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Eugenio Montale L'ITINERARIO POETICO DI MONTALE <OSSI DI SEPPIA)> Alla base di questa raccolta c'è il senso del vuoto che circonda la vita dell'uomo, la tragica constatazio- ne del <<male di vivere> che si manifesta nelle dolorose esperienze della natura quali <jl rivo strozza- to>, <d'incartocciarsi della foglia / riarsa>>, <<i1 cavallo stramazzato> (Spesso il male di vivere).Il paesag- gio è quello brullo della Liguria, aspro, assolato, riarso, scabro, significativamente emblematico di un determinato stato d'animo (correlativo oggettivo).Il linguaggio è preso della quotidianità, ma non è privo di termini ricercati e aulici. Ricordi, amori, incontri, <<occasionb> cioè della vita passata del poeta, si compongono sul filo della rievocazione rivelando significati nascosti. La tragsca consapevolezza della vita, contrassegnata da dolore, angoscia e solitudine, caratteizza anche questa fase poetica, in cui, tuttavia, si fanno strada l'attesa di un miracolo, I'ansia di una salvezza. Ed ecco schiudersi, (6eppure improbabilmente, il sospetto di un'eccezione significativo> (Contini), rappresentata da Cllzia (Irma Brandeis, studiosa americana con cui ebbe una relazione affettiva), figura salvifica, cui sono dedicati gran parte dei Mottetti (una sezione della raccolta). A questa donna lontana, che rivive nel ricordo del poeta, Monta- le esprime il suo doloroso senso del vuoto che circonda I'esistenza umana. Nelle <<Occasionb>, come negli <<Ossil> non mancano gli oggetti anche qui caricati di valori simbolici ma è taciuta l'<<occasione- spinto> con il conseguente risultato di una poesia piú oscura. <<Non pensai - dice Montale in "Inten- zíonf" del 1946 - a una lirica pura nel senso ch'ebbe poi anche da noi, a un gioco di suggestioni sonore; ma piuttosto a un frutto che dovesse contenere i suoi motivi senza riveiarli, o meglio senza spiattellarli. Ammesso che in arte esista una bilancia tra il di fuori e il di dentro, tra I'occasione e I'opera-oggetto bisognava esprimere I'oggetto e tacere l'occasione-spintar>. Infatti, se Montale negli <<Ossb> rende esplicito il rapporto tra stato d'animo e oggetto esterno, tra una determinata emozione e la realtà che assurge cosÍ a simbolo di una profonda pulsione, nelle <<Occasionb>, invece, tralascia di esprimere il rapporto, 1o stretto legame tra mondo esterno e interiorità; il lettore, pertanto, è chiamato a decifrare il senso attraverso I'oggetto stesso. Questo tacere <<1'occasione spinta> verso la poesia, per lasciare spazio solo all'oggetto-simbolo, contribuisce a rendere il signifrcato della lirica piú cifrato, difficile da cogliere. Scritta trall 1940 e il 1954, questa raccolta si apre con la serie <<Finisterre>. In questa fase Montale sembra farsi partecipe del dramma della società sconvolta dalla tragedia della guerra, ma, ancora una volta, gli eventi non sono che occasioni per un'ulteriore analisi della propriattagíca condizione esi- stenziale; da parte del poeta, si manifesta una disposizione religiosa che non approda, tuttavia, a una fede vera e propria. Come nelle <<Occasionil>, non manca la presenza femminile, otaChzia, cui il poeta aflida le sue speranze salvezz4 ora <<Ia volpe> (la scrittrice Maria Luisa Spaziani). Tra le ultime raccolte si distinguono Satura (1971) - di cui Xenia è la prima sezione dedicata alla moglie morta (Drusilla Tanzi) chiamata dal poeta <<Mosca>, con la quale egli tiene un tenero colloquio sull'eterno e sul divino - Diario del '71 e'72 (1973), Quaderno di quattro arlrni (1977) e Altri versi (1980). lln immutato pessimismo e LLna visione disperata e tragica della vita carattenzzano anche quest'ultima produzione. Perché liscia e all'osso co. I ((t€ simbole Gloria r Per caf compo! pubblic Montal (mago) autono LnM sima Non langt e asl È tur Prov t_ A- 1 èur Vec tr Ci :
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Eugenio Montale

L'ITINERARIO POETICO DI MONTALE

<OSSI DI SEPPIA)>

Alla base di questa raccolta c'è il senso del vuoto che circonda la vita dell'uomo, la tragica constatazio-ne del <<male di vivere> che si manifesta nelle dolorose esperienze della natura quali <jl rivo strozza-to>, <d'incartocciarsi della foglia / riarsa>>, <<i1 cavallo stramazzato> (Spesso il male di vivere).Il paesag-

gio è quello brullo della Liguria, aspro, assolato, riarso, scabro, significativamente emblematico di undeterminato stato d'animo (correlativo oggettivo).Il linguaggio è preso della quotidianità, ma non è

privo di termini ricercati e aulici.

Ricordi, amori, incontri, <<occasionb> cioè della vita passata del poeta, si compongono sul filo dellarievocazione rivelando significati nascosti. La tragsca consapevolezza della vita, contrassegnata dadolore, angoscia e solitudine, caratteizza anche questa fase poetica, in cui, tuttavia, si fanno stradal'attesa di un miracolo, I'ansia di una salvezza. Ed ecco schiudersi, (6eppure improbabilmente, ilsospetto di un'eccezione significativo> (Contini), rappresentata da Cllzia (Irma Brandeis, studiosaamericana con cui ebbe una relazione affettiva), figura salvifica, cui sono dedicati gran parte deiMottetti (una sezione della raccolta). A questa donna lontana, che rivive nel ricordo del poeta, Monta-le esprime il suo doloroso senso del vuoto che circonda I'esistenza umana. Nelle <<Occasionb>, comenegli <<Ossil> non mancano gli oggetti anche qui caricati di valori simbolici ma è taciuta l'<<occasione-spinto> con il conseguente risultato di una poesia piú oscura. <<Non pensai - dice Montale in "Inten-zíonf" del 1946 - a una lirica pura nel senso ch'ebbe poi anche da noi, a un gioco di suggestionisonore; ma piuttosto a un frutto che dovesse contenere i suoi motivi senza riveiarli, o meglio senzaspiattellarli. Ammesso che in arte esista una bilancia tra il di fuori e il di dentro, tra I'occasione e

I'opera-oggetto bisognava esprimere I'oggetto e tacere l'occasione-spintar>. Infatti, se Montale negli<<Ossb> rende esplicito il rapporto tra stato d'animo e oggetto esterno, tra una determinata emozione e

la realtà che assurge cosÍ a simbolo di una profonda pulsione, nelle <<Occasionb>, invece, tralascia diesprimere il rapporto, 1o stretto legame tra mondo esterno e interiorità; il lettore, pertanto, è chiamatoa decifrare il senso attraverso I'oggetto stesso. Questo tacere <<1'occasione spinta> verso la poesia, perlasciare spazio solo all'oggetto-simbolo, contribuisce a rendere il signifrcato della lirica piú cifrato,difficile da cogliere.

Scritta trall 1940 e il 1954, questa raccolta si apre con la serie <<Finisterre>. In questa fase Montalesembra farsi partecipe del dramma della società sconvolta dalla tragedia della guerra, ma, ancora unavolta, gli eventi non sono che occasioni per un'ulteriore analisi della propriattagíca condizione esi-stenziale; da parte del poeta, si manifesta una disposizione religiosa che non approda, tuttavia, a unafede vera e propria. Come nelle <<Occasionil>, non manca la presenza femminile, otaChzia, cui il poetaaflida le sue speranze dí salvezz4 ora <<Ia volpe> (la scrittrice Maria Luisa Spaziani).

Tra le ultime raccolte si distinguono Satura (1971) - di cui Xenia è la prima sezione dedicata allamoglie morta (Drusilla Tanzi) chiamata dal poeta <<Mosca>, con la quale egli tiene un tenero colloquiosull'eterno e sul divino - Diario del '71 e'72 (1973), Quaderno di quattro arlrni (1977) e Altri versi(1980). lln immutato pessimismo e LLna visione disperata e tragica della vita carattenzzano anchequest'ultima produzione.

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Scelte tematiche e stilistico-espressive 259

SCELTE TEMATICHE E STILISTICO.ESPRESSIVE

' ,Nlootale si rifà alla poetica del Pascoli, dal quale riprese ilscolari; da Eliot attinse il <<correlativo oggettivo>):,l,,itoeti crep:!

. 'i,^'lnre e di soffereîza.lolor. e di soffereîza'

linguaggio familiare e dimesso, del D'Annunzio e deiI'oggetto diventa simbolo della condizione umana di

Mezzi stilistici Per definire gli oggetti che il poeta rappresenta sono il lessico, la sintassi, la metrica, la trama

LA SINTASSITalvolta usa strutture ampie per esprimere il suo colloquio con le cose e con sé stesso. NelleOccasioni Montale preferisce la paratassi (o coordinazione) perché le frasi sono poste sullo stessopiano, ognuna con il suo valore specifico;in tal modo un fatto è accostato a un altro (ben diversa èI'ipotassi che fa dipendere una frase dall'altra, un fatto dall'altro).

IL VERSO E LA TRAMA FONICAMontale ricerca soprattutto la musicalità nel verso, il ritmo martellato, il fluire di suoni a volteaspri per intonarli alle <<cose>> che osserva o spia o ascolta. Latrama fonica è impostata su rime,a s s onan z e, c o ns onan z e, allitt er a zi oni, o n omat o p e e, anàfor e.

LA METRICAE quella tradizionale; spesso la piega alle sue esigenze razionali o poetiche usando versi impostatisulla tradizione con rime e assonanze.

[.r:t"I

i

irEn'lts:o ,Il male di vivere, il male dell'esistenza, cui il poeta contrappone la <<divina Indifferenza>> (<'spesso

:[ il male di vivereD...).$ il male di vivere>..-).i. La ricerca estenuante per trovare rLn varco vetso I'essenza delle óose, per <<scoprire uno sbaglio dii Natura / l'anello che non tiene>, la rottura della catena causa-effetti (<I limoni>).j.l Natura / r aneilo cne non rlene>), ra rollura oeua carena causa-erreru \Q umonD).r:.. 1I paesaggio aspro e assolato della Liguria. Le cose, gh oggetti, simboli del <<male di vivere>.Ì", il dramma de77'incomunicabilità, della solitudine angosciosa (<Meriggiare...>).',,. II trascorrere inesorabile del tempo che cancella il passato e il desiderio di far rivivere i ricordi; lontani, i fantasmi dell'amore (<Non recidere, forbice>; <La casa dei doganieri))...).

lIL LINGUAGGIO E IL LESSICO,E nuoyo, spesso aspro, intonato al dramma dell'esistenza, alla fatica di vivere.,,Montale cetcala parola essenziale, scabra, atta ad esprímere la sua angoscia esistenziale. Talvolta

':,mescola vocaboli speciJici, precisi (tramontana, scirocco, maestrale, martin pescatore, merlo, falco,

lacacie, tamerischi, limoni, magnolie, eucalipti-..) con parole letterarie o comuni, ma orchestrandoli:'in accordi di suoni. Gli oggetti e le cose sono espressione di sentimento o <<simbolo>> di unar'specifica condizione esistenziale, e proprio da essi egli attinge <d'occasione) per fare emergere,frammenti di ricordi.<<La scelta lessicale, in verità, ha un'importanza fondamentale negli Ossi di seppia (cosí come piú

i..tardi, accentuata e consapevole, l'awà nelie Occasioni)>>. Si ha <<da una parte, una lingua piú co-' 1une, piú quotidiana, appartenente alla sfera della comunicazione sociale; dall'altra, invece, il'gusto della parola precisa ed aspra, delle voci estratte a volte dal dialetto e a volte dalle terminologie,'tecniche, dal suono perentorio - che Montale mette in risalto evaloizza ricorrendo al gioco dellerime diffrcili e peregrine e ad altri artifici, quasi a comunicare la sensazione della eccezionalità e

della intensità di queste rivelazioni -. Ed è proprio nel desiderio di questa precisione e di questadecisione che Montale rifugge, in genere, dal vago e dal generico, definendo con esattezza i proprioggettil>. (M. MnnrELLI, Eugenio Montale,Le Monnier, Firenze, 1983)

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Eugenio Montale

Il <male di vivere> che il poeta ha spesso incontrato è la sofferenza che è nelle co

e negli esseri tutti del creato.

Quel Kmale di vivere> non è presentato da Montale con

teologiche, ma con notazioni sulla realtà della vita eoggettivo/.

e s pr e s s i oni Jil o s ofi che

della morte (correlati

Al male di vivere, che è universale,tale oppone la divina lndifferenza.

era il rivo strozzato che gorgoglia,era I'incartocciarsi della fogliariarsa, eral il cavallo stram azzato.

Bene non seppi2, fuori del prodigioche schiude la divina Indifferenzaiera la statua nella sonnolenzadel meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

Nota il correlativo oggettivo: negli <

getti>, <nelle cose>, è rappresentatosenso doloroso della vita; il rivoto... I'incartocciarsi della foglia... ilstramazzafo sono gli emblemi, dunque,una sofferta condizione esistenzialecoinvolge gli esseri viventi e le cose i

mate.

1. era... era... era: il verbo, ripetuto per trevolte, introduce tre metafore: il rivo stroz-zato... I'incartocciarsi della foglia riarsa...il cavallo stramazzato. Sono tre forme del<<male di vivere>>, tre immagini di sofferen-za che dalle cose si dilata all'animale e al-I'uomo.

Analisi del testo

(op. cit.)

2- Bene non seppi...: Che cosa fare di fron-te a questo <<male di vivere>> cosmico? Re-stare indifferenti, dice il poeta, non parteci-pare al tragico dramma dell'esistenza (Benenon seppi... Indffirenza). Questa la scelta(il prodigio) dell'uomo saggio, il rifugio psi-cologico del poeta.

Spesso il male

vivere

ho incontrato

Ln Mrrnrca: sono due quartine di endecasillabi tranne I'ultimo (un settenario dop-pio); rime incrociate (ABBA) nella I quartina; anomale nella ll quartina (CDDA); I'ulti-mo verso, di 14 sillabe, è ipermetro.

Spesso il male di vivere ho incontrato: il male divivere..'

Nella vita, dice il poeta, domina il dolore. Intorno all'uomo è sofferenza: sofferenza nelle cose, negli animali, nel

le persone. E il <male di viyere>>, una concùiione pessimistica dell'esistenza che awicina Montale a Leopardi;L'unico rimedio al <<male di yivere> è I'indifferenza, che è <<divina> perché ci consente di restare sermi e impffisibili come gli dèi del mondo antico.Al <male di vivere>, a questa <<fenea necessità dell'esistenza>, iI poeta contrappone <la sua scelta moraletI'impassibilità, I'isolammto. Sono questi il suo <<bene> di vivere, la sua Jilosojìa dellh vita.

Questa poesia merita un'analisi piú approfondita. Vediamola insieme.

Facciamo l'analisi sotto I'aspetto... 1

r SEMANTICO-CONTENUTISTICO. Nella prima strofa il poeta cerca di definire il <male di vivere> attraverso alcune immagini: sai individuare I

<parole chiave> che lo evidmziano?. Nella seconda stroît Montale esprime il suo modo di reagire al <male di vivere> mediante particolari espr

sioni; cerca di indivuarle.. La scelta morale del poeta ti sembra ottimistica o pessimistica?t Attraverso quali immàgini significative esprimeresti il <male di vivere> oggi?. Le immagiii delle due quartine sono accaratammte s:elte in modo da creare un contrasto semantico.' vediamolo;

- Vdlore semantico della I quartina: il <<male>> di vivere,' è reso con immagini simboliche tolte dalla realtò:

il rivo strozzato / I'incartocciarsi della fodia I il cavallo stramazzato: spiegale.

- Yalore semantico della II quartina.'il <<bene>> di vivere,' è anch'esso espresso con

di riflessioni e perciò in contrasto con le precedenti: la divina Indifferenza /imm agini embl ematiche frutto;

meriggio / la nuvola... il falco alto levato.Come vedi, è evidente /a contrapposizione sia nel contenuto sia nelle immagini delle due quartine: prova

spiegarla con parole tue.

Ia statua nella sonnoleîz'a

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Spesso il male di vivere ho incontrato 169

.I,ESSICALE.

scelta sPecificabrano fuori

,SINTATTICO. La struttura sintattica in complesso è facile.prima quartina: una principale e tre paratattiche (dalla prima delle quali dipende una relativa).

Seconda quartina.' una reggente e una subordinata; tre coordinate alla reggente (sono ellittiche del verbo).

METRICO. La poesia è composta di due strofe, ognuna di quattro versi: sono tutti endecasillabi? Vuoi provare

a scomporre in sillabe I'ultimo verso? Lo puoi fare in due modi: o spezzandolo con una cesura in due emistichi(ne risulteranno due settenari) o isolando il quaternario (del meriggio) dall'endecasillabo.Com'è la rima? Ci sono rime interne? Assonanze?

FONORITMICO. Specialmente nella I quartina dominano suoni aspri di <<s, z> (spesso... strozzata..). Qualela loro funzione?Questi timbri aspri ti sembrano bme intonati al tema trattato?1/ ritmo batte sonoro sulle vocali aperte. <à, ò> della I quartina (màúe... incontràto... ); si fa piú vario e pacato

nella II quartina nella quale fa campeggiare anche vocali chiuse (séppi... prodÍgio... divína..J; segna I'accentoritmico sui versi.

RETORICO O FIGURATM. Ct sono varie metafore.' cercale e sottolineale.Ci sono anche due enjambements (della fogha / riarsa... nella sonnolenza / del meriggio/: essi hanno la fun-zione di allungare i.l <respiro> dell'endecasillabo e di impone alla voce anche una ((pausa espressivat determi-nata dalla virgola e dalla fine della frase cioè dalla pausa semantica. Qual è la dffirmza tra pausa seman-tica e pausa metrica?In questi due casi, la pausa semantica coincide con la <<pausa metrica> cioè con la pausa finale del verso?

NOTA DI STILE. Confrontiamo la struttura sintattica delle due quartine e vediamo insieme i'uso dei tempiverbali.

Vi sono parole del linguaggio comune e altre di registro piú alto, letterario, che palesano una(come <riarsa> al posto, per esempio, di seccata, secca inariditz...): sottolinea quelle che tidel linguaggio familiare.

II QUARTINA

Spesso il male di vivere ho incontrato

ú

à passato prossimo

e si usa per gli awenimenti accaduti in un,tempo passato, manon del tutto trascorso (infatti ha ancora legami col presente: il(male di vivere) è universale e continua a durare).

E veniamo all' imperfetto;

era... era,.. era..I

*L'imperfetto si usa per gli awenimenti la cui durata si era, o si èquindi lo scopo di esprimere I'ineluttabilità del male che pervade

II QUARTINA

Bene non seppi...

{è passato remoto

Perché dal passato prossimo a quello remoto?

Perché questo esprime azione momentanea, cioè un taglio nettotra il passato, doloroso, e il presente, momento in cui il poeta

ha scoperto come evitare il dolore.

era,.. (era)... (era)...

t(lo è ancora) protratta nel tempo (la ripetizione di era... era... era ha

I'universo).

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274 Eugenio Montale

Cigola

Ia caffucola

del pozzo

Qui simbolo e immagine si fondono mirabilmente: il secchio che porta su I'acqua dal'pozzo è come la memoria che fa affiorare ricordi lontani subito deformati e svanifi.L'acqua che vien su dal pozzo tra ìl cigolar della carrucola arriva alla luce e la rifleue,

come uno specchio. Ed ecco nello specchio tremulo dell'acqua formarsi I'immagine àii:;

una creatura cara. E un'illusione: come il poeta si china, il volto si dissolve e scompars:,

Riprende il cigolío della ruota e il secchio ridiscende verso I'oscurità del fondo portando,

con sé anche quel barlume di visione. Il tempo trascorre implacabilmente e il passato,

non può ritornare.' questa la nota drammatica che si ripete anche in altre liriche diMontale.

a

isi

Ln MrrRtcA: versi endecasillabi (il settimo endecasillabo e diviso in due emistichi)con varieta di rime (i versi 1, 2, 5, 8 sono sciolti dalla rima).

Cigolal la caffucola del pozzo,I'acqua sale alla luce e vi si fonde2.Trema un ricordo nel ricolmo secchio,nel puro cerchio un'immagine ride3.Accosto il volto a evanescenti labbria:si deforma il passato, si fa vecchio,appartiene ad un altro5... Ah, che già stridela ruota, ti ridona all'atro6 fondo,visione, una distanza cL divide. ( op. cit.)

1. Crgola: Quell'accento tonico e rj.tmico to ridente.che batte sulla prima sillaba domina nel 4. evanescenti labbri: labbra che svanisco-verso. no.2. vi si fonde: appare chiara come uno 5. appartiene a un altro: a quando il poetaspecchio. era giovane e quindi ben diverso.3. un'immagine ride: appare un caro vol- 6. atro: tenebroso, scuro.

I FIGURE RETORICI{E. L'acqua si fonde... tremacarle?. trema un ricordo... un'immagine ride. è un chiasmo,un'imm agrne): conosci qualche altro esempio?

Una delle piú popolari poesie di Mon-,,

tale è Cigola Ia carrucola del pozzo; e,

lo e anzitutto per una precisa conci-"i,

sione dell'immagine, pur nel suo vario,,:

e completo articolarsi nel rapido giro, ,

di dieci versi che nulla lasciano fuoridi una complessa storia di ricordi tro-'''vati e ripersi. Ma lo è ancor piú per lamiracolosa aderenza del simbolo alla,'

cosa, per il tremore della gioia sfiora-

ta e perduta, una condizione che,

sembra poter superare (il nulla alle,,'

mie spalle> e che invece lo conferma;'.

ma senza l'orgoglio di chi ha attintoun segreto. Al contrario, lo svanire ,,'

delle care memorie [.."] provoca solo,,

un moto di stupore e di dolore che

sanziona la definitiva lacerazione tra,noi e il nostro passato.

(G. MnruAcoRDA, Montale,,

La Nuova ltalia)

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ll ri

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GrJ

Analisi del testo

Se si tenta di far rivivere il passato, si ha subito la sensazione che esso sia irrimediabilmente dissolto. Il tempo

cancella anche i ricordi della memoria.Nella lirica il poeta tenta di ricuperare per un attimo i pochi brandelli di felicità ormai tanto lontana, ma la sua

delusione si fa amara. Il passato è spento per sempre: questo uno dei temi della poetica montaliana.Vediamo insieme alcuni particolari della lirica.

r IL TEMA: il passato che non torna. Il poeta rievoca un volto: un attimo, e I'immagine apparsa nell'acqua del

secchio si dissolve.

r LA TRAMA. FOII-ICA. Tutta la tessitura sonora della lirica è dominata dai suoni liquidi delle consonantt

<1, r> in accordo con vocali chiuse e aperte; esse comunicano ai versi un ritmo piú sostenuto e sonoro:Cigola la carrucola delpozzo / l'acqtta sale alla luce e vi si fonde. / Trema un ricordo nel ricolmo secchio (nata

I' allitter zzione << ri c o r d o. . . r i c o I m o > : s p i e g a I a) .

. Sottolinea i suoni della <l; r>.

. Anche i suoni delle consonanti dentali <d, t> si fondono spesso con quellì liquidi della <cr> (trema... ilcordo...)

rafforzandoli.. Nei primi sei versi la pausa metrica coincide con quella semantica: qual è la dffirenza tra pausa metrica e

pausa semantica?

un ricordo....' sono metafore,' ce ne sono altre; sai indi-

cioè una simmetria incrociata (trema... ride,'un ricotdo."

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lr{on recidere, forbice, quel volto

Non recidere,

forbice,

iquel volto

E un mottetto incentrato sul tempo che cancella ogni ricordo, anche quelli piú belli.Il poeta, amareggiato, vorrebbe che almeno <quel voltol caro rimanesse vivo nellamemoria che gtà si è svuotata di tanti ricordi e persone conosciute. Ma come Iavetta dell'acacia recisa getta nel primo fango di novembre il guscio vuoto dellacicala, cosí il poeta teme che anche quel volto pos4a sparire dalla sua mente anneb-biata dagli anni.

Ln MsrRrcA: due quartine ognuna di tre endecasillabi e un settenario (i due settenari sono posti in posizione diversa); le rime

r::;sono irregolari (nota la rimalmezzo cala, cicala).

Non recidere, forbicel, quel volto, Non recidere, forbice...La forbice è l'oggetto simbolo che puodissolvere i ricordi dalla <nebbio dellamemoria (la nebbia è la parola chiavel.

belletta... Qlarola chiave della quartina)<E termine dantesco (lnf. Yll, 124), riccodi riferimenti all'accidia, ossia alla tristez-za " amara e difficile" (secondo san Tom-maso), che Montale riconosce come vizioproprio: "Fitti nel limo dicon: 'Tristi fum-mo / nell'aere dolce che dal sol s'allegra,

/ portando dentro accidioso fummo: I orci attristiam ne la belletta negra'. / Que-st'inno si gorgoglian ne la strozza I chedir no! posson con parola integra". E unacondizione tipica dello spirito moderno edella poesia postromantica, q,uesto sen-tirsi come strangolati dalla tristezza e dalsentimento di perdita e di sconfitto.

(F. Fgnrrr'r)

isolo nella memorra che si sfolla2,tnon far del grande suo viso in ascoltola mta nebbia3 di sempre.

i t. Noo recidere, forbice...: È un'invo cazio-i ne come una preghiera: il poeta vorrebbe,che almeno quel volto di donna non venis-

i ,'se cancellato dal tempo. Quel <<recidere>>

:: della forbice del tempo ha un valore psico-i.,logico: è dunque una metafora.

2. che si sfolla: che si va svuotando della

la memoria si indebolisce e i ricordi srannebbiano. Il volto della donna dissol-vendosi nella nebbia appare piú grandee sfocato.4. Un freddo cala...: E il colpo freddo del-l'accetta che fa cadere la vetta dell'acacia.5. svetta: recide la vetta, la cima dellapianta.6. belletta: fangbigha, melma.

, Un freddo caL#... Duro il colpo svettas', E l'acacra ferita da sé scrollail guscio di cicalanella prima bellettaí di Novembre. @p. cit.)

: ,gonte che ha conosciuto.i,:3. Ia mia nebbia: con il passare degli anni

Analisi del testol._:, La poesia è impostata sz due metafore ben distinte:i.- c la prima è una invocazione del poeta aftìnché laforbice del tempo non cancelli dalla memoria il ricordo di uni volto caro, quello della donna amata, di Clizia;i. la seconda ritrae la realtà della vita: un colpo freddo recide Ia vetta dell'acacia che, feríta, abbandona nel fangoft:di novembre lnella prima belleffa di novembre/ il guscio vuoto della cicala,

I n ii"- il"it^i"t îiioroto di quanto aveva auspicato nella prima metafora: come l'acacia scrolla via da sé il',guscio di cicala, cosí laforbice del tempo spegnerà in lui anche l'immagine di quel volto caro.

ill <tema centrale> esprime dunque il suo stato d'animo: il desiderio che il tempo non cancelli anche quellartguratra lui cara. Ma vano è il suo desiderio: tutto è destinato a finire nella dimenticanza.',È una concezione pessimistica che non possiamo sempre condividere perché, è risaputo, i ricordi piú cari dellay'giovinezza ria'giovinezza riffiorano spesso vivi 4ella mei*toria dei vecchi e Ii confortano dissolvmdo laloro tristezza.,Vediamo I'analisi del testo poetico sul piano semantico, lessicale, fonometrico e retorico.

\nalisi sul piano...

SEMANTICO-CONTENUTISTICO. Sai individuare Ie <parole chiave> intorno a cui si articola il contmutof,elle due strofe?:,' Il motivo della I quartina è impostato su uno stato d'animo che nasce dal ricordo e su un desiderio: spiegali.

' Il motivo della II quartina è ben diverso: aI desiderio submtra Ia realtà: quale?

' Nella II quartina íl poeta non dice espressammte che il volto della donna svanísce nella <nebbia> del tempo,i,aM ce lo fa intuire: in che modo?

,t C'è dunque un'analogia tra il <volto) e il <gascio di cicala>: quale?p E tra Ia <nebbia>, che spegne i ricordi, e la <belletta> in cui giace il guscio di cicala, c'è un punto dí contatto?

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Eugenio Montale

r LESSICALE. C'è una sola parola del linguaggio arcaico: quale?. I verbi soio accuratamente scelti (recidere... sfolla. ..): vuoi completare?. Come (Jngaretti, anche Montale usa molte parole comuni, ma le adopera in modo nuovo; ad esempio, il v

bo <sfollare> di solito è usato con riferimenti ambientali (la salasi sfolla),' in combinazione con <memoria> pff,

acquista un valore metaforico e poetico fuori del comune.

r FONOMETRICO. Due sono le strofe: di quanti versi

misura? Com'è la rima?è composta ogni strofa? Sono tuttì versi della rfes

. II settenario che chiude la I strofa rima con I'endecasillabo finale della II strofa: è una rima imperfa(assonanza); infatti i suoni vocalici delle stllabe Jinali sono uguali: quali sono?

. Nella I quartina, in accordo con i suoni di vocali o, e chiuse e aperte (nón... quéI...

sfò11a...) campeggiano quello dolce della c e quelli liquidi della r,l (recídere, fòrbice...

sfòlla... ascólto/ i quali comunicano ai yersi un'armonica musicalità che fluisce via

voce alta.

vólto... sólo... memòria.quél vólto... sólo nélla,

sonora,. Leggi la strofa:

. Nella II quartina I'accmto ritmico batte soprattutto su vocali chiuse combinate con

drúro... svétta... ferÍta... bellétta/; esse rendono i versi piú compatti e snelli.

r RETORICO- La poesia è ricca di rtgure retoriche; ne sai individuare alcune?

le dentali d, t (fréddo,

INYITO AL CONFRONTO

Cerca di stabilire un confronto /l'a Non recidere, forbice, quel volto e Cígola la camrcola del pozzo.

Due sono i <temi> di ciascuna lirica: quali?Ví sono tra le due liriche delle analogie:. impossibilità a recuperare il passato: esso non può piú ritornare.. amarezzd per i ricordi perduti (un volto che la forbice cancella come I'accetta svetta I'acacia; un'immagine ch$

ride e subito svanisce...).

La poesia degli oggetti

Nelle Occa sioni la riflessiòne esistenziale degli Ossi appare come ridotta, resa meno esplicita:'

la parola poetica tende ad allontanarsi dal suo carattere meditativo e problematico, dalla sua diret'-

ta íntenogazione del <<male di vivero>, e si concentra tutta sugli oggetti, creando successioni di im-magini dai rilievi nettissimi e quasi allucinati, awolgendosi intorno alle forme ed ai gesti con,

una assoluta densità fonica, lessicale, sintattica (seguendo piú direttamente quella poaica degli',

oggetti che giustifrca 1o stesso uso del termine occasione). Si sente qui qualcosa di tagliente, di splen-:

dente, e insieme di oscuro: come suggerisce una citazione da Shakespeare che l'autore mette in epi-

grafe alla quarta parte, sembra di essere di fronte a una bellezza (sommersa nella neve>, a lulmondo che cerca di imporre una presenza viva ed essenziale in un oruzonte dominato dallo <<squal-'

lore>. Nella sua assoluta concentrazione il dir.orro poetico si fa piú diffrcile, trova momenti'

assai ardui e impenetrabilt: Le occasioni sembrano trasmettere un messaggio che non vuole farsi'

decifrare, che vuole restare comunque nascosto. In questo esse si awicinano all'ermetismo, fi-

no a presentarsi come l'esempio piú signifi.cativo della tendenza della poesia degli anni Trenta

a chiudersi in sé stessa, a rifiutare una diretta comunicazione con il fascismo e con la sua pretesa

di asservire la cultura. (G. Frn-noxr, Storia della letteratura italiana.Il Novecento, Einaudi, 1993)

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