Sguardo dritto

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ALBUM DI FAMIGLIA foto di vite diverse

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claudio canal

Sguardo

dritto

album di famiglia

N. 1

le foto sono scaricabili indicando la fonte

per contatti: claudio canal claunal@alice.it

2013

Questo album nasce da un piccolo dolore. Prodotto al mercato del Balun a

Torino o in altri mercati di cianfrusaglie, di cui sono curioso anche se non

assiduo frequentatore. Capitava, adesso sempre meno, di trovare interi “album

fotografici di famiglia”, le foto assortite alla rinfusa o minuziosamente raccolte

in contenitori d’epoca. Sfogliandole poteva succedere di ricostruire tratti di

esistenze sconosciute, matrimoni, nascite, vacanze, vecchiaie…

Questo era il piccolo dolore. Sapere di appartenere a quel mondo anonimo forse

già scomparso e un certo desiderio di richiamarlo in vita. Volti sorridente e pose

serissime, istantanee occasionali o da cerimonia. Vite visibili, ma, nello stesso

tempo, invisibili, perse nel nulla. Per questo ad un dato momento ho smesso di

frugare. Una reazione primitiva, la mia, per niente scientifica. Tanto meno

etnografica o come dir si voglia.

Per diversi anni ho girato al largo. Poi sono andato ad abitare fuori della grande

città e sono capitato in un paese dove ogni tanto si tengono questi mercati che

tra la paccottiglia espongono, si fa per dire - stanno dentro scatole da scarpe -

queste foto “di famiglia” raccattate da qualche soffitta o disperse da un trasloco

improvviso. Così è ripreso il mio dolorino. Più che dolore, una seducente

malinconia che mi porta a farmi domande senza risposta su quei volti, su quegli

ambienti. Ho letto in uno studio molto serioso che alcune popolazioni

australiane tengono le foto, le accarezzano, le lisciano, le cantano. Non c’è

bisogno di essere aborigeni australiani per sfiorare una foto di famiglia, ma di

cantarla non ci avevo mai pensato.

Appena queste istantanee escono dal loro contesto narrativo iniziale, quello

intimo, privato, e cadono sotto l’occhio pubblico ed estraneo, si aprono a tutte

le interpretazioni possibili. Non sono più fabbriche di ricordi, diventano

piattaforme estetiche dove ognuno trova quello che vuole. Opere aperte.

All’origine erano state, come scriveva Bourdieu, parte di un rito di integrazione,

un tentativo di negare l’ipotesi della morte che invece veniva confermata, come

una sentenza, non appena la foto era tra le mani.

Mi piace incrociare quegli sguardi dritti che sono coscienti di posare per la

posterità. A guardare queste foto viene spesso da ridere o anche da piangere.

Ma è un voyeurismo innocuo.

L’album che segue è stato costruito con foto acquistate per pochi soldi ai

suddetti mercati, con altre gentilmente consegnate da amici ed amiche e con

alcune appartenenti alla mia famiglia. Un mix che dovrebbe rappresentare bene

la casualità delle vite che si incrociano qui.

Sono in maggioranza in bianco e nero, come si usava, e già questo le rende

“degne” di appartenere alla poetica della memoria. Non è un caso che anche

oggi molti fotografi professionisti si rivolgano al B/N per guadagnare subito

questo scarto.

La foto digitale, lo smartphone, ecc. hanno cambiato quantitativamente la

produzione di istantanee, dislocato il contenitore dall’album al PC e ad altri

aggeggi, ma la vera rivoluzione antropologica, come diceva Roland Barthes [vuoi

non citarlo?], è avvenuta con l’invenzione e diffusione della macchina

fotografica, non con la sua elefantiasi.

Propositi

Mi piacerebbe che questo album fosse il primo e non rimanesse tale. Ci saranno

persone interessate a inviarmi, segnalarmi, procurarmi altre foto di famiglia per

un secondo album?

Il modo concreto per farle arrivare non è difficile. Se ne potrà parlare

all’occasione.

Nota dotta

Forse potevo risparmiamela, ma chissà che non sia utile a persone più serie di me, interessate a svolgere questa

ricerca in modo meno triviale del mio.

Pierre Bourdieu, LA FOTOGRAFIA. USI E FUNZIONI SOCIALI DI UN’ARTE MEDIA, Guaraldi, 1971

S. Bernardi, F.Dei, GRUPPO DI FAMIGLIA IN UN INTERNO: LE FOTOGRAFIE NELLA CULTURA MATERIALE DOMESTICA,

in Studi Culturali, 2.1011

Luigi Gariglio, I “VISUAL STUDIES” E GLI USI DELLA FOTOGRAFIA NELLE RICERCHE ETNOGRAFICHE E SOCIOLOGICHE,

in Rassegna italiana di sociologia, 1.2010

Geoffrey Barche, LES SNAPSHOTS. L’HISTOIRE DE L’ART E LE TOURNANT ETHNOGRAPHIQUE, in Etudes

photographiques, 9.2008

Nella stessa rivista, 16.2005, di Marin Dacos, REGARDS SUL L’ELEGANCE AU VILLAGE, e, 11.2002, LE REGARD

OBLIQUE. DIFFUSION ET APPROPRIATION DE LA PHOTOGRAPHIE AMATEUR DANS LE CAMPAGNE

Del testo che segue ho capito poco, però contiene una bella foto di Margaret Mead

mascherata da indigena a Samoa:

David Zetlyn, REPRESENTATION/SELF-REPRESENTATION: A TALE OF TWO PORTRAITS;

OR, PORTRAITS AND SOCIAL SCIENCE REPRESENTATION in Visual Anthropology,

21.2010

Parzialmente leggibile su Google: Gillian Rose, DOING FAMILY PHOTOGRAPHY. THE

DOMESTIC, THE PUBLIC AND THE POLITICS OF SENTIMENT, Ashgate Gower, 2011

BORSALINO

MERCEDES CON MAMMA

ELEGANZA FLOREALE

PRIMA E SECONDA FILA

RITO

SPORTIVE, 1954

SIGNORI

CENTAURI, 1938

COMPLICITA’ ALLEGRA

SCALA MASCHILE, 1935

FILODRAMMATICA, 1935

SOLITUDINE INFANTILE, 1943

IN GUARDIA!

TRA DONNE

[QUASI] GENERALE CONVERGENZA DI SGUARDI

PRETI E NON

AMPUTAZIONE OTTICA

RISATE FEMMINILI 1

RISATE FEMMINILI 2

COPPIA

TIMIDEZZA ?

CHIARO E SCURO

IN ATTESA DI

CLIMBING ? 1961

APPESI, 1935

ALLA ZUAVA

FILODRAMMATICA POSTBELLICA

FRESCURA

MASCHIA PROCESSIONE, 1936

ASSASSINIO IN PASTICCERIA

FOGGE E FACCE MASCHILI

NERO E BIANCO, 1942

IN VETTA, 1937

INNAMORATI CON DEDICA

UN LIBRO PER SE’

SGUARDO BASSO

MAMMA

CAPPELLI CON BAFFI

SORRISI FEMMINILI

GITA SCOLASTICA

MISTICA INFANTILE?

IL MURO E LA SODDISFAZIONE

RIPETENTE IMBRONCIATO

PASQUETTA, 1933

ARTE SACRA

GONNE LUNGHE

MODA MASCHILE

CANOTTIERA

SORELLE SORRIDENTI

ELEGANZA MONTANA CON PONTE TIBETANO

SORELLE SIAMESI?

SCALATRICI INVERNALI

MALINCONIA DEL MARINAIO, 1919

BALILLA IN LUCE

SCOLARO

LA STANCHEZZA DI RAMBO

IN PIENA LUCE

CONVERSAZIONE SFOCATA

CENTRO! 1936

FIAT 1100

GIOCHI DI SPIAGGIA

LAGUNA

BAMBINO TRISTE

O BAMBINO PENSIEROSO?

GITA CATTOLICA IN TRENO

GIOVANI DONNE, IN BIANCO

COME SOPRA

CICLISMO

SOLLIEVO