Post on 17-Mar-2016
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Mi è rimasto vivido il ricordo di quel
vescovo che presiedeva una solenne con-
celebrazione festiva - altare pieno di preti
e navate stracolme di fedeli - il quale, a
inizio omelia, esordì: Cari fratelli, abbia-
mo ascoltato le letture, ma oggi le mettia-
mo da parte, per meditare una frase del
card. Martini…
Confesso che mi venne forte la voglia
di alzarmi e tornarmene in sacrestia. Pur-
troppo, non lo feci. Me ne stetti lì, a senti-
re un mucchio di parole messe in fila una
dopo l’altra, senza il minimo riferimento
alla Parola appena proclamata.
Mettere il Vangelo “da parte”, con un
inopinato colpo di spugna, e scambiare la
Parola di Dio con una qualunque parola
del pur santo cardinal Martini, è operazio-
ne indegna di chiunque presieda
l’Eucaristia, di ogni ministro della Parola,
ma anche di un qualunque catechista di
prima comunione… Senza considerare, in
aggravante, le tante eclatanti banalità che
spesso vengono proclamate in nome dei
“testimoni” o direttamente messe sulla
loro bocca.
Una delle più acute sindromi di cui
soffre la nostra società pare essere la ca-
renza di ascolto.
Siamo così tanto imbevuti - e direi pro-
prio, ingolfati - di dottrina dell’io, da es-
sere incapaci di pensare che altri possano
dirci qualcosa di diverso, offrirci qualcosa
di più, insegnarci qualcosa di nuovo…
E così, giriamo a vuoto around the
bush - intorno al piccolo cespuglio
dell’ego. E, mentre ossessivamente lo
accarezziamo, finiamo per scavargli attor-
no trincee che ne impediscono ogni movi-
mento e lo rendono irrimediabilmente
sordo. La voce degli altri non giunge al
nostro orecchio.
Ora, tra l’annuncio e l’ascolto c’è sem-
pre un filo rosso di identità e continuità: il
che significa che noi ascoltiamo realmen-
te solo quello che è annunciato in verità e
con serietà; e che ogni annuncio, a sua
volta, dipende da un vero ascolto.
È un giro virtuoso, una dinamo che si
carica di verità solo se (e solo perché)
tratta la verità.
Alle cose banali nessuno dà retta, pur
se possono solleticare per un po’; nessu-
no le ritiene a lungo, scivolano addosso e
finiscono nel nulla.
L’atmosfera che respiriamo non ci aiu-
ta, è chiaro!, né ci offrono modelli ade-
guati tutte le entità preposte alla comuni-
cazione, dai giornali alla televisione al
web.
Abbiamo a che fare con una comunica-
zione quasi sempre pre-costituita, e spes-
so pro-stituita a vuotissimi ragionamenti
politici o pretesi tali, alla incapacità di
alzare gli occhi, alla volontà ideologica
preconcetta, a tanti dommatismi laici e
religiosi che mirano non al comunicare,
ma solo ad acquisire potere sulla testa
della gente.
Il Vangelo è “notizia buona”.
E qui non si scappa. O si annuncia o si
rinuncia.
Parola di Dio e parole al vento S O M M A R I O :
Editoriale 1
Il mio grazie a
Padre Monti
2
Luigi M. Monti
e dintorni
3
Una preghiera
per…
4
Preghiere per
le vocazioni
4
Con Maria,
come Maria
5
Parole mon-
tiane
5
Glossolalie 6
Vita di Fami-
glia
7-8
Forse non
tutti sapevate
9
I Vostri mes-
saggi
10
La Porta aper-
ta
11
Riconoscere
vocazioni
12
Tracce per
una lettera da
Saronno
13
Anno mariano
CFIC
14
La Giovinezza
dei vecchi
15
Parole e fuoco 15
D A T A
Notiziario del Santuario del Beato Luigi Maria Monti
Anno III, n. 25—MAGGIO 2014
SANTUARIO DEL BEATO LUIGI MARIA MONTI—SARONNO Via A. Legnani, 4 - 21047 - Saronno (VA) 02 96 702 105 02 96 703 437
e-mail: santuario@padremonti.org sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892
Conto corrente bancario intestato a: Istituto Padre Monti EUR IBAN: IT 88 Z 08374 50520 000008802348 - BIC (da estero) ICRA IT RR AE 0
presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA – Filiale di SARONNO Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe
di Aurelio Mozzetta
L’Ed
itoriale
Anno mariano CFIC, Roma luglio 2013 - Lourdes luglio 2014: Quello che Egli vi dirà, fatelo!
Segue a pag. 2
P A G I N A 2 qui ho posto il cuore
A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4
Parola di Dio e parole al vento
Non sono previste
scorciatoie né palliativi
né trame letterarie né
traduzioni culturali né
aggiustamenti né sostitu-
zioni né censure né fon-
damentalismi che possa-
no in qualunque modo
offuscare, andare oltre o
contro, la “bontà” sempli-
ce ed esigente della
“Notizia”.
Siamo nella stagione
di Pasqua. Gesù è risorto.
Eccola la notizia inim-
maginalbile e sconvol-
gente, posta a fonda-
mento della sfida che la
fede lancia al nostro vive-
re quotidiano: se Cristo
non fosse risorto, la no-
stra fede sarebbe davve-
ro un nonsenso e noi sol-
tanto poveri stolti da
compatire (1Cor 15,12-
19).
Cristo crocifisso (id
1,21-24) e risorto: questa
è “la Parola” da annuncia-
re.
Il resto è tutto (ma
davvero tutto) puro e
semplice contorno. Op-
zionale, che potrebbe
anche non esserci:
perché al di fuori di
Cristo non c’è nessu-
no, né tanto meno c’è
alcuna cosa, che possa
darci salvezza (At 4,12).
Aurelio Mozzetta
>>> segue dalla
prima pagina
Grazie Padre Monti per questo momento di preghiera e di silenzio. Tu
sai i miei bisogni. Io mi fido e mi affido.
Grazie per il dono che hai fatto alla mia famiglia. Continua a protegger-
ci e illumina il nostro cammino. Per essa ti chiedo una particolare vici-
nanza: tu illumina la nostra mente e donaci serenità.
Io mi affido a te. Grazie.
Tua figlia. Piera.
Il mio
Grazie a
Padre
Monti
Mi fido e mi affido
P A G I N A 3
La Tomba del Beato
Monti nella Cripta del
Santuario di Saronno
Luigi Monti
imbocca
l’autostrada per
il Paradiso, ma
siamo subito in
coda. Il suo
ingresso
nell’arteria più
diretta a Dio ha,
infatti, trovato i
primi ostacoli:
non possono
essere in
completa
autonomia, ma
soprattutto sono
in molti a volere
un potere su
questi giovani.
qui ho posto il cuore
Luigi
Maria e
dintorni
Partenza per il paradiso. Un percorso a “tratti”
Luigi Monti imbocca l’autostrada per il Paradi-so, ma siamo subito in coda. Il suo ingresso nell’arteria più diretta a Dio ha, infatti, trovato i primi ostacoli: non posso-no essere in completa au-tonomia, ma soprattutto sono in molti a volere un potere su questi giovani.
Questa situazione così “sospesa” si insinua nelle cellule del Pezzini, ren-dendolo molto suscettibi-le. La sua mancata elezio-ne a superiore di quello strano gruppo di giovani - di fatto, gli era dovuta come promotore di que-sta nuova organizzazione - genera nel suo carattere onesto, ma poco riflessi-vo, la rivolta.
Contemporaneamente assistiamo alla particolare rivendicazione degli in-fermieri dell’Ospedale di Santo Spirito. A questo duro lavoro, mal retribui-to, aderivano buona parte di quei “tipacci” che viag-giano alle frange della legalità. Senza scrupoli, arrotondavano il magro stipendio con prelievi di-rettamente dai portafogli dei ricoverati, ringrazian-doli con pochissima cor-tesia. Sono, infatti, più attratti dalla vicina oste-ria che dalle necessità delle corsie.
Capiscono rapidamen-te che quei giovani rap-
presentano un pericolo per il loro piccolo mondo. Trattano con umanità le persone malate, si accon-tentano del cibo e non avanzano pretese. Deciso-ne unilaterale: passiamoli sotto pesanti randelli.
Fortunosamente que-sta loro impresa è scoper-ta per tempo. Nel giorno designato ad accarezzare il capo dei giovani frati, questi non escono dai lo-ro locali; al loro posto si presentano dei gendarmi.
Tutto rientra nei para-metri, anche se furono trovati i pesanti bastoni destinati alle povere teste dei nostri.
Questa situazione così tesa ha la sua origine nel-la figura del padre Gian-battista da Genova.
Un Cappuccino dai modi bruschi e decisi, che da subito ha interferito sulla nascita della nuova Congregazione, carpen-done la paternità ai Monti/Pezzini. La sua forte personalità, unita alla necessità di partire rapidamente con il suo personale progetto, aveva irritato l’ambiente dell’Ospedale.
Cipriano crede che questo sia il momento giusto per liberarsi dell’invasivo Cappuccino.
Senza avvisare il Mon-ti, scrive al Commendato-re dell’Arciospedale - ora
Mons. Narducci - e-lencando le malefatte del reverendo padre. Non contento, e mo-strandosi davvero molto imprudente, comunica allo stesso Giambattista di aver scritto in direzione.
Troppo per il frate. A sua volta si reca dal Narducci per i debiti chiarimenti. Il Com-mendatore dell’Ospedale è spa-zientito: richiedere l’intervento dei gen-darmi, ha sollevato le attenzioni della Curia Vaticana e l’occhio del Papa Pio IX, ed egli soprattutto teme “ombre” alla sua car-riera.
Risultato: Pezzini viene cacciato dall’Ospedale.
Grande soddisfa-zione del Padre Giam-battista, che vede così allontanarsi l’uomo che attivamente ha partecipato alla nasci-ta di quel gruppo di giovani frati e, soprat-tutto, colui che più di tutti è a conoscenza delle sue trame. Non contento, con sadico piacere, ordina pro-prio al Monti di levare la veste a Cipriano.
Stop and go. Non temere.
Marco
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P A G I N A 4
Una
preghiera
per...
qui ho posto il cuore
PER CHI NE HA BISOGNO: - chiedo di pregare per
tanti amici che hanno perso
il lavoro o lo stanno perden-do… affinchè l’aiuto del Si-
gnore ed una "giusta" alter-nativa si possano sempre
vedere e sperimentare.
- per Michele, volontario di “Medici senza frontiere”,
partito per la Guinea. Il Si-gnore accompagni la sua
generosità e lo salvaguardi
dai pericoli.
PER I GIOVANI: - per il piccolo Paolo,
nato il 30 marzo, per mam-ma Barbara e papà Michele
e per il fratellino Matteo (ora fratello maggiore). Che Paolo
porti la serenità “al quadra-
to”;
- per la piccola Asia, figlia di Davide e Manuela, nata lo
scorso 14 aprile. Che tu possa essere gioia e vivere
la gioia di essere al mondo.
PER I DEFUNTI: - Antonio, l’amico lavora-
tore in coma per un inciden-
te sul lavoro, per cui aveva-mo pregato la volta scorsa.
Non ce l’ha fatta. Noi conti-nuiamo a credere alla bontà
del Signore.
- Luigi, mio compagno di giochi quando eravamo bam-
bini, morto il 1 aprile per
tumore, a 64 anni.
- Josepha, nonna di P. Mathew, 84 anni, morta a
Kumbo (Camerun), il venerdì
santo 18 aprile.
Che siano trasparenza di Te Preghiera
per le
vocazioni
Inviateci le vs. intenzioni di preghiera a: quihopostoilcuore@padremonti.org
“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi, apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti
PER CHI E’ IN ATTESA: - per Valeria, forte, genero-
sa, capace in ogni circostanza di far germogliare il Bene, e
per tutte le donne che come lei sentono il loro animo smar-
rirsi, nel timore dell’inade-
guatezza di essere madre.
PER GLI AMMALATI: il beato
Monti interceda per loro: - chiedo preghiera per pa-
pà, che va sempre peggio. E
per mamma, che va faticosa-mente comprendendo come la
situazione non migliorerà. Sof-fre, ma mi sembra che soffra
serena, e questo è importante.
- per Paolo, 51 anni, colpito da
infarto il 24 aprile scorso.
PER CHI SOFFRE: - per Sonia, che ha dato
alla luce suo figlio il 30 genna-
io e ancora è in ospedale per complicazioni di vario tipo. Che
Padre Monti l’aiuti a superare questo momento così comples-
so.
Dacci, Signore, santi religiosi e sante religiose,
donne e uomini che siano trasparenza di Te,
che parlino prima con l’esempio e poi con la parola,
che con la loro povertà testimonino una pienezza ritrovata,
con la loro castità facciano fiorire di fecondità la propria vita,
con la loro obbedienza vivano l’unione sempre più profonda con Te.
Dacci, Signore, religiosi
che con la loro sola presenza testimonino la tua Bellezza,
incontro tra ciò che è vero, buono, gioioso, armonioso.
E quando corriamo troppo,
fa che sappiano indicarci il Cielo,
con un sorriso o un gesto che abbia “sapore” di Vangelo.
PENELOPE PITTI
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P A G I N A 5
Era l’estate di qualche an-
no fa. Ospite dell’Istituto
Padre Monti di Saronno, fui
invitato dall’ anziano Mae-
stro di noviziato ad accom-
pagnarlo in una “gita” a Sot-
to al Monte, paese natale di
Papa Giovanni XXIII. Un luo-
go a me sconosciuto.
Con l’intelletto avvertivo
avversità verso quel caro
frate, con il cuore, lo stima-
vo in una continua lotta tra
mente e cuore, alla continua
ricerca di Dio.
La notte che precedette il
pellegrinaggio sentii vive la
promessa dell’Immacolata:
“Ti proteggerò sempre”.
L’Immacolata, così cara a
Padre Luigi Monti. Ricordai,
allora, quando su per i mon-
ti del Trentino, in compagni-
a di fr. Ruggero, stanco ed
inesperto, stavo per lasciar-
mi andare nel vuoto durante
l’attraversamento di uno
stretto viottolo di montagna:
sentii braccia amorevoli e
forti che mi afferrarono e mi
trassero in salvo.
L’indomani, la visita ai
luoghi di Papa Giovanni, il
Papa della Pace, così inna-
morato dell’Immacolata, si
rivelò per me una tappa im-
portante del mio cammino
di fede, alla continua ricerca
di Dio. Quel luogo, la sua
santità, la sua Pace mi han-
no segnato. L’Immacolata
continua a segnare i miei
passi, quotidianamente. La
Pace, l’Amicizia e la Solida-
rietà sono divenuti i valori
fondanti cui si ispira anche i
club ciclistico da me fondato
perché gli amici che lo ani-
mano ne diventino messag-
geri e testimoni.
Per puro caso, lo scorso
anno, durante un incontro di
lavoro, sono ritornato a Sot-
to al Monte: che Pace!
Il 2 aprile 2005, in viaggio
da Milano a Roma, in missio-
ne per l’istituto, giunsi a
Roma nell’istante in cui veni-
va annunciata la nascita al
cielo di Papa Giovanni Paolo
II, il Papa di Maria: alle mie
spalle scorgevo ancora una
statuina dell’Immacolata che
mi rincuorava. Ero nei pressi
della Casa Generalizia di
Padre Monti di Roma. Con i
suoi figli spirituali ebbi il
privilegio, di essere a pochi
metri ad accompagnare il
nostro Papa in Piazza San
Pietro il giorno del suo ulti-
mo viaggio terreno.
Lo scorso anno ricevetti in
dono dal Cardinal Comastri
il libro “Ricordo di tre Papi”
la cui lettura mi ha riportato
alla mente e al cuore mo-
menti apparentemente insi-
gnificanti della loro vita che,
invece, hanno segnato i cuo-
ri e il percorso d’amore e di
pace di ognuno di noi.
Alla continua ricerca di
Dio, ho letto e riletto quel
libro per comprendere pie-
namente il messaggio pro-
fondo che vive nelle parole
che esprimono la santità di
ognuno dei Papi che Dio ci
ha donati.
Tra un milione di pellegri-
ni, domenica 27 aprile 2014,
con il foulard della beatifica-
zione di Padre Monti, ho
partecipato alla Canonizza-
zione in Vaticano dal centro
di via della Conciliazione.
L’Immacolata, ancora una
volta, segnava i miei passi,
alla continua ricerca di Dio.
Un Laico montiano
Con
Maria,
come
Alla continua
ricerca di Dio.
La
testimonianza
di un laico
di Padre
Monti,
innamorato
di Maria
Immacolata.
qui ho posto il cuore
Mai allevare grugnoni
A l Fratel Gabriele cantategliela pure can-
didamente che se ha intenzione di far
bene, bene; se poi vuole continuare con i suoi
musi e capricci, ditegli che questa volta la
sbaglia di grosso: io sono stanco e stufo di
allevare dei grugnoni… Ditegli che scelga: o
far bene o andarsene.
(Beato Monti, lettera a Fr. Benedetto Antonietti,
3 agosto 1897)
Le Parole
montiane
Tra le braccia di Maria Immacolata
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P A G I N A 6
Dalle
Comunità di
Padre Monti
nel mondo
qui ho posto il cuore
Dans notre rosaire quotidien, nous méditons le mystère de la visitation, Marie
qui court vers la région montagneuse pour visiter sa parente, Elisabeth.
Allant chez Elisabeth, Marie n’a pas seulement aidée matériellement sa paren-
te mais elle lui a apporté Jésus vivant en son sein. Cela veut dire apporter la joie
pleine, la grâce de l’Esprit qui habite en elle. Raison pour laquelle a peine qu’E-
lisabeth entendit la salutation de Marie, pas seulement elle, l’enfant tressaillit de
joie en son sein et fut rempli d’Esprit Saint.
Dans cette mouvance, Marie est modèle de charité gratuite, d’oubli de soi
pour être au service de l’autre avec empressement. Cet empressement le met
dans les conditions de compréhension de l’autre.
Marie porte à sa cousine le don immense qu’est Jésus, et avec lui son amour,
sa paix et sa joie. Ce don, Marie ne l’a pas limité seulement à Elisabeth, mais
l’offre à tout un chacun de nous. Le mouvement, le déplacement et l’engagement
de Marie est une forme de mission, lui confié sans qu’elle le sache d’apporter
aux autres l’Amour qu’elle porte en son sein.
L’Eglise en soit, est appelée à apporter aux autres Jésus, comme le fit Marie à
Elisabeth. Si par malheur il advenait que l’Eglise n’apporte plus Jésus, elle serait
morte, une bonne à rien.
A la suite de Paul, l’Eglise peut se dire : je ne peux annoncer que ce que j’ai
en moi, ce que je porte dans mon être. Par la foi et dans la foi, je porte en moi,
Jésus-Christ. Ce pourquoi Saint Paul affirme avec force que malheur à moi si je
n’annonce le Royaume de Dieu. Car nous le savons, le Royaume de Dieu, c’est
Jésus-Christ lui-même.
Le devoir de l’Eglise est de diffuser la force et l’amour de Jésus. Dans cette
Eglise qui a pour mission la diffusion de la force et de l’amour de Jésus, nous y
trouvons des familles religieuses, des ordres religieux, la vie monastique, les Ins-
tituts séculiers, etc. voilà qu’il y figure la Congrégation des Fils de l’Immaculée
Conception.
N’est-ce pas que cette Congrégation a pour mission apporter Jésus aux au-
tres ? Cette mission ce résume dans son Charisme qui est la Charité dans ses dif-
férentes formes que nous connaissons. Une de ses formes qui doit être mis en
exergue est l’oubli de soi pour être au service des autres comme à fait Marie,
modèle de charité. Ces affirmations nous permettent à dire que le charisme mon-
tien, ne peut pas seulement se calquer sur celle du Bon samaritain mais surtout à
celui de Marie notre Mère, Patronne et Modèle.
Nous sommes Fils d’une Mère Immaculée, Modèle de charité, laissons-nous
éduquer à son école afin que les principes de sa charité nous pousse, nous presse
à aller à l’encontre des autres pour que le don immense qu’est Jésus soit partager
avec amour, paix et joie. P. MPOYI ODON
La Visitation
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Sulle orme di Fratel Bonifacio Pavletic
Dal 26 al 31 luglio p.v., l’INVITO a una per-
manenza in CROAZIA, per “inseguire un so-
gno di vangelo” e rendere più attuale
l’esempio di santità di Fratel Bonifacio, gio-
vane religioso di Padre Monti, croato, morto
a Roma a 33 anni, del quale si vuole intro-
durre la Causa di beatificazione. Una model-
lo ‘giovane’ e davvero interessante. Chi vo-
lesse ha ancora modo di prenotarsi.
qui ho posto il cuore
Aiutateci …e proprio dalla Croazia giunge, in questi giorni, l’appello di GIOVANNI GAL-
BIATI (puoi visitarlo in Facebook: Fratel Ivan Bonifacio Pavletic… subito bea-
to!). Ve lo proponiamo:
Il Comitato per la beatificazione di fratel Bonifacio, sta lavorando alacremen-
te, ma purtroppo la mancanza di fondi frena questo processo. L'entusiasmo è
tanto, ma non basta. Chi volesse aiutare questo Comitato di volontari con un'of-
ferta, può farlo presso:
PRIVREDNA BANKA ZAGREB ag. di Kutina - SWIFT: PBZGHR 2X
IBAN: HR6023400091110431869 - Caus.: Beatificazione fratel Ivan Bonifacio.
Cresce la voglia di comunicare. Ecco altri tre nostri… fratellini, che potete trova-
re in internet. La HOJA MONTIANA, edita a Cordoba (Argentina), in realtà ha già
una bella età, ma negli ultimi tempi si era un po’ addormentato. Siamo lieti che il
nuovo Governo provinciale l’abbia risvegliato… buon cammino!
Lo stesso per AMALADOOTHU, bollettino della Provincia Indiana, di cui aveva-
mo perso traccia. Bentornato tra noi!
Eppoi c’è il neonato GIOVANI ZKM NEWS, da Tirana, Albania, espressione del
Gruppo Pastorale Giovanile della UNIVERSITÀ NOSTRA SIGNORA DEL BUON CON-
SIGLIO. Un augurio di lunga vita e un grazie a Padre Franco e all’amico prof. Da-
niele Virgili.
I tre fratellini
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Vita di
famiglia
qui ho posto il cuore
Nasce Giovani
ZKM news in
Albania.
In Filippine,
Fratel Leonard
diventa medico.
(Foto) Momento della in-
vestiture (consegna della
laurea) del Confratello
Bro. LEONARD LAMFU,
laureatosi in Medicina
presso la University of
Santo Thomas di MANI-
LA. Padre Monti era lì,
invisibile, che batteva le
mani dalla gioia e grida-
va: auguri, auguri, augu-
ri!!! Noi ci uniamo alla
voce di lui: Leonard, che
Fratel Emanuele Stablum,
il nostro religioso dottore
Servo di Dio, ti sia mo-
dello e guida.
Manila (Filippine): Fratel Leonard è Medico
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Da ultimo sorvoliamo
l’Atlantico fino al BRASILE, a
gustare la bellezza dell’ IN-
FIORATA di FOZ
do IGUAÇU, realiz-
zata per il Corpus Domini, do-
menica 2 giugno.
BOLLETTINO - SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE - 08.04.2014
Rinuncia del Vescovo di Peterborough (Canada) e nomina del successore
P A G I N A 9
… a spulciar
gli archivi e
rimescolar le
carte della
storia,
per sapere…
qui ho posto il cuore
Il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi
di Peterborough (Canada), presentata da S.E. Mons. Nicola De Angelis, CFIC, in
conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico (raggiunti limiti d'età).
Ha nominato a succedergli il Vescovo William Terrence McGrattan, finora Vescovo
Ausiliare di Toronto.
***
Scrive Fratel Ruggero: “Esprimo, a nome di
tutti, gratidudine per l’appassionato lavo-
ro del nostro confratello padre Nicola,
compiuto per il bene della Chiesa univer-
sale nella missione di vescovo”.
A 27 anni l’allora giovane frate Nicola,
nato nel paesino di Pozzaglia (Rieti), fu
trasferito in Canada. Aveva già avuto
l’opportunità di dimostrarsi per noi ragaz-
zi di quel tempo uno splendido professo-
re di greco ed un musicista preparato ed
accorto. Uno di quelli che si ricordano e si
rimpiangono, quando la loro opera si con-
clude.
Gli anni trascorsi a Toronto avevano testi-
moniato il suo multiforme impegno: nella
pastorale per gli emigrati italiani; nella
promozione della scuola cattolica di cui,
in Ontario, fu iniziatore e leader; nel servi-
zio della grande diocesi
canadese.
Richiamato dalla Congre-
gazione in Italia, dal gen-
naio 1986 al luglio 1992
fu Superiore Generale ed
avviò un intenso pro-
gramma di internaziona-
lizzazione.
Che questa nuova stagio-
ne gli doni di poter racco-
gliere benedizioni nume-
rose, dopo tanto lavoro
per il Vangelo.
(forse non tutti gli
amici lettori
conoscono il
nostro Confratello
Vescovo,
Monsignor
Nicola
De Angelis.
Lo presentiamo
qui, a conclusio-
ne del suo servi-
zio pastorale).
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Email e
lettere dal
mondo
Lettere alla Redazione L’editoriale di aprile
- Carissimo, è doveroso e
importante ringraziarti per
l'uscita fedele di QPC. Leg-
gendo il tuo commento
all'Editoriale, condivido e
sottolineo che il compito di
noi (servi inutili, ma neces-
sari) è quello che di positivo
Dio investe nelle persone di
ogni sua creatura. Dio è
Amore, è positivo per eccel-
lenza; e noi, seppur fragili
creature, dobbiamo testi-
moniarne presenza e vici-
nanza. Quando esistono
problemi, noi ci muoviamo
per tenerci fuori e pensare
che le responsabilità siano
d’altri. Mi chiedo onesta-
mente: se il buon Dio faces-
se questo ragionamento per
noi, sarebbe un bel proble-
ma. Rischieremmo di fare la
figura di quella brava gente,
che davanti a Gesù veniva
sollecitata ad esprimere il
proprio giudizio sulla donna
peccatrice condannata alla
lapidazione. Mi piace sotto-
lineare che il nostro compi-
to rimane quello di guarda-
re avanti, affidati alla Provvi-
denza, chiedendo al Signo-
re, attraverso l'intercessione
di Maria Santissima e del
Beato Fondatore, che la
CFIC rimanga espressio-
ne d’Amore e di Carità. Un
caro e fraterno salu-
to. Fratel Rolando
- Grazie, bellissimo il bol-
lettino di questo mese! So-
no contenta che si parli in
prima pagina di Fratel Ema-
nuele Stablum. Io continuo
a pregarlo e farlo pregare
da tante persone malate e
bisognose di guarigione
interiore ed esteriore. Or-
mai è per me un Santo che
ha ottenuto la mia fiducia,
mi dà una certa sicurezza
nell'affidargli casi difficili e
mi rasserena sapendo che
mi ascolta sempre, anche
se non posso ancora testi-
moniare il miracolo atteso!
Il Signore sa quando
sarà l'ora di avere anche
questo segno importan-
te. Se è stato ricono-
sciuto Giusto tra le Na-
zioni, per me è già più
che SANTO! Sono stata
felice di aver visitato il
Giardino dei Giusti a
Gerusalemme e sapere
che in quel posto c'era
anche il suo nome e
quindi "presente" nello
Spirito, Lui, un Figlio
dell'Immacolata Conce-
zione, un figlio amato,
benedetto e benedicen-
te, di Padre Monti! Gra-
zie, buon proseguimen-
to verso la Santa Pa-
squa.
Grazie, con gioia
- Come sempre, grazie
di cuore. don f
- Grazie per la puntuali-
tà e per il bel lavoro che
fate! don p
- Un ricordo con grande
gioia. Grazie. Noi conti-
nuamo con la celebra-
zione di messe grego-
riane…
- Grazie, padre. Sentivo
la mancanza di questo
appuntamento periodi-
co con la Sua Congrega-
zione, che ho sempre
ammirato e ammiro
molto. Mi benedica. In
comunione.
- Grazie di cuore. Di un
ricordo al Signore ne
abbiamo proprio biso-
gno.
- La rivista QPC l'ho
sempre ricevuta e pun-
tualmente la leggo e
rileggo (nelle ore serali)
con avidità, perchè mi
fa stare bene.
Preghiera e farmaci
Ancora una volta
1000 grazie per il noti-
ziario; è diventato ap-
puntamento fisso e im-
portante e trovarvi sem-
pre presenti mi dà felici-
tà, serenità e forza. Il per-
corso della quaresima è
per me uno dei momenti
più belli e di approfondi-
mento spirituale che sa-
ziano l'anima. Anche
quest'anno la salita al cal-
vario si fa difficile e pe-
sante; provoco sempre
lavoro ai medici e preoc-
cupazioni a chi mi sta
vicino. Io però vivo e go-
do della vicinanza di Gesù
in questo percorso. Ve-
nerdì sono riuscito a far-
mi portare alla Via Crucis
e ancora una volta mi so-
no convinto maggiormen-
te dell'importanza della
preghiera per gli ammala-
ti. Preghiera e farmaci, un
connubio vincente! La
preghiera senza farmaci a
volte fa miracoli, ma i far-
maci senza la preghiera di
miracoli non ne fanno! In
compenso però ho trova-
to qualcosa da fare anche
in ospedale e con l'aiuto
della suora che supporta
spiritualmente i degenti,
stiamo preparando la pre-
ghiera della settimana
santa. Non sarebbe possi-
bile in qualche modo aver
del materiale da mettere
in distribuzione riguar-
dante il Beato Monti? E,
essendo in ospedale, for-
se fratel Emanuele sareb-
be più "indicato"? Non
cose di valore, anche solo
immaginette. Auguro a
Lei e agli amici del Beato
Monti di trovare il meglio
in un raccolto proficu-
o quaresimale e pasquale.
Un abbraccio fraterno.
Guido
Scriveteci
a
I Vostri
mess@ggi
qui ho posto il cuore
quihopostoilcuore@padremonti.org
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P A G I N A 1 1
SIAMO UNA GENERAZIONE FELICE, particolarmente amata da Dio, se Egli stesso ci dà di
essere protagonisti e testimoni di questa straordinaria STAGIONE DI SANTITÀ.
Lo Spirito è alacremente all’opera, attivo e grandioso, fecondo di novità e operatore di prodi-
gi.
LA PORTA È DAVVERO APERTA. Per tutti. Non solo per loro due, giganti della nostra storia
recente.
Ognuno porta in sé la statura del gigante, solo che quasi mai lo sa, quasi mai la vede, quasi
mai ci crede… E così, il più delle volte, la lasciamo lì, avvolta in se stessa, non sviluppata,
non posta “come città sopra un monte” né “come luce su un candelabro”.
OGNI GIORNO INCONTRIAMO SANTI sui nostri passi, il più delle volte senza vederli; e peg-
gio, il più delle volte pensando che gli altri siano tutti inaffidabili, pericolosi, potenziali ne-
mici, gente cui fare attenzione. Questa cultura dell’arraffare per sé, contrabbandata come
civiltà e libertà, ci rende tutti meno umani e meno vicini. Dio ha seminato angeli in ogni an-
golo del mondo. Perché non li vediamo?
***
FESTA DI PAPI SANTI (27 aprile 2014). Dice Jean Vanier: “Ogni uomo è una storia sacra”.
Noi non le conosciamo tutte, ma ci è senza dubbio capitato di camminare al fianco di Qual-
cuno, senza riconoscerlo: siamo fratelli dei compagni di Emmaus, in cammino, inconsapevoli
di essere in compagnia dell'Unico che ci può aprire gli occhi!
Oggi 4 Grandi, in Piazza San Pietro e nel mondo interno, sono festeggiati e richiamano i fe-
deli per un avvenimento, giustamente imponente e unico per la storia e nella Storia della
Chiesa. Due di Essi concelebrano; gli altri Due sono alla presenza del Padre. Ma sicuramente
almeno Tre Altri hanno aperto a Giovanni XXIII e a Giovanni Paolo II le Porte del Regno.
Pio XII guida un corteo di Ebrei, battezzati nel sangue o diventati cenere in campi di concen-
tramento; Paolo VI porta ancora i segni, ormai indolori, di una pesante Croce che l'ha
schiacciato ma non vinto; Giovanni Paolo I tiene la mano sul cuore che non ha retto al dolore
ereditato con un compito, che l'ha stroncato ancor prima di poter svolgere il suo Pontifica-
to.
Sono lassù per avere pagato col martirio. Signore, ti ringraziamo per Ciascuno di loro!
(AM e SO)
SIAMO UNA
GENERAZIO
NE FELICE,
particolar-
mente
amata da
Dio, se Egli
stesso ci dà
di essere
protagonisti
e testimoni
di questa
straordinari
a STAGIONE
DI SANTITÀ.
qui ho posto il cuore
LA PORTA APERTA ALLA SANTITÀ (… a noi, giganti inconsapevoli)
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P A G I N A 1 2 qui ho posto il cuore
Io ed il mio
amico abbiamo
sempre
condiviso tutto.
Anche la scelta
del sacerdozio.
Stesse scuole,
medesimi
impegni, stessi
desideri, stesso
seminario…
Subito dopo
l’ordinazione, il
Vescovo ci fece
chiamare. Una
sola cosa ci
disse: “tu vai
all’Università e
tu vai in terra di
Missione”.
Rubrica a cura dei
Cercatori di Dio
Università e missione Io ed il mio amico abbiamo sempre condiviso tutto. Anche la scelta del sacerdozio.
Stesse scuole, medesimi impegni, stessi desideri, stesso seminario… Subito dopo
l’ordinazione, il Vescovo ci fece chiamare. Una sola cosa ci disse: “tu vai all’Università
e tu vai in terra di Missione”.
Perché io all’Università e il mio amico in missione, non lo so proprio. Da lì parte la
mia vocazione di prete accademico, da una decisione del Vescovo, non dalla mia vo-
lontà. No, davvero. Io sarei andato volentieri in missione al posto del mio amico e in-
vece no: io dovevo redimere la mia vita sopra i libri.
Ho scelto di fare il prete per aiutare gli altri. I libri non erano esattamente quello
che mi aspettavo da questa vita! Ero però carico e mi sono messo subito all’opera. Gli
esami volavano ed il tempo trascorreva sereno in un rimarsi di impegni e di preghiera.
Mi chiedevo dove era Dio. Mi facevo domande sull’esistenza di Dio… Lo studio del-
la Filiosofia prima e della Teologia poi mi stavano veramente aiutando a trovare la mia
strada interiore dove incontrare l’Assoluto.
La mia vocazione… non so dire quando sia stata la prima volta che mi sono rivolto
a Dio; o meglio, che Dio si è rivolto a me. So solo che ho risposto, e la mia risposta è
stata: “sia fatta la tua Volontà”.
Anche oggi, quando qualcosa mi è difficile da pensare, da decidere o da fare, mi
rivolgo a Lui e dico la stessa cosa: “sia fatta la tua Volontà”. Tutto ritorna tranquillo in
me, dentro e fuori di me.
Non ho rimpianti. Ho detto di si, anche al Vescovo come se fosse stata la richiesta
di Dio. E lo è stata. Ne sono sicuro. Attraverso il Vescovo ho colto la volontà di Dio in
me e su di me.
Il mio amico dopo 40 anni è ancora in terra di missione. Anch’egli è felice di aver
detto di sì a Dio.
Riconoscere
Vocazioni
"Egli mi ha amato fino all'estremo, all'estremo di me, all'estremo di se stesso...
Mi ha amato a modo suo, che non coincide con il mio. Mi ha amato senza contro-
partite, in assoluta gratuità... Avrei potuto essere amato in modo più discreto,
meno solenne.
Mi ha amato come io non so amare: con quella semplicità, quell'oblio di sé, quel
servizio umile e non gratificante, senza alcun amor proprio.
Mi ha amato con l'autorità generosa ma ineludibile di un padre ed anche con la
tenerezza indulgente e mai completamente tranquilla di una madre"
Christian de Cherge, 1995, Monastero di Tibhirine (Algeria)
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P A G I N A 1 3 qui ho posto il cuore
Caro Padre, come possiamo armonizzare la libertà di parola, la verità e la convenien-
za di dire “verità scomode”?
Apprezzo infinitamente la libertà e la libertà di parola in specie, ma occorre dire che
la libertà è la responsabilità più grave e più pesante per un uomo. Per questo, malgrado
apparenze e proclami, cerchiamo tutti di sfuggirla e di trovare 'padroni' di vario genere
da cui farci comandare. È molto meno faticoso, più comodo, più accomodante, più ma-
terialmente fruttuoso... non mi pone in discussione, mi fa stare nel mio bel cantuccio e
salva la mia igiene mentale!
Ovvio che l'obbedienza religiosa - a Dio anzitutto e sopratutto, e poi al Magistero ed
ai legittimi superiori - è tutt'altra cosa: se fosse quello, cioè ricerca di comodità o di un
padrone che ci scarichi della responsabilità, sarebbe l'esatta negazione di ciò che Cristo
vuole da noi!
Non ci neghiamo che a volte anche questo tipo di cosidetta "obbedienza" appare tra
di noi (della serie: testimoni di un Geova senza barba e senza spina dorsale).
Ho profondo rispetto per chi - pur obbedendo come deve, per professione evangelica
- si chiede con sofferenza e lacerazione se certe leggi positive siano giuste e ancora vali-
de. La sua sofferenza ha valore salvifico: "ciò che manca alla passione di Cristo"... D'al-
tra parte la storia ci ha detto infinite volte che idee e leggi, anche quelle ecclesiali, sog-
giacciono al cammino progressivo dell'umanità e della Chiesa. Guarda Rosmini, tanto
per dire.
Apprezzo ogni richiesta, ogni esigenza o espressione di umanità: se non c'è la perso-
na "uomo", è pura illusione voler costruire il consacrato. E se, Dio ce ne scampi, il con-
sacrato è stato costruito su un "niente" di umanità... povera Chiesa e poveri noi tutti,
confratelli e fedeli.
Si può essere d'accordo o meno sulle idee espresse, ma forse ci converrebbe impara-
re da uno - Voltaire - che non era certo nè bigotto nè ispirato dal catechismo, e che però
ha prodotto un'affermazione che dovrebbe essere scolpita nei fondamenti costitutivi del
nostro essere comunità di fratelli: "io non condivido le tue idee, ma sono disposto a dare
la mia vita perchè tu possa esprimerle in libertà".
Lanciare anatemi è il peggior servizio che possiamo fare alla verità ed alla carità.
Per questo, a prescindere dalla verità delle posizioni, non mi piacciono giudizi e defi-
nizioni che vogliono catalogare o condannare in vario modo.
Anche la correzione fraterna parte dall'amore, mai dal giudizio. Se non è motivata
dall'amore, la correzione non è né fraterna né opera "divina". Dio non giudica e non con-
danna... basta dare una scorsa ai vangeli! D'altra parte la verità non cambia, anche se
pronunciata da labbra “sbagliate”.
Un’ultima considerazione: spesso si ha paura che certe idee, posizioni e discussioni
vadano in giro e creino confusione tra i fedeli. Diciamocelo chiaro: la carità e la verità
devono essere vissute e “lavorate" con e dall'intelligenza. Di chi dice e di chi ascolta.
Troppo spesso abbiamo ritenuto i nostri fedeli dei minorenni, incapaci di capire...
l'uomo è cresciuto, grazie a Dio, e forse oggi più che mai è vera l'affermazione di Gesù:
la verità vi farà liberi!
Giorgio G.
Tracce per
una lettera
da Saronno
CHI SCRIVE A CHI
La verità che libera
A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4
P A G I N A 1 4 qui ho posto il cuore
“Chi di noi non
ha angustie, pe-
ne, tribulazioni
da esporre al
cuore tenero di
una madre qual’è
Maria?
Chi di noi non
ha grazie, favore
da chiedere alla
Regina del Cielo,
alla ricca tesorie-
ra, alla deposita-
ria dei doni del
Signore?”.
Così scrive il
beato Monti in
una lettera ai Fra-
telli della Con-
gregazione, data-
ta 28 aprile 1899.
Teologia elementare o proposta
sapienziale? “Chi di noi non ha angustie, pene,
tribulazioni da esporre al cuore tene-
ro di una madre qual’è Maria? Chi di
noi non ha grazie, favore da chiede-
re alla Regina del Cielo, alla ricca
tesoriera, alla depositaria dei doni
del Signore?”. Così scrive il beato
Monti in una lettera ai Fratelli della
Congregazione, datata 28 aprile
1899.
Nel suo atteggiamento verso Ma-
ria Immacolata si possono cogliere
pensieri, gesti e sapori propri di un
figlio che si rapporta con sua madre.
L'Immacolata è realmente sentita da
lui come madre, o meglio, "mamma",
con tutto il riferimento di legami vi-
tali ed affettivi racchiusi in quella
parola.
È sempre fonte di grande stupore
constatare il modo semplice e natu-
rale – tipico di un’ordinaria vita fami-
liare - con cui Luigi tratta Maria, co-
me si rivolge a lei, come le parla di-
rettamente e ne parla agli altri, ne
interpreta la volontà, ne assicura
l'accoglienza e l'amore materno…
Per quanto si cerchi in tutta la
storia di lui ed in ogni suo scritto,
non si trova un solo luogo, un tempo
o un punto dove si possa notare un
distacco o una qualunque parola ne-
gativa verso la Madonna.
Padre Monti non esprime né vive
solo una "immagine" di Maria, come
figura astratta, teorica o idealizzata;
la vede proprio come persona vera e
reale, una persona cara da frequen-
tare giornalmente e che entra a pie-
no titolo nel quadro della vita, dei
pensieri, degli affetti, delle azioni.
Di lei non scrive trattati teologici
e quando le indirizza la propria pre-
ghiera non usa titoli altisonanti; usa
le parole semplici di un figlio che si
rivolge a sua madre o che la descri-
ve.
Lungi dall'essere un fatto di poco
valore o espressione di una "teologia
elementare" di basso livello, questo
modo d’essere del Monti verso Maria
rappresenta il distillato di una com-
prensione interiore profondissima,
una proposta sapienziale della spiri-
tualità mariana, una dinamica di in-
carnazione nell'attualità, una costan-
te verifica dello spirituale nell'esi-
stenziale, cioè nell'insieme delle
gioie e dei problemi della vita.
Semplicità ed essenzialità non
sono in lui un punto di partenza ver-
so livelli spirituali e teologici più alti
e complessi; al contrario sono punto
di arrivo e momento di maturità di
un cammino che ha saputo cogliere
interiormente la verità e la realtà di
Maria, immacolata e madre, piena-
mente umana e tutta santa, protettri-
ce e modello, regina del creato e del
proprio cuore.
Nessun fraintendimento, dunque.
Padre Monti non cade mai nei tra-
bocchetti dello spiritualismo esaspe-
rato, del sentimentalismo, del devo-
zionismo, del sensazionalismo di
visioni e messaggi… Anche quando
esprime delicatissimi accordi di tene-
rezza filiale verso la Madre o di fidu-
cia indiscussa nel suo materno so-
stegno, egli ha sempre come riferi-
mento il “Divin Figlio Gesù”.
Maria è la “regina”, non è mai una
dea. È “madre di Dio e madre no-
stra”, mai sacerdotessa del divino. È
mediatrice “potente” presso Dio, ma
sempre a servizio della divina volon-
tà.
FEM
Anno
Mariano
2013-2014
A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4
P A G I N A 1 5 qui ho posto il cuore
Pasqua 2014 Perché le hai detto: “Noli me tangere!”
in quella lontana alba, appena uscito dalla tomba?
Anch'io non avrei osato toccarti
e poi nessuno mi avrebbe creduto:
sono solo una povera donna,
agli occhi di molti!
Ma se tu me lo avessi permesso,
la mia mano tremante
avrebbe sfiorato, leggerissima, indegna,
il tuo costato risanato.
Sicura di trovarvi una goccia d'acqua,
mi sarei bagnata gli occhi,
come mi suggeriva mia madre
al mattino di Pasqua.
Uno sguardo nuovo
avrebbe illuminato me
e quelli che incontro...
Ma il miracolo continua, si rinnova:
anche se talvolta convive col dubbio!
SIL
La
Giovinezza
dei vecchi
Parole e
fuoco
Fidati del vento
Il vento:
Ti porta il sussurro di un mondo lontano,
Grida di bimbi,
Risa di ragazze,
Tenerezze di donna
Il vento:
Ti porta la carezza di Dio
Quando nasci
Quando ami
Quando muori
Fidati del vento:
Pulisce.
… con l’impegno di parlare bene
e gettare semi di parola fecondi,
capaci di donare
bellezza e vita; di far risorgere le
parole per la relazione; e anche di
combattere la marea di
grezza volgarità che vorrebbe i-
nondarci a unico beneficio di chi
cerca soldi e brama potere …
(GIOTTO, Noli me
tangere, Cappella
degli Scrovegni,
particolare)
A N N O I I I , N U M E R O 2 5 – M A G G I O 2 0 1 4
Inserire lo slogan qui.
QUI HO POSTO IL CUORE
Direttore: Saverio Clementi. Redazione: Aurelio Mozzetta, Raffaele Mugione
Hanno collaborato per questo numero:
Aurelio Mozzetta, Penelope Pitti, Marco Perfetti, un Laico Montiano, Piera,
www.padremonti.org, P. Mpoyi Odon, Giovanni Galbiati, Fratel Rolando, Gui-
do, SIL, Giorgio G., I cercatori di Dio, FEM, Raffaele Mugione.
Direzione: Via San Giacomo, 5
21047 – Saronno (VA) : 02 96 702 105 : 02 96 703 437 e-mail:
quihopostoilcuore@padremonti.org
sito web: www.padremonti.org
(Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è
realizzato da volontari)
Santuario del Beato Luigi Maria Monti Saronno
Orario delle Celebrazioni del Santuario
GIORNI FERIALI
6.30 Lodi del Mattino (lunedì in cripta)
7.00 Santa Messa (lunedì in cripta)
9.00 Santa Messa
18.50 Rosario e Vespro
TUTTI I GIOVEDI’
18.30 Adorazione Eucaristica per le Vocazioni
DOMENICA E FESTIVI
8.30 Lodi del Mattino
9.00 Santa Messa
19.00 Santa Messa
SACERDOTI A DISPOSIZIONE IN SANTUARIO
P. Aurelio Mozzetta, rettore P. Pierino Sosio
P. Roy Puthuvala P. Elvis Lukong
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