Progetto - Dante Alighieri Torino scuola media · verso i diritti dei bambini che è sempre...

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Progetto

La “Scuola” amica dei bambini

Finalità:

1. Sviluppare una conoscenza consapevole dei diritti umani ed in parti-

colare dei “Diritti dell’Infanzia” e degli organismi che li promuovo-

no, li sostengono e li difendono.

2. Costruire una scuola sempre più amica dei diritti di tutti coloro che la

vivono.

3. Valorizzare l’esperienza diretta degli studenti e dell’esercizio dei di-

ritti/doveri di Cittadinanza.

4. Sottolineare la necessità che le scuole si caratterizzano come ambien-

ti di apprendimento democratico.

Il progetto ha preso l’avvio dopo l’annuncio del conferimento alla nostra

scuola dell’onorificenza di scuola ambasciatrice Unicef con la seguente

motivazione: “Gli insegnanti hanno accolto l’intervento dei volontari Uni-

cef ed hanno contribuito con un approfondimento continuo a far nascere e

maturare negli alunni un atteggiamento di attenzione e consapevolezza

verso i diritti dei bambini che è sempre sfociato in gesti di solidarietà nei

confronti dei progetti Unicef rivolti a situazioni di svantaggio nel resto del

Mondo”.

20 novembre, 2010 (ventennale della Convenzione dei Diritti dell’Infanzia

e dell’Adolescenza)

Abbiamo pensato che questo evento non dovesse essere un punto di arrivo

ma di partenza per un’ulteriore sensibilizzazione degli allievi con un coin-

volgimento totale delle classi prime.

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FOTO CERIMONIA DI INVESTITURA

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ELABORAZIONE DEL TEMA

Attività 1

Brain storming

Nella fase iniziale il docente che conduce il progetto fa una rilevazione

della percezione del diritto, si chiede agli allievi di dare una definizione

anche generalizzata.

Si raccolgono le diverse risposte, si fa una sintesi e si da inizio alla rifles-

sione sul tema.

Attività 2

Visita degli allievi alla mostra sui Diritti allestita nei corridoi della scuola

con una produzione grafica relativa ad una esperienza pregressa.

Incontro con una operatrice Unicef che introduce il discorso sui diritti illu-

strando la convenzione e soffermandosi soprattutto sul diritto

all’istruzione.

Confronto con gli articoli 28 e 29 della Convenzione e l’articolo 34 della

Costituzione (1).

1 VEDI ALLEGATO 1

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Attività 3

Gli allievi sono sensibilizzati al problema dei diritti di difficile attuazione,

dei diritti mancati, attraverso testimonianze, racconti, fotografie che illu-

strano la condizione dei bambini che vivono senza “giustizia”.

Allestimento mostra fotografica sul lavoro minorile, gentilmente concessa

dall’ILO (2) – IPEC (

3).

Produzione da parte degli allievi di testi poetici.

Vedi:

Allegato2: art. 31 e 32 della Convenzione.

Allegato 3: Produzione poetica.

2 ILO = Organizzazione Internazionale del Lavoro

3 IPEC = Programma Internazionale per l’Eliminazione del Lavoro Minorile

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Figura 1: ILO(C837) Produzione di Mattoni, Asia, P. Lissac - ILO(C1007) Bambino minatore, America Latina, E. Gianotti

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Figura 2: Fonte ILO

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ALLEGATO 1: CONVENZIONE E COSTITUZIONE ITALIANA

Articoli 28 e 29 della Convenzione

Art. 28

1. Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo all'educazione, e in particolare, al fine di garantire l'esercizio di tale diritto in misura sempre maggiore e in base all'uguaglianza delle possibilità: a) rendono l'insegnamento primario obbligatorio e gratuito per tutti; b) incoraggiano l'organizzazione di varie forme di insegnamento secondario sia generale che professionale, che saranno aperte e ac-cessibili a ogni fanciullo, e adottano misure adeguate come la gratuità dell'insegnamento e l'offerta di una sovvenzione finanziaria in caso di necessità; c) garantiscono a tutti l'accesso all'insegnamen-to superiore con ogni mezzo appropriato, in funzione delle capacità di ognuno; d) fanno in modo che l'informazione e l'orientamento scolastico e professionale siano aperte e accessibili a ogni fan-ciullo; e) adottano misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola.

2. Gli Stati parti adottano ogni adeguato provvedimento per vigilare affinché la disciplina scolastica sia applicata in maniera compatibile con la dignità del fanciullo in quanto essere umano e in conformi-tà con la presente Convenzione. Gli Stati parti favoriscono e incoraggiano la cooperazione interna-zionale nel settore dell'educazione, in vista soprattutto di contribuire a eliminare l'ignoranza e l'a-nalfabetismo nel mondo e facilitare l'accesso alle conoscenze scientifiche e tecniche e ai metodi di insegnamento moderni. A tal fine, si tiene conto in particolare delle necessità dei paesi in via di svi-luppo.

Art . 29

1. Gli Stati parti convengono che l'educazione del fanciullo deve avere come finalità: a) favorire lo svi-luppo della personalità del fanciullo nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini men-tali e fisiche, in tutta la loro potenzialità; b) sviluppare nel fanciullo il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dei principi consacrati nella Carta delle Nazioni Unite; c) sviluppare nel fanciullo il rispetto dei suoi genitori, della sua identità, della sua lingua e dei suoi valori culturali, nonché il rispetto dei valori nazionali del paese nel quale vive, del paese di cui può essere originario e delle civiltà diverse dalla sua; d) preparare il fanciullo ad assumere le responsabilità della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi e delle persone di origine autoctona; e) sviluppare nel fanciullo il rispetto dell'ambiente naturale.

2. Nessuna disposizione del presente articolo o dell'art.28 sarà interpretata in maniera da nuocere alla libertà delle persone fisiche o morali di creare e di dirigere istituzioni didattiche, a condizione che i principi enunciati al paragrafo 1 del presente articolo siano rispettati e che l'educazione impartita in tali istituzioni sia conforme alle norme minime prescritte dallo Stato.

Fonte: http://www.unicef.it/doc/604/la-convenzione-sui-diritti-

dellinfanzia---artt-21---30.htm

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Articolo 34 della Costituzione

Parte I - Diritti e doveri dei cittadini

Titolo II - Rapporti etico-sociali

Articolo 34

La scuola è aperta a tutti.

L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più

alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie

ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

Fonte:

http://www.senato.it/istituzione/29375/131289/131307/131313/articolo.htm

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Allegato 2: art. 31 e 32 della Convenzione

Art. 31

1. Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica.

2. Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita cul-turale e artistica e incoraggiano l'organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali.

Art. 32

Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo di essere protetto contro lo sfruttamento economi-

co e di non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repenta-

glio la sua educazione o di nuocere alla sua salute o al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, mo-

rale o sociale.

2. Gli Stati parti adottano misure legislative, amministrative, sociali ed educative per garantire l'ap-

plicazione del presente articolo. A tal fine, e in considerazione delle disposizioni pertinenti degli al-

tri strumenti internazionali, gli Stati parti, in particolare:

1. stabiliscono un'età minima oppure età minime di ammissione all'impiego; 2. prevedono un'adeguata regolamentazione degli orari di lavoro e delle condizioni d'impiego; 3. prevedono pene o altre sanzioni appropriate per garantire l'attuazione effettiva del presente arti-

colo

Fonte: http://www.unicef.it/doc/605/la-convenzione-sui-diritti-

dellinfanzia---artt-31---41.htm

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Allegato 3: Produzione poetica

Perché io? Perché qui?

Perché tanta differenza?

Non c’è perché che sappia rispondere

Al dolore e alla fatica di questi bambini

Africani, asiatici, sudamericani.

Bambini che l’amore e la fortuna

Non sanno neppure cosa siano

Lavorano, lavorano

Senza nessuna ricompensa.

Non riusciamo a immaginare

Cosa provano, siamo solo in grado di scappare

Da chi dovremmo aiutare,

forse per paura.

Ma i problemi vanno affrontati e i bambini salvati.

R. C.

Nei bambini in Italia,

la felicità varia.

I bambini in Africa

non sono contenti e non hanno carica.

Sono tristi e fan pesanti lavori,

e portano in Italia i loro dolori.

Da noi van tutti a scuola,

e tutti insieme si lavora.

In Africa istruzione non hanno,

e per loro è un grande danno.

Per aiutarli dobbiamo darci da fare,

perchè lì non hanno diritti e li dobbiamo aiutare.

Lavoro pesante è tutto ciò che hanno,

ogni giorno di ogni anno.

G.G.

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Per me tanto amore per troppi altri troppo dolore.

io ho un'istruzione e gli altri una brutta situazione.

In giro tanta tristezza a noi solo coccole e tenerezza in questo mondo è fortunato

chi nel benessere è nato: giochi vestiti e caramelle da gustare

e per altri niente da mangiare, per non parlare delle malattie che provocano ancora tante epide-

mie. Perchè tante diversità?

questa non è la nostra volontà ma, purtroppo, la pura verità.

E.V.

Eccoci qui arrivati casualmente Perche’ siamo nati in questo continente?

Noi dei diritti ne siamo grati,

Ma ci sono ragazzi meno fortunati;

giorno dopo giorno si coprono di sudore

ma la speranza è viva nel loro cuore,

chiedon solo una vita migliore.

Fatiche, lavori pesanti e un brutto destino,

nei paesi poveri è la sorte di ogni bambino.

Se si inizia ad osservarli Vien solo voglia di aiutarli.

Perche’ a loro queste ingiustizie

E a noi situazioni propizie?

Forse non se ne comprenderà mai la ragione Ma bisogna aiutarli, è questa la nostra missione.

U.F.

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Perché io posso avere ciò che altri non hanno?

Come si può essere contenti se altri bambini soffriranno?

Lavorano giorno e notte

Si sforzano continuamente

per realizzare prodotti poi venduti alla gente

a prezzi costosi

ma allora perché usan sistemi così faticosi?

Questo perché di tutto il ricavato,

neanche un soldo viene impiegato

per acquistare macchinari che facilitino il lavoro,

i proprietari si tengono il ricavato tutto per loro.

Son convinto però che se continueremo ad aiutarli

prima o poi riusciremo a salvarli

e a liberarli dal lavoro pesante

da cui non si ricava nulla di gratificante.

Se questo progetto riusciremo a completare

quei bambini,liberi,finalmente potranno giocare.

E.B.

Scelto casualmente

tra tanta gente,

mi sento fortunato

perché Dio mi ha portato

sulla terra che ha creato

in questa situazione propizia,

che a me sembra un’ingiustizia.

In molti paesi i bambini sono offesi,

non possono giocare, ne disegnare.

Lavorano per una ditta famosa

e fanno una vita affannosa;

al posto di andare a scuola

hanno in mano una pistola,

si ritrovano in una mattanza

e non nella loro stanza.

Se al mondo ci fosse più onestà

ogni bambino vivrebbe la propria età.

L.V.

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I diritti sono importanti ma non sempre rispettati,

ci vuole aiuto e sostegno

insieme all’impegno.

Tra i diritti c’è l’istruzione,

tra cui l’educazione.

Con l’istruzione s’intende la scuola,

dove s’impara lentamente

ma a volte è divertente.

In Africa tutto questo non c’è

e io mi chiedo perché.

Perché io qui sono nato,

perché sono così fortunato?

Là i bambini lavorano senza mai finire

e questo fa loro soffrire,

il lavoro minorile è un oltraggio incivile.

G.G.

Tra africani poverelli

ci sono anche orfanelli

loro sempre a lavorare

e non possono studiare.

Non sono niente

e fanno il lavoro di un intero continente

faticano tutta la giornata

ma la loro fatica non è mai ricompensata

noi abbiamo il coraggio di comprare

ma non di andare là a provare.

E.D.

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Perché sono italiano

Invece che africano?

Chi sono io per avere l’istruzione,

E un africano solo emarginazione?

Chi sono io per avere tanta allegria,

Piuttosto che un bambino armato

Con tanta malinconia?

Chi sono io per rifiutare il pane,

Mentre nel mondo c’è chi patisce la fame?

Perché io ho tante comodità

E tanti nemmeno un’ identità?

R.R.

Perché io? Why me? Pourquoi moi? Warum ich?

Voci da tutto il mondo Che, come me,

si chiedono il perché.

Una domanda ricorrente

Ma con un significato profondo.

Perché non c’è uguaglianza

Destino?

Tu hai scelto per me questo paese

Dove l legalità

È un principio serio, fermo.

Quaggiù qualcuno chiede il nostro aiuto, un acuto di disperazione

Un acuto di disperazione,

Soffocato dalla mancanza dei loro diritti.

La mia non è fortuna,

ma qualcuno ha voluto,

ha deciso.

Ma allora perché, perché io?

E ancora nessuno risponde.

L.P.

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Figura 3: Gli allievi recitano la loro produzione poetica

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Figura 4:

Raccolta delle poesie all’interno dei petali di un fiore che secondo gli allievi rappresenta la speranza di un futuro migliore

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Attività 4

Alcune classi delle scuole elementari circoli didattici “Kennedy” e “Duca

D’Aosta” sono state invitate a visitare la mostra, per promuovere lo svi-

luppo di esperienze e di collaborazione fra i diversi ordini di Scuola.

I piccoli allievi sono stati guidati nel percorso dai loro “colleghi” della

scuola media, che si sono immedesimati nel ruolo di veri ambasciatori e

difensori dei diritti.

Proiezione e commento del filmato “L’Isola degli Smemorati” (4),

storia di Bianca Pitzorno, che racconta i diritti dei bambini, e prodot-

to dall’Unicef Italia.

Drammatizzazione di un racconto prodotto dagli allievi sullo sfrut-

tamento minorile, dal titolo “Nabil”.

Figura 5 4 Cartone animato che racconta la storia di otto bambini che dopo un naufragio approdano all’Isola degli Smemorati,

dove da molto tempo vivono 8 anziani che hanno dimenticato il resto del mondo, persino l’esistenza dei bambini. L’unico che ricorda tutto è il vecchissimo mago Lucanòr, che ha tre amici parlanti: il cane Corricorri, il gabbiamo Uà, il pesce Splash. Saranno proprio loro a vegliare sui bambini e a difendere i loro diritti, che gli adulti si sono dimenticati.

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Attività 5

Gli allievi devono riconoscere che la scuola non difende e promuove solo i

diritti, ma esige anche l’osservanza dei doveri.

Si invitano i ragazzi ad esprimere i loro pensieri attraverso una rappresen-

tazione grafica significativa: la scuola come essi la vivono (con tutti i dirit-

ti acquisiti) e come viene vissuta da coetanei meno fortunati in varie parti

del mondo.

L’utilizzo dell’arte e dell’espressione creativa rappresenta un valore ag-

giunto al percorso dell’attività progettuale.

Figura 6

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Attività 6

Solidarietà

La solidarietà come momento tangibile del percorso.

Attivazione di un laboratorio (genitori) per la produzione delle bambole

“Pigotte” (Programma UNICEF).

La finalità di questa iniziativa è, con l’adozione della Pigotta, assicurare un

ciclo di vaccini ai bambini nei paesi in via di sviluppo.

È stata attivata una raccolta fondi per adottare un progetto per lo sviluppo

di alcuni Paesi. La nostra Scuola ha scelto Haiti. L’obiettivo è la realizza-

zione di uno dei progetti, seguendone lo sviluppo.

Figura 7: Le Pigotte

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METODOLOGIA

Il progetto è stato realizzato dai docenti di: Lettere, Arte e Immagine e Re-

ligione.

Sono state utilizzate metodologie didattiche attive e funzionali, dando agli

allievi la possibilità di riflettere individualmente o collettivamente sui con-

tenuti proposti accedendo a casi concreti e sperimentando in prima persona

le implicazioni concettuali connesse a ciascun argomento trattato (saper

essere).

È stato attivato un continuo e costante ponte di collegamento tra quanto di-

scusso in classe e quanto vissuto quotidianamente nella propria esperienza

di vita (saper fare).

Sono stati adottati tutti gli strumenti per accrescere la motivazione e

l’interesse, coinvolgendo direttamente gli allievi nell’operatività (valoriz-

zazione didattica laboratoriale), rinforzando positivamente

l’apprendimento e responsabilizzando gli allievi.

Metodologia di rilevazione:

Brain storming

Analisi delle problematiche

Discussioni aperte

Giochi di ruolo e simulazione

Attività artistiche ed espressive

Questionari

Moduli legati all’immagine e alla fotografia

Elaborati scritti, commenti sui temi proposti

Valutazione del docente

Le competenze sono state raggiunte a livelli differenti, comunque soddisfacenti e ri-

spondenti ai parametri già prefissati:

hanno acquisito un metodo di ricerca;

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hanno progettato le fasi di lavoro all’interno del progetto proposto;

hanno comunicato in modo efficace i messaggi relativi all’argomento per mez-

zo delle diverse tecnologie;

hanno dimostrato di essere responsabili della buona riuscita del progetto;

hanno collegato e creato relazioni tra gli argomenti trattati;

hanno acquisito ed interpretato informazioni relative all’argomento proposto

Valutazione da parte degli allievi

Abbiamo apprezzato il lavoro propostoci dai docenti poiché ci ha dato

modo non solo di conoscere realtà diverse dalle nostre, ma soprattutto di

comprendere quanto la “SCUOLA” cerchi di sostenere i diritti di tutti i

bambini e gli adolescenti promuovendo iniziative che ci coinvolgono e ci

interpellano.

Abbiamo lavorato nelle varie attività anche con il supporto di operatori e-

sterni (UNICEF, YOUNG FONTIERS – ILO – IPEC), ma anche di geni-

tori che hanno offerto la loro collaborazione compatibilmente con le loro

competenze.

È stato un bel lavoro di gruppo del quale tutti abbiamo beneficiato in ter-

mini di crescita personale, sociale e scolastica. Nel percorso dell’attività ci

siamo accorti di non essere mai soli, ma di far parte di una rete (docenti,

genitori, studenti) che lavora insieme per comprendere e promuovere i di-

ritti e per sensibilizzare contro i diritti negati.

Il nostro coinvolgimento è stato totale, ognuno mettendo a disposizione le

proprie capacità per quanto riguarda l’apporto alla produzione, ma soprat-

tutto modificando i nostri atteggiamenti dopo avere conosciuto altre realtà

di bambini meno fortunati.