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da sapere

DI ANDREA DI TURI

n’ora vale un’ora. Quello checonta, infatti, è il tempoimpiegato per effettuare un

dato lavoro o servizio, non il tipo dicompetenze o di saperi coinvolti. Èquesto il principio fondamentale sucui si basano le banche del tempo(Bdt). Un principio che contienequalcosa di antico e sapiente, e allostesso tempo rivoluzionario, speciese letto nel contesto di una societàdove quasi tutto, ormai, vienevalutato in senso solo economico. Eche forse spiega come questa realtà,pur restando di nicchia, stiacrescendo proprio in periodo dicrisi, evidentemente perché capacedi intercettare i bisognifondamentali delle persone, inparte economici ma soprattuttosociali, di relazione.

Come nasce una BdtUna banca del tempo è un gruppodi persone che decide di mettere a

Udisposizione il proprio saper fareper scambi reciproci di piccolilavori o servizi, regolati conpagamenti non in denaro ma inore: quando si offrono, le ore sipossono depositare sul proprioconto; quando si ricevono, le sipaga con assegni della banca inaltrettante ore sonanti. Diffuseormai a centinaia su tutto ilterritorio italiano, in prevalenza nelCentro-Nord, le Bdt generalmentenascono in modo autonomo, informa di associazione dipromozione sociale o culturale.Non di rado, però, a promuoverlesono gli enti locali, in primis iComuni: di "banche dei tempi", adesempio, si parla espressamentenella legge n.53/2000 sui congediparentali (art. 27), dove si dice chegli enti locali possono sostenerne epromuoverne la costituzione. Ma adavviare una Bdt possono ancheessere associazioni più grandi,organizzazioni sindacali e ancheparrocchie, alle cui strutture le

banche solitamente si appoggianoper la sede e l’utilizzo diattrezzature.

La dimensione sociale Barattare piccoli lavori e servizi chealtrimenti si dovrebbero acquistareo sbrigare da soli ha certamente unrisvolto economico, apprezzabilesoprattutto nei momenti di crisi.Ma a prevalere nella filosofia delleBdt è senz’altro la dimensionesociale, che ne costituisce il veromotore. La loro proposta, dunque,configura un altro modello socio-economico possibile. «In questoperiodo di crisi molte persone sisono avvicinate alle Bdt, non soloper una questione di redditi o diperdita di posti di lavoro, maperché sono dei luoghi diaggregazione e di crescita comune».A dirlo è Marialuisa Petrucci,presidente dell’Associazionenazionale delle banche del tempo,che a fine maggio a Roma terrà ilsuo convegno nazionale. Tema:

come le Bdt possono interagirenella lotta alla povertà eall’esclusione sociale. «La banca deltempo – prosegue – è un supportoalla perdita di identità sociale e alladepressione, spesso collegate aiproblemi finanziari e di lavoro: èuna rete leggera di relazioni dovenon c’è competizione e in cui trovila dimensione di te stesso».L’associazione, nata nel 2007, haanche promosso un protocollod’intesa con Comuni, Province eRegioni per la costituzione di unarete delle amministrazioni localiamiche delle Bdt.

Piccoli servizi di grande utilitàMa cosa si scambia nella banche deltempo? Le ore barattate riguardanoun’ampia gamma di attività, che sipossono suddividere in due grandiaree: da una parte, quelle cheriguardano in generale la vitaquotidiana, comeaccompagnamenti per visite o perfare la spesa, cura dei bambini e

degli anziani, disbrigo di praticheburocratiche, servizi domestici(stirare, piccole riparazioni, curadelle piante). Dall’altra, attivitàcollegate allo scambio di saperi cheuna persona possiede: unatraduzione contro un orlo dei jeans,insegnare adusare computer einternet in cambio di un corso dicucina o di falegnameria. Se fino apoco tempo fa, poi, eranosoprattutto anziani e pensionati arivolgersi alle Bdt, in largamaggioranza donne, ora stannoarrivando anche i giovani, adesempio gli studenti universitari. Èil caso della Bdt de La Sapienza, aRoma, e di quella dell’Università diTaranto, aperta da poco. «Èun’esperienza – dice Petrucci – chefa crescere i giovani, che sentono unforte bisogno di relazione, speciechi viene da fuori sede. Nellabanche del tempo ti rendi contoche la tua esperienza, quello che haiaccumulato, può servire aqualcuno: che tu sei utile».

ostituire una Bdt èabbastanza sempli-ce. Di solito prendo-

no la forma di associazio-ni di promozione sociale oculturali. Serve, quindi, unostatuto e un regolamentoche definisca organi e fun-zionamento della Bdt e in-dividui la sede associativa.Dopo essersi dotati di com-puter, stampante e numerodi telefono, bisogna predi-sporre i materiali necessa-ri, come i libretti di assegnicon cui i soci possono pa-gare e depositare le ore o letessere associative. Occorreanche organizzarsi per te-nere la contabilità delle o-re e dei conti personali, adesempio con un softwarespecifico, e gestire le ri-chieste in base alle compe-tenze/saperi dei singoli so-ci. Generalmente l’iscrizio-ne a una Bdt comporta ilpagamento, stavolta in de-naro, di una quota associa-tiva annuale di pochi euro,comprensiva di coperturaassicurativa.

Su internet● Associazione naziona-le delle Banche del tempohttp://bdtitalia.altervista.org● TempomatOsservatorio nazionaledelle Banche del tempowww.tempomat.it● Banchetempo-flashwww.banchetempo-flash.it● Banche del tempo di Romawww.banchedeltempodi-roma.it● Banche del tempodell’Emilia Romagna www.regione.emilia-roma-gna.it/banchedeltempo● Coordinamento anche del tempodi Milano e provinciawww.banchetempo.mila-no.it● Rete trentinaBanche del tempowww.banchetempo.tn.it

C

a Banca del tempodi Alì Terme(Messina) nel

2007 ha tenuto abattesimol’Associazionenazionale delle Bdt eogni anno organizzauna festa-convegno diinizio estate,appuntamentoirrinunciabile per tuttele Bdt italiane. «Siamonati nel ’97, quasi pergioco – dice la presidente, Nina DiNuzzo, pasionaria del movimentoe vice-presidente dell’Associazionenazionale (l’altra vice-presidente èGrazia Pratella, delCoordinamento della Bdt diMilano e provincia). Ora ha 80soci, che scambiano soprattuttolavori di cucito, passaggi inmacchina, preparazione diconserve e lezioni di computer».Effetti della crisi? «Ha aumentatola solitudine nelle persone –risponde Di Nuzzo – e la Bdt fa daantidoto». Ciò spiega, almeno inparte, come mai siano sbocciate in

Sicilia in pochi mesibanche del tempo aPalermo, Catania,Messina. In provincia diMilano, invece, hannodeciso di mettere insiemele forze le Banche deltempo di PeschieraBorromeo (madre),Pantigliate e Paullo(filiali), raggiungibiliinsieme dal sitowww.scambioiltempo.it,

attraverso cui gestisconoscambi di ore ed eventi. «APantigliate – dice Evanna Davò,coordinatrice della filiale –abbiamo 30 iscritti, di cui 20 donne,per metà persone che lavorano. Nelprimo anno, anche con l’aiuto delComune, abbiamo fatto soprattuttoattività di promozione, ad esempionelle scuole. Un progetto di grandesuccesso è stato realizzato assieme aun’associazione di genitori, con cuiabbiamo organizzato un servizio perinsegnare agli anziani l’utilizzo delcomputer». Storie di (stra)ordinariocoinvolgimento.

(A.D.T.)

L

EMILIA-PUGLIA Sede in parrocchiae un social network per incontrarsi

SICILIA-LOMBARDIA Nate per giocodiventano utili per battere la solitudine

i siamo costituti nelmarzo 2008, ora abbiamo34 soci, equamente divisi

fra donne e uomini, a differenzadella media nazionale». CamillaMarenzoni è uno dei socifondatori e attuale presidente dellaBanca del tempo di Momo aFidenza, nel cuore di quella terra,l’Emilia Romagna, che ha dato inatali agli inizi degli anni ’90 alleprime Bdt italiane, a Parma (aopera della Uil pensionati) e aSant’Arcangelo di Romagna. «InRegione – prosegue – tutte le Bdtsono sostenute, con un contributoannuale di 800 euro per lapromozione e in termini dicoordinamento e progettazione»,

perché figurano fra gli strumentiatti a una migliore conciliazionevita-lavoro. Nel caso di Fidenza, «lanostra banca è nata da un gruppodi famiglie della parrocchia di S.Giuseppe lavoratore, dove ciincontriamo, e fra i soci c’è anche ilnostro parroco don FeliceCastellani, molto aperto ad attivitàinnovative». Sempre nel 2008 èpartita la Bdt di Bari, che oggiconta 150 correntisti, al 65%donne, e il cui gruppo promotore èinteramente al femminile: «Il cuoredell’associazione è l’accoglienza –dice la presidente, Serafina Gelao,che da anni è attiva nel mondodell’associazionismo –. A noi sirivolge in questo periodo moltagente che rimane senza lavoro, over50 ma anche giovani». E proprio ilgruppo dei giovani soci ha attivatoda un paio di mesi il sito di socialnetwork della banca(http://bancadeltempobari.ning.com), «molto funzionale –sottolinea – perché diventa unmezzo per incontrarsi di persona,non per restare su internet».

(A.D.T)

Le Banche del tempoaccrescono l’attivitàMolte personestanno riscoprendoil valore socialedi metterea disposizioneil proprio saper fareper scambi reciprocidi piccoli lavorio serviziTra i «clienti» non soloanziani e pensionati,ma anche universitari

IN ITALIAPiù diffuse al NordDonne in maggioranza

er promuovere e monitorare la diffusione del-le banche del tempo, nel 1995 era nato Tem-pomat, l’Osservatorio nazionale sulle Bdt. Nel

2002 aveva interrotto l’attività, ma il testimone è sta-to preso dalla Bdt di Guspini, in Sardegna, che conti-nua a offrire un servizio d’informazione.«Nell’ultimo trimestre del 2009 – dice Daniela Du-cato, coordinatrice della Bdt di Guspini, che aggre-ga oltre 800 soci – le banche del tempo realmente o-perative erano 305, con 360 sportelli sparsi su tutto ilterritorio italiano». La Regione che ne conta di più èla Lombardia (un’ottantina), seguita da Piemonte, La-zio, Emilia-Romagna. Il fenomeno è un po’ meno pre-sente nel Meridione. «D’altronde al Sud – prosegueDucato – si vive una situazione di maggiore solida-rietà tra vicini di casa, di maggiore scambio. Quelladelle banche del tempo è un’economia di relazione,che corre su un binario parallelo all’economia mo-netaria. Ma se le si restituisce importanza, ridimen-sionando quella del denaro, può aiutare a creare op-portunità di lavoro».Il mondo delle banche del tempo è fortemente tintodi rosa. In larga maggioranza i correntisti, infatti, so-no donne, soprattutto di mezza età e anziane, ma an-che giovani mamme. Forse perché le donne hanno u-na superiore abilità in alcuni dei lavori e servizi chevanno per la maggiore fra gli scambisti di ore, comel’auto-produzione alimentare (pane, marmellate, con-serve, dolci). Ma forse anche per via del fatto che so-no più capaci di dichiarare le loro debolezze e quin-di chiedere aiuto, aspetto fondamentale per animareuna banca del tempo.«Una delle regole per chi intende rivolgersi a una ban-ca del tempo è prima chiedere, poi dare. Perché è ilchiedere che mette in moto il dare dell’altro, a gene-rare una risposta», spiega Luigi Tomasso, che si muo-ve da anni fra le banche del tempo di Milano e pro-vincia, compresa la Bdt di Milano Centro storico, cheogni anno vede circa 7-8mila ore scambiate fra i suoisoci e per la sede si appoggia all’associazione Chia-maMilano promossa da Milly e Massimo Moratti.Tomasso cura il documentatissimo sito Banchetem-po-flash (vedere box), con collegata newsletter (4milaiscritti), che offre un quadro dettagliato e aggiornatodel fenomeno. Un punto di osservazione privilegia-to per capire, per esempio, l’impatto prodotto dallacrisi. «Sicuramente ora c’è più attenzione – afferma To-masso, di cui si può trovare sul sito di Youtube il vi-deo del servizio che gli ha dedicato di recente la tra-smissione Striscia la notizia – e in quest’ultimo annoe mezzo si sono avvicinate persone che appartengo-no a una fascia d’età che in genere non partecipa mol-to al mondo dell’associazionismo. Alcune sono venuteda noi proprio spinte dalla crisi, come chi è andatoin mobilità, in cassa integrazione o in pre-pensiona-mento, che ha cominciato a frequentarci e a fare scam-bi». E probabilmente a sentirsi, nonostante tutto, an-cora utile.

Andrea Di Turi

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èlavoroDirettore responsabileMARCO TARQUINIO

VicedirettoreTiziano Resca

A cura diFrancesco Riccardi

(responsabile)

Maurizio Carucci

Comitato scientificoGuido Baglioni,

Giuliano Cazzola, Lorenzo Ornaghi,

Michele Tiraboschi(coordinatore)

In collaborazione con: AdaptCentro Studi Internazionali e Comparati “Marco Biagi”

Università di Modena e Reggio Emilia

Progetto graficoAurelio Candido

Per contattarci:lavoro@avvenire.itPiazza Carbonari 3,

20125 Milano Tel. 02/6780.461

mercoledì 3 febbraio 20102

Lo scambiosenza crisi

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➥ SERAFINA GELAO E IL SUO GRUPPO

➥ NINA DI NUZZO