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PONFSE “Progetti finalizzati all’innalzamento delle Competenze di
base”.
Codice Nazionale 10.2.2A-FSEPON-EM-2017-159 -
Progetto “POTENZIAMO IL FUTURO”
Modulo VISITANDO MODENA
Esperto prof. Romolo Tavoletta
Tutor prof. Giovanni Maria Balistreri
Al modulo hanno partecipato 26 alunni delle classi prime
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Storia della città
L’intero territorio modenese è stato occupato da più popoli in età preistorica, lo
testimoniano i ritrovamenti custoditi al museo
archeologico della città. Le prime notizie storiche
della città si hanno dal II secolo a.C. con la
costruzione della via Emilia nel 187 a.C. e con la
successiva colonia di Mutina nel 183 a.C. Un
insediamento di forma quadrata attraversata da
un cardio e da un decumano. Si trattava di una
città molto ricca, con la presenza di un
anfiteatro (attuale via Canalino)
Nell’alto Medioevo la città subì un forte decadimento, tanto che il vescovo di
Milano, Geminiano, quando nel IV sec. d.C. passò per la città emiliana, non poté
non notare il degrado in cui versava la città.
Conquistata dai Bizantini, in seguito a carestie e inondazioni, la città romana fu
completamente abbandonata.
La rinascita si ebbe nel IX secolo, quando il
vescovo Leodoino fece erigere una cinta
muraria attorno alla zona dell’odierna
cattedrale.
L’importanza e lo sviluppo della città
sono testimoniate dalla costruzione del
Duomo nel 1099 e dalla successiva
consacrazione nel 1106 dello stesso alla
presenza del papa Pasquale II e di
Matilde di Canossa.
La città divenne un libero
comune (1126). Nel 1186 fu fondata
l’università (il quinto istituto universitario più antico al mondo ).
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Nel 1336, la signoria degli Este si afferma in modo definitivo. Gli anni della guida
estense definirono un periodo di splendore in cui il nucleo urbano si ampliò e
vennero tracciate le strade del centro storico secondo il “modello a scacchiera”.
Nel 1598 il Duca di Ferrara, Cesare I, e tutta la corte, una delle più illustri del
Rinascimento italiano, si dovettero trasferire a Modena, che diventò così
la capitale dello Stato. La città venne arricchita di numerosi edifici religiosi e civili
conferendole un aspetto maestoso e solenne.
Durante il periodo napoleonico, Modena ospitò più volte Napoleone. Questo fu un
periodo di grandi stravolgimenti, di fermento politico e vide la chiusura degli ordini
religiosi. Fu a Modena che si tenne il congresso della Repubblica Cispadana. Qui
venne per la prima volta sventolato, come simbolo del nuovo stato, il tricolore
italiano bianco, rosso e verde. Caduta la Cisalpina nel 1799, la città fu invasa dagli
austriaci, poi riconquistata dai francesi. Napoleone stesso ritornerà a Modena con
Giuseppina nel 1805. Finita l’epopea napoleonica, nel 1814 rientrò in città
Francesco IV d’Austria-Este, figlio di una figlia di Ercole III. Fu un periodo positivo
per la città, con la costruzione di nuovi edifici e la presenza degli ordini religiosi.
Molto noti sono i moti rivoluzionari del 1831 contro il potere degli Este, che
dovettero abbandonare definitivamente la città nel 1859 con il duca Francesco V.
Con il nuovo Stato la città fu declassata
come città di media grandezza, riducendo
di molto l’importanza del centro.
Nel 1929 Enzo Ferrari fonda l’omonima
casa automobilistica.
Durante la seconda guerra mondiale la città
subisce diversi bombardamenti e viene
liberata dal nazifascismo nell’ aprile 1943.
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Pianta del cento storico
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I principali luoghi di culto
DUOMO
Piazza Duomo
Il principale monumento che rappresenta
la città in tutto il mondo è il Duomo.
L’edificio tutt’oggi continua a
sorprendere per la sua straordinaria
bellezza e originalità. La costruzione
dell’edificio cominciò nel 1099 su
progetto dell’architetto Lanfranco. Le
sculture furono realizzate da Wiligelmo.
A lui e ad altri scultori attivi agli inizi del
XII secolo si deve la splendida
decorazione dell’edificio. Nel XII secolo e fino alla metà del Trecento subentrarono
i Maestri Campionesi a completare l’apparato scultorio, apportando molte
modifiche rispetto al progetto iniziale.
Il Duomo di Modena è il simbolo della vita di fede della comunità cristiana
modenese.
Venne realizzato come "domus Clari Geminiani", casa di San Geminiano,
patrono della città.
La parte interna
All’interno, la struttura è in tre navate, con finto transetto e
tre absidi finali, il tutto costruito in mattoni ad eccezione dei
capitelli e di alcuni elementi di particolare rilievo che sono
in marmo. All’interno si trovano molte opere d’arte di
particolare pregio, come ad esempio: il Pulpito di Enrico da
Campione del 1322, la statua lignea di San Geminiano,
patrono della città, del XIV secolo, l’Altare delle Statuine,
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realizzato nel 1440, interamente in terracotta, di Michele da Firenze, la Cripta di
San Geminiano, la Madonna della pappa o Presepe Porrini di Guido Mazzoni
in terracotta dipinta, del 1480/5 e tante altre opere che meritano di essere viste.
La parte esterna
Nella facciata, su corso Duomo, l’altezza è
esattamente pari alla larghezza,
conferendo all’insieme un aspetto
armonioso. Su tutto il perimetro esterno
dell’edificio vi sono delle loggette chiuse
da arcate. Nella facciata si aprono tre
porte, benché in origine fosse prevista solo
quella centrale (le altre due furono
costruite dai maestri campionesi come
anche il rosone). Di eccezionale
importanza sono le quattro grandi lastre
scolpite dallo scultore Wiligelmo dove
vengono illustrati eventi biblici. Di grande interesse è il Portale Maggiore, decorato
dallo stesso Wiligelmo. I leoni stilofori ai lati sono di epoca romana, provenienti
con ogni probabilità da un antico sepolcro.
Sul lato settentrionale, nei pressi della torre Ghirlandina,
si apre la Porta della Pescheria o delle donzelle, quella
che, affacciandosi sulla via Emilia, accoglieva i
pellegrini.
La porta si caratterizza, per i due leoni stilofori ai lati.
Di particolare pregio sono le sculture. Nell’intradosso si
susseguono le curiose rappresentazioni dei mesi
dell’anno.
Nell’architrave sono raffigurate favole di matrice
francese. Il racconto più incredibile è quello dell’arco in
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cui è rappresentata una rielaborazione del ciclo arturiano dei Cavalieri della Tavola
Rotonda.
Sul lato occidentale c’è la Porta dei Principi, da cui
entravano i battezzandi. La porta fu eseguita sul
modello del portale maggiore di facciata da un scultore
contemporaneo al Wiligelmo. La porta è caratterizzata
da due leoni stilofori, dalla bellissima decorazione
dell’architrave, con episodi della vita di San
Geminiano.
Il lato verso la piazza è
dominato dalla Porta Regia,
costruita da maestranze
campionesi in marmo rosso
veronese ed è caratterizzata da una straordinaria
decorazione finemente lavorata e dai due leoni che tengono
delle prede tra le zampe. La struttura è sormontata da una
grande edicola, contenente una statua di San Geminiano e,
sulla destra, un incredibile osso di balena.
GHIRLANDINA
A fianco al Duomo con i suoi 89,32 metri, si proietta verso
l’alto la torre Ghirlandina, il simbolo della città di Modena.
Venne costruita come torre campanaria del Duomo, la torre
ha tuttavia rivestito fin dalle sue origini una funzione
civica. Il suono delle sue campane determinava l’apertura
delle porte della muraria e chiamava all’ordine la
popolazione in situazioni di allarme e pericolo. Le sue
possenti mura custodivano la cosiddetta “Sacrestia” del
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Comune, dove erano conservati i forzieri, gli atti pubblici e oggetti di alto valore
simbolico come la “Secchia rapita”.
I primi sei piani della torre sono a base quadrata e sono stati costruiti
contemporaneamente alla Cattedrale: i primi cinque furono completati entro il 1184,
il sesto era già realizzato nel 1261. Fino ad allora il campanile rimase tronco, anche
per importanti problemi di staticità. I cittadini chiamarono, poi, Arrigo da
Campione perché lo completasse: costui decise di elevare un’ardita guglia
ottagonale con due balconate. I lavori furono terminati nel 1319. Un nuovo
cedimento costrinse alla costruzione dei due archi che la uniscono alla chiesa. Nel
1588 il campanile venne completato come lo
conosciamo oggi. Durante una cerimonia
ufficiale, issandola lungo una scala a pioli
esterna, venne montata in cima la croce,
saldata alla sfera dorata in cui un’urna
contiene alcune reliquie del Santo Patrono
Geminiano.
La Ghirlandina, insieme al Duomo e a Piazza Grande, dal 1997 fa parte della
Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità tutelata dall’UNESCO.
Chiesa di Sant’AGOSTINO
Piazza Sant’Agostino La chiesa di Sant’Agostino, nel luogo in cui oggi è
situata, è stata eretta solo nel 1338 su una chiesa dei frati
Apostolini, fondata nel 1266. Conclusa nel 1495, fu
rimaneggiata fino al 1663. Nel 1659 la chiesa fu teatro del
funerale del Duca Francesco I; era stato allestito un
monumentale apparato funebre su disegno di Gaspare
Vigarani.
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L’allestimento traduceva in immagini un complesso programma iconografico
concepito da un gesuita, Domenico Gamberti, che per commemorare il sovrano,
appena defunto, e la Casa d’Este come esempi di pietà cristiana, individuò ben 50
figure di Santi o Beati imparentati con gli
Estensi.
L’allestimento iconografico e scenografico
in onore di Francesco I, realizzato
interamente in stucco, da temporaneo
diventò nel tempo stabile fino a trasformare
il monumento in un Pantheon delle glorie,
terrene e celesti, della Casa d’Este.
Chiesa di San GIOVANNI BATTISTA
Via Emilia Centro Si tratta dell’unica chiesa modenese che non è
annessa ad altri edifici. Dalle armoniche linee,
tipicamente neoclassiche, il disegno della
cappella è di Girolamo Frigimelica Roberti.
L’interno è a pianta circolare; la lanterna
raggiunge i 22 metri di altezza. L’attrazione più
significativa della chiesa è il complesso in
terracotta policroma, a grandezza naturale,
chiamato Compianto su Cristo morto, 1479,
di Giudo Mazzoni. Si tratta della più antica
opera del genere al mondo. Intense sono le
espressioni dei soggetti (con ogni probabilità
copiati da modelli viventi in quel tempo) e la
drammaticità della scena.
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SINAGOGA
Piazza Mazzini
Il tempio israelitico è stato costruito tra il
1869 e il 1873. La visita alla sinagoga è
possibile su appuntamento, telefonando alla
Comunità ebraica dalle ore 9.00 alle 13.00.
Sita nel cuore di quello che fu il ghetto, dal
1638 al 1859, la Sinagoga di Modena è uno
degli edifici ebraici più grandi in Italia,
nonché una delle poche ad essere poste in
pieno centro storico, segno della popolosa
comunità ebraica che seguì i Duchi da Ferrara
(più di un migliaio di fedeli a fine Ottocento).
L’edificio attuale venne costruito nel 1873, su progetto di Ludovico Maglietta, ed è
caratterizzato dalla severa facciata in stile neoclassico. Sul fronte sono interessanti
le scritte ebraiche e i simboli delle tavole di Mosè e della Menorah, il candelabro a
sette bracci. La presenza della Sinagoga a Modena, in questo luogo, è anche il
simbolo della pacifica integrazione in città di tutte le minoranze religiose.
Chiesa di San BIAGIO
Largo Porta Bologna
L’edificio, che oggi conosciamo, fu edificato nel 1650
in sostituzione di una chiesa trecentesca. La Chiesa di
San Biagio fu disegnata da Cristoforo Malagola,
meglio noto con il soprannome di Galaverna.
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L’interno è ad una sola navata ma, sulle pareti laterali, sono presenti sei altari per
lato, inseriti in altrettante arcate.
Molto interessanti sono gli affreschi della cupola, di metà Seicento, opera di Mattia
Preti, allievo, a Roma, del Guercino. .
Chiesa di San BARNABA
Via San Giacomo La Chiesa di San Barnaba sorge su una precedente
chiesa medievale. Nel 1558 il duca d'Este concede
all'Ordine dei Padri Minimi di San Francesco da
Paola l'amministrazione della chiesa e
dell'annesso convento.
Ricostruita nel 1660, conserva dipinti
significativi, arredi di epoca barocca, ornamenti in
marmo e in scagliola.
La chiesa di San
Barnaba è
sicuramente un
esempio di arte
barocca tra i più importanti in ambito modenese.
È stata completata intorno al 1760 su disegno di Luigi
Roncati. La facciata della Chiesa di San Barnaba è
divisa in due ordini, ognuno dei quali reca due statue
in nicchie: quello inferiore, le statue di Sant’Agostino
(a destra) e di San Francesco di Paola (a sinistra);
quello superiore di San Michele Arcangelo (a destra)
e San Barnaba (a sinistra).
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Il Palazzo dei Musei
I Musei civici si trovano all’interno del palazzo costruito tra il 1764 e il 1771 per
volere del duca Francesco III d’Este. Nel 1881 l'edificio è stato acquistato dal
Comune di Modena per riunirvi gli istituti culturali della città. Da allora il suo nome
è “Palazzo dei Musei”.
Attualmente il Palazzo ospita:
1. La Galleria Estense di Modena ( IV Piano ).
La Galleria conserva le collezioni d’arte
accumulate per secoli dai duchi d’Este fino
all’Unità d’Italia. Sono raccolti: dipinti, sculture,
arti applicate, grafica, monete e medaglie. La
Galleria espone 609 opere: 327 dipinti, 40 sculture
e 242 oggetti pregiati. Tutte sono molto
interessanti. Di particolare pregio è il busto
marmoreo del Duca Francesco I d’Este di Gian
Lorenzo Bernini.
2. Il Museo Archeologico
Etnologico ed il Museo d'Arte ( III
piano ).
Il Museo Civico di Modena è stato
fondato nel 1871 in seguito a scavi e
conseguenti ritrovamenti, avvenuti
nel territorio modenese. Nel 1962 il
Museo Civico è stato suddiviso in
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due settori: Museo Archeologico Etnologico e Museo d'Arte Medievale e Moderna.
Il percorso segue un ordinamento cronologico.
3. La Biblioteca Estense e
Universitaria ( II piano ).
La biblioteca raccoglie la collezione
libraria degli Estensi, le cui prime
tracce risalgono al XIV secolo.
Dopo l'Unità d’Italia, la Biblioteca
Estense si fuse con la Biblioteca
Universitaria, nacque così la Biblioteca Estense Universitaria, oggi moderno
istituto di interesse nazionale.
4. Il Museo Lapidario Estense e il
Lapidario Romano dei Musei Civici. (p.T.)
Il nucleo iniziale era costituto da alcuni pezzi
già conservati presso il Palazzo Ducale di
Modena, acquisiti dagli Este da altre
collezioni antiquarie o come reperti di scavo
provenienti dai territori ducali di Brescello e
Novellara. Fin da subito i cittadini, si
impegnarono a donare materiali di loro proprietà e a finanziare il museo, che nel giro
di un paio di anni registrò un significativo ampliamento. Oltre ai reperti di età
romana, esso accolse da subito memorie ed arche sepolcrali che per secoli, fino al
tardo Seicento, erano state collocate sul sagrato presso il fianco meridionale del
Duomo o presso altri edifici sacri di Modena e Reggio Emilia.
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Le piazze e palazzo Ducale
Piazza GRANDE
Insieme alla Cattedrale e alla
Torre Civica Ghirlandina, dal
1997, anche Piazza Grande è
stata dichiarata Patrimonio
dell’Umanità tutelata
dall’UNESCO. Da sempre essa è
il cuore dell’intera città, il luogo
dove si incontrano sia potere
religioso, il Duomo con la Ghirlandina che delimitano un lato della piazza, che
potere temporale, il Palazzo del Comune che ne delimita un altro lato.
Nella piazza, vicino all’ingresso dello scalone del Comune, si trova la cosiddetta
Pietra Ringadora, un grande blocco di calcare rosso
veronese dalla storia estremamente curiosa. La pietra
venne usata nel Medioevo, alternativamente, come pietra
del vituperio, come palco per arringare la folla, come
luogo dove esporre i morti in attesa che venissero
riconosciuti e, probabilmente, come sede di alcune
esecuzioni.
Ogni carnevale,
nel giorno di giovedì grasso, la maschera
cittadina, Sandrone, con la moglie Pulonia e
il figlio Sgurghighelo, si affaccia dal balcone
del Comune per tenere il suo sproloquio,
parlando in dialetto. Vengono raccontati gli
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eventi avvenuti nell’anno e non manca occasione di prendere in giro sia i politici
locali che quelli nazionali.
In un angolo del palazzo comunale, sul lato che si affaccia
su via Castellaro, è collocata la statua della Bonissima,
uno dei simboli della città.
Secondo alcune versioni
essa rappresenta Matilde di
Canossa ai cui possedimenti
Modena apparteneva,
secondo altri si tratterebbe
di una benefattrice, Bona,
che donò frumento durante una carestia. La versione
più accreditata la vuole però come simbolo
dell’Ufficio della Buona Stima, cioè quell’ente
preposto a garantire l’affidabilità delle misure (come
quelle scolpite sull’abside centrale della Cattedrale e
sulla Ghirlandina).
Piazza TORRE
Il punto migliore dove ammirare la Torre della
Ghirlandina è dallo slargo che si apre su via Emilia
denominato Piazza Torre. Al centro è posta la statua di
Alessandro Tassoni (1565 – 1635), autore del poema la
Secchia Rapita.
Contro la parete della Ghirlandina è posto il Sacrario
dei partigiani con le foto dei caduti durante la seconda
guerra mondiale. Esse ricordano il loro sacrificio e il
conferimento alla città della Medaglia d’Oro al valor militare, nel 1947.
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Piazza ROMA
Piazza Roma, di forma rettangolare, era il
palcoscenico dove, ai tempi del ducato, si
svolgevano le celebrazioni ufficiali per gli
spettacoli offerti dalla corte ai sudditi nelle
ricorrenze più importanti e per il ricevimento,
prima dell’ingresso a palazzo Ducale, di re e
papi in visita agli Este.
Sulla destra della piazza sorge il Monumento a
Ciro Menotti (vedi foto), patriota modenese nei moti del
1831. La statua fu realizzata nel 1880 da Cesare Sighinolfi,
con la bandiera posta esattamente in direzione del Salottino
d’oro del Palazzo ducale.
Da qualche anno la piazza è stata riqualificata, con una
nuova pavimentazione e con tre fontane a pelo d’acqua, con
una serie di spruzzi, che quando sono aperti, creano dei
giochi d’acqua. Molti bambini, tendono a giocare con questi
spruzzi.
Palazzo DUCALE
Il palazzo venne costruito su progetto
dell’architetto Bartolomeo Avanzini
a partire dal 1634, sede per molto
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tempo della corte estense. L'elegante facciata si presenta con tre piante di finestre
affiancate, coronate da balaustre con
statue. Il cortile d'onore, che si
sviluppa su un loggiato a due piani è
considerato un capolavoro
dell'architettura barocca. Da qui si
accede allo scalone d'onore (vedi foto),
ornato da statue romane, che porta alle
numerose sale della residenza estense.
In
particolare si segnalano: la Sala del Trono, il Salone
d'onore, la sala della Stringa e il Salottino d'oro (vedi foto).
Oggi il palazzo è sede dell'Accademia militare.
Nel salone centrale è degno di nota il soffitto (vedi foto),
affrescato nel Settecento da Marco Antonio Franceschini,
con l’incoronazione di Bradamante, capostipite degli Este,
già celebrata da Ariosto
nell'Orlando furioso.
Suggestiva
testimonianza dello
sfarzo della piccola corte estense nel Settecento è il
Salottino d'oro, il gabinetto di lavoro del duca
Francesco III, che nel 1756 lo fece rivestire e
decorare con pannelli rivestiti di oro zecchino.
Questo particolare ha fatto sì che, durante i vari
saccheggi, i pannelli venissero smontati e riposti nei
sotterranei senza che gli invasori ne sapessero nulla.
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I parchi
Giardini DUCALI
L’origine dei Giardini Ducali Estensi si può
far risalire al 1598, anno in cui il duca
Cesare fece recintare con una siepe un
ampio spazio incolto a Nord del castello. La
trasformazione in giardino fu realizzata
negli anni seguenti. Negli anni successivi
continuarono i lavori di abbellimento e di
arricchimento del patrimonio botanico del
parco. Successivamente, sotto la corte di Francesco III, venne creato l’orto botanico.
Una nota a parte merita senz’altro il più vecchio degli alberi del verde pubblico: una
quercia con più di duecento anni.
Parco FERRARI
Il parco è stato inaugurato nel 1991 ed è stato
ristrutturato nel 1998 e nel 1999. Anfiteatro
naturale per spettacoli, eventi e manifestazioni
culturali. In una delle colline del parco è stato
realizzato un anfiteatro naturale utilizzato nel
periodo estivo
per assistere a
spettacoli,
eventi e manifestazioni culturali che si svolgono
sul palco appositamente adibito. Il primo luglio
del 2017 ha ospitato il concerto di Vasco Rossi,
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denominato Vasco Modena Park, a cui hanno assistito circa 200.000 spettatori.
Parco NOVI SAD
Durante il periodo estense era la Piazza d'Armi,
di cui rimangono le tribune dove si svolgevano
le corse. All'interno dell'anello è stato ricavato
il parco a cui è stato dato il nome della città
serba di Novi Sad. Durante i recenti lavori per
la costruzione di un parcheggio sotterraneo
sono stati rinvenuti i resti di una strada e di una
necropoli di epoca romana, che sono utilizzati
per la realizzazione del nuovo Museo Archeologico all'aperto Novi Ark, inaugurato
il 21 luglio 2012. Completano il parco archeologico i resti di un pozzo, che era
probabilmente utilizzato per l'allevamento delle carpe.
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Prodotti tipici
Il Parmigiano Reggiano D.O.P.
Le origini del Parmigiano Reggiano risalgono
al Medioevo e vengono generalmente
collocate attorno al XII secolo.
Presso i monasteri benedettini e cistercensi di
Parma e di Reggio Emilia comparvero i primi
caselli.
Oggi il Consorzio è costituito da circa 350
caseifici (compresi nelle provincie di Modena, Reggio Emilia, Parma, una parte della
provincia di Bologna e Mantova) che devono rispettare rigorosamente il Disciplinare
del Consorzio per nominare il loro prodotto Parmigiano Reggiano.
Gli ingredienti sono il latte di mucca ed il caglio. In commercio si trovano delle
forme invecchiate 18, 24, 30 e 36 mesi. In alcuni caseifici si trovano delle forme
stagionate anche da 78/100 mesi.
Può essere utilizzato da solo, per arricchire i piatti o come ingrediente nelle varie
preparazioni (soprattutto i ripieni della pasta fresca).
L’aceto balsamico I.G.P.
Nel Medioevo l’aceto, ricavato dal mosto d’uva, era
usato per combattere il mal di gola, le malattie
respiratorie, lo scorbuto e la peste: ecco spiegato il
motivo dell’uso dell’aggettivo “balsamico”. Questo,
tuttavia, non toglie che l’aceto balsamico assicuri altri
vantaggi alla salute. L’aceto è prodotto con mosti cotti
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d'uve provenienti esclusivamente dalle province di Modena e di Reggio Emilia,
fermentati, acetificati ed in seguito invecchiati per almeno dodici anni.
Viene usato come condimento.
Gnocco fritto e crescentine
Lo gnocco (farina, strutto, acqua minerale e sale) è una
delizia modenese, servito ai tavoli unitamente alle
crescentine, più conosciute con il anche tigelle
(farina, strutto, acqua, olio, lievito e sale). Le tigelle
sono assimilate a dischetti di pane farciti a piacere con
salumi e formaggi. Le tigelle come lo gnocco possono
essere accompagnate da marmellate, formaggi, lardo e
salumi.
I borlenghi
Si tratta di una cialda molto sottile e croccante, una sorta di
crepes, ancora più friabile, che viene realizzata a partire da
un impasto (detto “colla”) fatto solo di acqua, farina e sale,
con la possibile aggiunta di uovo. I borlenghi possono essere
farciti con qualsiasi tipo di salume. È uno dei piatti montanari
più famosi dell’appennino modenese.
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I tortellini
Sulle origini del tortellino ci sono diverse
ipotesi.
Si racconta che in una locanda di
Castelfranco Emilia, un tempo sotto
Bologna, giunse una splendida
marchesina. Il cuoco dell'osteria, attratto
da tale bellezza, spiò la donna dalla
serratura e rimase colpito dal suo ombelico. Quando arrivò il momento di preparare
la cena, l'abile chef formò, con sfoglia e ripieno di carne, una nuova prelibatezza,
ispirandosi proprio a quel nobile ombelico.
Altri vogliono un'origine divina, sostituendo alla figura della marchesina la dea
Venere. Qualunque sia la sua vera storia, il tortellino è conosciuto in tutto il mondo.
Lo squisito ombelico di pasta sfoglia ripieno di carne (maiale, prosciutto, salsiccia,
a volte mortadella) può essere servito in brodo o condito con la panna.
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Bibliografia
Paolo Golinelli, Breve storia di Modena, Feltrinelli editore
Autori vari, Breve guida di Modena, ed. Panini
Autori vari, Modena e provincia, ed. Touring club italiano
Patrizia Belloi e Elis Colombini, Modena illustrata. Visita guidata alla città di
Modena, ed. Colombini
Gianfranco Levoni, Modena, Edizioni Artestampa
Sitografia
www.comune.modena.it
www.cultura-italiana.it-schools.com
www.gazzettadimodena.gelocal.it
www.it.wikipedia.org
www.laguidadimodena.it
www.magnaparma.com
www.modenaparchi.com
www.modenatoday.it
www.parmigiano-reggiano.it
www.pieterduisenberg.nl
www.touringclub.it
www. travelitalia.com
www.vanityfair.it
www.visitmodena.it
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Indice
Storia della città pag. 2
Pianta del centro storico pag. 4
I principali luoghi di culto pag. 4
Duomo pag. 5
Ghirlandina pag. 7
Chiesa di Sant’Agostino pag. 8
Chiesa di San Giovanni Battista pag. 9
Sinagoga pag. 10
Chiesa di San Biagio pag. 10
Chiesa di San Barnaba pag. 11
Palazzo dei Musei pag. 12
Le piazze e Palazzo Ducale pag. 14
Piazza Roma pag. 14
Piazza Torre pag. 15
Piazza Roma pag. 16
Palazzo Ducale pag. 16
I parchi pag. 18
Giardini Ducali pag. 18
Parco Ferrari pag. 18
Parco Novi Sad pag. 19
Prodotti tipici pag. 20
Il Parmigiano Reggiano D.O.P. pag. 20
L’aceto balsamico I.G.P. pag. 20
Gnocco fritto e crescentine pag. 20
I borlenghi pag. 21
I tortellini pag. 22
Bibliografia pag. 23
Sitografia pag. 23