TRIMESTRALE...Alla sapiente mano di Luca Dini si deve la rivisitazione, per conto dei Cantieri di...

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    n. 48 - Inverno 2015/16 - Euro 6,00

    TRIMESTRALE

    MONTE CARLO YACHTS MCY 105 ● PERMARE AMER 94’ SAVE THE SEA ●TANKOA YACHTS SUERTE ●BAGLIETTO PACHAMAMA ●ROSSINAVI TARANSAY ●CLAASEN SHIPYARDS ATALANTE

    ARTE PAUL GAUGUIN

    REFIT BENETTI SAIL DIVISION MY LOTTY REFIT FEADSHIP/DE VRIES SULTANA

    DESIGN PHILIPPE BRIAND SUPERYACHT E CAR DESIGN

    PININFARINA FINCANTIERI OTTANTACINQUE

    international

    TRIMESTRALE

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    meeting

    XXV MONACO BOAT SHOWIL GRAND PRIX DEL MARE

    Che quello del Principato di Monaco sia un salone dal meraviglioso valore intrinseco lo dimostra la sua poderosa capacità di attrazione, grazie alla quale chiunque operi nel mondo dei superyacht ritiene tout court che il parteciparvi sia un imperativo assoluto, indipendentemente dal contorno. Qui, la bellezza, lo sfarzo, il design, la tecnologia e le soluzioni di avanguardia vanno ricercati e apprezzati nelle barche e non certamente - nep-pure di riflesso - tra i percorsi del “quartiere fieristico” che, proprio come accade per il Gran Premio di Formula 1, viene temporaneamente ricavato da uno spazio concepito per essere stabilmente città, abitato, agglomerato urbano. È stato così anche per quest’ultima edizione - la venticinquesima, svoltasi dal 23 al 26 settembre – che era stata annunciata con importanti novità proprio sul piano infrastrutturale: per esempio, l’allestimento di alcune darsene supplementari e l’estensione dell’area espositiva fino al Quai Renier III, praticamente lungo tutto il molo di sopraflutto. Tutto ciò è stato puntualmente realizzato, ma con poco beneficio per i problemi legati al flusso del pubblico, che, più volte denunciati, sono rimasti sostanzialmente irrisolti soprattutto lungo le banchine, dove anche stavolta non sono mancati continui inciampi, distorsioni e relative imprecazioni. Chi ha pagato i 150 Euro del biglietto di ingresso giornaliero deve esserci rimasto un po’ male. Ma, per fortuna, i tanti visitatori che “contano” – e Monte Carlo è il luogo ideale per godere di certi privi-legi – hanno corsie preferenziali per entrare senza passare dal botteghino.

    di Corradino Corbò

    Centoquattro superyacht a motore e

    diciassette a vela, per un valore

    totale di tre miliardi di Euro: queste

    le cifre di un salone talmente

    astronomico nei suoi contenuti

    da farsi perdonare qualche

    smagliatura organizzativa.

    Magari attraversando – debitamente accompagnati - l’atrio del lus-suoso Yacht Club che ha accesso diretto sulla banchina Louis II. Fa tutto parte del colore locale, insieme con le Bentley, le Ferrari, il Casino, i ristoranti di lusso, le griffe e quant’altro rende questa loca-lità e questo boat show così speciali, così esclusivi, così unici. Ma se non bastasse il colpo d’occhio, ecco le cifre a indicare senza ombra di dubbio che, anche quest’anno, sebbene il volume di affari mon-diale per ordini conclusi abbia registrato, rispetto al 2014, una netta flessione (ritenuta puramente fisiologica e, pertanto, assolutamente indipendente da fattori di congiuntura economica), il Monaco Boat Show si è riconfermato come il salone che, più di ogni altro, è in grado di mostrare la collezione di navi da diporto più ampia del globo: 52 unità varate nel 2015, presentate dai cantieri; 69 varate nei cinque anni precedenti, presentate dai broker. Un totale di 121 superyacht (104 a motore, 17 a vela) di lunghezza media pari a 47 metri, per un valore complessivo di tre miliardi di Euro. Se è vero che il parco mondiale delle navi da diporto naviganti è costituito da 4.413 unità (dato dichiarato dall’organizzazione monegasca), si-gnifica che un trentaseiesimo di esse si è dato appuntamento negli appena 0,3 chilometri quadrati di Port Hercules. Un risultato ecce-zionale. Ma il dato che più direttamente ci interessa è quello relativo ai Paesi di origine, dal quale si evince come la cantieristica italiana, avendo costituito il 43 per cento del repertorio, abbia ancora una volta caratterizzato più di ogni altra la manifestazione. Basti pensare che la seconda - l’Olanda – ha superato di poco il 20 per cento. Facciamo dunque una sintetica carrellata tra le novità. L’Amel 199 “Madame Kate” è un 60 metri dalle linee decisamente moderne - per certi versi coraggiose - disegnato da Tim Heywood per l’indu-striale brasiliano Alexandre Grendene Bartelle il quale, per gli interni, si è affidato allo studio Nuvolari Lenard. Molto interessante, anche perché di stretta derivazione commerciale, il Brodosplit “Katina” è una nave di impostazione tradizionale, con tutto quel che ciò com-porta in termini di spazi interni, originariamente pensati per una quantità di passeggeri di gran lunga superiore a quella prevista per la sua funzione di yacht.Benetti ha presentato tre unità: l’FB265 di 63 metri, un dislocante in acciaio e lega leggera che, negli interni, presenta l’originale soluzione di due suite quasi identiche per dimensioni, tanto da rendere difficilmente riconoscibile l’armatoriale; l’FB255 di 60 metri, progettato in cantiere per ciò che riguarda lo scafo e le sovrastrutture, ma affidato allo Studio Sinot Design per gli interni; il tecnologico BF203, un dislocante di 42

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    meeting

    XXV Monaco Boat showIl Grand Prix del mare

    di 85,10 metri, varato nel 2013), ha esposto il 66 metri “Ester III”, altro esempio di ispi-razione vagamente militare, più i modelli in scala di due unità che sono in via di comple-tamento: l’”Orchid”, 91 metri, disegnato da Reymond Langton, e il “Tatiana”, 123 metri, disegnato da Martin Francis. Mondomarine ha utilizzato il suo “Serenity” di 42 metri come teatro per la presentazione dell’avveniristico M60 Sea Falcon, disegnato dal brasiliano Luiz De Basto e destinato come tutti gli altri modelli dell’azienda - che ha trasferito a Mo-naco le attività commerciali - ad essere costruito negli storici cantieri navali Campanella, di Savona. Se non altro per il suo nome, non poteva mancare Monte Carlo Yacht con la sua nuova ammiraglia: l’MCY 105, il 32 metri che, progettato da Nuvolari Lenard, era stato premiato a Cannes pochi giorni prima con il “Most Innovative Yacht Trophy”. Gran festa allo stand Oceanco per la presentazione del modello in scala di “Acquaintance”, alla presenza del celebre Philippe Briand (con il quale abbiamo svolto l’intervista che presen-tiamo in altra parte di questo fascicolo) che ne ha firmato il progetto insieme con il suo staff di Vitruvius Yacht. Si tratta di un 105 metri che, spinto da quattro MTU da 2360 HP, potrà girare per il mondo alla velocità di circa 18 nodi. Due importanti progetti anche per Overmarine, già presente con il suo Mangusta 132 di 40 metri ormeggiato al Quai l’Hirindelle: si tratta dell’Oceano 55 e del Gran Sport 48, presentati dal loro designer Al-berto Mancini. Il primo è destinato a estendere verso l’alto la linea che già comprendeva i modelli 42 e 46; il secondo, invece, che avrà una versione a grande autonomia in grado di attraversare l’Atlantico, inaugura la nuova linea fast displacement. Sanlorenzo ha affidato a Officina Italian Design, di Mauro Micheli e Sergio Beretta, il compito di rinnovare lo stile dei suoi due entry level 72 e 82 - entrambi plananti di vetroresina – e il primo risultato di questa operazione è l’SL 86: un’unità “sartoriale” che punta moltissimo sul comfort. L’altra novità del cantiere ligure è rappresentata dal 460 Exp che, nonostante le misure non esuberanti rispetto alla media dei superyacht in acqua (“solo” 42,20 metri fuori tutto), ha spiccato per l’imponente mole, sottolineata da una livrea di colore scuro. De-butto in grande stile per il cantiere genovese Tankoa, alla sua prima realizzazione: il 70 metri S693 “Suerte”, che si è fatto subito apprezzare per l’originalità dell’articolazione interna e, in particolare, per gli ingressi laterali che introducono in un ambiente assai ampio e luminoso. È stato disegnato da Francesco Paszkowski, che ha firmato anche i già noti 43M e 46M esposti da Baglietto.Per quanto rappresentata da tutti i grandi protagonisti della cantieristica mondiale, la vela del Monaco Boat Show – con le sue 17 unità - non poteva che risultare nettamen-te minoritaria. Comunque autorevole la presenza italiana, con Perini, che ha riproposto il sempre affascinante ketch “Melek” di 56 metri, e Advanced Yachts, che ha portato al debutto il suo sloop A80, di 23,98 metri (alla soglia dei 24 metri, anche i centimetri

    metri che, grazie alla sua particolare carena con bulbo, sfiora i 20 nodi di velocità mas-sima. Alla sapiente mano di Luca Dini si deve la rivisitazione, per conto dei Cantieri di Pisa, di due concetti estetici che ormai fanno parte della storia del diporto italiano e che ora ritroviamo nell’Akhir 42S e nel Kitalpha 22. La principale novità del Gruppo Ferretti è costituita dal caratteristico Atlante 55, un quattro ponti costruito nei cantieri CRN su disegno dello studio Nuvolari Lenard, che deve aver tratto una buona ispirazione da certe unità militari. Ancora un bel disegno italiano, stavolta di Alberto Mancini, per il Dominator D800, un veloce cruiser che, destinato a un armatore libanese, è partito alla volta di Beirut subito dopo la conclusione del salone. Il Dreamline 34 M rappresenta l’evoluzione – anche in senso dimensionale – del 26 metri che parecchio successo ha raccolto lo scorso anno, con la plancia del fly deck che può essere spostata all’esterno

    per offrire una maggiore visuale durante il governo in manovra. L’olandese Feadship ha mo-strato la sua proverbiale capacità di spaziare in direzioni di stile assai diverse, portando due unità che in comune hanno solo la taglia e il fatto di essere dislocanti: il “Moon Sand”, 44 metri dalle linee classiche firmato da De Voogt Design, e il “Kiss”, 46 metri più avveniristico, firmato da Dubois. Una partnership di altissimo livello, tra Fincantieri e Pininfarina, ha dato vita al progetto “Ottantacinque”, così chiamato per la lunghezza in metri del superyacht da 2.460 tonnellate di stazza che, ricco di novità tecnologiche di avanguardia, verrà costruito nel cantiere di Muggiano. Tra i suoi dettagli più appariscenti, due piscine sopraelevate con il fondo mobile per nuotare al sicuro avendo una stupenda vista sul mare. L’AB Yacht 145, con i suoi 44 metri fuori tutto, è la nuova ammiraglia della linea sportiva del Gruppo Fipa: capace di superare i 42 nodi, è tra i superyacht più veloci al mondo. Il cantiere tedesco Lürssen, già in luce per aver portato a Monte Carlo l’ammiraglia del salone (il “Solandge”,

    AB Yachts 145

    Feadship Kiss

    Lürssen Ester III Mangusta Oceano 55 Mondomarine M60 Sea Falcon

    Oceanco Acquainstance

    Benetti FB265 CRN Atlante

    v.guidettiRettangolo

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