Post on 17-Feb-2019
transcript
Rassegna Stampa di mercoledì 15 aprile 2015
SNALS / CONFSAL Corriere Fiorentino (Corriere della Sera)
15/04/2015 ASSEMBLEA E SCIOPERO MENSE OGGI LEZIONI A RISCHIO STOP
Il Mattino di Padova 15/04/2015 "BUONA SCUOLA", PADOVANI IN CORTEO A ROMA Il Tirreno - Ed. Pontedere/Empoli
15/04/2015 ASSEMBLEA AL LICEO PROF E BIDELLI CONTRO LA RIFORMA
la Nazione - Cronaca di Firenze
15/04/2015 INSEGNANTI IN SCIOPERO CONTRO RENZI "LA RIFORMA NON AIUTA IL PRECARIATO"
Gazzetta del Sud - ed. Cosenza
14/04/2015 SULLA SCUOLA SPIRANO FORTI I VENTI DELLA PROTESTA
Testate on line 15/04/2015 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca Avvenire 15/04/2015 LA SCUOLA E' PIU' STRANIERA MA 1 SU 2 E' NATO IN ITALIA Avvenire 15/04/2015 LA SOSPENSIONE A SCUOLA DIVENTA "RIEDUCATIVA" A
CONEGLIANO RAGAZZI VOLONTARI IN CASA DI RIPOSO Il Fatto Quotidiano 15/04/2015 SCUOLE, IL GOVERNO PIANGE MA I SOLDI RESTANO FERMI il Foglio 15/04/2015 Int. a D.Antiseri: LA #BUONASCUOLA, SENZA IL BUONO SCUOLA,
RESTA SOLO UNA SLIDE UN PO' SCIALBA il Mattino 15/04/2015 SICUREZZA DELLE SCUOLE, BRACCIO DI FERRO TRA REGIONE E
GRILLINI la Gazzetta del Mezzogiorno 15/04/2015 "BUONA SCUOLA" I SINDACATI "SIAMO PRONTI ALLO SCIIOPERO" Roma 15/04/2015 EDILIZIA SCOLASTICA, DE LUCA BACCHETTA IL GOVERNATORE Il Secolo XIX 15/04/2015 INGEGNERIA ALZA BANDIERA BIANCA: OKAY AGLI ERZELLI 11 Libero Quotidiano 15/04/2015 TUTTI IN FILA PER VELTRONI, MA RENZI DA' BUCA Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 15/04/2015 ATTIVO IL CANALE INPS-BANCHE PER IL TFR MENSILE il Sole 24 Ore 15/04/2015 RICALCOLO SOFT PER LE MAXI-PENSIONI la Repubblica 15/04/2015 PENSIONI, PALAZZO CHIGI FRENA BOERI "PER LE MODIFICHE
MANCA LA COPERTURA E NON RIAPRIAMO LA PARTITA MF - Milano Finanza 15/04/2015 ULTIMA CHIAMATA PER IL FONDO PENSIONE DEGLI AGENTI DI
ASSICURAZIONE il Messaggero 15/04/2015 Int. a Y.Gutgeld: STATALI, E' ORA DI SUPERARE IL BLOCCO DEI
CONTRATTI" il Sole 24 Ore 15/04/2015 IL BONUS "CATTIVO" E IL BONUS "BUONO" il Sole 24 Ore 15/04/2015 IL CUNEO FISCALE TORNA A SALIRE il Sole 24 Ore 15/04/2015 IL 730 PRECOMPILATO DEBUTTA ONLINE Corriere della Sera 15/04/2015 PER BERLUSCONI LIBERTA' E PASSAPORTO MA FINO AL 2019 NON
POTRA' CANDIDARSI Corriere della Sera 15/04/2015 RENZI: POSSIAMO CRESCERE PIU' DEGLI ALTRI la Repubblica 15/04/2015 E SILVIO SI GIOCA LA LEADERSHIP "NUOVO PARTITO CON LE
REGIONALI" MA SALVINI E MELONI LO SFIDANO
Scuola
Assemblea e sciopero mense Oggi lezioni a rischio stop
Sembra che il cinema Aurora di Scandicci non sarà abbastanza grande per ospitare tutto il personale della scuola che oggi parteciperà alla maxi assemblea provinciale indetta da tutte le sigle sindacali dal titolo «La nostra Buona Scuola non esiste più». E l'assemblea cade nello stesso giorno dello sciopero dei lavoratori delle mense tanto che i sindacati annunciano il rischio che oggi diverse scuole fiorentine si troveranno a dover rimandare a casa i bambini, sospendere lezioni o anticipare le uscite. <<Niente soluzioni al precariato, troppo potere ai Dirigenti Scolastici, assenza di personale Ata» per Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola,~ tlm"i'lmi'lle Gilda Unams è il momento di discutere con tutto il personale della scuola degli effetti della riforma voluta da Renzi. In programma ci sono due assemblee no stop, dalle 8 alle 17, la prima è quella di oggi a Scandicci, la seconda sarà domani al liceo Pontormo di Empoli in preparazione della manifestazione di sabato a Roma. Tra i punti critici della riforma che contestano i sindacati c'è la mancata soluzione al problema del precariato «in quanto le assunzioni non esauriranno le graduatorie e non includeranno gli idonei all'ultimo concorso e i docenti già abilitati in possesso dei requisiti stabiliti dalla Sentenza della Corte di Giustizia Europea». Ci sono anche i «troppi poteri accentrati nelle mani del dirigente scolastico: dalla scelta dei docenti da utilizzare nella propria scuola alla loro valutazione e riconoscimento del merito». Ciò non rispetterebbe, dicono le sigle sindacali, il principio costituzionale della libertà
d'insegnamento e l'autonomia professionale, creando fortissimi squilibri tra scuole. E poi c'è il nodo dei collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici: per loro non è previsto nella Buona Scuola un piano di assunzioni. (L.B.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 8 Foglio 1
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
SNALS Pag. 2
"' O') 00
"' o
il mattino Quotidiano I Data
Pagina
Foglio
15-04-2015 20 1
''Buona scuola'', padovani in corteo a Roma Docenti e sindacalisti saranno sabato alla manifestazione. Mazza: «Il piano di Renzi va cambiato))
Docenti padovani, personale Ata e studenti degli istituti superiori saranno sabato a Roma, in piazza Santi Apostoli dove, a partire dalle 10.30, si terrà la manifestazione nazionale rftfltmnizzata da Cgil, Cisl, Uil, • e Gilda. Obiettivo: modificare il disegno di legge, già in discussione in Parlamento, della "Buona Scuola" formulato da Matteo Renzi e dal ministro Stefania Giannini.
Da Padova e provincia partirà una corriera, già prenotata, con a bordo 50 delegati sindacali; ma saranno in tanti a raggiungere la capitale con mezzi
propri. Tre gli slogan che docenti, non docenti e studenti scandiranno alla manifestazione: scuole nuove, scuole belle e scuole sicure. Naturalmente queste ultime due parole si riferiscono, in particolare, al crollo del soffitto avvenuto pochi giorni fa in un'aula della scuola elementare Pessina, ad Ostuni, in provincia di Brindisi, dove sono finiti in ospedale due alunni di sette anni e un insegnante. Una disgrazia annunciata e accaduta in una scuola costruita in epoca fascista che era rimasta chiusa quattro anni consecutivi per lavori di ristrutturazio-
ne ed era stata riaperta, praticamente nuova, appena quattro mesi fa.
Vari i punti del progetto "La Buona Scuola" che non piacciono ai docenti padovani. «I presidi non devono avere troppi poteri decisionali e, quindi, non devono avere le stesse funzioni che hanno i manager nelle aziende private», sottolinea Salvatore Totò Mazza, segretario regionale della Flc-Cgil, «Come mai a settembre saranno immessi in ruolo circa 100 mila insegnanti oggi precari e non invece 150 mila come Matteo Renzi aveva an -nunciato alla nazione? La posi-
Manifestazione di studenti. A sinistra Salvatore Mazza
zione della Cgil è chiarissima. Noi non abbiamo mai detto e tuttora non sosteniamo che il disegno di legge del governo debba essere gettato a mare. Tutt'altro. Siamo stati i primi ad elogiare il discorso del premier nel momento in cui ha sostenuto, già un anno fa, che il Paese deve ripartire dalla scuola e dalla cultura in genere. Ma siamo sempre i primi a sostenere che il progetto di legge della Buona Scuola non deve essere approvato così com'è, ma essere sottoposto ad alcune modifiche radicali, concordate, tra l'altro, con Cisl, Uil, mJi! e Gilda». Felice Paduano
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
SNALS Pag. 3
ILTIRRENO
Assemblea al liceo prof e bidelli contro la riforma
Il mondo della scuola contro la riforma del governo Renzi. Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, ~r!!'!Til:mle Gilda unams organizzano due assemblee provinciali non stop: la prima oggi dalle 8 alle 17 al cinema Aurora a Scandicci, la seconda domani a Empoli al liceo Pontormo (nella foto} con orario 8·16,30). "La nostra Buona Scuola non esiste più": l'iniziativa sarà «il momento opportuno per discutere con tutto il personale della scuola degli effetti dirompenti che il decreto 2994 di riforma della scuola avrà sul sistema scolastico attuale». Eccone alcuni: «Nessuna concreta ed equa soluzione al problema del precariato, troppe le materie in cui il governo chiede la "delega in bianco", troppi poteri accentrati nelle mani del dirigente scolastico».
Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 32 Foglio 1
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
SNALS Pag.4
SNALS
Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 6
lnsagnanti in sciopero contro Ranzi «La riforma non aiuta il precariato>>
MOLTE scuole materne e primarie oggi saranno sprangate. Mentre le medie e Le superiori chiuderanno a macchia d1 leopardo. Si annuncia super-affollata l'assemblea non stop
J=:r:~~a~ìJ~:~~~~~·i~~~:~ii~~~·~i5J~~~~ù~L
Foglio 1
nostra Buona Scuola non esiste più», il titolo dell'incontro che, come spiega Paola Pisano della Cgil, «rappresenta l'occasione per Jllustrare a tutto ìl personale gli effetti dirompenti che avrà la riforma». Intanto, spiegano ì sindacati, «il ddl non risolverà il problema del precariato». Ancora: non piace «l'eccessivo potere>> che finirà nelle mani dei dirigenti, che potranno pure <(scegliere i docenti da utilizzare». Fa storcere il naso «Il riconoscimento del merito», uno dei pilastri della riforma renziana. Infine, per il personale Ata «non è previsto un piano di assunzioni». E,oggi le Lavoratrici delle mense scolastiche incroceranno Le braccia nell'ambito dello sciopero nazionale del turismo.
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Pag. 5
Gazzetta del Sud COSENZA
Data
Pagina
Foglio
14-04-2015 29 1 / 3
Stamattina alle 11 nell'auditorium dell'istituto "Monaco" di viale parco "Giacomo Mancini" riunione dei rappresentanti sindacali
Sulla scuola spirano forti i venti della protesta Docenti e rappresentanti di categoria prevedono una massiccia adesione alla manifestazione di sabato
Spirano venti di guerra sulla riforma della scuola del Governo Renzi. Il rumore sordo dei tamburi inizia a levarsi in alto ad annunciare la battaglia. Stamattina, alle 11, ne]l'auditorium dell'Istituto "Monaco" di viale parco "Giacomo Mancini", i rappresentanti delle sigle sindacali firmatarie di contratto, ovvero Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda, s'incontreranno per discutere le azioni da mettere in campo e soprattutto per preparare la partecipazione alla grande manifestazione nazionale di sabato. Manifestazione alla quale è prevista una massiccia adesione, perché il disegno di legge che il governo ha presentato alle camere non piace veramente a nessuno. Non piace agli studenti che sono preoccupati «per l'impoverimento della didattica», non piace ai présidi, che temono «il reclutamento di docenti che per arn;ii hanno svolto altre mansioni e professioni» e non è gradita ai docenti da sempre nel mirino d'ogni ri-
forina e divenuta una classe di professionisti contro la quale le varie iniziative legislative hanno scaricato quintalate di disgusto, di disaffezione, tanto da sminuirne quel ruolo che dovrebbero incarnare nel com-
plesso sistema della formazione della cittadinanza delle future generazioni. In segno di protesta la scorsa settimana i prof in tutta la provincia hanno indossato una t-shirt nera ipotizzando la morte della scuola. I sindacati e le associazioni di categoria sono sul piede di guerra da tempo ormai. Tra le tante critiche nei confronti della riforma quella di maggior spessore è rappresentata dalla nuova figura del préside che si staglierebbe dai vari articoli del disegno di legge.
Il presidente nazionale del-1' And, Francesco Greco, nel corso della sua audizione davanti alle commissioni di Camera e Senato, nei giorni scorsi ha parlato «di campanello a morte per la democrazia nella scuola». Secondo il presidente dell'As-
sociazione nazionale docenti «nel progetto di legge vengono mortificati oltre ogni ragionevole sopportazione il ruolo e la funzione dei docenti, ridotti a mera categoria residuale, senza più alcuna certezza lavorativa e, men che·meno, senza più quella libertà culturale e professionale che rappresentano la vera natura del loro lavoro». Greco ha poi puntato il dito «sull'istituzione degli albi territoriali da cui i docenti possono
essere chiamati dai dirigenti» rimarcando che si tratta «di un gravissimo attçtcco alla dignità personale e culturale dei docenti, una ferita mortale alla libertà di insegnamento, che cessa di essere libera per come previsto dalla Costituzione, ma funzionale ad interessi che nulla potrebbero avere con le finalità che la stessa Costituzione assegna al nostro sistema di istruzione».
Sul tema della riforma non usa tanta diplomazia il segretario generale della Flc Cgil, Pino Assalone, che tra le tante «pec-
che» del documento del governo Renzi prende in esame «il diritto all'istruzione degli alunni e degli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali e la governance della scuola e degli organi collegiali». Su questi punti, afferma Assalone, «il governo chiede la delega al Parlamento. Delega che il Governo non riceve dal Parlamento ma cerca di scriversi da solo e che metterà l'esecutivo in condizioni di predisporre in modo autonomo i relativi decreti legislativi. Tutte queste procedure -sottolinea il segretario generale della Federazione lavoratori della conoscenza - non faranno altro che prevedere tempi lunghi soprattutto per l'assunzione dei centomila precari».
Condivide l'obiettivo el governo «di ridare centralità all'istruzione,;, il segretario regionale della Cisl scuola, Giuseppina Carbone, che ha visto trasformare le riserve che nutriva sul disegno dilegge in certezze. «Intanto- rimarca -va messo in evidenzia il ridimensionamen-
to subìto dagli annunci iniziali dei quali non v'è traccia nel documento varato dal consiglio dei ministri». Il segretario regionale della Cisl scuola dice d'essere soddisfatto per «il ripristino degli scatti d'anzianità» e nutre non poche preoccupazioni per il «rafforzamento dei poteri del dirigente scolastico».
Il disegno di fogge della buona scuola «non ha nulla di accettabile» anche Maria Fortino, segretario nazionale dell'Usi-ait educazione, «perché -sottolinea -fa degli studenti dei meri utenti che devono formarsi per offrirsi, in futuro, quali liberi schiavi nel mondo del lavoro o peggio dei tirocini formativi (strumenti di sfruttamento e di erosione del lavoro reale ossia retribuito). È preoccupata, infine, del futuro degli insegnanti di sostegno la coordinatrice regionale dell'associazione insegnanti di sostegno, paniela Costa bile, che contesta «il ridimensionamento del ruolo dei docenti specializzati». ~
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
SNALS Pag.6
"' M 00
"' o
Gazzetta del Sud COSENZA
Il dissenso
In provincia LA SCORSA SETIIMANA
SONO ANDATE IN SCENA
LE PRIME AWISAGLIE
DI PROTESTA
DEI DOCENTI DI RUOLO
Contro la riforma
A fine settimana I DOCENTI
SCENDERANNO IN PIAZZA
CONTRO IL TENTATIVO
DI RADICALIZZARE
IL POTERE DEI PRÉSIDI
In particolare
Il ddl mortifica i precari storici • Il presidente nazionale dell'And Francesco Grecò davanti alle comniissioni della Camera e del Senato ha affrontato il problema del precariato. SU talè argomento Greco ritiene «che quanto proposto non solo non risolva il problema, ma ne creerà di nuovi e tutti forieri di nuovi contenziosi giudiziari». Greco ha p'1Jltt:Utlizzato che «noil si risolvono i danni causati ai tanti precari eliminando i precari. È sbagliato-ha sottolineatò.-t>l'tre che eticamente e non corrett<,> l'allontanamento dalla scuola di tutti coloro che hanJ1qgj,à svolto 36 mesi ili, .• senìiiiO. Cosi è inaccettabj- ... le l'abolizione delle gae».
Data
Pagina
Foglio
14-04-2015 29 2/3
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
SNALS Pag. 7
"' M 00
"' o
Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 4 Foglio 1 / 2
La scuola è più straniera Ma 1 su 2 è nato in Italia Alunni immigrati, +20% in cinque anni Tra le ragazze avanza il fenomeno N eet
gli inizi degli anni Duemila la percentuale di studenti stranieri che si iscrive agli istituti tee
----------------- nici (38,6%) ha superato quella degli iscritti agli istituti professionali (37,9%). Anche per me-
MnANO rito delle scelte dei ragazzi di seconda genera-. . , "' . . zione, più orientati verso gli istit:iti ~ecnici e ~
a scuola italiana e sempre pm multietm- licei. «Si tratta di un importante md1catore d1 ca e per la prima volta le cosiddette "se- un cambiamento in atto, di un progressivo avconde generazioni" sorpassano gli alun- vicinamento alla componente italiana-sotto-
~ nati all'~stero: ~l ~1,7% ~egli 802.8~4 bam~i~ linea Mariagrazia Santagati, ricercatrice della m e ragazzi stramen che siedono SUI banchi d1 fondazione Ismu e autrice della ricerca-. Rescuol_a nell'. amio sc?las?c? 2?1_3-2014, i~atti, è sta però molto elevata la concentrazione di nato m Italia da gemton d1 ongme stramera. U - stranieri nell'area tecnico professionale». na presenza già consolidata alle elementari e Allo stesso modo nella misura in cui aumenta che, progre~sivamente, p~e~d~ sempre più pe- la presenza dei n~ti in Italia trai banchi di scuoso alle medie e alle s_upeno_n. E ~uanto eme_rge la, si osserva un miglioramento nei percorsi scodal rapporto ''Alunm con c1ttadmariza non ita- lastici con una diminuzione dei ritardi e delle riliana'' curato da Miur e Fondazione Ismu, pre- petenze. Che però restano molto elevati: nella sentatoieri a Milano. . . . . scuola media, ad esempio, il 41,5% degli stuIdaticonfermanouncostantees1gmficativom- denti stranieri ha almeno un anno di ritardo cremento della pres~nza ~alunni s~~eri nel- (contro il 7,4 % degli italiani). le scuole elementari, medie e supenon: 16.124 Altro elemento che necessita una riflessione, soin più rispetto _all'anno scolas?co prece~ente, no quegli istituti in cui la concentrazione di acon una crescita del 19,2% nspetto all anno lunni stranieri è particolarmente elevata: sono 2009-2~10.Lan3;Zionalitàpiùrappresentataè~a 2.851 quelle con almeno il 30% di alunni con Romama (154m1la alunm), segmta dalAlbama cittadinarizanonitaliana(il5%del totale) men(107mila) e Marocco (lOlmila). S~guono, m?l- tre sono 510 quelle con più del 50% di iscritti di to distaccate, la rappresent~~ cme~e (39m1~a origine straniera. Queste ultime concentrate sobambini e ragazzi) e quella filippma ( crrca 25_rm- prattutto in provincia di Milano (65), Brescia (38) la). La Lombardia si conferma come la pnma e Torino (36). Una situazione da monitorare atregione per numero di alunni stranieri (197mi- tentamente, soprattutto per quanto riguardale la), di cui circa ??mila concentrati nella provin- superiori: «Il rischio - avverte Santagati - è che eia di Milano. si creino dei ghetti». Per questo il rapporto sotInevitabihnente, i territori più attrattivi da UI1 tolinea la necessità di «misure specifiche di sopunto di vista economico sono anche quelli con stegno, di risorse, di investimento in formaziouna maggiore presenza di comui:ut~ s?"aniere ~ ne del personale scolastico» per queste scuole. - di conseguenza - questa realta s1 nflette SUI Altro dato interessante che emerge dal rapporbanchi di scuola. Con alcune particolarità che to è l'incidenza degli ragazzi stranieri tra i coriflettono le vicende migratorie dei singoli grup- siddetti Neet, acronimo dall'inglese Not (enga-
"' O') 00
"' o
pi: in provincia di Trapani, ad esempio, la pre- ged) in education, employment or training. Ovsenzadialunni tlll1Ìsinisuperadi 13voltela per- vero quei giovani di età compresa trai 15 e il 29 centuale di presenza rilevata in Italia. Lo stesso armi che non studiano, non lavorano e non so-vale per i cinesi a Prato (9 volte) o gli indiani nel~ no impegnati in attività di formazione. In Italia ~ le province di Mantova e Cremona (6 volte) o I sono circa due milioni e - in base a quanto e- ~ filippini a Milano (3 volte). merge dal rapporto Ismu - il 15,8% è composto _g Il rapporto fotograf".1 una realtà complessa, f~t- da ragazzi di origine straniera. Con un'impor- {l
ta di luci e ombre. E importante, ad esempio, tante differenza: i Neetitaliani sono soprattutto ~ sottolineare il fatto che per la prima volta da- 8
L--------__:::=R~i=t=ag=l~i=o:::__::~s=tamp::.:..::.~a.::.::..::.~a~d-u-s~o-e~s~cl~u~s~i~v~o-d~e~l;---~d~e~st~1~·n~a~t~a~r~io~,-----;n~o~n;---~r~i~pr~o~d~u~c~ihb~il1'e~.:-------------,
Scuola: testate nazionali Pag.9
Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 4 Foglio 2 / 2
maschi (il 50,3%) mentre tra gli stranieri il feno- Soprattutto giovani donne di origine marocchimeno riguarda soprattutto le ragazze (il 64 % tra na, bengalese, indiana, moldava, ucraina, pakii comunitari e il 67% tra gli extracomunitari). stana e cingalese.
Il rapporto Miur-lsmu fotografa la situazione, fatta di luci e ombre.
Tra i problemi c'è ancora l'elevato tasso di bocciature, che alle
medie arriva al 41,5%. E in quasi 3mila scuole gli immigrati superano il 30 per cento
Sono sempre di più e scelgono anche scuole impegna ti ve come gli istituti tecnici e i licei r.: esperta: «Il cambiamento è ormai in atto»
GLI ALUNNI DI ORIGINE STRANIERA CHE FREQUENTANO LA SCUOLA IN ITALIA
AUMENTO DEGLI ISCRITII STRANIERI NEL QUINQUENNIO TRA IL 2009 E IL 2014
Scuola: testate nazionali Pag. 10
La sospensione a scuola diventa 11rieducativa 11
A Conegliano ragazzi volontari in casa di riposo Da ieri, anziché fare il verso in classe al proprio insegnante, accompagnano l'anziano della vicina casa di riposo in carrozzella e, se è autonomo, gli insegnano loro stessi a fare l'orto. La punizione tradotta in formazione, lo sberleffo reinterpretato nell'educazione alle regole della convivenza e, soprattutto, al rispetto dell'altro. Il bullismo, insomma, trasformato in solidarietà. Accade a 25 studenti di una seconda classe della storica Scuola enologica "Cerletti" di Conegliano, la prima del genere fondata in Italia. Un gruppo di questi ragazzi si è preso gioco per qualche tempo di un insegnante. Quando la sopportazione dell'interessato è finita, la presidente, Damiana Tervilli, ha fatto scattare la sospensione, ascoltati anche gli altri docenti. È stato però difficile individuare i 2-3 responsabili, anche perché gli amici non hanno voluto fare i loro nomi. Ecco, dunque, che tutti e 25 i giovani hanno ricevuto il provvedimento di sospensione: 6 giorni a casa. Anzi no. I ragazzi stessi e le loro famiglie, che convocate dalla preside hanno condiviso la proposta, hanno accettato di "espiare la pena" facendo del volontariato. Poco distante dal Cerletti c'è la casa di riposo Fenzi di Conegliano. Da lunedì mattina, a gruppetti di 4 e per 6 giorni, gli studenti si fanno accompagnare da educatori dell'istituto in servizi alla persona, entrando negli stessi reparti, accompagnandoli con la carrozzina o portando qualche medicina. Tutte mansioni ovviamente compatibili con la loro (non) preparazione.
Francesco Dal Mas © RIPRODUZIONE RISERVATA
Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 12 Foglio 1
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali Pag. 11
15 aprile, 2015 - 09:41
Manifestazione a Roma del 18 aprile. I sindacati si aspettano tra i 5mila e i 10mila partecipanti Manifestazione del 18 aprile. I sindacati si aspettano tra i 5mila e i 10mila pa Si tratta della conclusione dello sciopero indetto da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda per il blocco delle attività aggiuntive. Sotto la lente della protesta, la riforma della scuola, contestata in vari punti, a partire dall'aumento dei poteri ai dirigenti scolastici. Altro punto contestato, le assunzioni, che secondo i sindacati dovrebbero coinvolgere anche i docenti delle Graduatorie d'istituto. A conclusione dello sciopero, giorno 18 aprile, a Roma, si svolgerà una manifestazione organizzata dai sindacati della scuola. Secondo gli stessi organizzatori, la manifestazione riuscirà a far convolgiare migliaia di docenti contrari alla riforma. "Noemi Ranieri, della segreteria nazionale Uil Scuola, ha così commentato "parteciperanno tra 5mila e 10mila insegnanti e lavoratori Ata delle Rsu".
Matteo Renzi apporta altri tagli alla scuola dopo quelli al personale scolastico Tutte le crepe delle scuole italiane in 6 anni di crolli che hanno prodotto vittime tra i docenti e gli studenti. Il luogo del crollo di Ostuni transennato Il luogo del crollo di Ostuni transennato
ADV
La questione emergenza edilizia scolastica esplode in tutta la sua drammaticità dopo il crollo avvenuto in una scuola di Ostuni di cui tutti i i principali quotidiani nazionali ne hanno riferito nelle pagine di cronaca di ieri, da Repubblica a Il Tempo, fino a Il Giornale che questa mattina richiama la strana coincidenza del taglio di risorse nel Def, a dispetto del tesoretto di 1,6 miliardi annunciato con somma boria dal Presidente del Consiglio, da destinare al rifacimento delle scuole. E intanto prosegue lo sciopero dal 9 al 18 aprile contro la riforma della scuola con la manifestazione di Piazza SS. Apostoli di sabato prossimo, come riportato in una nota su Cisl.it rivolta alle Rsu sindacali di Gilda, Uil, Snals, Cisl e Cgil.
Altri tagli alla scuola
ADVERTISEMENT
Matteo Renzi dimentica il personale Ata della scuola ma questa non sembra essere l'unica dimenticanza; cominciano a diventare preoccupanti le amnesie in serie di un premier che nasconde all'opinione pubblica il fatto di ignorare completamente la sentenza della Corte di Giustizia Europea per non aver incluso i precari nel piano di stabilizzazione. Se fin qui i genitori dei ragazzi potevano anche mostrare indifferenza, ora quanto accaduto ad Ostuni, con il crollo del solaio di una scuola elementare, li deve seriamente preoccupare. L'ex sindaco fiorentino Matteo Renzi aveva promesso di destinare 3,5 miliardi di euro per l'edilizia scolastica e 3 miliardi per il riordino del sistema scolastico con l'assunzione di tutti i precari. Invece dal cilindro sbuca la sorpresa del taglio di 500 milioni nel Def che viene praticato sull'edilizia scolastica, come in un articolo apparso stamane sul quotidiano milanese Il Giornale. Su Repubblica la rabbia dei genitori che chiedono che lavori siano stati fatti.
L'Annus Horribilis
Alla Enrico Pessina di Ostuni i feriti sono stati proprio i bambini che sono stati medicati al pronto soccorso con l'applicazione di alcuni punti di sutura. Fortunatamente i due piccoli se la sono cavata, così come la maestra che ha riportato alcune escoriazioni. Quello della scuola pugliese è il quarto episodio di cedimento strutturale avvenuto quest'anno dopo gli episodi che hanno visto coinvolti ben cinque bambini di una materna di Sesto San Giovanni (Milano), due ragazzi della scuola media G.Verga di Firenze e quello nel quale tre studenti dell'alberghiero di Pescara riportavano ferite fortunatamente non gravi quando si staccava parte del soffitto. Ma in precedenza, in un arco di tempo di 6 anni, ben altre conseguenze si sono avute in altre scuole, come descrive un articolo pubblicato ieri da Il Tempo del quale ne riportiamo un breve estratto di seguito.
Un bollettino di guerra
Il più tragico resta quello del 22 novembre 2008 al liceo Darwin di Rivoli: 1 morto, 17 feriti e sei condanne ai responsabili per la sicurezza. Nel 2012 i crolli riguardano le scuole elementari "Marco Polo" di Cardito (Napoli) e la "De Amicis" di Massafra (Taranto). A febbraio un distacco di una plafoniera ferisce una studentessa del liceo artistico di Massa Carrara. Tre crolli nel 2013: un'altra scuola elementare coinvolta a Rogoredo in provincia di Lecco con tre bambini feriti e due istituti delle superiori a Bari e a Cagliari. Sono 5 gli episodi nel 2014 con i crolli di Roma ai Parioli e a Tivoli, proseguendo per la materna di Castellamonte (Torino), l'elementare di Russi (Ravenna), la scuola elementare di Bonagia (Palermo) e quello dello scientifico di Lecce dove ha perso la vita uno studente di 17 anni.
Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 4 Foglio 1 / 2
Scuole, il governo piange ma i soldi restano fermi IL SOTTOSEGRETARIO FARAONE: "PER METTERLE IN SICUREZZA Cl VOGLIONO ALMENO 12 MILIARDI, NE ABBIAMO MESSI 3,9". LESIONI STRUTTURALI IN 3 EDIFICI SU 4
di Carlo Di Foggia
La scuola Pessina di Ostuni ha un soffitto in frantumi, ma anche la vulgata renzia
na dei miliardi all'edilizia scolastica non se la passa tanto bene. Che qualcosa stia scricchiolando nel racconto al miele lo ha certificato ieri il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone: "Per quella vicenda, qualche testa salterà. Noi però abbiamo messo 3,9 miliardi, e una serie di azioni che sburocratizzano le attività che devono svolgere le scuole e i Comuni proprio per accelerare i lavori". Sui soldi, invece: "Sono una boccata di ossigeno, ma non sono sufficienti". A precisa domanda, ha poi ammesso che la cifra di 12 miliardi - tre volte il contributo stanziato - "è una stima plausibile". Vera la seconda. Premessa: secondo Cittadinanzattiva, il 41 per cento delle scuole ha uno stato di manutenzione mediocre o pessimo, e tre su quattro presentano lesioni strutturali. Di fronte alle piccole manutenzioni, nel 15 per
Alcuni stanziamenti
risalgono all'esecutivo
Letta: 1,6 miliardi
non ancora utilizzati.
Sul caso pugliese:
"Qualche testa salterà"
cento dei casi l'ente proprietario non è mai intervenuto e nel 23 per cento lo ha fatto con molto ritardo. Stando al Censis, dei 41 mila edifici scolastici esistenti, 24 mila hanno impianti non funzionanti, novemila intonaci che cadono a pezzi, 7.200 devono fare i conti con coperture e tetti da rifare; 3.600 con interventi sulle strutture portanti. PER FAR FRONTE a questo panorama disastrato, da almeno cinque anni le stime parlano di cifre superiori ai 10 miliardi. In questo senso, non ci sono novità. Diverso il discorso sulle cifre annunciate. Matteo Renzi ha intuito che il tema tocca non poco le corde dell'elettorato e ha promesso investimenti corposi. Come ha ricostruito il Fatto a febbraio, però, buona parte di questi è ferma al palo, ed è stata stanziata dal governo precedente, quello di Enrico Letta. Ieri il Sole 24 Ore ha calcolato in 1,6 miliardi le risorse ancora bloccate. Tradotto: ci sono "stanziamenti", ma decolla ben poco. L'ultima cifra uscita di recente, per dire, riguarda i 200 milioni assegnati dal Cipe venerdì scorso, che il governo ha prontamente sbandierato. Soldi desti-
nati a 137 opere, ma solo 37 milioni finiranno alle scuole, e solo quando l'iter sarà concluso. Funziona così: la delibera va registrata, poi vidimata dalla Corte dei Conti, seguirà il decreto operativo, infine i bonifici. Ci vorrà tempo. Fermo, per ora è anche il "decreto mutui", predisposto dal Miur all'epoca di Letta: 940 milioni che le Regioni potranno erogare grazie a mutui quarantennali sottoscritti con la Banca europea degli investimenti. A che punto siamo? Varato a gennaio, doveva partire il 15 febbraio, ma è stato posticipato perché le Regioni sono in ritardo con i piani (c'è tempo fino ad aprile). In sintesi: il testo c'è, ma mancano i decreti attuativi, uno dei quali non ha ancora ottenuto la bollinatura della Corte dei conti. In tutto questo, il Miur ha però pubblicato il riparto dei fondi alle Regioni che compare sul sito del governo, così sembra che le risorse siano arrivate. Discorso analogo per i 350 milioni destinati a "scuole sostenibili", cioè all'efficientamento energetico. Nell'ottobre scorso, il ministero aveva reso nota una bozza del decreto attuativo, e solo ieri è stato trasmesso alla Corte dei Conti.
Ancora da programmare invece i fondi europei del Pon 2014-2020 (380 milioni). Di questi, c'è il rischio di perderne una parte cospicua, come sta già accadendo per i 240 milioni della vecchia programmazione (ne è stato speso solo 11 %). RESTANO dispersi invece i 300 milioni del "piano Inail", parte del "decreto del Fare" del giugno 2013. Dulcis in fundo, i soldi del piano annunciato dal premier ad Agosto scorso: scuole belle (450 milioni), scuole sicure ( 400 milioni) e scuole nuove (244 milioni). Al 31 marzo, secondo i dati pubblicati dall'unità tecnica di Palazzo Chigi, coordinata da Laura Galimberti, delle prime (piccole manutenzioni) è stato completato il 94 per cento del 2014 (altri 5.290 interventi sono previsti entro giugno) con i soldi del Decreto del Fare; delle seconde 1.951 cantieri risultano conclusi, 227 avviati, 47 non partiti e 103 neanche aggiudicati. Infine scuole nuove (finanziate dai Comuni con lo sblocco del patto di stabilità): a gennaio, su 454 opere, 198 erano state concluse, 187 avviate (30 da pochi mesi), 69 ancora in progettazione, 157 "in cantiere" e 30 "allo start". Un po' come tutto il piano.
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali Pag. 12
"' O') 00
"' o
Data
IL FOGLIO Pagina
Foglio
15-04-2015 2 1
===lfQ~~IGLI A R~~ZI_ .. PARLA_J! FILOSOFO LIBERALE DARIO ANTISERI b=
La #buonascuola, senza il buono scuola, resta solo una slide un po' scialba Milano. "Il governo aveva annunciato un la sua idea di riforma del sistema educativo mettere la scuola in mano d'altri. Di gente
finanziamento alle scuole libere, ne è usci- nero su bianco in un libro appena pubblica- che abbia un motivo ideale di farla". Anche ta una misera elemosina. Siamo ancora pri- to per Rubbettino, "Il 'buono-scuola' per una Gramsci era preoccupato del monopolio stagioni eri dell'idea che è buono solo ciò che 'buona scuola"', in cui evidenzia come il tale sull'istruzione: "Noi socialisti dobbiamo pubblico ed è pubblico solo ciò che è stata- punto cruciale non è il finanziamento alle essere propugnatori della scuola libera, delle". Dario Antiseri, filosofo liberale, quando scuole pubbliche o paritarie, ma il passaggio la scuola lasciata all'iniziativa dei privati e parla di "scuole libere" intende quelle che da un sistema monopolistico a uno di tipo dei comuni. La libertà nella scuola è possicomunemente vengono definite "scuole pri- concorrenziale: "Se all'interno del sistema bile solo se la scuola è indipendente dal convate" Co più correttamente paritarie) e quan- formativo non si introducono linee di com- trollo dello stato. Dobbiamo conquistarci la do parla degli annunci del governo Renzi si petizione, qualsiasi riforma della scuola si libertà di creare la nostra scuola. I cattolici riferisce alle parole del ministro dell'Istru- faccia sarà vanificata - dice Antiseri al Fo- faranno altrettanto dove saranno in maggiozione, Stefania Giannini, che lo scorso anno glio - La ricerca scientifica è una competi- ranza: chi avrà più filo tesserà più tela". Andichiarava che "la libertà di scelta educati- zione serrata tra idee, la democrazia è una tiseri cita anche Luigi Einaudi, don Sturzo, va è un principio europeo di grande civiltà", competizione tra proposte politiche, la libe- Tocqueville, John Stuart Mill, Bertrand Rusle scuole statali e paritarie "devono avere ra economia è una competizione nell'offer- sell e Gaetano Salvemini: "Il buono scuola è uguali diritti". Di questo non c'è traccia nel- ta di merci e servizi. La concorrenza è il una garanzia di libertà - dice - perché chi la "Buona scuola", il ddl presentato dal go- principio che anima scienza, democrazia e paga per le scuole libere ha già pagato le tasverno che rischia di essere nient'altro che mercato, mentre il monopolio conduce all'i- se per le scuole statali, di cui non usufruisce. l'ennesima infornata senza concorso di cen- nefficienza e alla pigrizia. Chi vuole il buo- Uno stato che costringe i cittadini a pagare tinaia di migliaia di precari. Antiseri alla no scuola non è contro le scuole di stato, an- per ottenere pezzi di libertà è davvero uno riforma del governo Renzi avrebbe cambia- zi le ama, sono un patrimonio che va salva- stato liberale? Ho sempre cercato obiezioni to solo una vocale, l'avrebbe chiamata "il to dallo statalismo". Un'impostazione chia- valide al buono scuola, ma veramente non se Buono scuola'', riproponendo l'idea lanciata ramente liberale, propria di chi ha una cer- ne vedono". Un'obiezione frequente è che per la prima volta dal premio Nobel per l'e- ta familiarità con Friedman, Popper e Von così si aiutano le famiglie ricche: "I ricchi i conomia Milton Friedman: "Si tratta di un Hayek. Ma tra i favorevoli alla libertà d'inse- figli li mandano dove gli pare, sono i poveri voucher non negoziabile che le famiglie gnamento ci sono anche padri nobili della che non possono farlo senza il buono scuospendono nelle scuole in cui vogliono iscri- sinistra come don Lorenzo Milani e Antonio la. Una volta in un dibattito un esponente vere i propri figli. Se una scuola non funzio- Gramsci, non sospettabili di "neoliberi- del Pci disse apertamente che il buono scuona per loro figlio i genitori ne sceglieranno smo". Nella "Lettera a una professoressa", il la è una 'carta di liberazione' per le famiglie un'altra e sotto la pressione della competi- priore di Barbiana scrive: "Finora si diceva meno abbienti. Questo la sinistra e i laicisti zione migliorerebbero sia le scuole di stato che la scuola statale è un progresso rispetto non l'hanno mai capito". che quelle non statali". Il filosofo ha messo alla privata, ora bisognerà ripensarci e ri- Luciano Capone
Scuola: testate nazionali Pag. 14
Quotidiano Data 15-04-2015
IL ·'"~MATTINO Pagina 33 Foglio 1
polemica
Sicurezza delle scuole, braccio di ferro tra Regione e grillini Botta e risposta tra Regione e Movimento Cinque Stelle sulla sicurezza delle scuole. «A chi sostiene che nulla è stato fatto in questi anni in materia di edilizia scolastica vorrei soltanto ricordare qualche numero: 270 milioni di euro destinati ad aule-laboratorio e laboratori tecnologicamente attrezzati; 100 milioni assegnati ai Comuni per opere di edilizia scolastica; 27 milioni per la messa in sicurezza e la rimozione dell'amianto; 30 milioni per obiettivi di servizio assegnati alle Province. li tutto per un totale di oltre 400 progetti ed interventi di edilizia scolastica finanziati, appaltati e in corso di esecuzione. Questi sono fatti, tutto il resto chiacchiere», dice l'assessore regionale all'Istruzione
+
Sicurezza Edilizia scolastica, scontro tra Regione e M5S
Caterina Miraglia. Di diversa opinione è Valeria Ciarambino, candidata alla presidenza della Regione per i grillini. «In tutti questi anni di semplice gestione contabile della Regione - ribatte - è stato fatto nulla riguardo le opere di edilizia scolastica, e ora ci ritroviamo grazie al "ragionier" Caldoro con un altro record negativo: 5 aule su 1 O in Campania sono insicure, avendo necessità di una ristrutturazione urgente. Ora nelle ultime due settimane di aprile tentano di correre ai ripari, per non perdere i milioni di euro del piano del governo per l'edilizia scolastica, mai decollato! Perché non si è fatto nulla in questi anni?»
©RIPRODUZIONE RISERVATA
='·~'~'""'"'". '~'"'~"''''·"~- """-"""""-'' Muore tra la folla: «Soccorsi in ritardo»
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali Pag, 15
IA{ìAll[1fA1mMIZZOGIORNO
«Buona scuola» i sindacati «Siamo pronti allo sciopero»
• ROMA. I sindacati della SCUO·
la sono pronti allo sciopero ge· nerale. L'intenzione è emersa da· gli interventi dei leader sindacali che hanno partecipato oggi a un incontro · molto partecipato - or· ganizzato dalle Rsu di Roma in vista della manifestazione in ca· lendario per sabato prossimo a Roma.
«Senza un decreto specifico per le assunzioni e un dibattito par· lamentare più disteso sugli altri aspetti del disegno di legge "La Buona scuola" c'è il rischio - ha dichiarato il segretario generale della U il scuola, Massimo Di Men· na -di uno scontro tra il governo e il mondo della scuola. Sabato con la manifestazione di tutti i sin· da ca ti del settore a Roma, a Piazza Santi Apostoli, i rappresentanti dei lavoratori della scuola faran· no, ancora una volta, sentire la propria contrarietà ai provvedi· menti del Governo, in particolare sul precariato, sul blocco del con· tratto, sulla definizione per legge del rapporto di lavoro, sui poteri del dirigente che minano plura· lismo culturale e libertà di inse· gnamento. Se non si terrà conto delle richieste e delle istanze di chi ogni giorno fa funzionare la scuola, si arriverà allo sciopero generale della scuola, con l'obiet· tivo di una altissima partecipa· zione, risultato di una azione con· giunta di tutti i sindacati rappre· sentativi della scuola».
«Ci sono tutte le ragioni - ha spiegato il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Seri· ma - per contrastare, con una for· te mobilitazione il ddl di riforma in questi giorni all'esame del Par· lamento».
Data
Pagina
Foglio
15-04-2015 2 1
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali Pag. 16
"' O') 00
"' o
Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 11 Foglio 1
ELEZIONI REGIONALI 2015. POLEMICA SUI FONDI STATALI Edilizia scolastica, De Luca bacchetta il Governatore NAPOLI. «Le scuole crollano ma la giunta Caldoro se la prende comoda, e adesso 95 milioni di euro messi a disposizione dal governo Renzi per l'edilizia scolastica rischiano di andare persi: entro il 31 marzo 2015 le Regioni dovevano infatti inviare al Miur i piani triennali di edilizia scolastica, ma la Campania risulta assente». Così Vincenzo De Luca attacca il Governatore della Campania Stefano Caldoro. «Grazie ad un accordo raggiunto in sede di Osservatorio per l 'edilizia scolastica c'è stata una proroga di trenta giorni. Una corsa contro il tempo per Caldoro. La Regione Campania - conclude De Luca - come sempre, è ultimissima ad utilizzare i fondi per investimenti».
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali Pag. 17
Il Sole?]{! mmrn
L'opzione è ancora ferma
Attivo il canale Inps-banche per il Tfr mensile Matteo Prioschi
In attesa della circolare con le istruzioni operative che consentano l'effettivo avvio dell'operazione Tfr in busta paga, ieri l'Inps ha comunicato di aver attivato il servizio che dovrà essere utiliz:iat o dalle banche che erogheranno i finanziamenti alle imprese.
Secondo quanto previsto dalla normativa, i datori di lavoro chehanno meno di 50 addetti e non versano il Tfr al fondo di tesoreria, a fronte della richiesta dei dipendenti di incassare mensilmente il trattamento di fine rapporto, possono accedere a un finanziamento nell'ambito dell'accordo quadro sottoscritto trai ministeri dell'Economia, del Lavoro e l'Associazione bancaria italiana.
Il servizio online"Tfr in busta paga - Quota integrativa della retribuzione" attivato dall'istituto di previdenza consentirà innanzitutto alle banche aderenti all'iniziativa di verificare l'autenticità del certificato rilasciato dall'Inps stesso al datore di lavoro e che quest'ultimo deve presentare all'istituto di credito per accedere al finanziamento. Successivamente il servizio con-
sentiràdifornireericevereinformazionisulle operazioni in corso. In particolare potranno essere prenotate (o successivamente annullate) le richieste di prestito giunte dalle aziende; verrà registrata l'ef- , fettiva erogazione del finan- I ziamento e l'estinzione dello stesso; sarà infine possibile conoscere il dato co.mplessivo degli importi erogati mese per mese, eventuali variazioni in più o in meno comprese.
L'operazione Tfr in busta paga, però, non può partire perché si attende una circola- I re dell'Inps contenente le indicazioni operative per i dato- /: ridi lavoro e le risposte ad alcuni dubbi sulla corretta ap- I
plicazione della norma. L'opzione avrebbe dovuto aver inizio marzo per terminare a giugno 2018 (con uno sfasamento di 3 mesi per le aziende che accedono al finanziamento), ma il ritardo nella pubblicazione del Dpcm attuativo (Gazzetta ufficiale deh9marzo)hadifattoobbligato a posticipare di un mese. Ora, mancando la circolare lnps, c'è il concreto rischio che le aziende non riescano a inserire il Tfr in busta paga nemmeno in aprile.
© RIPllODUZIONE RISERVATA
Data
Pagina
Foglio
15-04-2015 43 1
I-~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~-,--~---,------,-:-:-:--~~~~~~~~~~~
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Lavoro e previdenza Pag. 22
"' O") 00
"' o
~ Q)
~ o
_o
{l
1J '6 o u
Il Sole?]{! mmrn Data
Pagina
Foglio
15-04-2015 43 1 / 2
1 11::11""'"' Nell'attuare la disposizione introdotta dalla legge di stabilità, l'Inps ha optato per una soluzione favorevole ai pensionati
i Ricalcolo soft per le maxi-pensioni La manovra interessa i lavoratori con anzianità contributiva oltre i 40 anni
I
Fabio Venanzi La linea adottata dall'Inps
con la circolare 74 di venerdì scorso, in merito alla rideterminazione dei trattamenti pensionistici troppo generosi, risulta essere particolarmente favorevole nei confronti dei lavoratori che alla fine del 2011 avevano già perfezionato un diritto a pensione.
Nei confronti dei lavoratori che, alla data del 31 dicembre 1995, possono vantare almeno 18 anni dicontributi,i!Dl201/zonha applicato il sistema contributivo pro rata dal2012. I maggiori beneficiari sono stati coloro i quali, già al 2011, potevano vantare un diritto a pensione, o meglio, avevano già perfezionato l'anzianità massima contributiva di 40 anni e cessano con un'età anagrafica superiore ali' età prevista per la pensione di vecchiaia.
La legge di stabilità (articolo 1,
comma 707), al fine di limitare questi trattamenti favorevoli, oltre a stabilirne il ricalcolo e l'eventualeapplicazionedelnuovo importo più basso, ha previsto che l'importo complessivo del
'IN1ERPRHAZ10tME L'istituto considera
trattamento pensionistico non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato con l'applicazione delle regole di calcolo previgenti la riforma computando, ai fini della determinazione della misura del trattamento, l'anzianità contributiva necessaria per il conseguimento del diritto alla prestazione, integrata da quella eventualmente maturata fra la datadiconseguimentodeldiritto e la data di decorrenza del primo periodo utile per la corresponsione della prestazione stessa.
Secondo le vecchie regole, le anzianità eccedenti il 4oesimo anno contributivo risultavano ininfluenti al fine di incrementare la misura della pensione a causa del "congelamento" delcoefficiente di rendimento. Il beneficio sulla rendita pensionistica si otteneva comunque perché, con retribuzioni in aumento, la media dell'ultimo periodo di riferimento (5/10 anni) ne risultava influenzata positivamente.
Con la circolare 7 4, l'Inps invece ha previsto la valorizzazione, con l'àliquota di rendimento del 2%, di tutti gli anni eccedenti il 4oesimo. Tuttavia una lettura diversa del comma 707, che si pre-
tutto il periodo di lavoro, mentre si sarebbero potuti valorizzare solo i versamenti fino a 40 anni
sta a più interpretazioni, avrebbe portato a conclusioni diverse.
La norma prevede, infatti, la valorizzazione dell'anzianità contributiva «necessaria»,il che potrebbe far supporre che in caso di un lavoratore con un diritto a pensione già maturato al 31 dicembre 2011, comunque la valorizzazione non sarebbe potuta andare oltre il 4oesimo anno contributivo. Nel caso di anzianità superiori a 40 anni alla stessa data, nessun beneficio economico poteva essere riconosciuto al pensionato, poiché il «necessario» risultava ampiamente perfezionato.
Nell'ipotesi in cui il lavoratore non avesse maturato alcun diritto a pensione sempre alla data del 31 dicembre 2011, allora le letture avrebbero potuto essere due. La prima avrebbe riconosciuto -conii sistemaretributivo-il periodo di tempo necessario per maturare il (primo) diritto a pensione. La seconda avrebbe applicato, in luogo del retributivo, il sistema contributivo per le anzianità eccedenti i 40 anni.
In altri termini, al lavoratore sarebbe stato garantito sempre e comunque un calcolo con il mas-
simo coefficiente, integrato dal periodo di tempo necessario per conseguire la pensione con uno dei due sistemi sopra descritti. Infatti, in assenza di un diritto a pensione entro il 2011, la decorrenza della prestazione risulta essere sempre immediata per effetto del conglobamento delle finestre all'interno dei requisiti contributivi richiesti per I' accesso al pensionamento.
L'integrazione prevista tra la datadiconseguimentodeldiritto e la data di decorrenza del primo periodo utile sarebbe potuta essere riservata solo nei casi in cui la decorrenza non fosse risultata immediata, come per ilavoratori che continuano ad accedere alla pensione con le quote perché impiegati in lavorifaticosi e pesanti.
L'applicazione defle due ipotesi alternative determina, in alcuni casi, tagli consistenti dell' assegno (si veda tabella qui sotto), mentre la lettura adottata dall'Inps può addirittura risultare più vantaggiosa per il pensionato, che in tal caso continuerà a incassare l'importo determinato dalla riforma Fornero.
t, RIPRODUZIONE RISERVATA
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Lavoro e previdenza Pag. 23
"' O') 00
"' o
Il Sole?]{! mmrn
Ipotesi a confronto
Nella tabella a fianco sono messe a confronto tre diverse possibili interpretazioni dell'articolo 1, comma 707, della legge di stabilità 2015 che ha previsto un ricalcolo delle pensioni retributive a cui viene applicato il contributivo pro rata dal2012. In base alle indicazioni fornite dall'Inps con la circolare 7 4, in tre dei quattro esempi il ricalcolo è più favorevole ai pensionati e quindi rimarranno in pagamento gli importi già erogati e solo in un caso si avrà una riduzione. Con le altre due ipotesi, invece, il ricalcolo sarebbe svantaggioso per i pensionati in tre casi su quattro con riduzioni anche di migliaia di euro all'anno.
Anzianità al 31/12/2011
Anzianità alla cessazione
Retribuzione alla cessazione
Retribuzione media pensionabile
Pen;i-~;;~~lcolata con la riforma Fornero I ---- --- - ------ --1
Ricalcolo in base alla circolare Inps
Differenza su 13 mesi
Ricalcolo retributivo con limite*
Differenza su 13 mesi
Ricalcolo contributivo con limite**
Differenza su 13 mesi
cessato dal servizio cessato dal servizio
Docente universitario iscritto 1
alla Cassa Stato nata nel 1953, cessata dal servizio
il 31/12/2014 il 31/10/2014 il 30/11/2014 ------- ---- - - - - -
Data
Pagina
Foglio
15-04-2015 43 2/2
Docente universitario iscritto alla Cassa Stato nato nel 1946,
cessato dal servizio il 30/09/2014
Professore universitario iscritto I Dipendente comunale iscritto alla Cassa Stato nato nel 1944, ,. - alla Cpdel nato nel 1949,
____ 46annie2mesi 39annie9mesi1
__ ____l!a~nie6me~i+--
49 anni i· 42 anni e 8 mesti 41annie6 mesi
37annie11 mesi
40 anni e 8 mesi
__ l()?-()()Q.00 25.750,00 61.930,00 . 61.860,00
110.360,00 i 28.021,00 64.705,00 65.960,00
-------------=-96.os0.09-r · _-2~~3-o.Q()r-====----55~02~0~ _---==~~~---~-==-55.is-s.-oo 103.944,00 24.173,00 I 55.293,00 54.659,00 +7.864,00 -----::;24y:oot +270,00
89.058,00 22.211,00 55.293,00 --------~-----
~l.1'.19,00 +270,00 89.058,00 22.211,00. 55.277,00
... tn9,oo +254,oo
I.-, (°*)Son~ state valorizzate le anzianità contributive fino a 40 an~i ~o-~-f~ r~-iote previgenti, integrando cOOHSisteffia retributivo il tempo minimo necessario per conseg~Uir~ Ù primo-di~rittOaP~nsione; (**)Sono state v~Ì~rizzate !e anzia~tià contributive tinOa 40 ~~~j ---··1 ! con le regole previgenti, integrando con il sistema contributivo il tempo minimo necessario per conseguirei! primo di ritto a pensione i
Lavoro e previdenza Pag. 24
la Repubblica Quotidiano I Data
Pagina
Foglio
15-04-2015 17 1
Pensioni, Palaz.zo Chigi frena Boeri "Per le modifiche manca la copertura e non riapriamo la partita con la Ue" ROBERTO MANIA
ROMA. «La proposta di Boeri per una maggiore flessibilità cli uscita dal lavoro non è sbagliatamaperoranonèfattibileperché mancano le coperture finanziarie». È così che una fonte autorevole cli Palazzo Chigi frena sull'idea del presidente dell'Inps di modificare la legge Forneroe rendere più flessibile il pensionamento. Nulla cli formale ma un'indicazione piuttosto netta cli quale sarà anche in vista della stesura della prossima legge cli Stabilità la linea dél governo. D'altra parte il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si è tenuto costantemente alla larga dal tema socialmente esplosivo delle pensic;mi. Quando l'hafatto-ormaiquasiunannofa-l'ha fatto per sgombrare il campo dall'ipotesi
Le proposte del presidente dell'Inps, intese a evitare altri esodati, sono ritenute perora non fattibili
(sostenuta allora dall'ex commissario allaspendingreview, CarloCottarelli) cli un prelievo forzoso sulle pensioni medie, intorno ai 2-3 mila euro al mese.
Certo, solo la settimana scorsa, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel corso cliunquestiontimeal Senato,hadettoche il dossier pensioni sarebbe stato riaperto in autunno. Ma fin dall'inizio Renzi e Poletti hanno sostenuto, senza scontri, due linee distinte sulla politica pensionistica e lo schema sembra destinato a ripetersi anche questa volta. A prevalere è sempre st11;to il premier. .
E chiaro a tutti che larigiclitàdellariforma Fornero, con la cancellazione dell'istituto delle pensioni cli anzianità, e la fissazione cli un'età per laccesso alla pensione cli vecchiaia sempre più alta (ora siamo a 66 anni e sette mesi) ha provocato uno sconquassosociale:il fenomeno degli esodati che ha richiesto ben sei provvedimenti cli salvaguardia per un costo totale cli 12 miliardi cli euro sottratti ai potenziali risparmi della Fornero; il sostanziale blocco del turn over nel mercato del lavoro con un aumento della quota cli occupati over 55 e l'impennata della disoccupazione giovanile oltre il 40 per cento; il crescente fenomeno dei poveri cli età com-
presa trai 55 ei 65 anni che una volta persa l'occupazione ed esauriti i previsti periodi con il sostegno al reddito con gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e mobilità) non riescono a trovare, se non uno su dieci, un altro lavoro e sono spesso ancora lontani dalla quiescenza. Queste sono le ragioni cli Po letti (e Boeri) a favore cli un intervento. Di fronte alle quali, però, Palazzo Chigi pone il problema del-
Il presidentedell'lnps, Tito Boeri
IL PIANO DELL'iNPS Tito Boeri, presidente dell'lnps, in un'intervista a Repubblica ha anticipato il piano che l'istituto di previdenza presenterà al governo. Tra le proposte l'uscita flessibile dal lavoro e il reddito minimo per gli over 55 in difficoltà
la copertura finanziaria. Perché rendendo più flessibile l'uscita dal lavoro si verificherebbe per il bilancio dello Stato un'impennata dei costi, con un incremento del deficit che verrebbe compensato, solo nel tempo, grazie alle penalizzazioni sugli àssegni dei nuovi prepensionati. Dal punto cli vista attuariale si presenterebbe come un'operazione neutra, la spesa previdenziale rimarrebbe sotto controllo nei tempi medio-lunghi, ma dal punto cli vista delle regole contabili europee genererebbenelbreveperiodoundeficitche andrebbe coperto.Ameno cli non aprire una vertenza con Bruxelles. «Richiederebbe molto tempo e questa discussione non è all'ordine del giorno», spiegano a Palazzo Chigi.
Nello schieramento con Boeri e Poletti
Ma a sostenere che va cambiata lariformaFomeroc'è anche il ministro Po letti , i sindacati e tutte le forze politiche
ci sono, oltre che i sindacati, anche tutte le forze politiche. Questa settimana la Commissione Lavoro della Camera riprenderà l'esame delle proposte per una maggiore flessibilità in uscita. Alla base della discussione c'è la proposta del presidente della Commissione Cesare Damiano (minoranza Pd): età flessibile dai 62 ai 70 anni, 35 anni cli contributi, penalizzazioni dell'importo pensionistico del 2 per cento per ogni anno cli distanza dai 66. Propostamoltocostosa, giàsecondoil precedente governo Letta. Per finanziarla servono,soprattuttoall'inizio,cliversimiliardi. Replica cli Damiano: «C'è una montagna cli risorse dove attingere per introdurre criteri cli flessibilità in uscita per le pensioni». Risorse che, secondo il deputato pd, arrivano dal blocco delle indicizzazioni dei trattamenti pensionistici, e dai significativi risparmi che permette la Fornero fino al 2060. «Da questa montagna cli risorse-ha domandato Damiano-si può ricavare quello che serve per correggere le più macroscopiche ingiustizie del sistema pensionistico senza mettere in discussione l'impianto e senza allarmare l'Europa?». La risposta cli Palazzo Chigi perora è no.
©RIPRODUZ!ONERISERVATA
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Lavoro e previdenza
... PERSAPERNEOIPIO r www.inps.it
www.lavoro.gov.it
USCITE FLESSIBILI La proposta di Boeri è quella di una maggiore flessibilità in uscita dal lavoro
REDDITO MINIMO La proposta in questo caso è di dare un assegno minimo agli over 55 a basso reddito che hanno perso il lavoro
PAGAMENTO IL PRIMO L'altra proposta di Boeri è quella di unificare il primo del mese il pagamento di tutte le pensioni
Pag. 25
"' O') 00
"' o
Data
Pagina
Foglio
15-04-2015 2 1 / 3
«Pensioni, serve più flessibilità» ~Gutgeld, commissario spending: «Via prima dal lavoro con assegni più bassi, ma Bruxelles dica sì» ~«Statali, l'obiettivo è superare nel 2016 il blocco dei contratti. Ecco come saranno i miei tagli»
ROMA «Sìalpensionamentoanti- Yoram Gutgeld, consigliere ma Fornero. E ai dipendenti lo fare nel 2016». Gutgeld decipato in cambio di una riduzio- economico di Renzi e commis- pubblici promette: «Il nostro scrive anche la sua spending: ne dell'assegno. Ma dovremo sario alla spending review, obiettivo è superare il blocco «Riorganizziamo la pubblica ottenere il via libera della Ue». apre alla flessibilità della rifor- dei contratti, speriamo di poter- amministrazione per offrire
servizi migliori ai cittadini». Gentili a pag. 2 ·
L'intervista Y oram Gutgeld
Statali, è ora di superare il blocco dei contratti» ~Il consigliere economico del premier: «Nel 2016 troveremo i soldi. Sì a più flessibilità per le pensioni. Sanità, con la spending una sola centrale d'acquisto per ogni Regione»
ROMA Yoram Gutgeld, consigliere economico di Renzi e commissario alla spending review, dica una parola definitiva sul tesoretto da 1,6 miliardi. C'è davvero o è una trovata elettorale figlia di conti troppo ottimistici? «Certo che c'è. La crescita è più alta di quanto non fosse stato previsto in settembre e si è verificato un calo dei tassi d'interesse sul debito. Questi due fattori danno un po' di margine in più». A chi andranno questi soldi? Pensate di introdurre il reddito minimo?
remo .. pelle prossime settimane». Molti già parlano di manovra elettorale: a fine maggio si vo-ta per in sette Regioni. ' ·· «Lascio la polemiche a chi le fa. Misure che vanno nella direzione del sostegno alle fasce deboli sono assolutamente in linea con gli obiettivi di lungo termine del governo. Pe::ciò non c'è alcuna finalità elettorale». Lei è il nuovo commissario alla spending review, il suo approccio appare differente da quello del suo predecessore Cottarelli. «Costruiamo sul lavoro fatto, ma il nostro approccio è di lanciare un programma di cambiamento strùtturale pluriennale, che beneficia della riforma della Pubblica amministrazione varata l'anno scorso».
«Stiamo lavorando, i dettagli si conosceranno con la legge di stabilità. E stiamo valutando come rimodulare alcune detrazioni fiscali». Non sarà che alla fine i cittadini, con il taglio delle detrazioni e delle agevolazioni, pagheranno più tasse? «Sicuramente non interverremo su detrazioni e agevolazioni, come Iva, spese sanitarie, ecc. che toccano direttamente le tasche dei cittadini». Il ministro Poletti ha detto che bisogna intervenire sulla legge Fornero per permettere il pensionamento anticipato in cambio di una riduzione dell'assegno. E' d'ac-cordo? «L'idea è buona e condivisibile. Il problema è che questo non è consentito dalle regole di contabilità europea in
"' O') 00
"' o
«E' una decisione che deve prendere il governo. Ci sono diverse opzioni sul tavolo, ma sicuramente queste risorse andranno a favore delle fasce più deboli che finora non hanno avuto benefici. Non entro nel dettaglio». Interverrete con decreto? «Presumibilmente sì, visto che si tratta di interventi che devono avere effetto immediato. Ma è ancora tutto da decidere, lo fa-
Nel Def avete inserito 10 miliardi di tagli, ma non tutti sono risparmi di spesa, visto che c'è la lotta all'evasione e la riforma delle detrazioni fiscali. Qual è l'ammontare esatto della sforbiciata?
quanto crea deficit. ~ Perciò dovremo ottene- ~" re da Bruxelles questo
0
tipo di flessibilità, ma non è un {! traguardo raggiungibile in po- 1J chi mesi». -g
r--~~~~~~~~,-,---~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~--lu Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Lavoro e previdenza Pag. 27
Insomma, esiste la volontà di riformare la Fornero. «Più che riformare la Fornero si tratta di utilizzare. il metodo contributivo, che è l'essenza e la forza di quella legge, per consentire più flessibilità. Ma a patto, ripeto, che si mòdifichino le regole europee. Lo spazio c'è: la Fornero ci permette una sostenibilità del sistema pensionistico che nessun altro grande paese ha in Europa e dunque consentire una flessibilità contabile è un'idea interessante da perseguire. Ma ci vuole tempo, bisogna strap-pare il sì di Bruxelles, dunque non bisogna creare troppe aspettati-ve». Ci saranno interventi sulle pensioni di invalidità? «Sì. Abbiamo differenze di incidenza delle pensioni di invalidità tra Regioni che non sono giustificabili con i fattori socio-demografici. Dunque alcuni invalidi sono falsi e vanno individuati». Nel mirino ci sono i trasporti locali. Non finirà che alla fine i biglietti di bus e treni aumenteranno? «Rispetto ad altri Paesi europei i nostri trasporti pubblici sono meno efficienti. Serve più concorrenza e dunque più efficienza. Si possono ridurre i costi senza aumentare i biglietti, soprattutto per i pendolari e fasce più deboli». Renzi ha detto che le Asi sono troppe. Le Regioni dovranno tagliare? «La premessa è che noi vogliamo aumentare e non ridurre il livello di servizio della Sanità. Ma questo servizio può migliorare a costi più bassi: troppe Regioni hanno troppe Asl e i costi sono troppo alti. Cominciamo a introdurre una sola centrale di acquisto per ogni Regione: grazie ai costi standard i risparmi saranno importanti, visto che perfino all'interno delle singole Regioni ci sono grosse differenze nell'acquisto della classica si-
nnga». E le aziende municipalizzate? Sono sempre nel mirino ma resistono sempre. «Questa volta no. L'anno scorso abbianio chiesto a tutti gli enti pubblici di presentare un piano di razionalizzazione delle municipalizzate in base ai principi di ef!icienza e<il-€c@nomicità. Questi piani entro il 31 marzo sono stati presentati allla Corte dei conti regionali e in questi giorni li stiamo veri'fièando e valutando. Poi decideremo se servirà un intervento normativo: di sicuro chiuderemo tutte le partecipate che hanno solo manager e nessun dipendente. Ed è altrettanto sicuro che cercheremo di portare la massima efficienza nelle grandi società municipalizzate: migliorano i servizi per i cittadini e si riducono i costi». Resta convinto che cinque corpi di polizia siano troppi? E se sì, quali taglierete? «Il punto non è solo il numero, ma la duplicazione di attività e di presenza sul territorio. Dunque bisogna partire dalla razionalizzazione della loro attività e presenza. Poi decideremo dove tagliare». Da anni i contratti dei dipendenti pubblici sono bloccati. Arriverà prima o poi l'aumento? «Dopo 5 anni il nostro obiettivo è sicuramente quello di superare il blocco. E, in ragione dei conti, speriamo di poter procedere ai rinnovi contrattuali il prossimo anno». Per risparmiare su affitti, spese energetiche e di manutenzione, lei lavora all'accorpamento degli uffici pubblici. Il modello è "tuello del Foderai Building americano? «Esattamente. Vogliamo creare un unico ufficio in cui i cittadini possano illterloquire con tutti gli uffici statali. Abbiamo chiesto a tutte le amministrazioni di fare un piano di razionalizzazione, con l'obiettivo di ridurre lo spazio per dipendente dagli attuali 40 metriquadrati a 25. Entro giugno riceveremo i piani
Data
Pagina
Foglio
15-04-2015 2 2/3
e poi, insieme con l'Agenzia del demanio, procederemo alla razionalizzazione: paghiamo in manutenzione ed energia molto più che in affitti. Bisogna superare il modello napoleonico con decine di uffici indipendenti in ogni provincia, riorganizzando completamente gli sportelli per i cittadini. L'obiettivo non è solo risparmiare, ma offrire un servizio migliore. Ci vorranno 2-3 anni per completare questo percorso». Dopo l'iniziale rivolta, avete rassicurato i Comuni. Il prossimo anno allora chi stringerà la cinghia, lo Stato centrale? «Sull'amministrazione centrale c'è molto lavoro da fare. Ma vogliamo continuare un percorso di efficienza nei Comuni. Abbiamo sbloccato il patto di stac bilità e i Comuni più efficienti che avevano soldi da spendere ma che a causa del Patto non potevano spenderli, ora avrannoepiù"risorse:-E-abbiaITTO chiesto ai Comuni meno efficienti di rimboccarsi le maniche. Questi percorsi dovranno procedere anche nel 2016». Senza aumento delle tasse locali? «Certo. Basta con il giochino delle tasse locali aumentate per colpa dello Stato. Metteremo on-line le misure di confronto, come efficienza, costi standard, ecc. Così i cittadini potranno valutare se il proprio sindaco lavora bene o male. Se aumenta le tasse perché dà più servizi, o se le aumenta perché non ha riformato l'amministrazione e spende troppo e male». Renzi ha detto: «Nel 2016 giù le tasse». Come e per chi? «Prima di tutto dobbiamo confermare la riduzione di 18 miliardi delle tasse sul lavoro. Che, con la decontribuzione dei neoassunti e l'eliminazione del costo del lavoro dall'Irap, nel 2016 diventeranno automaticamente quasi 22 miliardi. Poi, se riusciremo a trovare più risorse, procederemo a un'ulteriore riduzione. La nostra priorità è tagliare le tasse sul lavoro».
Alberto Gentili
"' O') 00
"' o
~ Q)
~ o
_o
{l
1J '6 o
r--~~~~~~~~-;:::-:-;::-::--::-;--:;--::--~:--~~-----:-~~~----,,----,---~---::---::-------::~,---~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~---lu Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Lavoro e previdenza Pag. 28
Il Sole?]{! mmrn VIZI E VIRTÙ ITALIANE I pitale di un mix irr_ipetib~le al
mondo tra tecnologia, design e
Il bonus «cattivo» e il bonus «buono» di Alberto Orioli
manifattura. E quello impalpabile, nato dai computi cartolari di un differenziale tra il previsto e l'atteso, tutta da rendere effettiva oltre quel tratto di penna che alza o abbassa un dato stimato di Pii e di deficit.
E c'è Renzi e Renzi. Il primo che annuncia, e fa bene, la conferma e l'estensione della dote (pro-duttiva) destinata al settore dcl
'1 è bonus e bonus. Quello ' concreto, di sostegno al
i' arredo. Il secondo che ammicca, e fa male, al "tesoretto" scoperto nelle celebri pieghe del bilancio.
Il cosiddetto bonus mobili ha un effetto-leva cospicuo (come spiegano Dell'Oste e Mancini a pagina 8): a fronte di uno sconto Itpef di 41,5 milioni in sette mesi,
settore del mobile-arredo, lustro di un made in Italy in piena celebrazione dei suoi fasti in una Milano trasformata in ca-
Alberto Orioli
Il vizio di sprecare il vento favorevole ~ O:mtinmi da pagim11
iamo sesti nella classifica Ocse per peso di oneri fiscali e contributivi su un
salariomedioperchinonabbia carichi familiari e diventiamo quarti se esistono figlia carico. La Germania in teoria sta peggiodinoielaFranciavive una situazione simile alla nostra,mal'Ocsenoncalcolala quotadiTfr,ipremiinaileil peso dell'Irap che ci portano saldamente in vetta alla classifica, purtroppo. Ma ciò che qui rileva è che quel dato, già grave, è in crescita.
Il tema italiano è questo da anni: la riduzione dei carichi fiscali su lavoro e imprese per liberare energie da destinare agli investimenti, all'occupazione e, quindi, al reddito e ai consumi Il pesò fiscale è abnorme sulla parte onesta dei contribuenti, che paga il sovrappiù dcli' evasione da record e spesso hain cambio servizinonall'altezza.Edèun bene aver avviato la stagione di
Primo piano Italia
riforme che ha intaccato l'Irap e ha portato alla decontribuzione.
Rispetto al passato, però, va gestita una fase nuova: quella del passaggio da una fase considerata finora emerg~nziale dell'alleggerimento fiscale e parafiscale previsto dalla legge distabilitàaunariduzionedegli oneri duratura e stabilizzata per il futuro. Per l'Irap discorso analogo: va esteso il mini taglio previsto nella legge di stabilità e va cambiato il quadro generale del finanziamento ali:! sanità
Sono già incerte le coperture dei bonus per le assunzioni a tempo indeterminato e, per paradosso, tanto più saranno incerte quanto più l'economia darà fiato a una ripresa sempre più robusta.
Eavvolteinunanebbiafitta appaiono le coperture affidate ai 5,z miliardi di tagli in capo a regioni ed enti locali il cui prologo è già stato quello di un conflitto difficile da redimere. A fronte dell'incertezza sui tagli c'è però la certezza -ce lo dice sempre l'Ocse-che sono proprio le addizionali locali ad avere appesantito ancora di più il costo del lavoro nel2014
Se la politica sta organizzando uno scaricabarile sulla responsabilità fiscale tra centro e periferia, il risultato pei il cittadino-contribuente non cambia e rischia di peggiorare. E sperare che il cittadinoelettore non lo capisca è illusorio.Anzi, è offensivo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Data 15-04-2015 1 Pagina
Foglio 1
si mobilitano acquisti per 3,5 miliardi in due anni e mezzo e maggiori incassi I va immediati per lo Stato stimati in almeno 75 milioni (sempre in sette mesi), oltre all'Irap e all'Ires. È un modo concreto per fare politicaindustriale.
Ilbonus-deficit,invece,hasolo un effetto-annuncio e rischia di moltiplicare la lista di quanti, in un Paese prostrato da una crisi mai conosciuta prima d'ora, ritengono - e sono legittimamente moltissimi-divantareuncredito, di meritare un'attenzione, di avere diritto a un risarcimento a una prebenda, a un lenitivo economico, a una sussistenza, a un assegno, una mancia, una qualunque.
Ciò accresce aspettative pulviscolari e parziali di un'Italia dci
piccoli e grandi egoismi, da sempre concentrati a guardare il proprio ombelico. Quanto di più distante da un'idea di bene comune, soprattutto perché si tratterebbe di unaspesa in deficit enon - qualora effettivamente esistessero - di risorse vere.
Non sarebbe la prima volta che, per questo vizio antico, l'Italia spreca le buone occasioni e non riesce (o non sa) sfruttare al meglio il vento favorevole.
Se mai avessimo avuto bisogno di un'ulteriore conferma di quale sia il problema macroeconomico dell'Italial'Ocse ha provveduto a rammentarcelo: il peso del cuneo fiscale, già alto, addirittura in crescita nel 2014.
Pag.30
"' O') 00
"' o