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STORIA DELLA PSICOLOGIA
Riassunto: Legrenzi, Storia della psicologia, Il Mulino
LE ORIGINI DELLA PSICOLOGIA - DAL PENSIERO GRECO ALL’800
Il termine psicologia significa scienza dell’anima, secondo l’etimo greco.
Esso nasce tra il 16° e il 17° secolo, ma ha vita stentata fino al ‘700 quando
viene ripreso da Wolff (1730) che:
- designa con esso una delle quattro parti in cui va suddivisa la metafisica (le
altre erano l’ontologia, la cosmologia e la teologia)
- distingue tra psicologia razionale e psicologia empirica.
- pone l’esigenza di una “conoscenza matematica dello spirito umano”
Solo nella seconda metà dell’800 il termine psicologia inizierà ad essere
utilizzato per indicare una disciplina scientifica autonoma dalla filosofia e
svincolata dalla metafisica.
Le diverse scuole e correnti psicologiche hanno sempre oscillato tra due poli
opposti:
1. I meccanicisti: considerano l'uomo come una macchina, il cui
funzionamento è determinato dalle leggi della neurofisiologia e della
biochimica e privilegiano le classiche tecniche
sperimentali, da usarsi in laboratorio.
2. Coloro che considerano l'uomo come una persona capace di scopi,
aspettative e intenzioni e privilegiano l'osservazione in contesti naturali e
anche l'impiego di tecniche (es psicoanalisti) lontane dai canoni delle scienze
naturali.
Più in generale, relativamente al concetto di scientificità e di psicologia come
scienza autonoma esiste la seguente doppia posizione:
- La prospettiva storiografica classica considera la psicologia al pari delle
altre scienze della natura e cerca di trapiantarvi criteri e metodi già collaudati
in altri campi come la biologia.
Si sostiene che la disciplina è nata come scienza autonoma quando si è
incominciato a portare i fenomeni in laboratorio così da poterli analizzare con
le consuete procedure sperimentali.
Ed è in base a questo criterio che si riconosce a Wilhelm Wundt il merito di
aver fondato la psicologia:
il 1879 - quando Wundt apre il suo laboratorio a Lipsia – è considerato l’anno
di nascita della disciplina.
Dunque l'adozione del metodo sperimentale con l'istituzione di laboratori in
cui condurre gli esperimenti,
viene considerata come lo spartiacque tra due millenni di psicologia
"filosofica" e centoventi anni di psicologia scientifica.
Si tratta di una prospettiva schematica e riduttiva basata sull’equivalenza tra
metodo sperimentale e
psicologia scientifica.
- Prospettiva opposta è quella secondo cui nodi teorici della psicologia sono
stati già formulati in sede filosofica ed è lì che vanno rintracciati.
L’introduzione del metodo sperimentale non costituisce la garanzia di
scientificità di una disciplina -> E’ legittimato l'impiego di tecniche di indagine
originali come l’osservazione del comportamento altrui nel corso della vita
quotidiana, colloquio clinico, l’introspezione e cioè l’esame dei nostri processi
psicologici osservati nel corso del loro svolgimento (auto- osservazione)
Il limite è che si tratta di una prospettiva ingenua, è una psicologia del senso
comune.
I metodi della psicologia sperimentale
1) Il metodo sperimentale:
L’esperimento presuppone sempre l’esistenza di una variabile indipendente e
di una variabile dipendente. L’esperimento è preceduto dalla formulazione di
un’ipotesi che deve essere falsificabile
2)Introspezione sperimentale :
Consiste nell’ “osservazione empirica” dei propri stati di coscienza
(esperienza diretta o immediata)
E’ l’auto osservazione sistematica da parte di una persona di quanto avviene
nella sua stessa mente
(metodo principale usato alla nascita della psicologia scientifica, nella
seconda metà dell’Ottocento,
particolarmente dagli strutturalisti).
Tra il 16° e il 17° secolo erano maturate le condizioni che resero possibile lo
sviluppo dei campi del sapere scientifico contemporaneo.
La psicologia è l'ultima disciplina scientifica a rendersi indipendente dalla
lunga gestazione filosofica, diventando una scienza naturale (e
sperimentale).
La psicologia come scienza autonoma ha avuto uno sviluppo ritardato
rispetto alle altre scienze naturali a causa della presenza di potenti vincoli che
si opponevano al costituirsi di una scienza dell’uomo.
Il lento maturare delle condizioni che hanno reso possibile la costruzione di
una scienza dell’uomo è dovuto alla necessità di rimuovere tali ostacoli, di
creare un clima culturale adatto rimuovendo pregiudizi del passato
Una scienza dell’uomo nasce in due tappe:
- viene legittimata la possibilità di studiare l’uomo in quanto macchina ->
sviluppo delle ricerche anatomiche e fisiologiche
- si può considerare l’uomo nella sua globalità, studiandone non solo il corpo
ma anche la mente
La nascita della psicologia scientifica è il risultato di un processo lungo e
faticoso e non è dovuta semplicemente all’adozione del metodo sperimentale
per studiare il comportamento umano in laboratorio.
LE CONDIZIONI PER LA NASCITA DELLE SCIENZE DELL’UOMOPerché possa esservi una scienza dell’uomo occorre, come prerequisito, che
l’uomo possa essere oggetto di studio scientifico.
Il primo motivo del ritardato sviluppo della psicologia rispetto alle altre scienze
naturali è dovuto al fatto che per diversi secoli tale prerequisito è venuto a
mancare -> il pensiero occidentale, a partire dal pensiero cristiano
medioevale, ha escluso che l’uomo potesse essere oggetto di indagine
scientifica.
Al contrario nel pensiero greco era riconosciuta la piena appartenenza
dell’uomo, come animale, al mondo della natura -> esistevano già le
premesse perché potesse nascere una scienza dell’uomo.
Filosofia greca
In quasi tutte le civiltà antiche non è chiaro il rapporto tra Sistema Nervoso
(SN) e attività psichica, che viene collocata nel cuore.
Per il pensiero greco, con qualche eccezione, è soprattutto il cuore la fonte
della vita psichica, ma anche il cervello.
Pitagora (circa 570-489 a.C.) distingueva tre facoltà psichiche:
- intelligenza: comune all’uomo e agli animali; collocata nel cervello
passione: comune all’uomo e agli animali; collocata nel cuore
ragione: specifica dell’uomo; collocata nel cervello; l’unica facoltà
immortale tra le tre
Ippocrate:è medico, e la sua scienza è finalizzata alla medicina.
E’ un filosofo che fonda una vera e propria scienza dell’uomo in cui
confluiscono osservazioni sociologiche, psicologiche e fisiologiche, e rimarrà
senza un seguito apprezzabile per ventidue secoli. -> asserisce che l’uomo è
parte della natura e può essere studiato con i metodi delle scienze della
natura.
Ippocrate propone una dottrina caratterologica e studia gli effetti delle
patologie del sistema nervoso sul comportamento.
Egli ritiene che vi siano
Sangue → aria → caldo ed umido → temperamento sanguigno
bile nera → terra →fredda e secca → temperamento melanconico
bile gialla → fuoco →caldo e secco→ temperamento collerico
flegma → acqua → freddo e umido → temperamento flegmatico
A seconda del prevalere di uno di questi quattro umori sugli altri, la persona
svilupperà un certo temperamento. Rispettivamente: sanguigno,
melanconico, collerico e flegmatico.
La caratteriologia ippocratica si è mantenuta sino ad oggi (ovviamente per
quel che riguarda la descrizione dei tipi temperamentali). Essa è stata infatti
ripresa da Pavlov e da Eysenck.
Ancora più importanti i suoi studi neurologici.
Nel trattato “Delle ferite del capo” afferma che il cervello è l’organo più
potente del corpo e che gli organi di senso agiscono in funzione della sua
capacità di discernimento.
Descrive anche l’apoplessia, i deliri e le allucinazioni, e afferma la
dipendenza di menomazioni delle facoltà intellettive da traumi cranici.
Afferma che la sede dell’intelligenza è il ventricolo sinistro del cuore.
Aristotele:
Il trattato De anima di Aristotele (384-322 a.C.) è indubbiamente il primo testo
di psicologia Suddivide l’anima in tre parti: vegetativa, sensitiva e intellettiva
Con lui si afferma la concezione dell’uomo come oggetto di studio naturale ->
considera l’uomo un animale, comparandolo continuamente con gli altri
animali.
Aristotele tenta di costituire, accanto ad una psicologia dell’uomo, una
psicologia infantile ed una animale.
Non per nulla secondo Darwin, Aristotele è stato il pensatore che più si
avvicinò alle sue concezioni.
Il cervello, pur avendo insieme con il cuore il potere supremo di controllo della
vita corporea, ha sostanzialmente un potere di raffreddamento sul cuore, che
svilupperebbe nella sua attività un calore eccessivo. Il cervello, quindi,
interviene solo indirettamente nelle funzioni mentali.
La filosofia greca aveva posto tutte le premesse perché le scienze dell’uomo
e quindi la psicologia, potessero progredire.
Medioevo
Si rifiuta lo studio dell’uomo : La scienza medioevale è ben diversa da quella
greca, e non ha alcun rapporto con quella che sarà la scienza moderna, dopo
la rivoluzione del XVII secolo.
Il mondo è concepito secondo una struttura gerarchica con alla testa Dio e
immediatamente sotto l’uomo, che non viene visto come facente parte della
natura.
Lo studio della natura esiste ma è solo descrittivo La scienza esiste sotto
forma di maghi e di alchimie
Rinascimento
E’ solo sulla fine del XIV secolo e nei due secoli successivi, con il
Rinascimento che sarà
possibile iniziare un nuovo rivolgimento del pensiero umano.
Le caratteristiche del pensiero rinascimentale possono così essere riassunte:
- all’uomo si attribuiscono caratteristiche proprie della divinità -> siamo lontani
dalla possibilità di poterne fare un oggetto di studio
- alla natura si tenta di attribuire una sua energia, naturale e non divina di
origine.
Riscoperta del mondo e dell’uomo nei loro valori immanenti, naturali e laici
- alla magia, bianca o nera, succede la magia naturale
- la scienza ravvisa nel mondo un ordine regolato da leggi matematiche,
induttive e codificabili
Cartesio (1596-1650)
il Seicento con Cartesio prosegue nell’opera di abbattimento delle barriere
che il cristianesimo aveva posto nel Medioevo attorno allo studio dell’uomo.
Opera la distinzione tra res cogitans e res extensa -> Il dualismo cartesiano:
- Res cogitans:
l’anima pensante
è priva di estensione
interagisce con il corpo a livello della ghiandola pineale (o epifisi)
- Res extensa
corpo inteso come macchina.
in quanto materia è dotata di estensione
nella res extensa tutto è in grado di funzionare autonomamente
Cartesio, distinguendo tra res cogitans e res extensa, consente di poter
studiare quest’ultima in prospettiva meccanicistica. Apre così la strada ai
tentativi del materialismo volgare, di cui il più caratteristico rappresentante è
La Mettrie. Apre però anche la strada a un reinserimento, prima con Linneo,
poi con Buffon, dell’uomo nella scala zoologica.
Propone la dottrina delle idee innate -> Le idee sono di tre tipi:
1) idee derivanti dai sensi, costituenti un legame tra mente ed oggetti reali.
2) idee costruite direttamente dalla mente
3) idee innate che sorgono direttamene dalla mente come principi
assolutamente basilari4)
Possono essere quelle di Dio, di sé.
Il fatto che tali idee siano innate, non significa che si presentino chiare e
distinte alla coscienza dell’uomo. Egli le deve scoprire in se stesso Un ultimo
aspetto del pensiero cartesiano è la concezione secondo la quale il mondo in
cui viviamo potrebbe essere un mondo di apparenze, costruito da un demone
che voglia ingannare. Se è quindi indispensabile dubitare di tutto, è però
indubbio che vi sono delle idee che per le loro caratteristiche di chiarezza e
distinzione sono indubitabili, in quanto siamo consapevoli della loro
esistenza. La prima delle quali è formulata nel famoso cogito: se penso, non
posso dubitare di esistere.
LA FONDAZIONE DELLE SCIENZE DELL’UOMOIl dualismo e la dottrina delle idee innate di Cartesio svolgono un ruolo
essenziale nel processo che consente di determinare le condizioni perché
possa nascere una scienza dell’uomo -> l’uomo può essere finalmente
studiato come meccanismo.
I passi successivi da compiere sono:
a) il passaggio da un’indagine sull’essenza della mente a un’indagine sui suoi
processi, indipendentemente dalla sostanza che la compone -> questo passo
verrà compiuto dagli empiristi inglesi Locke e Hume e verrà seguito dagli
associazionisti per giungere fino a Bain.
b) il passaggio da una concezione del corpo da macchina a organismo
animale, in modo da poter ricostruire l’unità mente-corpo -> questo passo si
svolgerà per lo più in Francia, prima con La Mettrie, Condillac e Buffon, e poi
soprattutto con gli idèologues, in particolare, per ciò che riguarda la
psicologia, con Cabanis. Locke in Inghilterra, poi Condillac in Francia,
consentono di superare ogni ostacolo metafisico, mostrando come si
possano studiare processi e funzioni dell’anima senza preoccuparsi della sua
essenza. La sintesi di tutti questi apporti è opera degli idèologues, che
soprattutto con Cabanis mostrano come sia possibile uno studio scientifico
dell’uomo, sul piano sia biologico che mentale.
Alla fine del Settecento si ha già una autentica fondazione della scienza
dell’uomo: Non siamo però ancora alla psicologia, nel senso in cui oggi la
intendiamo. Sarà ancora infatti necessario oltre mezzo secolo e fondamentali
saranno gli apporti di altre scienze, dall’astronomia, alla fisiologia, alla
biologia, che innestandosi permetteranno alla psicologia di nascere.
Empiristi e associazionisti Il filone filosofico che prende origine da Cartesio è
quello “razionalista”, secondo cui Le idee non derivano dall’esperienza ma da
principi connaturali alla ragione (Spinoza, Leibniz)
Ad esso si contrappone il movimento “empirista”, secondo cui le idee
derivano dall’esperienza (Locke, Berkeley, Hume)
Che cosa è un’idea?
Secondo gli empiristi un’idea è un pensiero ed è distinta dalle passioni
Utilizzano il termine “ intelletto “ anziché mente o anima. Le idee innate non
esistono
La mente in origine è una “tabula rasa” -> l’intelletto umano è determinato
unicamente da fattori ambientali
La distinzione operata dagli empiristi tra prodotti dell’anima (processi ed
effetti, possono essere studiati scientificamente) e sostanza che la compone
(stdiabile solo attraverso la metafisica) apre due vie di indagine:
1) lo studio dei processi che si svolgono nell’intelletto (James Mill, John
Stuart Mill, Bain)
2)lo studio dei rapporti tra mente e corpo (David Hartley)
Maggiori contributi degli empiristi:
- atomismo (o elementismo)
- associazionismo
David Hume (1711-1776)
Individua nelle associazioni – che definisce “segreti legami” -i processi che
regolano l’intelletto
Opera una distinzione tra “impressioni” ed “idee”
Formula le leggi delle associazioni -> distingueva associazioni per:
somiglianza: il ritratto del volto di una persona ci fa pensare per somiglianza
alla persona ritratta
contiguità: una chiesa ci fa pensare alla città di appartenenza
causazione: un figlio ci fa pensare al padre
Gli associazionisti sviluppano i principi dell’associazione e aggiungono molte
altre leggi
I rappresentanti dell’associazionismo sono John Stuart Mill e Alexander Bain.
James Mill (1773-1836)
Nel 1829 formula il principio dell’“associazione sincrona”: un oggetto è
costituito da una somma di sensazioni diverse che vengono associate
simultaneamente a costituire un percetto da cui deriva un’idea.
John Stuart Mill (1806-1873)
L’organizzazione delle idee corrisponde a una “chimica mentale”
Il concetto di associazione sincrona può spiegare la formazione per
associazione delle idee semplici, nel momento in cui si passa alle idee
complesse il discorso necessita di una modifica. Introduce la teoria della
chimica mentale.
Sostiene che le idee semplici, nel costituire le idee complesse si comportano
come gli elementi della chimica quando si uniscono tra loro per formare un
composto.
L’acido solforico è composto di idrogeno, ossigeno e zolfo. Una molecola di
acido solforico si comporta come un’unità, e per comprenderla non abbiamo
bisogno di dividerla nei suoi componenti. Anzi, una volta diviso tra di loro gli
atomi che la compongono, non ci troviamo più di fronte alla molecola
originale.
Alexander Bain (1818-1903)
È considerato il vero padre filosofico della psicologia scientifica
Pur accettando una teoria associazionistica ammetteva
contemporaneamente l’esistenza anche di fattori innati di organizzazione del
comportamento. Per Bain c’è la necessità di dare una base neurofisiologica
ad ogni studio del comportamento; la “mente è completamente alla mercé
delle condizioni corporee”. Secondo Bain infatti, il movimento precede la
sensazione, e questo a sua volta precede il pensiero.
Fornisce una delle prime formulazioni dei processi di apprendimento
(“apprendimento per tentativi ed errori”) :
nella soluzione di un problema, l’individuo opera inizialmente con movimenti
casuali; alcuni di questi saranno però premiati dalle loro conseguenze, e
precisamente quelli che ottengono risultati positivi; essi tenderanno allora a
ripetersi, divenendo delle abitudini.
David Hartley (1705-1757)
Studia le interazioni tra corpo e operazioni dell’intelletto
Enuncia un programma scientifico fondato sui fatti e non sulle congetture
A fondamento della sua teoria pone la dottrina delle “vibraziuncole”, minime
vibrazioni che gli oggetti esterni provocano attraverso gli organi di senso nel
SN.
Il suo programma vuole dimostrare che queste vibrazioni sono alla base del
processo di associazione fondamentale per le operazioni dell’intelletto.
Ad esempio: un ricordo di un’esperienza passata suscita un insieme di
vibraziuncole corrispondente a quella causata da tale esperienza nel sistema
nervoso, quando fu percepita.
Ideologi
Anche in Francia alcuni filosofi e scienziati (Condillac, Buffon, La Mettrie,
Cabanis) si pongono il problema di:
- superare l’essenzialismo delle ricerche sull’anima
- ricondurre la “macchina” del corpo all’organico
- trovare una corrispondenza tra “fisico” e “morale”, suscettibile di studio
scientifico
Con gli ideologi c’è il passaggio da una concezione del corpo da macchina a
organismo animale
Condillac (1714-1780)
Nel 1754 inizia lo studio delle operazioni intellettuali dell’uomo basato sullo
studio scientifico dei suoi processi fisiologici.
Confronta l’uomo con gli animali.
E’ convinto dell’esistenza di un anima inconoscibile.
Buffon (1707-1788)
L’uomo rientra di diritto nel regno animale
Propone il concetto di “storia naturale” dell’uomo, che indica, oltre ad una
necessità di considerare l’uomo parte integrante della natura, nelle sue
somiglianze e differenze dagli altri animali, anche la raggiunta maturità di una
concezione che consente di studiare l’uomo in toto.
La Mettrie (1709-1751)
L’intera natura è ricondotta a un unico principio: la materia fornita di
sensibilità e movimento.
La mente è una proprietà della materia; ciò che distingue la materia vivente
da quella non vivente, è che la prima è organizzata, e tale organizzazione le
fornisce un principio motore interno.
Corpo e anima sono materiali e strettamente interdipendenti
L’anima è intesa come la molla principale di tutta la macchina si governa per
volontà del corpo, ma questo a sua volta non si governa che per volontà
dell’anima.
Il pensiero è azione dei muscoli del cervello.
L’uomo, come ogni altro animale, è solamente una macchina (riduzionismo
meccanicista) che trae il suo principio motore dal solo fatto di essere
composto di materia organizzata.
Tra uomo e animale le uniche differenze sono quantitative -> la maggior
semplicità dell’animale fa di esso un macchina meno complessa.
Cabanis (1757-1808)
Fisico e morale sono profondamente interconnessi ma poli opposti di
un’unica dimensione
Il sistema nervoso centrale si sostituisce all’anima/mente/spirito dei
precedenti filosofi
Nella sua concezione assume importanza preminente il ruolo che attribuisce
al sistema nervoso, che raggiunge ogni parte del corpo, governandola e
regolandola (e addirittura rigenerandola, se danneggiata); e che nello stesso
tempo, attraverso gli organi di senso raccoglie le impressioni dal mondo
esterno.
Con Cabanis finalmente si affaccia quella concezione dell’uomo che si
affermerà poi definitivamente nel secolo successivo: L’unità anche ontologica
dell’uomo è definitivamente affermata.
Il pensiero degli ideologi nell’arco di pochi decenni era già quasi dimenticato,
ma l’importanza della loro opera fu ugualmente inestimabile. Con loro, e solo
con loro, si poterono finalmente stabilire tutte le condizioni perché la
psicologia potesse nascere come scienza.
Gli eventi storici impedirono che fossero essi a raccogliere direttamente i frutti
di quanto avevano seminato.
I tempi erano maturi ormai perché la scienza dell’uomo nascesse
effettivamente e non solo la psicologia, ma anche l’etnologia e l’antropologia
Immanuel Kant (1724-1804)
Superamento della controversia tra empiristi e razionalisti attraverso
l’introduzione dei giudizi sintetici a priori
Superamento della distinzione wolffiana tra psicologia razionale e psicologia
empirica Kant (1786) nega la possibilità di “misurare”i fenomeni psichici e
quindi la costituzione della psicologia come scienza naturale sperimentale
autonoma
Non fu quindi né in Francia né in Inghilterra che nacque la psicologia
scientifica, ma in Germania.
Sono due gli autori considerati i più diretti precursori della psicologia
scientifica: Herbart e Fechner.
Johann Friederich Herbart (1776-1841)
È uno dei primi autori ad affermare che la psicologia è una scienza
autonoma, anche se metafisica e non sperimentale, in quanto la scienza
sperimentale è necessariamente analitica, mentre la mente per la sua natura
non può che essere unitaria.
Essendo scienza metafisica, va fondata sull’esperienza e sulla matematica.
Affermando la necessità di una fondazione matematica della scienza
psicologica, compì due operazioni fondamentali per la nascita della nuova
scienza:
- toglie l’oggetto di studio della psicologia dal dominio del qualitativo
facendolo entrare in quello quantitativo, compiendo così un grosso passo
avanti per l’equiparazione della psicologia alle altre scienze naturali
- pone in luce l’esigenza di fondare una teoria della misurazione dei fenomeni
psichici
Introduce il concetto di “soglia della coscienza” con cui indica l’intensità
minima che un’idea deve possedere affinché rimanga a livello della coscienza
Al di sotto di tale livello le idee entrano nell’inconscio. Il concetto d’inconscio
entra così per la prima volta nel campo della psicologia, con settant’anni circa
di anticipo sulla prima formulazione che ne darà Freud
Gustav Theodor Fechner (1801-1887)
È considerato uno dei padri fondatori della moderna psicologia.
Pur reputando la psicofisica una propria creatura riconobbe il ruolo del
fisiologo Ernst Heinrich Weber
Unisce corpo e anima grazie alla psicofisica.
La psicofisica studia le relazioni che intercorrono tra la sensazione e la
stimolazione che l’ha prodotta.
Ognuno dei nostri sensi recepisce solo un tipo specifico di evento fisico
La sensazione specifica si produce solo se lo stimolo ha una certa intensità
Attraverso questa nuova scienza è possibile determinare attraverso una
precisa relazione matematica la relazione che intercorre tra questi due
aspetti.
Tale relazione psicofisica venne chiamata da F Legge di Weber, ma è più
nota come legge di Weber- Fechner. Essa afferma che la sensazione è
proporzionale al logaritmo dello stimolo; in formula:
S = k log R + C
dove:
(S) è la sensazione,
(R) lo stimolo,
k e C sono costanti la prima della quali, detta costante di Weber dipendente
dalla modalità sensoriale.
L’attribuzione della legge di Weber (1834) dipende dal fatto che quest’ultimo,
anatomico e fisiologo a Lipsia tra il 1829 e il 1834 aveva rilevato che se ad un
soggetto venivano presentati due stimoli di intensità diversa, ma tale per cui
la differenza tra i due stimoli fosse appena percepibile, con l’aumentare del
valore di intensità degli stimoli aumentava anche la differenza appena
percepibile, mentre rimaneva costante il rapporto tra i due stimoli.
Con Fechner la possibilità di costruire una psicologia scientifica fa un passo
avanti decisivo.
Herbart e poi Fechner mostrano come sia possibile uno studio matematico e
una misurazione dei processi mentali.
Ernst Heinrich Weber (1795-1878)
Condusse le prime ricerche di psicofisica a Lipsia tra il 1830 e il 1850 Si
interessò in particolar modo delle sensazioni
Trovò che l’incremento dello stimolo capace di generare la sensazione
minima avvertibile è direttamente proporzionale allo stimolo assoluto dal
quale si è partiti
LA NASCITA DELLA PSICOLOGIA SCIENTIFICA:Di importanza determinante per la nascita della psicologia scientifica furono
gli apporti di altre discipline scientifiche: fisiologia, astronomia, biologia, i cui
contributi verranno a costituire i fondamenti della psicologia scientifica.
I tempi di reazione
La storia del tempo della mente inizia nel regio osservatorio di Greenwich.
Quando Bessel si interessò del licenziamento Kinner-Brook nell’osservatorio
di Greenwich a causa delle sue rilevazioni errate, introdusse la questione dei
tempi di reazione, cioè lo studio del tempo necessario perché una persona
risponda alla presentazione di uno stimolo.
Nel 1816 Bessel dimostrò che da un osservatore all’altro si avevano
differenze che in media si aggiravano tra 300 msec e 1 secondo.
Frans Cornelius Donders (1818-1889)
Professore di Fisiologia a Utrecht, si occupava dei rapporti esistenti tra
sistema nervoso centrale e fenomeni mentali.
Secondo Donders, che era un fisiologo, ciò che impediva alla psicologia di
diventare scienza era l’impossibilità di dare delle misurazioni oggettive,
secondo parametri fisici, dei processi mentali. A suo parere, tale difficoltà
poteva essere superata se solo si fossero potuti rilevare i tempi di durata dei
processi mentali. Dimostrare che, indipendentemente da qualsiasi possibilità
di osservazione sul piano fisiologico, nella mente avviene un processo che
richiede del tempo, significa contemporaneamente dimostrare l’esistenza di
tale processo.
Il metodo sottrattivo: Donders (tra il 1862 e il 1865) individuò tre tipi
fondamentali di tempo di reazione:
1. I tempi semplici (a), corrispondono a una situazione in cui a uno stimolo
deve seguire una risposta
Esempio: il soggetto riceveva una stimolazione elettrica alla gamba destra, e
doveva premere un pulsante con la mano destra
2. I tempi composti (b), nei quali il soggetto deve fornire risposte differenziate
a seconda dello stimolo
Esempio: il soggetto poteva ricevere lo stimolo elettrico sia alla gamba destra
sia alla gamba sinistra
3. I tempi composti (c), si hanno con la somministrazione di uno stimolo tra
più stimoli, ma il soggetto deve rispondere a uno solo degli stimoli
Esempio: il soggetto poteva ricevere lo stimolo sia alla gamba destra sia alla
gamba sinistra
Risultati:
- I tempi a sono più brevi
- Seguono i tempi c
- I tempi b sono i più lunghi di tutti
- La differenza tra a e c indica la lunghezza del processo mentale di
discriminazione tra stimoli
- La differenza tra c e b indica invece la lunghezza del processo mentale di
discriminazione tra risposte
Il metodo sottrattivo di Donders suscitò un notevole entusiasmo e venne
impiegato da Wundt che sperava attraverso compiti più complessi di poter
dimostrare l’esistenza delle fasi in cui riteneva si articolassero i processi
mentali.
Il metodo sottrattivo è tuttora considerato uno dei più fecondi metodi di studio
dei processi cognitivi.
I tempi di reazione, a partire dagli studi sulle equazioni personali degli
astronomi con il metodo sottrattivo di Donders, forniscono il primo
corrispettivo fisico di un processo puramente mentale.
IL CONTRIBUTO DEI FISIOLOGILa fisiologia è stata la scienza che forse ha più contributo alla nascita della
psicologia scientifica.
Che cosa è un riflesso?
stimolando determinati recettori sensoriali, si provocano automaticamente
(senza intervento della volontà del soggetto) delle risposte.
Si parla di arco riflesso in quanto il substrato nervoso è composto di una
parte afferente (il ricettore sensoriale e il nervo sensoriale che dal recettore
porta l’impulso nervoso al centro) e di un ramo efferente (la fibra motoria che
dal centro conduce agli effettori periferici).
Al centro (ad es. nel midollo spinale) ramo afferente ed efferente sono a
contatto più o meno diretto, di modo che l’impulso nervoso proveniente dalla
stimolazione sensoriale si scarica direttamente sul ramo efferente, senza
dover passare a livelli più elevati che coinvolgano la volontà dell’individuo.
La legge di Bell-Magendie
Nei primi anni dell’Ottocento l’inglese Charles Bell e il francese François
Magendie dimostrano l’indipendenza delle vie sensoriali dalle vie motorie
Infatti ogni nervo che origina dal midollo spinale ha due radici; recidendo la
radice anteriore di un nervo viene interrotta la possibilità di movimento del
segmento corporeo innervato, mentre si conserva la sensibilità, e viceversa
avviene se si recide la radice posteriormente.
Con questa legge si dimostrava per la prima volta che, al di là dell’apparente
unitarietà del sistema nervoso, in esso vi sono delle funzioni sostanzialmente
distinte.
La legge di Bell e Magendie che mostra la fondamentale dicotomia nel
sistema nervoso tra componenti sensitive e motorie.
Il principio dell’energia nervosa specifica
Johannes Müller (1827), sostenitore del vitalismo, formula il principio
dell’energia nervosa specifica: la natura degli impulsi che un nervo trasmette
ai centri nervosi non dipende dalla natura della stimolazione, ma da quella del
nervo
Esempio: il nervo ottico trasmette al cervello impulsi visivi, anche se stimolato
meccanicamente o elettricamente
Lo stesso stimolo produce sensazioni diverse a seconda del nervo che
stimola.
Secondo Müller (1827), il tempo impiegato dal passaggio dell’impulso
nervoso è “infinitamente piccolo e non misurabile”
Tale principio fornisce una fondazione scientifica allo studio psicologico della
percezione.
Esso permette finalmente di distinguere tra rappresentazione e cosa
rappresentata, cioè tra caratteristica dello stimolo e percezione. Non vi è più
possibilità di confusione tra soggetto che percepisce e cosa percepita.
Quindi lo studio della percezione può essere studiata su basi scientifiche
come autentico fondamento di una psicologia come scienza autonoma..
legge dell’energia nervosa specifica è stata successivamente ampliata e
specificata da Helmholtz, allievo di Müller:
- egli riuscì però a misurare la velocità dell’impulso nervoso
elaborò il concetto di inferenza inconscia secondo cui il sistema
percettivo corregge, all’insaputa del soggetto, i valori della percezione,
sulla base dell’esperienza passata.
EVOLUZIONISMOL’evoluzionismo ebbe una determinante importanza sulla psicologia dei paesi
di lingua in inglese con l’introduzione del concetto di adattamento, con l’inizio
della misurazione delle abilità mentali e con lo studio psicologico degli animali
e dei bambini.
Charles Darwin (1809-1882)
L’uomo è frutto di una duplice evoluzione:
- filogenetica, che ha portato attraverso l’evoluzione al costruirsi della specie
umana;
- ontogenetica, che porta all’evoluzione dell’individuo singolo dalla nascita
all’età adulta.
Una vera comprensione dell’uomo non può aversi quindi se non viene anche
studiata la psicologia e dell’età evolutiva e delle specie animali.
L’evoluzionismo consente di allargare lo studio della nuova scienza che si sta
costituendo alle differenze individuali e al campo evolutivo e animale.
Alla base della teoria di Darwin vi è il concetto di selezione naturale, ovvero le
specie che non riescono ad adattarsi all’ambiente finiscono con lo
scomparire, ed anche all’interno delle stesse specie sopravvivono gli individui
portatori di caratteristiche che meglio si adattano all’ambiente.
Nel tempo si potrà assistere a un processo di evoluzione con una progressiva
modificazione delle specie poiché gli individui che sopravvivono,
accoppiandosi tra di loro, daranno vita ad una discendenza che presenterà in
modo sempre più accentuato i caratteri adattivi con una progressiva
scomparsa dei caratteri disadattativi.
Tale principio si applicava , secondo Darwin, non solo ai caratteri somatici,
ma anche a quelli psichici.
l’evoluzionismo consente di allargare lo studio della nuova scienza che si sta
costituendo alle differenze individuali e al campo evolutivo e animale.
A metà dell’800 sono poste ormai tutte le condizioni necessarie perché possa
nascere una psicologia come scienza autonoma.
Condizioni per la nascita della psicologia scientifica
Il frutto di questa processo fu colto da Wundt, che inaugurando nel 1879 il
suo laboratorio di Lipsia compiva il passo ufficiale attraverso cui la nuova
disciplina si costituiva formalmente, e otteneva i requisiti per essere
riconosciuta come tale dall'intera comunità scientifica.
Caratteristiche della “nuova” psicologia:
4. Adozione di un metodo scientifico e istituzione di laboratori in cui condurre
gli esperimenti
5. Individuazione di un proprio oggetto
6. Consapevolezza epistemologica
Dalle scienze naturali alla psicologia: la Gran Bretagna
Francis Galton (1822-1911)
Il suo motto era: misurare il misurabile e rendere misurabile il non misurabile
introduce il termina “test” fonda un laboratorio “antropometrico” a Londra
(1884)
fonda la rivista “Biometrika” (1901)
Charles Spearman (1863-1945)
Introduce l’”analisi fattoriale” nello studio della personalità
Avvalora la tesi del “fattore g” dell’intelligenza
Dalla psicopatologia alla psicologia: la Francia
Theodule A. Ribot (1839-1916)
Può essere considerato il fondatore della psicologia francese
Nel 1885 ebbe il primo insegnamento di psicologia alla Sorbona
Nel 1889 aprì il primo laboratorio francese
Nel 1876 fondò la Revue Philosophique
Pierre Janet (1859-1947)
Oggetto della psicologia: studio della “condotta”
Si pone in continuità con quanto sostenuto dal maestro Ribot
Psicologia normale e patologica
Alfred Binet (1857-1911)
Nel 1894 fonda la rivista l’Année Psychologique
Nel 1895 diventa direttore del laboratorio di psicologia
Nel 1903 pubblica Lo studio sperimentale dell’intelligenza
Formula la “scala metrica dell’intelligenza” (1905)
Henri Piéron (1881-1964)
Oggetto della psicologia: comportamento inteso come attività globale
Studio delle sensazioni e del comportamento animale
Le “tradizioni di ricerca” :
I LABORATORI:Per la tradizione che va da Wundt a Titchener, il laboratorio è un luogo dove
si misurano le prestazioni di un individuo connesse al funzionamento dei suoi
organi di senso periferici o delle sue funzioni centrali (mente).
Nel 1796, il famoso episodio del licenziamento di Kinnerbrook, assistente
all’osservatorio di Greenwich, trae origine dalla misurazione di un fenomeno
psicologico in condizioni controllate.
Che cosa avviene nell’osservatorio? Il telescopio è una protesi dell’occhio
umano, volta ad aumentare la potenza di un sensore: la vista. L’uso del
telescopio per rilevare la posizione dei corpi celesti implica una complessa
operazione in cui interagiscono uomo e macchina.
Il giudizio veniva dato osservando dentro l’oculare la coincidenza della stella
con una sottile linea e registrando esattamente il passaggio grazie alla
coincidenza temporale con i battiti di una sorta di metronomo.
L’interazione con le apparecchiature implicava la coordinazione da parte
dell’osservatore di indici visivi e uditivi, con la capacità di fare rapide
interpolazioni numeriche, e con la memoria a breve termine della precedente
posizione della stella. L’operazione sfociava in una misurazione resa
possibile dall’interazione uomo-macchina.
E’ per l’appunto questa controversa misurazione che conduce al
licenziamento del povero Kinnerbrook, in quanto le sue rilevazioni presentano
uno scarto costante rispetto a quelle del suo superiore.
Vent’anni dopo Bessel, incuriosito della vicenda studia sistematicamente i
dati raccolti nei vari osservatori e scopre le cosiddette “equazioni personali”.
Appura che le rilevazioni di prestazioni, in contesti come quello appena
descritto non permettono agli esseri umani di fornire misure uguali.
Negli osservatori astronomici dell’epoca si realizzavano molte delle condizioni
che poi ritroveremo nei veri e propri laboratori di psicologia sperimentale:
- possibilità di controllo in condizioni create artificialmente
- misura precisa di prestazioni psicologiche
- possibilità di ripetere le prove su più soggetti e di confrontarle
Nel laboratorio di Wundt le risposte date dal soggetto sperimentale non
venivano interpretate come effetti della variazioni dell’input fisico, ma come
indicazione dei modi in cui l’individuo elaborava tale input.
Dato che l’oggetto di studio diventa la “coscienza dell’individuo”, bisogna
liberare le sue risposte da potenziali effetti distorcenti. Si preferiscono
risposte immediate, per evitare la riflessione e la consapevolezza delle
variazioni a breve termine nella stimolazione.
La necessità di risposte immediate rendeva difficile sul piano organizzativo
far coincidere soggetto e sperimentatore.
Il soggetto non poteva rilevare i dati su se stesso, e si rivolgeva quindi ad
amici o colleghi.
Inizia così una rivoluzione nel modo di concepire il laboratorio di psicologia,
che si differenzia radicalmente dagli altri laboratori dedicati alle scienze
naturali -> viene introdotta la divisione del lavoro tra sperimentatore e
soggetto, che caratterizzerà tutta la storia della psicologia:
negli esperimenti di psicologia una persona deve funzionare come ricettacolo
del fenomeno indagato, come sorgente di dati, mentre l’altro agisce da
osservatore.
Questa divisione del lavoro, tipica del laboratorio di psicologia wundtiano,
nasce come necessità operativa ma poi diventa un canone della ricerca
psicologica.
Essa permette sia un controllo accurato delle variabili sia la costruzione di
condizioni di stimolazione del tutto artificiali.
Una volta messa a punto la divisione del lavoro, questa verrà codificata in
regole e metodi rigorosi che diventeranno il patrimonio di ogni buon
sperimentalista.
All’inizio del nuovo secolo, Titchener scriverà un dettaglio manuale dal titolo
indicativo:
Experimental Psychology: A manual of Laboratory Practice.
Queste regole sono volte a realizzare due principi:
- garanzia che lo sperimentatore non influenzi quanto osservi
- garanzia che il soggetto non venga influenzato dalla conoscenza di quello
che si studia.
La divisione del lavoro, nei laboratori di psicologia, viene sempre più raffinata,
standardizzata e codificata, grazie alla creazione di un lessico e di
conoscenze e metodi specializzati.
Il modello della psicologia da laboratorio si estenderà ad altre aree della
disciplina, come la psicologia sociale e la psicologia dell’età evolutiva, che si
pensava esplorabili soltanto con l’osservazione in condizioni naturali. Questa
estensione si accompagna a nuovi paradigmi e modi di lavorare:
- le apparecchiature inizialmente usate erano delle protesi degli organi di
senso umano, progressivamente si introducono delle macchine che creano
gli stimoli
- non soltanto gli uomini adulti normali possono fungere da soggetti
sperimentali in laboratorio, si inventano infatti apparecchiature per raccogliere
risposte non consapevoli da parte di bambini, animali ecc.
- lo sperimentatore viene in molti casi sostituito da sistemi di registrazione
automatica delle risposte rese possibili dall’uso dei computer.
Inizialmente il computer viene usato per l’elaborazione dei dati, poi per la loro
raccolta e infine permea tutte le fasi dell’esperimento: l’implementazione del
disegno sperimentale, la presentazione del compito e l’elaborazione
simultanea dei dati.
Questa impressionante economia di scala contribuisce al fiorire della
psicologia cognitivista. Assistiamo così all’emergere e all’affermarsi
progressivo di alcune tendenze:
1. Disumanizzazione: la tradizionale divisione del lavoro nel laboratorio
wundtiano viene riassorbita dal computer
2. Simulazione: il sapere viene sempre più spesso costruito tramite la
simulazione del fenomeno indagato
3. Creazione artificiale dei fenomeni: le risposte non vengono fornite da un
soggetto umano, ma da un sistema artificiale che simula un processo che si
ritiene interessante. In questa prospettiva il laboratorio subisce una
trasformazione radicale in quanto la divisione del lavoro wundtiana scompare
e il laboratorio psicologico, dopo 120 anni di vita, torna ad essere simile a
qualsiasi altro laboratorio scientifico.
Il computer in laboratorio trasforma un luogo di osservazione in un luogo di⇒
creazione degli eventi
CAP 2STRUTTURALISMO E FUNZIONALISMO
Wilhelm Wundt (1832/1920)
È considerato il padre fondatore della “nuova” psicologia> ha costituito la
psicologia come scienza indipendente
Chiama il suo sistema “psicologia fisiologica”
Pubblica Fondamenti di psicologia fisiologica (1874) -> prima opera
sistematica della psicologia scientifica moderna
CONTRIBUTI:
- Oggetto della psicologia è l’“esperienza umana immediata” , contrapposta
all`esp mediata che e` oggetto delle scienze fisiche.
- Volontarismo: tutti i processi psichici umani passano attraverso 4 fasi=
a. Stimolazione
b. Percezione che rende cosciente l'esp psichica
c. Appercezione l`esp cosciente viene identificata, qualificata e sintetizzata
dalla mente
d. Atto di volontà che suscita la reazione psichica
Schema processo psichico
Stimolazione
sensazione
appercezione
volontà
risposta motoria
- La struttura dei processi psichici
- Teoria della tridimensionalità
Le percezioni sono il risultato delle sensazioni
Le idee delle immagini mentali
I sentimenti sono il risultato delle emozioni
- La teoria dei sentimenti
Wundt afferma che ogni sentimento può essere inquadrato su tre dimensioni
indipendenti che determinano uno spazio tridimensionale
1) piacere-dispiacere
2) tensione-rilassamento
3) eccitazione-calma
- “Psicologia individuale”:
a. Principio del parallelismo psicofisico: i processi mentali e fisici
dell`organismo umano sono paralleli, ne` i primi causano i secondi ne`
viceversa, ma a ciascun cambiamento dei primi corrisponde un cambiamento
dei secondi
b. Principio della causalità psichica indipendente
- Concetto di “sintesi creativa“
- Psicologia dei popoli ovvero lo studio del ruolo della cultura nella
costruzione delle funzioni psicologiche superiori (memoria volontaria,
ragionamento, linguaggio, apprendimento), la psicologia deve però servirsi
dell'osservazione.
Oggetto: processi psichici che si trovano a fondamento dello sviluppo
generale delle comunità umane e per cui si formano i prodotti spirituali
comuni
Metodo: osservazione
- Il corso della storia è diviso in quattro fasi:
1. Periodo dell’uomo primitivo
2. Periodo totemistico o del soddisfacimento dei bisogni
3. Periodo degli eroi e degli dei
4. Periodo dell’evoluzione dell’umanità
Metodi
Una prima formulazione dei metodi della psicologia di Wundt include:
1. metodo sperimentale -> e` stato wundt a codificare con estremo rigore tale
metodo nell`indagine psicologica
2. statistica
3. storia
Negli anni seguenti Wundt mantiene i primi due metodi, mentre stralcia
implicitamente il terzo dal suo programma
Introspezione:
Le conferisce lo staus di metodo psicologico privilegiato, ponendo le
premesse dell`introspezionismo sistematico dell`allievo Titchener
Solo attraverso di essa l’individuo può rilevare cosa avviene nel momento in
cui esperisce la realtà
Problemi dell’introspezione:
- I contenuti di coscienza sono gli stessi in presenza o in assenza di un atto di
introspezione?
- Come possiamo sapere quale è il reale contenuto di coscienza
corrispondente al resoconto verbale di un soggetto?
Per evitare gli errori dell’introspezione:
Metodo sperimentale + Introspezione = Introspezione sperimentale
Obiettivi:
Analizzare i processi coscienti scomponendoli nei loro elementi costitutivi
Scoprire le loro leggi di connessione
Laboratorio di Lipsia:
Nel 1979 Wundt fonda il primo laboratorio di psicologia sperimentale nella
storia della psicologia scientifica.
Nel laboratorio si affrontano 4 campi di indagine:
1. psicofisiologia dei sensi
2. studio dell`attenzione con la tecnica dei tempi di reazione :
Wundt cercò di inserire il metodo sottrativo di Donders all’interno della sua
psicologia “volontaristica” apparato sperimentale per la ricerca sui tempi di
reazione: apparecchi “eccitatori” e apparecchio “registratore”
3. psicofisica
4. associazioni mentali
Organizzazione “sociale” dell’esperimento
Eredi di Wundt Kraepelin, McKeen Cattel, Titchener, Meumann, Münsterberg,
Külpe e molti altri.
Tutti cercano di superare certi limiti della psicologia del maestro:
1. Ampliano l’oggetto di studio e le applicazioni
2. Ampliano il metodo dell’introspezione controllata
Tutti però restano fedeli alla tradizione di ricerca wundtiana:
1. Atti di coscienza mediante introspezione
2. Esame in laboratorio (introspezione controllata)
3. Elementismo e associazionismo
Franz Brentano (1838-1917)
Psicologia dell`atto
Oggetto della psicologia:
fatti di esperienza cosciente (concepiti come atti e non come contenuti)
oggetto non e` il materiale fornito ai nostri sensi (cioe` le cose che vediamo,
udiamo), ma l`atto di vedere, udire -> attenzione all`aspetto attivo del
percipiente e non al materiale percepito.
In Psicologia da un punto di vista empirico (1874) propone la sua “dottrina dei
fenomeni psichici” :
aspetto specifico dei fenomeni psichici e`la loro intenzionalita`
Classificazione dei fenomeni psichici
Intenzionalità rappresentativa o rappresentazione (ideae)
Intenzionalità giudicativa o giudizio (iudicia)
Intenzionalità affettiva o moto dell’animo, sentimento (voluntates sive
affectus)
Brentano contrappone al metodo sperimentale di Wundt un metodo empirico
o fenomenologico
Influenza diretta sulla psicologia della Gestalt e sulla psichiatria
fenomenologica
LO STRUTTURALISMO
Edward Bradford Titchener (1867-1927)
Studia nel 1890 a Lipsia con Wundt
apprende la lezione dello sperimentalismo wundtiano e ne fa un punto di
partenza per l`elaborazione di un sistema personale noto con il nome di
strutturalismo, esistenzialismo titcheneriano o introspezionismo.
Nel 1892 si trasferisce negli USA alla Cornell University -> klo strutturalismo
si identifica proprio con la scuola di Cornell
L’articolo The Postulates of a Structural Psychology (1898) è il manifesto
dello strutturalismo
Ambiti di ricerca nel Laboratorio della Cornell University :
-sensazione (visiva, uditiva, tattile, gustativa)
-cronometria mentale (tempi semplici, composti, sensoriali e muscolari
-percezione (illusioni)
-attenzione
-psicofisica
Lo “strutturalismo” di Titchener
Oggetto della psicologia: Esperienza umana immediata
La “mente” e la “coscienza” sono le due categorie generali che si riferiscono
all’esperienza umana immediata
Mente = somma di tutti i processi mentali che hanno luogo nella vita di un
individuo
Coscienza = somma di tutti i processi mentali che hanno luogo hic et nunc,
ossia in un certo momento presente della vita dina persona perche` il termine
Strutturalismo: per Titchener la struttura mentale e` il risultato della somma di
molteplici elementi coscienti semplici
Scopo indagine psicologica
.Descrizione dei contenuti elementari della coscienza
.Scoprire le leggi che regolano le loro combinazioni
Titchener immagina una psicologia descrittiva, ossia non vi è uno scopo
esplicativo (che spetta alla fisiologia del sistema nervoso)
I tre elementi della coscienza
L`esp cosciente si presenta sotto forma di Percezioni, Idee, Emozioni o
sentimenti
L`interesse della psicologia e` pero` diretta verso gli elementi semplici,
irriducibili, costituitivi di tali aspetti, ossia
- Sensazioni, elemento piu` importante e ricorrente corrisponde allo stato di
coscienza concomitante alla stimolazione di un organo sensoriale periferico
- Immagini mentali, compaiono in proc mentali relativi ad esp non attuali
(ricordi, anticipazioni) simili alle sensazioni ma piu` trasparenti
- Stati affettivi, simili alle sensazioni: entrambi si stemperano se ripetuti Non
hanno l`attributo della chiarezza
Attributi degli elementi della coscienza “qualità” “intensità” “durata”
“chiarezza” (chiaro: al centro della mia coscienza, non chiaro: alla periferia)
Il metodo: Introspezione rivolta ai contenuti della coscienza individuale
Come le scienze fisiche, anche la psicologia procede attraverso osservazione
empirica, che non consiste pero` nell`ispezione di contenuti del mondo
esterno, ma in una introspezione.
L`introspezionismo sperimentali stico differenzia la psicologia scientifica da
quella razionale prescientifica
Regole che lo psicologo introspezionista deve rispettare:
1. Adottare il criterio elementistico , ossia ogni dato cosciente sottoposto
all`introspezione
deve essere scomposto nei suoi elementi piu` semplici
2. Evitare l’ “errore dello stimolo” , ossia evitare di attribuire significati o valori
ai dati dell`esp cosciente che vanno invece riportati nella loro esistenzialita`
3. Istruzione del soggetto sperimentale , il soggetto deve imparare a
distinguere cio` che effettivamente esperisce da cio`che invece gia` sa
riguardo l`ogg della propria esperienza
CRITICHE:
- artificiosità elementismo (critica proveniente dalla Gestalt)
- “soggettivismo” (comportamentismo)
- disinteresse soggetti non adulti e lontananza dalla vita quotidiana e dalle
applicazioni (funzionalismo)
- i momenti di coscienza rilevati tramite introspezione sono transitori ed
evanescenti, cessano di esistere non appena trascorsi invece le funzioni
mentali sono persistenti, continuative, sempre identiche a sè stesse.
LIMITI: causa della scomparsa dello strutturalismo dalla scena psicologica
- oggetto di studio: l’uomo bianco, adulto, psichicamente normale,
“generalizzato”
- elementismo viene messo in crisi dal globalismo fenomenologico della
gestalt
- descrittivismo statico è superato dall’esplicazionismo delle psicologie
dinamiche
- l’introspezionismo è crollato sul piano
metodologico -> esp condotti con tale metodo non sono replicabili con
soggetti diversi
contenutistico -> all’analisi della coscienza sfuggono i contenuti inconsci
MERITI: lo strutturalismo ha contribuito al riconoscimento della psicologia
come scienza indipendente utilizzando il metodo sperimentale e rifiutando
l’apriorismo filosofico.
IL FUNZIONALISMO
I funzionalisti:
Università di Columbia di New York (Cattell, Thorndike, Woodworth)
Università di Chicago (Dewey, Angell, Judd, Mead, Carr)
Granville Stanley Hall (1844-1924)
È 1° studente americano di Wundt
Fonda il 1° laboratorio alla John Hopkins University di Baltimora (1883)
Fonda la 1° rivista di psicologia americana “American Journal of Psychology”
È il 1° presidente dell’American Psychological Association (APA)
James Mark Baldwin (1861-1934)
Professore alla John Hopkins University di Baltimora
È uno dei maggiori teorici dello sviluppo infantile:
-introduce il concetto di sviluppo per “stadi”
-formula le ipotesi di “accomodamento” e “assimilazione”
-“selezione organica”
Istanze che presiedono al nascere del funzionalismo:
- Principles di James, in cui si fa esplicito riferimento alla rilevanza per la
psicologia delle teorie evoluzionistiche di Darwin e Spencer
- Filosofia pragmatistica di Mead, Moore, Dewey
- tradizione europea wundtiana
- psicologia dell`atto di Brentano
La psicologia secondo i funzionalisti :
- l`uomo e` l`ultimo stadio del processo evolutivo.
i processi mentali sono quelli che sono perche` hanno permesso
all`organismo di sopravvivere adattandosi all`ambiente. -> obiettivo della
psicologia non e` capire cosa sono i proc mentali, ma come funzionano
- Accento sulle operazioni dell’organismo biologico e non piu` sui contenuti
della mente umana isolata dal corpo -> scompare il dualismo mente/corpo in
quanto i processi mentali sono espressi dallo stesso organismo che esprime i
processi biologici.
- Centrale è il concetto di “comportamento guidato, orientato verso” -
DARWIN -, ovvero comportamento adattativo che e` caratterizzato dalla
presenza di 3 componenti:
1. Una stimolazione motivante interna o esterna all’organismo
2. Una situazione sensoriale
3. Una risposta che alteri la situazione in modo tale da soddisfare le
condizioni motivanti
Non tutti i comportamenti sono adattativi: quelli no adattativi sono descrivibili
sono nei termini oggettivi di stimolo e risposta
- Anti-elementismo: Ogni attività dell’organismo vivente è un “processo
globale e continuo”
Le funzioni mentali sono attività globali non scomponibili, processi dinamici di
carattere strumentale utili all’adattamento
Anche la coscienza segue la legge dell’adattamento biologico: emerge
quando il comportamento e’ ostacolato da eventi problematici per la
sopravvivenza dell’organismo (siamo coscienti quando cominciamo a
formarci una nuova abitudine) e si eclissa una volta svolto il suo ruolo
adattativo, facendosi sostituire dagli automatismi comportamentali (siamo
meno coscienti una volta che l’abitudine si e` consolidata)
- Oggetto della ricerca funzionalistica sono i processi mentali ridefiniti in
termini di funzioni
a. Sensazione, elemento elementare che diventa marginale per i funzionalisti
ne riconoscono il valore adattativo (abilita’ spaziale)
b. Emozione, funzione adattativa: aumenta l’efficacia della risposta in
situazioni particolari esistono emozioni gratuite, cioe’ non funzionali o
antifunzionali alla sopravvivenza
c. Percezione, processo mentale a se` stante e non somma di sensazioni
d. Motivazione, i funzionalisti vi attribuiscono grande importanza e’ definita
come qualsiasi stimolo relativamente persistente che domina il comp
dell’individuo finche’ esso non reagisce in modo tale da soddisfarlo
e. Apprendimento, e’ l`ogg principale della ricerca funzionalistica in quanto
funzione adattativa per eccellenza consiste nell`acquisizione da parte
dell`organismo di appropriate modalita` di risposta (che hanno un valore di
sopravvivenza) a situazioni problematiche presenti nell`ambiente
dell’organismo stesso nella spiegazione dei meccanismi interni
dell`apprendimento si nota l’influenza degli associazionisti:
-> Thorndike (associazionista e iniziatore della sperimentazione psi
sull’apprendim animale) e la sua “Legge dell’effetto”:
ogni atto che in una certa situazione produce soddisfazione, viene associato
a tale situaz. Quando la situazione si ripresenta, l’atto ad essa associato ha
maggiori probabilità di ripetersi rispetto al passato.
Al contrario, ogni atto che in una certa situazione produce insoddisfazione,
viene dissociato da tale situaz. Quando la situazione si ripresenta, l’atto ad
essa associato ha minori probabilità di ripetersi rispetto al passato.
Rispetto agli associazionisti, però, i funzionalisti danno minor importanza
all’appr per prove ed errori perchè ritengono che fin dal primo impatto con la
situazione problematica, l’organismo vivente si comporta non in modo
casuale ma in modo selettivo e analitico.
f. Pensiero, inteso come flusso continuo non sbriciolato in immagini mentali
Temi di ricerca dei funzionalisti
I metodi dei funzionalisti -> Eclettismo metodologico:
seppur soggettivista come lo strutturalismo, i funzionalisti detronizzano
l’introspezione dal suo status di unico metodo psicologico
- Metodo sperimentale
- Metodo genetico per cogliere le funzioni mentali nel loro contesto naturale
- Metodo osservazionale puro l’ osservazione soggettivistica (fondamentale
criterio metodologico) è integrata con quella oggettivistica o comportamentale
John Dewey (1859-1952)
Direttore del Dipartimento di filosofia dell’Università di Chicago
Ne “Il concetto di arco riflesso in psicologia” (1896) formula una critica serrata
sul concetto di arco riflesso :
l`arco riflesso non e` scomponibile in due entita` reciprocamente indipendenti
(stimolo e risposta) bensi` costituisce un anello unitario in una ininterrotta
catena di archi riflessi
Ogni attività dell’organismo vivente è un processo globale e continuo
E’ comunque lecito distinguere tra stimolo e risposta perche’ svolgono ruoli
diversi nella coordinazione totale in vista del raggiungimento dello scopo,
ossia svolgono funzioni diverse nell`adattare l`organismo all’ambiente.
Mary Whiton Calkins (1863-1930)
Nell’articolo “Una riconciliazione tra psicologia funzionale e strutturale” (1906)
propone il concetto di Sé psichico come punto di raccordo tra i due diversi
“punti di vista” della psicologia
James Rowland Angell (1869-1949)
Nel 1906 in veste di Presidente dell’American Psychological Association,
lesse il discorso di insediamento
“L’area della psicologia funzionale”, che diverrà il manifesto del funzionalismo
Hugo Münsterberg (1863-1916)
Nel 1892 ottiene un insegnamento a contratto presso l’Università di Harvard
Conduce ricerche di psicologia applicata, soprattutto all’ambito del lavoro
James McKeen Cattell (1860-1944)
Nel 1888 ricopre la prima cattedra di psicologia alla Columbia University
Studia le differenze individuali e sviluppa i primi test mentali
Edward L. Thorndike (1874-1949)
Definisce sistematicamente il processo di “apprendimento per prove ed
errori”, regolato dalla “legge dell’esercizio” e dalla “legge dell’effetto”
È il primo a formulare una teoria “connessionistica” dell’apprendimento
Robert S. Woodworth (1869-1962)
Introduce la prospettiva di ricerca sulle motivazioni (drives) del
comportamento
Dinamica del comportamento S-O-R
Il funzionalismo è un movimento ampio e non delimitato alle posizioni della
Scuola di Chicago.
Estintasi tale scuola, infatti, il funzionalismo è sopravvissuto fino ad
influenzare la psicologia di oggi.
La scuola di Chicago ha cominciato a tramontare in coincidenza dell’ascesa
del comportamentismo, perchè:
-i comportamentisti si appropriano di tematiche funzionaliste (studio
dell’apprendimento e istanza utilitaristica)
-in nome dello sperimentalismo, denunciano le componenti filosofiche e
prescientifiche del funzionalismo (studio della volontà e disquisizione astratta
sui processi cognitivi superiori)
CRITICHE: componenti filosofiche e aprioristiche che rischiano di riportare la
psicologia al suo periodo prescientifico (da strutturalisti e comportamentisti)
MERITI:
- apre la psicologia allo studio delle differenze individuali, dello sviluppo
infantile, del comportamento animale.
- la psicologia come scienza utile (influenza della filosofia pragmatista) -> la
ricerca psicologica deve caratterizzarsi in senso sociale, focalizzandosi sulle
differenze interindividuali.
Il funzionalismo prepara allo sviluppo del movimento nordamericano dei test.
- alcuni concetti sviluppati dai funzionalisti influenzano la psicologia, dagli
anni ’20 ad oggi
a. concezione globalistica in opposizione all’elementismo
b. orientamento biologizzante
c. il concetto di funzione
-è stato il primo orientamento psicologico importato dall’america in europa
CAP 3RUSSIA: RIFLESSOLOGIA E SCUOLA STORICO-CULTURALEDagli ultimi decenni dell’800 fino al 1917 (anno della rivoluzione) la psicologia
russa era orientata secondo gli indirizzi europei dell’epoca -> influenza di
Wundt
Dal 1917 la psicologia come scienza per risolvere i problemi della nuova
società comunista: revisione delle basi teoriche e metodologiche alla luce
delle teorie marxiste e leniniste.
Le scuole psicologiche sovietiche:
1. Riflessologia: Secenov; Bechterev; Pavlov
2. Scuola Storico-culturale: Vygotskij; Leont’ev; Lurija
3. Scuola Georgiana:
Uznadze -> “teoria del set”: un complesso di processi inconsci (il set)
strutturano lo svolgimento dei processi psichici
1) RIFLESSOLOGIA:
Il termine Riflessologia indica una concezione per cui i processi psichici sono
riducibili a riflessi, cioè processi fisiologici ed elementari.
Ivan M. Secenov (1829-1905)
É considerato il padre della fisiologia russa e l’iniziatore della Riflessologia
Aveva studiato in Europa (con Helmholtz e Du-Bois Reymond)
Al rientro pubblica I riflessi nel cervello (1898)-> censurato per il contenuto
antispiritualistico
in cui espone la teoria materialistica dei processi psichici
Professore di fisiologia al’Università di Pietroburgo
I processi psichici secondo Secenov. Spiega il comportamento attraverso
l’arco riflesso:
- Ad uno stimolo ambientale corrisponde una reazione motoria
(comportamenti elementari, involontari, automatici) mediata dall’attività di un
centro nervoso localizzato nel midollo spinale (riflesso spinale)
- Ad uno stimolo ambientale corrisponde una reazione motoria complessa
mediata dall’attività di centri nervosi superiori, localizzati nel cervello (riflesso
cerebrale)
Sia nei processi semplici che in quelli complessi il meccanismo di base è lo
stesso: Stimolo -> Centro nervoso -> Reazione
Il meccanismo di interazione con l’ambiente e di acquisizione dei contenuti e
delle conoscenze è basato sui riflessi, oggetto di ricerca della fisiologia.
SCUOLA DI SECENOV
• I processi psichici erano ridotti a “riflessi cerebrali”
• Metodologia: con apparati elettrofisiologici si registrava l’attività elettrica
prodotta da stimoli elettrici e chimici nei preparati nervo-muscolo e nel
cervello degli animali
Vladimir M. Bechterev (1857-1927)
Anatomista, neurologo, psichiatra e psicologo
Fonda nel 1886, a Kazan, il primo laboratorio russo di psicologia
sperimentale
Fonda la corrente riflessologica vera e propria
Nel 1907 fondò a Pietroburgo l’istituto di psiconeurologia
Fu medico di Lenin e di Stalin
La riflessologia è la scienza della personalità umana studiata da un punto di
vista bio-sociale rigorosamente oggettivo e sperimentale, priva di riferimenti
spiritualistici e introspettivi.
Basa l’oggettività della psicologia sul concetto di riflesso su cui si fonda
l’intera attività psichica (anche i processi sociali).
Oggetto di indagine: il comportamento umano nel suo complesso
Studia in particolare l’ “attività riflessa motoria” al contrario di Pavlov che si è
concentrato sull’attività riflessa vegetativa.
Studio dei “riflessi associativi”: impiegava stimoli i cui impulsi erano proiettati
ai centri corticali diversi; se questi stimoli entravano in interazione tra loro
significava che anche i rispettivi centri corticali dovevano interagire tra loro.
Adottò il CONNESSIONISMO NEURONALE per spiegare i processi psichici.
Ivan Petrovitch Pavlov (1849-1936)
Studia in Russia e poi in Germania
Diventa professore di farmacologia e poi di fisiologia presso l’Accademia
militare di medicina e chirurgia di Pietroburgo
Ebbe il sostegno del governo bolscevico
L’istituto di fisiologia di Pavlov presso l’Accademia delle scienze di
Leningrado (1924)
Intendeva essere un “fisiologo puro”
Studio dell’attività nervosa “superiore” -> teoria dell’attività nervosa superiore
Studio dei riflessi condizionati
Si basava sui dati comportamentali e sugli indici fisiologici esterni
Metodologia: esperimenti “cronici” e “come se” (NEUROFISIOLOGIA
“DEDOTTA” E “MOLARE”)
La fisiologia del sistema digerente:
Nel 1904 Pavlov riceve il premio Nobel per le sue ricerche sulla fisiologia del
sistema digerente.
Nei suoi esperimenti aveva notato come l’animale iniziasse a salivare non
solo quando il cibo veniva a contatto dei recettori gustativi, ma anche in
assenza di questo. (fenomeno della “secrezione psichica”)
Definisce riflesso condizionato la reazione dell’animale in assenza dello
stimolo relativo.
Decise di studiare il fenomeno: quali erano le variabili dell’effetto?
Fasi del processo di condizionamento classico
Le leggi del condizionamento classico :
Rafforzamento
Estinzione
Recupero spontaneo
Generalizzazione
Apprendimento discriminativo
Il comportamento è l’insieme dei processi riflessi che regolano l’interazione
individuo-ambiente e il riflesso condizionato ne costituisce parte integrante e
fondamentale.
L’attività riflessa, che assicura l’adattamento dell’organismo all’ambiente, è
composta da :
- Riflessi innati:
Sono risposte innate agli stimoli
Sono incondizionati perché si producono senza alcuna condizione particolare
se non quella per cui c’è un contatto diretto tra lo stimolo e il recettore.
Sono prodotti da una conduzione degli impulsi dal recettore al centro di
analisi fino all’effettore per la reazione incondizionata.
- Istinti:
Sono le risposte innate se organizzate tra di loro.
- Riflessi condizionati:
Sono riflessi acquisiti nell’ontogenesi dell’animale e per questo sono
individuali e temporanei
Sono risposte acquisite che consentono all’animale di reagire in modo più
plastico ed adattativo all’ambiente
-> l’animale non compie solo le reazioni riflesse in presenza diretta degli
stimoli, ma può apprendere a reagire, in modo anticipato, ad altri stimoli, che
segnalano gli stimoli a cui l’animale dovrebbe reagire successivamente.
Condizioni:
1) coincidenza nel tempo
2) l’animale deve essere vigile e sano
3) SI e SC devono avere determinate caratteristiche di intensità, durata e
frequenza
Come si formano i riflessi condizionati?
Secondo Pavlov si realizza una connessione tra i centri di analisi
(“analizzatori”) dei due stimoli SC e SI attraverso i due processi basilari
dell’eccitazione e dell’inibizione (impostazione neuroconcettuale) Irradiazione
e concentrazione
La teoria pavloviana si basa su esperimenti condotti sui cani, ma fu estesa
allo studio del comportamento umano perchè i processi fondamentali
dell’acquisizione dei riflessi condizionati sono uguali nell’uomo e negli
animali.
Gli esempi di condizionamento classico nell’uomo, riguardano soprattutto le
risposte emotive:
In generale l’uomo è dotato di scarsi riflessi innati, insufficienti a garantirgli la
sopravvivenza, perciò ha vaste possibilità di condizionamento anche in
campo emotivo, paure e fobie possono essere il risultato di un apprendimento
disadattivo; in effetti la paura non si apprende, è una reazione innata, ma si
può imparare ad avere o meno paura di certe cose per ricavarne un
vantaggio adattivo; può succedere però che si abbia paura di qualcosa che in
sé non risulta essere pericoloso, in questo caso la paura è irrazionale, spesso
incontrollabile e disadattiva, si parla allora di fobia. Molte forme di fobia
nascono per un processo di condizionamento casuale di stimoli insignificanti
a stimoli ansiogeni.
Tecniche di de-condizionamento in ambito comportamentista
Esempi di C. C. nell’uomo
- Il caso del piccolo Albert (Watson, Rayner, 1929) -vedi capitolo del
comportamentismo-
- “Effetto Garcia” (Garcia e coll., 1972) ossia nell’apprendimento
dell’avversione per un sapore specifico, associato ad un cibo che ha causato
malessere nell’organismo. Di fronte ad uno stimolo potenzialmente pericoloso
(avversivo), l’organismo risponde con un riflesso difensivo di evitamento, i
riflessi consumatori invece sono quei comportamenti attuati verso un altro
organismo od oggetto al fine di sopravvivere; la reazione condizionale
appresa ha la funzione adattiva di preparare l’organismo ad un evento che
accadrà nel futuro, sia esso pericoloso o meno.
- Condizionamento dei bambini al sonno
Raccordo tra teoria dell’attività nervosa superiore e psicologia :
a. Applicazione in ambito psichiatrico e psicopatologico.
Secondo Pavlov, le psicosi (così come il sonno e l’ipnosi) sono da ricondursi
ala dinamica tra eccitazione e inibizione.
Pavlov studiava in laboratorio le condizioni psicopatologiche negli animali
(“nevrosi sperimentali”) .
b. Tipologia dell’attività nervosa superiore.
Pavlov ebbe una particolare attenzione per le differenze individuali
I cani non erano animali generici da laboratorio, ma erano caratterizzati nella
loro tipologia e indicati col loro nome: Biercka, Joy, Diana, Arap...
I “tipi” di cani:
Classificazione dei 4 tipi di Ippocrate + Proprietà del sistema nervoso
(inibizione ed eccitazione)
•FORZA
•EQUILIBRIO
•MOBILITÀ
c. Condizionamento interocettivo, basato sull’azione degli stimoli
condizionati/incondizionati sugli interocettori, ossia sulle mucose degli organi
interni viscerali: rene, fegato, stomaco, ecc..
Esperimento: i due stimoli condizionati sono il battito di un metronomo
(esterocettivo) e l’irrigazione d’acqua nell’intestino del cane (interocettivo)
“patologia cortico-viscerale”
d. Studio del linguaggio come secondo sistema di segnalazione.
Pavlov distingue 2 sistemi di segnalazione:
1. capacità di analizzare stimoli esterni e formare riflessi condizionati,
comune agli animali e all’uomo
2. sostituzione di segnali esterni con le parole corrispondenti -> capacità di
usare stimoli verbali per formare riflessi condizionati verbali, tipica dell’uomo.
IL LINGUAGGIO è IL SEGNALE DEI SEGNALIIL “PAVLOVISMO” :
Nel 1950 si tenne a Mosca la “Sessione scientifica sui problemi della dottrina
fisiologica dell’accademico
Pavlov” -> tutte le ricerche di fisiologia dovevano richiamarsi rigorosamente a
Pavlov
A partire dalla fine degli anni ’50, la scuola pavloviana ha avuto una graduale
trasformazione che le ha fatto perdere le connotazioni di dogmatismo e
stretta osservanza alle teorie originarie di Pavlov.
Principale esponente di questo nuovo orentamento è Pëtr K. Anochin (1898-
1974) che rivede la concezione pavloviana alla luce della neurofisiologia
moderna e della cibernetica e propone la Teoria dell’attività cerebrale:
2) SCUOLA STORICO-CULTURALE
Rivoluzione d’ottobre (1917) :
Le parole chiave divennero perestroika (ricostruzione) e postroenie
(edificazione)
Influenza della rivoluzione s arte, cultura, filosofia, scienza.
Necessità di conciliare la psicologia con i principi del materialismo storico e
dalettico
Problema delle applicazioni e dell’utilità della psicologia nella nuova società.
Kornilov nel 1923 diventa il nuovo direttore dell’Istituto di psicologia di Mosca.
Qui si formò il nucleo della scuola storico-culturale
Il manifesto della scuola storico-culturale è “La coscienza come problema
della psicologia del comportamento” (1925) di Vygotskij il nucleo centrale
delle ricerche della scuola è costituito dal problema dello sviluppo mentale
infantile -> enfasi sulla relazione individuo/ambiente sociale.
LEV S. VYGOTSKIJ (1896-1934)
Nacque ad Orsa da una benestante famiglia ebrea
Nel 1917 si laurea a Mosca in giurisprudenza
Studia anche storia e filologia all’Università privata Sanjavskij
Nel 1924 relazione “Metodologia della ricerca riflessologica e psicologica “
Kornilov lo invita a Mosca
Fonda il laboratorio di psicologia del bambino anormale (Istituto di difettologia
nel 1929)
Tra il 1928 e il 1930 direttore del laboratorio di psicologia dell’Accademia
dell’educazione comunista 1931 dipartimento di psicologia presso
l’Accademia ucraina di psicologia a Charcov
Critica delle teorie riduzionistiche : V. M. Bechterev ; Ivan Pavlov
1) la “psicologia senza coscienza” si preclude l’accesso allo studio dei
problemi complessi del comportamento
2) La metodologia viene privata dei mezzi per lo studio delle reazioni non
palesi
3) Si elimina ogni confine tra il comportamento dell’animale e quello
dell’uomo
La coscienza
La coscienza è consapevolezza delle proprie radici storiche e culturali,
dell’appartenenza a una classe, del possesso di un determinato patrimonio
culturale
In “Studi sulla storia del comportamento” (1930) c’è la prima formulazione
sistematica dei concetti e metodi della scuola storico-culturale.
In “Storia dello sviluppo delle funzioni psichiche superiori” (1931) affronta il
problema del - rapporto tra comportamento animale e umano
- lo sviluppo delle funzioni psichiche dal bambino all’uomo.
Tra gli animali e l’uomo c’è un “salto qualitativo” nelle modalità di interazione
con l’ambiente i processi fisiologici e comportamentali (come i riflessi
condizionati) sono comuni agli animali e all’uomo.
Dunque la sequenza stimolo - reazione è alla base dei processi psichici
elementari.
La differenza è che:
- per gli animali i riflessi rappresentano l’unità fondamentale di
comportamento
- per l’uomo sono solo i processi più elementari
Nei processi psichici superiori, nella sequenza stimolo – risposta (gli stimoli
sono interni ed esterni) si inserisce un nuovo elemento, quello che l'autore
chiama priem (strumento, metodo) o stimolo-mezzo. È l'introduzione di
questo stimolo-mezzo a costituire il salto dialettico che modifica
qualitativamente il rapporto tra stimolo e reazione.
L’uso degli strumenti (sia utensili che simboli, in primo luogo il linguaggio) è
appreso nel contesto sociale, durante lo sviluppo ontogenetico.
Lo sviluppo psichico ontogenetico è quindi uno “sviluppo culturale”, ossia è
un processo di interiorizzazione dei mezzi forniti dall’ambiente socioculturale
(“legge genetica generale dello sviluppo culturale”)
-> la prospettiva di Vygotskij è evolutiva sia in senso filogenetico (animale -
uomo) che in senso ontogenetico (bambino - adulto)
Maturazione e sviluppo
La scuola è il principale mediatore culturale
Rapporto insegnante-alunno è un processo circolare
Concetto di “zona di sviluppo prossimo”
Pedologia: ricerca di una teoria unificata dello sviluppo psichico del bambino
fondata sul principio della riorganizzazione delle funzioni psichiche sotto
l’influenza dei fattori sociali e culturali
“Pensiero e linguaggio”
Pubblicato postumo nel 1934
Fu ristampato nel 1956 e censurato
Una nuova ristampa del 1982 conteneva ulteriori censure
La prima edizione originale compare in italiano nel 1990
Le parti più importanti riguardano:
1. il rapporto tra pensiero e linguaggio
Analisi non per elementi ma per “unità componenti”
Il pensiero e il linguaggio hanno due radici genetiche differenti: la capacità di
pensare e la capacità di parlare in origine sono indipendenti e a un certo
punto si intersecano dando luogo al pensiero verbale
La polemica Vygotskij-Piaget si concentra sulle fasi di sviluppo del linguaggio
Piaget: lo sviluppo procede dalla dimensione autistica a quella sociale
Vygotskij: lo sviluppo procede dalla dimensione sociale a quella interiore ->
inizialmente il linguaggio è una funzione interpsichica, che mette in rapporto
una persona con l’altra, poi diviene una funzione intrapsichica, che permette
di regolare dall’interno i propri processi cognitivi e il proprio comportamento.
Le funzioni del linguaggio come strumento di comunicazione e di regolazione
del comportamento si sviluppano in tempi diversi, la funzione comunicativa
intorno ad 1 anno e 1\2; la regolativa a 4 anni.
In un primo momento, quindi, il linguaggio è espresso a voce alta per
comunicare con le altre persone, poi c’è la fase intermedia del linguaggio
egocentrico, in cui la funzione regolativa è svolta a voce alta, ed infine c’è
l’interiorizzazione del linguaggio (non prima dei 7 anni) che viene usato come
strumento di regolazione delle proprie azioni.
-> il linguaggio è una funzione psichica complessa: seppur la sua struttura sia
innata, esso si sviluppa nel bambino nell’interazione con l’ambiente sociale e
culturale. Quanto è appreso in tale ambiente, viene progressivamente
interiorizzato e costituisce le regole, le strategie e i contenuti dell’attività
psichica.
2. La relazione tra linguaggio esterno e linguaggio interno
Hanno caratteristiche sintattiche diverse:
Linguaggio interno: è abbreviato e frammentato
Linguaggio esterno: è completo e chiaro in tutte le sue parti, è quello che
usiamo per parlare con le altre persone.
3. La relazione tra senso e significato
Significato: ciò che una parola significa per la maggioranza dei parlanti
(significato comune)
Senso: significato che la parola ha per il parlante (significato personale)
Ricerche:
- Memoria (Leont’ev)
- Attenzione (Leont’ev)
- Formazione dei concetti (Vygotskij) :
“Sui metodi di indagine dei concetti” (1930)
“Metodo di Ach-Vygotskij” o “test di Vygotskij”
- Sviluppo del linguaggio (Lurija)
- Influenza dei fattori storico-culturali sui processi cognitivi
- Interazione tra fattori genetici e fattori storico-culturali (Lurija): [ricerche
cross-culturali]
la spedizione in Uzbechistan (1931-1932)
Il gruppo era guidato da Lurija. In una seconda fase partecipa anche Koffka
Obiettivo: verificare se in una cultura “primitiva” i processi cognitivi funzionano
diversamente
Risultati:”inferiorità” cognitiva -> forti differenze di origine storico-culturale nel
livello e nelle caratteristiche dei processi cognitivi in popolazioni nomadi ed
urbane
I risultati sono nel libro “Storia sociale dei processi cognitivi”
- Difettologia :
Studio dei deficit cognitivi in bambini con handicap
Sostiene che la mente si organizza in relazione alla specificità dell’handicap e
acquisisce una nuova struttura
Istruzione bambini cieco-sordomuti
- Si è occupato anche di psicologia dell’arte:
Assieme a Lurija, al regista Sergej M. Ejzenstejn e al linguista Nikolaj Ja.
Marr tiene un seminario sulla psicologia e la semiotica del cinema
ALEKSEJ N. LEONT’EV (1903-1979)
Ventenne cominciò a lavorare all’Istituto di psicologia di Mosca
Nel 1931 si trasferisce a Charcov in Ucraina presso l’Accademia ucraina di
psiconeurologia
“Lo sviluppo della memoria” (1931)
“Saggio sullo sviluppo della psiche” (1947)
“Problemi dello sviluppo psichico” (1959)
La teoria dell’attività
Lavoro: “attività specificatamente umana”
Distinzione tra attività e azione nel comportamento umano
Senso e significato dell’azione
Coscienza e attività
Dibattito sul concetto di attività
ALEKSANDR R. LURIJA (1902-1977)
Nacque a Kazan da una benestante famiglia ebrea
Si laurea in scienze naturali a Kazan (1921) e poi in medicina a Mosca (1936)
A 19 anni fonda la Società Psicoanalitica di Kazan
Nel 1924 avviene l’incontro con Vygotskij
Si occupa di psicoanalisi
Formula la teoria dei sistemi funzionali cerebrali
Utilizza il metodo clinico nello studio delle lesioni cerebrali
Si interessa di:
-processi emotivi e dinamici
- disturbi dei processi psichici conseguenti a lesioni cerebrali:
data la stretta relazione cervello\ambiente, le lesioni cerebrali producono
disturbi differenziati da individuo a individuo a seconda delle loro abitudini,
cultura, lingua...
- sviluppo del linguaggio e dei processi cognitivi:
Il linguaggio non ha come struttura fisiologica di base il riflesso condizionato,
ma risulta dall’interazione di strutture cerebrali diverse che si sviluppa e
modifica nel corso dell’ontogenesi.
Il libro “come lavora il cervello” è una sintesi delle sue ricerche
neuropsicologiche.
Si contrappone alla teoria pavloviana perchè le funzioni cerebrali che
mediano funzioni psichiche complesse non sono traducibili nei termini di
riflessi condizionati, ma sono sistemi funzionali, sistemi di interazione
cerebrale più complessi la cui organizzazione in stretta relazione con
l’ambiente.
La teoria dei sistemi funzionali cerebrali: Influenza di Freud, Vygotskij e
Goldtsein
Funzioni
“sistemi funzionali”
localizzazione rigida
dinamica
sintomo
sindrome
Architettura funzionale del cervello
I sistemi funzionali sono organizzati in 3 super-sistemi o unità funzionali:
1) unità per la regolazione del tono del comportamento
2) unità per la recezione, analisi e immagazzinamento informazioni
3) unità per la programmazione, la regolazione e il controllo dell’azione
Ruolo della corteccia prefrontale
CAP 4LA PSICOLOGIA DELLA GESTALTIniziatori: Koffka ,
Wertheimer,
Köhler
La Gestalt è una corrente di pensiero psicologico nata e sviluppatasi in
Europa dal 1912 al 1935, per poi trasferirsi negli Stati Uniti con l’avvento del
nazismo.
Durante la fase europea c’è la nascita e il consolidamento delle elaborazioni
teoriche e sperimentali della gestalt.
Il periodo statunitense rappresenta una lotta per la sopravvivenza, o almeno
per il riconoscimento, in quanto, i gestaltisti arrivano in USA nella fase di
pieno sviluppo del comportamentismo.
Il campo di ricerca in cui la psicologia americana ha accettato fin dagli inizi
temi e metodi della teoria della gestalt, è quello della psicologia sociale, in cui
il comportamentismo risultava meno efficace per la complicazione dei
fenomeni e la complessità delle variabili in gioco.
Influenza di:
1. Kant è il primo a trovare una soluzione alla frattura tra empirismo e
razionalismo attraverso il concetto di “sintesi a priori”: l’atto di conoscere è
un’attività unitaria e unificante in cui la materia fornita dai sensi viene
organizzata secondo forme proprie della mente.
2. Brentano e la psicologia dell’atto
3. Christian von Ehrenfels Pubblica uno scritto in cui rileva le cosiddette
“qualità Ehrenfels ”, dette poi “qualità gestalt” Propone il principio
dell’ultrasommatività “qualità formali”: qualità propria del tutto indipendente
dalle qualità dei singoli elementi data immediatamente dall’esperienza, dalle
relazioni tra le parti genesi delle qualità formali: fantasia e intelletto
4. Scuola di Graz
Teoria della produzione (Meinong)
oggetti di ordine inferiore -> generano le “rappresentazioni non prodotte”
oggetti di ordine superiore (derivano la loro esistenza degli oggetti inferiori)
-> “rappresentazioni prodotte”
Atteggiamento antielementista: le rappresentazioni prodotte non dipendono
tout-court dagli elementi semplici.
5. Scuola di Gottinga
Edgar Rubin (1886-1951) scrisse la famosa monografia sulle figure reversibili
Caratteristiche distintive:
-radicale antielementismo
(Vs Wundt) :
La Gestalt è la risposta tedesca alla psicologia di Wundt: i gestaltisti rifiutano
il metodo su cui Wundt fonda la scientificità della nascente psicologia, che
consiste nel scomporre ogni fenomeno nei suoi aspetti elementari per
ottenere unità semplici e non ulteriormente riducibili.
La psicologia della gestalt intende realizzare un modello non atomistico, che
colga unità significanti e non elementi giustapposti.
-critica all’empirismo
(Vs Associazionismo e Comportamentismo):
Il problema consiste nel peso da attribuire all’esperienza passata nella
formazione di risultati percettivi e fenomeni psicologici in generale.
Empiristi: gli oggetti che si presentano alla nostra esperienza si sono formati
così come appaiono per il fatto che siamo abituati a vederli in questo modo,
sono originati dall’apprendimento.
Gestalt: gli oggetti sono originati in base ad autodistribuzioni dinamiche
dell’esperienza sensoriale.
L’esperienza passata non è l’unico fattore che determina i risultati
dell’organizzazione percettiva, ma ciò non vuol dire che il suo ruolo sia
irrilevante.
- atteggiamento fenomenologico
(Vs Introspezionismo):
E’ necessario osservare il reale per come appare ai nostri organi di senso e
accettare l’esperienza in maniera diretta, attribuendole quel valore che
manifestamente ci presenta.
L’atteggiamento fenomenologico si configura come un “puro guardare”
incentrato sulla “piena chiarezza offerta allo sguardo” ed è ciò che differenzia
la gestalt dalle altre scuole precedenti sul piano metodologico, primo tra tutti
l’introspezionismo che, invece, va al di là degli oggetti che popolano il nostro
mondo per scoprire sensazioni elementari.
line.it – la principale web community italiana per studenti e professionisti della
Psicologia
Primo principio della Gestalt : “Il tutto è più della somma delle parti”
Dopo aver definito tale postulato, i gestaltisti si sono dedicati alla scoperta
delle leggi secondo le quali gli elementi formano un tutto.
Secondo principio della Gestalt : “Una stessa parte del campo percettivo ha
caratteristiche diverse, se presa singolarmente o inserita in un tutto.”
Corollario: “una stessa parte del campo percettivo, inserita in due totalità
diverse, può assumere caratteristiche diverse
-> Il modo di rapportarsi all’esperienza non parte dal basso, dall’analisi di
elementi semplici, ma intende considerare entità globali aventi una loro
intrinseca organizzazione.
Sebbene i gestaltisti abbiano ottenuto i risultati più interessanti in psicologia
della percezione, utilizzarono i principi della loro teoria anche in ambiti diversi:
memoria, apprendimento, dinamica e patologia della personalità, psicologia
sociale, psicologia dell’arte, psicologia animale, psicologia del pensiero
perchè le gestalten si possono riscontrare non solo nei processi percettivi o in
quelli, ad essi più affini, del pensiero, ma nei più disparati ambiti di ricerca.
Max Wertheimer (1880-1943)
Nell’articolo Studi sperimentali sulla visione del movimento (1912) espone i
risultati delle ricerche condotte a partire dal 1910 sulla percezione del
movimento
Fenomeno φ: il percetto non è dato dalla somma dei singoli elementi
sensoriali
I risultati mettono in crisi la presupposta corrispondenza tra piano materiale
(la realtà fisica) e piano percettivo (la realtà fenomenica)
I gestaltisti si occupano di individuare fatti sperimentali per dimostrare
l’inadeguatezza delle cosiddette “teorie del mosaico”, secondo cui il risultato
percettivo è dato dalla giustapposizione di parti generate da sensazioni tra
loro svincolate e non interagenti.
l’Anello di Wertheimer-Benussi è uno degli esempi in grado di smentire i
modelli basati sulla somma di componenti.
L’anello appare di un grigio omogeneo. Se si pone una matita lungo la
verticale che separa il cerchio a metà, la metà sullo sfondo chiaro appare più
scura dell’altra.
I principi di unificazione formale:
Sono quelle regole che descrivono l’interazione delle parti presenti nel campo
fenomenico.
Sono leggi di organizzazione delle forme percettive
Non sono modelli con una validità a priori indipendente dai fatti, né una copia
fedele del mondo, bensì sono unicamente dei metodi di descrizione del
comportamento del campo.
Sono:
-Vicinanza: all’interno di una scena visiva, gli elementi più vicini tra loro
verranno percepiti come un tutto
- Somiglianza: Stabilisce che gli elementi che appaiono identici o quanto
meno si assomigliano, vengono percepiti assieme
- Continuità di direzione: Una serie di elementi posti uno di seguito all’altro , in
una determinata direzione vengono percepiti come costituenti un’unità
figurale propria
- Chiusura: Siamo predisposti a fornire le informazioni mancanti per chiudere
una figura e distinguerla dal suo fondo. Dunque i margini chiusi o che
tendono ad unirsi si impongono come unità figurale su quelli aperti
Cubo di Necker: è una rappresentazione bidimensionale ambigua. Gli incroci
tra due linee non evidenziano quale linea si trovi sopra l'altra e quale sotto,
così la rappresentazione è ambigua: non è possibile indicare quale faccia sia
rivolta verso l'osservatore e quale sia dietro al cubo. Guardando la figura si
può facilmente passare da una interpretazione all'altra, si ha una percezione
multistabile.
Triangolo di Kanizsa: Nella figura "vediamo" due triangoli equilateri bianchi
l'uno sovrapposto all'altro anche se nessuno dei due triangoli è effettivamente
disegnato. Questo effetto è conosciuto come profilo soggettivo o illusorio.
Inoltre il triangolo bianco inesistente sembra essere più luminoso della zona
circostante, mentre quell'area ha la stessa luminosità delle zone adiacenti.
Illusione di Muller-Lyer : è un illusione visiva che consiste nella percezione più
lunga o più corta a seconda che essa termini con la presenza di due
segmenti inclinati a circa +/-45° o +/-135°, angolo acuto (configurazione "in")
oppure ottuso (configurazione "out"). L'illusione è un'illusione di lunghezza e
a seconda del tipo e della grandezza dei terminali presenti la percepita
quantitativamente più corta o più lunga.
Illusione di Gibson: i due cilindri hanno la stessa grandezza, ma il cilindro A
viene percepito più grande del cilindro B, soprattutto a causa del contesto
prospettico ove sono inseriti.
Illusione di Hering: le due linee rosse sono parallele anche se non sembra.
Camera di Ames : In realtà sono distorte le pareti della camera
Griglia di Herman : (Inibizione laterale ) La griglia è costituita da un reticolo di
linee bianche spesse su sfondo nero. All'intersezione tra le linee bianche
appaiono delle aree grigie che in realtà non esistono
Le proprietà del pensiero umano
- Secondo Wertheimer il pensiero concreto precede quello astratto
- Il pensiero concreto si realizza in “strutture”, in Gestalten e da luogo al
pensiero astratto
Il postulato dell’isomorfismo :
Tra il piano della realtà fenomenica (dell’esperienza diretta) e quello dei
processi fisiologici sottostanti c’è IDENTITÀ DI STRUTTURA
Qualsiasi manifestazione del livello fenomenico trova un corrispettivo in
processi che, a livello cerebrale, presentano caratteristiche funzionalmente
identiche.
Dunque, se conosciamo le leggi che organizzano la nostra esperienza
fenomenica, necessariamente conosciamo anche le leggi che operano tra
fatti che avvengono nel cervello
Wolfang Köhler (1887-1941)
Nasce in Estonia, studia a Tubinga, Bonn e Berlino
Nel 1909 si laurea con Stumpf con una tesi in psicoacustica
Nel 1913 è nominato direttore della Stazione per la ricerca sugli antropoidi
dell’Accademia prussiana delle scienze a Tenerife
“L’intelligenza nelle scimmie antropoidi” (1921) :
Introduce il concetto di “INSIGHT” (intuizione o visione) -> la proprietà del
pensiero per cui vi è una ristrutturazione di tutte le esperienze passate e delle
condizioni presenti che va al di là della semplice somma di esse e consente
una nuova “visione” del problema (Concetto di “struttura di campo
otticamente data”)
Condusse particolari esperimenti di psicologia animale su scimmie antropoidi
e i risultati di questo studio lo spinsero a contrastare le teorie formulate dagli
psicologi comportamentisti a lui contemporanei che vedevano i processi
d'apprendimento e di pensiero come una semplice sequenza di tentativi
effettuati per caso (apprendimento per prove ed errori - Thorndike): secondo i
comportamentisti, alla soluzione si giunge attraverso un accumulo di
esperienza che permette di raggiungere la soluzione corretta del problema.
Kohler osservò, invece, come le scimmie, possono utilizzare anche strategie
non casuali, ossia atti intelligenti (insight) , i quali permettono agli animali di
ristrutturare il proprio campo cognitivo.
Kohler notò come le scimmie antropoidi riuscivano in modo soddisfacente
nella risoluzione di un problema quando potevano coglierne i singoli elementi
complessivamente nello stesso campo visivo .
L' insight è dunque la percezione simultanea di una forma globale
significativa e nasce da una nuova comprensione di rapporti che avviene in
modo improvviso e immediato.
In una situazione che non presenta possibilità di ristrutturazione del campo, in
assenza di altre strategie, il soggetto ricorrerà all’esperienza passata, ossia a
quel repertorio di comportamenti già noto.
Nell’esperimento sotto rappresentato, realizzato nell’ambito degli studi
sull'intelligenza delle scimmie antropoidi, uno scimpanzé giocherellando con
un bastone riesce ad utilizzarlo per portare a sé la banana che si trovava
troppo in alto.
La "scoperta" fatta per caso dallo scimpanzé ristruttura rapidamente e
radicalmente la sua percezione del problema in quanto il ruolo funzionale del
bastone è cambiato e cioè da oggetto che serve a distrarlo dalla "voglia di
banana" diventa lo strumento per avere la banana. -> l’ insight una forma
intelligente di soluzione di problema, sottolineando con il termine intelligenza
gli aspetti creativi di una strategia risolutiva, ossia quelli in grado di cogliere i
nessi chiave di una situazione problematica.
Anche Wertheimer si interessa di problem solving, in particolare voleva
individuare le condizioni in cui si può giungere ad un atto di intelligenza
creativa, quel tipo di pensiero definito “produttivo”, che porta alla
ristrutturazione del campo ed è molto diverso da quel procedimento
mnemonico o appreso passivamente che spesso è usato per giungere ad
una soluzione (definito soluzione bruta).
il pensiero produttivo si manifesta quando, nella ricerca di una soluzione, si
adotta un’impostazione che osservi la situazione come una totalità
significante e non come un insieme di parti.
Duncker: contributi:
- soluzioni intermedie raramente si ha un insight totale, ossia una immediata
e completa ristrutturazione del campo cognitivo.
Più spesso si verificano una serie di successive ristrutturazioni (insight
parziali) tese alla riformulazione del problema in maniera più adeguata, per
permettere, poi, di raggiungere la soluzione.
-fissità funzionale: atteggiamento che ostacola la soluzione tendendo ad
attribuire agli elementi della situazione solo quelle caratteristiche che per
abitudine siamo soliti riscontrarvi.
La somma dei primi n numeri naturali è oggetto di un celebre aneddoto
riguardante il genio matematico di Karl Gauss:
Gauss era il figlio unico di una coppia di condizioni modeste. Il giovane Carl
Friedrich era un genio precoce: all'età di tre anni sapeva già leggere e fare di
conto. All'età di 10 anni fu autorizzato a seguire le lezioni di aritmetica di un
certo Buttner, persona nota per essere piuttosto cinica e irrispettosa,
soprattutto nei confronti degli studenti di famiglie povere. Un giorno gli
studenti erano particolarmente turbolenti, e Buttner diede loro come
punizione il compito di calcolare la somma dei 100 primi numeri: 1+2+3+...
+100, sicuro che questo calcolo avrebbe tenuto impegnati gli allievi per
parecchio tempo. Bastarono invece pochi minuti al giovane Carl Friedrich: "Il
risultato è 5050" disse, lasciando senza parole il maestro.
Buttner, tutto sommato, era un uomo intelligente e realizzando che non aveva
più niente da insegnare al giovane Gauss, lo raccomandò al duca di
Brunswick il quale concesse a Gauss l'aiuto economico per affrontare gli studi
secondari e quelli universitari.
Kurt Koffka (1886-1946)
Nasce a Berlino e si laurea con Stumpf con una tesi sul ritmo Principi della
psicologia della Gestalt (1935) è l’opera più estesa e sistematica della teoria
della forma
“Wertheimer era l’artista ispirato e appassionato, Köhler era il fisico un po’
riservato, che pensava moltissimo in termini spaziali, e Koffka il logico di
grande talento verbale che cercava di inserire tutto in un sistema totale” (Fritz
Heider)
Kurt Lewin
Allievo di Stumpf
Può essere considerato come un esponente della gestalt meno diretto ed
ufficiale, in quanto tocca temi come personalità, influenze ambientali,
motivazione, struttura della mente.
Grazie all’uso della topologia (branca della matematica che si interessa in
modo non metrico a relazioni di tipo spaziale) studia la persona e le sue
relazioni con l’ambiente, classi di eventi psichici considerate dai gestaltisti
classici troppo complesse per poter essere sottoposte ad esame
sperimentale.
Propone la “teoria del campo” che permette di descrivere e spiegare i
fenomeni in modo dinamico.
- Attenzione alla dinamica interna all’individuo: i processi psichici si attuano in
funzione di una dinamica interna alla psiche stessa e non solamente in
funzione di stimoli esterni, lo stimolo esterno può attivare un processo
psichico.
- A: ambiente, rappresenta tutto ciò che è significativo per la persona.
P: persona
S = P+A: Persona + Ambiente costituiscono lo spazio di vita
Da qui, l’equazione: C=f(P,A)
il comportamento e’, secondo lewin, funzione dell’interazione fra la persona e
l’ ambiente psicologico Intende la persona come regione interdipendente con
l’ambiente e non come entità separata.
Ma anche l’ambiente risente della caratteristiche della persona.
-> Il concetto di relazione,e in particolare quello di relazione tra soggetto e
ambiente, sta alla base della teoria del campo
- la persona è costituita da una gerarchia di regioni (spazio racchiuso da un
confine detto barriera;
possiedono valenza positiva o negativa) alcune fortemente connesse tra loro,
altre meno o per nulla collegate.
La struttura muta a seconda dello sviluppo della persona, delle sue condizioni
di salute mentale, dello stato generale psicofisico.
-> la differenza tra l`adulto e il bambino consiste nel grado di articolazione> il
primo e` un sistema molto piu` unitario, mentre il secondo presenta una
articolazione meno pronunciata.
CAP 5COMPORTAMENTISMOIl comportamentismo è un movimento che nasce e si sviluppa in America a
partire dal 1913, anno in cui Watson (caposcuola del comportamentismo) ne
pubblica il manifesto: “La psicologia così come la concepisce il
comportamentista”
Accanto alla generazione di psicologi con formazione europea, ne nasce
un’altra, desiderosa di emanciparsi dall’influenza dei centri di ricerca europei
(soprattutto tedeschi)
Solo a partire dagli anni ’50 raggiunge l’Europa.
Influenza:
- pragmatismo
- operazionismo
- empirismo logico o neopositivismo
- funzionalismo
- evoluzionismo darwiniano -> grazie all’individuazione di una differenza non
radicale tra uomo e animali, giustifica la sperimentazione sugli animali diretta
alla conoscenza della psicologia umana -> i comportamentisti vedono
l’animale come cavia da laboratorio
- riflessologia russa (Pavlov, Secenov, Bechterev)
Precursori:
Morgan:
Secondo il suo “principio di parsimonia” non si può attribuire un’azione ad una
facoltà psichica superiore, quando essa può essere interpretata in riferimento
ad un esercizio che si trova più in basso nella scala psicologica
Thorndike
anticipa il comportamentismo in molti modi:
Non usa l’introspezione e si concentra sul comportamento osservabile.
Generalizza dall’animale all’umano.
Formula una teoria dell’apprendimento basata sulla connessione tra stimoli e
risposte, il che rende necessarie poche ipotesi su cosa succede dentro
l’individuo.
Thorndike riassume i risultati delle sue ricerche con gli animali in un certo
numero di “leggi dell’apprendimento”, tra cui c’è la Legge dell’effetto:
l’apprendimento avviene in funzione delle conseguenze del comportamento:
azioni seguite da riduzione di “stati di bisogno” o ricompense (quindi da uno
stato di soddisfazione) tendono ad essere ripetute. -> l’apprendimento si
verifica gradualmente e non è frutto di una intuizione improvvisa, avviene per
prove ed errori.
Caratteristiche della nuova psicologia :
Rifiuto della coscienza
Delimitazione dell’indagine alla previsione e al controllo del comportamento
Possibilità di unificare su queste basi il comportamento dell’uomo e quello
degli animali
I ricercatori nordamericani aspiravano ad una fondazione scientifica della
psicologia, in modo da collocarla tra le scienze naturali
Fasi:
1. Comportamentismo classico o di Watson (1913-30)
2. Neocomportamentismo (1930-1950)
John B. Watson (1878-1958)
Consegue il dottorato alla University of Chicago con Angell
Nel 1908, giovanissimo, divenne professore alla Johns Hopkins University di
Baltimora
Nel 1915 fu presidente dell.APA
Nel 1920 fu costretto a dimettersi dalla Johns Hopkins e si dedicò alla
pubblicità e alla stesura di articoli per giornali
Nel 1913 pubblica il manifesto del comportamentismo:
“Credo che il comportamentismo sia l’unico funzionalismo coerente e logico.”
“La psicologia che vorrei costruire dovrebbe assumere come punto di
partenza innanzitutto il fatto osservabile che tutti gli organismi, uomini e
animali, si adattano all’ambiente tramite ciò che hanno ereditato e acquisito
nelle abitudini.”
“In secondo luogo la psicologia che vorrei costruire dovrebbe assumere che
un certo stimolo induce l’organismo a reagire in un certo modo.”
Obiettivo della psicologia: previsione e controllo del comportamento
“In un sistema psicologico compiutamente sviluppato, data una reazione, si
dovrebbe riuscire a prevedere lo stimolo; dato lo stimolo, si dovrebbe riuscire
a prevedere la risposta.”
Oggetto della psicologia: il comportamento direttamente osservabile
Il punto di partenza del comportamentismo è il dualismo mente – corpo, ma la
scelta cade sul secondo polo, all’interno del quale è definito l’oggetto della
psicologia, ossia il comportamento inteso come azione complessa
manifestata dall’organismo nella sua interezza (“adattamento dell’organismo
all’ambiente”, “contrazioni muscolari”, “insieme integrato di movimenti”,
“azioni”). -> le singole reazioni psicologiche che l’organismo manifesta a
livello di un singolo muscolo o di un singolo organo sono l’oggetto di studio
della fisiologia.
L’oggetto è il comportamento perché può essere studiato in maniera più
scientifica della psiche, utilizzando metodi più soddisfacenti ed oggettivi.
-> nega la rilevanza della coscienza
“Ciò di cui abbiamo bisogno cui abbiamo è di cominciare a lavorare in
psicologia facendo del comportamento, non della coscienza, il nostro punto
oggettivo di partenza. Ci sono abbastanza problemi nel controllo del
comportamento da tenerci impegnati tutti, per molte vite...”
In realtà la critica è rivolta all’introspezione
L’introspezione non è scientifica perché:
l’osservatore si identifica con l’osservato
i dati introspettivi sono privati e non possono essere visti direttamente dalle
altre persone
Caratteristiche del comportamentismo di Watson:
Molecolarismo o riduzionismo teorico -> i comportamenti risultano dalla
combinazione di reazioni più semplici, di molecole costituite dai singoli
movimenti fisici che in quanto tali sono studiati dalla fisiologia.
Principi di composizione delle unità semplici in unità complesse sono:
- recenza : tanto più recentemente un’associazione si è verificata, tanto
maggiore sarà la probabilità che si ripresenti
- frequenza: tanto più spesso un’associazione si è verificata, tanto maggiore
sarà la probabilità che si ripresenti
- condizionamento: (condizionamento classico)
stimolo incondizionato -> risposta incondizionata
stimolo condizionato -> risposta incondizionata, pur non avendo con essa
una relazione diretta
Watson individuò nel RIFLESSO CONDIZIONATO l’unità di analisi per lo
studio dell’“abitudine” (habit) o acquisizione di nuovi comportamenti
Studio dell’apprendimento
Emozioni fondamentali (paura, rabbia, amore) sono apprese a partire dagli
stimoli che le provocano, ossia sono risposte emotive condizionate:
Uno studio assai noto di apprendimento delle emozioni è il caso del piccolo
Albert :
Albert giocava piacevolmente con un topolino allorché gli venne fatto sentire
alle sue spalle un violento rumore. Da quel momento, il bambino manifestò
una grande paura sia per i topi, sia per altri animali e oggetti pelosi. Il rumore
era uno stimolo incondizionato in grado di provocare per sé una risposta di
paura; la sua associazione con un altro stimolo (il topolino) faceva sì che il
bambino fosse condizionato ad avere paura anche del topolino e anche per
altri oggetti aventi caratteristiche simili.
Per Watson le stesse leggi che regolano l'apprendimento emotivo erano alla
base di altre acquisizioni ed in particolare delle abitudini.
Era comunque più difficile spiegare i processi psicologici più complessi come
il pensiero e i suoi rapporti col linguaggio:
Per Watson il linguaggio viene acquisito per condizionamento.
Il bambino sente associare ad un oggetto il suo nome e di conseguenza il
nome finisce per evocare la stessa risposta evocata dall'oggetto.
Progressivamente all'intero sistema di movimenti (delle corde vocali), che
provocano l'emissione del suono- parola può sostituirsi una parte di
movimenti per cui la parola viene solo pronunciata sotto voce, muovendo
silenziosamente le labbra ecc.
Watson riteneva che in questa maniera si venisse formando il pensiero e
suggeriva che esso potesse essere ricondotto ad un insieme di abitudini
laringiche.
-> L'attività di pensiero era un risultato degli apprendimenti e non aveva per
sé stesso rilevanza e interesse conoscitivo.
Cambiamenti di Watson :
- Intorno al 1917 rinunciò all’idea che la psicologia dovesse studiare il
comportamento sia degli animali sia dell’uomo perchè il comportamento
umano è diverso da quello animale in quanto i comportamenti appresi erano
radicalmente differenti.
- “svolta ambientalistica”
- Rinuncia al concetto di “istinto” (1925): nega l’utilità e la validità psicologica
del concetto di istinto e l’idea secondo cui l’uomo alla nascita è dotato di un
bagaglio psicologico personale
-> il bambino nasce senza istinto, intelligenza ed altre doti innate.
(posizione egualitaristica: gli uomini nascono tutti uguali)
Lo sviluppo dell’individuo e la sua formazione psicologica dipendono solo
dalle sue esperienze successive.
Utopia di Watson : “Datemi una dozzina di bambini sani, farò di loro artisti,
scienziati o anche mendicanti e ladri”
Il ruolo dell’esperienza e grandi teorie dell’apprendimento: il
Neocomportamentismo
Edward C. Tolman (1886-1959)
Impostazione molare: Il comportamento non è scomponibile in elementi
semplici (vs. il molecolarismo di Watson).
Il comportamento dipende da associazioni tra insiemi di stimoli e complessi di
risposte (unità molari o gestaltiche)
Il comportamento presenta delle proprietà (predicati) emergenti:
- cognizione
- intenzionalità, cioè è orientato verso scopi
Il suo punto di vista è noto con l nome di comportamentismo intenzionale
Propone il concetto di variabili intervenienti, classificate in variabili “di
necessità” e “ cognitive”
Introduce poi nuove variabili intervenenti: “sistemi di bisogno”, “spazio di
comportamento”, “matrice credenze-valori”
Le variabili intervenenti sono i processi interposti tra stimolo e risposta, che
hanno luogo all'interno dell'individuo - e quindi non sono direttamente
osservabili- introdotti dai neocomportamentisti come "costrutti ipotetici" per
spiegare tutti quei fenomeni che non potevano essere interpretati
direttamente come semplice corrispondenza tra stimolo e risposta ->
superamento della semplice connessione S-R, per cui dato lo stimolo S si
verifica sempre la risposta R: S può provocare risposte diverse R1 R2 R3 RN
Esperimento sull’ “apprendimento latente” :
è un tipo di apprendimento avviene senza rinforzo e che rimane latente fino a
quando non diventi necessario, come se alcune informazioni non utili al
momento venissero immagazzinate e utilizzate al momento opportuno.
-> Ha dimostrato come i ratti, posti in nuovi percorsi per raggiungere il cibo,
riuscivano per la maggior parte ad orientarsi. Tolman aveva concluso che i
ratti si erano costruiti delle mappe mentali dei diversi labirinti che usavano per
raggiungere il cibo. Le ricerche successive applicarono il concetto di mappa
cognitiva alle situazioni umane, considerandolo come un processo cognitivo
attraverso cui l'individuo si organizza e comprende il mondo che lo circonda.
Clark L. Hull (1884-1952)
Grande cultore di matematica e statistica
Elaborò metodi quantitativi e statistici nell’uso dei test
Approfondì gli studi sui riflessi condizionati e l’ipnosi
Apprendimento:
Fa propri i concetti di:
- comportamentismo molecolare (Watson)
- ricompensa come requisito fondamentale dell’apprendimento (Thorndike)
- variabile intervenente (Tolman)
Nel sistema proposto da Hull particolare rilievo avevano come variabili
intervenienti la pulsione D (da drive) la forza dell’abitudine SHR (habit
strength), forza del legame associativo interposto tra stimolo e risposta.
Uno stimolo evoca una risposta se la connessione tra questo stimolo e la
risposta è associata alla diminuzione della pulsione
Propone una teoria ipotetico - deduttiva che consente di fare previsioni non
solo sulla direzione, ma anche sugli aspetti quantitativi del comportamento.
Burrhus F. Skinner (1904-1990)
Nel 1931 ottiene il dottorato in psicologia ad Harvard
La sua “scienza del comportamento” trovò un ampio consenso negli anni 50 e
60 (modo di concepire la società umana)
La Skinner box è l’ apparato sperimentale utilizzato da Skinner nei suoi
esperimenti:
una cavia viene messa in una gabbia dotata di un dispositivo erogatore di
cibo collegato ad una leva che ne permette l'attivazione.
La cavia è lasciata "libera" di muoversi all'interno della gabbia senza
"condizionamenti sperimentali". La cavia incontra la leva casualmente e vede
che l'effetto prodotto è la comparsa del cibo. Esponenzialmente si vede che
la cavia aumenta le pressioni della leva e finalizza sempre di più le proprie
azioni verso l'erogazione di cibo.
Condizionamento operante
Si differenzia da quello classico per il fatto che qui la risposta precede invece
che seguire lo stimolo critico.
La risposta è emessa indipendentemente dalla presenza dello stimolo e se
questa risposta è rinforzata positivamente sarà emessa i nuovo, se è
rinforzata negativamente non sarà emessa
Determina quel tipo di apprendimento che opera attivamente nell’ambiente al
fine di ottenere un certo effetto
Tre elementi:
1) Lo stimolo discriminativo
2) La risposta
3) Gli effetti della risposta
Il rinforzo
Il principio-chiave per spiegare questo fenomeno è il rinforzo, ossia la
conseguenza del comportamento, che ha come effetto l’aumento della
frequenza del comportamento stesso
I vari tipi di rinforzo:
Rinforzi positivi
Rinforzi negativi
Rinforzi primari
Rinforzi secondari
I “programmi di rinforzo”
Rinforzo continuo: determina rapidità nell’apprendimento, ma quando viene
eliminato il comportamento non viene mantenuto
Rinforzo parziale: mantiene il comportamento per tempi più lunghi e si
distingue in:
- Rapporti fissi/variabili (in base alle R)
- Intervalli fissi/variabili (in base al T)
Modellamento (shaping): tecnica di modificazione comportamentale per
progressive approssimazioni.
Questa tecnica, largamente testata sull'apprendimento dell'uomo risulta utile
per modificare gradatamente un comportamento. La prima volta viene
premiato (attraverso un rinforzo positivo) un comportamento che si avvicina
gradualmente a quello che si vuole sviluppare (anche se solo
approssimativo), la seconda solo le esecuzioni che progrediscono in una
situazione più corretta, la terza si premiano solo le prestazioni ancora più
corrette, e così via.
Nell’uomo, rispetto all’animale, acquistano una rilevanza maggiore i rinforzi
secondari (voto, complimenti, gratificazioni, soldi, etc.)
Skinner impiega il condizionamento operante anche per spiegare
comportamenti umani complessi come il linguaggio.
Molti metodi educativi si basano su principi del condizionamento operante
-> Il principio di Premack : se farai eseguire all'allievo un compito a lui poco
gradito, a condizione poi che egli possa aver accesso ad una attività più
gradita, è possibile che la prima attività diventi più gradevole e maggiormente
richiesta.
Quindi dobbiamo rinforzare un'attività poco piacevole con un qualcosa di
bello.
Skinner e l’utopia comportamentistica:
Walden Two (1948)
Società utopistica basata sul controllo del comportamento umano secondo i
principi del condizionamento operante
(Chi controlla il controllore? )
Neocomportamentismo (1930 - 1950) –RIASSUNTO-
IMPOSTAZIONE MOLARE O MOLECOLARE NELLO STUDIO DEL
COMPORTAMENTO
- Watson: impostazione molecolare
- Tolman: impostazione molare
- Hull: molare
RUOLO DELLO SOPO (PURPOSE) NEL COMPORTAMENTO
-
Tolman: “comportamentismo intenzionale”
ELABORAZIONE DI VARIABILI INTERMEDIE O INTERVENIENTI
INTERPOSTE TRA LO STIMOLO E
LA RISPOSTA
- Tolman e Hull: “variabile interveniente”
- Skinner
RUOLO DEL SISTEMA NERVOSO NEI PROCESSI COMPORTAMENTALI E
ALLA RILEVANZA DELLE
RICERCHE NEUROFISIOLOGICHE PER LA PSICOLOGIA
- Hull: approccio molare (“unità integrata”)
- Skinner: sistema nervoso concettuale -> Skinner definisce la teoria
neurofisiologica descritta da Pavlov un «sistema nervoso concettuale»,
giacché essa non è elaborata sulla base dello studio diretto dei processi
nervosi, ma viene dedotta sulla base dei processi comportamentali indagati.
Black box -> La mente viene quindi considerata una sorta di black box, una
scatola nera il cui funzionamento interno è inconoscibile e, per certi aspetti,
irrilevante: quello che importa veramente per i comportamentisti è giungere
ad un'approfondita comprensione empirica e sperimentale delle relazioni tra
certi tipi di stimoli (ambientali) e certi tipi di risposte (comportamentali).
Apprendimento sociale e formazione della personalità
Nel 1929 presso la Yale University viene fondato l’Institute of Human
Relations (Frustration and Aggression, 1939)
Dollard e Miller (1941)
I contributi di Miller e Dollard trovano ampio spazio ai fenomeni quali la
frustrazione, l'aggressività, il conflitto, gli impulsi e le ricompense sociali.
Un principio d'apprendimento, ampiamente trascurato dalle teorie classiche
dell'apprendimento e da loro invece collocato fra quelli fondamentali, è
costituito dall'imitazione sociale, la quale gioca un ruolo centrale nelle
acquisizioni sociali, a partire dall'apprendimento linguistico, e contribuisce a
mantenere la conformità sociale e la disciplina.
-> Il bambino acquisisce una tendenza ad imitare poiché è stato rinforzato
nelle prime risposte di carattere imitativo.
Progressivamente questa tendenza assume un valore sempre maggiore: il
comportamento dei modelli potenziali costituisce il "suggerimento" per
l'emissione di comportamenti simili che il soggetto deve quindi avere già nel
suo repertorio.
Bandura (anni ‘60)
Anche nuove risposte possono essere acquisite mediante l’osservazione di
modelli.
Bandura si è occupato dei comportamenti aggressivi, dimostrando come, pur
con livelli bassi di frustrazione, si possa avere un bambino molto aggressivo,
qualora gli si mostrino modelli aggressivi. -> Si è notato che i rinforzi
intermittenti (dati cioè solo di tanto in tanto in relazione alle risposte del
soggetto) siano quelli maggiormente in grado di mantenere comportamenti
aggressivi.
Il rinforzo per Bandura agisce nella fase di mantenimento delle risposte, più
che in quella di acquisizione.
Modelli e rinforzi possono agire non solo ad incentivare le risposte, ma anche
a inibirle, sempre che queste fossero state precedentemente apprese.
Inoltre un soggetto può mostrarsi socialmente inadeguato, non solo perché
ha appreso risposte scorrette, ma anche perché non ha sufficienti abilità
sociali, o non ha appreso in maniera solida alcune risposte sociali necessarie.
Staats (anni ‘70)
Nella teoria del comportamento sociale di Staats viene attribuita particolare
importanza agli stimoli emozionali che sono collegati a risposte di carattere
emozionale.
Staats si ricollega alla classica teoria dell'apprendimento e al ruolo che essa
attribuisce a concetti quali il condizionamento rispondente ed operante e
rinforzo, ma allarga la sua analisi a fenomeni come le differenze individuali,
gli apprendimenti cognitivi, l'acquisizione di atteggiamenti, l'attrazione, il
pregiudizio, la comunicazione e la persuasione, il conformismo, la leadership,
che sono tipico oggetto d'interesse della psicologia sociale.
Sears (anni ‘40)
Promuove l’applicazione della teoria di Hull alla psicologia sociale e della
personalità.
Vede una continuità tra psicoanalisi e comportamentismo, più che una
contrapposizione.
CAP 6FREUD E LA PSICOANALISILa Psicoanalisi è sia una tecnica esplorativa, con scopi terapeutici, che un
modello interpretativo e teorico della vita psichica umana.
Essa è un metodo rivolto all’indagine delle modalità in cui si svolgono e si
manifestano i processi psichici.
Si configura come psicologia del profondo, contrapponendosi a qualsiasi altra
teoria che sostiene l’equivalenza tra psiche e coscienza
-> la nostra psiche non è una realtà unitaria, ma un insieme di processi
diversi e molto complessi.
La nostra vita psichica in ogni sua manifestazione è influenzata da processi
inconsci.
L’inconscio è un insieme di significati, di vissuti e di pensieri che il soggetto
porta dentro di sé e che condiziona la sua condotta.
Esso non è una cieca forza biologica ed istintuale, bensì un mondo dotato di
senso.
Non fa ricorso ad un modello di spiegazione deterministico, bensì sostiene il
concorso di più cause e più fattori nel manifestarsi di un fenomeno.
Critiche più importanti rivolte alla psicoanalisi :
Metodi impiegati per la raccolta dei dati
Formulazione di inferenze e generalizzazioni
Difficoltà di verifica0re proposizioni empiricamente verificabili
FREUD
Periodo pre-analitico (1887-1897)
Freud si dedica allo studio dell’anatomia, all’istologia del sistema nervoso,
allo studio degli effetti della cocaina e delle paralisi infantili
L’interpretazione delle afasie (1891)
Progetto di una psicologia (1895)
Sotto l’influenza dell’evoluzionismo darwiniano e affascinato dalle ricerche di
Charcot nel campo dell’ipnosi applicata alla cura dell’isteria, intesa come
malattia priva di basi organiche, anche Freud si interessa all’isteria e ipotizza
un’origine ideogena di tale disturbo, ossia un processo causale di origine
mentale e non somatica.
-> Il modello affetto-trauma
Caso di Anna O. seguito da Breuer
Assieme a Breuer pubblica Studi sull’isteria (1895): i sintomi isterici sono
sostituti di processi psichici normali
Breuer : La tecnica ipnotica era utilizzata per fare riemergere nella memoria
situazioni traumatiche
Freud :
Il metodo catartico come rievocazione di eventi traumatici e abreazione come
liberazione degli affetti bloccati
Passaggio dal metodo ipnotico alle libere associazioni
Nevrosi e tratti di personalità
Angoscia: oggettiva, nevrotica e morale
Meccanismi di difesa: identificazione, rimozione, sublimazione, proiezione,
formazione reattiva, fissazione, regressione...
- Il grado di fallimento dell’Io determina la patologia
Tecnica terapeutica:
“regola fondamentale”: libere associazioni
- Obiettivo: rendere conscio l’inconscio -> si devono analizzare difese e
resistenze che il soggetto instaura nei confronti di desideri, pensieri, tendenze
inconsci che sono alla base dei suoi disturbi.
Importanza del fenomeno del transfert = ripetersi e riattivarsi di antiche
situazioni affettive ed emotive infantili, che riescono ad esprimersi nella
relazione con l’analista
L’interpretazione dei sogni
Autoanalisi di Freud (a partire dal 1897)
Lavoro onirico: trasformazione del contenuto latente in quello manifesto
-> in questo processo di trasformazione opera la censura che, in forma
attenuata, continua
l’opera di arginamento delle aspirazioni inconsce svolta nella veglia dalla
rimozione
Il sogno è l’appagamento di un desiderio
Sintomi nevrotici, sogni, fenomeni normali (e non patologici) tipici della
quotidianità come lapsus, sono tutti il risultato di un compromesso tra
tendenze perturbanti, non accettabili dalla coscienza del soggetto, e le forze
rimuoventi dell’Io, che ne vuole negare l’esistenza.
Ruolo della sessualità
Intorno alla metà degli anni ‘90 Freud matura la convinzione che il sesso
fosse il principale elemento scatenante della nevrosi 1896: episodi traumatici
realmente accaduti 1897 gli si rivela il “gran segreto”: gli episodi traumatici
sono fantasie
Lo sviluppo della personalità
Stadio orale (0-2 anni)
Stadio anale (2-3 anni)
Stadio fallico (3-4 anni)
Fase di latenza (5-12 anni)
Stadio genitale (12-...)
Complesso di Edipo
Periodo delle teorie strutturali (dopo il 1920)
Istinti (Istinkt) :
Risposta organizzata, tipica di una data specie, filogeneticamente adattata a
una determinata situazione ambientale.
Comportamento animale fissato dall'ereditarietà, caratteristico della specie,
preformato nel suo svolgimento e adattato al suo oggetto
Pulsioni (Trieb)
Costituente psichica che produce uno stato di eccitazione che spinge
l'organismo all'attività, anch'essa geneticamente determinata ma suscettibile
d'essere modificata dall'esperienza individuale.
Le pulsioni sono dotate di energia, sono dirette verso una meta, originano
dall’eccitazione somatica (fonte) e hanno un oggetto
Pulsioni di vita e pulsioni di morte
Storia dell’umanità
Eros e Thanatos
Disagio della civiltà (1930)
Visione del mondo
Freud sosteneva che la psicoanalisi non fosse una nuova visione del mondo
Malgrado ciò la psicoanalisi venne spesso interpretata in questo
freudomarxismo, tesi di Reich) modo (psicologia marxista, Critiche a Freud
Ha ignorato i valori spirituali
Ha trascurato la natura sociale del genere umano
Ha trascurato pulsioni come la curiosità
Si è occupato poco di coscienza
Non si è interessato alla previsione
Non ha compreso le donne
Terminologia ambigua
Frequente uso di metafore
La sua teoria manca di parsimonia
PIAGET E LA SCUOLA D GINEVRACAP 7Jean Piaget (1896-1980)
Si laurea in scienze naturali nel 1918, con una tesi sui molluschi
Subito dopo la laurea matura l’interesse per la psicologia
Insegna alla Sorbona di Parigi e a Ginevra
Nel 1956 fonda il Centro internazionale di Epistemologia genetica a Ginevra
Oggetto di studio: genesi della conoscenza umana e rapporto tra la mente e il
mondo esterno
Metodo: metodo clinico
L’opera di Piaget
Anni ‘20: compie una ricognizione dei processi mentali mettendone in
evidenza l’evoluzione ontogenetica
Anni ‘30: formula la nozione di stadi di sviluppo mettendo in evidenza la
dimensione costruttiva della realtà operata dalla mente
Anni ‘40 e ‘50: approfondisce i meccanismi funzionali di adattamento e
regolazione dei processi mentali
Il colloquio clinico
Viene creato da Piaget per poter condurre ricerche sui bambini
Obiettivo: studiare l’intelligenza alle prese con uno specifico problema
E’ un sistema misto, un insieme di colloquio clinico e osservazione che
consiste nel:
- ricostruire le credenze del bambino
- oppure nel porgli domande mirate durante la risoluzione di un compito
(manipolazione di oggetti)
Questo metodo non è utilizzabile con bambini molto piccoli -> Piaget si limita
ad osservare i loro comportamenti e a descriverli, riprendendo la tradizuione
ottocentesca dei “diaristi”
Limiti di questo metodo:
a. intreccio tra osservazione ed interpretazione -> risposte ed azioni dei
bambini vengono filtrate ed interpretate da Piaget alla luce dei suoi
presupposti teorici
b. Piaget ha sottovalutato l’influenza del senso dei compiti presentati -> in
esperimenti successivi, in cui il compito è stato presentato sotto forma di
situazioni familiari e dotate di scopi plausibili, è risultato che i bambini hanno
una capacità di pensiero superiore a quella supposta da Piaget.
Il compito delle 3 montagne è stato oggetto di revisione e le versioni
modificate sono state utilizzate in esperimenti successivi:
Il problema delle montagne è stato usato da Piaget per affermare
l’egocentrismo del bambino, ossia la sua incapacità di considerare il proprio
punto di vista momentaneo come facente parte di una serie di possibili punti
di vista, coordinando tali possibilità in un singolo sistema coerente.
Nella situazione originale un bambino siede lateralmente ad un tavolino su
cui è appoggiato un plastico raffigurante tre montagne diverse per colore e
forma.
Lo sperimentatore pone una bambola attorno al tavolo, ma in una posizione
diversa da quella del bb.
Il compito a cui è sottoposto il bambino consiste nel dire cosa vede la
bambola, scegliendo tra
10 raffigurazioni del plastico.
-> Fino ad 8 anni, per effetto dell’illusione egocentrica, i bambini
tendono a scegliere l’immagine che raffigura il plastico visto dalla loro
prospettiva e non dal punto di vista della bambola.
Hughes ha modificato la condizione sperimentale sostituendo la bambola con
un poliziotto che doveva scoprire la posizione di un bambino.
Anche i bambini di 3 anni, in questo contesto, risolvevano correttamente il
compito perchè esso ha acquistato un senso ed è ora interamente
comprensibile.
c. Piaget ha sottovalutato l’influenza della comunicazione linguistica
La formulazione linguistica delle domande influenza notevolmente la
soluzione dei compiti.
Di fronte a 20 perle di legno, di cui 17 marroni e 3 bianche, si chiede al
bambino di dire se sarà più lunga una collana con le perle marroni o quelle di
legno.
Il bambino non riesce a mettere insieme il concetto di “perle di legno” con il
suo sottoinsieme “perle marroni”.
Le risposte sbagliate dei bambini - che dicono che la collana di perle marroni
è più lunga (costituiscono una delle basi empiriche per introdurre la nozione
di sviluppo dell'intelligenza per stadi) giustificherebbe l'ipotesi piagetiana che
a quell'età il bambino è allo stadio preoperatorio, in cui può manipolare
mentalmente o le parti (perle marroni e bianche) o l'intero (perle di legno) ma
non riesce a mettere in relazione, contemporaneamente, l'insieme (perle di
legno) e un suo sottoinsieme (perle marroni). Solo ad uno stadio successivo
diventa facile ragionare su relazioni di tal fatta.
In questi casi la formulazione linguistica assume un’importanza rilevante,
infatti ricerche più accurate hanno mostrato che i compiti di inclusione danno,
con gli stessi bambini, risultati molto diversi a seconda della formulazione
linguistica delle domande.
Lo sviluppo della mente
Approccio evolutivo alla spiegazione dello sviluppo delle capacità di
conoscenza e pensiero dei singoli individui.
L’evoluzione ontogenetica dei processi mentali implica
- ADATTAMENTO : assimilazione e accomodamento
[la nozione di adattamento deriva dalla concezione darwiniana.
L’intelligenza umana è, per Piaget, una forma di adattamento all’ambiente]
- ORGANIZZAZIONE
Stadi dello sviluppo mentale
1) PERIODO SENSO-MOTORIO (0-2 anni)
2) PERIODO CONCETTUALE (2-15 anni) :
-stadio pre-operatorio (2-7 anni) -> una delle caratteristiche peculiari è
l’egocentrismo
fase pre-concettuale (fino ai 4 anni circa)
fase del pensiero intuitivo (4-7 anni)
-stadio delle operazioni concrete (7-11 anni)
-stadio delle operazioni formali (11-15 anni)
Il passaggio da uno stadio all’altro avviene sulla base della capacità di
compiere operazioni mentali descrivibili in termini di strutture logiche critiche:
secondo Piaget lo stadio finale (quello dell’adulto) consiste nel padroneggiare
le operazioni che consentono di falsificare le ipotesi.
Questa idea implica due assunti che si sono rivelati falsi, cioè che i bambini
non dovrebbero essere in grado di falsificare le ipotesi, mentre gli adulti
dovrebbero farlo con facilità.
Che un adulto non disponga di una “logica mentale” è stato dimostrato, tra gli
altri, da Peter Wason che ha introdotto la cosiddetta "prova delle quattro
carte":
Ad una persona viene mostrato un mazzo di carte che presentano lettere
(vocali o consonanti) su un lato e numeri (pari o dispari) sull'altra faccia.
Dal mazzo vengono tolte quattro carte e vengono appoggiate su un tavolo.
Solo una faccia è quindi visibile. Le quattro carte hanno sul lato visibile,
rispettivamente, una vocale, una consonante, un numero pari e un numero
dispari.
Si deve cercare di risolvere il seguente compito: indicare la carta o le carte,
tra le quattro appoggiate sul tavolo, che è utile girare (in modo da vedere il
lato appoggiato sul tavolo) per decidere se è vera o falsa la seguente regola:
"Se una carta ha una vocale su un lato allora ha un numero pari sull'altro
lato".
In questo contesto ben poche persone adulte si accorgono che la carta con il
numero dispari va voltata per controllare se sull'altro lato c'è una vocale. In tal
caso, infatti, la regola è di sicuro falsa. Se invece non c'è una vocale, la
regola non è falsa: quindi la carta con il numero dispari va girata per decidere
se la regola è vera o falsa.
La grande maggioranza degli adulti non riesce a risolvere questo compito e
questo è un risultato robusto e inspiegabile da Piaget, in quanto gli adulti
dovrebbero aver raggiunto lo "stadio delle operazioni formali".
Nel contempo bambini di dieci anni riescono a risolvere lo stesso compito
quando viene presentato sotto forma di una promessa fatta da un insegnante:
Se il tuo punteggio è di almeno 10 punti riceverai una caramella.
Ai bambini vengono presentate quattro carte con e senza caramella e con più
o meno di 10 punti, e viene detto loro che devono controllare se un loro
compagno ha seguito la promessa della maestra nel distribuire le caramelle.
Nel contesto di questo scenario vengono facilmente indicate le due carte che
andrebbero girate: quella corrispondente ai bambini che hanno preso 10 punti
o più e quella senza caramella.
Inoltre i bambini sanno fare controlli diversi a seconda che il compagno-
distributore venga presentato come egoîsta (non dà le caramelle a chi le
meriterebbe) o nepotista (le dà ai suoi amici anche se non le meritano).
Questa sofisticata capacità di controllo, che tiene conto delle motivazioni del
potenziale imbroglione mostra che le nostre capacità di ragionamento non
sono descrivibili in termini logici, ma in funzione di come ci rappresentiamo i
compiti che ci vengono sottoposti.
Piaget sostiene che esiste una sorta di "logica mentale" che l’individuo
acquisisce completamente nella fase adulta, alla fine del suo sviluppo
intellettuale.
concetti fondamentali:
-Struttura: la struttura mentale è un sistema di operazioni mentali descrivibile
in termini di strutture logiche ogni struttura ha una genesi
- Genesi: è una trasformazione che parte da uno stadio A e si conclude in uno
stadio B più stabile del precedente ogni genesi parte da una struttura e si
conclude in un’altra struttura
Genesi e struttura sono inscindibili.
Evoluzione della morale
“Piaget: Due bambini hanno comperato delle uova per la mamma. Ma
tornando a casa si sono messi a giocare e hanno rotto le uova. Il primo
bambino ha rotto 12 uova, il secondo ne ha rotto uno solo. Tornati a casa i
bambini raccontano che un grosso cane gli era saltato addosso e aveva rotto
le uova. Queste sono bugie?
Bambino: Si.
Piaget: Entrambe le bugie sono ugualmente cattive?
Bambino: La prima perché il bambino ha rotto più uova.
Piaget: Ma io non parlo del primo bambino, parlo della prima bugia. Qual
è la prima bugia?
Bambino: Ha detto che era stato un cane.
Piaget: E la seconda?
Bambino: Anche l’altro ha detto che era stato un cane.
Piaget: Allora entrambe le bugie sono ugualmente cattive?
Bambino: No, la prima, perché il bambino ha rotto più uova.”
(Piaget, 1932)
L’epistemologia genetica
L’epistemologia riguarda il problema della relazione tra soggetto agente e
pensante e gli oggetti della sua esperienza.
Il termine “genetica” non è inteso in senso biologico, ma si riferisce al
concetto di genesi, di sviluppo.
-> “...l’epistemologia genetica si occupa della formazione e del significato
della conoscenza e dei mezzi attraverso i quali la mente umana passa da un
livello di conoscenza inferiore a uno giudicato superiore” ossia, studia
l’acquisizione delle categorie conoscitive in modo empirico.
Secondo Piaget la conoscenza è un processo, una relazione tra conoscente
e conosciuto.
Centro Internazionale di epistemologia genetica “scuola di Ginevra”
Principi piagetiani divenuti pratica diffusa nell’educazione:
1) Apprendimento basato sulla partecipazione attiva
2) Affrontare i problemi in modo concreto e non astratto
Teorie postpiagetiane
Nel corso degli anni ’80 e ’90 la teoria piagetiana ha costituito un punto di
riferimento per chi studiava lo sviluppo cognitivo.
In questo periodo, però, gli psicologi evolutivi hanno cercato di coniugare
l’approccio cognitivista con le intuizioni di Piaget.
-> le tradizioni di ricerca più recenti hanno articolato le tematiche di Piaget,
senza abbandonarne lo spirito originario.
Doise e Mugny: paradigma del “conflitto socio-cognitivo”
Gli studi sul conflitto socio-cognitivo esaltano il ruolo delle interazioni sociali.
L’apprendimento sarebbe stimolato dalle esperienze del conflitto di
comunicazione (conflitto socio-cognitivo), perché esso:
- rende espliciti i diversi punti di vista
- crea le condizioni per una corretta soluzione del compito
- stimola il decentramento e la riorganizzazione delle strutture cognitive su cui
si fonda l’apprendimento di nozioni.
L’interazione sociale conflittuale è un reale agente causale di sviluppo
cognitivo
Tuttavia, affinché il conflitto socio-cognitivo abbia un effetto benefico sullo
sviluppo del bambino, in presenza di una relazione asimmetrica tra gli attori,è
necessaria una situazione di reciprocità, che permetta l’esplicitazione
paritetica dei diversi punti di vista e non la passiva accettazione da parte del
bambino della superiorità del partner.
CAP 8IL MOVIMENTO COGNITIVISTALa prosperità e il predominio del comportamentismo sulla psicologia celavano
una realtà che avrebbe condotto, nell’arco di poco tempo, a un radicale
mutamento di prospettiva nel panorama psicologico: era imminente la
“rivoluzione cognitivista”.
Il cognitivismo non è una scuola, non ha un manifesto e manca una data
ufficiale d’inizio.
La sua storia può essere fatta iniziare agli anni della seconda guerra
mondiale con le ricerche di Craick sul tracking.
Tuttavia,solo nel 1967 uscirà l’opera di Neisser “Psicologia cognitivista”, che
dà il nome al movimento, nonostante esso si fosse già affermato da un
decennio circa.
Prima di questo periodo i cognitivisti continuavano a ritenersi dei
comportamentisti e pensavano di vivere una terza fase del
comportamentismo:
1° fase: anni ’20 / ’30 -> origini con Watson
2° fase: neocomportamentismo con Tolman, Skinner, Hull
3° fase: dopoguerra -> cenocomportamentismo
Il cognitivismo si afferma in una fase in cui il comportamentismo era
attraversato da una crisi epistemologica, in quanto non era più possibile
bollare come ascientifico tutto ciò che non è direttamente osservabile.
La psicologia cognitivista nasce per spiegare quegli aspetti organizzati,
costruttivi, globali dei fenomeni psichici che sfuggivano al metodo analitico -
riduttivo dei comportamentisti.
Tuttavia il punto di riferimento del cognitivismo è il comportamentismo, di cui
è erede, se non altro per contrapposizione.
Le critiche rivolte ai comportamentisti riguardano soprattutto la loro incapacità
di spiegare il comportamento dell’uomo al di fuori del laboratorio.
I cognitivisti, al contrario, non volevano condurre studi asettici in laboratorio,
ma studi applicati sul comportamento dell’uomo nelle più diverse condizioni di
vita, realmente riscontrabili nella realtà.
-> Rifiutano le grandi teorizzazioni (tipiche non solo del comportamentismo,
ma anche di gestalt e strutturalismo) incapaci di spiegare la complessità del
comportamento per cercare di individuare modelli, anche limitatissimi, in
grado di spiegare perfettamente un singolo comportamento in ogni minimo
dettaglio.
Il modello è una rappresentazione semplificata della realtà, che non riproduce
fedelmente ciò che c’è nel sistema nervoso, ma è realistico per quanto
riguarda le funzioni svolte dalla mente.
Nonostante ciò, il cognitivismo negli anni 1960/ 1975 si allontana dalla vita
reale, costruendo modelli sempre più sofisticati e lontani da ciò che l’uomo fa
nella vita quotidiana.
Anni ’50: rottura tra comportamentismo e cognitivismo
Vengono aperte nuove strade per la ricerca, create nuove metodologie o
riscoperte di desuete
Si tratta ancora di contributi sparsi e gli autori non si riconoscono in un
movimento unitario
1960/ 1975: sistematizzazione delle nuove concezioni (“Psicologia
cognitivista” di Neisser)
frantumazione della teoria (modelli astratti e lontani dalla realtà)
Principi fondamentali
- Principio delle basi biologiche dei processi psichici
- Principio dello sviluppo
- Principio del costruttivismo
- Principio del mentalismo -> i comportamentisti avevano dato un’accezione
negativa al termine mentalismo, perché considerato come sinonimo di
metafisicheria, in quanto le categorie mentali, al contrario di quelle
comportamentali, non essendo direttamente osservabili, non potevano essere
oggetto di ricerca scientifica.
Il mentalismo dei cognitivisti si distingue dal mentalismo metafisico, per la
tendenza ad individuare modelli in grado di spiegare ogni singolo
comportamento.
- Principio dell’elaborazione dell’informazione -> l’uomo è concepito in termini
di elaborazione delle informazioni: le informazioni sono elaborate in vari
stadi nel corso del loro passaggio all’interno dell’organismo.
Il postulato primo del cognitivismo sostiene proprio che la mente è
capace di rappresentazione ed elaborazione delle informazioni.
Principio della simulazione -> sotto l’influenza della nascente cibernetica, si
sostiene la l’analogia tra uomo e calcolatore elettronico (metafora mente -
computer).
Ciò consente l’utilizzo della simulazione mediante simulatore elettronico.
Impostazione interdisciplinare
Oggetto: i processi cognitivi (percezione, attenzione, memoria, linguaggio,
pensiero, creatività)
Metodi:
- procedura dei tempi di reazione: si riscopre l’importanza del tempo
impiegato a compiere le azioni, come indicatore dei processi mentali
sottostanti alle azioni stesse.
Tale utilizzo del tempo risale a Donders.
- introspezione: i cognitivisti si riappropriano dell’introspezione
- metodo simulativo
Precursori e fonti
Bartlett, Piaget, Vygotskij
Comportamentismo e Gestalt
Cibernetica e teoria dell’informazione
Linguistica
Neuroscienze
Hebb (1904 –1985)
Con i suoi contributi segna una decisa rottura con il neocomportamentismo,
anche se sono ancora lontani dalle problematiche cognitiviste:
per la prima volta l’interesse si rivolge ai processi che si svolgono all’interno
dell’individuo, non più sul piano del puro costrutto ipotetico, ma su quello del
modello logico dello svolgimento dei processi mentali.
Studia le "variabili intervenienti" (i processi interposti tra stimolo e risposta,
svolgentisi all'interno dell'individuo - e quindi non direttamente osservabili-
introdotti dai neocomportamentisti come "costrutti ipotetici" per spiegare tutti
quei fenomeni che non potevano essere interpretati direttamente come
semplice corrispondenza tra stimolo e risposta).
Egli si interessa ai processi di mediazione che consentono all’individuo di non
rispondere immediatamente allo stimolo presentato, ma che, creando delle
strutture interne al sistema nervoso, fanno sì che il soggetto
possa comportarsi avendo a disposizione stimoli e risposte interne:
attribuisce un ruolo nuovo al sistema nervoso centrale ->
Hebb concepiva queste strutture interne collegate al sistema nervoso
centrale:
a) i neuroni si organizzano in "assembramenti cellulari" formando circuiti
prefissati in cui circolano per un certo tempo le informazioni all'interno del
sistema nervoso, consentendo così di ritardare la risposta rispetto allo stimolo
b) la formazione di determinati assembramenti costituisce il processo di
memorizzazione
c) alcuni assembramenti - base neurale di comportamenti semplici - sono già
presenti alla nascita; altri si formano attraverso l'apprendimento: i
comportamenti complessi oppure "nuovi" (quest'ultimo un problema del
comportamentismo classico) si spiegano come "sequenza di fase" di più
assembramenti, corrispondenti ognuno a un comportamento semplice.
Kenneth J. W. Craik:
Studi sul comportamento di tracking:
un compito in cui un bersaglio mobile si sposta su uno schermo e al soggetto
viene chiesto di tenere allineato un segnale con il bersaglio spostando una
penna scrivente attraverso due manopole.
L’osservazione di Craick fu che l’essere umano non è capace di apportare più
di una correzione ogni mezzo secondo e, di fronte a tale scoperta, lo studioso
inglese fu il primo a ipotizzare nella mente umana l’esistenza di un
meccanismo elaboratore di informazioni e decisore che deve impiegare
almeno mezzo secondo per elaborare le informazioni in arrivo, e che non era
in grado di elaborare un nuovo lotto di informazioni finché non erano state
elaborate tutte le precedenti.
Afferma per la prima volta che:
- l’uomo è concepito come servomeccanismo di tipo cibernetico, un
elaboratore di informazioni
- ha un tipo di funzionamento discreto
- il meccanismo decisore è unico e non possono essere eseguite più cose
alla volta: l’uomo può eseguire un unico compito per ogni atto di decisione.
Gli psicologi di Cambridge
La città di Cambridge ha un’importanza fondamentale per la nascita del
cognitivismo, infatti oltre a Craick, anche Welford e Mackworth lavorano
presso l’unità di psicologia Applicata del Medical Reserch Council.
Broadbent: attenzione selettiva
Rabbitt: tempi di reazione
Baddeley: memoria a breve termine
Miller: Nel “magico” numero 7 afferma che l’essere umano è un elaboratore a
capacità limitata
-> può elaborare al massimo 7 pezzi (chunks) di informazioni alla volta.
Brown: nei suoi studi emergono notevoli differenze tra memoria a breve e a
lungo termine
Sperling: sostiene l’esistenza di un terzo tipo di memoria definita memoria
iconica, con
- tempi di immagazzinamento molto brevi (500 ms)
- modalità di funzionamento precedenti al riconoscimento degli stimoli
memorizzati
Miller (psicolinguista), Galanter (psicologo matematico), Pribram
(neuropsicologo):
Nell’opera Piani e strutture del comportamento (1960) tentano di dare alla
psicologia un’unità di analisi che possa sostituire il riflesso dei
comportamentisti.
Individuano tale unità nel “piano di comportamento”, la cosiddetta unità TOTE
(dalle iniziali di Text-Operate- Test-Exit), che rappresenta il procedimento con
cui si realizza l’azione:
- l’individuo esamina la situazione esistente, la mette a confronto con la meta
da raggiungere, elabora un progetto per realizzare il cambiamento desiderato
(T);
- mette in pratica le azioni necessarie (O);
- analizza nuovamente la situazione (T);
- se lo scopo è raggiunto l’azione finisce (E), in caso contrario si va avanti fino
al risultato voluto (O-T...).
Si tratta di strutture gerarchiche e ogni unità TOTE può essere suddivisa in un
numero indefinito di sottounità.
“comportamento soggettivistico”
Si parla anche di “piani per parlare” con specifico riferimento alla
psicolinguistica generativo trasformazionale di N. Chomsky:
Le strutture della sintassi (1957) e recensione a Verbal Behavior di Skinner
(1959)
Nell’uomo il linguaggio ha una base innata
La linguistica è detta generativo – trasformazionale perché mira ad
individuare le regole attraverso cui le frasi vengono generate e attraverso cui
sullo stesso nucleo di significato vengono operate delle trasformazioni (da
attive a passive, interrogative, negative).
Crisi del cognitivismo
Convegno sui processi cognitivi e simbolici, Pennsylvania (1972)
Convegno, Minnesota (1973)
1976: Conoscenza e realtà, Neisser
Critiche:
- Attenzione agli esperimenti di laboratorio e non più rivolta al mondo esterno
- Scarsa attenzione alla comprensione del funzionamento dell’uomo
- Critica al concetto di elaborazione delle informazioni, in quanto assume un
significato diverso nei differenti autori
Oltre a ciò, si avverte l’esigenza di tornare alle grandi teorie, abbandonate dal
cognitivismo.
Negli anni ’80 – ’90 si affermano due nuove linee all’interno del cognitivismo:
1) PROSPETTIVA ECOLOGICA :
rifiuto dei micromodelli
rifiuto dell’analogia uomo-computer
interesse per i problemi quotidiani e per l’ambiente
Neisser: Conoscenza e realtà (1976)
l’individuo possiede, nella sua struttura cognitiva, degli “schemi” che gli
consentono di cogliere le informazioni provenienti dall’ambiente. Tali schemi
costituiscono il legame fondamentale tra percezione e pensiero.
Gibson: “ottica ecologica”
2) SCIENZA COGNITIVA
− rifiuto dei micromodelli
− approccio interdisciplinare
− accentuazione dell’intelligenza artificiale
− uso del metodo simulativo -> La scienza cognitiva focalizza la sua
attenzione sui programmi di simulazione, quali sistemi di elezione per la
comprensione dell’attività cognitiva umana
Nasce nel 1977, quando Schank, Collins e Charniak fondano la rivista
“Scienza cognitiva”
Aree di indagine: sistemi di credenze, coscienza, evoluzione, emozione,
interazione, linguaggio, apprendimento, pensiero
Domina il quadro contemporaneo.
I 2 paradigmi della scienza cognitiva dominanti negli anni '80 sono:
a. Modularismo (di Fodor):
I sistemi di analisi di input hanno un'architettura cognitiva distinta in moduli,
strutture verticali che trasformano gli input in rappresentazioni e li inviano al
sistema centrale.
I sistemi di analisi dell'input hanno queste caratteristiche:
- sono specifici per dominio: strutture altamente specializzate per specifici tipi
di input;
- funzionamento obbligato: quando sono in presenza del tipo specifico di
'input'che sono deputati ad analizzare, non possono fare a meno di entrare in
azione.
- accesso centrale limitato per le rappresentazioni che computano: i livelli
intermedi di analisi dell'input sono relativamente inaccessibili agli stati centrali
di coscienza.
- notevole velocità di funzionamento.
- sono incapsulati informazionalmente: durante il loro funzionamento non
possono avere accesso ad informazioni provenienti da altre parti del sistema
cognitivo dell'individuo (es dalle conoscenze generale che possiede
l'individuo, memorizzata a lungo termine).
Il modularismo ha avuto un enorme successo all’interno della neuropsicologia
cognitiva, una branca della psicologia cognitiva, che studia le prestazioni di
soggetti che hanno subito danni cerebrali.
b. Connessionismo
Paradigma basato su due ordini di considerazioni, tecnologiche e
(neuro)psicologiche:
- considerazioni tecnologiche: la struttura dei calcolatori (di terza/quarta
generazione) si è rivelata sempre più inadeguata rispetto a compiti molto
complessi.
- considerazioni (neuro)psicologiche: Esiste una incongruenza tra sistema
nervoso centrale e i calcolatori -> Il nostro sistema cognitivo, infatti, opera
con elementi relativamente lenti ma strutturati in parallelo grazie alle elevate
interconnessioni.
I calcolatori, invece, prevedono un’organizzazione sequenziale e presentano
elevatissima velocità di sistema (anche se attualmente si cerca di costruire
calcolatori di nuova generazione che possano lavorare in parallelo).
La vecchia la modellistica non aveva tenuto conto di questa differenza: i
modelli affermatisi nel paradigma dello HIP (human information processing)
sono modelli seriali.
Il connessionismo suggerisce una modellistica con funzionamento parallelo.
I modelli connessionisti sono caratterizzati da una elevata presenza di
connessioni (nodi) tra gli elementi, la quale permette di simulare meglio il
parallelismo del cervello umano.
I modelli connessionisti sono attualmente più diffusi e hanno come obiettivo
centrale la modellizzazione in termini di reti neurali.
CAP 9 IL QUADRO CONTEMPORANEO: L'AFFERMARSI DELLA SCIENZA COGNITIVAL'intreccio tra psicologia e filosofia si è sciolto con la nascita della psicologia
scientifica e attualmente la psicologia è una scienza autonoma che concorre
alla creazione di una disciplina nuova, chiamata scienza cognitiva.
Mentre tutte le grandi scuole si fondano su teorie di vasto respiro che
abbracciano tutti i principali ambiti della disciplina (psicologia dell'età
evolutiva, la psicologia sociale, la psicologia della personalità, la
psicopatologia), con la scienza cognitiva si ha una ridistribuzione del sapere
psicologico. -> Gli sviluppi di alcune problematiche classiche (processi
cognitivi, neuropsicologia, psicologia del linguaggio) si staccano dalla
psicologia, intesa nel senso classico, per entrare a far parte della "scienza
cognitiva".
Un manuale descrive la scienza cognitiva come composta di cinque
discipline:
psicologia;
linguistica;
informatica (computer science);
filosofia;
neuroscienze.
Ciascuna di queste discipline mantiene la sua identità e si sviluppa
autonomamente anche all'esterno della scienza cognitiva, tuttavia si assiste
ad una integrazione sempre più solida tra le conoscenze di ciascuna
disciplina che formano la scienza cognitiva.
La scienza cognitiva è diversa da tutte le grandi scuole che hanno fatto la
storia della psicologia , essa è un campo di studi interdisciplinare.
Uno dei capisaldi teorici della scienza cognitiva è il ricorso a più livelli di
analisi e l'attenzione ai modi in cui i vari livelli vengono incorporati in
organismi naturali o artificiali.
Il movimento cognitivista ha permesso a singoli ambiti tradizionali (es la
psicologia dell'età evolutiva o la psicologia sociale) di svilupparsi con
un'enfasi sul rigore metodologico.
Rigore metodologico non significa "controllo sperimentale in laboratorio",
perché la psicologia ha fatto propria un’altra tecnica, altrettanto analitica,
quale la simulazione e la modellistica La simulazione è diventata
un'alternativa alla sperimentazione, per le modalità di controllo delle ipotesi
teoriche.