2020 la perdita di biodiversità nell’UE.
La Settimana verde, giunta ormai alla sua
decima edizione, riunirà una schiera di
esperti per presentare e discutere le sfide
da affrontare, scambiarsi le migliori pratiche
e offrire agli interessati l’opportunità di
esprimere le proprie idee e preoccupazioni
in un dibattito sempre più ampio.
Il fenomeno della perdita di biodiversità sarà
esaminato da svariate prospettive. Durante
le sessioni si valuterà come richiamare
l’attenzione degli attori politici sul legame
vitale fra la natura, l’economia e gli interventi
politici, siano essi norme o incentivi, che
potrebbero favorire lo sviluppo di modelli
aziendali compatibili con la biodiversità.
Si presterà particolare attenzione a temi
importanti, quali la biodiversità degli oceani,
del suolo, delle foreste, il tessuto urbano e la
salute dell’uomo; il suo ruolo nella sicurezza
alimentare e il contributo che i cittadini
possono offrire cambiando comportamento.
Relatori, partecipanti,
eventi collaterali
La Settimana verde riunirà una
schiera di illustri esperti del
settore. I relatori principali
alla sessione di apertura
saranno Janez Potočnik,
Commissario UE per
La Settimana verde di quest’anno, la più prestigiosa conferenza annuale sulla politica ambientale europea, si svolgerà a Bruxelles dall’1 al 4 giugno. Quattro giorni di dibattiti, forum ed eventi metteranno in rilievo l’importanza della tutela della salute di ecosistemi, specie e geni da cui dipendiamo, e dei pericoli a cui siamo esposti se non proteggiamo questa ricca eredità.
La Settimana verde:la biodiversità sotto i riflettori
l’ambiente, il dr. Ashok Khosla, presidente
dell’Unione internazionale per la conserva-
zione della natura (IUCN) e Pavan Sukhdev,
coordinatore dello studio «Economia degli
ecosistemi e della biodiversità (TEEB)».
Connie Hedegaard, il Commissario UE per
l’Azione per il clima, e Kyoshi Araki, l’Amba-
sciatore giapponese per la COP 10 della
Convenzione sulla diversità biologica, inter-
verranno nella sessione di chiusura. Sarà un
evento lungimirante poiché i partecipanti
stabiliranno la loro linea per il vertice di
Nagoya che si terrà a ottobre.
Organizzata dalla Direzione Generale per
l’ambiente della Commissione europea,
la Settimana verde è un evento a tutto tondo.
Vi partecipano i dipartimenti della Commis-
sione responsabili di aiuti esteri, agricoltura,
temi marittimi e ricerca, nonché numerose
organizzazioni non governative e internazio-
nali, il Comitato delle regioni e gli Amici
d’Europa.
Gli eventi collaterali comprendono numerosi
stand, una mostra fotografica su pannelli al
di fuori dei quartieri generali del Berlaymont
della Commissione, la proiezione di un
film, visite al museo e un aperitivo per
socializzare. T
Per saperne di piùLa Settimana verde 2010
L’ingresso è gratuito. Si invitano
i partecipanti a iscriversi on-line.
ec.europa.eu.greenweek
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Janez Potočnik, dopo cinque anni di mandato in qualità di Commissario per la scienza e la ricerca, svolge attualmente l’incarico di Commissario per l’Ambiente. A L’Ambiente per gli Europei ha parlato delle priorità e dell’approccio politico generale verso un settore in cui le decisioni prese oggi e in futuro condizioneranno l’ambiente che ci circonda per i prossimi decenni.
Le priorità stabilite dal nuovo Commissario per l’Ambiente
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«Il XXI secolo sarà il secolo della fragilità»
«Fragile» è l’espressione che il Commissario
all’Ambiente ripete spesso per descrivere
il mondo in cui viviamo. «Il XXI secolo sarà
il secolo della fragilità», ha dichiarato ai mem-
bri del Parlamento europeo in occasione
delle audizioni parlamentari a gennaio.
Considerata l’ampiezza delle minacce
ambientali, economiche e non solo, che il
nostro pianeta, sempre più interconnesso
e interdipendente, si trova ad affrontare,
tale valutazione non ci sorprende. L’esperto
economista ed ex-ministro sloveno per
l’Europa sottolinea come antidoto l’impor-
tanza di rispettare la sostenibilità e indivi-
duare un’efficace governance globale.
«Il mondo in cui viviamo sta diventando
una specie di villaggio globale. Credo che
comprendere tale aspetto rafforzi la mia
enfasi sulla sostenibilità e sull’importanza
di tutelare l’ambiente e tutto ciò che appar-
tiene ad esso, non solo per la generazione
attuale, ma anche per quelle future», spiega.
Per illustrare la sua tesi, il Commissario
Potočnik fa riferimento alle possibili conse-
guenze del fallimento delle trattative inter-
nazionali relative ai provvedimenti di tutela
del tonno rosso all’inizio dell’anno.
«In questo caso, il vero problema è quale
effetto socio-economico deriva dal danno
causato ai tonni e alla natura. È una linea di
pensiero costante nella mia vita. In realtà
è molto semplice: qualunque cosa non sia
sostenibile è insostenibile», afferma.
Sfruttamento efficiente
delle risorse
Il suo operato sarà caratterizzato in primis
da una stretta collaborazione con i colleghi
commissari. Già nelle prime settimane di
lavoro, Potočnik ha discusso del ruolo che
gli agricoltori potrebbero assumere per
migliorare l’ambiente, ha esaminato come
proseguire nell’attuazione della legislazione
europea per garantire la sicurezza dei prodotti
chimici e ha partecipato alla definizione di
una nuova strategia ambientale nel Mar Nero.
«Per me la collaborazione è fondamentale»,
ha dichiarato. «Se voglio ottenere un qualsiasi
risultato nello sfruttamento efficiente delle
risorse, allora occorre un’ottima cooperazione
con i miei colleghi responsabili di altri impor-
tanti settori. In sostanza, qualsiasi problema
sorga, dobbiamo lavorare fianco a fianco».
L’obiettivo principale del Commissario è porre
lo sfruttamento efficiente delle risorse al
centro del processo decisionale dell’UE. Tale
concetto è già stato saldamente integrato
nella strategia economica europea 2020
e Potočnik sta insistendo affinché la tutela
ambientale si trasformi in valorizzazione
ambientale.
«Dobbiamo trovare il modo di valorizzare
il nostro ambiente nel processo decisionale.
Anche se non possiamo ridurre l’ambiente
a mero fattore economico, possiamo trovare
la strada per andare oltre l’ossessione del PIL»,
spiega.
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Dare maggior peso
alla biodiversità
La seconda priorità del Commissario
Potočnik è la protezione della biodiversità
europea sempre più fragile. Il neo-Commis-
sario ha affrontato questo tema nel suo primo
discorso pubblico. Entro dicembre dovrà ela-
borare una strategia dettagliata, con la chiara
finalità di evitare il ripetersi della situazione
attuale, in cui non sono stati raggiunti gli
obiettivi del 2010 prefissati nel 2001.
«Vogliamo scrivere qualcosa che possa
effettivamente tutelarci dal fallimento che
stiamo affrontando nel 2010. Saranno definiti
degli obiettivi secondari e una chiara linea
di base dal momento che è molto difficile
misurare qualcosa senza un punto di
riferimento iniziale», spiega.
In definitiva, lo scopo è dare alla biodiver-
sità lo stesso peso del cambiamento clima-
tico nella mente dei responsabili politici
e dell’opinione pubblica. «La biodiversità
è stata fin troppo all’ombra del cambiamento
climatico. Non vorrei essere frainteso. Credo
che il tema del cambiamento climatico
abbia l’importanza che merita, a differenza
della biodiversità. In realtà, sono due facce
della stessa medaglia, molto interconnesse
fra loro», dichiara.
Rispetto delle regole
e ampiezza di vedute
La terza priorità è assicurare che i governi
nazionali attuino interamente, nei rispettivi
paesi, la legislazione ambientale adottata
a Bruxelles e a Lussemburgo. In qualità di
leader del gruppo impegnato nei negoziati
per l’adesione della Slovenia all’UE iniziati
quasi dieci anni fa, Potočnik riconosce che
«è stato molto difficile digerire tutto» nei due
settori, ambiente e agricoltura, che costitui-
scono il grosso della legislazione UE.
«Capisco che si possano incontrare difficoltà
nell’attuazione. È giusto ammettere che la
legislazione in tema di ambiente è tutt’altro
che semplice. Ma questo non cambia il mio
punto di vista circa la necessità di compiere
degli sforzi per soddisfare alcuni degli impe-
gni sottoscritti congiuntamente. In fondo, lo
stiamo facendo con un chiaro obiettivo: per
il bene dell’ambiente e per fare del nostro
meglio per la popolazione», afferma.
Ma il Commissario sottolinea che gli piace-
rebbe vedere in futuro se stesso e i suoi
colleghi con lo sguardo non rivolto esclusi-
vamente ai testi legislativi, con una maggiore
intraprendenza e una visione più ampia.
«Dobbiamo trovare il momento adatto per
una linea di intervento positiva e interagire
con i nostri omologhi nei governi nazionali.
Dobbiamo pensare fuori dagli schemi sul
tema stesso dell’ambiente per poterlo
tutelare. Avere uno spirito più aperto
è di vitale importanza», dichiara. T
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tecnologico, l’UE deve darsi una mossa.
La Cina, ad esempio, sta diventando rapida-
mente il leader mondiale nelle tecnologie
dell’energia solare ed eolica. L’Europa non può
restare a guardare. Le sfide da affrontare sono
tanto economiche quanto ambientali».
Comunicazione
Prima del suo ingresso in politica, Connie
Hedegaard era una giornalista della carta
stampata e televisiva molto stimata. In questo
nuovo incarico, la comunicazione assume
una notevole importanza sia nei rapporti
con le istituzioni sia con l’opinione pubblica.
«Sono determinata a proseguire con la mia
opera di sensibilizzazione e a proporre nuove
soluzioni. L’UE deve continuare a incoraggiare
gli altri paesi a fissare obiettivi più ambiziosi»,
sottolinea.
È una profonda conoscitrice della materia,
ma anche delle persone. Connie Hedegaard
è stata ministro danese per l’Ambiente per
cinque anni e ha svolto un ruolo fondamen-
tale nella preparazione della conferenza
dell’ONU sul cambiamento climatico tenutasi
a Copenaghen nel dicembre 2009 (COP15).
Per il suo nuovo incarico il Commissario
danese ha però un programma fitto che
va oltre i negoziati internazionali.
«Fra i miei compiti principali nella nuova
commissione c’è l’inclusione del cambia-
mento climatico in tutti i principali settori
di intervento dell’UE, che spaziano da ricerca
e innovazione, agricoltura, sviluppo rurale,
fondi strutturali, energia, trasporti, industria,
commercio, sviluppo fino all’ambiente.»
«Nell’UE esiste una cospicua legislazione
in tema di clima, ad esempio inerente
all’efficienza energetica o alla riduzione delle
emissioni di CO2, ma ora occorre metterla
correttamente in atto e rafforzarla con
ulteriori misure a livello settoriale», afferma,
ponendo l’accento sulla continua necessità
di nuovi interventi.
A livello dei singoli settori è convinta che le
strategie future debbano prevedere incentivi
volti alla promozione delle tecnologie verdi
e a bassa emissione di carbonio. Tutti i progetti
relativi a nuove infrastrutture finanziati
dall’Unione europea dovrebbero essere
sempre «a prova di clima», ossia adeguati
alle sfide poste dai cambiamenti climatici.
Il Commissario Hedegaard prevede notevoli
vantaggi economici per l’UE se continuerà
a svolgere un ruolo di primo piano nella
questione climatica.
«Sicurezza energetica, occupazione e innova-
zione sono i temi centrali dell’UE. Sul fronte
Secondo lei, il dialogo faccia a faccia con
i leader politici è più proficuo rispetto alle
grandi conferenze con centinaia di delegati.
«Gli incontri individuali e più informali, lontani
dai riflettori, sono utili per un dialogo effettivo
in cui è possibile assumere impegni concreti»,
afferma.
Approccio graduale
Con la prossima conferenza delle Nazioni Unite
prevista a fine anno, il Commissario danese
è ben cosciente della necessità di gestire le
aspettative. «Sono a favore di un approccio
graduale che mantenga vivo lo slancio e man
mano porti un maggiore impegno. Per il
vertice di Cancun stiamo preparando una
tabella di marcia che dovrebbe definire
risultati specifici», dichiara.
Inoltre, vuole spingere la comunità interna-
zionale verso l’obiettivo di una riduzione delle
emissioni di gas a effetto serra pari al 30 %
entro il 2020.
Comprensione dei
benefici economici
«Ci aspetta un grande lavoro. Ma la mia
ambizione sarà, fra cinque anni, vedere
l’Europa al primo posto fra le aree con
il minor impatto climatico del mondo.»
«Voglio inoltre che tutti i cittadini euro-
pei comprendano gli effettivi benefici
economici derivanti da un’agenda climatica
attenta al risparmio energetico. Questa è la
giusta strategia economica e ambientale
per il futuro». T
T Il primo Commissario UE responsabile dell’Azione per il clima
Connie Hedegaard, primo Commissario UE responsabile dell’Azione per il clima, è partita in quarta, si è recata in diverse capitali del mondo e ha visitato Cancun, in Messico, sede della prossima conferenza sul clima delle Nazioni Unite prevista a fine anno.
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In questa nuova comunicazione, la Commis-
sione auspica una rapida attuazione dell’ac-
cordo di Copenaghen da parte dell’UE e in
particolare interventi finanziari rapidi per
sostenere i paesi in via di sviluppo. L’UE si
è impegnata a stanziare 7,2 miliardi di euro
di contributi finanziari per aiutare i paesi
più poveri ad agire contro il cambiamento
climatico tra il 2010 e il 2012.
La comunicazione sottolinea come l’UE
debba continuare a lavorare per favorire lo
sviluppo del mercato di carbonio a livello
internazionale, considerato essenziale per
attivare investimenti a bassa emissione di
carbonio e ridurre le emissioni mondiali in
modo economicamente efficace. Inoltre,
riconosce che il mercato del carbonio può
creare notevoli flussi finanziari verso i paesi
in via di sviluppo.
Per mantenere vivo questo slancio, la
Commissione ritiene che l’UE debba dare
Ispirarsi ai progressi dell’Accordo di Copenaghen
l’esempio e ribadire i suoi propositi di ridurre
le emissioni del 20 % entro il 2020 rispetto ai
livelli del 1990.
Riconferma inoltre la sua proposta di aumen-
tare progressivamente tale riduzione fino al
30 % se altre grandi economie faranno la loro
parte negli sforzi globali.
L’accordo di Copenaghen è visto dall’UE come
un elemento essenziale e un passo avanti
verso l’obiettivo dell’UE di un accordo mon-
diale sul clima giuridicamente vincolante.
Infatti, un risultato positivo ottenuto alla
Conferenza di Copenaghen è stata l’appro-
vazione dell’obiettivo centrale dell’UE di
impedire un aumento della temperatura
globale di oltre 2 °C rispetto ai livelli pre-
industriali per evitare gli effetti anticipati
del cambiamento climatico.
In attesa di Cancun
In vista della prossima conferenza sul clima
dell’ONU che si terrà a fine anno a Cancun,
Messico, la comunicazione propone la pre-
parazione di una tabella di marcia per il
processo negoziale in seno all’ONU. Questa
tabella di marcia dovrebbe prevedere una
serie di risultati pratici per il vertice ONU.
A tale scopo, l’UE dovrà ampliare il suo «raggio
di azione», discutere, convincere e creare la
fiducia necessaria per raggiungere un accordo.
Questa campagna vedrà impegnata in prima
fila Connie Hedegaard, Commissario per
l’Azione per il clima.
«L’UE è pronta, ma forse il mondo non lo è,
per questo il nostro approccio deve essere
graduale. A Copenaghen abbiamo ottenuto
da parte delle maggiori economie – Stati Uniti,
Cina, Brasile, Sud Africa, India – il riconosci-
mento della responsabilità comune del
problema che può essere risolto soltanto
con la collaborazione di tutti i paesi. È stato
un vero progresso».
«Ora dobbiamo rilanciare gli sforzi e fare
del nostro meglio per raggiungere risultati
specifici e concreti oltre Cancun e ottenere,
al massimo in Sudafrica*, un accordo basato
sull’impegno giuridico».
Prima del Consiglio europeo di giugno, la
Commissione preparerà un’analisi su quali
dovrebbero essere gli interventi pratici
richiesti per attuare una riduzione delle
emissioni del 30 %. La Commissione inoltre
delineerà le tappe per il passaggio dell’UE
a un’economia a bassa emissione di
carbonio entro il 2050. T
* La prossima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite
(COP17) si terrà in Sudafrica nel 2011.
Per saperne di piùhttp://ec.europa.eu/environment/climat/
future_action_com.htm
T
La Commissione europea si sta muovendo rapidamente per ampliare i progressi compiuti nella Conferenza sul cambiamento climatico di Copenaghen dello scorso dicembre pubblicando un documento per una nuova strategia volta a mantenere il dinamismo delle azioni intraprese a livello mondiale per far fronte al cambiamento climatico.
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«L’UE è pronta, ma forse il mondo non lo è, per questo il nostro approccio deve essere graduale»
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La domanda di risorse della terra è attual-
mente due volte e mezza superiore rispetto
a ciò che il pianeta stesso può offrire.
Soltanto nell’UE, sono prodotti all’anno circa
3 miliardi di tonnellate di rifiuti, pari a oltre
6 tonnellate a persona. Per smaltire questi
volumi nel modo giusto è essenziale una
gestione efficiente dei rifiuti. Il metodo del
principio e della valutazione del ciclo di vita
propone un approccio scientificamente
valido e quantificabile per mettere in atto
le migliori soluzioni ambientali.
Se da un lato i prodotti acquistati contribui-
scono al nostro comfort e benessere quoti-
diano, dall’altro possono avere un impatto
negativo sull’ ambiente attraverso il cambia-
mento climatico, l’inquinamento dell’aria
e dell’acqua e il depauperamento delle
risorse naturali.
Il principio del ciclo di vita, studiato dai
dipartimenti per l’ambiente e dal centro di
ricerca della Commissione europea, incorag-
gia i responsabili politici e i produttori a tener
conto dei diversi fattori durante l’intero ciclo
di vita di un prodotto. Inoltre consente di
valutare i vantaggi o gli svantaggi per
l’ambiente che possono derivare dalle
diverse scelte politiche.
Guida per i responsabili politici
La nuova guida, Il sistema dei dati di riferi-
mento internazionale sul ciclo di vita (ILCD),
offre una panoramica dettagliata sulle azioni
da intraprendere e sui temi da considerare
durante una valutazione del ciclo di vita.
I fattori interessati spaziano dall’estrazione
delle materie prime di base, passando per
la produzione, la distribuzione e l’utilizzo
fino al riutilizzo, riciclo, recupero di energia
e smaltimento dei rifiuti restanti. La valuta-
zione prende in esame le eventuali emissioni
derivate dal prodotto e il relativo impatto
sulla salute dell’uomo e sull’ambiente.
Il risultato può fornire una migliore informa-
zione ai consumatori che cercano prodotti
ecologici, aiutare le imprese a identificare
prestazioni più efficienti dei prodotti e nuovi
servizi, nonché dare ai responsabili politici
una chiara idea dei costi e dei benefici
effettivi derivanti dalle loro decisioni.
La valutazione del ciclo di vita non può fornire
tutte le risposte. Tuttavia, alla fine gli attori
politici e le aziende devono prendere delle
decisioni tenendo conto di determinate
circostanze. La valutazione del ciclo di vita
può essere utile nell’adozione delle scelte
migliori per l’ambiente. T
Per saperne di piùhttp://lct.jrc.ec.europa.eu
Bottiglie di plastica
Spesso le autorità locali si trovano di
fronte alla scelta di riciclare le bottiglie
di plastica o incenerirle per produrre
energia. Secondo la valutazione del
ciclo di vita, la prima opzione è più
efficiente, data l’elevata quantità di
energia richiesta per produrre nuove
bottiglie e la scarsa quantità di energia
richiesta per il riciclo.
Sotto il profilo ambientale è più ecologico il riciclo o il recupero di energia dai rifiuti? È meglio evitare la produzione di rifiuti continuando ad utilizzare apparecchi datati o sostituendoli con nuovi dispositivi a maggior efficienza energetica? Sono scelte difficili, ma la nuova guida della Commissione su «Il principio e la valutazione del ciclo di vita» offre ad attori politici, produttori e consumatori degli spunti per adottare la soluzione migliore.
Il principio del ciclo di vita per scelte ambientali migliori
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Nuove pubblicazioni
«Healthcheck for Europe’s protected nature»
Questo opuscolo di 28 pagine, che offre una panoramica
sullo stato della diversità naturale europea, è frutto del
regolare monitoraggio eseguito ai sensi della direttiva
Habitat. La «verifica dello stato di salute» viene effettuata
sulla base dei rapporti degli Stati membri dell’UE che
hanno valutato sistematicamente per la prima volta gli
animali, le piante e gli habitat naturali più a rischio in
Europa. È emerso che la maggior parte delle specie e degli habitat esaminati si
trovano in uno stato di conservazione sfavorevole e molti sono in via di estinzione.
Pertanto, è chiaro che occorre incrementare gli interventi di conservazione. T
http://ec.europa.eu/environment/nature/info/pubs/docs/brochures/healthcheck.pdf
«Wildlife Trade Regulations in the European Union»
L’UE, essendo uno dei più importanti mercati di scambio
di piante e animali selvatici, ha la responsabilità di garantire
che il commercio di specie animali e vegetali selvatiche sia
sostenibile e non comporti il rischio di estinzione per le
specie interessate. Dal 1984, l’UE applica le disposizioni
della Convenzione sul commercio internazionale delle
specie di flora e fauna selvatiche a rischio di estinzione
(CITES) mediante la regolamentazione CE sul commercio delle specie di flora
e fauna selvatiche. L’opuscolo offre in 24 pagine una guida introduttiva alla
convenzione CITES e alla regolamentazione CE sul commercio delle specie
di flora e fauna selvatiche e alle relative disposizioni principali. T
http://ec.europa.eu/environment/cites/pdf/trade_regulations/short_ref_guide.pdf
«Making sustainable consumption and production a reality»
Sempre più consumatori intendono compiere giuste scelte
ambientali quando acquistano un prodotto. I responsabili
politici intendono promuovere la produzione e il consumo
sostenibili per rispondere alle sfide ambientali nazionali
e internazionali. Questa guida di 32 pagine è stata redatta
per facilitare l’approccio a questi temi e aiutare i settori
pubblico e privato a prendere decisioni più consapevoli
al fine di raggiungere risultati più efficaci sul piano ambientale. La guida mostra
come è possibile basarsi su un approccio orientato al ciclo di vita per identificare
e ridurre l’impatto sull’ambiente e sulla salute dei prodotti che utilizziamo. Viene
sottolineata l’importanza di prendere in considerazione questi temi durante l’intero
ciclo di vita di un prodotto, inserendoli nel contesto dello sviluppo delle politiche,
della progettazione aziendale e dell’innovazione. T
http://bookshop.europa.eu/is-bin/INTERSHOP.enfinity/WFS/EU-Bookshop-Site/en_GB/-/
EUR/ViewPublication-Start?PublicationKey=KH3109259
Salvo diversamente indicato, le pubblicazioni sono disponibili gratuitamente presso
la libreria dell’UE collegandosi al sito web bookshop.europa.eu oppure presso il Centro
informazioni (BU-9 0/11), DG Ambiente, Commissione europea, B-1049 Bruxelles, Belgio.
Agenda
Conferenza della Settimana
verde 2010:
Biodiversity – our lifeline
1-4 giugno 2010, Bruxelles
In questa edizione, la più grande conferenza
annuale sulla politica ambientale europea punta
i riflettori sulla biodiversità. Sono in programma
circa 30 sessioni che affronteranno lo stato della
biodiversità e della natura in Europa e nel mondo.
Durante le sessioni saranno esaminati i vantaggi
della biodiversità, le pressioni a cui oggi è sotto-
posta e le possibili soluzioni agli attuali tassi di
perdita. Gli altri temi riguarderanno il futuro
orientamento dell’UE nelle politiche post-2010
per la biodiversità e la natura, la dimensione
economica della biodiversità, i servizi ecosistemici
e la rete Natura 2000. Si stima la presenza di circa
3 800 partecipanti provenienti da istituzioni
europee, mondo imprenditoriale e industriale,
organizzazioni non-governative, enti pubblici,
comunità scientifica e accademica per tre giorni
di discussioni e dibattiti ad alto livello. Twww.greenweek2010.eu
Conferenza TRA 2010
7-11 giugno 2010, Bruxelles
«Per un sistema di trasporti stradali più intelligente,
più sicuro e più ecologico in Europa» è il tema
dell’edizione 2010 dell’Arena per la ricerca sui tra-
sporti (TRA). Questa conferenza biennale esamina
tutti gli aspetti legati alla ricerca sui trasporti
stradali e rappresenta il forum europeo dove oltre
1 000 esperti e parti interessate si confrontano su
innovazione, ricerca e sviluppo nel campo dei
trasporti e delle costruzioni stradali. Twww.traconference.eu
Suolo, cambiamento climatico
e biodiversità: a che punto siamo?
23-24 settembre 2010, Bruxelles
Organizzata dalla Direzione Generale per
l’ambiente della Commissione europea in
collaborazione con il Centro per la Ricerca
congiunta e la Direzione Generale per l’Azione
per il clima, questa conferenza di alto livello
tratterà le interconnessioni fra suolo, cambia-
mento climatico e biodiversità. Thttp://ec.europa.eu/environment/soil/
biodiversity_conf.htm
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Elenco delle aziende finaliste ai premi europei per l’ambiente 2010
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I premi europei per l’ambiente rivolti alle aziende, assegnati ogni due anni dalla Commissione europea, ricompensano le aziende più innovative dal punto di vista ambientale, provenienti dall’UE e dai paesi candidati, che si sono distinte per il loro straordinario contributo allo sviluppo sostenibile. I premi sono divisi in quattro categorie: gestione, prodotti, processi e cooperazione internazionale. I finalisti di quest’anno sono stati selezionati fra 141 candidati. I vincitori saranno proclamati durante una cerimonia in occasione della Settimana verde che si terrà a Bruxelles il 2 giugno 2010.
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Categoria «Prodotti»
Energy ICT, PMI con sede in
Belgio, ha sviluppato un sistema
«intelligente» di controllo e moni-
toraggio dell’energia per un
importante distributore del Regno
Unito. Questo sistema innovativo
favorisce la raccolta e l’analisi dei
dati relativi al consumo energetico,
riducendo notevolmente l’uso
di energia.
www.energyict.com
Frigoglass Saic, Grecia, ha proget-
tato un sistema frigorifero efficiente
dal punto di vista energetico per
la distribuzione automatica di
bevande e alimenti congelati.
Il sistema prevede un controllo
intelligente dell’energia e sfrutta
materiali non dannosi per fornire
una soluzione a basso impatto
ambientale.
www.frigoglass.com
Siemens AG, Germania, ha
compiuto notevoli passi avanti
nell’efficienza energetica delle
grandi turbine a gas. I progressi
nell’ingegneria delle turbine,
nella scienza dei materiali e nella
tecnologia della combustione
consentono un’efficienza elettrica
pari al 60 %.
www.siemens.com
EDF Group, Slovacchia ha ricevuto
una menzione speciale in questa
categoria per una soluzione facile
da adottare che impedisce l’ucci-
sione degli uccelli a causa delle
linee elettriche.
www.sse.sk
Categoria «Processi»
Ecover, Belgio, produce detersivi
a base di tensioattivi naturali, ovvero
i componenti attivi degli agenti
pulenti, mediante un processo di
fermentazione naturale che sfrutta
materie prime rinnovabili invece
di risorse fossili. I detersivi per uso
domestico di Ecover sono com-
mercializzati in 25 paesi.
www.ecover.com
Zenergy Gmbh und Bültmann
Gmbh, Germania, usano una
tecnologia basata su un supercon-
duttore nel processo di produzione
industriale, riducendo così del 50 %
l’energia necessaria per il riscal-
damento delle billette di rame
e di alluminio e aumentando
la produttività del 25 %.
www.zenergypower.com
Dr.-Ing. Werner Neu Verfahrens-
technik Gmbh, Germania, è una
PMI che ha sviluppato un nuovo
metodo di risparmio energetico
per la produzione di fogli termo-
plastici. Un sistema di scambio
termico per convenzione (CHT)
riduce i costi di produzione
del 50 %.
www.zenergypower.com
Categoria «Cooperazione internazionale»
Grupo Ferrovial, Spagna, è stata
selezionata per aver contribuito
a fornire acqua potabile sicura alla
popolazione di Serengeti, Tanzania,
risolvendo potenzialmente un
problema endemico in altri paesi
in via di sviluppo.
www.ferrovial.es
Per saperne di più www.ebae.eu
Categoria «Gestione»
AEVG Abfall-Entsorgungs und
Verwertungs GmbH, Austria, è un
centro municipale per la gestione
dei rifiuti che ha introdotto sistemi
di riciclaggio all’avanguardia e,
inoltre, ha installato 5 000 m2 di
pannelli solari che forniscono
energia ai sistemi di riscaldamento
dei distretti locali.
www.aevg.at
ARÇELİK A.Ş, Turchia, azienda
produttrice di elettrodomestici, ha
riscosso una grande approvazione
per le pratiche ottimali di ecoge-
stione, per la visione innovativa
e per la totale integrazione delle
questioni sociale e ambientale
nella gestione aziendale.
www.arcelik.com.tr
Findus Group, UK, ha introdotto
un sistema di gestione della pesca
rispettoso dell’ambiente che
rafforza le politiche in materia
di sostenibilità nel settore dei
prodotti alimentari ittici. Inoltre si
impegna a garantire che i profitti
non siano prodotti a scapito di
risorse rare nel settore della pesca,
già altamente a rischio.
www.findusgroup.com