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PREMIO STREGA 2015 LXIX EDIZIONE
Le schede dei libri, le note biografiche degli autori, le presentazioni degli Amici della domenica
in un tweet.
Vinicio Capossela IL PAESE DEI COPPOLONI Feltrinelli “Da dove venite? A chi appartenete? Cosa andate cercando?” Così si chiede al viandante-‐narratore nelle terre dei padri. Il viandante procede con il passo dell’iniziato, lo sguardo affilato, la memoria popolata di storie. E le storie gli vengono incontro nelle vesti di figure, ciascuna portatrice di destino, che hanno il compito di ispirati accompagnatori. Luoghi e personaggi suonano, con i loro “stortinomi”, immobili e mitici, immersi in un paesaggio umano e geografico che mescola il noto e l’ignoto. Scatozza “domatore di camion”, Mandarino “pascitore di uomini”, la Totara, Cazzariegghio, Pacchi Pacchi, Testadiuccello, Camoia, la Marescialla: ciascuno ragguaglia il viandante, ciascuno lo mette in guardia, ciascuno sembra custode di una verità che tanto più ci riguarda, quanto più è fuori dalla Storia. Il viandante deve misurarsi, insieme al lettore, con un patrimonio di saggezza che sembra aver abbandonato tutti quanti si muovono per sentieri e strade, sotto la luna, nella luce del meriggio, accompagnati dall’abbaiare dei cani. E poi ci sono la musica e i musicanti. Vinicio Capossela è nato ad Hannover nel 1965. Autore, cantore e compositore italiano, ha scritto Non si muore tutte le mattine (Feltrinelli 2004), In clandestinità (Feltrinelli 2009; con Vincenzo Costantino), Tefteri. Il libro dei conti in sospeso (il Saggiatore 2013). Lo studio dei miti, di Ernesto De Martino e Carlo Levi, la frequentazione appassionata dell’epos omerico e dell’epos popolare, l’influenza di molta letteratura americana (Sherwood Anderson e Melville fra gli altri) hanno rivoluzionato il suo approccio alla musica e alla scena. #premiostrega La lingua del narratore ha il sapore della musica del mondo, una voce universale frutto di una poesia antica, reinterpretata con maestria.
Eva Cantarella #premiostrega Sono storie di personaggi che vengono da lontano e che sembrano ripetere tutti, ma ognuno in maniera diversa: siamo vivi di una vita eterna.
Gad Lerner
Mauro Covacich LA SPOSA Bompiani Due sconosciuti in attesa di sparare durante un safari umano. Un’artista vestita da sposa che attraversa l’Europa in autostop. Un giovane sacerdote, ignaro del suo futuro di papa, in un drammatico corpo a corpo con il desiderio. Gli attentati compiuti nei supermercati da un tranquillo padre di famiglia con la passione per gli esplosivi. Le peripezie di un cuore espiantato, in corsa verso la seconda vita. Un uomo deciso a condividere la casa con un branco di lupi. Fatti realmente accaduti che si fondono a invenzioni folgoranti e brevi digressioni autobiografiche, come la lezione di frisbee al nipotino, nella quale affiora la dolente sterilità di un’intera generazione che ha rinunciato ai figli per le proprie ambizioni personali. Diciassette storie colme di bruciante amore per la vita, scaturite dai recessi di una normalità spesso, a ben vedere, fenomenale. Mauro Covacich è nato a Trieste nel 1965. Ha scritto diversi libri di narrativa, tra cui: Anomalie (Mondadori 1998), L’amore contro (Mondadori 2001), A perdifiato (Mondadori, 2003) Fiona (Einaudi 2005), Trieste sottosopra (Laterza 2006), Prima di sparire (Einaudi 2008), A nome tuo (Einaudi 2011) e L’esperimento (Einaudi 2013). È inoltre autore della videoinstallazione L’umiliazione delle stelle (Fondazione Buziol – Einaudi – Magazzino d’Arte Moderna Roma 2010). #premiostrega Il ritmo di questi racconti è quello di un cammino dentro le strade impervie, bellissime e perigliose della vita quotidiana.
Dacia Maraini #premiostrega Alla tambureggiante richiesta di perfezione della prosa breve Covacich sa sempre come rispondere, in quella tensione si trova a proprio agio.
Sandro Veronesi
Elena Ferrante STORIA DELLA BAMBINA PERDUTA e/o Storia della bambina perduta è il quarto e ultimo volume della saga L’amica geniale. Le due protagoniste Lina (o Lila) ed Elena (o Lenù) sono ormai adulte, con alle spalle delle vite piene di avvenimenti, scoperte, cadute e “rinascite”. Ambedue hanno lottato per uscire dal rione natale, una prigione di conformismo, violenze e legami difficili da spezzare. Elena è diventata una scrittrice affermata, ha lasciato Napoli, si è sposata e poi separata, ha avuto due figlie e ora torna a Napoli per inseguire un amore giovanile. Lila è rimasta a Napoli, più invischiata nei rapporti familiari e camorristici, ma si è inventata una sorprendente carriera di imprenditrice informatica ed esercita il suo affascinante e carismatico ruolo di leader del rione. Il romanzo è soprattutto la storia di questo rapporto di amicizia, dove le due donne si scontrano e s’incontrano, s’influenzano a vicenda, si allontanano e poi si ritrovano, si invidiano e si ammirano. Attraverso nuove prove che la vita pone loro davanti, scoprono in sé stesse e nell’altra sempre nuovi aspetti delle loro personalità e del loro legame d’amicizia. Elena Ferrante è autrice dell’Amore molesto (e/o 1991), da cui Mario Martone ha tratto il film omonimo. Dal romanzo successivo, I giorni dell’abbandono (e/o 2002), è stata realizzata la pellicola di Roberto Faenza. Nel volume La frantumaglia (e/o 2003) racconta la sua esperienza di scrittrice. Nel 2006, sempre per e/o, è uscito il romanzo La figlia oscura, nel 2007 il racconto per bambini La spiaggia di notte e nel 2011 il primo volume dell’Amica geniale, seguito nel 2012 dal secondo, Storia del nuovo cognome, e nel 2013 dal terzo, Storia di chi fugge e di chi resta. #premiostrega Non mi interessa se Elena Ferrante esiste o no. Per noi lettori esistono i suoi libri e i suoi personaggi, reali e indimenticabili.
Serena Dandini #premiostrega Candido Elena Ferrante perché la sua assenza pesa più di qualunque presenza. Un nome riempito solo dalle sue parole: questa è la letteratura.
Roberto Saviano
Vins Gallico FINAL CUT Fandango Per affrontare i fallimenti sentimentali ci vuole coraggio. E un grande senso pratico. Lasciarsi non è un affare che riguarda solo il cuore, ma una questione delicata che si chiude con il rito turpe della restituzione. Perché l’eliminazione della persona amata passa dalla rimozione fisica delle sue cose dagli armadi. Senza quel gesto non si può fare spazio, né ricominciare. Il protagonista non sarebbe onesto se non confessasse di aver fondato la Final Cut per una storia andata male. Ma non lo farà, racconterà invece di suo cugino Ludovico che, appena mollato dalla fidanzata, in deficit emotivo, gli ha chiesto una mano per disfarsi degli oggetti di Claudia nel suo appartamento. Una specie di trasloco, che è però un taglio netto. La gente è disposta a pagare pur di non sentire dolore e la Final Cut presta soccorso, mette fine ai rapporti ormai in crisi. Le parole d’ordine sono: assenza di partecipazione, distacco, sospensione di giudizio, imparzialità. E il tariffario cambia in base alle richieste. Final Cut è una commedia che parla di ordine e confusione, è il ritratto parossistico della contemporaneità, è un romanzo che declina i sentimenti e riflette su cosa saremo più in là. Vins Gallico è nato a Melito Porto Salvo (RC) nel 1976. Ha pubblicato Portami Rispetto (Rizzoli 2010) e ha lavorato come consulente e traduttore editoriale. Dirige attualmente la libreria “Fandango Incontro” e fa parte del consiglio direttivo dei Piccoli Maestri.
#premiostrega Vins Gallico sa ragionare sull’amore immerso nella liquidità dei sentimenti al tempo del web.
Renato Minore
#premiostrega Romanzo irresistibile e insieme buffo conte philosophique, intriso d’un pragmatismo che nulla ha a che vedere con il disincanto o il cinismo.
Luca Ricci
Fabio Genovesi CHI MANDA LE ONDE Mondadori Ci sono onde che arrivano e travolgono per sempre la superficie calma della vita. Succede a Luna, bimba albina dagli occhi così chiari che per vedere ha bisogno dell’immaginazione, eppure ogni giorno sfida il sole della Versilia cercando le mille cose straordinarie che il mare porta a riva per lei. Succede a suo fratello Luca, che solca le onde con il surf rubando il cuore alle ragazze del paese. Succede a Serena, la loro mamma stupenda ma vestita come un soldato, che li ha cresciuti da sola perché la vita le ha insegnato che non è fatta per l’amore. E quando uno tsunami del destino li manda alla deriva, intorno a loro si raccolgono altri naufraghi, strambi e spersi e insieme pieni di vita. Quando il dolore arriva a schiacciarli, sarà la vita stessa a scuoterli con i suoi prodigi, sarà proprio il mare che misteriosamente comincerà a parlare. E questa armata sbilenca si troverà buttata all’avventura, on the road tra leggende antiche, fantasmi del passato, amori impossibili e fantasie a occhi aperti, diventando così una stranissima, splendida famiglia. Fabio Genovesi è nato a Forte dei Marmi nel 1974. Ha scritto i romanzi Versilia Rock City (Mondadori 2012) ed Esche vive (Mondadori 2011), tradotto in dieci Paesi tra cui Stati Uniti e Israele, il saggio cult Morte dei Marmi (Laterza 2012) e Tutti primi sul traguardo del mio cuore (Mondadori 2013), diario on the road della sua avventura al Giro d’Italia. Collabora con il “Corriere della Sera” e “Glamour”. #premiostrega Il mare fuori stagione raccontato da chi c’è cresciuto, con calore e una buona dose di comicità nonostante certe curve crudeli del destino.
Silvia Ballestra #premiostrega I dialoghi di Genovesi – esilaranti, musicali – cambiano registro senza disorientarti, ti fanno ridere di schianto e commuovere a tradimento.
Diego De Silva
Nicola Lagioia LA FEROCIA Einaudi In una calda notte di primavera, una giovane donna cammina nel centro esatto della strada statale. È nuda e coperta di sangue. A stagliarla nel buio, i fari di un camion sparati dritti su di lei. Quando, poche ore dopo, la ritroveranno ai piedi di un autosilo, la sua identità verrà finalmente alla luce: è Clara Salvemini, prima figlia della più influente famiglia di costruttori locali. Per tutti è un suicidio. Ma le cose sono davvero andate così? Cosa legava Clara agli affari di suo padre? E il rapporto che la unisce ai tre fratelli – in particolare quello con Michele, l’ombroso, l’instabile, il ribelle – può aver giocato un ruolo determinante nella sua morte? Le ville della ricca periferia barese, i declivi di ogni rapida ascesa sociale, le tensioni di una famiglia in bilico tra splendore e disastro: utilizzando le forme del noir, del gotico, del racconto familiare, scandite da un ritmo serrato e da una galleria di personaggi e di sguardi che spostano continuamente il cuore dell’azione, l’autore mette in scena il grande dramma degli anni che stiamo vivendo. Nicola Lagioia è nato a Bari nel 1973. Ha pubblicato i romanzi Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (minimum fax 2001), Occidente per principianti (Einaudi 2004), Riportando tutto a casa (Einaudi 2009). Dirige “nichel”, la collana di letteratura italiana di minimum fax. È una delle voci di Pagina3, la rassegna stampa quotidiana di Radio3. È tra i fondatori del blog letterario minimaetmoralia.com. È uno dei selezionatori della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Scrive per diversi giornali e riviste. #premiostrega La ferocia è destinato a trovare un posto di rilievo in qualsiasi storia della letteratura italiana degna di questo nome.
Alberto Asor Rosa #premiostrega Leggere è un piacere, una fuga, un riparo, un’illuminazione, una cura. A ogni passo nelle pagine di questo libro l’ho ricordato con esattezza.
Concita De Gregorio
Wanda Marasco IL GENIO DELL’ABBANDONO Neri Pozza Il genio dell’abbandono racconta la vita del più grande scultore italiano fra Otto e Novecento: Vincenzo Gemito. È il romanzo di un’avventura eversiva e donchisciottesca, libro di vertiginosa solitudine e di teatrale coralità sullo sfondo di una Napoli vissuta a contatto coi protagonisti della cultura del tempo. L’autrice prende le mosse dalla fuga dell’artista dalla clinica psichiatrica in cui è ricoverato, e da lì ricostruisce la storia agitata di un “enne-‐enne”, un figlio di nessuno abbandonato sulla ruota dell’Annunziata, il grande brefotrofio del Meridione. Il marchio del reietto lo accompagnerà per sempre, quasi come un segno di divinazione. Il suo apprendistato lo farà nei vicoli, al fianco di un altro futuro grande artista, il pittore Antonio Mancini, suo inseparabile amico che diventerà anche coscienza di Gemito, suo complice totale e infine suo nemico o, meglio: quell’intimo nemico di se stessi che si preferisce trasferire nell’altro. Vedremo così “Vicienzo” entrare nelle botteghe in cerca di maestri, avido di imparare. Vivremo il suo folle amore per la modella Mathilde Duffaud, che ne segna la vita come un sistema dell’erotismo e del dolore, un impasto di eccessi e delusioni che sfociano in una follia tutta “napoletana”. Wanda Marasco è nata a Napoli, dove vive. Diplomata in Regia e Recitazione all’Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, è autrice di romanzi e di raccolte poetiche. Ha ricevuto il Premio Bagutta Opera Prima per il romanzo L'arciere d'infanzia (Manni 2003) e il Premio Montale per la poesia con la raccolta Voc e Poè (Campanotto 1997). Ha lavorato in teatro come regista e autrice. Suoi testi sono stati tradotti in inglese, spagnolo, tedesco e greco. Il genio dell'abbandono è stato finalista alla prima edizione del Premio letterario Neri Pozza. #premiostrega Il “Vicienzo” di Wanda Marasco non è solo protagonista di un’avventura artistica esaltante e dolente: sa farsi metafora di un’intera città.
Francesco Durante #premiostrega In questo romanzo si dice la verità su un momento storico, un uomo, una città; la dice una donna che usa le armi bastevoli della poesia.
Silvio Perrella
Marina Mizzau SE MI CERCHI NON CI SONO Manni Dopo il funerale di Leonardo le due mogli, le figlie, le sorelle, il nipote, il cugino, una zia e alcuni amici si ritrovano insieme, intrecciando il ricordo di lui con barzellette e risate, conflitti e vecchie incomprensioni, equivoci e amori incerti. Il gruppo di famiglia si riunisce nella casa dell’uomo, e poi al bar per l’aperitivo, e poi in trattoria, tra divertenti siparietti e rivelazioni e tenerezze conditi dal gusto dei protagonisti per le parole e, soprattutto, per il cibo. Nel computer, ad ognuno di loro, Leonardo ha indirizzato una lettera in cui rievoca storie e sentimenti della vita con lui e senza di lui. Manca quella per la sua ex allieva, la voce narrante che accompagna il lettore nella giornata, scioglie un rebus, svela ciò che (non) è accaduto con Leonardo. Marina Mizzau è nata a Roma e vive a Bologna, dove per molti anni ha insegnato Psicologia della comunicazione alla facoltà di Lettere e Filosofia e al DAMS. Si è occupata soprattutto di psicologia del linguaggio, della comunicazione e delle relazioni interpersonali, di umorismo e ironia e ha scritto molti saggi su questi argomenti. Ha pubblicato i libri di racconti Come i delfini (Essedue 1988 e Bompiani 1995), I bambini non volano (Bompiani 1992) e Il silenzio dei pesci (Manni 2004). #premiostrega Marina Mizzau ci obbliga a riflettere sull’inconscio registrando con ironia la nostra irrilevante quotidianità, le nostre sfide inconfessate.
Umberto Eco #premiostrega Romanzo conversazione usato in funzione disgregatrice della realtà. Restano la grazia dolente dell’autrice e la sua cocciuta compostezza.
Angelo Guglielmi
Marco Santagata COME DONNA INNAMORATA Guanda Come si può continuare a scrivere quando la morte ti ha sottratto la tua Musa? È questo l’interrogativo che, l’8 giugno 1290, tormenta Dante Alighieri, giovane poeta ancora alla ricerca di una sua voce, davanti alle spoglie di Beatrice Portinari. Da quel momento tutto cambierà: la sua vita come la sua poesia. Percorrendo le strade di Firenze, Dante rievoca le vicissitudini di un amore segnato dal destino, il primo incontro e l’ultimo sguardo, la malìa di una passione in virtù della quale ha avuto ispirazione e fama. È sgomento, il giovane poeta; e smarrito. Ma la sorte gli riserva altri strali. Mentre le trame della politica fiorentina minacciano dapprima i suoi affetti – dal rapporto con la moglie Gemma all’amicizia fraterna con Guido Cavalcanti – e poi la sua stessa vita, Dante Alighieri fa i conti con le tentazioni del potere e la ferita del tradimento, con l’aspirazione al successo e la paura di non riuscire a comporre il suo capolavoro… Marco Santagata è nato a Zocca nel 1947. È scrittore, critico letterario e docente universitario. Tra i suoi numerosi romanzi e saggi, tutti pubblicati da Guanda, Papà non era comunista (il suo esordio nel 1996), Il maestro dei santi pallidi (2002), L’amore in sé (2006) e Voglio una vita come la mia (2008). Marco Santagata è anche il curatore delle opere di Dante nell’edizione Meridiani Mondadori ed è l’autore della biografia Dante, Il romanzo della sua vita (Mondadori 2012). #premiostrega Il romanzo di Santagata si impone subito all’attenzione per il suo respiro strofico e per l’efficacia di uno stile tutto disteso.
Salvatore Silvano Nigro #premiostrega Scaltramente Santagata costruisce un romanzo sull’assenza raccontando Dante e i suoi grandi affetti attraverso l’esperienza della perdita.
Gabriele Pedullà
Clara Sereni VIA RIPETTA 155 Giunti Via Ripetta: una delle strade più centrali di Roma, in quello che è una sorta di triangolo d’oro fra piazza del Popolo, piazza Navona e il Pantheon. Tutto chiaro? No, perché il 155 si trova nel piccolo tratto dopo l’Ara Pacis che tutti pensano appartenga già a via della Scrofa: bisogna spiegarlo bene perfino a chi guida il taxi. Un tratto fuori fuoco nello stradario, e quella che si racconta qui è la storia fuori fuoco degli anni fra il ’68 e il ’77, cominciati all’insegna dell’utopia libertaria e sfociati nel terrorismo prima, e poi nel riflusso del disimpegno, dei manager rampanti. Per i non rassegnati, restava solo il tentativo di portare dentro i gruppi amicali, e qualche volta dentro una famiglia che si pensava “nuova”, la gran massa di elaborazione ideale che via via si era andata producendo. Una storia vista con lo sguardo di chi ha vissuto da vicino molte cose senza mai esserne del tutto al centro, e dunque con la possibilità di testimoniare una memoria non ingabbiata. Ricordi in prima persona di anni raccontati fin qui poco: perché il terrorismo non fu – come molti ritengono – la conclusione logica di quanto il Sessantotto aveva seminato, ma fu invece la sanzione drammatica della sconfitta di molte speranze, un lutto pungente per chi aveva creduto e si era speso per farle germinare. Clara Sereni è nata a Roma nel 1946 e vive a Perugia. Da anni impegnata nel mondo del volontariato, è stata per oltre un decennio presidente della Fondazione Città del Sole – Onlus, che costruisce progetti di vita per persone con disabilità psichica e mentale. Tra i suoi ultimi libri: Eppure (Feltrinelli 1995), Taccuino di un ultimista (Feltrinelli 1998), Passami il sale (Rizzoli 2002), Le Merendanze (Rizzoli 2004), Il lupo mercante (Rizzoli 2007) e Una storia chiusa (Rizzoli 2012). Ha cu-‐rato anche le raccolte di testimonianze e racconti intorno al tema della disabilità e della diversità Mi riguarda (e/o 1994), Si può! (e/o 1996) e Amore caro (Cairo 2009). Dirige per l’editore Ali&no la collana “Le farfalle”. #premiostrega Il referto materiale e quotidiano di una vita può diventare il modo più efficace per raccontare le verità profonde di un’epoca.
Massimo Onofri #premiostrega Via Ripetta è il luogo della gioia e dell’ansia, del bisogno di cambiamento e dell’angoscia di non riuscire a cambiare davvero.
Domenico Starnone
Paolo Zardi XXI SECOLO Neo In un imprecisato futuro del ventunesimo secolo, un uomo percorre le strade di un’Europa assediata dalla crisi e dalla povertà. Vende depuratori d’acqua porta a porta fissando appuntamenti da desolati centri commerciali. Ogni giorno svolge il proprio lavoro con dedizione e rigore avendo come unica ragione di vita sua moglie e i suoi due figli. Che sia un’intera società ad essersi illusa o un singolo individuo, la forza d’urto di una certezza che crolla dipende da ciò che si è costruito sopra. Guardando dritto negli occhi un Occidente in declino, l’autore racconta il tentativo struggente di un marito di capire quali verità possano nascondersi sotto le macerie delle proprie certezze, lo sforzo commovente di un padre di proteggere la sua famiglia quando tutto sembra franare. Un’opera al contempo intima e universale; una domanda fondamentale sull’identità e sulla capacità dell’animo umano di sondarne le profondità più nascoste; il tentativo di comprendere quale significato possano ancora avere, negli anni che ci attendono, la parola “amore” e le sue molteplici forme. Paolo Zardi è nato a Padova nel 1970. Ingegnere, ha esordito nel 2008 con un racconto nell’antologia Giovani cosmetici (Sartorio). Successivamente ha pubblicato le raccolte di racconti Antropometria (Neo 2010) e Il giorno che diventammo umani (Neo 2013), il romanzo La felicità esiste (Alet 2012) e il romanzo breve Il Signor Bovary (Intermezzi 2014). I suoi racconti sono stati pubblicati su “Primo Amore”, “Cattedrale”, “Rivista Inutile” e “Nuovi Argomenti”. È il primo autore italiano ad essere stato tradotto e pubblicato sulla rivista “Lunch Ticket” dell’Università di Antioch (Los Angeles). Cura il blog grafemi.wordpress.com. #premiostrega L’azione si svolge in un futuro lievemente dissonante, metafora di una crisi che il protagonista vive senza rinunciare a un’esile speranza.
Giancarlo De Cataldo #premiostrega Credo che Zardi ami scrivere come baluardo contro la grettezza: che con il romanzo intenda arginare lo stesso grigiore che vi è contenuto.
Valeria Parrella
Zerocalcare DIMENTICA IL MIO NOME BAO Publishing Un romanzo grafico in cui fiction e realtà si intrecciano. Quando l’ultimo pezzo della sua infanzia se ne va, Zerocalcare scopre cose sulla propria famiglia che non aveva mai neanche lontanamente sospettato. Diviso tra il rassicurante torpore dell’innocenza giovanile e l’incapacità di sfuggire al controllo sempre più opprimente della società, dovrà capire da dove viene veramente, prima di rendersi conto di dove sta andando. In Dimentica il mio nome tornano i personaggi e gli amici di sempre, come Secco e ovviamente l’Armadillo, di cui si scopre l’origine. Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech (Arezzo, 1983), ha pubblicato a lungo su fanzine fotocopiate e disegnato locandine di concerti punk hardcore, prendendo parte con i suoi fumetti a un numero sterminato di autoproduzioni nel circuito dei centri sociali. Ha pubblicato con BAO Publishing: La profezia dell'armadillo (2012), Un polpo alla gola (2012), Ogni maledetto lunedì su due (2013) e Dodici (2013). Partecipa all’annuale antologia del fumetto indipendente “Sherwood Comix”, collabora con “Smemoranda”, ha una rubrica mensile a fumetti su “Wired” e pubblica strisce su “Internazionale”. #premiostrega La voce di una generazione che, senza rinunciare alla profondità del sentimento, affronta ogni dilemma interiore con ironia e leggerezza.
Daria Bignardi #premiostrega Zerocalcare riesce a farci sorridere delle bruttezze del mondo disegnando con cura maniacale la crisi esistenziale che stiamo attraversando.
Igiaba Scego