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Risposte GORI SpA, gestore del SII dell’ATO n.3 della Regione Campania “Sarnese Vesuviano”, al
documento di consultazione 204-12 dell’AEEG.
LE PROBLEMATICHE DEL SETTORE
Q1. Si ritengono esaustive le criticità sopra evidenziate? In caso contrario, quali altri elementi di criticità si ritiene esistano nel settore? Si ritiene che il paragrafo 3 “Le problematiche del settore” non affronti alcune specifiche criticità
che invece occorre evidenziare:
a) per quanto attiene gli aspetti impiantistici/gestionali, una delle maggiori criticità che
influisce sia sulle perdite tecniche che su quelle commerciali, è rappresentata dalla
ubicazione dei punti di misura, spesso localizzati in proprietà privata inaccessibile da parte
del gestore. Ciò comporta:
- difficoltà di eseguire le semplici operazioni periodiche di lettura dei misuratori, con
la necessità di dover procedere, anche per lunghi periodi, a fatturazioni a stima in
acconto e conseguenti problemi di disallineamento dei consumi fatturati rispetto a
quelli effettivi, nonché difficoltà di cattura dei picchi stagionali di consumo;
- facilità, per i clienti, di rifiutare l’accesso al gruppo di misura ed impedire la corretta
fatturazione dei consumi e la manutenzione del misuratore;
- conseguente impossibilità, nei frequenti casi di accesso negato da parte del cliente,
di attuare le procedure di installazione/sostituzione del misuratore e/o di
sospensione/riduzione del servizio per morosità;
- difficoltà di monitoraggio delle perdite e delle manomissioni relativamente ai tratti
compresi tra la presa ed il misuratore, per i tratti di allaccio che si sviluppano su
proprietà privata, con possibili conseguenze anche sulla qualità dell’acqua erogata e
continui contenziosi per danni emergenti dalla manutenzione delle reti in proprietà
privata;
b) per quanto attiene gli aspetti di assetto del settore, occorre evidenziare:
- le criticità derivanti dal rifiuto, da parte di alcuni comuni, di attuare i provvedimenti
delle AATO, con particolare riferimento al trasferimento del servizio al soggetto
gestore ovvero al trasferimenti di taluni elementi indispensabili per il corretto
svolgimento del servizio:
i. esistono fattispecie di comuni che da diversi anni impediscono, nonostante i
provvedimenti dell’AATO e le sentenze dei Tribunali Amministrativi
Regionali, l’accesso del Gestore alle opere del SII per la manutenzione e la
gestione e per l’erogazione dei servizi secondo gli standard previsti dal Piano
d’Ambito e continuano a fatturare direttamente i servizi ai clienti applicando
tariffe comunali piuttosto che le tariffe stabilite dall’AATO;
ii. esistono fattispecie di comuni che, invece, acconsentono all’intervento
manutentivo della rete da parte del Gestore ma non consegnano allo stesso
l’anagrafica dei clienti, continuando a fatturare direttamente ai clienti sulla
base di tariffe comunali;
- criticità derivanti dal conflitto di interessi dell’AATO che non riesce a svolgere con la
necessaria autonomia e indipendenza il ruolo di regolazione tariffaria e controllo
dell’attuazione del Piano d’Ambito, rispondendo per lo più a logiche politiche locali
che, nelle migliori delle ipotesi, provocano la mancata adozione dei provvedimenti
tariffari periodici previsti dalla Convenzione di gestione e dal MTN, provocando
squilibri economici e finanziari della gestione del SII.
c) per quanto attiene gli aspetti finanziari, occorre evidenziare la criticità derivante in alcune
zone del Paese dal significativo disallineamento tra fatturato ed incassato, dovuto
essenzialmente a:
- elevati tempi di incasso legati a generalizzate condizioni socio-economiche
svantaggiate di alcune aree del Paese, tra le quali quella dell’ATO n.3 “Sarnese
Vesuviano”;
- elevata percentuale di morosità conseguente anche a movimenti di protesta
cosiddetti “antiprivatizzazione” che, in talune aree, determinano comportamenti
ostruzionistici nei confronti del soggetto gestore e conseguenti mancati incassi per
oltre il 50% dei clienti che perdurano anche diversi anni (ad es. caso Nola nell’ATO 3
Campania);
- problemi di individuazione del fruitore del servizio conseguenti al negato accesso
agli incaricati del soggetto gestore ed al rifiuto di voltura del contratto, con
conseguente elevata percentuale di mancati recapiti delle fatture;
- contestazioni, spesso organizzate da parte di comitati e/o studi legali locali, sulla
regolarità contrattuale in mancanza della forma scritta, che sfociano in migliaia di
contenziosi presso i giudici di pace, con sentenze fotocopia immediatamente
esecutive che comportano, oltre ad un mancato incasso, la condanna alle spese
legali; solo dopo anni intervengono le sentenze in appello favorevoli al Gestore da
parte dei giudici togati;
Q2. Quali altre o diverse informazioni e/o considerazioni si ritiene di dover evidenziare per suffragare o meno le criticità evidenziate?
Va tenuto in conto che in alcune aree del Paese, specie nel Mezzogiorno, si riscontrano elevati
tempi di incasso legati a generalizzate condizioni socio-economiche svantaggiate che si traducono
in percentuali di morosità che in alcuni casi raggiungono anche il 50%; si riportano di seguito le
percentuali di morosità riscontrate nei comuni dell’ATO n.3 Sarnese Vesuviano:
Comune Morisità media Comune Morisità media
NOLA 65,71% POMPEI 15,58%
ANGRI 46,52% LETTERE 15,53%
PAGANI 45,82% CAMPOSANO 14,98%
SAN MARZANO SUL SARNO 37,65% POGGIOMARINO 14,56%
SANT'ANTONIO ABATE 35,59% VOLLA 14,12%
SCAFATI 35,33% VISCIANO 13,28%
CICCIANO 34,17% TERZIGNO 12,82%
ALBINO 34,06% SAN GIUSEPPE VESUVIANO 12,68%
CASTELLAMMARE DI STABIA 33,68% CASOLA DI NAPOLI 12,23%
SAN VITALIANO 30,95% COMIZIANO 12,11%
BRUSCIANO 29,88% SAVIANO 11,82%
CASALNUOVO DI NAPOLI 29,76% SCISCIANO 11,16%
BOSCOREALE 29,12% ERCOLANO 11,13%
CASTELLO DI CISTERNA 27,50% MARIGLIANELLA 10,66%
CARBONARA DI NOLA 26,93% CERCOLA 10,55%
NOCERA INFERIORE 26,92% OTTAVIANO 10,23%
SAN GENNARO VESUVIANO 25,30% PIMONTE 10,14%
SARNO 25,08% ANACAPRI 9,81%
ROCCARAINOLA 25,03% SANT'ANASTASIA 9,32%
NOCERA SUPERIORE 24,25% SAN SEBASTIANO AL VESUVIO 9,29%
GRAGNANO 23,49% BRACIGLIANO 9,07%
TUFINO 23,22% TRECASE 8,24%
TORRE ANNUNZIATA 23,22% BOSCOTRECASE 8,24%
STRIANO 22,99% MASSA LUBRENSE 7,95%
SAN VALENTINO TORIO 22,86% SOMMA VESUVIANA 7,47%
CASTEL SAN GIORGIO 22,20% SANT'AGNELLO 7,32%
MARIGLIANO 20,48% VICO EQUENSE 7,19%
LIVERI 20,30% SAN GIORGIO A CREMANO 6,95%
POMIGLIANO D'ARCO 19,76% MASSA DI SOMMA 6,84%
SIANO 19,75% PIANO DI SORRENTO 6,82%
PALMA CAMPANIA 18,57% PORTICI 6,30%
SAN PAOLO BEL SITO 17,35% SORRENTO 6,28%
CORBARA 16,85% POLLENA TROCCHIA 5,97%
SANTA MARIA LA CARITA' 16,70% META 5,86%
CASAMARCIANO 16,57% TORRE DEL GRECO 5,74%
MERCATO SAN SEVERINO 16,07% CAPRI 5,27%
FISCIANO 16,02%
Q3. Con riferimento agli investimenti necessari, si condividono le stime sopra riportate? E quali priorità si ritiene di dover indicare con riferimento ai medesimi investimenti? La stima appare sottodimensionata in termini di fabbisogni unitari soprattutto per le aree del
Mezzogiorno dove lo stato delle infrastrutture è inadeguato per vetustà e per insufficienza.
In conseguenza delle criticità esposte, si ritiene, di indicare le seguenti priorità:
- rifunzionalizzazione e completamento degli impianti di depurazione;
- completamento delle reti dei collettori fognari;
- estendimento delle reti fognarie;
- sostituzioni programmate massive delle reti idriche ai fini della riduzione delle perdite
Inoltre ai fini di una più efficace lotta alla morosità si dovrebbero a breve programmare
investimenti tesi alla revisione degli allacci, al fine di posizionare i misuratori in coincidenza con i
punti di consegna ai limiti della proprietà privata, in luogo accessibile al Gestore per ridurre le
perdite tecniche e commerciali.
Q4. Con riferimento alle pianificazioni degli investimenti già effettuate, si ritengono adeguate o, a prescindere dagli aspetti finanziari, necessitano di una revisione? Motivare la propria risposta
Nel piano vigente dell’ATO n. Sarnese Vesuviano sono previsti investimenti pari a € 1.378 mln
nell’intera durata della concessione (2002-2032), pari a circa 32€/abitante/anno. Tale importo
appare del tutto insufficiente a soddisfare le necessità di investimento sopra evidenziate.
Q5. Se si dovesse individuare un pacchetto di interventi specifici, ben georeferenziati, per i quali definire una specifica strategia di promozione, quali potrebbero essere indicati? e di quale entità sarebbe il loro costo? Motivarne la scelta. Si riportano di seguito gli interventi ritenuti prioritari per affrontare le criticità evidenziate al punto
Q3:
ESPERIENZE INTERNAZIONALI DI SOSTEGNO AGLI INVESTIMENTI
Q6. Si ritiene che potrebbe essere utile adottare anche in Italia qualche formula di sostegno agli investimenti sul modello di quelle già adottate all’estero? Sarebbe auspicabile un sostegno al reperimento delle risorse finanziarie sul modello portoghese o
forme di accesso al capitale a tassi e garanzie agevolati magari con una holding che partecipa al
capitale delle società di gestione la cui partecipazione di maggioranza potrebbe essere detenuta
dalla Cassa Depositi e Prestiti.
Q7. Si ritiene che modelli di questo tipo possano essere sostenuti attraverso opportune componenti tariffarie? -----------------------------------------
Q8. Quali altri modelli ritenete che possano essere adottati nel caso italiano, con la finalità di favorire gli investimenti nel settore, tenendo conto degli esiti del referendum che ha abrogato il riferimento all’adeguatezza della remunerazione del capitale investito?
Al fine di favorire gli investimenti si potrebbe consentire ai comuni di partecipare, con specifici
accordi con il Gestore e previa approvazione dell’Autorità, al finanziamento/cofinanziamento delle
opere del SII del proprio territorio, recuperando i costi attraverso la tariffa sulla base delle regole
stabilite dal nuovo metodo.
4.LA TUTELA DEL CONSUMATORE E LA QUALITA’ DEL SERVIZIO ATTUALE
Q9. Quali sono gli aspetti di maggiore criticità del rapporto utente-gestore? E quali sono gli interventi a tutela del consumatore che si ritengono prioritari? Motivare le proprie risposte. Si riportano i seguenti aspetti di maggiore criticità ed i conseguenti interventi che si ritengono
prioritari:
- definire univocamente sul territorio nazionale regole omogenee per la necessaria forma di
garanzia contrattuale che il cliente deve fornire al gestore, attraverso la definizione di un
anticipo dei consumi che deve essere versato all’atto della contrattualizzazione e deve
essere periodicamente aggiornato sulla base dei consumi effettivi valorizzati con le tariffe
vigenti;
- definire regole standard per la lotta alla morosità, con riferimento alle modalità di sollecito,
preavviso di riduzione/sospensione della fornitura, applicazione di penalità, costi di
riscossione, interessi moratori, criteri di rateizzo e modalità di copertura finanziaria (ad es.
possibilità di intervento di istituti di credito che assumano funzioni di pooling del rischio
incassi per il settore e che possano anticipare al Gestore i piani di rateizzo sottoscritti
mediante applicazione di tassi dilatori agevolati per i Clienti);
- definire regole e procedure standard per la fatturazione dei consumi anomali conseguenti a
perdite post contatore, prevedendo, ad esempio, forme obbligatorie dei clienti di adesione
ad apposite polizze assicurative da negoziare a cura delle nuove AATO per l’intero ambito
tariffario;
- definire regole standard per la lotta all’abusivismo (penali, algoritmi di attribuzione dei
consumi pregressi, ecc...);
- chiarire, con eventuale provvedimento legislativo, la validità della forma contrattuale di
fatto, senza necessità della forma scritta, per i contratti del SII trasferiti dai precedenti
gestori al soggetto gestore del SII;
Q10. Con riferimento all’applicazione della carta dei servizi, quali sono gli aspetti di maggiore criticità riscontrati? E quali sono gli interventi a tutela del consumatore che si ritengono prioritari? Motivare le proprie risposte -----------------------------------------
5.IL MODELLO TARIFFARIO ATTUALE E GLI OBIETTIVI A REGIME
Q11. Si condivide l’analisi relativa alla metodologia tariffaria esistente? Motivare la propria posizione. L’analisi relativa al MTN si condivide in quanto evidenzia le principali criticità riscontrate
nell’applicazione concreta della metodologia. E’ opportuno evidenziare che alcune criticità
riscontrare non sono propriamente riconducibili al metodo ma piuttosto ai dati posti alla base dei
Piani d’Ambito:
- ricognizioni imprecise ed incomplete;
- analisi dei fabbisogni di investimenti inadeguate;
- sovrastima dei volumi fatturabili;
- analisi finanziarie inadeguate (sottostima delle morosità)
Q12. Si ritiene che l’eterogeneità del territorio servito possa essere compatibile con un’unica metodologia tariffaria comune a tutte le gestioni? Motivare la propria posizione. E’ auspicabile un’unica metodologia tariffaria ma si ritiene che la stessa non possa prescindere dal
contenere elementi che tengano in conto caratteristiche intrinseche del territorio ad esempio:
l’orografia del territorio, la densità di popolazione servita, le caratteristiche delle gestioni
precedenti o il grado di funzionalità di partenza delle infrastrutture e le condizioni socio
economiche delle popolazioni servite.
Q13. Quali sono gli aspetti critici dell’attuale MTN che, si ritiene, sia necessario risolvere prioritariamente?
Con riferimento al modello tariffario attuale, si evidenziano le seguenti criticità:
- variabilità delle regole attuative del MTN adottate dalle differenti AATO nelle Convenzioni
di gestione e nelle revisioni periodiche e straordinarie del Piano d’Ambito;
- variabilità interpretativa da parte del CONVIRI e delle sentenze dei Tribunali Amministrativi
Regionali su talune regole di applicazione del MTN in fase di revisione (profit sharing,
perdite commerciali, canoni d’uso e spese di funzionamento delle AATO, ecc..);
- inerzia delle AATO nell’adozione delle misure ordinarie e straordinarie previste dalla
Convenzione di gestione, dal MTN e dalla normativa di settore in materia tariffaria e di
revisione del Piano d’Ambito;
- mancanza di regole certe per l’articolazione della tariffa reale media per l’applicazione alla
clientela finale.
L’ultima criticità evidenziata è quella che maggiormente sta rischiando di compromettere
l’attuazione e la realizzazione del SII nell’ATO n. 3 della Regione Campania. Allo stato, infatti, la
tensione finanziaria della GORI è causata da diversi fattori, segnalati da tempo, primo fra tutti la
insufficienza degli attuali flussi finanziari, a causa dell’attuale inadeguata articolazione tariffaria
che, dal 2006 ad oggi, oltre a generare notevoli conguagli tariffari, non ha consentito (nè consente)
di conseguire le Tariffe Reali Medie fissate nel Piano d’Ambito e ottenere quindi i ricavi pianificati.
L’ammontare complessivo dei conguagli tariffari da recuperare, alla data del 31 dicembre 2010, è
pari ad euro 136.308.495,55 ed è relativo agli anni riportati in tabella:
Anno Importo (€)
ante 2006 204.769,99
2006 11.810.558,63
2007 21.117.112,90
2008 42.475.130,20
2009 34.100.445,18
2010 26.600.478,65
Totale 136.308.495,55
Si precisa che per l’anno 2011 l’Ente d’Ambito aveva finalmente provveduto, con delibera
assembleare n. 5 del 2 agosto 2011, ad articolare la tariffa in modo tale da perseguire
l’allineamento tra il gettito da articolazione tariffaria e il ricavo da TRM fissato con la stessa
delibera pari a 130 milioni di Euro. Tuttavia, tale delibera è stata annullata con sentenza del TAR
Campania – Napoli n. 1809/2012. Di conseguenza l’esercizio 2011, in pendenza della revisione del
Piano d’Ambito, non presenta un ricavo da TRM cui riferirsi con la conseguenza di dover chiudere
il bilancio facendo riferimento al ricavo conseguente alla insufficiente articolazione tariffaria
previgente (ante citata delibera assembleare n. 5/2011) e sulla base dei consumi effettivi
registrati, pari a circa 108 milioni di Euro, con un rilevante divario (-22 milioni di euro) rispetto alla
copertura dei costi.
Q14. Si concorda con gli obiettivi a cui tendere e con la struttura generale del modello tariffario? Evidenziare eventuali ulteriori considerazioni in merito. Gli obiettivi sono condivisibili in quanto si prevede di dare impulso agli investimenti del settore
garantendone e assicurandone in qualche modo la finanziabilità.
Q15. Si concorda con le linee generali proposte per la nuova regolazione tariffaria? Motivare la propria posizione.
Si ritiene che le linee generali proposte siano condivisibili anche se non viene affrontata, tra le
linee guida per la nuova regolamentazione tariffaria, la problematica e la relativa
regolamentazione delle perdite commerciali, particolarmente significative in alcuni territori del
Paese, specie nel Mezzogiorno.
Q16. Si concorda con una eventuale durata del periodo regolatorio di 4 anni?
Una durata di 4 anni appare condivisibile, fermo restando la necessità di prevedere, così come
l’attuale metodo prevede, di poter intervenire in caso di scostamenti significativi, in ogni momento
con una revisione straordinaria.
Q17. Quali dei capisaldi regolatori sopra descritti si ritengono essere prioritari?
In questa fase si ritiene che la problematica della regolazione tariffaria sia prioritaria, strettamente
correlata a forme automatiche di revisione/adeguamento dell’articolazione tariffaria da applicare
all’utenza finale in grado di consentire al gestore di conseguire, anno per anno, i ricavi previsti.
Q18. Quanto tempo si ritiene sia necessario prima che la nuova regolazione possa trovare piena applicazione con riferimento a tutte le gestioni, ivi comprese quelle che gestiscono in modo non integrato solo alcuni dei servizi cui il SII fa riferimento?
Si ritiene necessario un periodo di tempo di almeno tre anni, ciò in ragione del fatto che molte
ATO, compreso l’ATO 3 Regione Campania, non si sono mai dotate di un sistema di contabilità
regolatoria in linea con quanto richiesto.
Q19. Quali si ritiene siano le maggiori difficoltà per adeguarsi ad un sistema regolatorio come quello descritto in precedenza? Motivare la propria posizione.
La difficoltà maggiore risiede nella necessità di dover riprogettare il sistema di contabilità analitica
ad oggi strutturata per centro di costo e non in grado quindi di soddisfare l’esigenza di una
contabilità regolatoria come quella ipotizzata.
I TEMI DI CONSULTAZIONE
Q20. Quali altre attività, rispetto a quelle elencate, non attualmente interessate dalle metodologie tariffarie MTN o CIPE, sono svolte o potrebbero essere svolte dalle imprese?
Si ritiene che il Gestore possa svolgere anche ulteriori attività utilizzando le infrastrutture del SII
gestite, quali, ad es.:
- la produzione e vendita di energia mediante installazione di impianti fotovoltaici e da
biomasse, presso le aree delle opere gestite (serbatoi, impianti di depurazione, ecc...);
- la vendita di servizi telematici mediante l’utilizzo delle reti proprietarie di trasmissione dati;
- la vendita di servizi di contatto con l’utenza ad altri operatori a rete mediante utilizzo delle
infrastrutture e dell’organizzazione esistente (sportelli, contact center, letture, ecc..);
- la vendita di spazi pubblicitari sulle bollette con contenuti preventivamente approvati
dall’Autorità.
Q21. Si concorda con le tre tipologie di valorizzazione del servizio proposte? Come potrebbero essere distinte le diverse attività? Quali aspetti critici si ritiene esistano? Motivare le proprie risposte.
Si ritiene valida una proposta che veda una differenziazione basata su diverse tipologie di
valorizzazione e si ribadisce che gli allacci debbano rientrare nell’ambito dei servizi inclusi nella
metodologia tariffaria, purché il relativo costo sia integralmente coperto, con contabilità separata,
dai corrispondenti contributi di allaccio in modo da gravare unicamente sugli utenti interessati;
occorre definire inoltre la problematica della gestione delle acque meteoriche da parte dei comuni
e l’eventuale contributo degli stessi alla gestione delle reti fognarie miste mediante appositi
algoritmi da definire (i comuni dotati di reti separate sostengono interamente gli oneri di gestione
delle reti cd. bianche, mentre i comuni dotati di reti miste attualmente sostengono solo gli oneri
relativi alle caditoie stradali); analogamente occorre definire, con apposite convenzioni-tipo con i
comuni, la disciplina di gestione del territorio urbano per i reciproci riflessi sulle gestioni di
competenza (ad es. pulizia delle caditoie e delle strade al fine di evitare immissioni anomale nelle
reti fognarie miste, regole per l’uso del suolo e sottosuolo e per i ripristini stradali, ecc...).
Q22. Quale delle due ipotesi di regolazione appena descritte si ritiene preferibile? Per quali motivi? Si ritiene preferibile la seconda ipotesi: è preferibile che sia “l’Autorità a raccogliere
direttamente.... tutte le informazioni di costo dei diversi gestori, a determinare l’ammissibilità ed a
trasmettere alle nuove AATO i rispettivi valori di costo del servizio, affinché i medesimi siano
traslati in tariffa.” Tuttavia non si chiarisce quali siano le successive modalità necessarie a rendere
applicabili, da parte del gestore, le tariffe così determinate: si rischia di dover sempre passare
dall’approvazione delle Assemblee degli Enti locali (Comuni) con tutte le conseguenze nel caso di
inerzia o mancata approvazione. Occorre individuare meccanismi che diano certezza sui tempi,
senza dover arrivare necessariamente all’esercizio dei poteri sostitutivi da parte dell’AEEG;
Q23. In un contesto di rapporti reciproci tra Autorità e nuove AATO, quali si ritiene possano essere i compiti che le AATO possono svolgere con maggior efficacia a livello locale? Motivare la propria risposta. La funzione delle nuove AATO dovrebbe essere prioritariamente quella di raccogliere le esigenze,
in termini di investimenti e miglioramenti del servizio, espresse dai comuni e trasferirle all’Autorità
con l’evidenziazione delle scale di priorità; effettuare il monitoraggio sugli investimenti effettuati
dal Gestore; proporre, sulla base delle linee guida della Regione e dell’Autorità, la
regolamentazione delle interferenze tra ambiti limitrofi e/o tra gestori appartenenti al medesimo
ambito tariffario.
Q24. Si concorda con le ipotesi proposte in relazione agli scostamenti tra costo effettivo e costo pianificato degli investimenti? Motivare eventuali proposte alternative.
Si concorda con le ipotesi proposte, introducendo magari forme di profit sharing anche sugli
investimenti, ferma restando la necessità che nelle fasi di pianificazione periodiche siano ben
definiti i livelli qualitativi degli investimenti, gli input e output (per gli impianti), i materiali (per le
tubazioni), etc.
Q25. Quali difficoltà le AATO potrebbero incontrare in riferimento alle diverse gestioni e alle diverse convenzioni, previgenti nei rispettivi ambiti?
Non sembrano emergere particolari difficoltà, almeno per quanto riguarda il nostro ATO, dal
momento che la gestione è affidata ad un unico soggetto; si evidenzia tuttavia ad ogni buon conto
la presenza sul territorio di diverse strutture commissariali (Commissario per la Tutela Acque,
Commissario Emergenza Sarno) che hanno il compito di programmare e realizzare investimenti
riguardanti il SII e ricadenti nel territorio dell’ATO 3.
Q26. Quali azioni potrebbero mettere in atto le rispettive AATO per controllare che le infrastrutture realizzate, per le quali è richiesta la copertura in tariffa dei costi di ammortamento, siano effettivamente operative e utilizzate ai fini del SII?
Si potrebbe concordare una procedura per il trasferimento periodico dei dati sulla base degli stati
di avanzamento dei lavori; per quanto attiene l’operatività e l’effettivo utilizzo delle opere basta
inviare alle ATO i certificati di collaudo e messa in esercizio.
Q27. Si ritiene che, in mancanza di una indicazione specifica, il riferimento agli ambiti tariffari definiti ai sensi della legge Galli per l’applicazione di un’unica tariffa sia condivisibile? Qual è il soggetto più titolato a definire gli ambiti tariffari? Motivare le proprie risposte.
Si ritiene che il soggetto più titolato a definire gli ambiti tariffari sia la Regione, sulla base di
principi definiti dall’Autorità e che gli ambiti tariffari , definiti ai sensi della legge Galli, debbano
essere superati a favore di un unico ambito coincidente con il territorio regionale.
Q28. Si condivide l’obbligatorietà di applicare la medesima tariffa per la medesima tipologia di cliente finale, all’interno dello stesso ambito, a prescindere dalle convenzioni e dalle metodologie tariffarie applicate in passato? Motivare la risposta.
Si concorda sull’obbligatorietà di applicare la medesima tariffa su tutto l’ambito tariffario; tale
previsione dovrebbe essere estesa, per equità di accesso al medesimo servizio essenziale quale
quello idrico integrato, all’intero territorio regionale;
Q29. Si condivide l’impostazione di distinguere una tariffa obbligatoria da applicare ai clienti finali e una tariffa di riferimento che definisce il ricavo del gestore? Motivare le proprie risposte. Si condivide l’impostazione sempreché la tariffa di riferimento che determina il ricavo del gestore
(VRG) sia definita sulla base di parametri oggettivi e legati alle specificità territoriali e vengano
salvaguardati i gestori che hanno già conseguito una buona efficienza gestionale. Soprattutto
relativamente alla problematica degli incassi. Tuttavia tale scelta dovrebbe prevedere adeguati
meccanismi perequativi che salvaguardino i gestori da eventuali inefficienze di altri gestori, in
particolare sulla problematica degli incassi; al punto 6.21, infatti, non si affronta la problematica
della morosità che può influire in modo consistente sui bilanciamenti tra partite dare e avere dei
gestori appartenenti allo stesso ambito tariffario. Bisognerebbe definire una componente tariffaria
aggiuntiva che tenga conto della morosità caratteristica del territorio, con meccanismi
incentivanti/penalizzanti finalizzati al progressivo efficientamento, sulla base di apposito piano di
azioni/investimenti da sottoporre preventivamente all’Autorità.
Q30. Quali eventuali difficoltà esistono per garantire una contabilità che individui con sufficiente affidabilità i costi afferenti un determinato ambito? Anche nella prospettiva di modificare i riferimenti territoriali degli ambiti già definiti ai sensi della legge Galli? La difficoltà nel territorio della regione Campania potrebbe essere rappresentata dal fatto che ad
oggi l’unico ATO che ha individuato il Gestore unico è l’ATO 3 e pertanto la situazione gestionale
risulta ancora molto frammentata e difficilmente, specie laddove esistono ancora gestioni
Comunali, si potranno reperire dati affidabili.
Q31. Le AATO sono il soggetto più indicato per gestire gli eventuali meccanismi perequativi locali? Quale altra soluzione potrebbe essere possibile? In attesa che le nuove AATO si organizzino al riguardo, le perequazioni potrebbero essere transitoriamente gestite da una istituzione centralizzata come la Cassa Conguaglio del Settore Elettrico? La Regione potrebbe essere il soggetto più indicato per gestire i meccanismi perequativi e a tale
scopo sarebbe opportuno istituire una Cassa Conguaglio regionale;
Q32. Si ritiene che esistano costi con valenza pluri-ambito? Di che natura? E come e da chi potrebbero essere gestiti i flussi perequativi corrispondenti alle componenti tariffarie destinate alla copertura di tali costi? Oppure, da un altro punto di vista, in base a quale criterio potrebbero essere ripartiti, ex ante, tali oneri tra i diversi ambiti tariffari interessati? Tutti i costi con valenza pluriambito (ad es. interscambi di risorsa idrica, di collettamento e
trattamento reflui, ecc...) dovrebbero rispettare i criteri di esclusiva copertura proporzionale dei
costi efficienti delle opere effettivamente co-utilizzate, senza margini di profitto per i gestori.
Q33. Si condivide l’impostazione dell’Autorità in relazione alla previsione di commisurare una quota parte della copertura del VRG ai volumi trattati? Come potrebbe essere individuata questa quota parte? -----------------------------------------
Q34. Qual è l’indicatore di perdita che potrebbe essere individuato inizialmente? Quali sono le variabili esogene per individuare i diversi livelli di perdite standard (per esempio la lunghezza delle reti)? Una valore medio iniziale di perdita del 30-35% è un valore condivisibile? Motivare le risposte.
Inizialmente si potrebbe partire dagli indicatori previsti nel DM 99/1997, in modo particolare
potrebbero essere P3 che individua le perdite reali nelle reti di distribuzione in percentuale e R1
relativo alle perdite in percentuale di fatturato.
Le perdite sono influenzate principalmente da:
- lunghezza delle reti;
- le pressioni di esercizio;
- estensione della rete di misura (presenza generalizzata contatori);
- stato di conservazione delle condotte e dei contatori.
Il valore medio iniziale di R1 pari al 30-35% appare sicuramente sottostimato ad esempio nel caso
dell’ATO 3, nel 2010, si è riscontrato un valore R1 pari al 44,9%. Tale valore elevato è riconducibile
alle seguenti motivazioni:
- blocco degli investimenti operato dall’AATO in ragione delle difficoltà finanziarie della
società a partire dal 2009;
- elevata vetustà del parco contatori ereditata dai precedenti gestori;
- elevate perdite amministrative riconducibili soprattutto a fenomeni di prelievi abusivi
molto diffusi in alcune parti del territorio.
Q35. Si condivide l’impostazione proposta con riferimento al trattamento delle interconnessioni tra reti? Motivare la propria risposta.
Tutti le interconnessioni tra reti dovrebbero rispettare i criteri di esclusiva copertura proporzionale
dei costi effettivamente sostenuti senza margini di profitto per i gestori.
Q36. Si condivide il principio appena enunciato? Motivare la risposte e le eventuali alternative.
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Q37. Si concorda con la metodologia appena descritta per la valorizzazione delle immobilizzazioni? Motivare eventuali posizioni alternative. -----------------------------------------
Q38. Quali difficoltà si riscontrano nel reperire i dati di investimento sopra evidenziati? e quali alternative possono essere suggerite rispetto al riferimento ai libri contabili per evidenziare il valore delle immobilizzazioni? Per quanto attiene gli investimenti realizzati dal Gestore non si riscontrano difficoltà per il
reperimento dei dati e i libri contabili possono rappresentare l’utile riferimento per evidenziare il
valore delle immobilizzazioni; per le opere realizzate di gestori precedenti (comuni, regioni,
commissari etc.) le difficoltà potrebbero essere notevoli in quanto non presenti nei libri contabili
delle società visto che a fronte di questi l’ATO ha valutato il canone di concessione.
Q39. Riconoscere una quota forfetaria dell’1% del valore delle immobilizzazioni, per tener conto del capitale circolante è una metodologia adeguata? Motivare la propria risposta.
Si ritiene che tale valore forfetario dell’1% non possa essere uguale per tutte le realtà ma debba
essere commisurato alla effettiva capacità di incasso. Infatti, non si può non tenere in conto che in
alcune aree del paese, specie nel mezzogiorno, le società registrano tempi medi di incasso elevati.
Q40. Come si ritiene possa essere dimostrato un comportamento efficiente da parte delle imprese in relazione alla ottimizzazione degli oneri finanziari relativi ad un determinato investimento? Questa verifica potrebbe essere svolta efficacemente dalle nuove AATO? Attraverso un’attività di benchmark sarà semplice per le ATO verificare che gli oneri finanziari
sostenuti dal gestore per un dato investimento siano in linea con i dati del settore. Per quanto
attiene la gestione e il recepimento di fondi pubblici la stessa ATO può essere il soggetto che
interloquisce con gli altri soggetti pubblici deputati alla loro erogazione, ciò al fine di evitare che il
gestore possa rifiutare unilateralmente fonti di finanziamento a fondo perduto o finanziamenti a
tasso agevolato.
Q41. Si condivide l’ipotesi di determinare l’onere finanziario riconosciuto all’impresa, pesando proporzionalmente gli oneri finanziari dei finanziamenti a fondo perduto, dei finanziamenti a tasso agevolato e dei finanziamenti reperiti autonomamente dall’impresa sul mercato finanziario? Motivare le proprie risposte. L’ipotesi è condivisibile ma si ritiene che si debba precisare meglio il meccanismo di copertura dei
costi sostenuti per la realizzazione di investimenti con finanziamenti pubblici: spesso accade che il
gestore svolga le funzioni di stazione appaltante ed anticipi i pagamenti rispetto alle erogazioni del
finanziamento, con conseguente necessità di coprire i connessi oneri finanziari.
Q42. Per quanto riguarda l’onere finanziario dei finanziamenti reperiti autonomamente dall’impresa, si condivide l’ipotesi di far riferimento ad un tasso di interesse medio di riferimento? Motivare la propria risposta ed eventuali soluzioni alternative. Si ritiene che tale ipotesi sia condivisibile.
Q43. Con riferimento alle immobilizzazioni al cui onere finanziario non si applica lo scudo fiscale, quali obiezioni esistono al riconoscimento di una maggiorazione del rendimento dei titoli di Stato per intercettare la maggior rischiosità del servizio? E’ condivisibile differenziare tale maggiorazione tra i diversi servizi che compongono il SII?
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Q44. Di quale entità dovrebbe essere tale maggiorazione, fermo restando che il servizio in oggetto (in quanto servizio regolato, svolto in condizioni di monopolio naturale) è un servizio a rischiosità molto bassa, e pertanto dovrà essere sensibilmente inferiore al premio che, mediamente, viene riconosciuto dal mercato mobiliare? Motivare le proprie risposte.
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Q45. Quale si ritiene possa essere un riferimento del rapporto CS/CnS adeguato a rappresentare la struttura finanziaria ottimale (cioè quella che minimizza il costo del debito) per il settore idrico? Motivare le proprie indicazioni.
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Q46. Si concorda con l’impostazione illustrata per valutare il tasso di interesse da riconoscere come onere finanziario ai rispettivi gestori? Quali soluzioni alternative possono essere proposte nel rispetto del risultato referendario? Motivare le proprie osservazioni. -----------------------------------------
Q47. Quali difficoltà si possono presentare con riferimento alla metodologia proposta?
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Q48. Si ritiene condivisibile riconoscere un onere finanziario aggiuntivo, a copertura del rischio dell’attività aziendale? In caso di risposta affermativa, di quale entità dovrebbe essere tale onere aggiuntivo, fermo restando che, al limite, il suo valore dovrebbe essere nullo a fronte di un finanziamento a fondo perduto che coprisse l’intero investimento? In caso affermativo, l’ipotesi, prospettata dall’Autorità, può essere condivisa? e in questo caso, quale valore di b ritenete sia
più idoneo per rappresentare la rischiosità del SII? Motivare le proprie risposte.
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Q49. L’Autorità ritiene che la prima opzione, per semplicità applicativa e certezza regolatoria, sia preferibile. Si concorda con tale ipotesi? Si ritiene che, tuttavia, data la situazione eccezionale vissuta in questo periodo dai mercati finanziari, il valori utilizzati per determinare il parametro OFi debbano essere rivisti con periodicità più frequente (ad esempio, su base biennale, ciò che sarebbe coerente con la proposta descritta successivamente di adottare una metodologia-ponte sino a tutto il 2013); si concorda con tale ipotesi? Motivare la propria risposta. -----------------------------------------
Q50. Si condivide la metodologia di valorizzazione dei tassi a copertura del costo finanziario ed di copertura del rischio, in caso di mancanza delle informazioni? Quale altra metodologia potrebbe essere applicata? Motivare le proprie risposte.
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Q51. Si condivide la necessità di prevedere un meccanismo che induca il gestore al rispetto degli investimenti programmati? Quale meccanismo alternativo rispetto a quello proposto potrebbe essere adottato? Si condivide l’esigenza di prevedere un meccanismo di controllo del rispetto degli investimenti
programmati ma non senza tenere in conto i fattori esogeni che spesso condizionano i tempi di
realizzazione delle opere (autorizzazione degli Enti, fallimenti delle imprese aggiudicatrici etc.).
Q52. Si condivide la necessità di privilegiare alcuni investimenti in specifiche tipologie di impianto? Quali investimenti si ritengono prioritari? Gli investimenti da privilegiare dipendono dalle singole specificità territoriali; nel caso dell’ATO 3
Campania gli investimenti prioritari sono senz’altro quelli relativi al collettamento e alla riduzione
delle perdite anche in relazione alla fatiscenza delle reti idriche.
Q53. Si condividono le categorie di cespite e le relative vite utili proposte dall’Autorità per il servizio idrico?
Vite utili così elevate rischiano di restituire Piani d’Ambito non bancabili a causa di valori residui a
fine concessione troppo elevati e non compatibili con i parametri richiesti attualmente dagli istituti
bancari.
Q54. Si condivide l’ipotesi di calcolare la quota d’ammortamento con riferimento al valore del cespite al lordo di eventuali contributi? Motivare la propria risposta
Si condivide l’ipotesi di riconoscere il valore del bene indipendentemente dai contributi che il
gestore riesce a reperire.
Q55. Si concorda con le proposte dell’Autorità, in tema di applicazione tariffaria, in relazione ai casi di mancato invio delle informazioni (ferme restando eventuali procedure per inadempienza)? Si concorda con l’Autorità
Q56. Quali indicatori di coerenza potrebbero essere utilizzati per validare i dati inviati? L’Autorità ritiene che questa analisi di validazione possa essere svolta dalle AATO. Si concorda con questa ipotesi? Motivare le proprie posizioni.
Si ritiene che l’analisi di validazione possa essere svolta anche dalle nuove AATO laddove siano
presenti specifici profili professionali in materia di contabilità civilistica e regolatoria e che le
modalità di analisi vengano proceduralizzate dall’Autorità.
Q57. Per quale tipologia di consumi, si ritiene che il valore del volume prelevato dal sevizio di acquedotto non rappresenti un indicatore accettabile per i servizi di fognatura e/o depurazione? Quali soluzioni si potrebbero adottare in questi casi? Il volume prelevato dall’acquedotto = volume scaricato e/o trattato sembra essere adatto a tutte
le tipologie di consumi. Per i servizi erogati alle attività produttive si ritiene che si debba prevedere
una specifica regolamentazione, preferibilmente sulla base di linee guida emanate dall’Autorità,
relativamente alle modalità di misurazione dei volumi autoprodotti e scaricati in fognatura ed
avviati alla depurazione, le agevolazioni tariffarie per il riuso della risorsa, la corretta applicazione
del principio “chi inquina paga” con riferimento alle variazioni qualitative ammissibili entro range
prestabiliti, ovvero nel caso di eventuali superamenti dei limiti autorizzativi.
Q58. Si condivide l’opportunità di mantenere esplicitata in bolletta la distinzione tra servizi di acquedotto, fognatura e depurazione? Si condivide che occorra mantenere esplicitata in bolletta la distinzione tra servizi di acquedotto,
fognatura e depurazione
Q59. Si condivide l’opportunità di mantenere la distinzione tra quote fisse e quote variabili da applicare alla clientela finale? e quale peso dovrebbe essere loro assegnato? Motivare le proprie risposte. Si condivide l’opportunità di mantenere una quota fissa a garanzia delle copertura dei costi fissi di
gestione dell’utenza.
Q60. Si condivide l’ipotesi di inserire una struttura tariffaria a scaglioni per tutte le tariffe di acquedotto, ivi comprese quelle industriali e agrozootenciche, ed escluse le interconnessioni tra reti? Motivare le proprie risposte. Si condivide una struttura tariffaria a scaglioni per la sola componente acquedotto, riservando la
tariffa agevolata alle sole famiglie numerose ed ai soggetti economicamente svantaggiati, con
meccanismo analogo a quello utilizzato per l’energia elettrica e il gas, su base regionale; la tariffa
base dovrebbe coprire i costi ordinari mentre gli scaglioni di eccedenza dovrebbero finanziare le
fasce agevolate e le componenti aggiuntive necessarie alla perequazione ed agli effetti delle
perdite commerciali;
Q61. Quali tipologie di clientela si ritiene utile distinguere?
Attualmente la nostra articolazione tariffaria, che si ritiene condivisibile, distingue le seguenti
tipologie di utenza:
- Domestica residente
- Domestica non residente
- Non domestico (usi diversi - Commerciale/produttiva/artigianale/agricola)
- Forniture temporanee
- Subdistributori
- Allevamento
- Pubblica
- Non potabile
Q62. Quali flussi risultano difficilmente misurabili? e quali algoritmi potrebbero essere utilizzati per la loro valorizzazione?
Risultano difficilmente misurabili i flussi derivanti:
- dai contatori interni alle proprietà private;
- acque meteoriche di dilavamento delle superfici delle aree produttive;
- scarichi prodotti da utenze con fonti di approvvigionamento autonomo.
Per il secondo caso si ritiene che occorra introdurre algoritimi di valutazione dei volumi per la
fatturazione dei servizi di collettamento e trattamento delle acque di prima pioggia e delle acque
meteoriche di dilavamento delle superfici delle aree produttive, basati su gli indici di
precipitazione media, sulla destinazione e comunque stabiliti dall’Autorità. Per il terzo caso
bisognerà prevedere l’obbligo di installazione di misuratori alle fonti e agli scarichi, in mancanza di
questi ultimi, ai fini della fatturazione si userà il volume di acqua prelevata.
Q63. Quale soluzione si ritiene sia più funzionale al perseguimento dell’obiettivo di agevolare le fasce socialmente disagiate? Quali fasce di clienti finali si ritiene debbano essere salvaguardati? Motivare le proprie risposte.
Sembra condivisibile l’idea di introdurre un sistema di bonus del tipo di quello del settore
dell’energia anche per il servizio idrico prevedendo un sistema di accesso all’agevolazione tariffaria
simile a quello riportato al punto 6.79.
Il parametro ISEE sembra essere un sistema adatto all’individuazione delle fasce sociali
svantaggiate.
Q64. Nello specifico, l’adozione di provvedimenti che contemplino il concetto di “minimo vitale” anche in una prospettiva, più generale, di escludere tali livelli di consumo dalla copertura di alcuni costi, è condivisibile? Quale potrebbe essere il livello di consumo vitale riconosciuto?
Non si ritiene il concetto di minimo vitale un concetto equo in quanto tutte le utenze
indiscriminatamente trarrebbero un vantaggio vedendosi riconosciuto un quantitativo non
tariffato in modo indistinto e generalizzato a prescindere dalla propria condizione sociale.
Q65. Si ritiene che la possibilità di prevedere bonus per utenze disagiate sulla base del livello ISEE e della numerosità famigliare, come quello già operativo per le forniture energetiche, possa più efficacemente rispondere alla finalità di salvaguardare le utenze economicamente disagiate? In questo caso, prevedere condizioni di ammissione all’agevolazione uniformi a livello nazionale o, al massimo regionale, appare una limitazione eccessiva? Motivare le proprie proposte. Si concorda sul bonus e sulla regolamentazione con criteri almeno regionali.
La proposta è condivisibile ed è già adottata nel nostro ATO; per le condizioni di ammissione si
ritiene che il livello debba essere regionale.
Q66. Ove la nuova metodologia tariffaria comportasse una discontinuità nei valori delle tariffe applicate all’utente finale, si ritiene utile prevedere un meccanismo di gradualità per adeguare il valore delle tariffe a quello corrispondente alla nuova metodologia? Dopo quale soglia di discontinuità dovrebbe scattare tale meccanismo? Una durata del transitorio pari a quella di un periodo regolatorio appare sufficiente? Motivare le proprie risposte. Si concorda con il meccanismo di gradualità, e si ritiene che la durata non debba essere superiore
comunque a quella di un periodo regolatorio.
Q67. Il servizio di misura rappresenta un elemento di criticità? quali risultano essere eventualmente, gli aspetti più critici?Motivare le proprie risposte. Il servizio di misura rappresenta di certo una forte criticità. In particolare una delle maggiori
criticità che influisce sia sulle perdite tecniche che su quelle commerciali, è rappresentata dalla
ubicazione dei punti di misura, spesso localizzati in proprietà privata inaccessibile da parte del
gestore. Ciò comporta:
- difficoltà di eseguire le semplici operazioni periodiche di lettura dei misuratori, con la
necessità di dover procedere, anche per lunghi periodi, a fatturazioni a stima in acconto e
conseguenti problemi di disallineamento dei consumi fatturati rispetto a quelli effettivi,
nonché difficoltà di cattura dei picchi stagionali di consumo;
- facilità, per i clienti, di rifiutare l’accesso al gruppo di misura ed impedire la corretta
fatturazione dei consumi e la manutenzione del misuratore;
- conseguente impossibilità, nei frequenti casi di accesso negato da parte del cliente, di
attuare le procedure di installazione/sostituzione del misuratore e/o di
sospensione/riduzione del servizio per morosità;
- difficoltà di monitoraggio delle perdite e delle manomissioni relativamente ai tratti
compresi tra la presa ed il misuratore, per i tratti di allaccio che si sviluppano su proprietà
privata, con possibili conseguenze anche sulla qualità dell’acqua erogata e continui
contenziosi per danni emergenti dalla manutenzione delle reti in proprietà privata.
Q68. Quali strumenti, oltre a quelli sopra riportati o in alternativa ai medesimi, potrebbero essere adottati per favorire una maggior efficienza del servizio? Occorre programmare a breve investimenti tesi alla revisione degli allacci, al fine di posizionare i
misuratori in coincidenza con i punti di consegna ai limiti della proprietà privata, in luogo
accessibile al Gestore, finalizzati alla riduzione delle perdite tecniche e commerciali ed alla lotta
alla morosità.
Q69. Si ritiene che un servizio di misura svolto da un soggetto terzo rispetto ai gestori, possa essere una soluzione efficace? Non è auspicabile tale soluzione in quanto l’attività di lettura è strettamente correlata
all’ottenimento di un flusso costante dei ricavi tariffari e costituisce un elemento del core-business
dell’attività del gestore rispetto al quale è opportuno salvaguardare l’esigenza di una sua
autonoma organizzazione operativa.
Q70. Quale ruolo potrebbe essere svolto dalle AATO per favorire l’efficientamento del servizio di misura?Motivare la propria risposta. Le AATO potrebbero prevedere, eventualmente, specifici obblighi, nei regolamenti del SII, di
ubicazione dei misuratori ai limiti di proprietà ed eventuali forme di contribuzione/anticipazione, a
carico della tariffa, per la trasformazione degli impianti privati al fine di conseguire quanto previsto
al punto precedente; inoltre potrebbero promuovere sinergie tra i diversi gestori dei sistemi a rete
(energia, gas, acqua) che operano sulle stesse utenze per il servizio di lettura e/o di telelettura e
potrebbero, infine, prevedere riduzioni tariffarie (corrispondenti al costo evitato di lettura) per
coloro che trasmettono periodicamente le autoletture al gestore, fermo restando la necessità di
effettuare periodicamente rilevazioni dirette da parte del gestore, così come potrebbero
prevedere riduzioni corrispondenti ai costi evitati di spedizione per chi aderisce alla spedizione
delle bollette a mezzo email.
Q71. Si condivide la lista di informazioni minime individuata dall’Autorità? È possibile individuarne altre? Se sì, quali? Si ritiene l’elenco esaustivo.
Q72. Si ritiene che la presenza, anche nelle bollette del servizio idrico, di un quadro sintetico e di un quadro di dettaglio possa agevolarne la lettura? Si condivide quanto proposto.
Q73. Con quali modalità è possibile evidenziare con maggiore efficacia l’andamento dei consumi?
Con un grafico riportante l’andamento dei consumi giornalieri fatturati nell’ultimo anno.
Q74. Si ritiene utile prevedere che il gestore debba mettere a disposizione un glossario dei principali termini che riguardano il servizio?
Si, sul suo sito istituzionale e magari attraverso locandine affissa presso i propri sportelli.
Q75. Si condividono le tempistiche individuate per implementare le regole in tema di trasparenza dei documenti di fatturazione?
Un anno potrebbe essere il tempo necessario se si tiene conto anche della parte di progettazione
grafica e per l’iter di approvazione da parte delle AATO.
Q76. Si condivide la necessità di prevedere un set di condizioni contrattuali minime migliorabili dai gestori? quali aspetti del rapporto contrattuale dovrebbero essere regolati?
Si ritiene necessario definire univocamente sul territorio nazionale:
- regole omogenee per la necessaria forma di garanzia contrattuale che il cliente deve
fornire al gestore, attraverso la definizione di un anticipo dei consumi che deve essere
versato all’atto della contrattualizzazione e deve essere periodicamente aggiornato sulla
base dei consumi effettivi valorizzati con le tariffe vigenti;
- regole standard per la lotta alla morosità, con riferimento alle modalità di sollecito,
preavviso di riduzione/sospensione della fornitura, applicazione di penalità, costi di
riscossione, interessi moratori, criteri di rateizzo e modalità di copertura finanziaria (ad es.
possibilità di intervento di istituti di credito che assumano funzioni di pooling del rischio
incassi per il settore e che possano anticipare al Gestore i piani di rateizzo sottoscritti
mediante applicazione di tassi dilatori agevolati per i Clienti);
- regole e procedure standard per la fatturazione dei consumi anomali conseguenti a perdite
post contatore, prevedendo, ad esempio, forme obbligatorie dei clienti di adesione ad
apposite polizze assicurative da negoziare a cura delle nuove AATO per l’intero ambito
tariffario;
- definire regole standard per la lotta all’abusivismo (penali, algoritmi di attribuzione dei
consumi pregressi, ecc...);
- Letture dei contatori e modalità di calcolo dei consumi, anche in assenza di lettura;
- Periodicità di fatturazione (diversamente articolate in base ai consumi).
1. LA TARIFFA TRANSITORIA
Q77. Con riferimento alla determinazione della tariffa transitoria l’Autorità ritiene preferibile l’ipotesi di determinare il valore dei corrispettivi futuri scontando il valore degli importi da conguagliare. Si concorda con tale preferenza? Motivare opinioni differenti. Si ritiene che la tariffa transitoria debba essere tempestivamente applicata in modo da garantire
l’equilibrio economico-finanziario della gestione, tenendo conto anche dei conguagli tariffari
accumulati nel periodo pregresso, con criteri di gradualità da applicarsi nel periodo regolatorio. Si
ribadisce che il problema dei conguagli tariffari rappresenta per la nostra gestione uno dei
problemi fondamentali che la tariffa transitoria dovrà risolvere infatti si ritiene che soprattutto
dovranno essere sistemate le problematiche inerenti lo scostamento tra i ricavi garantiti e il
fatturato di competenza, che come rappresentato nel quesito n. 13, nel nostro ambito ammonta
ad euro 136.308.495,55 ed è relativo agli anni riportati in tabella:
Anno Importo (€)
ante 2006 204.769,99
2006 11.810.558,63
2007 21.117.112,90
2008 42.475.130,20
2009 34.100.445,18
2010 26.600.478,65
Totale 136.308.495,55
Q78. Si concorda sull’opportunità che la metodologia transitoria mantenga una differenziazione in ragione delle diverse metodologie/criteri tariffari precedentemente in vigore?
Si, si concorda
Q79. Quali altre voci di bilancio, si ritiene, debbano essere prese in considerazione per valutare i costi su cui commisurare le tariffe?
Con riferimento ai costi operativi si ritiene che vadano inserite anche le perdite commerciali previa
verifica che il gestore abbia esperito tutti gli utili e necessari tentativi per la riscossione; per i costi
pubblicitari bisogna distinguere i casi in cui questi sia riferiti a campagna richieste dalle AATO tipo
campagna rivolte al risparmio idrico, alla lotta alla morosità etc.
Q80. Si ritiene che la data del 31 dicembre 2011 a cui riferire le grandezze fisiche sia un riferimento adeguato? Motivare le proprie risposte. Sì, si ritiene che la data del 31 dicembre 2011 possa essere condivisibile purchè ai costi venga
applicata l’inflazione reale e vengano riconosciuti gli eventuali costi aggiuntivi generatisi nel 2012.
Q81. Quali altre variabili fisiche dovrebbero essere prese a riferimento per definire le tariffe, partendo dai costi sostenuti? Sicuramente bisogna tener conto delle grandezza fisiche che rappresentano le infrastrutture
gestite km di rete, n. impianti etc. Inoltre si deve tenere in conto anche il dato relativo alle utenze
del servizio di fognatura e di depurazione.
Q82. Quali sono le variabili rispetto alle quali i gestori sono ingiustificatamente responsabilizzati o, viceversa, quelle per cui i gestori non sono responsabilizzati mentre dovrebbero esserlo? Motivare le proprie risposte.
Alcuni costi operativi su cui è previsto l’efficientamento sono indipendenti dall’azione del gestore
ma dipendono da condizioni esterne e non sono efficientabili direttamente dal gestore (es. energia
elettrica, canoni di concessione, canoni di derivazione, ecc.). Le variazioni della domanda e gli
incrementi previsti non possono essere obiettivi posti in capo al solo gestore, infatti, spesso i
volumi venduti si riducono in seguito ad articolazioni tariffarie che tendono a penalizzare gli
elevati consumi e quindi tali riduzioni non posso essere indice di inefficienze del gestore.
Q83. Si ritiene che, tra i costi da considerare ai fini della metodologia tariffaria transitoria, debbano essere valutati anche i minori/maggiori ricavi conseguiti con le tariffe previgenti? L’Autorità ritiene che tale recupero debba essere limitato temporalmente. Si ritiene corretto che il recupero sia limitato alle partite riferite all’esercizio 2011? Motivare eventuali pareri difformi.
Si ritiene imprescindibile prevedere il recupero dei mancati ricavi relativi agli anni pregressi e non
si può fissare come limite temporale l’esercizio 2011 in quanto come già evidenziato nei quesiti
precedenti nell’ATO n. 3 la situazione dei conguagli è particolarmente preoccupante, dove il
Gestore fin dal 2008 ha segnalato all’AATO l’inadeguatezza dell’articolazione tariffaria che non ha
consentito (né consente) di conseguire le Tariffe Reali Medie fissate nel Piano d’Ambito e ottenere
quindi i ricavi pianificati. L’ammontare complessivo dei conguagli tariffari da recuperare, alla data
del 31 dicembre 2010, è pari ad euro 136.308.495,55 ed è relativo agli anni riportati in tabella:
Anno Importo (€)
ante 2006 204.769,99
2006 11.810.558,63
2007 21.117.112,90
2008 42.475.130,20
2009 34.100.445,18
2010 26.600.478,65
Totale 136.308.495,55
Si precisa che per l’anno 2011 l’Ente d’Ambito aveva finalmente provveduto, con delibera
assembleare n. 5 del 2 agosto 2011, ad articolare la tariffa in modo tale da perseguire
l’allineamento tra il gettito da articolazione tariffaria e il ricavo da TRM fissato con la stessa
delibera pari a 130 milioni di Euro. Tuttavia, tale delibera è stata annullata con sentenza del TAR
Campania – Napoli n. 1809/2012. Di conseguenza l’esercizio 2011, in pendenza della revisione del
Piano d’Ambito, non presenta un ricavo da TRM cui riferirsi con la conseguenza di dover chiudere
il bilancio facendo riferimento al ricavo conseguente alla insufficiente articolazione tariffaria
previgente (ante citata delibera assembleare n. 5/2011) e sulla base dei consumi effettivi
registrati, pari a circa 108 milioni di Euro, con un rilevante divario (-22 milioni di euro) rispetto alla
copertura dei costi.
Q84. Quali metodologie potrebbero essere adottate, per quantificare le eventuali partite
pregresse?
Si ritiene necessario che le AATO quantifichino lo scostamento tra i ricavi garantiti ed i ricavi
realmente fatturati dai gestori, nel caso di inerzia tale attività debba essere condotta dall’AEEG, al
fine di tenerne conto nella valutazione dei corrispettivi futuri.
Q85. Si condivide l’obiettivo di prevedere, a fini regolatori, per i nuovi investimenti, una valorizzazione basata su criteri di costo efficiente? Si ritiene che, nell’ambito della metodologia transitoria, ci si possa limitare a prevedere la certificazione da parte del Gestore dell’efficienza del costo sostenuto per gli investimenti relativi ad opere di valore complessivo superiore ad una predefinita soglia? Se sì, che valore dovrebbe assumere questa soglia?
Si condivide il concetto di costo efficiente e per quanto attiene alla certificazione si propone che
piuttosto che certificare il costo del singolo investimento il gestore possa procedere con una
certificazione relativa alle procedure seguite per l’ottenimento di costi di realizzazione efficienti
(procedure di gara al max ribasso etc. ).
Q86. Con riferimento ai costi operativi, quali sono gli indicatori specifici che potrebbero testimoniare il livello di gestione più o meno efficiente dell’impresa?
Gli indicatori possono essere molteplici ma il valore efficiente non può prescindere da fattori
parametrici funzione delle caratteristiche del territorio servito.
Q87. Quali obiezioni esistono, rispetto al trattamento proposto dei canoni degli Enti locali?
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Q88. Quali ulteriori considerazioni si intende evidenziare rispetto alla proposta di metodologia ponte sopra esposta? Motivare le proprie considerazioni.
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Q89. Quale altra metodologia alternativa può essere proposta per le gestioni ex CIPE? Motivare la propria proposta.
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Q90. Quali driver potrebbero essere individuati per caratterizzare i costi del SII, soprattutto di dimensioni contenute, come dovrebbero essere le gestioni regolate sulla base del previgente metodo CIPE?
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Q91. Si ritiene condivisibile l’orientamento dell’Autorità esposto nel precedente paragrafo in ordine agli effetti della nuova tariffa sulle convezioni in essere e sugli investimenti già avviati o effettuati? Motivare la propria risposta. -----------------------------------------