Post on 18-Feb-2019
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STILI DI APPRENDIMENTOSTILE VISIVO – VERBALE
usa quasi esclusivamente il CODICE SCRITTO.
L’alunno impara leggendo.
STILE VISIVO – VERBALE
Usa mappe, disegni, parole chiave, grafici, colori..
fa riferimento al VISUAL LEARNING: comprensione e memorizzazione di un concetto attraverso immagini mentali (statiche o dinamiche).
UDITIVO
Si basa molto sull’ASCOLTO: assistere alla spiegazione, partecipare a discussioni, registrare le lezioni, ascoltare le lezioni, cd, libri digitali, usare libri digitali …
CINESTETICO
Fa svolgere ATTIVITA’ CONCRETE E DIMOVIMENTO per comprendere gli argomenti.
Tipologie di didattica
DIDATTICA
INDIVIDUALIZZATA
DIDATTICA
PERSONALIZZATA
DIDATTICA
INTEGRATA
• Obiettivi comuni
o simili
• Obiettivi,
contenuti e attività
come fine
dell’insegnamento
• Semplificazione
percorso
apprendimento
• Obiettivi simili o
differenti
• Obiettivi,
contenuti, attività
diversi e fine
dell’insegnamento
• Riduzione e
differenziazione
apprendimento
• Obiettivi comuni,
simili e differenti
•Obiettivi,
contenuti come
mezzo e non fine
• Attenzione al
processo di
integrazione delle
prime due forme di
didattica
Didattica individualizzata
Adeguare insegnamento alle
caratteristiche individuali degli alunni:
A.Valuta i prerequisiti cognitivi
B. Stimola le capacità linguistiche
C. Valorizza i ritmi di
apprendimento
OBIETTIVI
FORMATIVI
COMUNI
Didattica personalizzata
Individuare obiettivi, contenuti e attività
specifiche per ogni singolo allievo.
Le caratteristiche della personalizzazione della
didattica potranno essere:
- simili a quelle del gruppo classe;
- completamente differenti da quelle del gruppo
classe
Compito del docente: cercare di
integrare i due percorsi.
Individualizzazione e personalizzazione
non si escludono
Didattica integrata“Integrazione è un processo in continuo divenire in cui sia il gruppo ricevente
sia i nuovi soggetti tendono a cambiamenti atti a consentire loro occasioni di
condivisione di comuni conoscenze, di aiuto reciproco…” (Gelati)
Integrazione NON E’ far svolgere attività
completamente diverse
Integrazione NON E’ trascorrere la maggior parte del
tempo fuori dalla classe
Passare a una DIDATTICA INTEGRATA
- eterogeneità come normalità
- discipline come MEZZO e non come fine
per promuovere la personalità
Il docente inclusivoE’ capace di:
-creare un clima di classe inclusivo (accettazione e rispetto
delle diversità)
- adattare stile di insegnamento, strategie, materiali, tempi,
tecnologie
- sviluppare un approccio cooperativo
- sviluppare una didattica metacognitiva
- trovare punti di contatto tra la programmazione di classe e
quella personalizzata/individualizzata
- modificare strategie durante il percorso di
insegnamento/apprendimento
- favorire la creazione di reti relazionali (famiglia, enti
specialistici…)
CONCLUSIONI
Nelle classi sono presenti ormai molti alunni con BES:
- DSA
- Diversamente abili
- ADHD
- DSL (disturbo specifico del linguaggio)
- altre tipologie
Ciò comporta una MODIFICA della modalità ORGANIZZATIVA
nella gestione della classe e l’uso di una DIDATTICA
FLESSIBILE al livello di:
• STRATEGIE
• METODOLOGIE
• STRUMENTI
• MEDIATORI
• TEMPI
• SPAZI
INCLUDERE nuove modalità operative = favorire INCLUSIONE
dell’alunno.
La qualità della scuola può essere giudicata in base alla capacità del
corpo
docenti di RINNOVARSI e di passare ad una DIDATTICA INCLUSIVA.
ALUNNO /
DIFFICOLTA’
DIDATTICA
FLESSIBILEDOCENTE
PEI o PDP
TRA DOCENTE DI SOSTEGNO E DOCENTE
CURRICOLAREErrate convinzioni
L’ins. di sostegno come unico titolare
dell’insegnamento all’alunno disabile.
L’ins. curricolare crede di non avere titolo o
competenza per operare con l’alunno
disabile.
Considerare l’ins. di sostegno come un
docente predisposto alla “cura” e al
controllo dell’alunno disabile.
Perché è necessario un’interazione?
La stesura e la realizzazione del PEI o PDP
deve essere opera di tutto il corpo docente.
L’insegnante di classe padroneggia meglio i
contenuti disciplinari e quindi può operare una
selezione degli obiettivi didattici per la classe.
L’insegnante di sostegno conosce meglio le
caratteristiche delle patologie e le relative
metodologie e, quindi, è maggiormente in grado
di selezionare obiettivi didattici individualizzati o
personalizzati.
INSEGNANTE DISOSTEGNO
ANALIZZAObiettivi della classe
con docente curricolare
SCEGLIE quelli più adatti
all’alunno
AVVICINA obiettivi individuali
a quelli della classe
ADATTAle attività
(materiali, strumentitempi…)
STIMOLAclima di interazione
e inclusione
INSEGNANTE DICLASSE
RIPASSO / APPROFONDIMENTO
aspetto del programmagià affrontato
PERCORSIMETACOGNITIVI
rispetto a strategiee processi
ESPERIENZECOLLABORATIVE
Tutoring tra alunniApprendimento
cooperativo
CHE COSA SI INTENDE PER DIDATTICA
INCLUSIVA?
L’obiettivo delle didattica inclusiva è far
raggiungere a tutti gli alunni il massimo grado
possibile di apprendimento e partecipazione
sociale, valorizzando le differenze presenti
nel gruppo classe,tutte le differenze, non solo
quelle più visibili e marcate dell’alunno con
un deficit o con un disturbo specifico.
Come promuovere l’inclusione in classe? Quali strategie
funzionano meglio?
Esistono 7 dimensioni dell’azione didattica
su cui è possibile agire per incrementare i livelli di inclusione in classe e migliorare le
condizioni di apprendimento di tutti gli alunni.
1. La risorsa compagni di classe
I compagni di classe sono la risorsa più preziosa per attivare processi inclusivi. Fin dal primo giorno è necessario incentivare
e lavorare su collaborazione, cooperazione e clima di classe.
In particolare sono da valorizzare le strategie di lavoro collaborativo in coppia o in piccoli
gruppi.
L’apprendimento non è mai un processo solitario, ma è profondamente influenzato
dalle relazioni, dagli stimoli e dai contesti tra pari.
2. L’adattamento come strategia inclusiva
Per valorizzare le differenze individuali ènecessario essere consapevoli e adattare ipropri stili di comunicazione, le forme dilezione e gli spazi di apprendimento.
Inoltre, adattare significa variare i materialirispetto ai diversi livelli di abilità e ai diversistili cognitivi presenti in classe. L’adattamentopiù funzionale è basato su materiali in grado diattivare molteplici canali di elaborazione delleinformazioni, dando aiuti aggiuntivi e attività adifficoltà graduale. L’adattamento di obiettivi emateriali è parte integrante del PEI e del PDP.
3. Strategie logico-visive, mappe, schemi e aiuti visivi
Per attivare dinamiche inclusive è fondamentale potenziare le strategie logico-visive, in particolare grazie all’uso di mappe
mentali e mappe concettuali.
Per gli alunni con maggiori difficoltà sono di grande aiuto tutte le forme di schematizzazione
e organizzazione anticipata della conoscenza e, in particolare, i diagrammi, le linee
del tempo, le illustrazioni significative e le flash-card delle regole, così come la valorizzazione
delle risorse iconografiche, degli indici testuali e dell’analisi delle fonti visive.
4. Processi cognitivi e stili di apprendimento
Processi cognitivi e funzioni esecutive come attenzione, memorizzazione,
pianificazione e problem solving consentono lo sviluppo di abilità psicologiche, comportamentali e
operative necessarie all’elaborazione delle informazioni e alla costruzione
dell’apprendimento.
Allo stesso tempo, una didattica realmente inclusiva deve valorizzare i diversi stili cognitivi
presenti in classe e le diverse forme di intelligenza, sia per quanto riguarda gli alunni, sia
per quanto riguarda le forme di insegnamento.
5. Metacognizione e metodo di studio
Sviluppare consapevolezza in ogni alunno
rispetto ai propri processi cognitivi è obiettivo
trasversale a ogni attività didattica.
L’insegnante agisce su quattro livelli di azione
metacognitiva, per sviluppare strategie
di autoregolazione e mediazione cognitiva e
mediazione emotiva, per strutturare un metodo
di studio personalizzato e efficace, spesso
carente negli alunni con difficoltà.
6. Emozioni e variabili psicologiche nell’apprendimento
Le emozioni giocano un ruolo fondamentale nell’apprendimento e nella partecipazione. È
centrale sviluppare una positiva immagine di sé e quindi buoni livelli di
autostima e autoefficacia e un positivo stile di attribuzione interno. La motivazione ad
apprendere è fortemente influenzata da questi fattori, così come dalle emozioni relative
all’appartenenza al gruppo di pari e al gruppo classe.
L’educazione al riconoscimento e alle gestione delle proprie emozioni e della propria sfera
affettiva è indispensabile per sviluppare consapevolezza del proprio sé.
7. Valutazione, verifica e feedback.
In una prospettiva inclusiva la valutazione deve essere sempre formativa, finalizzata al
miglioramento dei processi di apprendimento e insegnamento.
È poi necessario personalizzare le forme di verifica nella formulazione delle richieste e
nelle forme di elaborazione da parte dell’alunno.
La valutazione deve sviluppare processi metacognitivi nell’alunno e, pertanto,
il feedback deve essere continuo, formativo e motivante e non punitivo o censorio.
Risorse/strumenti/metodologie didattiche ✓ Apprendimento cooperativo: sviluppa forme di
cooperazione e di rispetto reciproco fra gli allievi eveicola le conoscenze/abilità/competenze.
✓ Tutoring (apprendimento fra pari: lavori a coppie).
✓ Didattica laboratoriale (non serve il laboratorio comeluogo fisico!), favorisce la centralità del ragazzo, realizzala sintesi fra sapere e fare, sperimentando in situazione .
✓ Procedere in modo strutturato e sequenziale:proporre attività con modello fisso e dal semplice alcomplesso faciliteranno nell’alunno l’esecuzione delleconsegne, la memorizzazione e l’ordine nell’esposizionedei contenuti.
✓ Sostenere la motivazione ad apprendere.
✓ Lavorare perché l’alunno possa accrescere la fiducianelle proprie capacità .
Per alunni “lenti”:
predisporre verifiche brevi, su singoli obiettivi; semplificare gli esercizi (evitare esercizi
concatenati); consentire tempi più lunghi o ridurre il numero degli esercizi nello stesso tempo
(strategia da scegliere secondo la personalità del ragazzo).
Per alunni che manifestano difficoltà di concentrazione: fare uso di
schemi/mappe/diagrammi prima della spiegazione (aiuteremo la mente a selezionare, categorizzare,
ricordare, applicare quanto recepito durante la spiegazione); evidenziare concetti
fondamentali/parole chiave sul libro; spiegare utilizzando immagini; fornire la procedura scandita
per punti nell’assegnare il lavoro.
Didattica multisensoriale:
- uso costante e simultaneo di più canali percettivi (visivo, uditivo, tattile, cinestesico)→incrementa l’apprendimento;
- tecnologie multimediali (computer, notebook per utilizzare software specifici) LIM Utilizzi multiformi: permette di accedere a quantità infinita di informazioni, visualizzazione di filmati o immagini; interazione visiva di testi o esercizi (costruzione di testi collettivi); costruzione di unità di lavoro informatizzate con possibilità di personalizzarle per il gruppo classe e utilizzandole in modo flessibile (eventuale consegna agli alunni copia della lezione o delle attività proposte in formato cartaceo o digitale); favorisce e promuove l’interazione lasciando spazio alla creatività degli studenti affinché realizzino ricerche o unità di lavoro multimediali in modo autonomo, singolarmente o in piccolo gruppofavorendo così un apprendimento costruttivo ed esplorativo; per gli alunni con difficoltà risulta essere uno strumento compensativo (videoscrittura, realizzazione di schemi e mappe, tabelle…).
PICCOLI ACCORGIMENTI … EMOTIVI
•Interrogare non facendo scrivere alla lavagna,
ma su un foglio alla cattedra facendo sentire la
nostra vicinanza e, se non è indispensabile,
interrogare al posto.
•Far capire che le mappe non servono solo a
“loro”, ma a TUTTI. Se insegniamo a costruirle
insieme con la classe esse diventano ottimi
organizzatori grafici e cognitivi della conoscenza.
•Pianificare INSIEME le verifiche orali prima e
durante le interrogazioni.
•Considerare i LORO PUNTI DI FORZA e non solo le
cose che non sanno fare.
•Comprendere la natura della lentezza e della grande
fatica che fanno.
•Non lasciarli soli davanti a migliaia di pagine da
studiare, selezioniamo per TUTTI gli aspetti
fondamentali: “ il sapere da sapere”.
•Insegniamo a TUTTI A vivere la dislessia senza la sua
accezione “deprivativa” (suggerita dal prefisso “ DIS”).
Permettiamo loro di viverla come una realtà alla quale ci
si accosta con naturalezza, come una normale
differenza, come uno dei tanti modi possibili di essere di
una persona.