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38122 TRENTO
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Galleria Adria, 4
BETTI & VIALLI STUDIO DI INGEGNERIA
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
COMUNE DI STRIGNO
OGGETTO: PROGETTO DEFINITIVO PER LA REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALE IDROELETTRICA LUNGO IL TORRENTE CHIEPPENA
RIASSUNTO NON TECNICO
TRENTO, lì ottobre 2011 IL PROGETTISTA dott. ing. Vittorino Betti
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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1 INDICE
1 INDICE .................................................................................................................................... 1
2 INTRODUZIONE ..................................................................................................................... 2
3 RIFERIMENTI NORMATIVI .................................................................................................... 3
4 INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO ............................................................................... 4
5 INQUADRAMENTO PROGETTUALE ..................................................................................... 8
6 FASI PROGETTUALI ............................................................................................................ 18
7 INQUADRAMENTO AMBIENTALE ....................................................................................... 20
8 CONCLUSIONI ..................................................................................................................... 42
9 INDICE DELLE FIGURE ....................................................................................................... 46
10 INDICE DELLE TABELLE ..................................................................................................... 46
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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2 INTRODUZIONE
L’impianto idroelettrico in oggetto prevede la derivazione del torrente Chieppena, affluente del
torrente Brenta situato sulla sinistra orografica della Valsugana, nel comune di Strigno, nel
comprensorio della Bassa Valsugana.
L’opera di presa a quota 543.35 m s.l.m. (quota sfioratore) è posizionata in sinistra orografica, a
valle della briglia esistente. La condotta forzata in PRFV, con uno sviluppo pari a 1495 metri, è
disposta per il primo tratto sul versante orografico sinistro, fino al ponte di attraversamento del
torrente Chieppena, dove la condotta stessa passa sul versante opposto (destro); prosegue fino
all’edificio centrale a quota 439.44 m s.l.m. circa, e possiede un diametro nominale pari a 600
mm. Il nuovo edificio che ospiterà la turbina, posto a quota 439.44 m s.l.m. (quota piano di
calpestio), è sito nell’abitato di Strigno in prossimità della p.ed. 1114 in C.C. Strigno. Il canale di
scarico dall’edificio centrale verso il torrente Chieppena, ha uno sviluppo di circa 3 metri,
completamente interrato, possiede una larghezza pari a 1.8 metro ed una pendenza media pari
ad 2%, in modo da scaricare facilmente la portata massima turbinata corrispondente a 500 l/s. Il
recapito delle acque è previsto nel cunicolo Cinaga, da dove poi le acque defluiscono
naturalmente nel torrente Chieppena. L’edificio centrale di progetto è previsto completamente
interrato, secondo gli standard voluti dai competenti uffici provinciali in materia di urbanistica e
tutela del paesaggio; è in corso una variante al PRG del Comune di Strigno al fine di rendere
compatibile urbanisticamente la realizzazione dell’impianto in progetto. La derivazione è realizzata
in una posizione da essere compatibile con altri utilizzi della risorsa idrica come quello irriguo
come evidenziato nella Delibera della Giunta Provinciale di Trento relativa alla verifica della
sussistenza di preminenti usi, mentre lo scarico è situato immediatamente a valle dell’abitato
principale, mantenendo in questo modo la portata naturale in alveo in corrispondenza di eventuali
scarichi di natura antropica.
figura 1: Ortofoto dell’area interessata dall’intervento (estratto PGUAP)
EDIFICIO CENTRALE
OPERA DI PRESA
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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3 RIFERIMENTI NORMATIVI
La legislazione a vari livelli ma anche la sottoscrizione di protocolli internazionali assegnano agli
scenari energetici un ruolo di centralità, anche in relazione alle problematiche connesse
all’approvvigionamento ed al consumo che si sono manifestate negli ultimi 15 anni. Per questo nel
nostro Paese come nel panorama internazionale, l’aumento della produzione di energia da fonti
rinnovabili è divenuta un obiettivo da perseguire in maniera prioritaria. L’Italia è una realtà ricca di
acqua e con sistemi montuosi di diversa natura che hanno regimi differenziati. Dopo
l’elettrificazione del Paese, però, si è via via persa l’autarchia energetica con l’aumento
esponenziale delle importazioni di combustibili fossili. La recente inversione di tendenza è rivolta
ad obiettivi anche più nobili della mera autosufficienza, in quanto segue gli indirizzi sottoscritti nel
protocollo di Kyoto. È appena il caso di ricordare che la tecnologia small hydro realizza impianti
ad energia rinnovabile con impatti ridotti sulla componente ecosistemica locale e contribuisce a
ridurre, grazie alla produzione di energia “verde”, l’emissione di anidride carbonica e di altri gas
cosiddetti “serra”. In base all’impianto normativo vigente la Provincia Autonoma di Trento è
l’Autorità competente sia in materia di rilascio delle concessioni. La legge di riferimento è la L.P.
28/1988 con il relativo Regolamento di Esecuzione, che inquadra gli impianti idroelettrici con
potenza superiore a 110 kW nel procedimento di verifica.
3.1 PIANO ENERGETICO AMBIENTALE PROVINCIALE
Il Piano Energetico Ambientale Provinciale prevede che le concessioni di nuove derivazioni
d’acqua ad uso idroelettrico possono essere assentite, ove la Giunta provinciale non ritenga
sussistere un prevalente interesse pubblico ad un diverso uso delle acque nonché fatte
comunque salve le disposizioni della normativa ambientale, nel rispetto di alcuni criteri.
3.2 PIANO GENERALE DI UTILIZZAZIONE DELLE ACQUE PUB BLICHE
Il PGUAP è lo strumento di governo del territorio per quel che riguarda le risorse idriche; raccoglie
al suo interno le più aggiornate conoscenze sulla disponibilità e utilizzazione della risorsa idrica ed
evidenzia le dinamiche e le interrelazioni esistenti fra essa, i bisogni della popolazione, la qualità
dell’ambiente e del paesaggio. Traccia precisi indirizzi rivolti ai cittadini, alle strutture tecniche e
amministrative della Provincia e degli Enti locali, affinché siano adottati criteri sostenibili
nell’utilizzo di questo importante patrimonio.
3.3 PIANO URBANISTICO PROVINCIALE
Il Piano Urbanistico Provinciale (PUP) si prefigge un utilizzo ragionato del suolo e delle risorse, la
valorizzazione dell'ambiente, il miglioramento della qualità urbana e territoriale; l’organizzazione
territoriale competitiva e lo sviluppo duraturo dell'intero sistema; l’integrazione sul territorio delle
reti infrastrutturali, ambientali, economiche e socio-culturali.
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4 INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO
4.1 PIANIFICAZIONE DI SETTORE
L’inquadramento strutturale costituisce il quadro conoscitivo del territorio. Gli elementi costitutivi si
possono ricondurre a tre quadri: il quadro primario che comprende gli elementi geologici e
geomorfologici, la rete idrografica, le aree boscate e a pascolo, le aree agricole, ad elevata
naturalità e i beni di patrimonio dolomitico. Il tracciato in progetto ricade in aree boscate e
attraversa nel punto centrale il torrente Chieppena. Per quel che riguarda il quadro secondario,
relativo al sistema degli insediamenti storici, il tracciato non interessa nessuno degli elementi
importanti di questo ambito, se non nell’ultima parte dove la condotta passerà accanto alla
vecchia fabbrica di rosari. Sia la condotta che l’edificio verranno completamente interrati, evitando
qualsiasi interferenza con le preesistenze. Il quadro terziario riguarda i paesaggi rappresentativi,
beni ambientali, beni archeologici e architettonici rappresentativi, che ritroviamo nell’abitato di
Strigno ma che non vengono interessati in alcun modo dal tracciato in progetto.
La Carta del paesaggio fornisce l’analisi e l’interpretazione del sistema del paesaggio, ed
individua gli ambiti elementari (gli insediamenti storici, le aree urbanizzate, produttive, agricole,
pascoli, boschi,… e fasce di rispetto di laghi e ghiacciai), i sistemi complessi di paesaggio (edifici
tradizionali, centri storici, ambiti di interesse rurale, forestale, alpino e fluviale) ed infine i caratteri
paesaggistici prevalenti (sistemi urbanizzati, rurali, forestali, lacustri e alpini).
Per quel che riguarda l’area interessata dall’intervento, dal punto di vista paesaggistico il tracciato
attraversa nella prima parte una zona di interesse forestale, mantenendosi comunque
costantemente sotto la strada forestale di libero accesso carrabile, e nella seconda parte, dopo
aver attraversato il Chieppena, la carta indica un paesaggio misto nel quale si alternano aree
rurali, rocce, e aree urbanizzate recentemente: in questo tratto la condotta si mantiene però al di
sotto della strada asfaltata esistente non interferendo in alcun modo con le preesistenze.
Un altro aspetto di cui si occupa il PUP sono le tutele paesistiche, all’interno delle quali vengono
individuate le aree di tutela ambientale, i beni ambientali e i beni culturali. Il tracciato della
condotta non attraversa nessun luogo di interesse storico culturale. A monte dell’edificio centrale,
in prossimità del cimitero di Strigno, si trova la Chiesetta di Loreto. Sulla Carta delle Tutele
paesistiche si possono individuare nel territorio adiacente all’intervento altri due luoghi di interesse
storico artistico: la Chiesa Arcipretale e i resti murari di un castello di età medioevale. Di fatto
l’intervento di progetto non va ad interferire con le preesistenze in quanto tutte le opere sono
previste interrate e quindi non visibili, ad eccezione del portone dell’edificio centrale rivolto verso il
torrente e quindi scarsamente percepibile.
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La Carta delle reti ecologiche e ambientali individua le aree di protezione delle risorse idriche, le
aree ad elevata naturalità, ad elevata integrità, cioè con bassa antropizzazione. Nessuna di
queste problematiche risulta individuata nell’area in esame.
La Carta del sistema insediativo e delle reti infrastrutturali individua e disciplina il
dimensionamento residenziale e i servizi a livello sovracomunale, le aree produttive del settore
secondario di livello provinciale e locale, le aree di riqualificazione urbana e territoriale ed infine le
aree agricole. L’area dell’intervento, essendo una zona marginale dell’insediamento di Strigno,
non ha alcuna interferenza con le direttive indicate nella carta, non essendo interessata dalla
presenza di aree produttive e residenziali. Nel tratto finale la condotta lambisce delle aree agricole
di scarso pregio, mantenendosi tuttavia sempre al di sotto della strada bianca esistente.
La Carta di Sintesi Geologica inquadra la zona in cui è inserito il progetto come area ad elevata
pericolosità geologica ed idrogeologica e in parte area critica recuperabile. Di fatto la condotta
essendo posizionata per tutto il suo tracciato sotto la strada, non interferisce in alcun modo con le
problematiche dell’area.
Il dissabbiatore è previsto in adiacenza alla strada esistente, subito a valle della briglia dove sarà
posizionata la griglia di presa.
L’edificio centrale, di fatto, non avrà alcuna problematica in quanto è previsto in un’area
pianeggiante a monte degli esistenti argini di contenimento delle acque del torrente Chieppena.
Per quel che riguarda la carta della pericolosità idrogeologica, la maggior parte dell’intervento
insiste in aree ad elevata pericolosità geologica, a partire dall’opera di presa, proseguendo con la
condotta posta al di sotto della strada esistente. Nel secondo tratto si attraversa un’area a
moderata pericolosità geologica fino alla zona dell’edificio centrale. Verso la fine del tracciato
all’altezza del Tiro a segno, è indicata un’area a moderata pericolosità di esondazione.
Dalla carta dell’Uso del suolo viene evidenziato come la prima parte del tracciato occupi
solamente aree a bosco e pascolo mentre nella seconda parte, in destra orografica, è
caratterizzata dall’intersezione con aree agricole, aree a bosco e pascolo, aree ricreative, dove si
trova il tiro a segno, fino ad arrivare nell’ultimo tratto definito come area agricola. Nonostante la
presenza di questa diversità di uso del suolo, la condotta non interferisce in maniera importante
con i territori attraversati, in quanto segue per tutto il tracciato la viabilità esistente.
La Carta del rischio idrogeologico indica come l’intero alveo del torrente Chieppena, incluso
l’appezzamento su cui è prevista l’opera di presa, ricada in area non classificata. Nel suo primo
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tratto , in sponda sinistra del torrente, la condotta attraversa un’area a rischio medio (R2). Dopo
l’attraversamento essa percorre, per circa 350 m, una zona non classificata, sottostante ad
un’area a rischio medio (R2). La rimanente parte del tracciato della condotta e l’edificio centrale
sono previsti in area a rischio moderato (R1). La definizione degli interventi ammissibili nelle aree
a rischio idrologico medio, contrassegnate R2, e moderato, contrassegnate R1, è demandata ai
piani regolatori generali dei comuni, che vi provvedono mediante approfondimenti a scala locale
riferiti anche alle possibili alternative di localizzazione delle previsioni urbanistiche nel loro insieme
(art.18 delle Norme d’attuazione del P.G.U.A.P.).
La Carta degli ambiti fluviali nella zona del Torrente Chieppena non rileva alcun ambito fluviale
paesaggistico con valenza significativa.
Per le rispettive cartografie di riferimento, si rimanda allo Studio di Impatto Ambientale.
4.2 PIANO ENERGETICO AMBIENTALE PROVINCIALE
L’impianto in progetto rispetta tutte le prescrizioni del Piano Energetico Ambientale Provinciale,
per quanto riguarda le nuove concessioni di impianti idroelettrici, ed è quindi da ritenersi
conforme.
4.3 PIANO REGOLATORE GENERALE
Per quanto riguarda l’opera di presa si sottolinea come la traversa di presa e il canale di scarico
ricadano in Area Improduttiva mentre il sistema dissabbiatore/vasca di carico occupi un’Area a
Bosco. L’edificio centrale invece, ricade quasi totalmente in Area Improduttiva; solo una porzione
di monte occupa un’Area Agricola Secondaria.
4.4 VINCOLO IDROGEOLOGICO
Per quel che riguarda il progetto sul torrente Chieppena, né il tracciato della condotta né la presa
e l’edificio centrale ricadono in nessuna delle aree soggette a tutela o rispetto idrogeologico. Sul
versante destro sono presenti diverse sorgenti non selezionate a quota superiore ai 580 m s.l.m.
mentre due sorgenti sono presenti sul lato sinistro, oltre quota 680 m s.l.m.
4.5 AREE PROTETTE
Nel bacino in esame è presente il SIC denominato IT3120160 – LAGORAI, che tuttavia non
ricade all’interno dell’area di intervento.
4.6 PIANO GENERALE DI UTILIZZAZIONE DELLE ACQUE PUB BLICHE
Considerando l’area del bacino imbrifero sotteso all’opera di presa pari a 24.16 km2, la portata di
rispetto si colloca tra 96 l/s ed un massimo di 135 l/s (Tabella 1).
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Periodo Dicembre -
Marzo Aprile - Luglio Agosto –
Settembre Ottobre – Novembre
DMV unitario (l/ s kmq) 4.0 5.6 4.8 5.6 DMV Complessivo (l/s) 96.0 135.0 116.0 135.0
Tabella 1: valori di DMV unitari e totali fluviali da PGUAP relativi alla Centrale idroelettrica di Strigno
Sulla base dei valori sopra riportati e delle portate medie mensili in alveo è stata valutata l’entità
del rilascio mensile in alveo (Tabella 2).
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
RILASCIO (l/s)
154 155 179 198 398 255 182 146 177 157 343 244
Tabella 2: valori di rilascio medio mensile
4.7 PIANO DI GESTIONE DELLA FAUNA ITTICA
Per quel che riguarda il Torrente Chieppena, indicato con il Codice CI B0Z5010, il
campionamento ittico del 21 aprile 2005 ha rilevato che le due specie ittiche presenti sono la trota
fario (80.4% in numero sul totale del pescato) e lo scazzone (19.6%), a conferma di un ambiente
di buona qualità. La struttura di popolazione della trota fario (esemplari del campione) è articolata
in 3 classi d’età: 1+, 2+ e 3+. L’accrescimento è buono. Un esemplare su 10 supera la taglia
minima legale di 20 cm e raggiunge i 3 anni d’età, corrispondenti alla maturità riproduttiva. La
scarsezza di esemplari adulti è probabilmente dovuta all’elevata pressione di pesca.
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5 INQUADRAMENTO PROGETTUALE
L’impianto di progetto, che prevede la realizzazione di un impianto idroelettrico di derivazione del
torrente Chieppena, nel comune di Strigno, risulta composto dalle seguenti opere:
• una nuova opera di presa sul torrente Chieppena a quota 543.24 m.s.l.m. (quota pelo
libero vasca di carico) che sottende un bacino pari a 24.16 Kmq.
• una nuova condotta in PRFV della lunghezza pari a 1495 metri circa e diametro 600 mm.
• una nuova centrale in corrispondenza del paese di Strigno a quota 439.44 m s.l.m. (quota
piano di calpestio) in prossimità della p.ed. 1114 in C.C. Strigno.
• viabilità di servizio ed allacciamento linea SET.
5.1 OPERE DI DERIVAZIONE
L'opera di presa è ubicata a quota 543.24 m s.l.m., a ridosso di una grossa briglia esistente, posta
immediatamente a valle della confluenza fra il torrente Lusumina ed il torrente Chieppena.
Adiacente alla predetta briglia ma fisicamente separata da essa, è prevista la realizzazione di una
traversa, all’interno della quale verrà ubicata la presa per la derivazione dell’acqua. Sulla nuova
traversa viene inserita una griglia autopulente di nuova concezione del tipo a barre
opportunamente curvate, con profilo idrodinamico e spazi tra le barre molto ridotti; questo tipo di
opera di presa è nota come griglia tipo “Coanda”. Le barre saranno a sezione a V, orientate
perpendicolarmente al flusso dell’acqua e spaziate di 1 mm; il flusso dell’acqua è obbligato a
scorrere sulla griglia e da qui cade attraverso la stessa, mentre i pesci ed il materiale grossolano
trasportato dall’acqua, sostenuti dalla maglia fine della griglia e dalla velocità del flusso (in
aumento a causa della particolare conformazione della griglia) tendono a essere scaricati a valle
della griglia stessa, senza interessare la presa.
Nel caso specifico, si è scelto di utilizzare una griglia capace di evitare l’ingresso all’interno del
cavo di presa di particelle solide di diametro nominale superiore a 0.5 mm; questo facilita la
possibilità di ridurre la dimensione della vasca dissabbiatrice e non necessita della posa in opera
di sistemi di sgrigliatura automatici, altrimenti indispensabili nella configurazione di quota presente
nell’impianto in progetto.
L‘elevata velocità di deflusso e scorrimento dell’acqua impedisce poi la formazione di gelo,
riducendo quindi ulteriormente gli oneri gestionali conseguenti al controllo e alla manutenzione
dell’opera di presa.
Immediatamente a valle della traversa in progetto è prevista la realizzazione di una piccola vasca
di calma, realizzata in massi ciclopici, al fine di controllare i fenomeni di risalto e limitare i processi
erosivi del torrente. Non è stata invece prevista la realizzazione della scala di rimonta in
considerazione della presenza, lungo tutta l’asta torrentizia, di numerose briglie di notevole
altezza (maggiore di 5/6 m), ubicate sia a monte che a valle della traversa in esame. Le
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dimensioni della vasca di dissipazione sono indicativamente pari a circa m. 3.10 per tutta la
larghezza del torrente, con una profondità indicativamente pari a circa 0.40 m e fondo realizzato
mediante selciatone costruito con massi ciclopici ancorati.
La traversa viene realizzata in calcestruzzo armato, in modo da mantenerla staticamente e
fisicamente separata dalla briglia esistente; il getto del setto di monte verrà in particolare separato
dalla briglia esistente mediante la posa in opera di uno strato di polistirolo saturo o polistirene, in
modo da esser impermeabile all’acqua.
Al di sotto della griglia è presente un canale di derivazione con pendenza pari al 4% e larghezza
di 1.20 m che allontana l’acqua e la convoglia verso l’opera di presa. Al suo interno il tirante idrico
è imposto da valle. Al termine del canale è infatti presente un piccolo pozzo che opera una prima
sedimentazione dei residui solidi derivati con l’acqua e che impone il livello idrico a monte. Al suo
interno è presente una paratoia di sghiaio che svolge una doppia funzione:
• permettere la pulizia della vaschetta;
• garantire il rilascio in alveo del quantitativo necessario per il deflusso minimo vitale.
Di qui l'acqua viene convogliata mediante un canale di adduzione verso il dissabbiatore che ha il
compito di separare l'acqua dalle particelle più fini. L'acqua priva di particelle infine defluisce nella
vasca di carico, da cui parte la condotta forzata. La quota del pelo libero che si trova in questa
vasca è quella che condiziona la produzione di energia e che permette di definire il salto
dell'impianto. L'opera di presa è infine composta da una camera di manovra dove sono alloggiati
una valvola di sicurezza ed un misuratore di portata. L'opera di presa è realizzata quasi per intero
ad una distanza dall'alveo superiore a 10 m e non si prevede di operare scavi in prossimità della
sponda del torrente ad eccezione dell’area in prossimità della briglia (per la realizzazione del
canale di derivazione) e verso valle (per consentire la restituzione degli sfiori allo sfioratore
laterale del dissabbiatore). La configurazione originale delle sponde rimarrà quindi inalterata
rispetto allo stato attuale.
Per garantire il deflusso minimo vitale, la paratoia posta nel pozzo a valle del canale di adduzione
è realizzata con un foro ad apertura regolata in funzione del quantitativo di acqua da rilasciare.
A seguito del pozzetto di sghiaio si prevede un canale a sezione rettangolare che risulta, per il
primo tratto, realizzato nel corpo della nuova traversa di presa, per poi curvare parallelamente al
corso d’acqua prima di inserirsi nella vasca dissabbiatrice. Esternamente il canale è previsto
completamente interrato a partire dalla curva mentre, al suo interno, verrà applicato un apposito
impermeabilizzante, idoneo per il contenimento d’acqua di strutture e superfici monolitiche in
calcestruzzo o malta cementizia.
La bocca per la limitazione della portata massima, atta a far passare la portata massima di
derivazione pari a 500 l/s, viene regolata da una paratoia bloccata con un fine corsa, capace di
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impedirne la completa apertura. L’eccesso di derivazione tende invece a rigurgitare al di sopra
della griglia e ritornare in alveo.
Il canale di adduzione, caratterizzato da una pendenza pari al 3%, possiede una larghezza
variabile compresa fra 1.20 m e 4.00 m, per limitare gli effetti di turbolenza all’ingresso del
dissabbiatore. Nel primo tratto l'acqua defluisce con regime di moto uniforme, e la portata di
progetto viene smaltita con un tirante pari a 0.18 m, mentre nel secondo tratto il tirante è imposto
da valle, dallo stramazzo che si trova in fondo al dissabbiatore.
All'imbocco del canale è predisposta una paratoia di larghezza pari ad 1.20 m ed altezza 1.10 m
con la quale verrà limitato il quantitativo di acqua prelevato dal torrente Chieppena. Tale paratoia
sarà infatti gestita sulla base dei dati rilevati da un misuratore di portata che verrà collocato poco
a valle della presa, sul primo tratto di condotta forzata. Tale strumento rileverà infatti i valori di
portata transitanti nella condotta forzata e che verranno turbinati. Qualora questi risultassero
maggiori al massimo consentito per il relativo periodo dell'anno, verrà inviato un impulso che
faccia abbassare la paratoia. Ciò comporterà una diminuzione del prelievo di acqua dal torrente
poiché l'abbassamento della paratoia ne limiterà il deflusso mandando in pressione il canale di
adduzione; parte dell'acqua sarà quindi costretta a scorrere sopra le griglie anziché cadervi
all'interno.
Il canale di adduzione convoglia l'acqua nella vasca dissabbiatrice. Il flusso nel dissabbiatore
deve risultare sufficientemente lento da garantire la sedimentazione di granuli aventi diametro
superiore a 0.3 mm, al fine di preservare il macchinario dai danni dovuti all'usura dei materiali.
La vasca dissabbiatrice ha lunghezza di 5 m, larghezza di 4 m e profondità tale da contenere un
tirante idrico medio di 2.64 m. Il fondo della camera ha una pendenza del 4% che ha lo scopo di
raccogliere le particelle e convogliarle verso il canale di scarico della presa. In questo modo viene
facilitata la pulizia delle vasche, quando necessaria.
La lunghezza totale della vasca, pari a 5 m, consente di lasciare il primo e l'ultimo tratto della
vasca per l'assestamento dell’acqua immessa dalla camera sghiaiatrice e l'avvicinamento allo
stramazzo che conduce alla vasca di carico.
Si ricorda inoltre che l'acqua che cade attraverso la Coanda viene già depurata dalla maggior
parte delle particelle e quindi il dissabbiatore dovrà essere pulito solo occasionalmente.
In testa alla vasca è presente uno stramazzo di larghezza pari a 4 m, destinato a consentire il
passaggio dell’acqua dal dissabbiatore alla vasca di carico. In condizioni di regime alla massima
portata il funzionamento è quello di uno stramazzo rigurgitato, in quanto il tirante idrico presente
nella vasca di carico si trova ad una quota di 543.24 m s.l.m. e risulta maggiore dell’altezza del
petto dello stramazzo.
Il dissabbiatore è munito inoltre di uno sfioratore laterale da 1.65 metri per convogliare eventuali
portate in eccesso nel canale di scarico e per assorbire le oscillazioni legate all'avviamento e allo
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stacco dell'impianto. Il manufatto è collocato ad una quota di 543.32 m s.l.m., poco al di sopra
della quota del pelo libero ma sufficientemente alti da interferire il meno possibile con il transitorio
che si crea durante le fasi di regolazione della paratoia posta nel canale di adduzione. Per
garantire la possibilità di vuotare il dissabbiatore ed effettuarne la pulizia è presente una paratoia
da H700xL800 che può essere aperta in caso di necessità e che consente di far defluire l’acqua e
i sedimenti nel canale di scarico.
Per permettere la pulizia del dissabbiatore e per raccogliere le portate in eccesso che devono
essere restituite in alveo mediante lo sfioratore laterale del dissabbiatore, viene predisposto un
canale di scarico in calcestruzzo con larghezza pari a 1 m e altezza pari a 0.70 m. La pendenza è
pari al 2% e consente di scaricare in alveo l'intera portata di progetto con un tirante di 0.18 cm. La
lunghezza totale del canale è pari a 29 m e termina con una vasca di dissipazione rivestita in
massi che consente di smorzare l'energia cinetica per ridurre al minimo gli effetti sull'alveo. La
quota di restituzione dell'acqua è pari a 539.95 m s.l.m.
L'acqua dal dissabbiatore finisce nella vasca di carico, la quale ha la funzione di fornire una
sommergenza di sicurezza per l'imbocco della condotta forzata e di fornire un volume utile per
contenere gli effetti di sovrapressione legati alla chiusura e all'apertura della condotta. Una vasca
di carico ben dimensionata consente anche di ridurre la formazione di vortici nella condotta.
I criteri da seguire per evitare ciò non sono chiaramente definiti, e non esiste una singola
equazione matematica che tenga adeguatamente conto dei possibili fattori che incidono sul
fenomeno. Secondo alcuni studi del Comitato ASCE per le opere di presa degli impianti
idroelettrici, i fattori di disturbo che introducono non uniformità nelle velocità sono fonte di vortici.
Tra questi si ricordano:
- condizioni asimmetriche d’arrivo dell’acqua;
- sommergenza insufficiente;
- separazione della vena fluida e formazione di correnti parassite;
- velocità in arrivo superiori a 0.65 m/s;
- bruschi cambi nella direzione del flusso.
In definitiva per evitare i fenomeni di vortici la vasca di carico avrà una profondità utile a pieno
carico di 1.82 m misurato dalla generatrice superiore della condotta, inoltre, l’imbocco sarà
frontale alla direzione della corrente, realizzando così una configurazione simmetrica. La sua
superficie sarà pari a 16.00 mq per cui si otterranno 29 mc complessivi di volume di regolazione.
Si precisa che, vista la continuità tra vasca di carico e dissabbiatore, anche la stessa vasca
dissabbiatrice mette a disposizione una certa quantità di volume di regolazione che può essere
quantificato in 7.6 mc. In totale si ha quindi un volume di regolazione totale di circa 36 mc.
La camera delle valvole verrà realizzata a ridosso della vasca di carico, con le dimensioni
necessarie all’alloggiamento del sistema di protezione della condotta. Il vano richiesto
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all’installazione della valvola e relativo quadro di comando è pari a 4.0 m x 4.0 m. L’accesso
dall’esterno avverrà mediante un botola d’ispezione.
A protezione della condotta forzata e del terreno da essa interessato, si prevede una valvola a
farfalla a sgancio automatico per velocità eccessiva dell’acqua provocata da rottura della condotta
stessa (tale valvola è denominata anche valvola a palmola o con dispositivo a palmola). Nello
stesso manufatto saranno anche predisposti il sistema di aerazione della condotta forzata e gli
organi di regolazione automatica della portata collegati alla centrale tramite cavidotto posato
durante lo scavo per la posa della condotta. Sarà previsto in particolare l’arresto della turbina in
caso di minimo livello nella vasca di carico. Un controllo sulle quantità di acqua derivate viene
invece effettuato mediante un misuratore di portata posizionato nel tratto iniziale della condotta
forzata. Per il corretto funzionamento dello strumento tale misuratore di portata deve essere
collocato ad una distanza di 10 volte il diametro dalla palmola posta all'imbocco della condotta e 5
volte il diametro prima della prima curva del tracciato. A questo scopo viene predisposto un
pozzetto ove verrà collocato il dispositivo.
5.2 OPERE DI ADDUZIONE – CONDOTTA FORZATA
La condotta forzata sarà costituita da tubazioni in PRFV centrifugate con giunto a manicotto in
gomma con profilo a quattro labbra e rinforzato in PRFV. Il diametro scelto, DN 600 mm, è quello
che consente di turbinare 500 l/s contenendo la velocità massima dell’acqua entro i 3 m/s. Si
precisa inoltre che, alla partenza della condotta e all’arrivo in centrale, saranno utilizzate tubazioni
in acciaio per l’inserimento dei vari dispositivi di macchina e di sicurezza.
Le perdite di carico distribuite sulla lunghezza di 1495 m per la portata massima e media sono
state calcolate, considerando il moto assolutamente turbolento della corrente, ricorrendo alla
formula di Colebrook.
Le perdite di carico concentrate dovute all’imbocco ed allo sbocco della condotta sono state
valutate ricorrendo alla canonica relazione che tiene conto del termine cinetico e di un opportuno
coefficiente di perdita.
La velocità dell’acqua alla massima portata si aggira attorno a 1.8 m/s quindi è lecito supporre che
le perdite di carico localizzate lungo la condotta siano marginali e valutate un 10 % delle perdite
distribuite complessive: in questo modo si ricava un valore di perdita di carico totale pari a 5.74 m.
La condotta verrà posta in opera completamente interrata con materiale inerte vagliato e
preselezionato fino almeno a 15 cm sopra la generatrice superiore della tubazione, sotto la strada
esistente per tutto il suo tracciato.
Appena all’uscita dell’opera di presa la condotta forzata si immette sotto il sedime di una strada
forestale esistente, libera al traffico veicolare e che attualmente consente l’accesso a loc. Lupi di
Strigno.
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 13
In questo tratto, di lunghezza pari a circa 430 m, la posa della condotta sarà effettuata nella
mezzeria della sede stradale lasciando al di sopra della generatrice superiore del tubo uno strato
di ricoprimento minimo pari a 1.00 m. Alla progressiva km 0+440, la condotta attraversa in
subalveo il torrente Chieppena subito a monte del ponte esistente, per poi ricongiungersi alla
strada, ora asfaltata, presente in destra orografica alla progressiva 540.
A questo punto la condotta si sviluppa prima sulla carreggiata stradale fino alla progressiva km
0+980, sul lato destro per chi scende, e poi al di sotto della banchina stradale per un tratto di 20
m circa. Alla progressiva km 1+000 la condotta si stacca dalla strada per superare, sul lato verso
il torrente, la ex fabbrica di corone da rosario e ricongiungersi con una strada bianca esistente alla
progressiva km 1+140. Di qui in poi la condotta si snoda lungo l’argine destro del torrente
Chieppena fino all’edificio centrale, posto alla progressiva km 1+487. In quest’ultimo tratto la
condotta oltrepassa la galleria interrata del Rio Cinaga che attraversa l’abitato di Strigno.
Il tracciato della condotta è caratterizzato dalla totale assenza di curve planimetriche e di curve
altimetriche; le variazioni di tracciato verranno prevalentemente realizzate mediante tratti rettilinei
ad inviluppo circolare, utilizzando raggi di curvatura variabili da 38 a 199 m. Tale soluzione
adottata consente di ridurre al minimo le perdite di carico e fa venir meno la necessità di
realizzazione di blocchi di ancoraggio in corrispondenza di ogni cambio di direzione della
condotta.
5.3 EDIFICIO CENTRALE
L'edificio centrale è previsto completamente interrato a quota di calpestio fissata a 439.44 m s.l.m.
È posizionato per la maggior parte del suo volume sotto il piano campagna e ricoperto per la
restante parte. Si trova in una zona alle pendici del declivio, ad una quota tale da risultare al
sicuro dalle piene.
Sulla base delle indicazioni fornite dalla Provincia Autonoma di Trento per edifici di questo tipo,
nella progettazione di questa costruzione si è cercato, compatibilmente con le necessarie
volumetrie, di realizzare una struttura completamente interrata, disposta su un solo livello,
all’interno della quale trovano alloggiamento il gruppo turbina, i gruppi trasformatori e gli
apparecchi di controllo.
L’edificio è posto in sostanza su un livello; la distribuzione planimetrica vede la collocazione
dell'ampio vano atto a contenere la turbina Pelton, i quadri M.T., i quadri B.T., il quadro comandi e
la costruzione di un vano per il trasformatore principale direttamente collegato con la sala
macchine. Con accesso indipendente, come da normativa, è prevista la costruzione di un locale
consegna e di un piccolo locale misure.
Un ampio portone in lamiera verniciata color grigio permette l'accesso per la manutenzione
straordinaria dell’impianto mentre i locali consegna e misure sono dotati di aperture sufficienti per
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 14
il loro allestimento. Tutti i serramenti esterni sono realizzati in metallo e tinteggiati con colore
grigio.
La parte emergente del fabbricato è rivolta verso il torrente Chieppena; sarà completamente
rivestita in materiale lapideo di matrice granitica o calcarea a seconda delle indicazioni che il
Servizio Tutela della PAT vorrà impartire. Il manufatto è completato dalla realizzazione di due
alari, capaci di contenere il materiale di riporto necessario per la tombatura del manufatto.
Il piano di calpestio è ubicato ad una quota inferiore rispetto alla testa dell’argine di circa 60 cm; il
massimo riporto raggiunge quota 443.74 m s.l.m. ed emerge dall’argine di circa 3.70 m. La strada
esistente a lato argine verrà adeguatamente risagomata al fine di consentire di superare la
galleria Cinaga e nel contempo di raggiungere la quota di ingresso all’edificio centrale. E’ previsto
il mantenimento della strada bianca come esistente, con la sola realizzazione di una caditoia atta
a smaltire le acque meteoriche in corrispondenza del piazzale antistante l’edificio centrale.
Sotto il livello del solaio del piano di calpestio è prevista la realizzazione del canale di
collegamento dell’acqua scaricata verso la galleria Cinaga. Lo scarico sarà dotato di propria
paratoia di intercettazione che potrà essere chiusa nel caso in cui, a seguito di eventi eccezionali,
dovesse entrare in esercizio con portata rilevante la galleria Cinaga.
La strada di accesso all’edifico centrale si innesta sulla strada arginale esistente che consente
l’accesso alla adiacente p.ed. 1114 in C.C. Strigno.
La struttura verrà realizzata completamente in calcestruzzo armato, rasata internamente; il
pavimento sarà del tipo industriale al quarzo mentre per garantire l’aereazione dei locali ed il
conseguente mantenimento di una corretta temperatura di esercizio è prevista la costruzione di
una finestra sul fronte verso il torrente Chieppena e di una bocca di lupo nel locale trasformatore.
Al fine ridurre le emissioni acustiche provenienti dall’edificio centrale, tale apertura di aerazione
dovrà essere dotata di un sistema di abbattimento del rumore (griglie afoniche, camino tortuoso
rivestito internamente di materiale fonoassorbente, …).
Il canale di scarico delle acque derivate verso il Rio Cinaga viene realizzato con larghezza pari a
1.80 m, completamente coperto e dimensionato in modo tale da garantire la restituzione in alveo
della portata massima turbinata pari a 500 l/s.
E' previsto con una pendenza longitudinale pari al 2%, uno sviluppo pari a circa 3 metri e pareti
rivestite in calcestruzzo liscio esprimibile in un coefficiente di Strickler pari a 80 m1/3/s. Il punto di
scarico nel rio Cinaga è posto ad una quota di 438.30 m s.l.m.
Il canale è grado di convogliare la portata richiesta di 500 l/s con un tirante pari a circa 11 cm, con
una velocità di deflusso pari a circa 2.44 m/s; viene pertanto previsto con un’altezza variabile fra i
60 cm (tratto iniziale) e i 70 cm (tratto finale).
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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5.4 OPERE ACCESSORIE
Per l’opera di presa è prevista la realizzazione di una pista di servizio che la collega alla strada
forestale esistente. Il nuovo asse stradale è caratterizzato da una lunghezza di circa 27 m, da una
carreggiata larga 3 m e appoggiata su un rilevato in ghiaia e sabbia costipata e dalla presenza di
una banchina di larghezza 0.5 m che si raccorda al terreno esistente con una scarpata di
dimensioni 3:2. La finitura superficiale verrà realizzata mediante stabilizzato.
Per l’edificio centrale non è prevista la realizzazione di opere specifiche particolari, essendo
ubicato a ridosso della viabilità esistente. L’accesso al cantiere della centrale da parte di mezzi
pesanti può essere effettuato sfruttando, in buona parte, la viabilità urbana dell’abitato di Strigno e
realizzando, nella parte terminale, una breve pista di servizio localizzata subito a monte degli
argini esistenti.
Per quanto riguarda la viabilità di cantierizzazione per la posa della condotta si sfrutterà l’esistente
strada forestale che connette l’abitato di Strigno con il Ranch dei Lupi.
Uno dei problemi di maggiore rilevanza è chiaramente legato agli interventi relativi alla posa in
opera della condotta forzata, per la quale devono essere realizzati degli scavi a sezione ristretta e
di sbancamento. I lavori procederanno in maniera progressiva, posizionando la condotta a settori
per tratti non troppo lunghi, in modo da interessare porzioni di territorio ridotte. Si inizierà con la
rimozione del materiale di scavo, che verrà trasportato nel sito più vicino tra quelli appositamente
scelti per lo stoccaggio del materiale. Gli scavi saranno eseguiti in modo selettivo, cercando di
accumulare separatamente il materiale fresato, l’eventuale materiale vegetale ed il substrato, in
modo da consentirne un riutilizzo differenziato. L’area destinata a tale scopo si trova nei pressi
dell’attraversamento esistente del torrente Chieppena (Tavola 14) ed è stata scelta in base alla
sua vicinanza e facilità di accesso, prestando particolare attenzione alla posizione degli accumuli
di materiale che non costituisca intralcio per lo svolgimento dei lavori. In particolare il deposito
verrà realizzato ad una distanza di sicurezza dalla sommità spondale superiore ai 4 metri, ed il
fronte degli accumuli sarà disposto con inclinazione modesta per quanto riguarda il lato rivolto
verso il torrente Chieppena. Da sottolineare la presenza di un parco sito nelle immediate
vicinanze della condotta, sul lato destro (compreso fra le sezioni 73 ed 89): in quest’area i ripristini
dovranno essere effettuati in modo da velocizzare la crescita dell’erba, favorendo il reinserimento
dell’area interessata dai lavori nel territorio circostante.
Per il ripristino delle aree in prossimità dell’edificio centrale e del dissabbiatore, si procederà in
maniera analoga a quanto affermato per la condotta, con un’attenzione particolare rivolta alle
operazioni di ripristino della copertura vegetale. A questo scopo si procederà alla semina di
specie vegetali, scelte indicativamente fra graminacee provenienti da sementi locali. Finché non
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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sarà raggiunto il completo ripristino del manto sarà necessario curare le varie fasi di lavorazione,
utilizzando ammendanti, collanti organici ed acqua in base alle necessità.
La semina di specie erbose è adatta e sufficiente al trattamento delle aree, laddove le pendenze
risultano indicativamente inferiori a 20° e permett e di stabilizzare lo strato superficiale, evitando
fenomeni di erosione e rallentando lo scorrimento superficiale dell’acqua.
Sulle scarpate che hanno pendenze comprese tra i 20° e i 40°, come quelle utilizzate a lato dei
riporti, non è più sufficiente ripristinare la copertura mediante semina di specie erbose. Sarà in
questo caso necessario utilizzare dei rivestimenti vegetativi, capaci di contrastare oltre
all’erosione anche piccoli movimenti franosi. Per questi tipi di intervento verranno utilizzate
sementi abbinate a biostuoie; talora potranno essere inserite anche delle talee, al fine di favorire
la crescita di arbusti radicati. Le biostuoie, infatti, sono in grado di svolgere un’azione protettiva
contro l’erosione della pioggia e del vento, proteggono le sementi e trattengono l’umidità,
favorendo la germinazione dei semi; proteggono inoltre le sementi dall’azione diretta del sole, e
dalle oscillazioni termiche eccessive, operando allo stesso tempo una fertilizzazione del suolo
conseguente alla degradazione delle fibre naturali contenute al loro interno.
Anche nella realizzazione del dissabbiatore e dell’edificio centrale si porrà il problema dello
stoccaggio del materiale di scavo. Come indicato per la condotta, il terreno verrà posizionato nei i
siti illustrati nella tavola 14, ad eccezione dei volumi in esubero che non possono essere riutilizzati
per la copertura delle opere e i riporti adiacenti. Questi verranno redistribuiti lungo il tracciato della
condotta.
Per realizzare le opere che interessano direttamente l’alveo del torrente Chieppena, come ad
esempio la griglia Coanda con la rispettiva vasca di calma, le confluenze degli scarichi nel fiume e
l’attraversamento del torrente, sarà necessario operare una canalizzazione temporanea del corso
d’acqua. Tali lavori verranno realizzati esclusivamente nel periodo compreso tra inizio maggio e
fine ottobre, per non disturbare la fauna ittica nel periodo di riproduzione.
La canalizzazione sarà mantenuta per il tempo strettamente necessario alla realizzazione delle
opere. Nella porzione di fiume liberata dall’acqua sarà quindi possibile realizzare le opere e
cercare di predisporre la nuova conformazione dell’alveo prestando particolare attenzione alla sua
qualità biologica. Questo si può ottenere lasciando l’alveo il più naturale possibile e
predisponendo un fondo in massi ancorati. In tal modo i pesci troveranno un ambiente più
naturale ove potranno sostare e nascondersi.
Particolare importanza dal punto di vista biologico assumono anche le sponde, dal momento che
costituiscono delle aree di transizione tra l’ambiente acquatico e quello terrestre. Nel tratto di
fiume in prossimità dell’opera di presa è prevista la realizzazione di una scogliera in massi
(ancorati al fondo) rinverdita mediante la piantumazione di talee che ha la funzione di consolidare
il terreno e limitare l’erosione spondale ad opera dell’acqua. La crescita di queste specie vegetali
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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in corrispondenza dell’alveo favorisce la biodiversità e crea degli habitat ideali per il proliferare di
differenti specie animali e vegetali. Le fasce di vegetazione riparia saranno estese anche alle
sponde prive di copertura arborea ed arbustiva, al fine di ricostruire la copertura vegetale tipica
degli ambienti fluviali, garantendo in questo modo sia la funzione di ombreggiamento del corso
d’acqua sia quella di produzione della sostanza organica vegetale e di depurazione delle acque di
falda provenienti dai limitrofi campi agricoli.
Per quanto riguarda l'opera di presa verrà realizzato uno sbarramento mediante un argine
temporaneo di intercettazione che ostruirà l'alveo ad una quota di 546.00 m s.l.m. Al suo interno
verrà posizionata una tubazione con DN 1000 di lunghezza 14.30 m che convoglierà l'acqua fino
oltre la briglia esistente. Il salto dato dalla briglia verrà coperto mediante l'utilizzo di un pozzetto di
1.20 m, da cui parte un altro tratto di tubo con lunghezza di 16.20 m. La tubazione è in grado di
fare defluire una portata di 2 mc/s con un grado di riempimento del 74%.
Per quanto riguarda l'attraversamento in subalveo il corso d'acqua verrà sbarrato in due punti. Dal
momento che poco a monte della zona dei lavori è presente una biforcazione del torrente limitata
spazialmente, il ramo di sinistra verrà messo in secca grazie ad un tomo deviatore temporaneo,
alto un metro e con scarpata di inclinazione pari a 2:3. Per una maggiore protezione dall'erosione
verranno collocati dei massi di protezione alla base e sul lato di intercettazione dell'alveo. Il
secondo tomo deviatore verrà posto ad una quota di circa 502.21 m s.l.m. ed ostruirà il passaggio
dell'acqua anche nel ramo di destra, indirizzando la corrente nel canale temporaneo. Questo
verrà realizzato con un canale apposito che correrà parallelamente all’alveo naturale, utilizzando il
più possibile materiali naturali, in modo da salvaguardare al meglio la continuità dell’ecosistema
fluviale durante tutto il periodo dei lavori. Il canale avrà una larghezza e una profondità di 1 m, con
sponde inclinate a 45° e una pendenza del 4%. Quest e caratteristiche geometriche consentiranno
di trasportare una portata di 2 mc/s con un tirante 0.42 m; garantendo un tirante di sicurezza
superiore al mezzo metro. L'acqua verrà restituita in alveo ad una quota di 500.873 m s.l.m.
Durante la realizzazione dei lavori in alveo saranno evitate tutte quelle attività che comportano
l’immissione di cemento ed altri inquinanti in alveo, il lavaggio di macchinari ed altre attrezzature
di cantiere al fine di limitare l’intorbidimento delle acque ed infine la rimozione di massi presenti in
alveo per il loro utilizzo nella realizzazione degli impianti.
5.5 CONSEGNA DELL’ENERGIA
Per l'allacciamento alla linea SET da 20000 Volt si prevede la realizzazione di un tratto di linea
interrato fino a raggiungere il palo di sostegno della linea aerea di media esistente; è presumibile
che SET, sfruttando la possibilità offerta dall’apertura dello scavo per la posa della condotta
forzata, preveda l’interramento della linea area in apposito cavidotto posato contestualmente alla
condotta forzata.
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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6 FASI PROGETTUALI
6.1 FASE DI REALIZZAZIONE
L’interferenza maggiore dell’opera sul territorio è concentrata principalmente durante la fase
costruttiva dei manufatti, a causa della necessità di occupazione degli spazi e alle operazioni di
cantiere.
Il tipo di intervento permette la mitigazione dei disagi arrecati dalle opere cantieristiche in quanto
con l’inizio della produzione sia avrà il ripristino dello status quo e quindi la completa reversibilità
degli impatti arrecati.
Nella descrizione delle attività cantieristiche sono tenute a riferimento metodologie esecutive
classiche, con usuali macchinari utilizzati normalmente per simili lavorazioni e tecnologie
operative standard per analoghe lavorazioni.
Le varie opere previste prevedono una serie di lavorazioni così suddivise:
• Opere di scavo e rinterro: riguardano tutto il tracciato della condotta, ma anche la zona di
testa e la centrale. La posa in opera delle tubazioni va realizzata mediante uno scavo a
sezione ristretta che coinvolge un tratto su strada sterrata, uno su strada asfaltata e una parte
assolutamente minoritaria in terreno vegetale.
• Opere di ingegneria civile: si tratta delle strutture di testa e dell’edificio centrale, ovvero delle
opere in cemento armato che ospiteranno gli organi di presa e di regolazione a monte e gli
organi di produzione a valle.
• Opere elettromeccaniche: si compongono della turbina, del generatore, del trasformatore e di
tutti gli strumenti di regolazione e controllo presenti nella centrale di produzione.
Da un punto di vista procedurale, è intenzione procedere con appalti separati e distinti almeno per
quanto riguarda le opere civili; in particolare è ipotizzabile la presenza sul cantiere di due imprese,
una esecutrice della condotta forzata ed opera di presa, l’altra affidataria dei lavori di costruzione
dell’edificio centrale. Una lavorazione specifica ed a elevato valore aggiunto è sicuramente quella
relativa alle opere elettromeccaniche che saranno realizzate da un’impresa altamente
specializzata nel settore. Le necessità di velocizzare i tempi di realizzazione dell’opera sono
correlate a due esigenze principali e tra di loro non in contrasto:
• rapida messa in esercizio della centrale al fine di iniziare più rapidamente possibile la
produzione, ritornando al più presto degli investimenti sostenuti;
• minimizzazione dei tempi di occupazione del suolo e dunque degli impatti, sia in relazione alle
componenti più strettamente ambientali sia con riferimento ai disagi che la presenza del
cantiere può arrecare alla popolazione del luogo ed alla fruizione del territorio anche a scopo
turistico.
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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Con riferimento a questo secondo aspetto, i tempi andranno ottimizzati e ridotti il più possibile
coordinando i diversi interventi nelle zone di monte e di valle, ma soprattutto in relazione alla posa
in opera della condotta forzata.
TIPOLOGIA D'O PERA MESI DI LAVORO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 lavoro per l’allestimento della centrale di produzione lavoro per la formazione dell’opera di presa e delle relative opere accessorie lavoro per la posa della condotta di trasporto delle acque turbinate (PRFV) lavori minori di raccordo e finitura
Tabella 3: Cronoprogramma proposto per la cantierizzazione
Il cronoprogramma proposto prevede 3 mesi di tempo per la posa della condotta, in un’ottica
piuttosto cautelativa. L’accessibilità dei luoghi non è particolarmente problematica e gli spazi a
disposizione per la cantieristica sono tutto sommato congrui rispetto alle esigenze. La sezione
della fascia di cantiere necessaria per la posa ella condotta viene fissata pari a 6 metri e presenta
una larghezza sufficiente per l’accatastamento del materiale di scavo e di posa. Si è comunque
scelto di utilizzare tubazioni in PFRV che non necessitano di scavi localizzati in testa ai giunti, al
contrario delle tubazioni di acciaio per le quali si realizzano nicchie di saldatura e che presentano
un peso limitato rispetto ad analoghe tubazioni in ghisa o acciaio.
L’obiettivo di ridurre al minimo i tempi di posa in opera della condotta sarà quello maggiormente
perseguito in relazione alle problematiche di accessibilità dei luoghi e del transito lungo la strada
forestale, che sarà interrotta per il periodo strettamente necessario alle operazioni. La condotta
sarà posta in opera in periodi che, non avversi dal punto di vista meteorologico (ghiaccio e neve),
siano interessati da turismo e utenti in maniera marginale. La particolare localizzazione
dell’impianto rende possibile, a parere dello scrivente, un qualsiasi periodo fra il mese di marzo ed
il mese di novembre. Per quanto invece riguarda gli interventi in alveo, si rimanda alla specifica
trattazione dell’argomento svolta dal biologo.
6.2 FASE DI ESERCIZIO
Le fasi di esercizio dell’impianto non avranno delle specifiche ripercussioni sull’ambiente; la
prevista riduzione di portata in alveo è stata valutata con particolare attenzione e dichiarata
compatibile con una corretta gestione dell’alveo dal professionista incaricato di analizzare l’asta
fluviale dal punto di vista ambientale. E’ nota una preoccupazione da parte del Servizio Bacini
Montani relativa alla crescita di vegetazione arborea all’interno della superficie contenuta fra i due
argini torrentizi esistenti: si assicura che la crescita della vegetazione verrà costantemente
monitorata, prevedendo, se del caso, periodici interventi di pulizia dell’alveo.
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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7 INQUADRAMENTO AMBIENTALE
Di seguito si riporta l’analisi ambientale relativa all’impianto idroelettrico sul torrente Chieppena,
suddivisa a seconda dei vari fattori ambientali con cui il progetto interferisce. Per ognuno di questi
fattori viene proposta una descrizione dei principali impatti dovuti alla realizzazione dell’impianto
idroelettrico, distinguendo fra fase di cantierizzazione e di esercizio, e, ove possibile, vengono
suggerite le principali misure di mitigazione da adottare.
7.1 ATMOSFERA
Caratterizzazione meteo-climatica dell’area in esa me
Il bacino idrografico del torrente Chieppena presenta caratteristiche climatiche di transizione fra il
regime oceanico e quello continentale. Le precipitazioni medie annue variano fra i 1150 mm/anno
nella zona più occidentale del bacino agli oltre 1250 mm/anno dell’area orientale
Valutazione degli impatti sull’atmosfera
Le emissioni in atmosfera di odori durante la fase di gestione dell’impianto saranno assenti in
quanto l’opera in progetto non contiene apparecchiature che possano emettere inquinanti in
atmosfera.
Durante la fase di cantiere, le emissioni di polveri e fumi saranno determinate principalmente dal
movimento dei mezzi d’opera preposti al movimento terra. Si tratta di un impatto certamente
negativo benché, essendo ridotto nel tempo, limitato nello spazio e reversibile. A tale scopo non si
ritiene in alcun modo significativo, anche alla luce del fatto comunque che con una normale
pioggia le polveri vengono facilmente dilavate, senza produrre alcun importante effetto
sull’atmosfera stessa. Per quanto riguarda i fumi prodotti dagli scarichi dei mezzi meccanici
utilizzati, essi risulteranno non rilevanti e di nessun ulteriore impatto sulle biocenosi presenti.
La messa in esercizio di un impianto alimentato ad energia rinnovabile, come quello in esame,
comporta un risparmio energetico che può essere valutato commisurando l’energia prodotta con
l’equivalente energia che sarebbe stata ottenuta mediante la combustione di prodotti derivati dal
petrolio. Nel caso in oggetto, il risparmio energetico è quantificabile in circa 429 TEP, pari a 1722
tonnellate annue di CO2 che non saranno più emesse per l’approvvigionamento energetico.
t/anno CARBONE CARBONE CLEAN COAL
GAS PETROLIO
SO2 24.3 3.1 0.0 15.0
NOX 6.6 1.9 2.7 4.5
CO2 1811.0 1766.9 927.6 1722.8
Polveri totali sospese 17.7 0.9 0.1 1.6
Metano 1.8 1.8 0.0 3.1
Tabella 4: emissioni medie annue risparmiate per tecnologia di produzione
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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7.2 SUOLO E SOTTOSUOLO
Caratterizzazione geologica, geomorfologica e pedo logica dell’area in esame
Il torrente Chieppena drena su un bacino costituito da rocce metamorfiche e vulcaniche nelle quali
prevale lo scorrimento superficiale.
Il bacino del torrente interessa l’isola cristallina di Cima d’Asta nella sua parte sud-orientale.
Lungo il tracciato della condotta affiorano unicamente rocce sciolte quaternarie, riferibili alle
alluvioni recenti o, all’attraversamento del torrente, attuali del Chieppena. Dall’analisi dei campioni
relativi alle alluvioni attuali si evince la presenza di ghiaie con sabbie o sabbiose, pulite, con
granuli spigolosi mentre nelle alluvioni recenti si trovano ghiaie con sabbie e con limi, o limose o
debolmente limose, a granuli spigolosi.
Nelle fasce di versante che contornano le alluvioni sono presenti affioramenti riferibili alle unità
litostratigrafiche di seguito elencate (dalla più recente alla più antica):
• Depositi morenici wűrmiani (a
granulometria assai variabile)
• Dolomia principale
• Formazione di Werfen
• Formazione a Bellerophon
• Arenarie di Val Gardena
• Conglomerato di ponte Gardena
• Scisti cristallini
Per quanto riguarda la caratterizzazione pedologica dell’area in esame, si sottolinea che i suoli
interessati dall’intervento sono rappresentati, a nord, da Cambisols e Podzols e, a sud, da
Phaeozems, Leptosols e Luvisols. Si deve osservare che le opere interessano però aree con
nullo o ridotto sviluppo pedogenetico (al più si rileva qualche lembo di Leptosols, caratterizzato da
ridottissimo spessore del profilo e dai numerosi ciottoli inclusi, segni di scarsa influenza dei
processi pedogenetici) o coperte da opere antropiche (strade, piazzali, ecc.),.
Dal punto di vista geoambientale, le analisi chimiche eseguite hanno dimostrato che il terreno di
sedime si trova in buone condizioni di qualità ambientale, ricadendo i valori di concentrazione
misurati nell’ambito della Colonna A, Tabella 1, Allegato 5 al Titolo V alla Parte Quarta del D.L.
152/2006.
Per quel che riguarda la caratterizzazione idrogeologica dell’alveo, si sottolinea come le alluvioni
attuali siano caratterizzate da un coefficiente di permeabilità alto mentre quelle recenti presentano
una permeabilità da media ad alta. I depositi morenici, a causa della loro eterogeneità, possono
presentare forti differenze di permeabilità da sito a sito e, sulla stessa verticale, da livello a livello.
Tendenzialmente la permeabilità sarà più bassa di quella riscontrabile nelle alluvioni.
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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L’analisi geomorfologica dei versanti ha permesso di valutare con adeguata attenzione le
potenziali criticità del tratto in esame, evidenziando in particolare due aspetti:
a) presenza di un potenziale pericolo per colata di detrito in corrispondenza del rio delle
Fratte;
b) presenza della frana Castrozze;
Valutazione degli impatti sul suolo e sottosuolo
Gli impatti sul suolo e sottosuolo, dovuti alla costruzione dell’impianto di progetto, possono essere
stimati analizzando i volumi di scavo e di riporto relativi all’area interessata dai lavori.
In accordo con quanto affermato nel paragrafo “Opere Accessorie” si ricorda che il materiale di
scavo che verrà impiegato per il successivo ritombamento delle strutture e della condotta,
opportunamente suddiviso fra materiale fresato, porzione vegetale e substrato, verrà trasportato
in un’apposita area localizzata nei pressi dell’attraversamento esistente sul torrente Chieppena
(Tavola 14). Tale zona, scelta per la vicinanza, la facilità di accesso e il non intralcio per lo
svolgimento dei lavori, dovrà accogliere il materiale di scavo proveniente sia dai lavori di posa
della condotta che da quelli relativi all’opera di presa e all’edificio centrale. In Tabella 5 si riporta la
valutazione numerica dei volumi di terreno movimentati, suddivisi in funzione dell’opera di
provenienza.
VOLUMI DI SCAVO TOTALI [mc]
VOLUMI DI RIPORTO O
REINTERRO [mc]
VOLUMI DI TERRENO
AVANZATI [mc] CONDOTTA 3369 2985 384
OPERA DI PRESA 2301 1261 1040
EDIFICIO CENTRALE 335 683 -348
TOTALE 6005 4929 1076
Tabella 5: Volumi di scavo e riporto relativi alle diverse opere
L’accesso all’area di deposito avverrà sfruttando la viabilità esistente, in accordo con il
cronoprogramma dei lavori. In questo modo i primi volumi di terreno ad essere stoccati saranno
quelli provenienti dagli scavi di sbancamento per l’opera di presa e l’edificio centrale ai quali
seguiranno quelli relativi agli scavi a sezione ristretta dovuti alla posa della condotta.
L’entità degli scavi nei pressi dell’opera di presa e dell’edificio centrale appare modesta
soprattutto a causa della scelta dell’area di posa dei due edifici: il posizionamento del sistema
dissabbiatore/vasca di carico e della centrale asseconda infatti le forme del territorio senza
alterare in modo significativo la morfologia dei versanti.
Per quanto riguarda la condotta, invece, è necessario sottolineare che le operazioni di scavo per
la sua posa interessano uno strato superficiale di profondità massima che si aggira attorno a 1.6
m. In questo modo la componente suolo e sottosuolo non subisce che alterazioni locali, le cui
entità risultano essere lievi anche in virtù del fatto che la porzione di territorio interessata ricade
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 23
completamente al di sotto della viabilità esistente ed è quindi caratterizzata da un basso valore di
naturalità.
Al fine di definire al meglio l’interferenza dell’opera con la componente suolo e sottosuolo, sono
inoltre stati valutati gli impatti che la stessa produce sulle due aree critiche precedentemente
illustrate: il bacino del Rio delle Fratte e la frana Castrozze.
Rio delle Fratte
A seguito di intensi fenomeni atmosferici, lungo l’asta del rio Fratte, caratterizzato da una
pendenza longitudinale particolarmente elevata (>63%), si verificano degli improvvisi colamenti di
materiale sciolto (debris flow), che interessano l’attuale sede stradale. Si tratta comunque di
volumetrie alquanto modeste (generalmente inferiori a 10 mc) ma che in condizioni estreme
possono assumere il ragguardevole valore di 43 mc. Preme segnalare che questo valore, ricavato
dallo studio di D’Agostino su eventi storici di trasporto estremo in alcuni bacini di piccola e media
superficie nel Trentino Orientale, rapportato al bacino, corrisponde ad un contributo specifico di 99
mc/kmq.
Il processo di debris flow si esaurisce comunque in corrispondenza della carreggiata stradale o
sul sedime della stessa; appare perciò irrilevante ai fini della presenza della condotta forzata (in
fase di esercizio) che risulta interrata con profondità di scavo che si aggirano attorno ai 4 metri. In
fase di cantiere si dovrà invece tenere conto di questo aspetto per garantire l’incolumità del
personale addetto all’esecuzione dell’opera, anche se la particolarità delle condizioni atmosferiche
necessarie per l’instaurarsi di fenomeni di colamento detritico rendono estremamente improbabile
la presenza di personale nell’area.
La frana Castrozze
La frana Castrozze, invece, è stata oggetto di un approfondito studio da parte del Servizio Opere
Stradali della Provincia Autonoma di Trento, con la realizzazione di diversi sondaggi. In cinque
sondaggi sono poi state predisposte delle sonde inclinometriche, controllate per 6 anni.
Dall’analisi dei dati disponibili emerge che la frana è caratterizzata da un movimento definito da
estremamente lento a molto lento. Di seguito si riporta la descrizione di queste due tipologie di
movimento, come indicate nel diagramma di Cruden & Varnes:
• movimento molto lento:
alcune strutture permanenti non sono danneggiate dal movimento;
• movimento estremamente lento:
impercettibile senza strumenti, possibile costruire con precauzioni.
Dalle verifica poi della geometria della frana si evince come l’area di imposta della condotta sia
ubicata molto distante dall’unghia della frana, circa 30 m a valle dal fronte stesso. Da ciò si evince
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 24
come la condotta non possa fisicamente essere interessata dal corpo di frana e come la posizione
dell’asse della tubazione risulti essere ubicata in area relativamente sicura. Al fine di togliere
qualsiasi possibile rischio, il geologo consiglia peraltro di realizzare, nel breve tratto antistante il
fronte di frana, una controtubazione, all’interno della quale debba essere posata la condotta
forzata. In questo modo la tubazione risulterà facilmente controllabile e potranno essere
evidenziati eventuali movimenti in fase di esercizio. Preme comunque evidenziare che la condotta
è costituita da elementi rigidi, di sviluppo pari a 6 m o inferiori, collegati da manicotti elastici,
capaci di garantire limitati spostamenti assiali (fino a 3°). Si ritiene pertanto non sussistano
particolare controindicazioni di natura geologico-geotecnica alla realizzazione dell’opera.
In fase di cantiere non sussistono particolari problemi per la posa della condotta, in quanto lo
scavo non andrà ad intaccare la superficie di scivolamento.
7.3 AMBIENTE IDRICO
Caratterizzazione del sistema idrografico
Il torrente Chieppena, che nasce dal versante meridionale del monte Cima d’Asta in seguito
all’unione fra il rio Gallina e il rio di Fierollo, scende in direzione Nord-Est fino a sfociare nel fiume
Brenta nei pressi di Barricata di Strigno, poco più a valle del torrente Maso.
Dopo la confluenza fra i due rivi, il corso d’acqua scorre in una gola stretta, ricevendo gli apporti di
numerosi piccoli ruscelli:
• in sponda sinistra il rio Pradellano e una serie di canali detritici (Val del Confine, Poral, Val
Porta, Val dei Creazzi, Boalon, Boale Mughè, Boale Porcile, Boale Borato e rio Acqua
Schiava).
• in sponda destra il rio Lusumina, il rio di Bieno ed il rio Cinaga.
A causa della natura impermeabile del substrato geologico su cui scorre, il bacino del torrente non
presente grandi fenomeni di infiltrazione rispetto a quelli di deflusso superficiale, anche per la
presenza di numerose e diffuse briglie su tutta l’asta torrentizia.
Nel tratto in esame non si rilevano aree a particolare valenza ecologica (zone umide) e/o di
potenziale sensibilità a variazioni dei fattori ambientali principali.
Caratterizzazione del bacino idrografico
L’opera di presa, ubicata a quota 543.35 m s.l.m. (quota sfioratore laterale nel dissabbiatore), è
posta in prossimità della confluenza del torrente Lusumina con il Chieppena. Il bacino sotteso
dalla derivazione ha uno sviluppo pari a 24.16 Kmq e si estende nel sottogruppo delle cime di
Rava, con esposizione Sud ed una direzione di flusso Sud-Ovest. Risulta composto
principalmente da tre sottobacini: quello del torrente Lusumina, quello del torrente Galina e quello
del Chieppena stesso.
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 25
Analisi idrologica
L’analisi idrologica è stata sviluppata sulla base di una serie pluriennale di misurazioni
idrometriche condotte dal Servizio Dighe della Provincia Autonoma di Trento al ponte di Villa
Agnedo e trasformate in valori di portata mediante una curva idrometrica concordata con il
sopraccitato servizio. Sulla base dei valori di tirante registrati presso la stazione di misura di Villa
Agnedo e della forma geometrica della sezione di riferimento, è stata elaborata, in accordo con il
Servizio Dighe della Provincia Autonoma di Trento, l’opportuna scala di deflusso. La relazione
analitica adottata, per valori di tirante compresi fra 0.10 m e 0.37 m, rispetta la canonica legge di
potenza:
chabQ )( +=
dove:
• h è il tirante idrico che si instaura nella sezione di misura [m];
• Q è la portata transitante nel torrente [mc/s];
• a (pari a 0.228), b (pari a 13.332) e c (pari a 4.352) sono coefficienti stimati mediante la
tecnica dei minimi quadrati sulla base di 16 misure, nel range di tiranti precedentemente
indicato.
Al limite idrometrico superiore di validità della relazione, pari a 0.37 m, corrisponde un valore di
portata pari a 1.42 mc/s che risulta ben superiore rispetto ai valori di portata interessanti per la
derivazione. Per portate superiori, la scala di deflusso non appare adeguatamente tarata e gli
errori di conversione potrebbero essere non trascurabili. Si ritiene tuttavia che tali errori risultino
ininfluenti per le finalità del presente studio.
Preme segnalare che durante il periodo giugno-settembre è attiva una derivazione ad uso irriguo,
di portata di concessione pari a 67 l/s, presente nel tratto compreso fra la prevista posizione
dell’edificio centrale ed il ponte di Villa Agnedo: tale derivazione, costantemente attiva nel periodo
concesso, è stata sommata al valore di portata registrato.
Il dato rilevato è stato accettato per valido anche nella sezione dell’opera di presa, in
considerazione della limitatezza della variazione superficiale del bacino e del modestissimo
apporto generato dalla galleria Cinaga.
La validazione dell’idrogramma di piena è stata effettuata mediante confronto diretto con il
rispettivo ietogramma di pioggia, calcolato sulla base dei valori di precipitazione media oraria
registrati presso la stazione pluviometrica di Bieno gestita da MeteoTrentino: dall’analisi si evince
che vi è una buona corrispondenza fra i picchi di piena e i massimi di precipitazione, a
testimonianza della bontà della scala di deflusso adottata. Le uniche variazioni apprezzabili si
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 26
riferiscono al periodo di fusione delle nevi in cui si osserva un aumento del tirante idrico in alveo a
cui non corrisponde alcun incremento del valore di precipitazione.
Sulla base delle misure di portata registrate nella sezione di interesse sono state costruite:
• la curva di durata delle portate, valutate su valore medio orario (figura 2);
• le curve di durata mensile (si rimanda al SIA);
• la curva di frequenza delle portate (figura 3).
Integrando le curve mensili di durata delle portate sono stati ricavati i rispettivi valori di portata in
alveo (Tabella 6) senza tener conto dei prelievi ad uso irriguo eseguiti dalla presa del C.M.F. di
Villa Agnedo, che pure sono presenti nel tratto di interesse. Tali valori sono stati sommati
algebricamente ai dati rilevati, in considerazione della continuità della durata del prelievo.
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC 384 405 329 488 898 525 357 356 367 357 843 634
Tabella 6: portata naturale media mensile (l/s) transitante nel torrente Chieppena
figura 2: curva di durata registrata al Ponte di Villa Agnedo
0200400600800
1000120014001600180020002200240026002800300032003400360038004000420044004600480050005200540056005800600062006400660068007000720074007600780080008200840086008800
0 0,05 0,1 0,15 0,2 0,25 0,3 0,35 0,4 0,45 0,5 0,55 0,6 0,65 0,7 0,75 0,8 0,85 0,9 0,95 1 1,05 1,1 1,15 1,2 1,25 1,3 1,35 1,4
Nu
me
ro o
re [
h]
Portata [mc/s]
Portate torrente Chieppena: 27 lug 2005 - 19 dic 2010
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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figura 3: curva di frequenza registrata al Ponte di Villa Agnedo
Analisi idraulica
La determinazione della portata di massima piena che defluisce attraverso la sezione di chiusura
del torrente Chieppena, al variare del tempo di ritorno, è stata effettuata mediante il modello di
regionalizzazione VAPI, ottenendo i valori riportati in Tabella 7.
�� ������ 200 100 50 30 10 5 2
��/ � 62.25 55.71 49.17 44.10 34.40 28.07 19.63
Tabella 7: valori del colmo della piena ricavati mediante il modello VAPI
Le relazioni adottate, seppur semplificate, consentono di modellare il calo del contributo unitario al
crescere dell’area del bacino e costituiscono un buon termine di paragone per evitare di adottare
portate poco credibili o comunque poco cautelative. Al fine di valutare la correttezza dei dati
ottenuti, sono state richieste le medesime portate al Servizio Bacini Montani (Tabella 8).
�� ������ 200 100 50 30 10 5 2
��/ � 61.35 50.90 41.53 38.88 27.66 23.58 16.36
Tabella 8: valori del colmo della piena forniti dal Servizio Bacini Montani della P.A.T.
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
200
0,05
0,1
0,15
0,2
0,25
0,3
0,35
0,4
0,45
0,5
0,55
0,6
0,65
0,7
0,75
0,8
0,85
0,9
0,95 1
1,05
1,1
1,15
1,2
1,25
1,3
1,35
1,4
1,45
1,5
1,55
1,6
1,65
1,7
1,75
1,8
1,85
1,9
1,95 2
2,05
2,1
2,15
2,2
2,25
2,3
2,35
2,4
2,45
2,5
2,55
2,6
2,65
2,7
Fre
qu
en
za r
ela
tiv
a [
%]
Q [mc/s]
Freq. relative percentuali - Portate medie orarie fra 27lug2005 e 19dic2010
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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Questi valori risultano di poco inferiori alle portate calcolate precedentemente con il modello di
regionalizzazione, a testimonianza della validità del metodo. Per i successivi calcoli del tirante di
massima piena si è perciò deciso di utilizzare i valori del colmo della piena ricavati mediante il
modello VAPI, in favore di sicurezza.
Dal punto di vista idraulico la presenza dell’opera di presa non influisce minimamente sul transito
degli eventi di piena nell'alveo del torrente Chieppena. La griglia di captazione si colloca infatti in
prossimità della briglia esistente, a quota 545.10 m s.l.m, ed è inserita all'interno di una traversa in
calcestruzzo appoggiata alla briglia stessa: in questo modo non viene alterato il normale deflusso
dell’onda di piena.
Derivazioni e scarichi a monte della derivazione
Sul torrente Chieppena, a monte dell’abitato di Bieno, una presa deriva l’acqua per l’impianto
idroelettrico della centrale di Grigno, immettendola nel bacino di Pradellano.
A monte dell’opera di presa di progetto si rileva inoltre la presenza di due fosse Imhoff,
attualmente in esercizio, a servizio dell’abitato di Bieno.
Derivazioni e scarichi a valle della derivazione
A valle del punto di restituzione delle portate al torrente Chieppena, sono presenti tre prese del
Consorzio di Miglioramento Fondiario di Villa Agnedo, di cui una a monte del ponte su cui è
installato l’idrometro e due a valle.
Portata di rispetto e portata residua
In Tabella 9 si riporta il deflusso minimo vitale caratteristico del corso d’acqua, in osservanza alle
nuove direttive del Piano di Tutela delle Acque. Il valore di deflusso minimo vitale di progetto è
valutato moltiplicando il DMV unitario per la superficie sottesa del bacino, fino all’opera di presa
(pari a 24.16 Kmq).
PERIODO DICEMBRE MARZO
APRILE LUGLIO
AGOSTO SETTEMBRE
OTTOBRE NOVEMBRE
DMV unitario 4,0 5,6 4,8 5,6 DMV di progetto 97 135 116 135
Tabella 9: DMV medio mensile unitario (l/s kmq) e medio mensile di progetto (l/s) relativo al tratto in esame
Una volta stabilito il DMV è stata valutata la portata derivabile, modulata a seconda della stagione
e dell’apporto idrico medio del torrente (Tabella 10).
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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MESE PORTATA NATURALE DMV PORTATA
DERIVABILE PORTATA DERIVATA RESIDUO
GENNAIO 384 97 287 230 154 FEBBRAIO 405 97 308 250 155
MARZO 329 97 232 150 179 APRILE 488 135 353 290 198
MAGGIO 898 135 763 500 398 GIUGNO 525 135 390 270 255 LUGLIO 357 135 222 175 182
AGOSTO 356 116 240 210 146 SETTEMBRE 367 116 251 190 177
OTTOBRE 357 135 222 200 157 NOVEMBRE 843 135 708 500 343 DICEMBRE 634 97 537 390 244
Tabella 10: valori di portata media mensile (l/s) relativi all’impianto di progetto
Si noti come i valori di portata in alveo siano sensibilmente maggiori del valore di Deflusso Minimo
Vitale richiesto dalla normativa vigente; tale scelta è stata fatta per ragioni meramente ambientali,
così come suggerito dal Biologo incaricato dott. Confortini. La portata residua è calcolata
sottraendo alla portata naturale le portate di derivazione sottese in essere e la derivazione
idroelettrica. Il valore ottenuto, sempre maggiore del deflusso minimo vitale, rappresenta il
deflusso reale medio rimanente in alveo dopo l’opera di presa.
Valutazione degli impatti sulla componente idrica
La riduzione della portata idrica a valle della presa costituisce un’importante fonte di impatto sia
sulla qualità dell’acqua che sulle componenti animali presenti, rappresentate dalla fauna
bentonica e da quella ittica.
L’entità di tali fenomeni, percepibile principalmente in fase di esercizio e in misura minore anche
in quella di cantiere, è strettamente legata alla quantità d’acqua prelevata e, soprattutto, a quella
presente in alveo nei vari periodi dell’anno, in relazione alle diverse esigenze trofiche
(alimentazione, riproduzione) possedute dalla fauna interessata.
L’analisi dei valori riportati in Tabella 10 evidenzia un prelievo modulato nel corso delle stagioni
che asseconda l'andamento naturale delle portate.
In termini % la portata rilasciata, rispetto a quella naturale, nei diversi mesi dell’anno risulta così
rappresentata:
1. gennaio : 40.1 % della portata naturale media mensile;
2. febbraio : 38.3 % della portata naturale media mensile;
3. marzo : 54.4% della portata naturale media mensile;
4. aprile : 40.6 % della portata naturale media mensile;
5. maggio : 44.3 % della portata naturale media mensile;
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 30
6. giugno : 48.6 % della portata naturale media mensile;
7. luglio : 51.0 % della portata naturale media mensile;
8. agosto : 41.0 % della portata naturale media mensile;
9. settembre : 48.2 % della portata naturale media mensile;
10. ottobre : 44.0 % della portata naturale media mensile;
11. novembre : 40.7 % della portata naturale media mensile;
12. dicembre : 38.5 % della portata naturale media mensile.
La portata rilasciata in alveo risulta variabile tra il 38.3% e il 54.4% della portata media presente in
alveo con un valore medio pari al 44.1%. La portata residua risulta sempre superiore del DMV a
prova della sostenibilità ambientale del progetto. I valori di DMV previsti dalla normativa risultano
pari a 97 l/s per i mesi di dicembre, gennaio, febbraio e marzo, 135 l/s per i mesi i aprile, maggio,
giugno e luglio, 116 l/s per i mesi di agosto e settembre e infine 135 l/s per ottobre e novembre.
Nei mesi di marzo e soprattutto di luglio e settembre, quando le portate naturali in alveo sono
minori, anche il prelievo risulta inferiore; mentre invece in occasione della morbida primaverile e di
quella autunnale si registrano le maggiori portate derivate, che comunque non vanno mai oltre i
500 l/s.
A valle della derivazione viene garantito pertanto un adeguato deflusso, modulato in relazione al
periodo stagionale, analogamente a quanto avviene in condizioni naturali: la portata rilasciata
infatti risulta percentualmente uguale (o almeno entro range contenti) lungo l'intero arco dell'anno,
registrando i maggiori valori percentuali di portata residua nei mesi di luglio e settembre in
occasione della magra.
Il prelievo così modulato, tra l’altro, consente di escludere i regimi monotoni che, in quanto
innaturali, non favoriscono l’insediamento e il mantenimento di adeguate ed equilibrate biocenosi,
con particolare riferimento alla fauna ittica e alla comunità macrobentonica.
Le perdite di sezione dell’alveo bagnato, determinata dalla riduzione della portata, risulterà
limitata e nell’ordine di una percentuale pari al 10%.
7.4 VEGETAZIONE, FLORA, FAUNA
Caratterizzazione floristico-vegetazionale dell’ar ea in esame
Dal punto di vista floristico – vegetazionale, il bacino idrografico del Chieppena appartiene
interamente al “settore settentrionale alpino”, in un’area a marcata continentalità climatica. A
partire dal fondovalle si osservano innanzitutto le cenosi ripariali a ontano nero, pioppo e salici
presenti lungo i corsi d’acqua principali, fra cui il torrente Chieppena nel tratto oggetto di studio.
La fascia submontana ospita le specie del Castanetum con ampia diffusione della pineta. Il piano
montano (800-1000 m s.l.m.) è caratterizzato dalle cenosi del Fagetum, con faggeta pura e bosco
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 31
misto di latifoglie e conifere (abete bianco, abete rosso). Le pendici a quote più elevate
corrispondono al Picetum (peccete, lariceti e cembrete). Oltre il limite della vegetazione arborea si
hanno le macchie arbustive dei mugheti e degli ontaneti (Alpinetum) e le cenosi vegetali pioniere,
capaci di adattamento alle condizioni ambientali più severe.
Valutazione degli impatti sulla vegetazione e sull a flora
La valutazione degli impatti sulla componente floristico – vegetazionale relativi alla realizzazione
dell’impianto di progetto possono essere suddivisi a seconda della fase di cantierizzazione o di
esercizio.
Per quanto riguarda la fase di cantiere, si sottolinea che la posa della condotta avverrà per la sua
totalità su strada esistente. Per la costruzione del disabbiatore è previsto invece il taglio del
bosco, ancorché in misura limitata e relativa a non più di una decina di piante. La realizzazione
dell'edificio centrale comporterà limitate escavazioni mentre invece non è previsto alcun taglio
della vegetazione arbustiva ed arborea. Verranno comunque adottati tutti gli accorgimenti possibili
atti a limitare al massimo l’impatto sulla componente vegetale. Va rilevato, comunque, come tali
interventi risulteranno estremamente contenuti, sia in termini di superficie interessata che di
tempistica necessaria per la loro realizzazione. Il ripristino della situazione ambientale
preesistente all’intervento risulterà totale e veloce nel tempo. L’utilizzo di opportuni mezzi d’opera
dedicati alla movimentazione del terreno provocherà un impatto negativo nei confronti della flora
presente nell’area circostante e vicina al cantiere. Si tratterà tuttavia di un impatto ridotto nel
tempo, limitato nello spazio e reversibile.
Durante la fase di esercizio dell’impianto, verranno invece adottate tutte le misure atte a garantire
il taglio del minor numero possibile di piante ed arbusti. L’impatto, sebbene negativo, sarà
contenuto in aree limitate e quindi può essere etichettato come “basso”.
Caratterizzazione faunistica dell’area in esame
Dal punto di vista faunistico, il bacino del torrente Chieppena deve essere suddiviso a seconda
dell’ambiente di studio: acquatico e non.
Per quanto riguarda gli aspetti zoologici legati all’ambiente terrestre sembra giusto sottolineare
come il bacino in esame sia una zona molto ricca di animali. La popolazione animale presente è
contraddistinta da tre categorie: Uccelli (cince, crociere, nocciolaie, corvidi, gufo, civetta, allocco.
beccacce, cotorni, turgidi, picidi e tetraonidi), Ungulati (cervo, capriolo e camoscio) e Piccoli
mammiferi (volpi, arvicole, lepri, piccoli roditori e scoiattoli).
L'ittiofauna rappresenta una delle componenti biologiche più importanti di ogni ambiente
acquatico, sia per lo specifico ruolo che essa ricopre nell'ecosistema, sia per il fatto che essa
risulta l'elemento fondamentale per l'esercizio dell'attività alieutica. Il tratto di torrente interessato
dall’intervento possiede aspetto torrentizio ed è popolato dalla trota fario (Salmo trutta trutta) e
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 32
dallo scazzone (Cottus gobio). La trota fario è presente con il solo ceppo atlantico (e quindi da
ritenersi forma alloctona), frutto delle continue e ripetute immissioni effettuate dalle associazioni
concessionarie ai fini della pesca sportiva; significativamente importante risulta invece la
presenza dello scazzone, in quanto specie autoctona, oltre che particolarmente vulnerabile.
Dall'analisi dei tesserini catture consegnati dai pescatori sportivi risulta altresì la presenza nel
torrente Chieppena, anche della trota iridea e del salmerino di fonte, specie entrambe alloctone e
di origine nord-americana, oggetto di immissione a fini di pesca: tali specie tuttavia non sono state
catturate durante i campionamenti effettuati nell'ambito del monitoraggio previsto dalla Carta ittica
provinciale.
Valutazione degli impatti sulla fauna
La realizzazione dell’impianto di progetto ha delle ripercussioni, in termini di impatti, sia
sull’ittiofauna (in maggior misura) che sulla fauna terrestre.
Durante la fase di cantiere vi saranno limitati intorbidamenti dell’acqua del torrente Chieppena in
conseguenza della costruzione della traversa e del canale laterale e dei movimenti dei mezzi
nell’alveo del corso d’acqua. Il disturbo sulla fauna ittica sarà strettamente legato al periodo e alla
durata degli interventi: esso risulta massimo durante il periodo invernale e inizio primaverile,
quando minima è la portata idrica e nel corso d’acqua vi sono le uova o le fasi giovanili (avannotti)
delle trote. Un prolungato intorbidamento delle acque può determinare l’insorgere di gravi
patologie branchiali (malattia branchiale) dei pesci con mortalità elevate degli stessi. Gli interventi
verranno comunque effettuati al di fuori del periodo invernale quando la portata risulta minore
(portata di magra) e in alveo sono presenti le uova e le larve della trota fario.
Un altro problema che riguarda la fauna ittica è quello legato alla deviazione del tratto di alveo
interessato direttamente dalla costruzione della traversa con conseguente messa in asciutta
dell’alveo naturale. Anche in questo caso l’impatto causato sull’ittiofauna è legato al periodo e alla
durata degli interventi (massimo durante il periodo invernale e inizio primaverile). La deviazione
del corso comporterà, inoltre, la distruzione della componente macrobentonica presente mentre,
invece, per quanto riguarda la fauna ittica (ad esclusione delle uova e degli avannotti) si assisterà
ad uno spostamento verso monte e verso valle.
Da rilevare, comunque, come il tratto in questione risulterà estremamente ridotto, e nell’ordine di
pochi metri e pertanto l’impatto complessivo sarà del tutto insignificante; il periodo di intervento
inoltre cadrà al di fuori della magra invernale, quando sono presenti le uova e le larve della trota
fario. Al ripristino della situazione preesistente, terminati i lavori, le biocenosi animali
riconquisteranno gli habitat precedentemente perduti.
Anche le emissioni di polveri e fumi prodotte dal movimento dei mezzi d’opera durante le fasi di
cantierizzazione, potranno avere delle ripercussioni negative nei confronti della fauna terricola e
avicola presenti sul territorio nelle vicinanze del cantiere. Si tratterà comunque di impatti
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 33
assolutamente lievi, reversibili, locali e che potranno essere annullati una volta terminati i lavori.
Per quanto riguarda l’ittiofauna, invece, si sottolinea come l’intorbidamento delle acque del
torrente Chieppena dovuto al dilavamento delle polveri sottili provocate dall’utilizzo di mezzi
pesanti sia assolutamente temporaneo e quindi limitato nel tempo.
Anche la presenza in loco di mezzi e persone durante le fasi di costruzione delle opere costituisce
una potenziale causa di disturbo nei confronti della fauna (in particolare gli uccelli). L’impatto in
questo caso non sarebbe dovuto ai rumori prodotti durante le operazioni, quanto piuttosto dai
continui spostamenti ed introduzione nel territorio occupato di elementi di disturbo, rappresentati
appunto dagli autoveicoli e dagli operai. Il disturbo sarà maggiore nell’area di intervento, nonché
in quella strettamente limitrofa o, comunque, attraversata dai mezzi. Complessivamente si ritiene
comunque questa forma di impatto assai limitata.
La fase di gestione dell’impianto è caratterizzata principalmente da una riduzione di portata idrica
a valle della presa: questo costituisce un’importante fonte di impatto, sia sulla qualità dell’acqua,
sia sulle componenti animali presenti, rappresentate dalla fauna bentonica e da quella ittica.
L’entità di tali fenomeni è strettamente legata alla quantità d’acqua prelevata e, soprattutto, a
quella presente in alveo nei vari periodi dell’anno, in relazione alle diverse esigenze trofiche
(alimentazione, riproduzione) possedute dalla fauna interessata. Con lo studio delle portate
effettuato, a valle della derivazione viene garantito un adeguato deflusso, modulato in relazione al
periodo stagionale, analogamente a quanto avviene in condizioni naturali: la portata rilasciata
infatti risulta percentualmente uguale (o almeno entro range contenti) lungo l'intero arco dell'anno,
registrando i maggiori valori percentuali di portata residua nei mesi di luglio e settembre in
occasione della magra.
Il prelievo così modulato, tra l’altro, consente di escludere i regimi monotoni che, in quanto
innaturali, non favoriscono l’insediamento e il mantenimento di adeguate ed equilibrate biocenosi,
con particolare riferimento alla fauna ittica e alla comunità macrobentonica.
La riduzione della portata è quasi sempre un’importante fonte di impatto per la fauna ittica
presente, in quanto comporta una riduzione degli habitat disponibili per le varie specie e/o classi
di età (avannotti, novellame, subadulti e adulti). In questo caso, poiché la riduzione di alveo
bagnato si aggira attorno al 10 %, la disponibilità spaziale per le specie ittiche non viene
intaccata, principalmente a causa della particolare morfologia fluviale che caratterizza il torrente
Chieppena.
La riduzione delle portate non interferirà significativamente sulla produzione ittica, che è infatti
strettamente legata all’entità degli habitat disponibili (superficie dell’alveo bagnato) e alle
caratteristiche ambientali e idrologiche del corso d’acqua, che non andranno incontro a variazioni
significative a seguito dell’entrata in funzione dell’impianto. Le maggiori perdite di sezione
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 34
cadranno naturalmente nei periodi di massimo prelievo in rapporto alla portata presente in alveo e
comunque non potranno incidere significativamente sulla produzione ittica.
Il tratto interessato, a causa delle sue caratteristiche morfologiche dovute anche e soprattutto
dalla presenza di numerose briglie e tratti ad arginatura artificiale, si presta non in modo ottimale
alla riproduzione naturale della trota fario e dello scazzone, che invece utilizza per deporre le
uova i bassi fondali ghiaiosi caratteristici dei tratti a bassa pendenza. Le derivazioni d’acqua
determinano, su questi ultimi tratti, una maggiore perdita di sezioni d’alveo dovute alla particolare
configurazione geometrica.
Il mantenimento di una popolazione ittica ben strutturata è naturalmente condizionato dal fatto che
verrà comunque garantita la variabilità stagionale del regime idraulico escludendo regimi
monotoni. Anche la fauna ittica, così come quella macrobentonica, presenta un ciclo biologico che
è regolato e attivato dalle variazioni dei parametri climatici (es. temperatura dell’acqua, velocità
della corrente, trasporto solido, portata e sue variazioni stagionali, ecc…), quindi uno scenario
regolamentato e monotono non la favorisce.
La portata residua durante il periodo invernale garantirà la tutela della riproduzione e la schiusa
degli avannotti di trota. Questo tra l’altro è un periodo difficile per la specie in considerazione a
causa delle limitate disponibilità alimentari e delle ridotte temperature presenti che determinano la
riduzione del metabolismo e delle stesse attività trofiche e vitali. In presenza di portate ridotte,
quali appunto essere quelle naturali invernali, un prelievo eccessivo potrebbe infatti causare danni
notevoli e irreversibili al prodotto (uova e avannotti) della riproduzione, dovuti sia alla messa in
secca delle aree di frega, che alla loro aumentata predazione a causa della maggiore densità
ittica (dovuta alla riduzione della superficie di alveo bagnato).
Per quanto riguarda invece l’aspetto quantitativo, e più in generale la capacità che possiede il
tratto di produrre biomassa ittica, si assisterà senz’altro ad una variazione, seppur minima, di tale
parametro in quanto comunque il prelievo determinerà una riduzione, seppure limitata (stimata
indicativamente intorno al 10%), della superficie dell’alveo bagnato. La perdita di produttività ittica
attuale (e naturalmente di produzione, biomassa ittica e quindi conseguentemente di trote
prodotte e pescate) risulterà pertanto contenuta entro limiti comunque accettabile e sicuramente
non superiori al 20%.
Il mantenimento di una popolazione ittica ben strutturata è naturalmente condizionato dal fatto che
comunque verrà garantita la variabilità stagionale del regime idraulico escludendo regimi
monotoni. Anche la fauna ittica, così come quella macrobentonica, presenta infatti un ciclo
biologico che è regolato e attivato dalle variazioni dei parametri climatici (es. temperatura
dell’acqua, velocità della corrente, trasporto solido, portata e sue variazioni stagionali, ecc…),
quindi uno scenario regolamentato e monotono non la favorisce.
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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7.5 ECOSISTEMI
Caratterizzazione ecosistemica dell’area in esame
La caratterizzazione ecosistemica dell’ambiente fluviale in esame, fra il punto di derivazione delle
acque e quello di restituzione, ha evidenziato come la dinamica fluviale, la funzionalità del torrente
come corridoio ecologico e il pregio intrinseco della vegetazione presente, siano fortemente inibiti
dalla presenza di alte briglie, che determinano un’evidente semplificazione ambientale degli
ecosistemi stessi. L’antropizzazione sottopone infatti le risorse ecosistemiche a delle notevoli
pressioni che determinano un’alterazione dell’idromorfologia fluviale che risulta compromessa sia
dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo.
La qualità biologica delle acque è stata studiata ricorrendo al metodo I.B.E che ha evidenziato
un’elevata qualità biologica lungo l’intero tratto interessato dalla futura captazione con una II-I
classe di qualità, corrispondente ad un ambiente da “lievemente inquinato” a “non
inquinato”(valore di I.B.E. pari a 9-10). Il popolamento macrobentonico risulta ben strutturato con
un numero elevato di taxa sensibili all’inquinamento, appartenenti alle famiglie di Plecotteri ed
Efemerotteri. La qualità biologica, seppur elevata, evidenzia comunque la presenza a monte di
fonti lievi di inquinamento o comunque di alterazione ambientale.
La determinazione dell'Indice di Funzionalità Fluviale è stata effettuata suddividendo il tratto in
esame in due settori ( Tabella 11). Ciò che si evince è che la funzionalità fluviale risulta
compromessa, anche se in modo non elevato, per la presenza di numerose e alte briglie che
determinano una alterazione della naturale diversificazione ambientale.
SETTORI SCORE C.Q. GIUDIZIO SX DX SX DX SX DX
Settore 1: dalla confluenza del torrente Lusumina al ponte a quota 504 m per una lunghezza di circa 600 m.
190 200 II-III II-III BUONO-MEDIOCRE
BUONO-MEDIOCRE
Settore 2: dal ponte (quota 504 m) all'edificio centrale a quota 440 m per una lunghezza di circa 1000 m
175 200 III II-III MEDIOCRE BUONO-MEDIOCRE
Tabella 11: Tabella riassuntiva risultati I.F.F. (aprile, 2011)
Le caratteristiche chimico-fisiche e batteriologiche sono stati affrontate analizzando i risultati dei
prelievi effettuati nel 2010 dall’Agenzia provinciale per l’ambiente (A.P.P.A.) sul torrente
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 36
Chieppena. L’analisi ha evidenziato come il livello di inquinamento chimico del tratto risulti pari
mediamente a un livello 2 e ad un livello 3 nel periodo estivo di massima affluenza turistica. Le
elevate concentrazioni di BOD, COD e nitriti confermano l’esistenza di fonti inquinanti di natura
organica (scarichi civili) “vicine”, che determinano un’alterazione della qualità dell’acqua (anche
visibile), oltre che dal punto di vista chimico-fisico.
Valutazione degli impatti sulla Funzionalità Fluvi ale
Durante la fase di gestione dell’impianto, la derivazione e gli interventi sull’alveo e sull’ambiente
circostante non apporteranno alcuna alterazione, a medio e lungo termine, della Funzionalità
Fluviale se non per i brevi tratti di corso d’acqua interessati dalla captazione e dall’edificio centrale
e scarico delle acque, in quanto i già limitati tagli di vegetazione e scavi verranno in breve tempo
e in buona parte ri-colonizzati dal bosco.
Le caratteristiche morfologiche del tratto fluviale non verranno inoltre interessate
significativamente dalla riduzione della portata, anche in considerazione del fatto che comunque il
prelievo effettuato garantisce sempre un residuo superiore al DMV e al fatto che il tratto in oggetto
risulta già modificato dall'intervento umano (presenza di briglie e di arginature).
Anche il popolamento macrobentonico (parametro utilizzato ai fini della determinazione dell’I.F.F.)
non subirà un’alterazione della sua composizione e struttura in quanto non sarà preceduto da
alcun significativo peggioramento della qualità dell’acqua, grazie all’assenza di significative
immissioni inquinanti gravanti sul tratto in questione.
Non verrà infine alterata significativamente l'idoneità ittica, in quanto non verranno modificati i
parametri idromorfologici che caratterizzano tale parametro: a tal proposito si evidenzia che, a
seguito del prelievo previsto, si verificherà una perdita di sezione d'alveo bagnato nell'ordine di un
valore pari a circa il 10%.
In fase di cantierizzazione, la valutazione dell’IFF non risulterebbe significativa in quanto riferita
ad un arco temporale limitato e comunque destinato a cambiare velocemente e ad una superficie
contenuta e non rappresentativa del territorio circostante.
Valutazione degli impatti sulla qualità chimico-fi sica e microbiologica
È possibile che durante le fasi di cantiere si verifichi qualche sversamento accidentale di sostanze
inquinanti nel torrente Chieppena. L’impatto esercitato sull’ecosistema acquatico sarà
strettamente legato alla tipologia (generalmente oli o idrocarburi) e alla quantità della sostanza
accidentalmente versata; esso sarà comunque modesto anche in relazione al fatto che queste
sostanze non precipitano e quindi non entrano nelle catene trofiche. Per quanto riguarda i fumi
prodotti dai mezzi meccanici impiegati, essi risulteranno non rilevanti e di nessun impatto sulle
biocenosi presenti.
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 37
La messa in asciutto dell’alveo naturale, conseguente alla fase di costruzione della traversa di
presa e dell’attraversamento, comporterà la distruzione degli habitat presenti; al ripristino della
situazione preesistente, terminati i lavori, le biocenosi animali riconquisteranno gli habitat
precedentemente perduti.
In fase di esercizio dell’impianto, invece, si assisterà ad una riduzione della portata idrica fluente
con conseguente incremento della concentrazione delle sostanze inquinanti presenti nell’acqua,
dovuto ad una riduzione della diluizione delle stesse. Ciò può in particolare causare significativi
effetti sulla capacità di ossidazione della sostanza organica, che possono risultare molto rilevanti
in presenza di elevati carichi organici e forti riduzioni di portanti: situazioni queste in alcun modo
riferibili al tratto in oggetto.
Le analisi effettuate sul torrente Chieppena in corrispondenza della foce, quindi in presenza di
una situazione indubbiamente più critica dal punto di vista chimico-fisico, hanno evidenziato
tuttavia una buona qualità dell’acqua, a conferma della buona capacità di autodepurazione del
corso d’acqua. Per “autodepurazione” si intende la trasformazione del materiale biodegradabile
attraverso l’azione dei batteri aerobi: man mano che procedono le reazioni biologiche il contenuto
di ossigeno dell’acqua diminuisce in quanto sottratto dall’attività metabolica della frazione
batterica aerobica. L’acqua viene a trovarsi rapidamente in deficit di ossigeno rispetto alla
saturazione e comincia così il processo fisico di riossigenazione, tramite scambi gassosi con il
sistema atmosferico attraverso la superficie.
Il tratto interessato dalla derivazione (tratto a monte rispetto al punto di prelievo), essendo
caratterizzato da una buona qualità dell’acqua, non presenta pertanto elementi potenziali atti a
determinare una riduzione della capacità di ossidazione della sostanza organica. Proprio per
questa ragione, la riduzione della portata non determinerà, in alcun modo, alcun significativo
effetto sulla capacità autodepurativa (attualmente elevata, come desunto tra l’altro dai buoni valori
dei BOD rilevati, sempre rientrati nel I^ livello) e, quindi, conseguentemente sulla qualità chimico-
fisica dell’acqua, già di per sé ottima.
Nel periodo estivo, quando a causa della maggiore presenza antropica, maggiore risulterà il
carico organico gravante sul Chieppena, il prelievo idrico (le portate derivate sono minori) sarà
modulato in modo tale da garantirà comunque una portata in alveo adeguata: portata che tra
l'altro nel tratto in questione non risulterà interessata dalla derivazione del Consorzio, situata ad
una quota inferiore.
Valutazione degli impatti sulla comunità di macroi nvertebrati bentonici
Durante la fase di cantierizzazione dell’opera di presa e dell’attraversamento della condotta sul
torrente Chieppena, una porzione dell’alveo rimarrà all’asciutto per un breve lasso di tempo.
Questo avrà delle ripercussioni notevoli sulle comunità bentoniche presenti i cui habitat verranno
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 38
distrutti. Si sottolinea però che, terminati i lavori, le biocenosi animali ricolonizzeranno gli habitat
precedentemente perduti.
L’accidentale sversamento di sostanze inquinanti in alveo, anche in relazione alla loro minor
densità, produrrebbe una forma di impatto assai limitata in quanto non vi sarebbe interferenza con
le catene trofiche bentoniche presenti.
In fase di gestione dell’impianto, l’impatto causato dalle opere sulle comunità macrobentoniche
del torrente Chieppena e conseguentemente sulla qualità biologica (I.B.E.), è strettamente legato
alla riduzione della capacità autodepurativa, conseguente alla minore capacità di diluizione delle
sostanze immesse.
Attualmente il torrente Chieppena a Strigno è classificabile di ottima qualità biologica, pari ad una
I-II classe corrispondente ad un “ambiente da non inquinato a lievemente inquinato”.
Considerando che a monte non vi sono fonti di impatto significative e comunque in grado di
causare alterazioni dello stato di salute del corpo idrico si può ritenere, con ragionevolezza, che
anche durante il funzionamento dell’impianto la qualità dell’acqua non subirà alcuna alterazione e
si manterrà pertanto ottima.
Nel periodo estivo, quando a causa della maggiore presenza antropica, maggiore risulterà il
carico organico gravante sul Chieppena, con conseguente impatto sul popolamento
macrobentonico, il prelievo idrico sarà modulato in modo tale da garantirà comunque una portata
in alveo adeguata: portata che tra l'altro nel tratto in questione non risulterà interessata dalla
derivazione del Consorzio, situata ad una quota inferiore.
La fauna bentonica risente, dal punto di vista quantitativo, della riduzione degli habitat disponibili a
causa della diminuzione, sia della superficie d’alveo sommersa, causata dalla riduzione della
quantità d’acqua presente in alveo. La riduzione della biomassa macrobentonica determina, di
conseguenza, un decremento della produzione ittica in quanto proprio i pesci, tra cui in primis i
salmonidi, si alimentano quasi esclusivamente di invertebrati acquatici.
Le perdite di sezioni d'alveo bagnato, dovute al prelievo idrico effettuato, risultano assai limitate e
nell’ordine di un valore pari al 10%, in occasione dei prelievi maggiori in proporzione alle portate
naturalmente presenti. Si può pertanto stimare in una riduzione di biomassa macrobentonica
nell'ordine del 10-15%, valore questo non significativo e comunque compatibile con l'esigenza
prioritaria di garantire il mantenimento di una adeguata capacità autodepurativa del corso
d'acqua.
Nella determinazione dei deflussi si è tenuto anche conto della necessità di garantire la variabilità
stagionale del regime idraulico escludendo regimi motononi. Le presenze faunistiche che
albergano in un torrente presentano un ciclo biologico che è regolato e attivato dalle variazioni dei
parametri climatici (es. temperatura dell’acqua, insolazione, evaporazione, velocità della corrente,
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 39
trasporto solido, portata e sue variazioni stagionali, ecc…): quindi uno scenario regolamentato e
monotono non favorisce la fauna acquatica.
7.6 SALUTE PUBBLICA
Caratterizzazione dell’area in esame
Nella fascia perifluviale di interesse, nel tratto compreso fra l’opera di presa e la restituzione delle
acque al torrente Chieppena, non esistono derivazioni ad uso potabile.
Valutazione degli impatti sulla salute pubblica
Per quanto riguarda gli impatti sulla salute pubblica, relativi sia alla fase di cantiere che a quella di
esercizio dell’impianto in progetto, si sottolinea che non esistono rischi a carico degli individui e
delle comunità derivanti da eventi accidentali.
7.7 RUMORE E VIBRAZIONI
Caratterizzazione dell’area in esame
Nel tratto in esame non si rileva la presenza di fonti di rumore di particolare intensità: l’unica fonte
di impatto è rappresentata dalla strada forestale (sotto la quale verrà posta la condotta) che
connette l’abitato di Strigno con l’attività agrituristica denominata “Ranch dei Lupi, il cui traffico
veicolare risulta tuttavia molto limitato.
Valutazione degli impatti acustici
La caratterizzazione del rumore prodotto dal funzionamento della centralina idroelettrica sul
torrente Chieppena è stata effettuata in rispetto alla legge quadro sull’inquinamento acustico
n.447 del 26 ottobre 1995, art.8.
Durante le operazioni di cantierizzazione, si prevede che i livelli di rumorosità emessi dai principali
macchinari e mezzi d’opera coinvolti nei lavori di costruzione siano del tutto simili a quelli emessi
dalle arterie stradali ad elevato scorrimento, con l’attenuazione data dal fatto che essi sono
caratterizzati da sorgenti puntuali e non lineari. L’inquinamento acustico, durante queste
operazioni, risulterà pertanto di entità trascurabile, oltre che localizzato e limitato nel tempo e
pertanto non vi sarà nei confronti della componente faunistica locale, alcun significativo impatto.
Per quanto riguarda la fase di esercizio l’unica possibile fonte di rumore è riconducibile al
funzionamento delle turbine e dei macchinari elettromeccanici in centrale. Il livello di pressione
sonora, ricavato mediante le relazioni di propagazione acustica nei pressi dell’edificio centrale,
risulta inferiore rispetto ai limiti previsti dal piano di zonizzazione acustica del comune di Strigno.
È inoltre necessario precisare che la parete “emissiva” della centrale idroelettrica risulta
contrapposta al ricettore e si trova ad un livello più basso rispetto al piano campagna dello stesso;
l’onda sonora pertanto non si propagherà verso il ricettore, in condizioni di “campo libero”, ma
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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troverà come ostacolo naturale parte del terreno. Il valore di rumorosità calcolato al ricettore sarà
sicuramente più basso. Sulla base dei risultati ottenuti, si ritiene che le normali tecniche
costruttive dell’edificio centrale e le caratteristiche delle moderne turbine garantiscano che le
variazioni del clima acustico siano di entità ridotta e che i limiti stabiliti dalla vigente normativa sia
rispettato. Si precisa comunque che l’apertura di aerazione nella parete emissiva debba essere
dotata di un sistema di abbattimento del rumore (griglie afoniche, camino tortuoso rivestito
internamente di materiale fonoassorbente, ecc..). I portoni e gli altri infissi dovranno inoltre avere
un valore di potere fonoisolante pari ad almeno 30 dB(A), dato che deve essere certificato dal
costruttore.
7.8 RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI
Caratterizzazione dell’area in esame
Con riferimento alle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, si sottolinea come la vicinanza di una
linea aerea a 20 kV, realizzata su pali, renda irrilevante la presenza di campi elettromagnetici.
Valutazione degli impatti dovuti alle radiazioni
In fase di cantiere non si prevedono incrementi di radiazioni ionizzanti e non ionizzanti mentre in
fase di gestione dell’impianto si sottolinea come l’allacciamento alla rete SET esistente venga
realizzato tramite una linea di media tensione a 20 kV interrata e precordata tripolare, in grado di
annullare la possibile formazione di campi elettromagnetici.
7.9 PAESAGGIO
Caratterizzazione paesaggistica dell’area in esame
Dal punto di vista paesaggistico, il tratto in esame presenta le tipiche peculiarità dell’ambiente
fluviale caratterizzato da una folta vegetazione che costeggia il torrente Chieppena. La presenza
di argini, briglie ed altre opere di sistemazione idraulica ha mutato notevolmente il tracciato
originario del corso d’acqua, andando ad incidere sulle diverse componenti ambientali.
Nei pressi dell’opera di presa il territorio ha essenzialmente una matrice boscata, costituita da
specie miste del Castanetum e del Fagetum, frammentata dalla presenza della strada forestale
bianca che conduce all’agriturismo denominato “Ranch dei Lupi”. Prima dell’attraversamento del
torrente, la veste del territorio risulta invece notevolmente influenzata dalla pressione antropica
(strada asfaltata, presenza di un parco, …) che ne ridisegna l’assetto.
Il parcheggio del cimitero segna un vero e proprio confine fra area urbanizzata e non; infatti,
procedendo verso valle, il territorio appare completamente condizionato dall’attività dell’uomo.
Aree rurali, residenziali e agricole di basso pregio si alternano infatti fino alla zona destinata ad
accogliere l’edificio centrale.
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 41
La presenza fluviale è una delle principali responsabili della struttura dell’ambiente in esame,
come confermato da numerose testimonianze storiche.
L’area interessata dall’intervento presenta alcuni edifici segnalati all’interno della carta delle tutele
paesistiche come beni culturali di pregio.
Dal punto di vista della fruizione turistico-ricreativa, il tratto in esame viene sfruttato come meta
per rilassanti passeggiate (la presenza del parco ne è testimonianza) e per praticare la pesca
sportiva alla trota fario.
Valutazione degli impatti sul paesaggio
La costruzione dell’impianto non va ad interessare alcun bene culturale di pregio: la condotta,
infatti, è posta al di sotto del manto stradale esistente mentre gli edifici, interrati, saranno
localizzati in aree poco visibili dal torrente. La loro realizzazione non avrà delle influenze negative
sulle attività turistico-ricreative che caratterizzano il tratto oggetto di studio, se non nella breve
fase di esecuzione dei lavori.
Le operazioni di cantierizzazione prevedranno l’alloggiamento del cantiere e dei depositi
temporanei lungo la strada forestale esistente. La condotta forzata, invece, sarà posata mediante
una squadra dotata di escavatore per la movimentazione delle tubazioni, escavatore per la
tombatura dei cavi, autocarro tipo bumper per il trasporto del materiale di risulta. I veicoli saranno
parcheggiati, alla fine della giornata di lavoro, in un’area ubicata a ridosso del cimitero ed
attualmente adibita a parcheggio; a tale proposito verrà richiesta un’apposita autorizzazione
all’Amministrazione Comunale di Strigno per l’occupazione temporanea di suolo pubblico.
Il disturbo al paesaggio sarà circoscritto alla presenza dei macchinari di cantiere ed all’apertura di
ridotte superfici di scavo. In virtù della presenza di una strada ulteriore di collegamento fra loc.
Lupi e l’abitato di Strigno, non si ritiene necessario predisporre una viabilità alternativa
all’esistente. La zona, peraltro, non costituisce area di pregio dal punto di vista paesaggistico,
naturalistico né tanto meno architettonico. Le tempistiche di cantiere risultano tanto ridotte da
poter considerare senz’altro trascurabile questo aspetto dell’impatto ambientale dell’opera. I
materiali di risulta degli scavi saranno riutilizzati per il ritombamento della condotta e la
sistemazione del terreno circostante secondo le modalità precedentemente descritte.
Durante la fase di esercizio preme evidenziare come le opere di ingegneria civile rimarranno
interrate nella loro totalità. In altre parole sia la presa, sia la condotta che l’edificio centrale non
saranno visibili, ad eccezione del portone dell’edificio centrale rivolto verso il torrente e quindi
scarsamente percepibile e la griglia di presa di tipo Coanda progettata a ridosso della briglia
esistente in modo da non alterare in alcun modo la preesistenza. Il canale di scarico, anch’esso
interrato, convoglierà le acque turbinate direttamente in alveo passando sotto la strada esistente
davanti al futuro edificio centrale.
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
pagina 42
8 CONCLUSIONI
8.1 MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI
Riduzione dei deflussi
Il rilascio risulterà sempre superiore al DMV, a garanzia del mantenimento di una portata in alveo
adeguata al mantenimento degli equilibri naturali delle biocenosi presenti, con riferimento a quella
macrobentonica e a quella ittica.
Verrà inoltre garantita la variabilità stagionale del regime idraulico escludendo regimi monotoni,
dannosi alla fauna acquatica, rappresentata dal macrobenthos e dall’ittiofauna.
Nella progettazione dell’impianto si è tenuto conto dei seguenti fondamentali aspetti:
• limitare il più possibile la lunghezza del tratto di corso d’acqua interessato dalla
derivazione, che nel caso specifico risulta di circa 1.600 m;
• garantire a valle della derivazione un adeguato deflusso, modulato in relazione al periodo
stagionale, analogamente a quanto avviene in condizioni naturali. Il prelievo risulta infatti
massimo nel periodo primaverile (da aprile a maggio in regime di morbida) e nel periodo
autunnale (novembre-dicembre), minimo nel periodo estivo (luglio-settembre) e comunque
la quantità d'acqua derivata rilasciata percentualmente uguale (o entro range limitati) in
ogni mese dell'anno, ad esclusione naturalmente che nei periodi di massima magra
(marzo, luglio e settembre) quando risulta maggiore;
• garantire la minor riduzione possibile dell’alveo bagnato, che consegue all’alterazione dei
principali parametri idrologici (portata idrica, profondità, velocità di corrente, natura del
substrato):
• garantire a valle dell’opera di presa una adeguata portata durante il periodo riproduttivo e
di accrescimento degli avannotti) della trota fario (dicembre-marzo) e dello scazzone
(aprile-giugno);
• impedire che i pesci, con particolare riferimento agli avannotti e al novellame, a seguito del
trasporto a valle da parte della corrente, confluiscano nelle turbine dell’impianto attraverso
le griglie, con conseguente loro morte.
Il progetto ha tenuto conto dei sopraccitati aspetti prevedendo l’adozione delle seguenti misure di
tutela:
• la portata turbinata (e quindi captata) varia da 150 a 500 l/sec a seconda del periodo e
comunque garantisce una portata minima in alveo mai inferiore a 146 l/sec (durante il
mese di agosto) a garanzia di una adeguata tutela ambientale. Sono previsti i seguenti
rilasci medi mensili: 154 l/sec in gennaio, 155 l/sec in febbraio, 179 l/sec in marzo, 198
l/sec in aprile, 398 l/sec in maggio, 255 l/sec in giugno, 182 l/sec in luglio, 146 l/sec in
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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agosto, 177 l/sec in settembre, 157 l/sec in ottobre, 343 l/sec in novembre e 244 l/sec in
dicembre. Il periodo riproduttivo dei salmonidi, ma anche dello scazzone, risulta pertanto
tutelato in modo adeguato;
• la portata residua risulta sempre superiore al deflusso minimo vitale (DMV) stabilito dal
Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche della Provincia Autonoma di Trento
(PGUAP) a conferma della bontà del progetto in termini di rispetto delle caratteristiche
ambientali e biologiche del corso d’acqua;
• il tratto interessato dalla derivazione risentirà in modo non significativo, dal punto di vista
morfologico (perdita di sezioni d’alveo), del prelievo d’acqua e ciò in considerazione del
fatto che la configurazione geometrica dell’alveo interessato si esprime soprattutto
verticalmente piuttosto che orizzontalmente;
• l’opera di presa sarà dotata di un sistema di griglie che impedirà agli avannotti e alle
trotelle di confluire nelle turbine con conseguente loro distruzione.
Non si è invece ritenuto opportuno prevedere la realizzazione di strutture atte a garantire la
continuità fluviale (canali laterali, bypass, scale di rimonta pesci, ecc...) a causa del fatto che il
tratto in questione risulta già significativamente compromesso dalla presenza di alte e numerose
briglie, sia a monte che a valle dell'opera di presa, che già impediscono il libero movimento
dell'ittiofauna e più in generale delle biocenosi acquatiche. In questo contesto si colloca il progetto
dell’opera di captazione delle acque (griglia tipo Coanda) che quindi non va ad aggravare la
situazione attuale già caratterizzata dalla presenza di ostacoli insormontabili per la riproduzione
dell’ittiofauna.
Intorbidamento delle acque
Quale forma di mitigazione dell’impatto prodotto si indica il periodo invernale (da dicembre a ad
aprile) quello meno favorevole per l’attività di cantiere, ed in particolare di quella degli scavi
nell’alveo e nella messa in posa dei necessari manufatti, in quanto presente il prodotto della
riproduzione nelle varie fasi di sviluppo embrionale.
Interventi in alveo e deviazione del corso d’acqua
Quali forme di mitigazione dell’impatto si indica il periodo invernale (da dicembre ad aprile) quello
meno favorevole per la possibile presenza nel tratto di eventuali riproduttori, comunque
improbabili, nonché del loro prodotto riproduttivo (uova e avannotti). Il tratto deviato risulterà
inoltre il più limitato possibile.
Escavazioni e asportazione di alberi e arbusti
Verranno adottate tutte le misure atte a garantire il taglio del minor numero possibile di piante e
arbusti; nei tratti a prato esistenti si procederà alla semina di essenze erbacee di tipo autoctono.
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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L’eventuale taglio di piante ornamentali e/o arbustive verrà compensato con l’immediato
reimpianto delle stesse specie di piante (arbustive o ad alto fusto). Nel limitato tratto di
attraversamento del torrente Chieppena, verrà invece demandato alla naturale capacità di
reintegro la crescita del bosco.
I terreni di scavo verranno accuratamente selezionati, separando la frazione organica dal
substrato inerte; la prima parte verrà riutilizzata per il reinterro delle parti ripristinate a prato e/o
bosco, la seconda, dopo adeguata vagliatura, verrà riutilizzata per la tombatura dei cavi ed il
ripristino della carreggiata stradale, come sottofondo nei tratti pavimentati in bitume, come finitura
superficiale nei rimanenti tratti.
Emissione di rumori
Si reputa opportuno indicare quale periodo meno adatto all’attività di cantiere (messa in posa
della condotta forzata), quello primaverile, corrispondente alla fase riproduttiva della fauna
avicola. Si tratta comunque di una forma di impatto del tutto irrilevante.
Emissione di polveri e fumi
Anche per le emissioni di polveri e fumi valgono le indicazioni sopraccitate per l’emissione di
rumori.
Movimento di mezzi e autoveicoli
Anche per il movimento di mezzi e autoveicoli durante la fase di cantiere, valgono le stesse
indicazioni già previste per l’emissione di rumori e l’emissione di polveri e fumi.
Sversamento accidentale di sostanze inquinanti
Durante la fase di cantiere sarà fondamentale evitare qualsiasi sversamento accidentale di
sostanze inquinanti (olii e idrocarburi). Per ridurre al minimo le rotture degli apparati oleodinamici
delle apparecchiature di cantiere sarà quindi necessario assicurarsi che i macchinari siano in
ottimale stato di manutenzione.
In caso di sversamento nel torrente Chieppena sarà comunque necessario intervenire
rapidamente, interessando gli organismi preposti, al fine di contenere l’inquinamento ad un tratto
di fiume meno esteso possibile.
Pianificazione sistema di monitoraggio
Al fine di verificare la qualità dell’acqua e la funzionalità fluviale del torrente Chieppena, a seguito
dei lavori di realizzazione dell’impianto idroelettrico, verrà pianificato un sistema di monitoraggio
adeguato.
In accordo con l’Agenzia provinciale per la protezione dell’Ambiente di Trento, verranno identificati
i punti di misura che saranno collocati rispettivamente a monte della captazione, a valle dello
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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scarico dell’edificio centrale e nel tratto sotteso all’impianto. In particolare saranno eseguite le
seguenti analisi:
• Analisi IBE, chimiche e microbiologiche:
si prevede una cadenza semestrale (durante i periodi di magra estiva ed invernale) per i
primi cinque anni di esercizio della centrale. Per le analisi chimiche e microbiologiche
saranno analizzati i parametri indicativi fondamentali previsti dal D.Lgs. 152/99;
• Indice di Funzionalità Fluviale:
verrà inizialmente effettuata dopo il primo anno di gestione dell’impianto e
successivamente dopo 3 anni (nel quarto anno d’esercizio), considerando tale lasso di
tempo significativo per valutare gli eventuali impatti sull’ecosistema acquatico e per
valutare l’efficacia della vegetazione ripariale. Ulteriori analisi dell’IFF verranno eseguite
solo in funzione delle risultanze delle sopracitate prime due indagini.
In aggiunta a quanto sopra il monitoraggio verrà svolto secondo le seguenti modalità:
• verrà realizzato un monitoraggio prima dell'inizio della cantierizzazione, al fine di avere dei
dati aggiornati di confronto tra lo stato pre e post realizzazione dell'opera;
• si provvederà ad avvisare preventivamente l' APPA, con un anticipo minimo di 15 giorni
prima di ogni campionamento al fine di consentire un eventuale sopralluogo in fase di
monitoraggio.
Trento, ottobre 2011
IL PROGETTISTA
dott. ing. Vittorino Betti
Riassunto Non Tecnico – Impianto idroelettrico sul torrente Chieppena
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9 INDICE DELLE FIGURE
figura 1: Ortofoto dell’area interessata dall’intervento (estratto PGUAP) ....................................... 2
figura 2: curva di durata registrata al Ponte di Villa Agnedo ........................................................ 26
figura 3: curva di frequenza registrata al Ponte di Villa Agnedo .................................................. 27
10 INDICE DELLE TABELLE
Tabella 1: valori di DMV unitari e totali fluviali da PGUAP relativi alla Centrale idroelettrica di
Strigno ................................................................................................................................... 7
Tabella 2: valori di rilascio medio mensile ..................................................................................... 7
Tabella 3: Cronoprogramma proposto per la cantierizzazione ..................................................... 19
Tabella 4: emissioni medie annue risparmiate per tecnologia di produzione ............................... 20
Tabella 5: Volumi di scavo e riporto relativi alle diverse opere .................................................... 22
Tabella 6: portata naturale media mensile (l/s) transitante nel torrente Chieppena .................... 26
Tabella 7: valori del colmo della piena ricavati mediante il modello VAPI .................................... 27
Tabella 8: valori del colmo della piena forniti dal Servizio Bacini Montani della P.A.T. ................ 27
Tabella 9: DMV medio mensile unitario (l/s kmq) e medio mensile di progetto (l/s) relativo al tratto
in esame .............................................................................................................................. 28
Tabella 10: valori di portata media mensile (l/s) relativi all’impianto di progetto .......................... 29
Tabella 11 : Tabella riassuntiva risultati I.F.F. (aprile, 2011) ......................................................... 35