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Dimitri Batani
Dipartimento di Fisica G. Occhialini , Universit di Milano-Bicocca, Milano
PROGRAMMA CORSO DI FORMAZIONE OBBLIGATORIO ANNO 2004
Il rischio da laser: cosa e come affrontarlo; analisi di un problema non
cos lontano da noi
Dimitri Batani
Dipartimento di Fisica G. Occhialini , Universit di Milano-Bicocca, Milano
Caterina Giuliani
Servizio prevenzione e protezione - Settore risorse umane - ufficio formazione
PROGRAMMA CORSO DI FORMAZIONE OBBLIGATORIO ANNO 2004
Il rischio da laser: cosa e come affrontarlo; analisi di un problema non
cos lontano da noi
Applicazioni dei Laser:
Lettori di CD e DVD Fotocopiatrici LaserLettori di codice a barre Show di luci / discotechePointer MicrolavorazioniTaglio di materiali Industria elettronica (litografia)Chirurgia (bisturi laser)Chirurgia dellOcchio Trattamenti estetici (epilazione, rimozione rughe e macchie della pelle,
rimozione tatuaggi)Microscopia (es. confocale, a due fotoni, Raman, ...)Ablazione e deposizione di materialiSpettroscopia Sorgenti di radiazione secondaria (X, UV)Metrologia LIDAR (misure dellatmosfera)Telecomunicazioni in fibra otticaRICERCA
i) cosa e' un laser
ii) rischi da laser
iii) classificazione dei laser
iv) misure di sicurezza
v) un esempio
vi) normative
Piano del corso:
Non e un corso di fisica, ma alcune cose e necessario saperle
Che cosa e un laser 1:
Cio: amplificazione della luce per emissione stimolata di radiazione
c = (velocit = frequenza X lunghezza donda)
Luce e onde elettromagnetiche:
E = h (energia fotone = costante Planck X frequenza)
Luce normale
Che cosa e un laser 2:
Due ingredienti
BASSA DIREZIONALITABASSA MONOCROMATICITABASSA COERENZABASSA POTENZA
ALTA DIREZIONALITAALTA MONOCROMATICITAALTA COERENZAALTA POTENZA
- IL MECCANISMO DI EMISSIONE(Emissione Stimolata vs. Emissione Spontanea)
- LA CAVITA OTTICA RISONANTE
Luce laser
Interazione luce - materia:
COME AVVENGONO LASSORBIMENTO E LEMISSIONE DELLA LUCE DA PARTE DI UN ATOMO (O UNA MOLECOLA)?
LA LUCE VIENE EMESSA E ASSORBITA IN QUANTI DEL CAMPO E.M. (FOTONI)CON ENERGIA CORRISPONDENTE AL SALTO ENERGETICO DEL SISTEMA
LATOMO DI IDROGENO: MODELLO DI BOHR
PROTONE
ELETTRONE
FOTONE
h = E = E
Due modi per emettere la luce:
EMISSIONEINCOERENTE
EMISSIONE SPONTANEA
EMISSIONE STIMOLATA
LATOMO IN UNO STATO ECCITATO E2 PASSA SPONTANEAMENTE, (CIOE SENZA NESSUNA SOLLECITAZIONE ESTERNA) IN UNO STATO MENO ECCITATO E1
LATOMO IMMERSO IN UN CAMPO E.M. DI FREQUENZA UGUALE A QUELLA PROPRIA DELLA TRANSIZIONE (E2 E1)/h, VIENE INDOTTO A COMPIERE LA TRANSIZIONE ENERGETICA(CIOE LA PRESENZA DI UN FOTONESTIMOLA LEMISSIONE DI UN FOTONE ALLA STESSA )
E1 E1
E2 E2
E2
E1
E2
E1
EMISSIONECOERENTE
DUE FOTONI INDISTINGUIBILI: STESSA FREQUENZA, DIREZIONE, FASE E POLARIZZAZIONE
Principio di funzionamento laser:
ASSORBIMENTO DELLA LUCEMENTRE PROPAGA IN UN MATERIALE
EMISSIONE ED AMPLIFICAZIONE DELLA LUCE IN UN MEZZO DOVE E STATA PRODOTTAUNINVERSIONE DI POPOLAZIONE (OVVERO CI SONO PIU ATOMI NELLO STATOECCITATO E2 CHE NELLO STATO E1)
Il ruolo della cavit ottica:
SCHEMA DI PRINCIPIO DI UN LASER
EMISSIONEDI LUCE LASER
SPECCHIOPARZIALMENTERIFLETTENTESPECCHIO
COMPLETAMENTERIFLETTENTE
MEZZO ATTIVO
SISTEMA DI POMPAGGIO(CHE SERVE A CREARE LINVERSIONE DI POPOLAZIONE NEL MEZZO OTTICO)
Piccola storia dei laser:
1917: EINSTEIN formula la teoria dellemissione stimolata per spiegare la legge di corpo nero di Planck
1939: V.Fabrikant (URSS) prevede luso dellemissione stimolata per amplificare onde corte1950: messa a punto del pomappgio ottico (inversione di popolazione grazie allenergia
luminosa) da parte di A.KASTLER e J.BROSSEL1951: C.TOWNES (USA) N.BASOV, A.PROKHROV (URSS) teoria dellemissione stimolata
per lamplificazione1954: GORDON mette a punto il MASER (Microwave Amplification by Stimulated Emission
of Radiation)1958: TOWNES e A.SCHAWLOW, e BASOV, indicano che il principio del MASER pu essere
applicato alla luce1960: BASOV, O.KROKHIN e Yu.POPOV sviluppano la teoria del laser1960: primo laser a rubino realizzato da T.MAIMAN negli USA1961: primo laser a gas sviluppato da A.JAVAN, W.BENNET e D.HERRIOT (He-Ne). E il laser
pi usato nel mondo1963: messa a punto del laser ad anidride carbonica da parte di C.PATEL1963: Premio Nobel in Fisica per linvenzione del laser a BASOV, TOWNES e PROKHROV 1969: funzionamento a temperatura ambiente dei laser a semiconduttori (diodi laser)
Lunghezza donda
Frequenza di ripetizione
Potenza Media
Energia per impulso
Durata impulso
Potenza di Picco
Intensit
Parametri dei laser:
Visibile, near IR, near UV
CW, 100 MHz, kHz, Hz, single shot
mW W kWpJ mJ J kJs ns ps fsMW GW TWmW/cm2 1018 W/cm2
f
P
E = P f
t
Po = E / t
I = P / S
Tipi di Laser:
Laser a gas: laser ad atomi neutri: elio neon He-Neelio cadmio (He-Cd)cromo Cr
laser ad ioni: argon Ar+iodio
laser molecolari: anidride carbonica CO2azoto N2eccimeri (KrF, XeCl,)chimici (HF, DF,..)vapori metallici (Cu,..)
Laser a stato solido: rubinovetro (drogato Nd, )YAG e YLF drogati Nd, ..
Laser a colorantiLaser a semi-conduttori(Laser ad elettroni liberi)
Laser a Iodio PALS di Praga:
=1.3 m = 450 psec E = 1500 J
Laser NIF e Megajoule:
Fusione Termonucleare controllata
Nd:vetro2 MJ10 ns200 fasci
Taglio Laser:
MACCHINA LASER CO2 DA 2000 W PARTICOLARI TAGLIATI CON LA MACCHINA LASER
Microscopio confocale a laser:Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze
Evoluzione prestazioni laser:
In termini semplici possiamo pensare ad una sorta di ordine dei fotoni
In pratica una coerenza elevata implica una elevata focalizzabilit del laser (macchia focale molto piccola, intensit elevata)
Che cos la coerenza (spaziale):
I = P /S = E / S
Locchio umano:
Confronto tra il sole e un laser:
SOLE:Intensit massima luce solare a terra = 1 kW/m2 or 1 mW/mm2Assumendo un diametro pupillare di 2 mm larea circa 3 mm2Quindi la potenza raccolta dallocchio = 3 mWIl sole forma unimmagine 100 m di raggio sulla retina (area = 0.03 mm2)Lintensit sulla retina (Potenza/Area) = 3 mW/0.03 mm2 = 100 mW/mm2.
Tipico laser He Ne da 1 mW (o laser pointer):Potenza (P) = 1 mW, raggio del fascio = 1 mmForma unimmagine con raggio di 10 m (area dello spot = 3 10-4 mm2)L intensit dellHeNe sulla retina 1 mW/(3 10-4 mm2) = 3100 mW/mm2
31 volte lintensit del sole!!
Meccanismi di danno 1:
Meccanismi di danno 2:
Effetto Fototermico: parte della radiazione incidente assorbita dei tessuti. La temperatura aumenta ad un livello tale da provocare un danno. Bruciature della retina da laser
Effetto Fotochimico: impulsi lunghi che non provocano un aumento di temperatura. Dipende dallenergia totale piuttosto che dalla potenza (come leffetto fototermico)
CALORE
Meccanismi di danno 3:Effetto Fotoacustico (o da onda durto): Impulsi laser brevi e di alta energia. Una dose significativa di energia assorbita in tempi brevi rispetto alla diffusione termica. Ablazione e rapida espansione del materiale, esplosione e onda durto, dannoesteso alla retina. Effetti proporzionali allenergia dellimpulso.
SHOCK
Vista prima del danno:
Visione telecamera Visione dellocchio
Effetti del danno:
Visione telecamera Visione dellocchio
Trasparenza dellocchio:
Laser visibili e IR:Danni alla retina
Laser UV:Danni alla cornea
Curva di visibilit dellocchio umano:
Attenzione ai laser ai limiti della curva che sembrano poco intensi!!
max = 555 nm (verde)
Sicurezza nellirraggiamento laser:
LIMITI
ESPOSIZIONE MASSIMA PERMESSA (EMP o MPE):Il livello di radiazione al quale, in circostanze normali, una persona pu essere esposta senza subire alcun effetto
LIMITE DEMISSIONE ACCESSIBILE (LEA o AEL):Il livello di radiazione massimo permesso in particolari in circostanze
DISTANZA E ZONA NOMINALE DI RISCHIO OCULARE (ZNR):zona all'interno della quale il livello della radiazione superiore all'EMP applicabile; all'interno di questa zona si possono avere danni oculari.
Classificazione dei laser:
CLASSE 1: intrinsecamente sicuri: lEMP non pu essere MAI superata (potenza bassa o laser interamente CHIUSO in un contenitore con interlock). P< 0.4 W nel visibile
CLASSE 2: radiazione visibile con potenza < 1mW. Normalmente il riflesso di chiusura delle palpebre (0.25 s) sufficiente per la protezione delloicchio
CLASSE 3A: radiazione visibile CW con potenza < 5mW e intensit < 2.6mW/cm2 (non pi di 1 mW passi attraverso unapertura di 7 mm di diametro). Pericolosi se visti tramite strumenti ottici.
CLASSE 3B: radiazione visibile o invisibile, CW o impulsata. La visione diretta o tramite riflessione speculare e SEMPRE pericolosa ma in certe circostanze possono essere visti tramite riflessione diffusa
CLASSE 4: laser di potenza. Danni da riflessioni diffuse. Danni alla pelle. Pericoli di incendio
Altri rischi dei laser:PERICOLO classe dei laser
1 2 3A 3B 4Occhio:
i) irragg iamento direttoii) riflessioni speculariiii) riflessioni diffuse
1*1*
**
**
***
Pelle :i) Lesioniii) Rischio cancerogeno UV UV UV
*UV
Incendio *
Rischio Elettrico Per laser alimentati ad alta tensione equando vengono aperti
Rischio Chimico Laser a coloranti (DYE)Laser a gas (KrF, XeCl, )Gas da interazione laser bersaglio
1* solo se il laser viene guardato volontariamente per pi di 0.25 s
Prevenzione:
DUE LIVELLI:
PREVENZIONE COLLETTIVA
PREVENZIONE INDIVIDUALE
Prevenzione collettiva:
La parte normativa: - i livelli coinvolti- gli avvisi - i controlli -i permessi di accesso- ecc
La parte medica: Con laser di classe 3 e 4, gli operatori laser devono essere sottosposti a visita (in particolare FONDO RETINA) da parte del medico del lavoro o del Medico Competente (soggetto dotato delle competenze ed incaricato dall'Universit della sorveglianza medica del personale esposto a rischi specifici): - Allassunzione- Almeno ogni 3 anni- In caso di incidente (o di sintomi oculari)
La Formazione: Per TUTTO il personale che frequenta il laboratorio laser
Sicurezza laser, livelli coinvolti:
.
Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione: persona che stata incaricata ai sensi dell'art. 4 del D.Lgs 626/94
Medico Competente: soggetto dotato delle competenze ed incaricato dall'Universit della sorveglianza medica del personale esposto a rischi specifici.
Direttore di Struttura: (Dipartimento, Istituto o Centro interuniversitario); verifica l'applicazione della normativa sulla sicurezza nell'ambito della propria Struttura. Il Direttore ed il Responsabile devono acquisire le indicazioni di sicurezza dal TSL, fornendogli tutte le informazioni necessarie, predispongono le misure di prevenzione e protezioni necessarie e curano l'osservanza delle norme. Al Direttore della Struttura spetta, di concerto con il Responsabile, il diritto/dovere di autorizzare l'accesso alle zone regolamentate e verificare il rispetto delle misure generali di prevenzione e protezione predisposte
Sicurezza laser, livelli coinvolti:
.
Operatore laser: persona che ha ricevuto adeguata formazione sui i rischi laser e le procedure da adottare e che conosce i parametri di controllo operativi e di rischio del laser che utilizza. E autorizzato dal Direttore, su proposta del Responsabile, ed sottoposto a visita medica ove previsto. Gli Operatori sono responsabili dell'utilizzo del laser in osservanza alle misure di sicurezza impartite dal Direttore e dal Responsabile, sentito il TSL.
Responsabile di laboratorio: chi coordina le attivit di ricerca o di didattica di un laboratorio; risponde direttamente dell'applicazione delle norme operative sulla sicurezza laser ed tenuto a richiederne l'osservanza. Il Responsabile verifica preventivamente i pericoli, riduce al minimo indispensabile l'uso dei laser e il numero delle persone esposte, istruisce adeguatamente il personale e verifica l'osservanza delle norme nell'ambito del proprio laboratorio.
Tecnico Sicurezza Laser: persona che possiede le conoscenze necessarie per valutare e controllare i rischi causati dai laser e ha la responsabilit di supervisione sul controllo di questi rischi. Il TSL nominato dal Rettore. Il TSL valuta il rischio laser, prescrive le misure di sicurezza e gli appropriati controlli ed effettua dei sopralluoghi di verifica sulle condizioni di sicurezza, di concerto con il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione.Nei laboratori con laser di classe 3 e 4, la consulenza specialistica del TSL per la verifica del rispetto della normativa e per l'indicazione delle misure di prevenzione OBBLIGATORIA.
Prevenzione individuale:
Occhiali di protezione laser
Densit ottica:
Trasparenza di un filtro (ad una data )T = Iout / Iin = 10-D
Cio D = Log (Iout / Iin ) (numero puro)Per occhiali laser servirebbe:
D = Log (EMP / Iin )
dove I e EMP sono espresse in W/m2 per laser continui ed in J/m2 per laser impulsati
Prevenzione individuale:
Esempio di etichettatura occhiali per laser
Prevenzione individuale:
Etichettatura degli occhiali di protezione (cfr. norma EN207)
D per laser continuiI per laser impulsati (s)R per laser ad impulsi giganti in regime di Q switch (ns)M per laser ad impulsi brevi in regime di mode locking (ps, fs)
La lunghezza donda (o le lunghezze donda) o il dominio spettraleper cui gli occhiali assicurano protezione
Il valore della densit ottica (da 1 a 10) a quella lunghezza donda
Lidentificazione del produttore
Il marchio di certificazione
Riferimento norma EN 207 (o EN 208 per occhiali di allineamento)
Prevenzione individuale:
(densit ottica alla indicata)
Prevenzione individuale:
NORME PER LUSO DEGLI OCCHIALI
Utilizzare esclusivamente occhiali:- conformi alle norme EN 207 (uso) o EN 208 (allineamento)- adatti al laser utilizzato- in buono stato
Leggere le note duso fornite dal produttore Non guardare mai volontariamente il fascio o una delle sue
riflessioni, nemmeno con protezione oculare Pulire regolarmente gli occhiali Dopo luso rimetter gli occhiali nei loro contenitori Sistemare gli occhiali fuori dalla zona laser Eliminare gli occhiali difettosi o rovinati Prevedere degli occhiali supplementari per i visitatori
Esempio:
Uso di laser di potenza: Nd:YAG 100 mJ, 10 Hz, 40 psec (classe 4)Due lunghezze donda (IR e verde)Usato per ricerca e per didattica (lab. 3 anno, tesi di laurea)Presenza di ricercatori stranieri
Laboratorio Laser di Potenza a Fisica (2 piano U2):
Misure prese 1: Lezione sulle norme di sicurezza uso occhiali appositi per laser IR/visibili ad alta potenza direzionato il fascio laser in modo che non sia diretto verso l'entrata minimizzato gli ostacoli che si possono incontrare al buio possibilit di accensione/spegnimento luci dall'interno del locale"interlock" per spegnimento automatico del laser all'apertura accidentale o "non autorizzata" porta del laboratorio sistemazione di una luce rossa indicante il funzionamento del laser all'esterno della porta del laboratorio (cio nel corridoio) sistemazione di un campanello all'esterno della porta per poter richiedere l'ingresso in caso di funzionamento del laser cartellonistica in italiano ed in inglese il laser ha misure di sicurezza intrinseche: chiave, arresto demergenz, interlock interni
Misure prese 2:
due uscite (IR, verde). Quella non in uso viene chiusa beam dump (anche dietro gli specchi!) fascio laser mantenuto in un piano orizzontale NON allaltezza degli occhi procedura di conto alla rovescia (per operazioni in singolo colpo) o comunque di avviso di tiro (per ripetizione) niente sedie nel laboratorio
LA MISURA DI PREVENZIONE MIGLIORE SONO LA FORMAZIONE E IL LAVORARE IN CONDIZIONI SERENE. LAVORARE IN STATO DI FATICA O STRESS PORTA AD INCIDENTI
GLI INCIDENTI VANNO RIPORTATI SUBITO!!!
Esempio di avviso 1:
ATTENTION
Do not enter the lab if the red signal is on.
Please ring the bell to enter the laboratory
Smoking is strictly forbidden in the lab
Esempio di avviso 2:
Esempio di avviso 3:
Universit di Milano Bicocca
NO UNAUTHORISED ENTRY
CLASS 4 LASER AREA
VIETATO LINGRESSO NON AUTORIZZATO
AREA CON LASER DI CLASSE 4
Esempio di avviso 4:
Lista controlli sulla sicurezza laser 1:
Procedure di controllo per i sistemi laser 1 2 3A 3B 4Approv. Tecnico Sicurezza Laser per operare x xprecauzioni per manutenzione ed assistenza x x x x xprecauzioni di base sul fascio x x x xformazione ed informazione degli operatori x x xidoneit alla mansione (visita periodica) x x xZona Rischio Oculare visibile all'operatore x xuso della minima potenza necessaria x x x x xprecauzioni radiazione invisibile (IR o UV) x x xcartelli di avve rtimento x xarea controllata x xprecauzioni per i visitatori x xprotettori oculari x xindicazione di emi ssione x xnorme operative di sicurezza x x
Lista controlli sulla sicurezza laser 2:Procedure di controllo per i sistemi laser 1 2 3A 3B 4norme operative di sicurezza x xinterblocchi di s icurezza x xconnettore di blocco a distanza x xcomando a chiave x xattenuatore o terminatore del fascio x xtraiettoria del fascio: contenimento x xtraiettoria del fascio: altezza adeguata x xriflessione diffusa x xetichettatura x x xottiche di osservazione x x xposizionamento dei comandi x x xrischi collaterali x x x x xrischi collaterali: alta tensione x x x x xrischi collaterali: incendio x
Servizio Prevenzione e Protezione
ATTENZIONE: LABORATORIO LASER!
Il contatto con raggi laser potenzialmente pericoloso e pu causare danni irreversibili alla salute.
COMUNICARE PREVENTIVAMENTE la necessit di accedere ai laboratori al Responsabile degli stessi (drtel. 02-6448...) o, in mancanza al Referente del laboratorio (drtel. 02-6448..) o in mancanza al Servizio Prevenzione e protezione dellAteneo (tel.02-64486188-6189, servizio.prevenzione@unimib.it )che provveder, in sostituzione dei Responsabili, a comunicare le condizioni di accesso e lavvenutaautorizzazione allaccesso. Nella stessa comunicazione dichiarare la tipologia di intervento e le necessit impiantistiche ed elettriche (fermo corrente ecc.)
Esempio di avviso 1:
ATTENDERE LAUTORIZZAZIONE ALLACCESSO prima di qualsiasi intervento e compilare sempre la richiesta di permesso allaccesso. (modello 1 ) ed il Registro delle presenze (modello 2).
DURANTE LATTIVITA ALLINTERNO attenersi scrupolosamente alle disposizioni del Responsabile del Laboratorio e/o del Referente del laboratorio e non prendere alcuna iniziativa inerente spostamenti di materiale e attrezzature senza preventiva autorizzazione.
NEL CASO DI SOSPENSIONE E RIPRESA DELLATTIVITA comunicare al Responsabile del Laboratorio e/o Referente e compilare il Registro delle presenze con orari esatti di entrata e uscita.
UTILIZZARE I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE segnalati dal Responsabile del Laboratorio e quelli normalmente necessari per la propria attivit.
COMUNICARE LA FINE LAVORI O LA FINE ACCESSO al Responsabile del Laboratorio.
Esempio di avviso 1 (seguito):
Servizio Prevenzione e Protezione
LABORATORI LASER : NORME DI ACCESSO
Il contatto con raggi laser potenzialmente pericoloso e pu causare danni irreversibili .
1) Laccesso di persone estranee allattivit didattica e di ricerca ai Laboratori dove si utilizzano laser deve essere preventivamente autorizzato per iscritto (modello allegato) dal Responsabile dellattivit didattica e di ricerca del laboratorio.
2) Per tutto il tempo in cui saranno presenti le suddette persone in Laboratorio dovr esservi la presenza di un Responsabile e/o Referente del laboratorio o di persona che conosca molto bene lattivit e lattrezzatura laser e dovr essere accertato il blocco delle attivit di ricerca in corso.
3) I Ricercatori e gli Studenti dovranno essere autorizzati allaccesso o con modalit giornaliera, nel caso di attivit saltuaria, o con modalit mensile (modello allegato) nel caso di attivitcontinuativa;
4) I Ricercatori e gli Studenti dovranno compilare il Registro delle presenze in Laboratorio tutti i giorni (modello allegato);
Esempio di avviso 2:
5) La chiave di avvio dei comandi del laser dovr essere custodita dal Responsabile dellattivit didattica e di ricerca o da suo delegato formale (modello allegato) o consegnata solo a persona competente-esperta tra quelle identificate come frequentanti il Laboratorio stesso, previa compilazione di modello di consegna e responsabilit chiavi (modello allegato). Lo stesso dovr essere fatto per la chiave della porta del locale laser.
6) I Ricercatori, gli Studenti e tutti i frequentanti autorizzati del laboratorio dovranno essere preventivamente formati ed informati sia sui rischi generali dellutilizzo di fonti laser sia sullattivit specifica in corso, con modalit scelte dal Responsabile dellattivit didattica e di Laboratorio e comunicate al Servizio di prevenzione e protezione di Ateneo con apposita comunicazione indicante le modalit effettive.
7) Gli stessi Ricercatori e Studenti dovranno essere inoltre informati sullutilizzo di Dispositivi di protezione individuale eventuale.
8) Il Responsabile dellattivit didattica e di laboratorio dovr comunicare al Medico Competente periodicamente (ogni 6 mesi) i nominativi dei frequentanti il laboratorio per leffettuazione di eventuale sorveglianza sanitaria.
9) Lattivit di formazione-informazione dovr comprendere linformazione sulle modalit di evacuazione del laboratorio stesso e sulle eventuali procedure di pronto soccorso in atto in caso di incidente allinterno, attuate a cura del Responsabile.
IL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
Esempio di avviso 2 (seguito):
Servizio Prevenzione e Protezione
Modello Autorizzazione ingresso laboratorio- (Modello 3las03-vers.01)
DIPARTIMENTO DI DATA
Si autorizza la sig./il sig(ditta)
allingresso presso il Laboratorio di stanza..per
..(motivo).
La presente autorizzazione si intende per i giorni
/. per il mese.. e deve essere rinnovata espressamente.
IL RESPONSABILE DEL LABORATORIO
CANCELLARE LE PARTI CHE NON INTERESSANO
Autorizzazione ingresso:
Servizio Prevenzione e Protezione
Modello delega Responsabilit e/o consegna chiavi Laboratorio(Modello 01las03-vers.01)
DIPARTIMENTO DI DATA
Il sottoscritto .Responsabile del laboratorio di..
stanza n.
DELEGA il Dr. /Sig.
in merito alla responsabilit dello stesso Laboratorio e gli consegna le chiavi (la copia delle
chiavi) dellingresso al Laboratorio e/o dellavvio apparecchiatura.
IL RESPONSABILE DEL LABORATORIO
CANCELLARE LE PARTI CHE NON INTERESSANO
Delega di Responsabilit:
Registro Presenze:
Servizio Prevenzione e ProtezioneREGISTRO PRESENZE LABORATORIO (Modello 2las03-vers.01)
DIPARTIMENTO DI .. MESEDI ..
DATA NOME MOTIVOPRESENZA
FIRMA
Conclusioni:
Lavorando sempre con uno strumento si prende confidenza e si tende a sottovalutare i rischi
In universit i rischi sono aumentati dalla presenza di studenti e personale che cambia in continuazione
Non serve terrorizzarsi ma conoscere i rischi eprevenirli.
Sicuramente la prevenzione maggiore si ha attraverso La FORMAZIONE
Normativa di riferimento:
Normativa nazionale
La normativa nazionale di riferimento la seguente: D.P.R. del 27 aprile 1955 n. 547; DPR del 19 marzo 1956 n. 303; D.Lgs del 19 settembre 1994 n. 626, modificato dal D.Lgs del 19 marzo 96 n. 242, di seguito denominati D.Lgs 626/94. Le principali norme di riferimento sono: norme tecniche CEI-EN 60825-1 del 9/95 e alle Guide per l'utilizzatore 1284 G del 1989 e 1381 G del 1990 sempre del CEI.
Normativa europea
Il progetto iniziale di Direttiva Europea riguardante lesposizione agli agenti fisici n 93/C77/02 stato modificato ed apparso sulla gazzetta ufficiale delle comunit europee il 19 agosto 1994 al n 94/C230/03. Questo documento riguarda gli obblighi del datore di lavoro contro i rischi dovuti agli agenti fisici e di fatto include quelli dovuti ai laser.