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Indice
Introduzione�������������������..��.2
1. Cosa significa “aprire uno Studio di Psicologia”?............3
2. Quando prendere in affitto un appartamento����..�.4
3. Le formule di affitto più flessibili ed economiche��..�.6
4. Quando optare per uno studio a casa�������..�..8
5. Come trovare una stanza in subaffitto�������.�.10
6. Tipologie di studi e di stanze�����������..�.12
7. Esempi di studi e di setting������������.�14
8. Meglio aprire lo studio in una città grande o piccola?.....17
9. Vantaggi e svantaggi di una città grande����...��..19
10. Vantaggi e svantaggi di una città media�����....�25
11. Vantaggi e svantaggi dei piccoli paesi�������...27
Conclusioni�������������������..��.29
Se vuoi un supporto personalizzato per l’avvio della
professione, ho predisposto consulenze on-line, al minimo
tariffario (€ 35), per un’ora di indicazioni e suggerimenti.
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Introduzione
Molti giovani psicologi vogliono aprire uno
studio, ma temono che sia troppo costoso.
Si pensa, spesso, che aprire uno studio
significhi prendere in affitto un intero
appartamento, acquistare i mobili per arredarlo
ed esibire fuori una targa in ottone con scritto
“Studio di Psicologia”.
Se così fosse, sarebbe necessario un elevato
investimento, che solo pochi potrebbero
permettersi.
Invece, aprire uno studio per uno psicologo
significa tutt’altro, sia in termini di struttura, sia
soprattutto in termini di costi: a volte bastano
solo….8 euro!
Vediamo come ottimizzare modalità e spese.
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1. Cosa significa “aprire uno Studio di
Psicologia”?
Per uno psicologo, soprattutto giovane e in fase
di avvio della professione, lo studio non è da
intendersi in senso materiale, come una sede
dove lavorare tutti i giorni, ricevendo un cliente
dopo l’altro.
Per quasi tutti gli psicologi giovani e meno
giovani, lo studio in realtà è una stanza, presa
in subaffitto per 1-2 giorni a settimana presso
altri studi, ambulatori o associazioni. A volte, è
sufficiente anche mezza giornata o addirittura
qualche ora.
Anche quando lo psicologo è molto
affermato, non sempre possiede uno studio
personale fisso, anzi trascorre ancora meno
tempo nella sua stanza rispetto agli inizi, perché
riceve presso altre sedi e viene richiesto da altre
strutture.
In sintesi, lo studio è solo una stanza in
subaffitto utilizzata come un punto di
appoggio, poco costoso, dove lavorare 1-2 giorni a
settimana.
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Negli altri giorni, si è impegnati ad attivare
strategie per farti conoscere e apprezzare, sia
su internet che sul territorio per fare in modo da
“riempire” di appuntamenti il giorno in cui si
dispone della propria stanza.
Esistono diverse formule di affitto più
flessibili ed economiche che ti consentono di
avere il tuo “studio” e di avviarti anche senza
investimenti. Vediamo quali sono.
2. Quando prendere in affitto un
appartamento
Prendere in affitto un intero appartamento è la
scelta meno indicata per i giovani psicologi,
perché costa molto, ma soprattutto non serve, né
all’inizio, né quando si è più affermati.
È una scelta sostenibile se l’affitto è
condiviso da 4-5 colleghi, magari di specialità
diverse. Ancor meglio se la condivisione
avviene tra diversi professionisti, come
psicologo, avvocato, consulente del lavoro, medico
legale, così da integrare i servizi.
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Prendere in affitto un intero appartamento ti
espone infatti ad almeno 2 rischi:
1) ti vincola ad un’unica sede, limiti la tua
visibilità, che potrebbe invece accrescersi,
scegliendo di collocarti presso strutture avviate, che
sono una stazione di transito di flussi di clienti
potenzialmente interessati anche a uno psicologo.
2) aumenta i costi, poiché prendendo in
affitto un intero appartamento, occorre provvedere
ad altre spese, oltre all’affitto in sé, come
l’arredamento, le bollette, la tassa sui rifiuti, il
riscaldamento, il condominio, i materiali per il
bagno (fazzoletti, carta igienica, sapone), le pulizie,
il lavaggio periodico della tappezzeria.
Infine possono verificarsi imprevisti come
rotture agli impianti, problemi di infiltrazioni, piccoli
inconvenienti che si presentano anche in
appartamenti nuovi o ristrutturati.
La scelta dell’affitto dell’intero
appartamento è quindi da riservare
preferibilmente a determinate condizioni:
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- Fai parte di un gruppo di colleghi, tutti
disponibili a condividere la responsabilità e le spese
che ciò comporta;
- Puoi subaffittare le stanze ad altri
colleghi, assicurandoti che siano affidabili e
abbiano cura degli ambienti che metti a loro
disposizione;
- Hai un flusso costante di clienti che ti
impegna per almeno 3 giorni interi a settimana e
grazie a queste entrate puoi agevolmente
ammortizzare le spese di affitto;
- Possiedi un immobile di proprietà, quindi
non sei gravato mensilmente dall’affitto, ma
soltanto dalle altre spese di gestione.
In tutti gli altri casi, sono preferibili le
altre opzioni, più economiche e flessibili.
3. Le formule di affitto più flessibili ed
economiche
In alternativa all’affitto dell’appartamento tutto
per sé, vi è la formula di affitto a giornata, la più
diffusa in tutte le città tra gli psicologi.
L’affitto a giornata prevede di usufruire di
una stanza in uno studio di medici, di altri
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psicologi o di associazioni, utilizzandola un giorno
a settimana, ad esempio tutti i Lunedì del mese,
oppure tutti i Martedì del mese, ecc.
Il costo medio per un affitto di un giorno a
settimana (= 4 giorni interi al mese) in una
grande città come Roma, che è la più costosa
d’Italia dal punto di vista dei subaffitti agli psicologi,
è di circa 100-150 euro al mese.
In alternativa, puoi optare per l’affitto a
mezza giornata: con quest’altra formula, puoi
utilizzare la stanza mezza giornata a settimana, ad
esempio tutti i Martedì mattina del mese o tutti i
Mercoledì pomeriggio, ecc. A Roma il prezzo medio
è di 50-80 euro.
Puoi anche optare per un affitto a ore: in
questo caso paghi solo le ore che usi, prenotandole
in anticipo. A Roma, si varia da 8 a 15 euro l’ora.
Questo significa che puoi aprire il tuo studio…con
sole 8 euro! Senza spese aggiuntive.
Infine vi è l’affitto a percentuale: con questa
formula, concordi con il proprietario di uno studio
medico o psicologico una percentuale su ogni
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fattura che emetti. Generalmente si cede il 20%
di quanto si incassa.
Con l’affitto a percentuale non avresti
nessun costo fisso, tuttavia ci sono possibili
complicazioni. Ad esempio, devi sempre
rendicontare la tua attività ad un altro
professionista, mostrando le fatture e calcolando la
percentuale dovuta. Ciò richiede, quindi, una
relazione di grande fiducia.
4. Quando optare per uno studio a casa
Per risparmiare, altri giovani psicologi ricavano
il loro studio in una stanza della propria casa. È
davvero conveniente? Non sempre.
Se hai una casa abbastanza grande, puoi
scegliere di destinare una stanza ad uso studio,
preferibilmente con bagno riservato ai clienti e
spazio di attesa e possibilmente con ingresso
indipendente.
Se però la tua casa non consente una
sufficiente delimitazione tra spazio privato e
studio, è preferibile rinunciare a questa pur
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comoda soluzione. Infatti è molto economica, ma
rischia di essere poco professionale.
Si rischia che durante le tue sedute vieni
disturbato dall’andirivieni di familiari nel corridoio,
dal campanello che suona perché il portiere viene a
consegnare la posta, dal rumore della tv perché tuo
fratello sta guardando la partita nella stanza
adiacente.
Occorre evitare che, entrando, si senta un
odore troppo casalingo, magari di pastasciutta
appena preparata o che il paziente si scontri
all’ingresso con familiari in vestaglia…
Solo se puoi garantire un ambiente asettico,
professionale e protetto, va bene avere lo studio
in casa, ma se ci sono rischi, meglio prendere
una stanza in subaffitto, ad esempio per una
giornata o mezza giornata a settimana oppure a ore,
visto che comunque i costi sono generalmente
affrontabili persino in una metropoli costosa come
Roma.
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5. Come trovare una stanza in subaffitto
La stanza da prendere in subaffitto si può
trovare negli studi di psicologi, dove
generalmente ci sono alcuni psicologi titolari del
contratto di affitto, che a loro volta subaffittano a
giornata le altre stanze ad altri colleghi.
Oppure, si trovano negli studi medici e nei
poliambulatori privati: è frequentissimo che uno
studio medico subaffitti le stanze a giornata a
psicologi, fisioterapisti o altri professionisti, con cui
poi si stabiliscono anche collaborazioni e invii
reciproci di pazienti.
Oppure, le stanze si trovano nelle
associazioni culturali, che spesso offrono le loro
sale a professionisti, ricavandone un vantaggio
perché con l’affitto che riscuotono, possono
finanziare le loro attività.
Infine, le stanze si possono trovare presso
centri yoga, centri estetici, palestre, centri
benessere, ecc. Tutte queste strutture sono
dotate di sale e sono disponibili ad affittarle a
professionisti.
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Per trovare gli annunci di stanze in subaffitto,
puoi consultare i quotidiani locali, che spesso
prevedono appositi spazi per gli annunci di affitto.
Ad esempio, a Roma c’è lo storico giornale
“Porta Portese”, con l’apposita sezione
“Affitto/Subaffitto di studi”, che si può consultare
gratuitamente anche on-line, su
http://www.portaportese.it .
Ecco la schermata, per vedere gli annunci-tipo:
Oppure puoi consultare i siti rivolti a
psicologi. Infine, ci sono siti di annunci come
http://www.bakeka.it, http://www.subito.it, ecc.,
dove trovi annunci di affitto e subaffitto suddivisi
per città.
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Altrimenti, se nella tua città non ci sono giornali
locali con appositi spazi di annunci oppure su
internet non ci sono annunci nella città di tuo
interesse, puoi rivolgerti direttamente tu ad
uno studio, un ambulatorio, un’associazione
presente nel territorio dove vuoi avviarti,
parlando con il responsabile per chiedere se puoi
avere in subaffitto una stanza un giorno a
settimana: con questa crisi, saranno tutti ben lieti
di concederti i loro spazi!
6. Tipologie di studi e di stanze
Prima di valutare quale stanza prendere in
subaffitto, è opportuno vederne molti, per poi
scegliere quello che senti più tuo e che può essere
più adatto alle tue attività.
In particolare, se ti occupi di clinica, può
essere strategico andare in subaffitto in uno studio
medico, per facilitare la collaborazione con i medici
che possono inviarti pazienti.
Inoltre, negli studi medici transitano ogni
giorno molte persone, quindi una tua locandina in
sala d’attesa potrebbe ricevere molta visibilità.
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Tuttavia, gli studi medici hanno un aspetto
molto “sanitario”, poiché evocano la malattia, le
pastiglie e i camici, quindi diventano poco consoni
se vuoi allargare la tua attività, ad esempio facendo
anche perizie oppure orientamento.
Inoltre, potrebbero creare aspettative sbagliate,
perché i tuoi pazienti potrebbero assimilarti ad
un medico che prescrive una pastiglia e risolve
magicamente i suoi problemi. Occorre dunque
valutare pro e contro di questa scelta.
Se ti occupi di età evolutiva, può essere utile
prendere in subaffitto una stanza presso studi
pediatrici, dove transitano molte mamme, oppure
presso ludoteche, doposcuola o altri servizi per
l’infanzia.
Se ti occupi di benessere e crescita
personale, può essere utile prendere in subaffitto
una stanza in un centro benessere, palestre, centri
yoga, associazioni olistiche, dove transitano
persone già interessate a questi temi.
In sintesi, è opportuno scegliere il setting
adatto al settore specifico di cui ti occupi o
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ancor meglio uno studio frequentato alla categoria
a cui intendi rivolgerti.
Questo presuppone che, prima di avviarti,
occorre focalizzare un servizio che risponde
ad uno specifico bisogno di una particolare
categoria di utenti, piuttosto che immetterti sul
mercato come psicologo generico e “tuttologo”,
perché ciò ha meno probabilità di riuscita
dell’attuale mercato.
7. Esempi di studi e di setting
Ecco alcuni esempi di studi.
Queste prime 3 foto si riferiscono a studi
medici, ambienti tendenzialmente asettici, bianchi,
spesso con lettini e altre apparecchiature. Evocano
malattia e stereotipi, possono far assimilare lo
psicologo ad un medico che cura qualche patologia,
ad esempio la “pazzia”.
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Il vantaggio è che la sala d’attesa degli
studi medici è sempre piena di gente, quindi
una tua locandina avrebbe molta visibilità.
Si possono poi stabilire facilmente
collaborazioni con i medici, poiché se hanno
pazienti, possono inviarli, come accade spesso per
casi di ansia o depressione.
Questo però significa che potresti
probabilmente ricevere casi gravi e all’inizio,
con ancora poca esperienza, è preferibile non
prendere in carico patologie così strutturate.
Le prossime 3 foto si riferiscono
invece a studi psicologici, ma molto
diversi tra loro. Il primo, qui a fianco,
ha una scrivania, quadri alle pareti, è un ambiente
molto professionale, ma un po’ formale, poiché la
scrivania “separa” e crea barriera e distanza.
Il secondo studio, qui a fianco, non
ha scrivania, ma due poltroncine.
Questo è il setting più frequente
negli studi di psicologia, anche se comunque una
scrivania può essere sempre utile, per
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somministrare i test, far scrivere o disegnare, far
firmare.
Il terzo studio, qui a fianco, è
sempre uno studio di psicologia, con le
poltroncine, ma con un’atmosfera più
calda e avvolgente, anche se non tutti i pazienti
apprezzano questo clima così familiare e
preferiscono una maggiore distanza. Puoi valutare
quale ti rispecchia di più.
Questi ultimi 3 setting sono
particolari. La foto qui a lato indica un
setting di gruppo, con le sedie a
cerchio. È sempre utile che nel tuo studio sia
ricavabile uno spazio per i gruppi poiché sono
importanti per la tua attività di psicologo.
Questa foto invece indica uno
studio infantile, con giocattoli, sedie
piccole e colorate. In questo caso però
diventa poco adatto per altre attività come i gruppi
o le perizie per gli adulti.
Quest’ultima foto, invece, sembra
ritrarre una palestra, ci sono persone
che si muovono, sembrano quasi
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danzare. È uno studio di bioenergetica, che è un
approccio psicocorporeo: non c’è scrivania, non ci
sono sedie, ma solo moquette per terra e si
cammina soltanto scalzi, per fare esercizi di
consapevolezza corporea. Può essere utile se ti
occupi di benessere psicofisico e tecniche di
rilassamento.
Valuta quindi quale setting si adatta di più alle
tue attività.
8. Meglio aprire lo studio in una città
grande o piccola?
Dove è meglio prendere una stanza in
subaffitto? Ci sono vantaggi e svantaggi nel sia
nelle grandi città, che in quelle medie e piccole.
Ogni zona d’Italia è caratterizzata da specifiche
dinamiche psicosociali.
Generalmente, comunque, è preferibile che
nel primo anno di attività non si prenda lo
studio nella propria città, quella dove abiti e
dove tutti ti conoscono, perché anche essendo una
soluzione molto pratica, all’inizio si fanno
inevitabilmente più errori, quindi è più alto il rischio
di bruciarti la reputazione.
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Meglio andare fuori dalla tua città o almeno
dalla tua zona, anche se comunque resta sempre
una tua scelta e potrai soppesare tu i pro e i contro
della tua specifica situazione.
Inoltre, è sempre utile pianificare il tuo
avvio partendo dalle risorse di cui disponi: se
hai una disponibilità di una stanza gratuita in una
piccola città, perché magari un tuo parente ti mette
a disposizione un monolocale inutilizzato, allora
puoi approfittare, ottimizzando i tuoi servizi per
quella città e sfruttando questa risorsa che hai.
Se abiti in un piccolo paese, ma a poca
distanza hai una città media, puoi valutare
quali servizi ci siano e provare a offrire quelli
che mancano.
Altrimenti puoi andare in una metropoli,
cercando di fare una campagna promozionale
mirata ad un servizio distintivo, poiché nelle grandi
città funzionano meglio i servizi di nicchia rispetto a
quelli più generici.
Dipende tutto anche dal territorio, dai
bisogni che rilevi e dai servizi che puoi offrire.
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Se ti dedichi ai bambini, è inutile avviare la tua
attività in un piccolo centro dove la maggioranza
degli abitanti è ultrasessantenne e la natalità è
estremamente bassa, a quel punto conviene
proporre servizi per la terza età. E così via,
cercando quindi di negoziare tra risorse,
territorio e competenze che offri.
Vediamo, comunque, i principali vantaggi e
svantaggi di città grandi, medie e piccole.
9. Vantaggi e svantaggi di una città grande
Quanto conviene avviare la libera professione
nelle metropoli come Roma, Milano o gli altri
capoluoghi di regione? Ovviamente, ci sono
vantaggi e svantaggi.
In queste grandi città, la densità degli
psicologi è altissima. A Roma, attualmente c’è
uno psicologo ogni 271 abitanti! Questo significa
che ti immetti in un mercato altamente saturo, con
una concorrenza spietata.
Quindi, spesso, molti psicologi faticano ad
andare avanti, anche essendo competenti e
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qualificati. Talvolta finiscono per accontentarsi di 1,
2 pazienti l’anno per poi abbandonare l’attività dopo
2-3 anni o svolgerla come secondo lavoro, se non
come hobby saltuario.
La grande città è dispersiva, quindi una tua
“campagna pubblicitaria” può costare molto sforzo,
sia economico che di energie e di tempo.
Tutti gli abitanti delle grandi città sono
bombardati da proposte di attività in ogni angolo
della strada ed hanno il sistema attentivo
sovraccaricato da stimoli e uno stile di vita
mediamente molto frenetico. Difficilmente riescono
a prestare attenzione alla tua locandina.
Spesso ti chiamano per informazioni, ma poi si
dimenticano delle tue attività, perché attratti da
una nuova proposta.
Oppure, si prenotano al tuo seminario, ma poi
non si presentano. Non è detto quindi che la
metropoli, essendo più popolata, faciliti il lavoro.
Nella grande città, infine, c’è molta
differenza tra quartiere e quartiere, quindi
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occorre conoscere bene ogni zona, analizzando le
dinamiche psicosociali e il livello socio-economico.
Nella grande città, sono da preferire i quartieri
centrali e in cui prevale uno status socio-
economico medio-alto, poiché i servizi
psicologici sono costosi.
Anche applicando i minimi tariffari, molte fasce
di popolazione non riescono a permetterseli, quindi
tendono a rivolgersi direttamente alla ASL.
In una grande città, anche la
raggiungibilità dello studio influisce sulla
quantità di lavoro.
Chi vive in una grande città, spessissimo prima
di partecipare a qualsiasi evento e attività e prima
di rivolgersi ad un professionista, valuta quanto sia
facilmente raggiungibile lo studio, quanto
impiegherebbe per arrivarci.
Stimare i tempi di percorrenza e i cambi di
mezzi pubblici richiesti per arrivare è un processo
cognitivo automatico, specifico e quotidiano per i
cittadini delle metropoli.
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Tendenzialmente, infatti, non amano
spostarsi troppo lontano dal proprio quartiere,
né rischiare di rimanere incastrati nel traffico per
arrivare al tuo studio, ma preferiscono un
professionista più comodamente raggiungibile.
È quindi importante che il tuo studio si trovi
vicino alle fermate di autobus e metro. Spesso
succede di perdere i clienti se il proprio studio non
è facilmente raggiungibile con i mezzi oppure
succede che alcuni clienti/pazienti preferiscano altri
professionisti, non perché più competenti di te, ma
perché ricevono in studi collegati meglio con i mezzi
pubblici.
Nelle gradi città, spesso si utilizza la
propria macchina per spostarsi, ma questo
comporta il problema del parcheggio.
Chi abita nelle grandi città è abituato a porsi
questo problema ogni volta che esce. Sarebbe
frustrante dover aggiungere alla parcella dello
psicologo anche il costo del parcheggio o
l’ammontare di una multa!
Nella scelta dello studio occorre quindi
preoccuparsi che nelle immediate vicinanze si
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possa trovare parcheggio oppure si può fare una
convenzione con il parcheggio del quartiere, per
riservare una tariffa agevolata ai clienti.
Ecco invece 3 vantaggi della grande città.
La grande città è tendenzialmente più
aperta culturalmente rispetto ai piccoli paesi
che possono avere maggiore diffidenza verso una
figura come quella dello psicologo.
Infatti, nel piccolo paese, mediamente gli
stereotipi sono più forti, a differenza della grande
città che, grazie alla maggiore complessità
dell’assetto sociale e alla molteplicità di
servizi esistenti, offre più opportunità di contatto
con una varietà di persone e di esigenze, e tale
varietà aiuta ad allentare gli schemi. Uno psicologo
potrebbe quindi suscitare meno diffidenza.
Il numero degli abitanti della grande città
è ovviamente maggiore di un piccolo paese,
quindi anche il numero di esigenze che si
possono soddisfare attraverso servizi
psicologi è maggiore che nei piccoli paesi, quindi
qualunque attività proponi, ci sarebbe
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tendenzialmente un numero sufficiente di persone
potenzialmente interessate.
In ogni caso, non è il numero degli abitanti
che ti garantisce più facilità nell’avvio del tuo
lavoro, poiché tutto dipende anche dal livello
economico della popolazione a cui ti rivolgi.
Nella grande città, poi, si spostano più
capitali: le spese per qualsiasi attività vengono
fatte soprattutto nelle grandi città. Anche chi abita
nei piccoli centri, spesso
lavora nelle grandi città o vi si reca per uscire,
fare acquisti o partecipare ad eventi. La grande
città è quindi più facilmente percepita come
contesto di servizi a pagamento.
Come affermarsi in una grande città,
sfruttandone i vantaggi e limitando gli
svantaggi?
Un aspetto importante è concentrarti su
uno specifico settore, il più specifico e ristretto
possibile.
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È pressoché impossibile emergere in un
mercato saturo come quello delle metropoli,
proponendoti genericamente come “psicologo”, che
fa un po’ di tutto, soluzione che nel piccolo centro
potrebbe a volte risultare efficace (ma non sempre).
È strategico, invece, acquisire un’identità
molto ben definita e riconoscibile, altrimenti si
rischia di restare annegati nella marea di psicologi
generici che si contendono l’unico nevrotico del
quartiere!
Occorre contare, in ogni caso, che i tempi
di avvio in una grande città sono lunghi,
perché prima di diventare un punto di riferimento
per sistemi cognitivi così sovraccaricati come quelli
degli abitanti delle metropoli, occorrono moltissimi
sforzi e spesso anche tanti tentativi che non vanno
a buon fine.
10. Vantaggi e svantaggi di una città
media
Quali sono, invece, i principali vantaggi e
svantaggi delle città medie (dai 50.000 abitanti
in su) e dei capoluoghi di provincia?
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Le città medie hanno tutte una loro particolare
fisionomia psicosociale: ce ne sono alcune
dispersive e poco ricettive ai servizi psicologici,
altre più aperte.
Ad esempio, Cesena è una città media, che fino
a qualche anno fa non era nemmeno capoluogo di
provincia, eppure è sempre stata ricettiva ai
servizi psicologici, anche per la presenza della
Facoltà di Psicologia, che ha formato molti giovani e
intraprendenti psicologi i quali hanno poi avviato
molti studi e organizzato diverse attività a tema.
Allo stesso modo, ci sono altre città medie dove
invece la mentalità è più simile a quella di un
piccolo paese che di una metropoli e dunque lo
psicologo viene percepito con diffidenza e ci si
vergogna a farsi vedere che ci si rivolge a lui.
Il vantaggio delle città medie è che,
generalmente, la concorrenza non è altissima
come nelle grandi città, perché molti psicologi di
queste città, per esercitare, emigrano nelle città
grandi.
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Ci sono sufficienti servizi, di cui spesso
usufruiscono anche gli abitanti dei paesi limitrofi,
che diventano anch’essi tuoi potenziali clienti.
Inoltre, il numero di abitanti è sufficientemente
ampio da fornire un bacino di potenziali clienti, ma
senza l’enorme dispersività della metropoli.
Tuttavia, spesso nelle città medie è presente
un piccolo nugolo di psicologi pluriaffermati e
ben agganciati a cooperative, associazioni e servizi,
che monopolizzano il mercato, lasciando poco
spazio alle nuove leve.
Dunque occorre valutare le caratteristiche
specifiche della città media in cui vuoi avviarti.
11. Vantaggi e svantaggi dei piccoli paesi
In Italia, ci sono migliaia di piccoli paesi,
con meno di 5.000-10.000 abitanti: si tratta dei
cosiddetti “paesi polvere” (sono spesso definiti così
dalla sociologia e dalla giurisprudenza i micro-
comuni disseminati sul territorio italiano).
Uno studio di psicologia in questi contesti
potrebbe avere successo? Quali servizi dovrebbe
offrire per massimizzare le probabilità di riuscita?
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Ciascun piccolo paese ha un suo specifico
profilo, dunque richiede una preliminare analisi del
territorio e una lettura dei bisogni delle varie fasce
di popolazione che lo abitano.
Vediamone i principali vantaggi e svantaggi.
Generalmente, i paesi polvere sono più
ricchi di pregiudizi verso la psicologia, quindi
possono accettare di meno la presenza di uno
psicologo, benché ci siano numerosissime eccezioni.
I cittadini temono che poi qualcun altro, magari
la vicina di casa, li veda che “vanno dallo
psicologo”, quindi possa pensare che siano “matti”
e riferirlo alle comari, rovinando la reputazione.
Per questo, spesso chi abita nei piccoli
paesi, se vuole andare dallo psicologo,
preferisce sottrarsi alla vista dei suoi concittadini in
vena di pettegolezzi e recarsi da un
professionista più lontano, generalmente nel
capoluogo di provincia.
Certo, se si offrono servizi diversificati e
non troppo clinici, è possibile avere riscontro,
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perché nei piccoli paesi i servizi sono pochi, quindi
arricchirli può suscitare interesse.
Ad esempio, organizzare attività sul
benessere e la crescita personale può
generalmente suscitare interesse, soprattutto
nei giovani, che trovano spesso pochi stimoli nei
contesti piccoli e privi di servizi.
Tendenzialmente, tuttavia, la fatica per avviarsi
è altissima e il bacino di utenti potenziali è piuttosto
limitato.
In sintesi, ci sono vantaggi e svantaggi sia
in città grandi, sia medie che piccole e gli sforzi
per avviarsi sono sempre molto elevati.
Conclusioni
Sì è visto come i costi di avvio di uno studio
di psicologia, benché possano spaventare, in
realtà siano molto contenuti rispetto, ad
esempio, ad altre categorie di professionisti.
Ad esempio, i dentisti per aprire lo studio
devono acquistare costosi macchinari, attraverso
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mutui e prestiti e vincolandosi a una sede fissa
dove alloggiarli.
Invece ad uno psicologo può bastare una
stanzetta in subaffitto, arredata con due
poltrone, a 8 euro l’ora, senza ulteriori spese.
Anche i costi del commercialista si possono
ottimizzare, così come i versamenti all’Enpap
risultano inferiori rispetto alle casse previdenziali di
altri ordini professionali e dell’Inps.
Il problema non sono tanto i costi, che risultano
mediamente bassi (minimo 8 euro l’ora per lo
studio, minimo 100 euro per il commercialista,
percentuali variabili di Enpap), quanto gli sforzi per
avviarsi in un mercato saturo.
Spesso occorre fare diversi tentativi, anche
fallimentari, prima di riuscire a sintonizzarsi
con il mercato locale, che è sempre difficile da
“conquistare”, sia in città grandi che medie e
piccole.
Per questo, è strategico dedicate tempo alla
pianificazione del proprio avvio, dei servizi da
offrire e delle attività per farti conoscere,
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perché sarà anche la costanza a influire sui tuoi
risultati.
Per conoscere le strategie per farti conoscere,
ottimizzando tempi e modalità del tuo start-up,
puoi integrare le informazioni contenute in
questa mini-guida con quelle delle altre mini-
guide sui vari aspetti della professione di
psicologo.
In bocca al lupo!
Se vuoi un supporto personalizzato per l’avvio della
professione, ho predisposto consulenze on-line, al
minimo tariffario (€ 35), per un’ora di indicazioni e
suggerimenti.