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UNA PAROLA

LA VOCE E L’IMPEGNO DELLA NOSTRA SCUOLA 8^ ISTITUTO COMPRENSIVO “ELIO VITTORINI”

ANNO SCOLASTICO 2016/2017

La Fondazione Antonino Caponnetto incontra i giovani

Il 17 Marzo 2017 abbiamo avuto la possibilità di partecipare alla conferenza sulla legali-

tà tenutasi presso l’Istituto Tecnico-

Commerciale “F. Insolera” , organizzata

dall’associazione Antonino Caponnetto. A

questo incontro hanno assistito le scuole

secondarie di I e II grado. L’associazione

ha istituito una commissione della legalità,

composta dai rappresentanti delle varie

scuole superiori che hanno mostrato i vari

aspetti dell’argomento apic. Una volta

iniziato l’incontro, la preside ha tenuto un

discorso, e dopo i commissari delle scuole si

sono alternati nel presentare i propri progetti. Ha iniziato l’Istituto Gargallo che ha in-

centrato la presentazione sul silenzio, sull’omertà e sulla strage di Capaci, attraverso

degli spezzoni del film “Il Capo dei

Capi”. Il secondo istituto è stato l’In-

solera che ha parlato della legalità delle

piccole cose come: fare la raccolta diffe-

renziata, o non sostare in luoghi vietati

e tutto ciò che un bravo cittadino do-

vrebbe fare. Tutto questo ci aiuterà in

un cammino verso una società migliore.

Il Corbino ha parlato dell’illegalità

nelle azioni umane, spesso compiute

dalla mafia, tipo: l’ecomafia, il vandali-

smo ecofriendly, il caporalato e il bio

terrorismo. Successivamente l’Einaudi ha trattato del bullismo e cyberbullismo. L’istitu-

to Rizza ha parlato del femminicidio, citando la parte iniziale del libro “Avevamo un

mostro in casa e non ce ne siamo accorti”

di Serena Dandini. L’istituto Federico II

di Svevia ha portato il fenomeno della

mafia con delle citazioni dei libri

“Uomini Soli” di A. Bozzato e “Per que-

sto mi chiamo Giovanni” di L. Garlando.

Dopo una breve pausa, è iniziata la se-

conda parte della conferenza con gli

interventi dei relatori: l’assessore Troia,il procuratore Nicastro, il vice questore aggiunto

Bandiera, il capitano Bordi, il presidente regionale della FAI Magnano, l responsabile

dell’associazione Caponetto dott. Bilotta e l’ex scorta di Giovanni Falcone Angelo Corbo.

Queste figure simbolo della legalità hanno basato i loro interventi sui testi composti da

alunni delle scuole medie e preventiva-

mente selezionati. Tra questi la nostra

scuola è stata rappresentata dal testo

sulla mafia di Daniele Assenza di 3aC e

dalla poesia composta dalla classe 3a B.

La legalità inizia da noi

La nostra vita è fatta di scelte. La possibilità di decidere un

comportamento piuttosto che un altro, o di compiere un’azione

invece di un'altra è una caratteristica propria dell’uomo; il mon-

do animale è regolato dalle leggi della natura ma le società uma-

ne funzionano in maniera diversa. Dal momento in cui hanno

iniziato a vivere in società gli uomini hanno scelto di rinunciare

volontariamente a una parte della loro libertà.

Esistono norme sociali e norme giuridiche. Nel primo caso ciò

che guida gli uomini è il buon senso e l’esperienza. Tutt’altro è il

discorso se si tratta di norme giuridiche imposte dallo stato. In

questo caso ci sono delle leggi scritte e valide per tutti e non c’è

giustificazione che tenga: la legge non ammette ignoranza. L’I-

talia, per fortuna ha le sue leggi. E le leggi ci dicono in maniera

chiara cosa può e non può essere fatto. Riteniamo alla luce di ciò

che abbiamo studiato che regole e libertà non sono due concetti

inconciliabili. In molti casi sono proprio le regole che ci permet-

tono di sentirci liberi. E non soltanto. Dobbiamo ricordarci che

ognuno di noi può contribuire in prima persona, con l’esempio

del proprio comportamento, alla lotta contro l’illegalità e la

corruzione.

La costituzione, che è la legge fondamentale del nostro stato,

definisce i diritti e i doveri dei cittadini. Ogni cittadino deve dare

il proprio contributo per la crescita e lo sviluppo della società.

Altri diritti basilari sono via via stabiliti negli articoli successivi.

Ad esempio ci siamo accorti che per molti pagare le tasse non è

piacevole, ma se valutiamo che lo Stato con i soldi che incassa

fa in modo che tutti possono avere un’istruzione o un’adeguata

assistenza sanitaria, sicuramente capiamo che pagare le tasse è

indispensabile.

Nel panorama della legalità rientra il problema della criminali-

tà.

La microcriminalità è responsabile di molti reati che hanno mi-

nore rilevanza dal punto di vista penale, ma che vede protagoni-

sti i giovani spesso vengono reclutati dall’esercito della crimina-

lità. Si tratta il più delle volte di ragazzi non collegati alla crimi-

nalità che cercano in questo modo di inventarsi un ruolo nella

società; questo è il cosiddetto fenomeno delle baby gang.

In ultimo ma certamente non meno grave è la piaga delle asso-

ciazioni mafiose che costituiscono una particolare forma di cri-

minalità organizzata. La mafia ha purtroppo nel nostro Paese

una storia molto antica che si è evoluta nel tempo. Ha saputo

riconvertire i suoi traffici criminosi in nuove attività e in nuovi

ambiti di interesse. Gli uomini di mafia hanno sempre avuto una

sola legge, ovvero quella del più forte. La mafia è fatta da uomi-

ni, che non osservano la legge e che continueranno a non rispet-

tarla. La mafia viene sempre associata al sud dell’Italia; l’orga-

nizzazione mafiosa più importante è “Cosa Nostra”, che si trova

in Sicilia. La mafia non è un problema relativo solo ad alcune

aree geografiche del nostro stato; la mafia va combattuta ovun-

PLACIDO RIZZOTTO

Placido Rizzotto

era un bravo “picciotto”

morto nel ‘48

ucciso da un complotto.

Viveva nella tranquillità,

era giusto, onesto e uomo di qualità.

Il suo lavoro amava

e per la giustizia lottava.

In vita diceva:”Sarò ucciso!”

e il suo nome nella storia fu inciso.

Le sue ossa sono state nascoste

e per tempo non si sono avute risposte.

Dopo tanta ricerche l’hanno ritrovato

e al cimitero di Corleone portato,

e da molte persone ora è ricordato.

Dai mafiosi fu temuto

per il coraggio che ha avuto.

La città di Corleone lo vuole onorare

perché la sua storia si deve ricordare

e nel tempo deve restare.

La Mafia è silen-

zio …

… da Impastato

a Manca

Noi alunni della

scuola secondaria,

giorno 23 marzo

2017, abbiamo assi-

stito ad uno spetta-

colo messo in scena dalla compagnia

“Sound Power Service”.Gli attori hanno

interpretato, in maniera eccellente, i per-

sonaggi di Peppino Impastato e Attilio

Manca, che hanno pagato con la vita l’es-

sersi schierati a favore della legalità, che

hanno creduto nei veri valori e nella possi-

bilità di cambiare la nostra società spesso

corrotta e sopraffatta dalla mala-vita.

Hanno fatto degli accenni riguardanti

altre vittime della mafia, come Aldo Moro,

Ilaria Alpi e Beppe Alfano ed hanno anche

fatto un excursus storico del terrorismo. Si

è parlato di sangue, silenzio ed omertà. La

vicenda si è snodata lungo un filo rosso

che accomuna i protagonisti: l’amore per

la verità e la lotta alla mafia, dispensatrice

d i m o r t e e d i n g a n n i .

Attorno a questi omicidi, per anni qualcu-

no ha tentato di far emergere un’altra

verità, nonostante l’impegno di alcuni

magistrati, come Falcone o Borsellino,

s e m p r e

t r o p p o

p o c h i

rispetto ai

c o l l e g h i

che sem-

b r a n o

voler re-

mare con-

tro l’affermazione di Verità e Giustizia nel

nostro Paese; la performance si è conclusa

con la figura del giovane medico Attilio

Manca e della sua strana morte. Lo spetta-

colo è un messaggio di speranza che non

cade mai nel mieloso o nel qualunquista,

ma punta dritto al nocciolo delle questioni

di mafia trattate. L’ambientazione creata

dalle tecniche d’illuminazione e dalle mu-

siche, è risultata suggestiva ed a tratti ha

ricordato i ritmi e le sequenze d’immagini

proprie dei film.

3^A

Un’ associazione contro la mafia

La morte di Falcone e Borsellino è stato un momento tragico per l’Italia, ma essi a

parere di tanti non sono morti invano. I feroci attentati di cui sono stati vittime han-

no scosso profondamente le coscienze di noi tutti e molti hanno iniziato ad impe-

gnarsi attivamente nella lotta alla Mafia fondando movimenti e associazioni antimafia. Ne è un esempio l’Associazione Libera, nata il 25

marzo 1995 con l’obiettivo di coordinare e incentivare l’impegno della società contro ogni forma di mafia.

Libera è presente su tutto il territorio italiano e ha come presidente Don Luigi Ciotti che ha precedentemente fondato il Gruppo Abele di Torino.

Tra i suoi principali obiettivi ricordiamo:

L’educazione alla legalità nelle scuole; La realizzazione di corsi di formazione, convegni e incontri informativi per diffondere il più possibile le caratteristiche del fenomeno

mafioso che sfortunatamente muta e si evolve nel tempo e per far conoscere tutte le possibili strategie di contrasto al fenomeno stesso;

Il sostegno diretto e concreto a chi si oppone fortemente al fenomeno mafioso rischiando in prima persona la vita propria e dei propri cari.

Il 21 marzo di ogni anno Libera celebra “La Giornata della Memoria e dell’Impegno”. In questa occasione ricorda tutte le vittime innocenti della mafia e rinnova il suo impegno di lotta contro ogni forma di criminalità organizzata.