Post on 15-Feb-2019
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Stadio della socializzazione,
identità e
immaginazione
(3-6 anni) Dott.ssa Maria Cristina Theis
Obiettivo dell’incontro
- Descrivere la fase evolutiva del bambino (fase 3-6
anni).
- Attivare un confronto rispetto alle modalità
educative in rapporto ai differenti compiti evolutivi.
La teoria dell’attaccamento
John Bowlby avviò una ricerca molto vasta sugli effetti che la separazione dai
genitori può avere sui bambini.
Osservò segni evidenti di sofferenza emotiva nei bambini che nella prima
infanzia venivano separati dalle madri anche per brevi periodi.
Egli elaborò una teoria relativa alle fasi iniziali dello sviluppo incentrata su
quel legame emotivo particolare definito attaccamento, che il bambino
stabilisce con la persona che si prende cura di lui, di solito la madre.
Secondo Bowlby, il bambino piccolo possiede una predisposizione innata, su base biologica, a sviluppare un legame di attaccamento verso chi si prende cura di lui.
L'attaccamento ha quindi la funzione biologica di garantire al piccolo una protezione e quella psicologica di fornirgli sicurezza.
Sviluppo del bambino
In psicologia si è affermata una prospettiva di
sviluppo essenzialmente relazionale.
E’ fondamentale nello sviluppo l’incontro con
figure responsive e rispecchianti che possano
essere uno stimolo per la crescita del bambino (in
riferimento ai bisogni, stati mentali, emozioni, …)
e per lo sviluppo della sua personalità.
La famiglia è il primo e il più
importante spazio relazionale, nel
quale i bambini decidono ed imparano
chi sono.
La famiglia
La caratteristica più importante dell’essere
genitori è fornire una base sicura da cui un bambino
possa partire per affacciarsi al mondo esterno
e a cui possa ritornare sapendo per certo che
sarà il benvenuto,
nutrito sul piano fisico ed emotivo,
confortato se triste,
rassicurato se spaventato. (Bowlby).
Lo sviluppo del bambino
Lo sviluppo del bambino si attua in maniera non uniforme e ogni nuovo livello cognitivo viene conseguito gradualmente, capacità dopo capacità, situazione dopo situazione.
Le diversità e la variabilità dello svilupp sono determinati da una
pluralità di fattori, particolarmente incisive sono le differenze individuali dovute alle caratteristiche ereditarie e alle esperienze precoci, le quali possono esercitare un potente influsso sul ritmo evolutivo.
Anche le differenze culturali che si esprimono in pratiche educative sono responsabili di notevoli differenze nel ritmo e nella natura dello sviluppo cognitivo.
Lo sviluppo del bambino
L’organizzazione del sé si sviluppa fin dai
primissimi giorni di vita ed è determinata da una
pluralità di fattori.
Durante la fase della crescita i genitori offrono ai
bambini una grande quantità di messaggi
attraverso i quali i bambini potranno «scegliere»
gli elementi per la costruzione della propria
immagine.
Descrizione della tappa evolutiva
Questo stadio racchiude due stadi.
- fase dell’interdipendenza
- fase dell’identità
Il pensiero preoperatorio
(Piaget)
Dai 2 ai 6 anni il modo di pensare del bambino è
caratterizzato dal pensiero preoperatorio.
Egli descrive il pensiero come prelogico.
Il pensiero preoperatorio
(Piaget)
Compare l’attività rappresentativa.
Il bambino diventa capace di pensare simbolicamente →
può pensare formandosi delle rappresentazioni mentali di
oggetti e venti di cui non sta facendo immediatamente
esperienza.
- Imitazione differita
- Gioco simbolico
- Linguaggio
Si riferiscono a una realtà non percepita in quel momento ed
evocata.
Il pensiero preoperatorio
La concentrazione → la tendenza a pensare un’idea alla
volta «concentrandosi su di essa a esclusione di altre idee.
E’ molto probabile che si concentrino sulle proprie
percezioni, specialmente sugli aspetti più ovvi delle
percezioni visive, anziché considerare una situazione o un’
esperienza da una prospettiva più ampia (es. nella mente
del bambino l’adulto più alto è anche quello più anziano).
Il pensiero preoperatorio
Le caratteristiche del pensiero preoperatorio vengono
dimostrate da Piaget con degli esperimenti (esperimenti
sulla conservazione→ l’idea che la quantità non è
influenzata da modificazioni ).
- Conservazione dei liquidi (Quale bicchiere contiene più liquido)
- Conservazione del numero (Quale fila ha più pedine)
- Conservazione della sostanza (Quale pezzo ha più creta)
- Conservazione della lunghezza (Quale bastoncino è più lungo)
Il pensiero preoperatorio
L’egocentrismo: il pensiero si concentra sul proprio sé.
Di conseguenza le idee sul mondo del bambino in questa fase
sono limitate al suo punto di vista.
I bambini all’età di 4 – 5 anni hanno la capacità di
rappresentarsi l’altro con desideri e credenze vere o false
rispetto alla realtà esterna e differenti dalle proprie (il
bambino formula una teoria della mente).
Dialogo interno
• Il bambino si recepisce autonomo in un modo
dove esistono rapporti costanti, che rimangono tali
anche se le persone si assentano per brevi periodi.
• Sa darsi protezione quando l’appoggio esterno non
è immediato, è capace di avere un dialogo interno
che rispecchia il rapporto avuto con la madre e
con le altre persone significative.
Norme e valori
E’ sviluppata la capacità di venire a
«compromessi» con le figure adulte e il bambini
sa chiaramente che ci sono regole di convivenza
all’interno della famiglia e del contesto scolastico
che vanno rispettate.
Una caratteristica di questo periodo riguarda
proprio il fatto che norme e valori vengono
progressivamente assimilati.
Le regole
Le regole sono necessarie per i soggetti in
sviluppo.
“Acquisire le regole vuole dire sviluppare una
sensazione di sicurezza e non di dispersione o di
assenza di punti di riferimento”.
E’ importante stabilire regole precise che devono
essere rispettate.
Le regole
Il bambino in famiglia impara a riconoscere e
rispettare le regole fin da piccolo e le apprende a
partire da situazioni e da esperienze concrete che
si ripetono.
Nella definizione delle regole è fondamentale
instaurare un dialogo e un confronto con gli
insegnanti della scuola materna affinché le
modalità educative seguano delle linee comuni e
non contradditorie.
La difficoltà nella definizione delle regole
Vi è una naturale tendenza nell’età dello sviluppo
a sfidare e trasgredire le regole e, pertanto, a
riconoscere e introiettarle.
In secondo luogo, la difficoltà può essere dovuta
al fatto che nel trasmettere le regole commettiamo
degli errori.
Le regole
Coerenza e accordo nello stabilire le regole →
stabilire le principali regole educative all’interno
delle quali il bambino potrà avere propri margini
di movimento e libertà di crescita.
L’incoerenza educativa espone a disorientamento
e ansia.
Le regole
Una volta fissata una regola, occorre che il bambino
l’abbia capita veramente.
E’ fondamentale che una regola venga sempre motivata e
spiegata per coglierne l’utilità e il senso.
E’ importante sempre interrogarci su quella regola e sul
senso che la regola possiede per noi come genitori e come
insegnanti.
Altrimenti perdiamo credibilità come genitori.
E’ necessario non limitarsi a dare
regole, ma è bene aiutare i bambini a
capire le ragioni delle regole.
Ciò può risultare faticoso e a volte
frustrante, ma è l’unico modo affinché
il bambino interiorizzi le regole.
Le regole
Un’altra attenzione di grande efficacia è quella di
concordare le regole anticipatamente in un
contesto positivo ed educativo sereno, e non
quando il bambino si è appena comportato male.
Nello stabilire le regole è fondamentale
individuare le conseguenze se le regole vengono
disattese, ma è altrettanto importante stabilire dei
riconoscimenti positivi se le stesse vengono
seguite.
Le abilità sociali
In questa fase si apre l’orizzonte dei rapporti sociali che
superano le mura di casa.
L’esperienza della scuola materna permette
l’intensificazione del rapporto con i coetanei, il rapporto
con le insegnanti.
Fantasia e immaginazione
I bambini imparano ad usare la loro fantasia e possono
sentire e pensare sia rispetto a ciò che immaginano sia
rispetto a ciò che realmente accade senza però mettere da
parte l’aspetto creativo e fantasioso.
L’ aspetto creativo e fantasioso va curato e sostenuto,
insieme al dialogo su ciò che è reale
Fantasia e immaginazione
Molti bambini tra i 2 e i 4 anni hanno amici immaginari e
questo è indice dello sviluppo dell’immaginazione.
Con queste relazioni immaginarie i bambini:
- sperimentano i nuovi tratti della personalità e
verificano se sono appropriati;
- sperimentano nuovi pensieri che in altre
circostanze non indagherebbero;
- provano comportamenti «da grande» che hanno
osservato, potendo così verificarne gli effetti.
Fantasia e immaginazione
A quest’età i bambini cominciano a prendere le
prime decisioni rispetto al futuro.
Quando il bambino comincia a fantasticare che da
grande vuole fare l’astronauta, il pompiere o altro
è importante sostenerlo nelle sue esplorazioni
mentali piuttosto che sfatare i suoi sogni
impossibili.
Le emozioni e i sentimenti
I bambini a questa età sono pronti ad
imparare ad esprimere i sentimenti in
maniera adeguata.
E’ importante sostenerli e stimolarli nel
tenere conto delle proprie emozioni per
poter gestire in maniera appropriata le
situazioni.
L’autonomia…
Sono pronti ad attuare il controllo sfinterico, raggiunto in
genere prima dalle femmine che dai maschi.
Sia i bambini che le bambine possono, tuttavia, ritardare
questo controllo in seguito a situazioni di stress che
possono essere di svariata natura (un fratellino, una
situazione di conflittualità, …).
Hanno ancora bisogno di essere lavati, accuditi e aiutati
quando indossano i vestiti.
Per sviluppare gradualmente l’indipendenza è importante
che indossino dei vestiti che permettano loro di vestirsi da
soli.
Il gioco con altri bambini
E’ questo il momento in cui il bambino può
giocare con un altro bambino nella
consapevolezza di aver a che fare con una persona
separata da lui e non con una cosa.
Inizia a sperimentare comportamenti cooperativi e
a partecipare a semplici giochi di gruppo, anche se
gradualmente sta ancora maturando la capacità di
capire il punto di vista dell’altro e di mettersi nei
suoi panni (lettura della mente).
I «perché» dei bambini
I bambini cominciano a chiedere numerosi
«perché» e questo loro domandare ha diversi
scopi:
- esercitare il pensiero;
- scoprire se gli adulti hanno una risposta
per tutto,
- e soprattutto… soddisfare la loro estrema
curiosità.
I «perché» dei bambini
Gradualmente le domande diventeranno più sofisticate ed
inizieranno a riguardare diversi ambiti: «A cosa serve»?,
«Come funziona», «Come fa Dio a guardarci», «Dio è un
uomo»?
Sono interessati a chiedere l’origine delle cose: per
esempio «da dove vengono i bambini?» e «come nascono i
bambini
E’ importante che gli adulti significativi che si relazionino
a loro siano capaci di rispondere alle loro domande e di
fornire appropriate informazioni in modo da correggere
eventuali percezioni sbagliate o incomprensioni.
Descrizione della tappa evolutiva
E’ importante sostenere questa curiosità affinché i bambini
non facciano difficili esperienze e possano esplorare la
tematica della sessualità (informazioni corrette al
riguardo).
Un altro argomento che spesso viene censurato è la morte.
Impedire la libera espressione del bambino su questi
argomenti può far emergere distorsioni, incubi notturni e
inibizione verso l’esplorazione.
I bambini si sentono protetti se gli adulti significativi
rispondono in maniera aperta e decisa ai loro dubbi e alle
loro paure.
I «perché» dei bambini
Infatti, in questa fase è importante prestare
attenzione alle domande che il bambino fa e anche
a ciò che esprime anche se non farà domande
dirette, in quanto le distorsioni e le incomprensioni
della realtà se non riconosciute e affrontate
rimarranno nel sistema di credenze che il bambino
si costruisce rispetto al mondo.
Sperimentazione e risoluzione dei problemi
In questa fase ci si aspetta
che il bambino cominci ad
essere in grado di risolvere
i problemi e in tal senso va
sostenuto.
Da un punto di vista
educativo è importante
prestare attenzione
all’utilizzo del
meccanismo della
«disconferma» →
minimizzare le proprie
capacità, la capacità degli
altri, la situazione
problematica.
I quattro livelli della disconferma
La disconferma può essere data a quattro livelli:
Negare l’esistenza del problema «Il problema non esiste»
Minimizzare la serietà del problema «Questo non è un
problema, non devi fare niente».
Negare la possibilità di risolvere il problema «Non c’è
niente che si possa fare per risolvere questo problema»
Ammettere che ci sia un problema, ma negare la propria
capacità di risolverlo «Non so cosa fare quando piange».
La disconferma
La disconferma
blocca
il bambino
nell’affrontare
il problema
e non contribuisce a
costruire
L’ AUTOSTIMA
Fantasia e Realtà
dalla fantasia alla realtà
Un altro aspetto importante
da considerare
è che i bambini hanno bisogno
di iniziare a separare la fantasia
dalla realtà .
Fantasia → Realtà
Per aiutare il bambino ad acquisire gradualmente
l’abilità di separare fantasia e realtà è importante per
l’adulto mostrare di avere chiaro ciò che è reale e ciò
che è fantasia, ciò aiuta il bambino ad affrontare le
proprie paure.
Parte del potere degli adulti è mostrare di avere
chiaro ciò che è realtà e ciò che è fantasia.
Un esempio ….:
Guardare nell’armadio e dire che il mostro non
c’è, può essere interpretato dal bambino come la
dimostrazione che il mostro esiste e che può
essersi momentaneamente spostato ….
Come evidenziato in precedenza distinguere la
realtà dalla fantasia non significa sminuire la
fantasia, in quanto l’accesso a questa è
fondamentale in questa fase di età.
Permessi per i bambini tra i 3 e i 6 anni
Puoi esprimere ciò che senti in maniera diretta e
chiedere ciò di cui hai bisogno.
Puoi esplorare chi sei e scoprire come sei fatto.
E’ importante che tu scopra le conseguenze del tuo
comportamento.
Puoi essere bambino.
Per concludere……
Elementi che oggi abbiamo affrontato sono molto
importanti per la strutturazione dell’identità in
quanto sono elementi di base per l’evoluzione del
bambino e per la costruzione della personalità.
Esercitazione
Considerate i permessi specifici di questo
stadio di sviluppo e riflettete su quali avete
ricevuto e quali non avete ricevuto da
piccoli.
Scriveteli su un foglio
Pensate a quali tra questi vi è più facile o
difficile ricevere e dare oggi.
Scrivetele su un foglio.
Esercitazione
Scegliete una persona del gruppo e condividete con
lei ciò che avete scritto.
Fermatevi a considerare come questo può influire
sulle vostre relazioni interpersonali (con i figli,
partner, amici, alunni)
Esercitazione
Scopo: entrare in contatto con alcuni aspetti coinvolti in
questo stadio di sviluppo.
Sequenza: in gruppo immaginare di avere 5 anni e di usare
un linguaggio da bambini, liberare la propria
immaginazione e rispondere alle seguenti domande:
- «Di cosa sono fatte le nuvole?»
- «Cosa capita al sole di notte?»
- «Cosa significa morte?»
- «Come è fatto Dio»?
Docente: Maria Cristina Theis
Bibliografia
Bowlby J., (1988), Una base sicura, Raffaello Cortina Editore
Canestrari R., (1984), Psicologia generale e dello sviluppo, Clueb
Gray P., (1997), Psicologia, Zanichelli
Mastromarino R., (2000), Prendersi cura di sé per prendersi cura dei figli, Ifrep Roma
Sanavio S., Cornoldi C., (2001) Psicologia clinica, Il Mulino
Stassen Berger K., (1988), Lo sviluppo della persona, Zanichelli