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giornale freepress del litorale laziale

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Anno II - Numero 1 / 15 gennaio 2009

Attualità - Cronaca - Economia - Turismo - Cultura

www.reporternews.eu

Leonardo Da Vinci

Parte la nuova Alitalia, ma lo fa pagando pegno ad AirFrance, che con l’acquisizione del 25 per cento del ca-pitale della Cai, deciso lunedì scorso, potrà contare suun bacino di 99 milioni di passeggeri l’anno. Trenta-sette in più della rivale Lufthansa. Alle 21 del 12 gen-naio la nascita ufficiale della Cai, quando l’Entenazionale di assistenza al volo ha concesso la licenza dioperatore aereo alla società presieduta da Roberto Co-laninno. Una nascita sbloccata proprio dall’interventodi Air France-Klm che ha messo sul tavolo 323 milionidi euro in contanti per chiudere l’accordo.

a pag 10

Nasce la nuovaAlitalia,ma ci guadagnaAir France

Entro 4 anni nascerà un grande parcotematico della romanità tra Acilia eCa-salpalocco, dotatodi tecnologie futuristi-che che non avranno nulla da invidiaread Eurodisney. Parola del sindacoGianni Alemanno. Tra i divertimentivirtuali, trovarsi fra il pubblico del Co-losseo, vincereunagaradi bighealCircoMassimo, e girare nel quartiere natio diGiulio Cesare.

a pag 15

Acilia comeEurodisneycon il parcodella romanità

Lavori in corso

L’inchiesta

Come confermato dai recenti blitz delle forze dell’or-dine sul litorale romano che va da Ostia a Nettuno,sono sempre di più i giovani, in molti casi anche mi-norenni, alla ricerca dello sballo. La moda dei raveparty in capannoni abbandonati alla periferia dellecittà, ha preso piede nonostante i ripetuti controllidelle forze di polizia. Nata per diffondere i concettidella controcultura, oggi la carovana degli ex ribellidei party illegali si muove a ritmo di musica techno,alcol e droghe psichedeliche.

a pag 16 e 17

Dilaga lamodadei raveGiovani tra alcol e droghe

Anzio si prepara per festeg-giare il 65° anniversario delloSbarco degli Alleati, e lo fa conuna serie di iniziative atte adavvicinare i giovani alla storia.Attenzione particolare verràdata alle sfilate di mezzi storicied agli incontri con i veteranidella Seconda Guerra mon-diale, oltre che al palato, conmenù degustativi dello Sbarcoofferti dai ristoranti a prezzispeciali. Una settimana ricca diiniziative adatte ad ogni età,pernon scordare mai.

a pag 22

Rivive lo Sbarco di Anzio,tra storia emenu tipici

Cultura

Il personaggio

Ercolino Albinante, 61 anni, abruzzese, costruisce il bu-rattino più famoso del mondo davanti ai turisti. Il mo-derno Geppetto, 61 anni, è un ex sottufficialedell’esercito in pensione che lavora all’interno dell’ae-roporto Leonardo da Vinci. «Mi piace intagliare i bu-rattini qui, davanti a tutti come facevano in passato inostri nonni artigiani nelle strade e nelle piazze d’Ita-lia: gli stranieri soprattutto americani, spagnoli e anchei giapponesi vanno pazzi per Pinocchio».

a pag 24

Ercolino, il sottufficialepapà di Pinocchio

La voce del Mare di Roma€ 0,50 COPIA OMAGGIO

Zingari da sfrattareAnzio,Nettuno, Fiumicinoe Pomezia non vogliono

ospitare i nomadi di Roma.I Sindaci: «Non c’è spazio

per nuovi campi nelle nostre città.Se sono gitani nondovrebberorisiedere in case prefabbricate»

Unacinturadi campi nomadi ri-schia di separare Roma dalle

città della provincia. Il prefetto dellaCapitale Giuseppe Pecoraro hachiesto ai 121 sindaci di individuarearee dove far sorgere i nuovi e rego-lari campi sosta dove trasferire iRom che vivono in condizioni diprecarietànellaCapitale.E i sindaci,per tutta risposta, hanno rispedito almittente l’invito. «Questo progettonon s’ha da fare» hanno ribadito al-l’esterrefatto prefetto che, in virtùdella delega conferitagli dalMinistrodell’Interno Roberto Maroni qualecommissario per l’emergenza no-madi nel Lazio, probabilmentequalche risposta positiva s’aspettava.E, invece, nella riunione convocatalo scorso8gennaio aPalazzoValen-tini, s’è “beccato” centoventuno, ine-quivocabili e irremovibili “no”.Gli zingari che vivono a Roma, se-condo il censimento effettuato nel1995, sono5.467 (per il 50per centominorenni).Mapotrebbero essere il

triplo, considerando anche la mas-siccia immigrazione di tribù romdopo il recente ingresso della Ro-mania nell’Unione Europea. Abi-tano in 26 campi, da Testaccio alForo Italico, da Ponte Marconi adAcilia, Tor de’ Cenci e Casilino.Quindici insediamenti sono com-pletamente abusivi, negli altri l’am-ministrazione comunale ha messobagni chimici e fontanelle pubblicheper garantireunminimodi standardigienici. Ma il peso dell’emergenzanomadi sulla Capitale è grande,visto che quelli che lavorano sonopochissimi e la maggior parte vivenell’illegalità. «Romavorrebbe risol-vere il problema spostando gli zin-gari nelle cittadine di provincia, chequesto problema non hanno»,spiega il sindaco di Bracciano Giu-liano Sala. «Non siamo disponibiliad accogliere insediamenti nomadi,in quanto il trasloco non risolve-rebbe l’emergenza esistente nellaCapitale. Solo la grande città è at-trezzata e ha i mezzi per prestare iservizi essenziali ai Rom, quali lascolarizzazioneper i piùpiccoli, l’in-

serimento nella società e nelmondolavorativo, la prestazione di servizisociosanitari». «Epoi questi nomadirischiano di non essere affatto no-madi; in Italia le soluzioni tempora-nee diventano troppo spessodefinitive», sottolinea Luciano Bru-schini, primo cittadino di Anzio. Apreoccupare i sindaci è una frase in-serita dal prefetto nella lettera spe-

dita ai sindaci, quella che chiede di“individuare aree idonee all’allesti-mento di piazzole di sosta tempora-nea per camper e caravan difamiglie nomadi in transito, ovveroalla costruzione di insediamenti concaratteristiche abitative di maggiorestabilità». In altre parole non tutti glizingari che verranno trasferiti neicampi attrezzati in provincia sa-ranno “nomadi”, visto che abite-ranno in edifici prefabbricati.«Sicuramente i Rom devono averestrutture adeguate dove vivere e incondizioni di sicurezza ma non sipuò risolvere il problema scarican-dolo sugli altri», afferma AlessioChiavetta, sindaco di Nettuno. Cit-tadina portuale che con Anzio treanni fa ha già dovuto sopportare iltrasferimento forzatodi duecento fa-miglie di senzatetto da Roma. «Vi-vono in alloggi acquistati dalCampidoglio ma per quanto ri-guarda servizi sociali, scuola e tra-

sporti gravano sui bilanci dei nostrimunicipi», aggiunge Chiavetta.Analogoproblemaè ricaduto suPo-mezia. «Danoi sonoarrivate 181 fa-miglie di sfrattati “romani” a cuidobbiamo garantire i servizi - fa sa-pere il sindaco Enrico De Fusco -Senza contare che a tre chilometri

1 5 g e n n a i o 2 0 0 922 Primo Piano

Il Campidogliovuole spostarenell’hinterlandi 26 insediamentiche ospitanozingari immigratida Bosnia, Croazia,Montenegro, Serbia e RomaniaBaraccopoli in via Ortolani, ad Acilia Zingarelli chiedono elemosina

Per la prima volta uno zingaro fra i protagonistidi un reality show. Nella nona edizione delGrande fratello, in onda su Canale 5, c’è ancheFerdy, un ex clandestino montenegrino, giunto inItalia all’età di dieci anni a bordo di un gom-mone. Per sfuggire ad una vita da nomade. NellaCasa del Grande Fratello è in compagnia di Da-niela Martani, l’hostess Alitalia immortala con ilcappio al collo durante le manifestazioni di pro-testa dei dipendenti della compagnia aerea; diGerry, un ragazzo di origine calabrese che vive aRoma ed è cieco dalla nascita; di Marcello, un fornaio di Bergamo che al GF vorrebbe trovare la donnadella sua vita. Quindici i concorrenti. Al vincitore andranno in premio trecentomila euro.

Ferdy, dalla roulotte alla casa del Grande Fratello

di Alessandra Zavatta

dai nostri confini, a Castel Romano,c’è il più grande campo nomadid’Europa, con oltre mille residenti.L’insediamento rientra nel perime-tro di Roma ma, di fatto, grava sullanostra città».Contrario è anche Fiumicino. Uncomune che vive di turismo e, come

Anzio, Nettuno, Bracciano, Anguil-lara e Pomezia, vede l’arrivo deiRom come una possibile turbativaall’ordine pubblico destinata a riper-cuotersi proprio sul turismo, pilastrodell’economia locale. La preven-zione e della repressione dei reaticompiuti dagli zingari è uno dei mo-tivi che spinge i sindaci della provin-cia a rifiutare qualsiasi mediazione.Pare, infatti, che le cittadine che si di-mostreranno disponibili ad ospitareavranno “in cambio” facilitazioni efinanziamenti per opere pubbliche.Ma il Fronte antizingari, al mo-mento, resta unito. Niente baracco-poli né piazzole per la sosta di rom,sinti, khorakané, rudari, kanjarja ekalderasha, le principali etnie no-madi presenti nella Capitale. «Romavuole ripristinare la legalità sul pro-prio territorio? Va benissimo. Maanche noi teniamo alla sicurezzadelle nostre città», sottolinea il sin-daco di Ardea Carlo Eufemi.

Primo Piano 331 5 g e n n a i o 2 0 0 9

Tutti e 121i comuni-satellitedella Capitalehanno detto «No».Cade nel vuotol’invito del Prefettoad individuarearee idonee per la sosta di camper

26Gli insediamentinella Capitale

5.467I nomadi che risiedonostabilmente a Roma

2.500I bambini che

vivono nei campi

121I Comuni della provinciache devono ospitarli

Proteste contro i rom Controlli della Polizia nei campi

«L’emergenza nomadi presentamolti aspetti complessi e che dif-ficilmente i Comuni della pro-vincia di Roma potrannoaderire all’invito del Prefetto fi-nalizzato ad individuare nuovisiti per delocalizzarli. Gli zingarirubano, inutile negarlo». MarioCanapini, sindaco di Fiumicino,si è fatto portavoce della prote-sta delle cittadine della provin-cia, che non vogliono ospitarecampi attrezzati per i gitani. Ildiscorso è chiaro, secondo Ca-napini: «Almeno fino a quando icittadini delle comunità localinon avranno concrete garanzie

in ordine alla sicurezza pubblica,il cui livello di percezione attual-mente è molto basso, sarà piut-tosto arduo traslocare i nomadida Roma ai Comuni dell’hinter-land». «Non possiamo aderireall’invito del Prefetto - sottolineail battagliero sindaco - perché cipreoccupiamo dei nostri concit-tadini. Non ce la sentiamo diesporli ad un aumento del ri-schio di reati contro la persona econtro il patrimonio. Inoltre a Fiumicino sono purediminuiti i poliziotti in servizio,dai cento presenti dieci anni faagli attuali settanta. Conside-

rando che all’epoca Fiumicinoaveva appena 36mila abitanti eoggi ne conta oltre 67mila». In-somma, dove ci sono Roma, ireati lievitano. Ne sono testi-moni le statistiche stilate dalleforze dell’ordine. E dove poliziae carabinieri hanno pochi uo-mini in campo, di ospitare zin-gari proprio non se ne parla.«Questo non vuol dire che nonbisogna lavorare per una pienaintegrazione, sociale e lavora-tiva, dei Rom così che verrannoanche a cadere molti pregiudiziche si hanno nei loro confronti»,conclude Canapini.

Canapini: «Prima di accoglierei gitani va garantita la sicurezza»

1 5 g e n n a i o 2 0 0 944 Primo Piano

«Apensare male si fa peccatoma spesso ci si azzecca»

era solito ripetere un famoso po-litico italiano, Giulio Andreotti. Eanche stavolta a forza di pensaremale gli abitanti della città diNettuno hanno indovinato laprevisione. Le prime voci sullapossibile apertura di un camporom sono datate gennaio 2008.Residenti, associazioni culturali,movimenti politici e amministra-tori locali le hanno prese tal-mente sul serio al punto daarrivare a organizzare riunioni eraccolte di firme in piazza. Addirittura era già stata indivi-duata la zona dove avrebberopreso la nuova residenza gli zin-gari cacciati da Roma, e cioè ilterreno che si trova in via Ugo LaMalfa, nei pressi del centro com-merciale Le Vele. Tra i primi aintervenire l'attuale Assessoreprovinciale a Caccia, Pesca e

Agricoltura, Aurelio Lo Fazio,che aveva condiviso lo stato dipreoccupazione dei cittadini echiesto una smentita ufficiale daparte delle istituzioni. Poi era toccato ai ragazzi dell'as-sociazione culturale Libertà eAzione, che avevano incontrato iresidenti di Nettuno, all'internodi uno stand allestito nello stessocentro commerciale, per spiegareloro cosa stesse effettivamente ac-cadendo; avevano parlato con ilproprietario del terreno di viaUgo La Malfa, che aveva confer-mato loro di essere in trattativacon un ente mai meglio specifi-cato per la cessione del terreno;avevano organizzato una raccoltadi firme contro il campo rom, ar-rivata a quota 3mila sottoscri-zioni. La stessa iniziativa era stata presaanche dalla Fiamma Tricolore.Un anno fa l'allarme era sem-brato eccessivo, anche perché daparte degli enti preposti erano ar-rivate soltanto smentite, e l'unicagiustificazione alle tante voci era

il “Patto per Roma Sicura”: il do-cumento che prevedeva la realiz-zazione di quattro villaggi solidalial di fuori dell'anello del GrandeRaccordo Anulare, senza peròspecificare se i campi sarebberodovuti essere costruiti o meno sulterritorio comunale di Roma.Qualcuno aveva anche pensato a

un'abile manovra politica per de-stabilizzare l'ambiente in vistadelle elezioni amministrative diAnzio e Nettuno, che si sonosvolte ad aprile dello scorso anno.Con il senno di poi, invece, haavuto di nuovo ragione Andre-otti: «A pensare male si fa pec-cato ma spesso ci si azzecca».

I campi rom sbarcano nei comuni dellaProvincia di Roma. Quella che per anni siera manifestata come una paura dei resi-denti della zona a sud della capitale, ri-schia di diventare realtà dopo il vertice aPalazzo Valentini con i 121 sindaci dellaProvincia. Le paure dei residenti dell’hin-terland rischiano di materializzarsi se ilprogetto di cui si è discusso alla presenzadel Ministro Maroni, commissario perl’emergenza nomadi nel Lazio, dovesse es-sere portato a conclusione nonostante la ri-sposta più che negativa dei primi cittadini.Ci si chiede come si possa cercare di risol-vere il problema rom trasferendo gli inse-diamenti dalla periferia della capitale aipaesi limitrofi. Come se eliminando que-sti agglomerati fatiscenti di baracche esporcizia dalla vista dei romani, si riescaa risolvere i mali del Lazio. I Sindaci dellaProvincia sono stati abbastanza chiari,decisi nel far capire il loro punto di vista alPrefetto ed al Ministro Maroni. Certo èche, se tutto si dovesse concludere comeormai ci si aspetta, qualcuno inizierebbe astorcere il naso, e di certo gli uomini delleforze dell’ordine avrebbero le loro grandidifficoltà a mantenere l’ordine pubblico condei nuovi insediamenti. Soluzioni alterna-tive andrebbero cercate e trovate.

Inutile chiuderegli occhi

A pensare male ci si indovinaLe voci si erano rincorse all'impazzata senza mai trovare conferme. Politici e associazionicontrari da subito

Un anno fa le prime indiscrezioni di un possibile arrivo degli zingari a Nettuno

di Mario Scagnetti(mario.scagnetti@reporternews.eu)

L’editoriale

di Cosimo Bove(cosimo.bove@reporternews.eu)

Primo Piano 551 5 g e n n a i o 2 0 0 9

«Non siamo preparati all’inse-diamento di rom sul nostro

territorio». E’ un coro unanimequello dei rappresentanti delle forzedell’ordine: la possibilità di accoglieresul litorale a sud di Roma i nomadidella capitale viene respinta conforza. Da Nettuno a Fiumicino nes-suno vuole avere sovraccarichi di la-voro. Polizia, Carabinieri e Vigiliurbani sono pronti a fare il propriodovere, ma le considerazioni da fare,così come raccontato da tutti gli ad-detti ai lavori, sono infinite. Intantol’aumento della popolazione, ed èchiaro che aumentando il numero dipresenze sul litorale aumenterebbela percentuale di delinquenza. Il che

comporterebbe l’innesco di una rea-zione a catena, tanto che per sup-portare l’arrivo dei rom servirebberomaggiori strutture e servizi, una co-noscenza specifica dell’argomento, eun rinforzo appropriato del numerodi uomini operativi sulla zona. Unproblema questo, già sentito dai rap-presentanti delle forze dell’ordine,troppo spesso costrette a sdoppiarsi

per assicurare i servizi di prevenzionesul territorio di loro competenza.L’arrivo di insediamenti nomadi sullitorale non farebbe altro che peg-giorare la situazione, costringendoliad occuparsi più della repressionedei crimini che della loro preven-zione. E senza una specifica cono-scenza dei nuovi, o presunti,delinquenti spediti sulla zona. «C’è

da considerare questo – ammette ilcomandante Giorgio Tomassetti, acapo della Polizia municipale di Net-tuno – e cioè che mentre Roma haall’interno del suo comando di Poli-zia municipale, un settore appositoin grado di occuparsi dei campi rom,da queste parti non siamo ancorapreparati ad un’eventualità del ge-nere. Hanno un tipo di preparazioneacquisita negli anni e l’esperienza ne-cessaria per affrontare qualsiasi tipodi eventualità, mentre per noi lamancanza di una conoscenza speci-fica dell’argomento sarebbe il primohandicap, seguito dalla difficoltà nelgestire i rapporti tra i nomadi e la cit-tadinanza, che senza dubbio si fa-rebbero più tesi». Insomma una seriedi fattori da tenere sotto osservazioneprima di arrivare ad una decisionedefinitiva. Di dubbi ne esistonopochi: la necessità più impellentesembra essere quella di aumentare ilnumero di uomini e mezzi a difesadel territorio, dopodichè il resto veràda sé. I sindaci hanno ribadito il loroNo, come era inevitabile che fosse. Iresidenti hanno fatto lo stesso. Lasperanza è che le loro non riman-gano urla nel deserto. Va sottolineatocomunque l’atteggiamento tenutodal sindaco di Roma, Gianni Ale-manno, in rotta rispetto al passato.Così come chiarito dall'assessore ca-pitolino alle Politiche sociali, SvevaBelviso. «Una consapevolezza -spiega - che se si sposta un camponon si può prescindere dall'accetta-zione di sindaci e minisindaci ad ac-cogliere questi campi sul loroterritorio. Anche se poi, se entro il 22gennaio prossimo - ha concluso - isindaci, nonostante la disponibilitàdel prefetto, non saranno in grado diconsegnare un elenco di aree dovefar sorgere i campi, Pecoraro avrà lapossibilità di decidere comunque ein piena autonomia».

Carenza di uominie mezzi, abbinati ad un alto tassodi delinquenza,tra i fattori chesconsigliano l’arrivo dei nomadi

Le forze dell’ordinespiegano perché, oggi, sia un errorespostare i campi romdalla capitaleall’hinterlandromano

«Non siamoancora pronti»

L’altra faccia della moneta. Ladignità delle persone buone,quelle che nonostante lo spiritonomade vivono nella legalità,cercando l’integrazione con ilpopolo italiano. Un tema toc-cato dal Prefetto di Roma Giu-seppe Pecoraro nell’incontro aPalazzo Valentini con i 121 sin-daci della Provincia di Roma.«E’ emersa – ha spiegato il Pre-fetto - anche l'esigenza di daredignità a queste persone, perchénon ci troviamo di fronte a cit-tadini di serie B». Dal censi-mento effettuato dagli ufficicomunali emergono dati inquie-tanti: sono oltre 7mila i nomadia Roma, distribuiti equamente

tra sette campi legali, 60 abusivi,e 15 semi attrezzati e tollerati, secosì vogliamo definirli, dal co-mune di Roma. Di questi, al-meno 6, andranno quindi

smantellati nei prossimi dueanni. Una situazione da vagliareal meglio, tanto che subito dopola fine dell’incontro con i sin-daci, a Palazzo Valentini ci si èimmediatamente messi al lavoroper valutare le possibili ipotesi didestinazione dei campi romprima della data del 22 gennaioprossimo, quando una sceltadovrà essere fatta ad ogni costo.La speranza dei primi cittadini,delle forze dell’ordine, ed in pri-mis dei residenti, è che nei pros-simi giorni si continui a seguirelo spirito di collaborazione giàavviato fino ad oggi, per provarea trovare una soluzione che ac-contenti tutti.

Il litorale rischia di essere invaso«Va tenuto conto della loro dignità»

Il Prefetto

di Cosimo Bove(cosimo.bove@reporternews.eu)

La paura cresce. I telegiornali e gliorgani di stampa ne parlano ognigiorno. I reati connessi alla pre-senza di rom sul territorio dei co-muni sono frequenti, cadenzati,mai banali, talvolta lasciano basiti.Ma sono quasi sempre gli stessi. Inun certo senso la specialità dellacasa. E proprio le abitazioni sono ilprimo bersaglio dei delinquentiappartenenti ad alcune famiglienomadi della capitale e dell’hinter-land romano. I furti in apparta-mento o in villa, approfittandodell’assenza dei padroni di casa, omagari addormentandoli condegli spray soporiferi. Tutto pur diarrivare all’obiettivo: svuotare lecassaforti, ripulire le abitazioni diogni oggetto prezioso. L’allarmecresce, e sono in tanti ormai adavere paura di dover fare i conticon un fenomeno in costante cre-scita. Ma non finisce qui. Sono di-versi i reati connessi alla presenzadi nomadi sul territorio. Rapine,scippi, e reati contro il patrimonioin genere: sembrano nascere conuna caratteristica ben sviluppatadel dna, quasi fosse un loro destino.Se gli stranieri coprono sul territo-rio nazionale e locale, una percen-tuale vicina al 50% di reaticommessi e scoperti dalle forze del-l’ordine, certo i rom, stando allestatistiche, ne coprono una buonafetta. Ma generalizzare non basta.Anche tra i nomadi, così come perogni razza, ci sono pecore bianchee pecore nere.

Pecore bianche

e pecore nere

I reati

1 5 g e n n a i o 2 0 0 966 Intervista doppia

Il sindaco di Nettuno, AlessioChiavetta, si mette in gioco, e lofa dando la sua disponibilità a con-frontarsi con Mariachiara Onori,minisindaco eletto dal consiglio co-munale dei giovani. Un’intervistadoppia, sui temi cari ai giovani ealla città. Presente e futuro di Net-tuno nelle parole dei due sindaci.

Nome AlessioCognomeChiavettaEtà30Città di nascitaVelletriRuolo istituzionaleSindaco di NettunoTitolo di studioLaurea

Il primo obiettivo del 2009La prima cosa che vogliamo fare ètrovare una soluzione definitiva per

la manutenzione ordinaria e stra-ordinaria delle strade. Bisogna tro-vare il modo di assicurare unamanutenzione continua e costante,magari cercando una soluzione si-stematica con dei fondi in previ-sione di bilancio.

Un pregio e un difetto di Net-tunoIl pregio maggiore di Nettuno edella sua gente secondo me, èquello di essere una città volitiva,con una gran voglia di rimboccarsile maniche per andare sempreavanti. Il difetto invece, è che negliultimi anni c’è stata una mancanzadi rispetto delle regole, come nelcaso degli abusivismi edilizi, un las-sismo dettato anche dalla menta-lità del “volemose bene” tipica delcentro sud. Questo sicuramente varivisto.

Cosa farai per i giovani dellacittà

L’idea principale è quella di ridareai ragazzi un teatro ed un cinema,più la biblioteca, magari con l’uni-versità civica. Si tratta di tre operefondamentali per i giovani, e daparte nostra la volontà di fare qual-cosa per loro di certo non manca.In città poi, negli ultimi tempi sononati dei gruppi teatrali che stannoportando avanti dei progetti im-portanti, e meritano delle risposteper tutto l’impegno che ci stannomettendo.

Carenze e potenzialità degliedifici scolasticiTra le carenze riscontrate in questimesi, spicca la mancata manuten-zione degli edifici scolastici nelcorso degli anni, e per questostiamo cercando di reperire dellerisorse per garantire la sicurezza ela tranquillità degli studenti dellenostre scuole. Il punto di forza degliistituti di Nettuno invece, è la loroqualità e la voglia di fare di inse-

gnanti e studenti. Con una buonabase il futuro non può che essereroseo.

Cosa manca alla cittàDi cose che mancano ce ne sonoparecchie, e le carenze si sonoacuite nel corso degli anni. A mioparere mancano i punti di aggre-gazione: dalle piazze dei quartierifino a quelli culturali. Senza questidiventa difficile crescere, perchéognuno sta per conto suo e non sicrea lo spirito di una comunitàunita.

Il momento in cui sei statopiù orgoglioso di ricoprirel’incaricoPer me è stata la processione dimaggio, perché mi sono emozio-nato tantissimo: è stata la primavolta da sindaco, appena eletto,con quell’atmosfera. E’ stato unodei momenti più belli, forse piùdella vittoria. Quella è la tradi-

zione, la storia della città, e io nestavo facendo parte.

Il sogno nel cassettoMigliorare le condizioni di Net-tuno quando finirà il mio mandato.Spero che la città allora avràun’immagine differente all’esterno.Vorrei far diventare Nettuno unpunto di riferimento per quanto ri-guarda lo sport e la cultura. Vorreidargli la dignità ed il prestigio chemerita per la sua storia

Una promessa per i tuoi elet-toriNon sono abituato a fare promessea vuoto. Posso garantire che ci met-teremo tutto l’impegno per risol-vere tutti i problemi della cittàprima di ripartire. A breve l’inten-zione è quella di chiudere quelleche sono state delle scelte sbagliatefatte in passato. Vanno risolte perpoi ripartire.

Tra le priorità, la creazione di punti di aggregazione in ogni quartiere

Alessio Chiavetta suona la carica«Darò alla città il lustro che merita»

Intervista doppia 771 5 g e n n a i o 2 0 0 9

La forza delle idee, quella sana in-genuità che porta a credere nel

lavoro come unico mezzo per rag-giungere gli obiettivi, le idee chiare.Una carriera politica appena iniziata.E soprattutto tanta voglia di fare e dicrescere. Questo l’identikit del Sin-daco del consiglio comunale deibambini e dei ragazzi, iniziativa lan-ciata dall’amministrazione comunaledi Nettuno per avvicinare le nuovegenerazioni alla vita politica dell’ente.Questo l’identikit di una giovanissimastudentessa che si è conquistata il di-ritto di indossare la fascia tricolore edi rappresentare tutti i ragazzi d’etàcompresa tra gli otto e i 14 anni.

Nome?«Mariachiara».Cognome?«Onori».Età?«13 anni».Città di nascita?«Sono una cittadina di Nettuno,anche se effettivamente sono ve-nuta alla luce all’interno del-l’ospedale di Anzio».Ruolo istituzionale?«Sindaco del consiglio comu-nale dei bambini e dei ragazzi».Titolo di studio?«Licenza elementare, ma soloper ora. Quest’anno infatti so-sterrò gli esami di terza media epoi voglio iscrivermi al LiceoLinguistico di Anzio, perché mipiacciono le lingue e da grandemi vedo bene come interprete».

Il primo obiettivo del 2009?«In realtà i primi progetti che vo-glio portare avanti sono due. Uno èl’inaugurazione di una bibliotecacomunale, mentre l’altro riguardal’apertura di un centro di aggrega-zione per noi giovani. Quando escocon le mie amiche, infatti, non ab-biamo nessuna alternativa alla so-lita passeggiata sul lungomare».Un pregio e un difetto di Net-tuno?«Il mare e le spiagge sono sicura-mente due pregi. Per i difetti, in-vece, ci sono i graffiti sui muri e ilproblema rifiuti, anche se ultima-mente la situazione sta miglio-

rando. Il Borgo Medievale, invece,è una via di mezzo, uno di queiposti che non sono brutti ma chepotrebbero essere migliori».Cosa farai per i giovani dellacittà?«Oltre alla biblioteca e a un puntodove divertirci, vorrei creare mag-giori occasioni per mettere in co-municazione tra loro i giovani e glianziani. L’idea è quella di realiz-zare degli appuntamenti periodicinei quali noi giovani potremo in-contrare gli anziani. Inoltre, deigruppi di ragazzi potrebbero anchegirare per le varie case di riposo, iovado spesso in questi posti per in-

contrare i miei nonni e alcune si-gnore sono sempre sole. Mi fannotenerezza».Carenze e potenzialità degliistituti scolastici?«I bagni indecenti, le sedie, le lava-gne e i banchi vecchi e rotti sono si-curamente delle carenze. Quandomi sono iscritta all’Ennio Visca iprofessori della mia classe hannochiesto una lavagna nuova, perchéla nostra è da buttare, eppure sonoarrivata agli esami di terza mediasempre con la stessa lavagna. I la-boratori, invece, rappresentano lenostre potenzialità migliori. Noi neabbiamo uno d’informatica e uno

di ceramica, oltre a una sala teatroe a una palestra che, anche se pic-cola, non è per niente male».Cosa manca alla città?«Un bowling, un cinema e un tea-tro. Per quanto riguarda il teatro,comunque, so che a breve partirà ilprogetto per la sua costruzione».Il momento in cui sei statapiù orgogliosa della tua ca-rica?«Il momento più bello è quandosono entrata nell’ufficio del sindacoAlessio Chiavetta per un colloquioprivato. Dopo i funerali dell’exprimo cittadino Giuseppe Monaco,infatti, il mio collega più grande miha chiesto di tornare in Comunecon lui per parlare un po’. In quel-l’occasione gli ho esposto tutti i mieiobiettivi e gli ho parlato dell’aper-tura di un internet caffè. Lui ha ri-flettuto qualche istante o poi haaccolto con entusiasmo la mia idea,mi sono tolta un grande peso per-ché pensavo non fosse d‘accordo».Il tuo sogno nel cassetto?«Fare la ballerina. Da otto anni fac-cio danza classica e quest’anno hocominciato anche quella moderna.Prima di tutto, però, vengono glistudi».Una promessa per i tuoi elet-tori?«Quando sono stata eletta ho dettoche non mi rimangio mai la paroladata e quindi sono sicura che tutti igiovani consiglieri e io riusciremo arendere migliore la città di Net-tuno. Certo non posso dire che riu-scirò a chiudere le buche, fino a orame l’avranno chiesto un milione dipersone, ma sono sicura che prestofinalmente avremo una bibliotecae un teatro».

Mariachiara Onori guida bambini e ragazzi di Nettuno e sogna di diventare ballerina

«Non chiedetemi di tappare le buche, ma voglio una biblioteca e un teatro»Idee chiare e tanta voglia di fare

di Mario Scagnetti(mario.scagnetti@reporternews.eu)

1 5 g e n n a i o 2 0 0 988 Politica

Cambio di guardia ai vertici delComprensorio Litorale Sud dellaConfcommercio di Roma. AstridFragalà è stata eletta nel ruolo di Pre-sidente, e questo chiude il periodobuio del commissariamento dellastessa associazione commercianti. LaFaragalà, già Presidente della Con-fcommercio di Pomezia e Torvaia-

nica, infatti va a sostituire l'ormai excommissario Franco Del Monaco,Presidente del Coordinamento Pro-vincia e componente della giuntadella Confcommercio Roma. Nelnuovo consiglio direttivo hanno tro-vato spazio anche Gabriella Stella,già Presidente della Confcommerciodi Nettuno e ora anche vice Presi-dente Vicario del Comprensorio Li-torale Sud, Daniele Occhiodoro eAngelo Graziosi, che ricopriranno la

carica di consiglieri. «RingraziamoDel Monaco – dice la neo PresidenteAstrid Fragalà – per aver messo a di-sposizione la sua grande esperienzasindacale durante il periodo di com-missariamento e per aver gestito, conprofessionalità, la fase transitoria cheha portato all'elezione degli organisociali». Adesso la Confcommercio potrà tor-nare a svolgere nel migliore dei modiil suo lavoro, e cioè promuovere e co-ordinare le attività associative nei ter-ritorio di Anzio, Ardea, Nettuno ePomezia, ovviamente in collabora-zione con le associazioni locali giàesistenti e operative.

Astrid Fragalà è stata chiamata alla guida del Comprensorio Litorale Sud dell'associazione

Nuovo Presidenteper la Confcommercio

In attesa che – tra qualche anno– porterà meno inquinamento damonte sul territorio di Ardea, ilnuovo depuratore dei CastelliRomani ha già portato un’ottimanotizia per la città rutula: un fi-nanziamento regionale di pocomeno di 11 milioni di euro perrealizzare opere complementariallo stesso depuratore. Secondo il protocollo d’intesa re-centemente firmato da Comunee Assessorato regionale all’Am-biente, con i fondi regionali, sispera in tempi brevi (o comunqueragionevoli), sarà realizzata lanuova condotta adduttrice chedalla Castagnetta arriverà al ser-batoio interrato di via Campo diCarne, a Tor San Lorenzo (peruna spesa di 5,6 milioni di euro),sarà completata la rete fognariadi Lungomare degli Ardeatini(cui saranno destinati 1,38 mi-lioni di euro) e ampliato il depu-ratore di via Bergamo (il cui costoè di 4 milioni di euro). «Il depuratore – dice il Sindacodi Ardea, Carlo Eufemi – vedràconvogliare le acque reflue deiCastelli per rendere più pulite leacque dei nostri fossi e del nostromare. È un’opera attesa datempo e che, grazie a queste in-tese, contribuirà a definire unavolta per tutte lo sviluppo del ter-ritorio». L’opera è attesa soprat-tutto perché servirà alladepurazione delle acque che damonte giungono sul territorio co-munale. Dai Castelli, infatti, arri-vano le principali fonti diinquinamento per la costa che, lascorsa estate, contava quasi 5 chi-lometri di divieto di balneazione.

(G.S.)

Operazionemare pulito

Pronti 11 milioniper combatterel'inquinamentodella costa rutulaParte dal centrosinistra di

Ardea, in particolare dal La-boratorio Cittadino per la SinistraUnita (Verdi, Sinistra Democra-tica e Partito Socialista) una nuova

battaglia contro l’inceneritore diAlbano Laziale, un’opera che, tut-tavia, la Regione sembra intenzio-nata a portare avanti senzaripensamenti. I rappresentanti del Laboratorio,comunque, hanno chiesto al Pre-sidente del consiglio comunale diArdea, Policarpo Volante, di pre-sentare una loro mozione nellaprossima assise (non avendo rap-presentanti in consiglio) per far di-chiarare ufficialmente al Comunerutulo il proprio “no” all’im-pianto. «L’inceneritore al confine

con Ardea – dicono i rappresen-tanti del Laboratorio – riverse-rebbe su Albano Laziale e Ardea,e più in generale sui Castelli Ro-mani – Litorale Pontino, decine ditonnellate all’anno di polveri di-sperse contenenti sostanze tossi-che e centinaia di migliaia ditonnellate all’anno di fumi conte-nenti, tra l'altro, diossine, furani,

idrocarburi policiclici, piombo,mercurio e cadmio. Concordiamocon il Coordinamento contro l’in-ceneritore sul fatto che l'accelera-zione delle procedure perl’apertura del cantiere dell’im-pianto, inutile e dannoso, debbaprodurre un’immediata rispostada parte dei cittadini e delle istitu-zioni di tutte le aree interessate,

non solo di quelle dei Castelli Ro-mani». Per questo, il Laboratorioha aderito all’iniziativa presa dalCoordinamento che ha organiz-zato per sabato 17 gennaio, alle 17presso l’auditorium comunale diGenzano, un’assemblea pubblicaalla quale interverrà Paolo Mon-dani, giornalista di Report e au-tore de “L’oro di Roma”.

Ardea è preoccupata per la sua salute e la Sinistra Unita si ribella

Inceneritore? No graziedi Giovanni Salsano

(giovanni.salsano@reporternews.eu)

di Gianluca Contiero

Politica 991 5 g e n n a i o 2 0 0 9

La svolta del nuovo porto è al-l’angolo. Prevista inizial-

mente per il 14 gennaio, laConferenza dei Servizi per l'ap-provazione del progetto definitivoad Anzio slitta al 18 febbraio, ore10, ufficio del sindaco. Il motivo:improrogabili impegni dell'entecomunale non meglio definiti.Una delle ultime tappe nel lungoe travagliato iter che ha portatoalla redazione del progetto daparte della società Capo d’AnzioSpa, di cui è diventato presidenteLuigi D’Arpino. Salvo ulterioriobiezioni, come quelle sollevatedalla Regione Lazio su questioniprocedurali che avevano messoun freno all’iter, nell’ufficio delsindaco Luciano Bruschini si de-ciderà il futuro di un’opera sto-rica, che promette il rilancio dellacittà da ogni punto di vista, turi-stico e culturale, economico e oc-cupazionale. Quello di cui si parla da anni, traconsigli comunali infuocati, as-semblee pubbliche, stop forzati,salite e ripartenze. Nel mese digiugno la società incaricata di re-digere il progetto aveva conse-

gnato formalmente il documentoal sindaco Bruschini per un suc-cessivo esame da parte dell’uffi-cio tecnico comunale e dellagiunta. La tappa successiva al-l’approvazione del progetto defi-nitivo, dopo la conferenza del 18gennaio, dovrebbe puntare allaconsegna delle aree e degli spec-chi d’acqua che saranno oggettodei lavori per la realizzazionedelle nuove opere portuali. At-

torno al progetto, coordinato dal-l’ingegnere Gianluca Ievolella,girano cifre imponenti, con uninvestimento interamente autofi-nanziato da parte del Comune di130 milioni di euro. «Una grandeoccasione di sviluppo economicoed occupazionale», come ha ri-badito più volte il primo cittadinoLuciano Bruschini, che si trovaoggi a proseguire un lavoro av-viato nove anni fa dall’ex sindaco

Candido De Angelis, attualmentesenatore. Un intervento che pre-vede complessivamente 1256posti barca riservati alle imbarca-zioni turistiche (860 nella darsenanord del vecchio porto, 396 inquella sud del nuovo porto), 34ormeggi per pescherecci, un pon-tile d’attracco per aliscafi e mezziveloci di collegamento con leisole e con i maggiori porti ita-liani, tre attracchi per traghetti enavi da crociera, una darsena ri-servata ai mezzi di Polizia edEsercito, cinque cantieri navali,una stazione marittima con unatorre di controllo. Ed ancoraquattro circoli velici, due strut-ture per la pesca, uno yacht club,una sezione velica della MarinaMilitare, un parcheggio multi-piano, due aree commerciali, unasala espositiva museale e 2350posti auto. Numeri che rivoluzio-neranno da cima a fondo il voltodella città, che sulla realizzazionedel nuovo bacino punta tutte lecarte.

Il nuovo porto resta al paloIl vertice programmato per il 14 gennaio, è statoposticipato per improrogabili impegni del Comune.Per iniziare i lavori manca solo il via liberada parte della Regione al progetto definitivo

di Roberta Sciamanna(roberta.sciamanna@reporternews.eu)

Ad Anzio rinviata al 18 febbraio la conferenza dei servizi

È stata istituita anche a Po-mezia la costituente del-l’Unione di Centro, il cuidirettivo è composto da rap-presentanti delle liste di Po-mezia Unita e dell'UnioneDemocratici di Centro (Udc),entrambe presenti nel consi-glio comunale pometino. «Lacostituente dell’Unione diCentro - si legge in una nota- in analogia con quanto giàin essere a livello nazionale,nasce anche a Pomezia con ilpresupposto che i partiti nonsono e non possono essere oli-garchie e che la politica nonè e non può essere soltantouna tecnica mediatica. Partiti e politica devono es-sere strumenti in mano ai cit-tadini per rendere viva unademocrazia».

Pomezia

Nascela costituente

dell'Udc

di Giovanni Salsano(giovanni.salsano@reporternews.eu)

1 5 g e n n a i o 2 0 0 91100 Cronaca

Con il sì del cda all’offerta di AirFrance per rilevare il 25 percento del capitale della Compa-gnia aerea italiana si chiudel’estenuante querelle della priva-tizzazione di Alitalia. Iniziata dueanni fa e terminata lunedì scorsocon l’ingresso della compagnia dibandiera francese e la vittoria delsuo presidente Jean Cyril Spi-netta, corso di origine italiana.Così come pronosticato da “Re-porter” fin dalla scorsa estate.Del resto la RescoUno srl, societàdi passamaneria facente capo aBanca Intesa, è stata trasformatail 29 agosto scorso nella Cai pro-prio perché l’accordo con i fran-cesi c’era già stato. Alla notte trail 26 e il 27 agosto risalirebbe, in-fatti, l’incontro top secret, avve-nuto a Parigi, tra gli emissari diBanca Intesa e i vertici di AirFrance. Pubblicato dal quoti-diano transalpino “La Tribune”,subito smentito e ora attuato. Al-trimenti perché la cordata di im-prenditori italiani, novizi inmateria di trasporto aereo,avrebbe impegnato soldi etempo? La risposta è ovvia: per-ché sapeva che poteva contare suun partner d’esperienza. AirFrance, appunto! Lufthansa eBritish Airways non avevano al-cuna chance, nonostante i pro-clami di ministri, deputati esindaci vari. Non soltanto perchéAlitalia è indissolubilmente le-gata ad Air France nell’alleanzaSky Team mentre i Tedeschifanno parte di Star Alliance e gliInglesi di One World. E peruscire dall’alleanza la fallita Ali-talia avrebbe dovuto sborsare200 milioni di euro che nonaveva e che si sarebbe dovuti ac-collare il partner entrante comesovrapprezzo. Ma soprattuttoperché nel 2003, a livello euro-peo, è stata decisa la spartizionedei cieli del Vecchio Continentee i paesi più forti all’epoca (Fran-cia, Germania Gran Bretagna)hanno deciso le linee di espan-sione. Ad Alitalia è toccata AirFrance, visto che già gravitavanell’orbita di Sky Team cosìcome era già accaduto perl’olandese Klm. I sindacati lohanno detto più volte, fin dal-l’inizio, che l’abbraccio con AirFrance andava fatto “alle mi-gliori condizioni”. Rinviarlo haportato ad un accordo alle peg-giori condizioni”, per i lavoratoris’intende. A Spinetta invece è an-data benissimo. Invece di versareil miliardo di euro preventivatoall’inizio e rilevare pure i debiti,ha pagato soltanto 323 milioniper la quota Cai divenendo difatto azionista di riferimento.

(A.Z.)

Èuna irresistibile ascesa quella cheha portato Air France a divenire

prima compagnia in Europa. Conl’acquisizione del 25 per cento delcapitale della Cai, deciso lunedìscorso, la società transalpina potràcontare su un bacino di 99 milionidi passeggeri l’anno. Trantasette inpiù della rivale Lufthansa, che già datempo ha acquisito la Swiss e oraguarda con interesse all’AustrianAirlines e alla scandinava Sas. Vistoche l’accordo Cai-Air France gli hatolto la leadership.La Cai è nata ufficialmente il 12gennaio alle 21, quando l’Ente na-zionale di assistenza al volo ha con-cesso la licenza di operatore aereoalla società presieduta da RobertoColaninno. Una nascita sbloccataproprio dall’intervento di AirFrance-Klm che ha messo sul tavolo323 milioni di euro in contanti perchiudere l’accordo. Con l’apportoeconomico dei sedici imprenditoridella cordata italiana il valore dellacompagnia ha ora raggiunto 1,2 mi-liardi di euro. Il gruppo franco-olan-dese sarà il primo e più importanteazionista e avrà tre rappresentantinel consiglio di amministrazione. AFiumicino è andata bene. «Il Leo-nardo da Vinci è il nostro hub di ri-ferimento e lo sarà fino a quantonon avremo trovato un'intesa con laRegione Lombardia e il Comune di

Milano», spiega l’amministratoredelegato di Alitalia-Cai Rocco Sa-belli mettendo a tacere le polemichecon Malpensa. L'accordo prevedel'ampliamento dell'offerta di voli na-zionali, europei e intercontinentalida e per Roma e Milano, e il mi-glioramento della qualità e dell'effi-cienza del servizio. Fiumicinodiventerà riferimento nei collega-menti tra Europa, Mediterraneo eSud America. I nuovi collegamentiche l'alleanza attiverà su questa di-

rettrice di traffico, infatti, partirannodagli aeroporti italiani, che servi-ranno tutti i clienti europei. L'ac-cordo di partnership consentirà,inoltre, ad Alitalia di sviluppare lerotte per il Nord America: prevedeinoltre l'opportunità di entrare nellajoint venture atlantica che AirFrance-Klm sta costituendo con lestatunitensi Delta Airlines e Nor-thwest.Per quattro anni, fino al 12 gennaio2013, nessun socio italiano potrà ce-

dere le azioni all'esterno di Alitaliané potrà cederle ad AirFrance-Klm.Al quinto anno il trasferimento delleazioni a terzi sarà possibile, solo acondizione che gli altri soci italianinon abbiano esercitato il diritto diprelazione e che il trasferimento siaapprovato dal cda di Alitalia. Il lockup viene meno, necessariamente,soltanto nel caso di quotazione inBorsa, a partire dal terzo anno. «C’èl'impegno a concentrare le rotte in-tercontinentali su Malpensa e dimassimizzare presenza e redditivitàdelle rotte verso il Mediterraneo,l'estremo Oriente e il Sudamerica daFiumicino», ci tiene a ribadire il pre-sidente Roberto Colaninno.«Un'operazione solo industriale enon speculativa che consente un in-vestimento di lungo periodo. Unacosa è certa: vogliamo essere com-petitivi e quindi non pensiamo di ri-solvere i nostri problemiaumentando il prezzo dei biglietti».

Jean Cyril Spinetta

Il piccologenio còrso

di Alessandra Zavatta

Cronaca 11111 5 g e n n a i o 2 0 0 9

La nascita di Cai l’hanno pagatoottomila piloti, hostess, operai e

impiegati. I dipendenti “in esu-bero” nella vecchia Alitalia, rimastiora senza lavoro. Migliaia di loro vi-vono a Ostia, Fiumicino, Acilia, Po-mezia. Per i prossimi quattro annisaranno in cassa integrazione. Poiscatterà l’indennità di mobilità. Poiil nulla.«Madri lavoratrici, divorziate e ve-dove, ma anche ragazzi disabili esindacalisti sono stati scartati dallaCai, che nelle assunzioni ha fattociò che ha voluto», denuncia PaoloMaras dell’SdL. «Non sono stati ri-spettati gli accordi di Palazzo Chigisottoscritti il 31 ottobre scorso e si èandati avanti lo stesso. E’ stataun’operazione di macelleria so-ciale». «La Cai - annuncia AndreaCavola, segretario nazionale del-l’SdL e cassintegrato - nasce sottouna pioggia di ricorsi giudiziari. Gliirregolari criteri adottati per le as-sunzioni in Cai, senza rispettare nél’anzianità di servizio né i “carichifamiliari” (figli minori, anziani emalati da accudire) apre la porta anumerose vertenze. Perché chi è ri-masto fuori non è certo disposto astare zitto con la promessa di unapossibile riassunzione». «Adesso midaranno 1.100 euro al mese dicassa integrazione guadagni. Homoglie e figli e non starò certo in si-lenzio”, s’arrabbia Fabio Frati, lostakanovista della Cub Trasportimesso fuori dalla porta da Alitalia.La Cai non lo ha voluto, comemolti altri sindacalisti “ribelli” chehanno guidato la rivolta a Fiumi-cino.«Purtroppo per i contribuenti, i la-voratori dell'azienda, l'indotto e i

piccoli azionisti - sostiene NicolaZingaretti, presidente della Provin-cia di Roma - si sarebbe potuta ri-sparmiare questa operazione, e cioèla vendita alla Cai, che ritorna alpunto iniziale ovvero la cessione diAlitalia ad Air France, in barba alladifesa dell'italianità. I francesi sonocomunque l’azionista di riferimentoin Cai e l’operazione è costata caraal Paese per gli ottomila esuberi eper i 3,5 miliardi di euro di debitiscaricati sulle spalle degli italiani». Intanto la Regione Lazio sta lavo-rando con Unionfidi per cercare dipoter anticipare quanto spetta ai la-

voratori Alitalia in cassa integra-zione. Visto che l’indennità di cigsnon verrà pagata subito e per al-

cuni mesi molti resteranno senzasostegno economico. «Ci impe-gniamo a fare fronte noi come Re-

gione a questa emergenza perquanto ci sarà possibile», giura ilpresidente Piero Marrazzo. «Conla legge finanziaria 2008 abbiamodeciso di attivare un Fondo di Ga-ranzia sulle ricadute occupazionaliper 10 milioni di euro, a sostegnodelle aziende dell'indotto diretto edindiretto Alitalia», rende noto l'as-sessore regionale al Lavoro Ales-sandra Ribaldi. «Non lasceremosole le lavoratrici e i lavoratori dellaex compagnia di bandiera espulsidal processo produttivo oppure as-sunti dalla nuova compagnia se-condo criteri di selezionediscriminatori». «Cai si impegna ariportare nel perimetro aziendale ilavoratori attualmente messi incassa integrazione e i precari», ri-batte il presidente Roberto Cola-ninno, che definisce l'obiettivo «unpunto fondante dell'etica» dellaNuova Compagnia. La gestionedelle relazioni industriali, aggiunge,«sarà orientata alla soddisfazionedelle persone che lavorano in Alita-lia, che sono un patrimonio impor-tante».« Le ricadute sono drammatiche esi ripercuotono su tutti i lavoratori:precari, cassaintegrati e nuovi as-sunti, tanto delle società coinvoltedirettamente che dell'indotto», in-terviene Gualtiero Alunni , respon-sabile Nazionale Trasporti diRifondazione comunista, che hachiesto «l'immediata sospensionedel processo delle assunzioni e larealizzazione di liste pubbliche peruna graduatoria che tenga contodell'anzianità e dei carichi familiarie l'aumento dell'organico attin-gendo al personale cassintegrato eprecario».

Ottomila piloti, hostess e operai restano a terra e non avranno subito la cigs

I sindacati promettono battaglia legale. Già pronti centinaia di ricorsiLa “guerra dei vinti” inizia ora

1 5 g e n n a i o 2 0 0 91122 Cronaca

Itagli della Regione Lazio ri-schiano di paralizzare il Grassi. Inarrivo, dopo il taglio dei posti (poi“restituiti” dopo una sollevazione“popolare”) quello del personale,nel mirino, infatti, sono finiti i pre-cari che, se non accadrà niente nelleprossime ore, vedranno rescisso ilrinnovo. Una decisione annunciatadalla regione che se verrà attuata, inconsiderazione della situazione or-ganizzativa del Grassi, provocheràgravi ripercussioni ed in alcuni casi,anche la sospensione dei servizi. «Ilprovvedimento riguarda 31 persone(che sono rimaste tutte al lavoro, no-nostante la conclusione del con-tratto) – spiega Eugenio Bellomo,portavoce della Rsu del Grassi – tracui: nove medici (su un organico di

17) in servizio al Pronto Soccorso,quattro anestesisti, un biologo, duetecnici radiologi (eco-doppler escreening di colon e retto), uno psi-cologo, un ingegnere responsabiledelle apparecchiature elettromedi-cali, due amministrativi, un chi-rurgo (in servizio al Cpo), oltre adinfermieri e sanitari impegnati inaltri reparti. Il Pronto Soccorso, conla metà dei medici, rischia di chiu-dere, cresceranno le liste d’attesa perle analisi e gli interventi chirurgici, illivello di assistenza sanitaria perOstia e Fiumicino assicurata daquesto ospedale rischia di scenderesotto il minimo». Dinanzi al ProntoSoccorso i lavoratori in lotta hannoistituito un presidio fisso ed avviatouna raccolta di firme. Nel frat-

tempo, una delegazione ha occu-pato il sesto piano dell’edificio diCasalbernocchi che ospita gli ufficidella Asl Rm D. «Da qui non ce neandremo – dichiara lo stesso Bel-lomo, sottolineando le ragioni dellalotta – aspettiamo una risposta.Qualcuno deve dirci cosa si vuolefare con questo ospedale». Il diret-tore generale Giusy Gabriele at-tende direttive da parte dellaRegione. Intanto, Lodovico Pace,Assessore agli Affari Sociali del Mu-nicipio annuncia la mobilitazione asostegno del Grassi. «Prima il tagliodi 27 posti – ricorda Pace – poi, laquestione spinosa dell’Anffas, ora ilmancato rinnovo del contratto a 30precari, decisione che getta nel caosi servizi ospedalieri. Siamo dalla

parte dei lavoratori ed il consigliomunicipale compirà tutti i passi perscongiurare i licenziamenti». «Unacittà come Ostia – afferma MarioFalconi, Presidente dell’Ordine deiMedici, che è voluto essere presentealle manifestazioni di protesta delpersonale precario – finisce per pa-gare i costi della politica e l’incapa-cità di quanti amministrano lasanità pubblica. Infatti, in alcunicasi, si ritiene più utile tenere apertiospedali molto costosi e spessovuoti, mentre per il Grassi, insuffi-ciente a soddisfare la richiesta deiservizi non si fanno gli investimentinecessari». Ferma la condanna deisindacati dei medici. «Si sta man-dando a casa – ricorda RiccardoMargheriti dell’Anao – operatori

che lavorano quali precari da più didieci anni e che risultano fonda-mentali per l’espletamento dei ser-vizi. Per fare fronte alle esigenze delPronto Soccorso e coprire i buchi inorganico, si dovranno utilizzare imedici in servizio nei reparti ospe-dalieri, con il risultato finale che sifinisce per ridurre i posti letto dispo-nibili».Per il presidente del XIII MunicipioGiacomo Vizzani si tratta diun’operazione senza senso. «E’ una decisione presa a tavolino – sotto-linea – e senza nessuna conoscenzadel territorio. Non si possono ta-gliare la metà dei medici in servizioal Pronto Soccorso senza tenereconto delle conseguenze di adottareuna decisione come questa».

Dalla Regione Lazio pesanti tagli alla sanitàdi Ostia. I precari scendono in piazza per non perdere il lavoro

Giacomo Vizzani: «La decisione è statapresa a tavolino e senza la benché minima conoscenza del territorio»

Licenziati in 30 tra medici e tecniciIl Grassi rischia la paralisi

Il futuro del Sant’Agostino è an-cora nascosto dietro un enormepunto interrogativo. Mentre si at-tende l’inizio dei lavori (inauguratil’11 aprile 2008) che trasforme-

ranno l’ex ospedale nella Casadella Salute della Donna e delBambino, infatti, avanzano i dubbidi utenti e dipendenti dell’interopresidio RomaD sul futuro delprimo ospedale di Ostia. Attual-mente la struttura è ridotta in con-dizioni di degrado e abbandono,nonostante al suo interno resistano

servizi sanitari molto importanti;visto da fuori l'ospedale dà vera-mente l’idea di un palazzo abban-donato. Esattamente un anno fa ilprimo scandalo sullo stato di ab-bandono in cui versava la struttura:scatoloni ammassati nell’umiditàagli angoli delle scale, muffa sullapareti, cabine elettriche piene di

immondizia, fili scoperti, mobiliabbandonati sui piani. E ancora,ruggine sui tubi idrici, calcinacciammassati accanto alle porte di in-gresso. Nessuna sorveglianza e so-prattutto un archivio di cartellerelative a pazienti degli ultimi ven-t’anni dimenticato su una libreria eaccessibile a tutti. L’inchiesta toccòsul vivo i vertici aziendali, che si af-frettarono a diramare tempi e modidi realizzazione della Casa dellaDonna e del Bambino. Strutturache avrebbe accorpato assistenzaginecologica e pediatrica. I lavori,però, non sono mai partiti. «Per undifetto di forma nel bando di asse-gnazione dell’appalto per i lavori»spiegò con un comunicato la RmD.Rinviando il tutto a data da desti-narsi. Nel frattempo, però, il servi-zio Tsmree (Tutela della SaluteMentale e Riabilitazione in EtàEvolutiva) veniva trasferito da Ca-slbernocchi proprio al Sant’Ago-stino. In una struttura prossima allosgombero. Tra l’incredulità dei di-pendenti costretti in pochi giorni acambiare sede di lavoro. Mentrealtri servizi venivano allontanati

dall'ospedale. Pochi mesi dopo sisfiora la tragedia: un cornicione sistacca e cade da venti metri ac-canto alla porta delle vaccinazioniinfantili. Il piazzale per fortuna èvuoto, e nessuno riporta ferite. Mai dubbi sull’integrità della strutturaaumentano. Arriva Pasqua, e conlei forti raffiche di maltempo cheflagellano Ostia. Il vento la fa dapadrone e butta giù due muri dicinta dell’ex ospedale lidense, chevengono raccolti addirittura dopoun mese. L’estate passa tranquilla,ma con il ritorno dell’inverno tor-nano i dubbi. In un clima di smo-bilitazione generale, lo scorso mese

sono tornati a farsi sentire i CobasRmD, il gruppo sindacale più at-tento e vigile alle vicende aziendali,che in coda a un lungo comunicatodiffuso agli organi di stampa lan-ciavano un’interessante domanda:«Perché in questi anni si è prose-guiti imperterriti con decisioni,scelte e provvedimenti improvvisatie contraddittori? Da una parte si èandati avanti con spostamenti etrasferimenti di alcune attività, ser-vizi e funzioni, come la Direzionedel Distretto 2, la Protesica, laGuardia Medica, il Cad, il ServizioDisabili Adulti, la Scuola Infer-mieri Professionali; dall’altra, suc-cessivamente, si decideva ditrasferire senza oggettivi e plausibilicriteri e ragioni nella stessa strut-tura, oltretutto in spazi e locali nonidonei e divenuti oramai inagibili,l'ex Medicina Preventiva e la Dire-zione del Tsmree». I dipendenti,dunque, restano sul piede diguerra, ma adesso nessuno sa dav-vero cosa sarà del Sant’Agostino.Anche se Ostia avrebbe davvero bi-sogno di una struttura sanitaria chesupporti quelle già presenti.

Cronaca 11331 5 g e n n a i o 2 0 0 9

Ore ContateOre Contate

Resta incerto il futuro della struttura lidense. Sindacati sul piede di guerra

Sant'Agostino e il grande enigma

di Marco Ciapetti(marco.ciapetti@reporternews.eu)

1 5 g e n n a i o 2 0 0 91144 Cronaca

Chiusi i capannoni dei centridi iniziativa a Casal Palocco.

Sfrattati il Cineforum, il teatro eperfino la chiesetta degli Evange-listi.L’ufficiale giudiziario ha postonei giorni scorsi i sigilli su un’areadi 2.200 metri quadrati dove ope-rano, dal 1981, venti associazioniculturali, due sedi di partito e lachiesa evangelica. L’elemento del contendere è lanatura della proprietà del terrenose privata oppure, come sostieneil Comune di Roma, pubblica.La contesa nasce quando la so-cietà che ha costruito Casal Pa-locco fallisce. Era il 1993: alcuniappezzamenti, tra cui il terrenosu cui sorgono i capannoni, ven-nero acquistati da un privato chene rivendica ora la proprietà. Peril Comune di Roma, invece,quelli dei capannoni sono terrenidi attinenza alla strada, zone percosì dire di servizio e, quindi,pubbliche. Il primo grado di giu-dizio ha stabilito che si tratta diproprietà privata e sono così statiapposti i sigilli. Bisognerà atten-dere la corte d’appello per unasentenza definitiva ma, nel frat-tempo, il ruolo di aggregazionesvolto all’interno dei capannoni,fondamentale per la comunitàpalocchina, è terminato. Il consigliere comunale del Par-tito democratico Alessandro

Onorato si è fatto carico della si-tuazione: «Bisogna garantire ilproseguimento dell’unico puntodi aggregazione sociale del quar-tiere e le relative attività e conte-stualmente evitare che 2.200metri quadrati di verde e culturadiventino una colata di cemento.Questo non può e non deve av-venire. L’unica strada, qualoravenga confermata dalle sentenzedei prossimi giorni la proprietàprivata dei terreni, è l’esproprio.Questo ci deve garantire il sin-

daco Gianni Alemanno. E’ giàstata inviata una lettera al primocittadino affinché ci riceva in-sieme alle associazioni operanti eal neocomitato nato in difesa diquesti spazi». Onorato e il movimento d’opi-nione, nato spontaneamente tragli abitanti di Casal Palocco,chiedono, quindi, in caso di con-ferma della sentenza a favoredella proprietà privata, un inter-vento decisivo da parte del Cam-

pidoglio. Il movimento, attivoanche su Internet tramite il por-tale Facebook, si è strutturato uf-ficialmente come “Comitato perla difesa degli spazi sociali e delverde di Casal Palocco” ed è pre-sente con un presidio perma-nente che propone un piano dimobilitazione continua e la rac-colta di una petizione popolareda presentare al Sindaco diRoma. Il gazebo, attivo dalle 10alle 18, ha avuto in questi giorni

grande affluenza di persone ditutte le età. Quello che colpisce èla composizione anagrafica deifirmatari: dai venti agli ottan-t’anni, coprono tutti gli archi ge-nerazionali a testimonianza diquanto siano necessari i luoghi diaggregazione in un quartierecome Palocco. «La nostra richiesta - spiegaClaudio Fusco, vicepresidente delcomitato - è che sia attivato tem-pestivamente un tavolo di con-fronto e di lavoro con il Comunedi Roma per la tutela dei cittadinie del territorio». Tra le associa-zioni sfrattate anche l’Anffass,che si occupa dell’assistenza aibambini portatori di handicap ealle loro famiglie, il comitato diquartiere di Casal Palocco, uncommercialista e una scuola dipittura.

Per rilanciare il commercio Ostiaparte dai mercati e mercatini, chevanno valorizzati e sistemati. «Imercati di Casal Bernocchi e CasalPalocco stanno morendo - affermaStefano Salvemme, presidentedella Commissione Attività pro-duttive del XII Municipio - Sa-ranno necessari interventi dipromozione e prevedere lo sposta-mento di servizi nelle vicinanze perridare slancio ai due plateatici.Stiamo aspettando l’esito delbando comunale che ha messo aconcorso 8 postazioni a Casal Ber-nocchi e 25 a Casal Palocco. ACasal Bernocchi, un mercato de-centrato, si potrebbe aprire, in ac-cordo con le poste italiane, unnuovo ufficio postale, mentre, perl’altro mercato di Acilia potrebberoessere utili interventi promozionali,manifestazioni e spettacoli. Oppurepotrebbero divenire mercati tema-tici, come il mercato del pesce e i“farmer market” dei produttori».Su quest’ultimo punto, tra l’altro, ilXIII Municipio ha promosso ilbando pubblico (in scadenza ilprossimo 15 gennaio) per l’allesti-mento dei mercatini di prodottibiologici. Con una mostra-mercatoin piazza Tor San Michele e viaDomenico Purificato. Sulla stessalunghezza d’onda la proposta diprevedere lo svolgimento di merca-tini amatoriali dove i collezionistipotranno incontrarsi e scambiare ipezzi migliori. Si tratta, in totale, di12 manifestazioni. Ad oggi, i mer-catini per collezionisti sono due, aCasal Palocco (Le Terrazze) e al-l’Infernetto, entrambi in pro-gramma la prima domenica diogni mese.

(E.B.)

Ostia, arrivanoi farmer market

Palocco, sfrattata la chiesaLe attività erano ospitate nei capannonidel Centro di iniziativa, “abusivamente”secondo la magistratura che ne ha ordinato la chiusura

Sigillati il luogo di culto degli Evangelisti, il teatro e il cineforum

di Angela Valenti

Un percorso integrato tra i tesori diAnzio. A lanciare l'idea è stato l'ar-cheologo Andrea Di Renzoni, lo sco-pritore della Tomba della Civettadella gens Mulakia. Il progetto si in-serisce perfettamente nel contestodella “svolta archeologica” volutadall'assessore comunale al Turismo

Umberto Succi per il futuro nero-niano; il punto di partenza è stata lapartecipazione alla Borsa Interna-zionale del Turismo Archeologico diPaestum e quello d'arrivo sarà pro-prio la possibilità di visitare tutto d’unfiato i siti storici di Anzio. L'iniziativaè ancora in fase embrionale, ma lepotenzialità ci sono tutte. Tra le variebellezze che può offrire la città tirre-nica, infatti, ci sono la Villa Imperiale

di Nerone, l'antico porto neroniano,il Parco Archeologico, la Tomba deiMulakia, il Vallo Volsco, ormai quasipronto, e il museo civico archeolo-gico di Villa Adele, che con le suemolteplici iniziative funzionerebbeanche da vero e proprio punto diraccordo tra gli stessi siti. Inoltre, aitesori appena nominati potrebbe ag-giungersi anche l'antica cisterna diAnzio. Di Renzoni e colleghi ave-vano presentato un progetto di recu-pero alla Regione Lazio, che avevarisposto stanziando dei fondi, ma orala situazione è in stallo. La speranzaè che i finanziamenti possano veniresbloccati nel giro di pochi mesi.

In progetto la realizzazione di un percorso integrato tra i siti archeologici

Anzio e il tourdi Nerone

Scavi bloccati per la villa rusticadi epoca romana in località Fra-lana, nei pressi di Malafede. Adenunciare la vicenda è l’associa-zione culturale Severiana. “Co-struita nel II secolo, la villa è riccadi elementi decorativi ma versain uno stato di degrado”, scrive ilpresidente dell’associazione An-drea Schiavone. “Eppure la villariveste un grande significato perla storia del territorio ostiense,così come le altre disseminate trala via di Acilia e via di Malafede.Purtroppo la villa di Fralana nonè stata del tutto scavata e oggiversa in uno stato di abbandonoche stride con la volontà espressanel 2001 dagli abitanti di Mala-fede addirittura di cambiare ilnome del loro quartiere proprioin Villa Fralana”. “La villa è oggivisitabile, in quanto completa-mente incustodita, all’interno delparco pubblico in via GigiChessa - sottolinea Schiamone -Ma lo spettacolo è deprimente,così come lo stato di manuten-zione del parco stesso: panchinedanneggiate, irrigatori rotti.Scomparso pure un sepolcretorinvenuto nell’area dove oggisorge la scuola elementare di viaOscar Ghiglia”.

Bloccatigli scavi

a Villa Fralana

«Comunque vada, sarà pursempre degno di gratitu-

dine il fatto che io abbia provveduto,nei limiti delle mie possibilità, a per-petuare la memoria delle gestacompiute dal più grande popolodella terra”, scriveva Tito Livio in“Ab Urbe condita”. A quanto pare,dopo il grande storico latino, il sin-daco di Roma Gianni Alemanno siimpegna a farci rivivere le avventuredegli antichi Romani. Da qui abreve, per tutti coloro che hannosempre avuto curiosità e passioneper le imprese e la vita di coloro chehanno fatto di Roma il “caputmundi”, ci sarà un luogo dove in-contrare Cesare e Augusto sarà pos-sibile. “Entro quattro annirealizzeremo un grandissimo parcotematico della romanità, a un livellotecnologico e spettacolare che nonabbia nulla da invidiare a Eurodi-sney, l’amministrazione si occuperàsolo delle infrastrutture, mentre icosti del parco saranno a carico deiprivati”: è quanto ha affermato Ale-manno. Sul luogo esatto dove sor-gerà il parco a tema ancora non sihanno notizie ben precise. Il sindacoparla di “waterfront di Ostia”,un’area che si estenderà tra il lito-rale fino al quadrante nordovest esudovest di Roma (comprendendol’Eur), come una sorta di trapezio.Considerando che l’afflusso turisticodovrebbe addirittura moltiplicarsi,

la localizzazione sembra possa av-venire tra Acilia e Casal Palocco,anche in relazione ai futuri progettidi collegamento, come la nuova sta-zione della metropolitana AciliaSud. Quello di Alemanno è un pro-getto dedicato a tutta la famiglia, aimassimi livelli di divertimento e mo-dernità, e ha deciso di inserirlo nelpiano di sviluppo da presentare in

consiglio comunale. Contro la crisidel turismo tradizionale prende vitaquesta idea del parco a tema, chetra i suoi divertimenti virtuali per-metterà, ad esempio, al visitatore diritrovarsi fra il pubblico del Colos-seo, vincere una gara di bighe alCirco Massimo, recarsi ai Fori Im-periali e girare nel quartiere natio diGiulio Cesare, la Suburra. E magari

proprio con il Dittatore potrà fer-marsi a mangiare in uno dei tanti ri-storanti i piatti tipici dell’anticaRoma, brindando con dell’ottimovino, fino ad arrivare ai dolci, dun-que “edamus, bibamus, gaudea-mus!” “mangiamo, beviamo,godiamo!” Dopo un bel pranzo,l’ospite sarà certamente pronto percombattere al fianco di Marc’Aure-lio o per lui impegnarsi nella peri-colosa carriera del gladiatore egareggiare nell’arena nella speranzadi vincere e non subire la decisionedi quel pollice rivolto verso l’alto,“mitte” (salvo) oppure verso il basso,“jugula” (morte). Tutto questo, dun-que, fa parte del piano ludico delCampidoglio, la storia nella storia,la magia in una città già magica. Lacittà che tutti dovrebbero visitareper vivere un’esperienza da sogno epoter sentire il saluto dei gladiatori:“Ave, Caesar, morituri te salutant!”

Sorgerà ad Acilia il parco a tema sugli antichi Romani

I gladiatori di Cesaredi Cinzia Pagliaroli

di Gianluca Contiero

Cronaca 11551 5 g e n n a i o 2 0 0 9

1 5 g e n n a i o 2 0 0 91166 L’inchiesta

Corpi sospesi tra un movi-mento continuo e l’estasi

degli sguardi, musica assordante,suoni glaciali e cibernetici, chearrivano direttamente al cervello.Ritmi ipnotici, fiumi di alcol edroghe di ogni genere. Il giardinodell’Eden al contrario, per lamaggior parte delle persone;sogno sublime per chi ha fattopropria la cultura di certi appun-tamenti. Rave, in una sola parola.

Etimologia e storiaLa parola rave deriva dall’inglesee letteralmente significa “delirio”.In un senso più ampio, però, iltermine indica la voglia di libe-rarsi dalle regole e dalle conven-

zioni imposte dalla società. Iltutto mirato alla ricerca di una li-bertà fisica e mentale totale,anche attraverso strumenti comela danza e le droghe, soprattuttoquelle sintetiche. Il rave partynasce ufficialmente negli StatiUniti alla fine degli anni ‘80, inun momento storico in cui si for-mano le prime controculture chehanno come scopo quello di de-nunciare problemi economici,politici e sociali. Da Detroit lefeste si espandono a macchiad’olio, arrivando prima in GranBretagna e poi anche in Italia,

dove nei primi anni ‘90 sono an-cora legali, al punto da essere or-ganizzate all’interno di grandidiscoteche, che per un sera deci-dono di puntare sulla musica te-chno, e da avere tutti i permessi

Siae necessari. La svolta illegalearriva quando i rave entrano neicentri sociali e trovano terreno

fertile fatto di disagio e protesta.I luoghiIl posto migliore dove organiz-

zare un festa illegale, che andràavanti per diversi giorni, è unluogo che fino all’istante prece-

di Mario Scagnetti(mario.scagnetti@reporternews.eu)

Analizzare le pasticche di drogaprima di assumerle è una praticacomune in tanti paesi europei.Spagna, Francia, Svizzera, Bel-gio, Germania, Olanda e Austriapiazzano volontari e operatori sa-nitari fuori le discoteche, oppureall'interno dei rave, per effettuare

il Pill Test. E così chi decide di as-sumere una pasticca può cono-scerne prima i principi attivi e irischi. Sia chiaro, nessuno invito al con-sumo di droga da parte di nes-suno, ma una presa di coscienzadel problema di alcuni governi

europei, che hanno deciso di nonfar finta di nulla mentre i giovanicontinuano a morire alle feste il-legali. Inoltre, informare gli assuntoridelle sostanze contenute nelle pa-sticche può funzionare anche dadeterrente.

In Italia, però il Governo non cipensa neppure all'introduzionedel Pill Test, e l'unica associa-zione a farsi portavoce della bat-taglia è Lab 57 Alchemica, chedal 1997 lotta per la riduzionedel rischio prodotto da sostanzeillegali.

Pill Test per conoscere il contenuto degli stupefacenti prima di assumerli. In Europa è già una realtà

Sono sempre di più i giovani alla ricerca del “delirio”. In aumento i minorenni

Nata per diffondere i concetti della controcultura, oggi la carovanadegli ex ribelli dei party illegali si muove a ritmo di musica techno,alcol e droghe psichedeliche

Il manifesto

I raver utilizzano inter-net per organizzare leloro feste e per espri-mere la loro cultura at-traverso un manifestopubblicato nel web. Poi,appena raggiunta lameta, inizia il delirio

L’inchiesta 11771 5 g e n n a i o 2 0 0 9

dente nessuno conosceva. Unnon luogo che in pratica non esi-steva. In concreto, il popolo delrave solitamente sceglie i capan-noni ormai dimessi di ex fabbri-che, anche perché solitamentequeste strutture sono situate allaperiferia delle città. Per sballarsi,comunque, va bene anche ungrande spazio verde, come unapineta oppure in bosco. D’estate,invece, è meglio puntare su una

spiaggia. La scelta di occupareper diversi giorni un’area indu-striale, inoltre, non è assoluta-mente casuale e porta insitidentro di se valori e concetti dellacultura rave: la stigmatizzazionedelle condizioni di migliaia dioperai disoccupati e la libera-zione dell’uomo dalle catene dellavoro.I raverChi oggi frequenta le feste illegaliha poco a che fare con la culturache ha portato alla loro nascita.Ormai dietro a ogni rave c’è sol-tanto una sfrenata e irresistibilevoglia di sballo da parte dei più

giovani. A muoversi al ritmo sfre-nato della musica sono ragazzi didiverse estrazioni sociali: studentifigli di operai, giovani ricchimantenuti da affermati professio-nisti, ribelli dei centri sociali etantissimi ragazzi comuni, chedurante la settimana la mattinavanno a scuola e il pomeriggiofanno i compiti. E non tuttihanno già festeggiato il diciotte-simo compleanno, anzi tanti di

loro sono minorenni. Nell’ultimoperiodo, infatti, l’età media di chidecide di partecipare a questotipo di feste si è abbassata parec-chio, e quindi nella maggiorparte dei raver c’è una minoreconsapevolezza dei rischi legatialla musica sparata a certi vo-lumi, all’alcol e alle droghe.La cultura del raveSballo a ogni costo, nella spe-ranza di alterare il prima possi-bile il proprio stato mentale.Cercasi disperatamente un di-stacco dalla realtà. Ormai la cul-tura rave ha perso i proprifondamenti di ribellione e con-

trocoltura, sono rimaste soltantoorde di ragazzini ai quali genitorie stato hanno temporaneamenteconcesso il permesso di cercare diuccidersi. Oggi a farla da pa-drone sono la musica techno e lesostanze psichedeliche, come lsd,funghi allucinogeni e mdma,principio alla base dell’ecstasyIl nomadismoLa carovana del rave è nomadeper definizione. Una festa del ge-

nere, illegale, non può mai essereriproposta nello stesso posto, senon a distanza di anni, perchéuna volta smantellato il rave chinella società ha compiti di con-trollo – le forze dell’ordine nelcaso specifico – sarebbe troppoavvantaggiato. A testimonianzadi questo il fatto che a ogni ravearrivano giovani da ogni partedell’Italia e dell’Europa. Per sce-gliere il posto e darsi appunta-mento la tribù utilizza internet,navigando nelle pagine di siti chepropongono feste illegali e cherappresentano dei veri e propricatalizzatori di raver.

Un rave tira l'altro. E così leforze dell'ordine del litorale suddi Roma sono costrette ai lavoristraordinari per controllare ilproprio territorio di compe-tenza. Il popolo delle feste ille-gali, infatti, nell'ultimo periodoha preso d'assalto spazi verdi,spiagge ed edifici industriali di-messi del litorale.Da Fiumicino a Nettuno nes-suno sembra essere al sicuro.Emblematico il caso di Capo-danno, quando il popolo deirave si è dato appuntamento al-l'interno del territorio comunaledi Anzio per salutare l'arrivo delnuovo anno, ma poi si è dovutospostare in uno stabile indu-striale di Ostia Antica. Dallacittà neroniana, infatti, i ragazzisono stati immediatamente al-lontanati, ma ormai l'organiz-zazione del rave era partita e lamacchina non poteva assoluta-mente fermarsi. A quel punto 2mila ragazzi incerca di sballo si sono spostati,come detto a Ostia Antica, ehanno invaso un vecchio stabilefatiscente e dimesso di via deiRomagnoli. Quella che una volta era la sededella Prosider ha ospitato unmegaparty illegale, che è andatoavanti per ben quattro giorni eha creato numerosi problemialla circolazione stradale, ai re-sidenti e ai titolari delle officineartigiane della zona. Al quarto giorno di rave, però, iCarabinieri di Ostia hanno sor-preso gli ultimi nostalgici, quelli

che proprio non riuscivano atornare a casa, mentre stavanoabbandonando la sede dell'exfabbrica. I venti giovani sono stati fermatie denunciati a piede libero,dopo che l'amministratore dele-gato della società a cui appar-tiene l'immobile di via deiRomagnoli ha formalizzato ladenuncia. Lanciato l'allarmerave sul litorale romano, poi, leforze dell'ordine hanno intensi-ficato i controlli e i Carabinieridella Compagnia di Anzio, gui-dati dal maggiore EmanueleGaeta, sono riusciti a sventarel'organizzazione di un'altra festaillegale. I militari hanno incre-mentato il numero delle pattu-glie in strada e potenziato icontrolli, con l'obiettivo di scon-giurare l'organizzazione di altrefeste illegali, dopo quella di Ca-podanno. I frutti del loro lavoro sono arri-vati quando hanno fermato, eallontanato, una decina di ra-gazzi nel quartiere perifericoPadiglione di Anzio. I giovani,provenienti da diverse partid'Italia, si erano dati appunta-mento nella zona industriale pereffettuare una sorta di sopral-luogo prima di organizzare ilrave. Sempre nella stessa zona, infine,a maggio dello scorso anno laGuardia di Finanza aveva postosotto sequestro uno stabile di45mila quadrati, dove venivanostoccati rifiuti tossici e dove soli-tamente si dava appuntamentoil popolo del rave per le feste il-legali organizzate tra Anzio eNettuno.

Polizia e Carabiniericostretti agli straordinari

Il popolo dei raverinvade il Mare di Roma

6I ragazzi morti a unrave party negli ultimi

10 anni

1990Le feste illegali arrivano in Italia

14 - 18La fascia d’età nellaquale si partecipa perla prima volta a unafesta non autorizzata

2milaI ragazzi che hanno

preso d’assalto lo stabiledi Ostia Antica dopo es-sere stati allontanatidalla città di Anzio

20Le denunce scattateper l'invasione dell'exsede della Prosider

di Gianluca Contiero

1 5 g e n n a i o 2 0 0 91188 Cronaca

Basta panoramiche da guerralungo le strade di Nettuno. Il

sindaco Alessio Chiavetta lo avevapromesso alla fine dello scorsoanno, e a quanto pare ha tuttal’intenzione di mantenere la pa-rola data. Sono partiti alla fine della scorsasettimana, i lavori di rifacimentototale del manto stradale nel quar-tiere Santa Barbara: la prima fasedi una serie di interventi volti al ri-pristino della sicurezza sulle strade

della zona. Nel cantiere aperto inpiazza Cavalieri di Vittorio Ve-neto intanto, sono già iniziati i la-vori per la scarificazione e larimozione del vecchio asfaltoormai logoro, mentre durante leprossime due o tre settimane glioperai della ditta appaltatriceprovvederanno quindi alla stesuradel binder e del tappetino d’usura.«Ci scusiamo per gli inevitabili di-sagi alla circolazione portati dal-l'apertura del cantiere – spiega

l'assessore ai Lavori Pubblici CatiaBaldetti – ma d'altra parte era ne-cessario chiudere il tratto di stradain questione per permettere i la-vori sul manto d'asfalto. In questafase lavoreremo tra via Adda, viaPiave e piazza Cavalieri di Vitto-rio Veneto. Dopodichè emetteremo nuovi or-dini di servizio per i successivi la-vori che porteranno al ripristinodella sicurezza nelle strade diSanta Barbara».

Partiti i lavori di rifacimento della pavimentazione

Nettuno, strade sicure

Il nuovo anno ha già portato duenovità nella viabilità di Ardea: lestrisce blu nel centro storico e l'at-tesissima riparazione delle stradecittadine. E se la prima è già unarealtà, per la seconda invece nonmancano problemi e rallenta-menti. Sulla Rocca, la sosta a pa-gamento – provvedimento previstogià dallo scorso mese di giugno – èin vigore nella centralissima piazzadel Popolo e, non appena sarà rea-lizzata dal personale dell’autoparcocomunale l’apposita segnaletica,sarà attiva anche nella vicina viaSilla. «L’ordinanza – spiega il Sin-daco di Ardea, Carlo Eufemi – nonmira a fare cassa per il Comune,ma a razionalizzare la sosta e laviabilità in una zona in cui ci sonotanti esercizi commerciali, gli ufficicomunali e la posta». I parcheggisono a pagamento dal lunedì al ve-nerdì, a esclusione dei giorni festivi,dalle 8.30 alle 20 e i ticket sono di-sponibili nei parcometri automaticiinstallati lungo il perimetro della

piazza. La tariffa è di 50 centesimidi euro per ogni ora o frazione suc-cessiva, mentre la sosta è gratuita eillimitata il sabato, la domenica enei giorni festivi. Al via anche i la-vori di ripristino del manto stradalesulle strade del territorio, disastratedopo il maltempo delle scorse set-timane, per i quali sono stati stan-

ziati 300mila euro e rinviati a dopole festività natalizie per la man-canza del materiale necessario. In-tanto, è possibile presentare lerichieste di risarcimento danni cau-sati dalle buche, corredate da ap-posita documentazione, alprotocollo del Comune in via Ga-ribaldi.

Ad Ardea stanziati 300mila euro contro le buche della città

Pioggia di fondi dopo il maltempo

di Giovanni Salsano(giovanni.salsano@reporternews.eu)

1 5 g e n n a i o 2 0 0 92200 Turismo

AFiumicino s’incontrano santie pellegrini. Dal 15 al 18

gennaio prossimo la Nuova Fieraospiterà Josp Fest, il primo festi-val internazionale degli itineraridello spirito. Ideato e organizzatodall'Opera Romana Pellegri-naggi, Journeys of the Spirit Fe-stival, farà incontrare non solosoltanto coloro che viaggiano peril piacere dell’anima ma punteràa fuoco quel patrimonio valo-riale, comune a tutte le religioni,e sul quale il dialogo è possibile. IlFestival trarrà beneficio dal con-tributo di tutte le culture nell’ot-tica di una conoscenza piùprofonda, e si concretizzerà at-traverso una serie di iniziative, ta-vole rotonde ed eventi di culturae spettacolo, che mirano a dimo-strare quanto le religioni possanoessere vere e proprie “scuole” dieducazione e di pace. “In tutte lereligioni è insita la trascendenza eJosp Fest coglie questo aspetto elo valorizza come terreno di in-contro - spiega Padre CesareAtuire, amministratore delegatodell'Opera Romana Pellegrinaggi- Josp Fest si propone di essere unpellegrinaggio attraverso i conti-nenti, un’occasione per scoprire

la bellezza che il mondo offre achi è veramente motivato a viag-giare e a conoscere”. “E’ nelviaggiare che i nostri cuori e i no-stri occhi si aprono e si può sco-

prire e imparare”, sottolineaPadre Atuire. Al “think tank”,che è Josp Fest, prenderannoparte i santuari, gli enti di pro-mozione turistica, le agenzie di

viaggi, i prodotti strutturati, le of-ferte ricettive e le aziende di tra-sporto da tutto il mondo. Per ilpubblico ci sarà la possibilità diuno scambio di idee, informa-zioni e anche offerte per cono-scere i luoghi che promuovono i“viaggi dello spirito”. Josp Fest siservirà inoltre del linguaggio uni-versale dell'arte, della musica, delteatro, della danza e del cinema.A fare da filo conduttore a que-ste giornate all’insegna del dia-logo interculturale è tema dellaprima edizione di Josp Fest“Canta e cammina”, celebrefrase di Sant’Agostino, nel qualeemerge lo spirito con cui tutti ipopoli parteciperanno all’evento.

Dal 15 al 18 gennaioalla Nuova Fieradi Roma il Festivaldegli itineraridello spirito

Ad organizzareJospFest è l’Orp,che punta a farconfrontare culturee religioni

Canta e cammina in viaggiocon santi, pellegrini e turisti

Saranno 150 gli espositori,provenienti da quattro conti-nenti, a Josp Fest. Evento in-novativo dedicato ai pellegrinie a tutti coloro che desiderano“mettersi in cammino” con loscopo di contribuire alla pro-pria crescita spirituale e chepunta a raccogliere 40mila vi-sitatori. Il festival offrirà ampiprogrammi, spettacoli e con-vegni che faranno divertire,ma anche informare, appro-fondire e sensibilizzare su al-cune tematiche inerenti iviaggi dello spirito. Cinque le mete storiche dipellegrinaggio presenti: Gua-dalupe (10 milioni visitatoril’anno), Lourdes (9 milioni),San Pietro (7 milioni), San-tiago de Compostela (6 mi-lioni) e Gerusaleme (3milioni). Quattro le aree espo-sitive, con villaggi dedicati al-l’Italia e ai giovani. Otto learee festival per spettacoli econvegni.

Da San Pietroa Lourdesin 40mila

Turismo 22111 5 g e n n a i o 2 0 0 9

SpagnasegretaSpagnasegreta

La cattedrale di Siviglia La corrida nell’arena di Cordoba Ballerine di flamenco

Cordoba, Siviglia, Cadice, Gra-nada e Malaga sono i simboli

dell’Andalusia, la Spagna dei Mori.Là dove l’Europa sa d’Africa. Otto-cento chilometri di coste divise traMediterraneo e Atlantico dallo spe-rone di Gibilterra. Grande quantoil Portogallo, Al Andalus, “la cam-pagna” degli arabi che la domina-rono per otto secoli, è una regionefertilissima e, come tutti i sud delmondo, è calda in tutti i sensi. E’stata la culla della corrida, delletapas, del flamenco e della chitarra.Le fiestas qui sono più chiassose epittoresche che in qualsiasi angolodella Spagna, le processioni piùspettacolari e coinvolgenti, le cor-ride più partecipate, l’estate più tor-rida, la gente più viva.Dall’Andalusia passarono, prove-nienti dall’Africa, gli uomini prei-storici che colonizzarono l’Europa,qui approdarono attorno al 1000avanti Cristo i Fenici, che vi porta-rono la scrittura, la moneta, il tor-nio, l’olivo e la vite, l’asino e lagallina, la salatura del pesce e la mu-sica, seguiti poi da Greci, Cartagi-nesi e Celti. I Romani vi sitrovarono tanto bene da restarvi persei secoli, facendone una delle pro-vince più ricche e civilizzate del-

l’impero: vi edificarono imponenticittà e costruirono strade, ponti e ac-quedotti tuttora funzionanti. L’An-dalusia riforniva Roma di olio, vino,argento, pesce e garum, una salsaspeziata molto apprezzata da Tra-iano, Adriano e Teodosio. Dall’An-dalusia arrivarono nell’Urbe moltiuomini di cultura: Seneca, Mar-ziale, Quintiliano e Lucano. Nel711 arrivarono i musulmani che in-vasero tutta la penisola ma, dopo es-

sere stati fermati ai Pirenei dai Fran-chi di Carlo Martello, si attestaronoin Andalusia. “Sotto gli arabi visseun periodo di grande prosperitàmateriale e culturale - spiega Adie-nium, tour operator specializzato initinerari culturali - Esperti in irriga-zione, vi introdussero la coltivazionedi arance, limoni e angurie e so-prattutto la matematica (dai numeriall’algebra), l’astronomia, la medi-cina, la botanica, sintesi del sapere

antico classico, arabo, ebraico e cri-stiano. Ripercorrere la storia del-l’Andalusia soggiornando in castellie fortezze è la nuova moda”. Nel

900 Cordoba contava 300mila abi-tanti, 800 moschee e 700 bagnipubblici, una pregiata universitàcon ricche biblioteche, un faro cul-turale nel buio del Medioevo. Poi lacattolica Spagna riconquistò il mus-sulmano Al Andalus: nel 1492cadde Granata, ultimo baluardomoresco, per mano di Ferdinando eIsabella di Aragona-Castiglia, i fi-nanziatori dell’impresa di CristoforoColombo.

Alla scoperta dell’Andalusia misteriosa dormendo in castelli, fortezze e fazendas

L’anima araba dell’Europadi Giovanni Scorpati

Il 22 gennaio del 1944 le truppe al-leate sbarcarono sulla costa diAnzio per liberare la città dall'occu-pazione tedesca. Il 22 gennaio del2009 Anzio ricorderà, come ognianno, gli eventi che hanno cam-biato la sua storia per sempre, inmaniera indelebile. Da allorasono passati 65 anni e gli am-ministratori locali neronianinon hanno mai mancato unaricorrenza. Ricco di appuntamenti,organizzati per ricordare lo Sbarcodelle Truppe Alleate sotto ogni suasingola sfaccettatura, anche il pro-gramma di eventi stilato per que-st'anno: dal 17 al 25gennaio, tra la mostra“Bandiere sul Mare: di-vise della marina mili-tare della secondaguerra mondiale”, ospi-tata dal palazzo dellaCapitaneria di Porto, eil lancio dei paracaduti-sti avvolti nelle bandiere

di Italia, Stati Uniti, Gran Bretagnae Germania. Nel mezzo tanta cul-tura, numerosi ricordi e diversi mo-menti di confronto tra i reduci delloSbarco e le nuove generazioni di

oggi. Lag i o r -n a t a

clou dell'intero programma saràquella del 22 gennaio, quando ri-correrà proprio il 65° anniversariodello Sbarco delle Truppe Alleate;per l'occasione saranno tanti i tuffi

nel passato e gli omaggi flo-reali nei cimiteri di guerra e inquelli civili, dal Beach HeadCommonwealth Cemeterydi Falasche, al War Com-monwealth Cemetery di

Santa Teresa, dal Sicily –Rome American Ceme-tery di Nettuno alCampo della Memo-ria, dal Monumento aiCaduti di Anzio finoalla deposizioni di fiorisotto la targa comme-

morativa del Molo Inno-cenziano dedicataall'equipaggio delloSpartan, incrociatorebritannico affondato alargo di Anzio dopo un

bombardamento. A fare

da cornice alle celebrazioni ci sa-ranno anche altre iniziative culturalie culinarie, organizzate dal Museodello Sbarco di Anzio, dal Sindaconeroniano Luciano Bruschini e dal-l'Assessore al Turismo e alla CulturaUmberto Succi. «Dal 20 al 25 gen-naio i ristoranti della città propor-ranno uno speciale menù dedicatoagli eventi del 22 gennaio del 1944 –spiega Patrizio Colantuono, Presi-dente del Museo dello Sbarco diVilla Adele – e per gli avventori ci

sarà la possibilità di gustare le spe-cialità marinare di Anzio a prezzistracciati. Inoltre il 22 gennaio cisarà l'annullo filatelico presso lastesse struttura di Villa Adele. Per igiovani, invece, abbiamo organiz-zato due convegni all'interno del ci-nema Astoria, 23 e 24 gennaio ledate, nei quali saranno proiettati deifilmati storici, saranno presentati ilmio libro “Dallo Sbarco alla Batta-glia di Anzio” e quello di GianfrancoCotronei “Lo Sbarco di Anzio eNettuno – 1944 – foto, personaggi,curiosità”, ci saranno gli interventidello storico Gianni Bisiach e delgiornalista Felice Borsato e ci saràl'opportunità di ascoltare i raccontidei veterani». Per l'occasione ne ar-riveranno 30 dall'Inghilterra. Achiudere le celebrazioni, infine, sa-ranno la sfilata e l'esposizione di vei-coli militari – jeep, motociclette emezzi anfibi, tra gli altri – che partiràsempre da Villa Adele e si snoderàtra piazza Pia e la riviera Zanardelli.

Anzio ricordal'arrivo degli alleati tra cultura, cucina e dibattiti

1 5 g e n n a i o 2 0 0 92222 Cultura

Cultura 22331 5 g e n n a i o 2 0 0 9

Una strada in ricordo di AlbertoGiaquinto, militante missino

ucciso negli Anni di Piombo. Sonopassati trenta, lunghissimi anni dallamorte di Alberto, all’epoca dei fattisolo diciassettenne.Il giovane venne assassinato il 10gennaio del 1979. Le organizzazionigiovanili del Movimento Socialeavevano organizzato manifestazionidi protesta in diversi quartieri diRoma; gli animi erano caldi e la si-tuazione tesa, la polizia aveva infattivietato un corteo silenzioso nel cen-tro storico. Siamo nel quartiere Cen-tocelle. I palazzi fatiscenti rendonola borgata cupa a triste. Nella zonac’è una sede della Democrazia Cri-stiana, è lì che giovani missini hannodeciso di andare ad urlare la lororabbia, individuando in quella sedeil simbolo di tante ingiustizie. Finitala manifestazione i ragazzi comin-ciano ad allontanarsi, solo Alberto eun amico si attardano nell’abbando-nare la piazza. Sopraggiunge unamacchina civile della polizia, una128 bianca, dalla quale scendonodue agenti in borghese. Da quel mo-mento le versioni dei fatti divergono,per i poliziotti Alberto aveva una pi-stola: aprono il fuoco colpendolo allespalle. Per la questura si è trattato dilegittima difesa, per gli amici, i fami-gliari, i tanti militanti del Msi, è statoinvece un omicidio.Alberto Giaquinto era figlio di Teo-doro e Maria, titolari di una farma-cia ad Ostia. Andava a scuolaall’Eur: frequentava la III F del liceoscientifico Peano. La sua vicenda siinserisce nel drammatico contesto

degli Anni di Piombo, un periodocaratterizzato da terrore, violenza estragi. Una vittima predestinata,condannata dal clima stesso di queigiorni, alla quale oggi si vuole dareun segno tangibile di rispetto, nel ri-cordo di un fatto tragico e doloroso.Diego Balistreri, presidente del Co-mitato spontaneo di cittadini ha av-viato la raccolta di firme, ritiene“l’intestazione di una strada, un attodoveroso verso una vittima inno-cente”. In un primo momento, in-fatti, la ricostruzione dei fattipresentata dalla questura parlò di ungiovane militante missino ucciso daun agente in risposta al gesto del ra-gazzo che, dopo aver rovesciato al-cune auto, si sarebbe voltato verso gli

agenti puntando una pistola. Nelcorso dell’istruttoria, tuttavia, il pro-curatore della repubblica ritenne chenon vi fosse stato uso legittimo dellearmi. La versione della polizia verràsmentita definitivamente dall’autop-sia che confermerà come il colpomortale sia entrato dalla nuca euscito dalla fronte, contrariamente aquando sostenuto dagli agenti chedichiaravano di aver colpito frontal-mente il presunto attentatore. Sulpiano processuale, il 7 aprile 1988 laCorte di Cassazione, con sentenzadefinitiva, riconobbe che Alberto eradisarmato e che stava fuggendo daitafferugli. Nel 2002 la battaglia giu-diziaria del padre di Alberto ottennecome risultato una sentenza del tri-

bunale civile di Roma che condannòil Ministero dell’Interno ad inden-nizzare la famiglia Giaquinto. “Oggi - afferma Cristiano Rasi, con-sigliere del XIII Municipio che hapresentato la proposta in aula -credo sia giusto rendere giustizia aquesto ragazzo intitolandogli unastrada, un parco o una piazza aOstia, che amava e alla quale eramolto legato. Siamo in un momentostorico in cui l’odio politico è finito.Anzi, quanto è capitato ad Alberto,può servire da monito ad altri”.“Stiamo pensando di dedicargli unastrada tra quelle nuove del territorio- sottolinea il presidente del Munici-pio Giacomo Vizzani - oppure a ri-nominare una già esistente”.

L’idea è intitolare una via al “fascista” Giaquinto

Il 17enne morì nel 1979 dopo una protesta di piazza

Ostia non vuole dimenticare

Cosa sono gli Anni di Piombo?Semplicemente quel periodo sto-rico racchiuso tra l’attentato dipiazza Fontana, nel 1969, al rapi-mento di Aldo Moro, nel 1978.Un periodo in cui l'insoddisfa-zione per la situazione politico-istituzionale caotica (governi cheduravano anche pochi giorni) sitradusse in violenza di piazzaprima e, successivamente, in lottaarmata, perpetrata da gruppi or-ganizzati (di Destra e di Sinistra)che usarono il terrorismo nel-l'obiettivo di creare le condizioniper influenzare o sovvertire gli as-setti istituzionali e politici delPaese. Il termine Anni di Piomboè stato coniato successivamente eriprende l’omonimo film della re-gista tedesca Margarethe VonTrotta sul terrorismo Anni Set-tanta. Il primo scontro violentoche prelude gli Anni di Piombo èla Battaglia di Valle Giulia, aRoma, dove gli studenti della fa-coltà di Architettura vennero allemani con la polizia. Il primomorto è Antonio Annarumma,ucciso il 19 novembre 1969 a Mi-lano, mentre il primo atto dellastrategia della tensione che carat-terizzò quegli anni fu la strage dipiazza Fontana avvenuta a Mi-lano il 12 dicembre 1969. Moltiassociano questo periodo alle im-prese di organizzazioni extrapar-lamentari di sinistra (LottaContinua, il Movimento Studen-tesco) e terroristiche (Prima Lineae Brigate Rosse). Ma in quel pe-riodo operarono anche gruppi diestrema destra come i Nar e Or-dine Nero.

C’erano una voltagli Anni

di Piombo

Destra&Sinistra

di Enzo Bianciardi

Pinocchio ammalia i passeggeriin partenza dall’aeroporto di

Fiumicino. Il famoso burattinocreato dalla fantasia di Carlo Lo-renzini, alias Collodi, prende vitada un tronco di faggio. Questavolta non per opera di MastroGeppetto ma grazie al sapientelavoro di Ercolino Albinante.Il “moderno” Geppetto, 61 anni,è un ex sottufficiale dell’esercito inpensione, originario di BelvedereFogliense, un paesino in provinciadi Pesaro. Molte le simmetrie traGeppetto ed Ercolino, si va dallabarba all’arguto sguardo, al sor-riso ironico e al linguaggio riccodi riferimenti al passato con me-tafore che rispecchiano quel piz-

zico di saggezza popolare che lorendono familiare a chiunque glisi avvicini: ma soprattutto fa il fa-legname e costruisce burattini dilegno come il mitico Geppetto.La differenza tra i due è il luogodove è esercitato il mestiere. Er-colino non lavora in un’anonimabottega di un paesino sperdutotra i monti toscani, ma all’aero-porto di Fiumicino sotto losguardo sbigottito dei turisti. Nellaboratorio dove crea Pinocchio èun susseguirsi di orologi a pen-dolo di tutti i tipi che lo sguardofatica a seguire, e di cani e gatti-paralume, di fucili a molla e ca-valli a dondolo, moto d’epoca eburattini ovunque, e tanto altroancora tra il suono dei carillon esolo dopo, ci si accorge che c’è unebanista all’opera. «Mi piace in-

tagliare i burattini qui, davanti atutti come facevano in passato inostri nonni artigiani nelle stradee nelle piazze d’Italia: gli stranierisoprattutto americani, spagnoli e

anche i giapponesi vanno pazziper Pinocchio», racconta Erco-lino seduto al bancone da ebani-sta pieno di attrezzi tutti manualie originali degli Anni Quaranta.«I turisti sanno tutto delle avven-ture di Pinocchio, del suo viziettodi dire bugie per poi vedersi al-lungare il naso e dei ragazzi delpaese dei Balocchi. Francesi espagnoli studiano a scuola il libroe all’estero Pinocchio rappresentauno dei simboli dell’italianità».«Tutti prodotti fatti a mano”, sot-tolinea Albinante e ricorda, l’in-contro con Francesco Bartolucci,il Mastro intagliatore che gli haindicato, come dice lui, “la stradadi Pinocchio». «Era il suo prefe-rito: ma era anche il mio! A 12anni già intagliavo tronchi dilegno e a 15 ho scolpito il mio

primo Pinocchio», ricorda. «Alprimo incontro con Mastro Fran-cesco, ci siamo capiti al volo e miha dato dei suggerimenti utili.Ora creo Pinocchio in tutte lesalse, ma non tutti sono allegri, al-cuni piangono e si disperano,come nella fiaba. Ognuno è di-verso ed è proprio il volersi ap-propriare di un pezzo unico cheseduce i turisti di ogni parte delmondo». «Per fare un Pinocchio?Bè, ci vogliono almeno tre-quat-tro ore a partire dal tronco, chedeve essere di faggio - sorride Er-colino - e la richiesta è tanta».Così tanta che il suo Maestro haaperto dieci negozi in Italia e cin-que all’estero, dando lavoro a 41artigiani, per vendere il burattinocon il naso lungo più famoso delmondo.

di Giovanni Scorpati

Ercolino Albinante,61 anni, abruzzese,costruisce il burattinopiù famoso del mondodavanti ai turisti

Come Mastro Geppetto intaglia le figure nel legno impiegandogli antichi attrezzidei falegnami

A Fiumicino il papà di Pinocchioè un sottufficiale dell’esercito

1 5 g e n n a i o 2 0 0 92244 Cultura

Cultura 22551 5 g e n n a i o 2 0 0 9

Sono la coppia più “pazza” dellatelevisione. Federico Quaranta e

Nicola Prudente, conduttori di“Orizzonti”, la rubrica di LineaVerde, percorrono i sentieri del gustoe della tradizione italiana in un affa-scinante viaggio tra le bellezze del-l’Italia. Fede&Tinto” il loro nomed’arte. A Nicola Prudente, aliasTinto, trentatreenne brindisino, ab-biamo chiesto i segreti del successodell’infaticabile, spregiudicato e tra-volgente duo televisivo.RaiUno, RadioDue, Rai Sat:siete ovunque, come il prezze-molo…«Eh sì, questo è quello che si dicequando aumenta la visibilità, ma aFederico e me piace il prezzemoloche, tra le altre qualità, è sempre fre-sco e non puzza come l’aglio».Fede&Tinto: quanto c’è di pre-parato e quanto lasciate al-l’improvvisazione nei vostriprogrammi?«La cornice deve essere sempre pre-parata, mentre l’esecuzione del qua-dro è spontanea e improvvisata. Se facciamo un servizio sui latticini,ad esempio, la risposta del pastore aduna domanda sul formaggio di pe-cora non possiamo saperla, ma pos-siamo essere ben documentati suquel formaggio, e questo ci dà il “la”per improvvisare sì, ma con cogni-zione di causa».Siete una sorta di Fiorello&Bal-dini dell’enogastronomia in-somma… mai una crisi di cop-pia?«No, perché alla base c’è l’amicizia.E abbiamo un obiettivo comune,

come una squadra, cioè quello diarrivare a vincere la partita. Capitache a volte discutiamo ma serve purequello a rafforzare il rapporto».Da sei anni siete la coppia piùenogastronomica dell’etere.Quali gli eventi del 2009?«Al di là di questa o quella manife-stazione, il consiglio è di fidarsi delproprio istinto. Il vino non va ap-prezzato solo nei wine bar ma è bellosaperne di più, assaporarlo, anchenella parte iniziale, dove si produce.E’ come incontrare una persona an-dando a casa e non in mezzo allastrada o alla confusione. La si cono-sce e si ap- p r e z z ameglio».Il tuom a g -g i o rpregio«La spen-sieratezza.Che non vaconfusacon lasuper-f i -

cialità. Ho sempre avuto valori fortilegati alle origini, alla famiglia e almio percorso formativo. Tengomolto in modo particolare a questeradici. E, da credente, le mie basisono anche di origine spirituale. Senon hai punti di riferimento forticome i valori che ho citato, con lavita poi è difficile spuntarla».Qual è il tuo peggior difetto«Essere troppo buono, forse».Perché ti definiscono “l’inutileTinto”?«Probabilmente perché quelli utilisono quelli che seguono il pro-gramma. Comunque la definizionemi sta bene: sono uno

a cui piacev o l a r e

basso,

con umiltà. Purtroppo di gente umile se ne vedesempre di meno, tutti bravi, tutti pre-parati ma al dunque non è semprecosì».Con chi ti piacerebbe lavorarein Tv in futuro?«Sempre con Federico: il nostro, a di-spetto di quello che si pensa, è un la-voro difficile perché a monte c’è pre-parazione, studio, devi sempredocumentarti e aggiornarti. E mettiche per un periodo non stai bene,magari stai attraversando un mo-mento difficile, dalla Tv e dalla radionon deve trasparire nulla e non è fa-cile, anzi direi che è piuttosto faticoso. Però un sogno ce l’ho: mi piacerebbecondurre un programma di educa-zione alimentare dedicato ai bam-bini».Un programma che non sop-porti?«I programmi che non hanno va-lori aggiunti da comunicare al pub-blico».Tipo i reality show? «Non necessariamente: i realityci sono perché questa è la loroepoca. Il problema non è nelprogramma ma nella societàche in quel momento ri-chiede questo o quel pro-dotto».A parte quella che con-duci, qual è la tua tra-

smissione cult?«Mi piace molto Report anche sea volte, secondo me, bisogne-rebbe non solo denunciare madare delle soluzioni. Mettiamo adesempio la questione del latte ci-nese: cosa si è fatto in concreto pereducare i consumatori prima chescoppiasse il caso?»

Nicola Prudente racconta i segreti del successo delle trasmissioni con Federico Quaranta

Alla radio e in televisione conducono l’Italia sui sentieri dell’enogastronomiaFede&Tinto, orizzonte (di)vino

Anzio vive il suo sogno cinema-tografico. Sono iniziate nei giorniscorsi, all’interno della Sala degliSpecchi del Paradiso sul Mare, leriprese di «Nine», il musical di-retto dal premio Oscar RobMarshall sulle orme del celebre«Otto e ½» di Federico Fellini. Incittà stanno sbarcando in questeore star nazionali ed internazio-nali come Penelope Cruz, DanielDay-Lewis, Nicole Kidman,Kate Hudson, Sophia Loren,Ricky Tognazzi, Valerio Ma-strandrea, Elio Germano e Mar-tina Stella. All'avvio delle ripresepresenti il proprietario dellaWeinstein Company, HarveyWeinstein, ed il produttore ita-liano Matteo De Laurentis. «Perallestire le scene ambientate inhotel – spiega Matteo De Lau-rentis – abbiamo scelto il Para-diso sul Mare, come in Otto e½». «Abbiamo scelto Anzio pertutta una serie di motivi – am-mette Harvey Weinstein – tra cuila presenza della città in Amar-cord di Fellini, dove si vede il Pa-radiso sul Mare».

Ciak! Anziovive il suo sognocinematografico

Ninedi Mafalda Bruno

L’Adicosum si schiera control’operato delle banche. Alcentro delle proteste dell’associa-zione a tutela dei consumatori, ilraddoppio del cosiddetto spread,ovvero quello che nella lingua ditutti i giorni potrebbe essere defi-nito scarto, o margine. In parolepovere si tratta del ricarico cheogni banca decide di aggiungereal tasso di base quale proprio ri-cavo, secondo quello che è il clas-sico principio commerciale: ilcommerciante (la banca) comprail prodotto (il denaro) ad unprezzo stabilito (il tasso di scambiointerbancario) e lo rivende alla suaclientela ricaricato di un marginedi guadagno (lo spread, appunto).Le prime notizie raccolte da Adi-consum sulle banche, «poche male più importanti», evidenziereb-bero uno spread in aumento per imutui riferiti all’Euribor (da0,90%-1,10% a 1,21%-1,41%) eaddirittura per i mutui ancoratialla Bce il raddoppio dello spread:tra l’1,90% e il 2,25%. «In altreparole ciò significa che le banchestanno aumentando il loro guada-gno a scapito del consumatore –spiegano dall’Adiconsum attra-verso un comunicato stampa –perché le nuove condizioni prati-cate dalle banche non solo non ri-spettano lo spirito della legge chevuole essere un aiuto concreto allefamiglie in difficoltà, ma allostesso testo Decreto 185/085 cheprevede espressamente che le duetipologie di mutuo (tasso variabile

e tasso Bce) debbano essere inlinea». Tanto che «a solo titolo diesempio – continua l’Adiconsum- un mutuo a tasso Euribor a unmese oggi costerebbe mediamenteil 3,95% (2,45 Euribor + spread1,40%), con l’Euribor a tre mesi4,13% (2,73% + 1,40%), unmutuo a tasso Bce 4,40% (2,50%

+ 1,90% minimo). La promessaagevolazione del tasso Bce è in-vece un danno per i mutuatari,per questo chiediamo l’immediatointervento del ministro Tremonti,della Banca d’Italia e dell’Anti-trust per far cessare immediata-mente un comportamentocontrario alla legge».

L’Adiconsum attacca le banche sui tassi per i mutui

«Giù le mani dai risparmi»Al centro delle proteste dell’associazione a tutela dei consumatori, gli aumenti indiscriminati nel margine di guadagno degli istituti

1 5 g e n n a i o 2 0 0 92266 Economia

di Francesco Pastoressa(francesco.pastoressa@reporternews.eu)

Il tasso interbancario di offerta ineuro, altro non è che un tasso di ri-ferimento, calcolato giornalmente,che indica l’interesse medio delletransazioni finanziarie in euro tra leprincipali banche europee. L'Euri-bor varia solamente in funzionedella durata del prestito e non di-pende dall'ammontare del capitale.

In finanza è un termine che puòessere applicato a diverse opera-zioni, ma è conosciuto principal-mente come l’oscillazioneapplicata dagli istituti di crditoalle operazioni di prestito, fidu-ciario ed ipotecario. Lo spreadviene quindi aggiunto al costo deldenaro e la somma dei due, dà iltasso nominale

Le rate di questo genere di mutuivariano ad ogni scadenza in baseall’andamento dei tassi rilevati suimercati finanziari. Sono adattiper chi chiede un finanziamentosuperiore perché i tassi sono piùbassi, ma se si impennano la ratada pagare può diventare moltopesante, specie all’inizio.

Dallo scorso 1 gennaio è entratain vigore la disposizione conte-nuta nel decreto anti-crisi appro-vato a fine novembre 2008, cheintroduce un tetto del 4% allerate del mutuo a tasso variabile,al di sopra del quale interviene loStato accollandosi la differenza diinteressi.

Euribor

Tutto ciò che c’è da sapere

Spread

Rate variabili

Decreto anti crisi

Curiosità dal mondo 22771 5 g e n n a i o 2 0 0 9

Perde lo scuolabus, e decide di avviarsi ascuola guidando da solo l’auto dimamma. E’ accaduto qualche giorno faa Wicomico Church, in Virginia, doveun bambino di sei anni ha guidato percirca 15 chilometri prima di fermarsicontro un palo.

In auto a sei anniVirginia

I figli concepiti in provetta avranno po-tranno incontrare i loro genitori naturali.A 20 anni dalla nascita del primo registroal mondo di donatori di sperma a Mel-bourne, in Australia, una legge consentedi rintracciare il donatore, che può nonaccettare.

Svelati genitori in provettaSidney

Pensava di avere una colica dovuta a cal-coli renali, ma esce dall’ospedale con unbambino tra le braccia. Questo quantoaccaduto ad una donna canadese, cheha detto di non avere sospetti perché dasempre robusta e senza nausee di alcungenere.

Partorisce per sbaglioCanada

La nuova tendenza è lo sci trale montagne del deserto. Un

paradosso naturale, ma che negliultimi anni sta iniziando a diven-tare realtà, grazie alla fantasia edagli investimenti degli emiri arabiin terra di Dubai. Il sogno si rea-lizza al coperto, su una pista dicirca 400 metri, grazie all’im-pianto del Mall of Emirates. Unvero e proprio paradiso artificialequello di Ski Dubai: 40 gradi al-l’ombra all’esterno della struttura,il deserto classico, con sabbia edune immerse in un mondotroppo caldo anche solo per im-maginarla, la neve. All’interno in-vece, il termometro si attestaattorno agli otto gradi sotto lozero. Nel Mall of Emirates l’ariacondizionata alimentata dallaneve riciclata dalla pista, trasportaturisti ed amanti dello sci, in unsogno alpino su un panorama de-sertico. Il miracolo dello sci in-door sulla Sheikh Zayed Road simaterializza in un secondo, tra al-beri di Natale, spazzaneve, scia-tori, seggiovie a quattro posti, edun’infinità di neve. Un miracoloreso possibile grazie ad un proce-dimento simile in tutto e per tuttoa quello usato nelle stazioni di

montagna, con l’acqua raffred-data, mandata attraverso dei tubiverso i cannoni a bordo pista, chedi notte la sparano al massimodella potenza conservandola con

una temperatura di circa 8 gradisotto lo zero. A garantire la com-pattezza della pista innevata,un’intercapedine di cinque metritra il tetto ed il soffitto dell’im-pianto, e dei tubi contenenti gli-colo etilenico sotto la pista permantenere la temperatura dellaneve a meno 16. Un sogno a pocoprezzo per i fortunati in vacanza aDubai, con il biglietto d’ingressoal Mall of Emirates fissato a 180dirham, 40 euro, per due ore,

comprensivi di scarponi, calzini,sci, attacchi e tuta da neve: tuttol’occorrente per trascorrere unagiornata spensierata senza spen-dere una fortuna. Unici accessoriextra, i guanti ed il cappello, co-munque venduti all’interno delloshopping center Snow Pro. E ilfuturo sembra ancora più roseo,con progetti faraonici in cantiere:tra tutti quello di Dubailand, che

prevede uno Snowdome estesoper 1,4 milioni di metri quadraticontro gli attuali 22.500 di SkiDubai. I progettisti parlano dipiste di pattinaggio su ghiaccio,un hotel e nove torri residenziali aforma di iceberg, shopping mall,ristoranti. Lo ski dome sarà con-tenuto all'interno di una cupolatrasparente alta 75 metri. Il sognoè già realtà: neve la mattina, e

mare il pomeriggio, tanto chenegli ultimi tempi anche molti deicampioni dello sci hanno sceltoDubai per i loro estenuanti alle-namenti. L’esilio al freddo è finito.Anche le coppie spaccate tramare e montagna, hanno trovatola loro oasi felice. Con la neve neldeserto è finalmente iniziata unanuova era.

(C.B.)

Nel Mall of Emirates, piste da sci, alberi di natale e seggiovie a quattro posti

Il sogno diventa realtà anche per i campioni: al mare la mattina e in montagna la sera

A Dubai la neve nel deserto

2288 Tendenze 1 5 g e n n a i o 2 0 0 9

Dodici scatti d'autore per l'ot-tava meraviglia di Raniero

Avvisati. “Nettuno e Anzio... Unpalcoscenico sul Tirreno” è il ti-tolo del calendario 2009 firmatodal fotografo nettunese, cheanche quest'anno ha immortalatole due città tirreniche attraverso iloro simboli e loro sfumature piùnascoste. Un'immagine inedita diNostra Signora delle Grazie,un'istantanea di FrancescoD'Aniello appena atterrato a Fiu-micino dopo il trionfo olimpico diPechino, piazza del Mercato i npieno autunno, il Paradisosul Mare nel culmine del-l'estate, l'alba di un nuovogiorno che inizia sulla spiag-gia di Cretarossa, una ve-

duta di TorreAstura circondatada diverse barchea vela, una pa-noramica dellitorale cheparte daNettuno ea r r i v aa d

Anzio e il volo sul bagnasciuga diuno stormo di gabbiani. Questealcune delle fotografie scelte daAvvisati per il 2009 delle duecittà. «Dietro i 12 scatti ineditiche ho scelto di inserire nel ca-lendario – spiega l'artista di Net-tuno – c'è il lavoro di un anno,fatto di oltre 800 fotografie. Leimmagini presenti nell'operasono tutte inedite e non sarannomai più utilizzate per nessuna

altra pubblicazione. Il primo ca-lendario l'ho realizzato nel2001 e fino al 2005 ho utiliz-

zato esclusiva-mente immaginidella città di Net-tuno. Negli ultimitre anni, invece,

ho voluto dare vita a un gemel-laggio fotografico, usando anchedegli scatti che ritraggono Anzio.Inoltre in ogni mia creazione hosempre inserito un modo di dire equest'anno ho scelto “chi vuol vi-vere e star bene pigli il mondocome viene”. In questa manieraposso lanciare dei messaggi per-sonali a tutti quelli che verrannoa vedere il calendario». L'opera,stampata in un'unica copia, è

esposta all'interno del bar Volpi,che si trova a Nettuno in via Mat-teotti, nel pieno centro storicodella città, e alla presentazione hapartecipato anche Nicola Burrini,Presidente del consiglio comu-nale nettunese. «Il calendario diRaniero - sottolinea il titolare del

bar - per noi ormai rappresentauna vera e propria tradizione acui siamo legati in maniera parti-colare». Per Raniero Avvisati, in-vece, è già tempo di pensare al2010: «Il prossimo anno il calen-dario sarà realizzato su tela e tragli scatti ci saranno anche foto-grafie di Anzio e Nettuno nelmese di gennaio e di alcuni ca-valli sotto il castello di Villa Bor-ghese». (Fotoservizio EdoardoManna)

Una giornata di sport per BatutePasma Oueslati, la 13enne,grande appassionata di calcio, in-vestita e uccisa da un’automobilepirata a Tor San Lorenzo, il 6marzo del 2008. Il secondo Me-morial Pasma Oueslati, torneogiovanile di calcio femminile, èstato organizzato lo scorso 6 gen-naio dall’Usd Tor San Lorenzo,società in cui la ragazzina ha gio-cato per alcuni anni, prima dipassare ad allenarsi con l’AxaCalcio. «L'iniziativa – spiegaMaurizio Colini, dirigente dellasocietà biancoverde – è nata ri-cordare Pasma». E per ricordarla,oltre a familiari e amici, è arrivatoanche il console tunisino in ItaliaMohamed Tahar Arbaoui.

In campocon Pasma

L'opera è realizzata in copiaunica e ritrae angolie sfumature nascostidelle due città con vistasul palcoscenico del Tirreno

Raniero Avvisati ha presentato il suo ottavo calendario su Anzio e Nettuno

Scatti d'autore

di Giovanni Salsano(giovanni.salsano@reporternews.eu)

Nuove tendenze culinarie, saporisempre diversi e ricercati,

grandi chef e talenti emergenti. Epoi ancora, grande attenzione allaristorazione salutare ma senza per-dere di vista il gusto. Tutto questo, emolto altro ancora, sarà il Sirha2009, il Salone Internazionale dellaRistorazione, dell'Industria Alber-ghiera e dell'Alimentazione, che saràdi scena a Lione dal 24 al 28 gen-naio all'interno dell'Eurexpo. È qui

che si lanciano le tendenze per la cu-cina del futuro. Ed è sempre qui chemuovono i primi passi le giovanipromesse dei fornelli e si affermanoa livello internazionale i grandi chef.Il Sirha 2009 si propone come unluogo unico e incomparabile. Glistand saranno oltre 2mila, di cui 430internazionali, e rappresenterannoun'inestimabile fonte di ispirazioneper tutti i visitatori, trasformando ilsalone in un grande spazio aperto al-l'interno del quale sarà possibilemettere in condivisione esperienze eprofessionalità. Oltre a girare per gli

stand, poi, i visitatori potrannoanche assistere alle varie e prestigiosecompetizioni internazionali. Bocused'Or, Coupe du Monde de la Patis-serie e International Caseus Awardsono soltanto alcune delle sfide chevedranno come protagonisti i mi-gliori giovani talenti del mondo cu-linario, e come spettatori tutti icuriosi e gli appassionati che arrive-ranno a Lione. La novità esclusivadel 2009 sarà l'evento Food Studio:cinque stand di tendenza sarannoanimati da professionisti di settoricome ristorazione, arte della tavola,

caffetteria, panetteria e pasticceria,che porteranno in scena le ultime in-novazioni del proprio campo dicompetenza. Da non perdere ancheun'altra iniziativa, e cioè il Lyon

Food Trends. Questa volta, a sfidarsisotto gli occhi del pubblico dellegrandi occasioni uno chef di famainternazionale e un giovane pro-mettente talento. Alla fine avrà lameglio chi riuscirà a miscelare nellamaniera migliore accostamenti sem-plici e sapori audaci. E visto che alSirha 2009 non ci sono assoluta-mente cibi precotti, i due maghi deifornelli gareggeranno tra loro dalvivo. L'appuntamento di Lione,però, vuol dire anche ristorazionesalutare, ovviamente senza mai di-menticare il gusto delle pietanze, eper analizzare quest'aspetto della cu-cina internazionale è stato organiz-zato un convegno. Restauration

Nutrition Plaisir nasce da una rifles-sione sulla nutrizione, che il Sirhaporta avanti da alcuni anni con lacollaborazione dei migliori speciali-sti del mondo.

Al Sirha solo piatti di tendenzaGusti ricercati e sapori audaci saranno gli elementi delle sfide tra i migliori chefal mondo e i talenti emergenti.Al pubblico l'ultima parola

Dal 24 al 28 gennaio Lione ospiterà la più importante kermesse di cucina internazionale

Cucina 22991 5 g e n n a i o 2 0 0 9

di Paola Bernieri

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Quindicinale di attualità, cronaca, economia, turismo e cultura

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