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Commissario Delegato O.P.C.M 4002/2012
REGIONE TOSCANA
O.P.G.R. n. 30 - 8/05/2012ACCORDO DI PROGRAMMA del 13/06/2012 - DGRT n.409/2012
PROGETTO PRELIMINARE
FOSSO VALLEGRANDERIDUZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO TENENDO CONTO
DELL'EQUILIBRIO DELLA LINEA DI COSTA
LOCALITA' PROCCHIO- COMUNE MARCIANA- PROVINCIA DI LIVORNO
RELAZIONE IDRAULICO-FORESTALE
REV. DATA
Dott. Ing. Ilaria Buti
Dott. Geol.Riccardo Leoni
Dott. Ing. Federico Cioni
Dott. Agr. For. Dalia Del Nista
Geom. Monica Pasquini
Geom. Caterina Mori
COLLABORATORI PROGETTAZIONE
UFFICIO TECNICO DEL GENIO CIVILE DI AREA VASTA LIVORNO - LUCCA - PISA
PROGETTISTI
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
Dott. Ing. Marco Trambusti
13/07/2012
EL. 1 All.3
Regione Toscana Ufficio Tecnico del Genio CivileDirezione Generale Politiche Territoriali, Ambientali e per la Mobilità Area Vasta Livorno-Lucca-Pisa
In te rvent i Id rau l i co fo res ta l iCOMUNE DI MARCIANA
Fraz ione d i P rocch io
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PremessaL'evento climatico che si è manifestato all' Isola d'Elba il 7 Novembre del 2011 è stato diportata del tutto eccezionale, quantunque l' enorme massa di acqua precipitata nonpotesse che determinare a valle esondazioni e dissesti, è pur vero che i catastrofici effettiregistrati non sono solo ascrivibili all'evento meteorico. Dall'analisi dei luoghi ,sono infatti emerse svariate concause dell'alluvione.Nelle pagine seguenti, in maniera sintetica e speditiva si sono illustrati i motivi che hannocontribuito all'alluvione e si sono proposti alcuni interventi idraulico-forestali.Gli interventiindividuati e la loro stima, hanno un carattere preliminare e di massima.
Inquadramento ambientaleL'area di progetto si trova nel Comune di Marciana, a Procchio, l'intervento coinvolge deiterritori di pianura costiera ed alcune aree pedecollinari.
Uso del suolo l territorio è caratterizzato dalla presenza del massiccio dei Monti Capanne, ( il monte piùalto dell'Isola d'Elba con i suoi 1090 m slm), Perone e Giove.Il territorio di Marciana è prevalentemente montuoso, con frequenti coste alte efrastagliate, fatto salvo che per l'area del Golfo di Procchio dove è presente un'estesaspiaggia.A Marciana si riscontrano diverse tipologie vegetazionali , frutto delle variegate condizionistazionali e delle attività antropiche.Di seguito a titolo indicativo si riporta la suddivisionedel territorio, così come emerge dalla carta di uso del suolo in scala 1:10000 .La carta è stata redatta alla fine degli anni 90 dalla Provincia di Livorno, oltre allacartografia è stata realizzata una tabella di sintesi dove sono quantificate anche intermine di percentuale le diverse tipologie di uso del suolo.
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DESCRIZIONE HA %Bosco ceduo e bosco ceduo avviato 245054,20Affioramento roccioso 76516,92Vigneto in fase di abbandono 259 5,73Vigneto 226 5,00Area urbanizzata 196 4,34Bosco d'alto fusto 192 4,25Castagneto da frutto 158 3,50Seminativo arborato abbandonato 110 2,43Area aperta a vegetazione erbaceo-arbustiva in fase di naturali 80 1,77
Seminativo arborato 45 1,00Viale parafuoco 20 0,44Pascolo e prato pascolo 11 0,24Dune costiere e spiagge 4 0,09Seminativo abbandonato 3 0,07Oliveto 1 0,02Frutteto 0 0
Osservando la legenda, quale tipologia di uso del suolo “affioramento roccioso” piùrealisticamente si legga “formazione a gariga”. Sebbene l'uso del suolo citato sia di oltre
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dieci anni fa il quadro che ne emerge è ancora realistico. Percentualmente abbiamo che le tre aree maggiormente rappresentate sono quelle a: Bosco ceduo e bosco ceduo avviatoAffioramento roccioso (leggasi gariga)Vigneto.Il bosco, è estesamente diffuso, sopratutto sui versanti esposti a nord della piana diProcchio; in prossimità del Capanne abbiamo estese formazioni a macchia bassa egarighe, lungo il versante nord e nella zona pedecollinare orientale della frazione di ValleGualdarone di Procchio si osservano boschi di castagno.I vigneti sono estesamente diffusi lungo tutto il versante occidentale, di seguito unacartografia (fonte Geoscopio, Regione Toscana), dove si riportano le aree della zona diinteresse nelle quali si produce vino (Toscana Costa e Doc Elba)
Si segnalano i vecchi rimboschimenti a conifere e le diffuse colture agrarie ormaipraticate nelle aree meno marginali.
Per quanto concerne la Pianura di Procchio, si osserva che il territorio è estesamenteboscato con prevalenza di boschi misti a leccio, salvo che nella frazione di “ValleGualdarone” dove si osserva una cospicua presenza del castagno.Le coltivazioni agricole, assumono un certo rilievo nelle frazioni di Colle di Procchio /Marmiper il resto sono puntiformi ed hanno un carattere hobbistico.
La natura torrentizia dei corsi d'acqua I corsi di acqua dell'Isola d'Elba sono caratterizzati, da un regime marcatamentetorrentizio e da bacini idrografici di modesto sviluppo e bassa permeabilità. Ne consegue che i tempi di corrivazione sono brevissimi e la rete idrografica è soggettaa fenomeni di piena violenti ed improvvisi. Durante l'estate si registrano dei marcati deficitdi portata e le scarse precipitazioni estive non sufficienti a determinare un minimodeflusso.
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Gli incendiSebbene il fenomeno degli incendi boschivi all'isola d'Elba negli ultimi anni siafortunatamente meno intenso, nel “Piano Antincendio Boschivo 2011-2015dell'Arcipelago Toscano”, Marciana risulta essere il terzo Comune Elbano amaggior gravità di incendio.L'area di Procchio registra però una bassissimafrequenza di incendi boschivi e si ritiene che la loro incidenza non abbiapraticamente influito sugli effetti dell'alluvione.
L'abbandono del territorio agricolo-forestaleAnalogamente a molte aree dell'Arcipelago Toscano, anche all'Elba si è verificatoil progressivo abbandono dei terreni agricoli ed in particolare dei terreni agricolimarginali.Con l'abbandono dei terreni delle sistemazioni agrarie ed idraulico-forestali, si ha una riduzione della capacità di assorbimento delle precipitazionida parte del terreno ed un minor efficienza della rete scolante.
Il governo del territorio e della rete idraulicaLa frazione di Procchio, soprattutto in prossimità della costa, è stata diffusamenteedificata durante gli anni 60-70. La morfologia pianeggiante e la natura sabbiosadella costa, ne determinano una grande appetibilità, ed oggi vi si trovano di fattosvariate attività ricettive e svariate attrezzature turistiche. L'urbanizzazione, in alcunicasi è stata disorganica e caotica . Una delle strutture emblematiche dell'intensaurbanizzazione non solo del Comune di Marciana, ma dell'intero territorio Elbano èil cosiddetto “Eco-mostro di Procchio”.
La realizzazione della struttura ha comportato nella zona la cancellazione delreticolo idraulico superficiale, si noti comunque che questa non è la sola opera ilcui prezzo è stato la devastazione della rete idrografica, infatti una partesignificativa del reticolo del bacino idrografico del fosso di Valle Grande ha subito,tombamenti, deviazioni ed interramenti.Al fine di comprendere, le variazionioccorse e lo stato originario dei luoghi è stata condotta un'analisi diacronica delterritorio.
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Di seguito un estratto del Catasto Leopolidino, fonte Regione Toscana “Castore”,si tratta del foglio n°3, sezione D “Enfola e Procchio” del Comune di Marciana,datato 1841
Come si può desumere dalle immagini la rete idraulica era estesamentearticolata, sulla spiaggia arrivavano due piccoli corsi d'acqua. Di seguito, al fine diconfrontare la situazione al 1841 con l'odierna conformazione del territorio, siriporta un recente orto fotografia:
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“Il Tombolo”
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Gli Interventi Criteri GeneraliConsiderato che i territori dove si prevedono gli interventi, sono aree di notevolepregio ambientale e paesaggistico le scelta sulle tecniche e sui materiali utilizzatioltre che su criteri funzionali, più spiccatamente mirati all'efficacia progettuale, si èfondata anche su criteri estetici ed ecologici.Tali obbiettivi sono stati perseguitiattraverso le seguenti scelte progettuali:Riduzione al minimo delle operazioni di movimentazione del terreno Adozione di pratiche già utilizzate nel sitoScelta di materiale di propagazione certificato (*)Scelta di materiale di propagazione di varia tipologia volta anche alla riduzionedell'impatto visivo* Tutto il materiale forestale da impiegare negli interventi dovrà essere corredato daapposita certificazione utilizzando essenze provenienti il più possibile prossime alla zona di messaa dimora nell’ambito delle specie di cui all’allegato della L.R. 39/00.
A-Ripulitura alvei
Sebbene all'indomani degli eventi alluvionali, alcune porzioni degli alveii sianostate ripulite, si ritiene comunque opportuno ripetere tale operazione andandoperò a coprire l'intera rete idrofica, ivi incluse le aree montane.L'intervento hal'obbiettivo di rimuovere dall'alveo dei fossi, principali, il materiale che in caso dieventi di piena va ad intralciare la sezione di deflusso.Si dovrà quindi procedere alla rimozione della vegetazione ripariale (in merito agliindividui arborei si dovrà limitare l'intervento agli individui morti/deperienti/instabilied a quelli che creano reale ostacolo al deflusso) ed all'eventuale rimozione deirifiuti presenti nell'alveo.
C-Interventi di stabilizzazione delle sponde e dei versanti di queste a monteDurante i sopralluoghi, è emerso che le sponde dei corsi d'acqua nella loroporzione montana, necessitano di adeguati consolidamenti.
Attualmente, alcune sponde non presentano sostanziali alterazioni e pertanto nonnecessitano di intervento alcuno, la precisa ubicazione degli interventi saràdefinita in seguito.
Per quanto concerne le operazioni di consolidamento delle sponde, in questafase si individuano più tipologie tecniche, poiché dai rilievi effettuati è emersoche:
• in taluni tratti sarebbe opportuno ripristinare le vecchie sistemazionipressistenti
• in altri sarebbero auspicabili interventi di tipo fascinata-viminata
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• in altri un rivestimento con biorete ineverdita
• in altri un consolidamento con palificate
Nell'immagine sottoriportata a sinistra (scatta sul fosso Vallegrande) si osserva loscalzamento al piede dell'argine in terra rimodellato dopo l'alluvione.In alcunipunti le sponde del fosso presentano vecchi rivestimenti in pietra, che là doveintegri, funzionano ancora perfettamente, (vedasi immagine sottoriportata adestra scatta sul fosso Vallegrande)
In alto un'immagine scattata in localiità “Fonte al Leccio”
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Lo scopo degli interventi è quello diaumentare la stabilità delle sponde eridurre il trasporto solido.
A fianco un esempio di una dellesoluzioni proposte,(fascinata)
C-BriglieAl fine di ridurre la velocità dell'acqua lungo tratti maggiormente acclivi siprevede di realizzare un numero adeguato di piccole briglie.
Le briglie saranno realizzate utilizzando quando possibile il materiale lapideopresente nei corsi di acqua, questo oltre a ridurre i costi di realizzazione,contribuirà alla ripulitura degli alvei e servirà a ridurre l'impatto visivo dell'opera.
Qualora vi siano briglie in pietrame persistenti, si potrà procedere al loro ripristino.
Sopra un'immagine scatata in località “Fonte al Leccio”.Le briglie potranno realizzarsi attraverso una delle tipologie sotto indicate:
• In legname e pietrame • pietra
La scelta della tipologia di briglia da utilizzare, così come la sua posizione saranno
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decise volta, volta in relazione al contesto stazionale.
Indicativamente le opere avranno un'altezza fuori terra massima di circa 1 metroe si troveranno ad una distanza massima le une dalle altre di 20-30 ml.
Localizzazione degli interventiGli interventi si svilupperrano lungo il Fosso di Vallegrande e lungo il Fosso di Fontea Leccio, per il dettaglio si rimanda alla cartogrfia generale degli interventi.
Stima di massimaSi precisa che la stima realizzata serve a dare un'indicazione di massima degliimpegni economici che sono necessari per il recupero della funzionalità idraulicanella parte montana dei corsi d'acqua indicati.
Ogni approfondimenti sarà effettuato nelle successive fasi progettuali.
Per ogni dettaglio si rimanda all'allegato N°1
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Bibliografia
• Atlante delle opere di sistemazione dei versanti -ANPA- Roma, maggio 2001
• Atlante delle opere di sistemazione fluviale -APAT- Roma giugno 2004
• Manuale di Ingegneria Naturalistica- Regione Piemonte – Novembre 2007
• Manuale diadattico-Idronomia Montana Università di Firenze, facoltà di Scienze Forestali-03/03/2004
• Selvicoltura speciale- Giovanni Bernetti- Utet 1995
• Selvicoltura generale- Pietro Piussi- Utet 1994
• Piano Antincendio Boschivo Parco Nazionale Arcipelago Toscano-2011-2015
• Tipi di intervento di stabilizzazione ed esempi di interventi eseguiti-Università di Poadova.
Colomvo, Cortellazzo,Favaretti.
Indice generalePremessa.......................................................................................................................................2Inquadramento ambientale....................................................................................................2
Uso del suolo ...........................................................................................................................2La natura torrentizia dei corsi d'acqua ............................................................................4Gli incendi................................................................................................................................5L'abbandono del territorio agricolo-forestale.................................................................5Il governo del territorio e della rete idraulica..................................................................5
Gli Interventi ................................................................................................................................7Criteri Generali........................................................................................................................7A-Ripulitura alvei.....................................................................................................................7C-Interventi di stabilizzazione delle sponde e dei versanti di queste a monte.......7C-Briglie.....................................................................................................................................9Localizzazione degli interventi...........................................................................................10Stima di massima..................................................................................................................10
Bibliografia..................................................................................................................................11
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