Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2017
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Appunti Anno XI, Numero 82, Gennaio 2018
In primo piano
PIR e Credito d’imposta sui costi di IPO: le prospettive
di AIM Italia, il mercato azionario per la crescita delle
PMI
Con il primo appuntamento in programma a Milano, a
febbraio prende concretamente il via il progetto volto
ad affiancare le PMI italiane in un percorso verso la
quotazione sul mercato AIM Italia. All’interno un
anticipo delle opportunità per le imprese.
Segue a pag. 2
La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza
INDICE
La nuova era dell’equity crowdfunding: uno strumento
all’avanguardia per la crescita di tutte le PMI
Alla luce delle recenti novità normative e della
crescita registrata nell’anno appena concluso, nel
2018 potrebbe esserci la definitiva affermazione
dell’equity crowdfunding in Italia. L’articolo illustra lo
strumento, presentandone caratteristiche e criticità, a
partire da una fotografia del mercato e delle novità
introdotte dalla revisione del Regolamento Conosb.
Segue a pag. 7
Presidente: Giovanni Da Pozzo
Direttore: Sergio E. Rossi
Consorzio Camerale
per il credito e la finanza
Via Meravigli 9/B, Milano
Tel. 02 8515 4258
www.consorziocamerale.eu
La newsletter è redatta a cura
dell’Ufficio Studi e Comunicazione
Responsabile progetto editoriale: Carlo Bettonica
Responsabile operativo: Chiara Carzaniga
PIR e Credito d’imposta sui costi di IPO: le
prospettive di AIM Italia, il mercato azionario
per la crescita delle PMI 2
La nuova era dell’equity crowdfunding: uno
strumento all’avanguardia per la crescita di
tutte le PMI 7
Soggetti giuridici, strutture proprietarie e
corporate govenance in Italia 13
Industria 4.0: gli incentivi regionali per gli
investimenti 17
Il lancio di una campagna di
crowdfunding…due chiacchiere con Giorgio
Favaretto, “Rhevo Cycling Project” 20
La corporate governance come antidoto
alla crisi 23
Gli eventi 25
Le pubblicazioni 27
Le consultazioni pubbliche 29
Industria 4.0: gli incentivi regionali per gli investimenti
“Al Via”, “Riposizionamento Tecnologico” e “Fondo
Eureca” sono alcune delle misure agevolative, illustrate
nell’articolo, messe in campo dalle Regioni con
l’obiettivo di supportare il sistema imprenditoriale
locale nel processo di adeguamento tecnologico.
Segue a pag. 17
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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PIR e Credito
d’imposta sui costi
di IPO: le
prospettive di AIM
Italia,
il mercato
azionario per la
crescita delle PMI
A. Lambiase, CEO
IR Top Consulting - PMI Capital
AIM ITALIA: lo strumento di finanza
alternativa dedicato alle PMI
Il mercato AIM, il listino di Borsa Italiana
dedicato alle PMI, lanciato nel 2009, si
caratterizza per minori requisiti in fase di
ammissione e adempimenti informativi
post quotazione; rappresenta una valida
fonte di finanziamento e un acceleratore
dei progetti di crescita e competitività
delle PMI.
A seguito dell’introduzione dei PIR (Piani
Individuali di Risparmio), AIM Italia ha
riscontrato una significativa crescita della
liquidità e degli investitori specializzati PIR
Compliant, oltre che una performance
positiva riflessa nell’indice FTSE AIM Italia.
Negli ultimi anni il mercato AIM ha
confermato il suo ruolo centrale nel
favorire lo sviluppo e
l’internazionalizzazione delle PMI.
Le società che hanno scelto la quotazione
su AIM Italia riconoscono al mercato
un’opportunità che si è concretizzata
nella grande visibilità ottenuta sia a livello
nazionale che internazionale, che ha
1 Fonte: Osservatorio AIM di IR Top.
permesso di rafforzare il proprio standing
con la possibilità di accedere a nuova
finanza, continuando a mantenere il
controllo della propria azienda.
In particolare, attraverso la quotazione su
AIM Italia le PMI:
• ottengono nuovi capitali per
implementare i piani industriali;
• rafforzano lo standing aziendale;
• accelerano i processi di
internazionalizzazione ed M&A.
Il raggiungimento di questi vantaggi di IPO
avviene mantenendo la propria
autonomia decisionale e gestionale (la
quota di controllo media in capo
all’Emittente è pari al 78%1).
Secondo l’Osservatorio AIM di IR Top, il
mercato AIM Italia conta oggi 94 società
per una capitalizzazione complessiva pari
a 5,8 miliardi di euro e una raccolta
complessiva pari a 2,6 miliardi di euro. Il
giro d’affari complessivo è pari a 3,7
miliardi di euro; le società AIM occupano
circa 18.000 dipendenti.
L’identikit della società quotata presenta i
seguenti dati medi:
- Ricavi 2016: 39 milioni di euro (+20% vs
2015);
- EBITDA 2016: 5,1 milioni di euro (+18% vs
2015); - EBITDA margin 2016: 13%;
- Capitalizzazione: 62 milioni di euro;
- Flottante da IPO: 22% (al netto delle
SPAC);
- Raccolta in IPO: 5,6 milioni di euro (dato
mediano).
LE FOTO DEL MESE
Le foto pubblicate in questo numero sono
relative al territorio delle province di Bari e
Milano dove sono in programma iniziative
del Consorzio Camerale.
Nella copertina è ritratta una veduta della
città di Bari.
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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Oltre al settore Finanza (22%), i settori
Media (17%), Energia ed Energie
Rinnovabili (14%) e Tecnologia (13%) sono
i più rappresentativi.
Le regioni maggiormente presenti su AIM
sono: Lombardia (47% delle società), Lazio
(13%), Emilia Romagna (11%) e Veneto
(7%). Le altre regioni sono Piemonte,
Umbria, Toscana, Marche, Puglia e
Sardegna. Il mercato presenta anche 3
società estere, pari al 3% del totale.
PIR: 50 miliardi di euro di nuova liquidità in
5 anni
I Piani Individuali di Risparmio (PIR) a lungo
termine, introdotti dalla legge 11/12/2016
n. 232, rappresentano una nuova forma di
risparmio fiscalmente incentivato
finalizzata a canalizzare flussi finanziari
verso le attività produttive delle PMI
italiane per lo sviluppo economico del
Paese.
Le prime stime del governo prevedevano
un apporto di liquidità pari a 18 miliardi di
euro in 5 anni. I risultati effettivi della
raccolta hanno superato le attese del
Ministero dell'Economia che ha rivisto al
rialzo la stima portandola ufficialmente a
50 miliardi di euro.
L’agevolazione fiscale dei PIR consiste
nell’esenzione da tassazione dei redditi,
qualificabili come redditi di capitale o
come redditi diversi di natura finanziaria
derivanti dagli investimenti effettuati nel
PIR (esenzione della tassa sui capital gain
e dividendi incassati e dall’imposta su
successioni e donazioni). I PIR, per
beneficiare dell’esenzione, devono essere
detenuti per almeno 5 anni e devono
investire nel capitale di imprese italiane ed
europee, con una riserva per le PMI.
Le regole relative alla composizione del
portafoglio prevedono che almeno il 21%
del valore complessivo degli investimenti
del PIR sia investito in strumenti finanziari
emessi da società italiane ed estere (UE e
SEE) con stabile organizzazione in Italia
diverse da quelle rilevanti ai fini del FTSE
MIB o di altri indici equivalenti (MID e
SMALL CAP).
Il mercato AIM Italia, che rappresenta
circa il 40% dell’universo SMALL CAP
investibile PIR, ricopre un ruolo importante
all’interno dell’economia nazionale, con
interessanti prospettive di crescita legate
all’introduzione dei PIR che ha
determinato una significativa crescita
della liquidità e degli investitori
specializzati. A distanza di un anno
dall’introduzione i principali effetti positivi
su AIM Italia sono stati i seguenti:
aumento del numero di investitori
istituzionali sulle mid/small cap italiane;
incremento della liquidità e riduzione
del gap tra performance azionarie e
fondamentali;
ingresso di nuove tipologie di investitori
“strategici”;
interesse di investitori istituzionali esteri;
sviluppo del mercato primario con
nuove IPO.
Quotazione in Borsa PMI: 50% Credito
d’imposta sui costi di IPO
La Legge di Bilancio 2018 ha approvato il
credito d’imposta sul 50% dei costi di
consulenza sostenuti per la quotazione in
Borsa delle PMI fino al 31 dicembre 2020,
con una misura di complessivi 80 milioni di
euro nel triennio 2019-2021, per un importo
massimo di 500mila euro ad azienda.
La manovra si pone a completamento del
pacchetto di incentivi “Finanza per la Milano, Piazza Affari
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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crescita” che prevede misure per
agevolare l’accesso delle imprese alla
finanza, promuovere un ambiente più
favorevole agli investimenti produttivi e
incentivare la capitalizzazione delle
imprese.
Il focus della norma verte sui soggetti
destinatari, le PMI italiane secondo la
definizione dell’Unione Europea che
prevede il rispetto dei seguenti parametri:
ULA (Unità Lavorative-anno) comprese tra
10 e 250; Fatturato annuo compreso tra 2
e 50 milioni di euro o Totale annuo di
Bilancio compreso tra 2 e 43 milioni di
euro. Nel calcolo dei parametri occorre
valutare eventuali rapporti di controllo o
collegamento societario.
Relativamente ai mercati di quotazione
target, la norma si riferisce sia ai mercati
regolamentati che non regolamentati,
come AIM Italia o Euronext Growth. Sulla
base della definizione UE, che prevede un
fatturato annuo compreso tra 2 e 50
milioni di Euro, ad oggi è prevedibile il
maggiore impatto della manovra su AIM
Italia.
Le modalità e i criteri di attuazione
dell’agevolazione (procedure di accesso,
concessione e utilizzo del beneficio,
eventuali casi d’esclusione,
documentazione probatoria richiesta)
saranno definiti in un decreto del MISE
entro il 30 aprile 2018.
I costi che l’Emittente sostiene per il
processo di quotazione su AIM sono
espressi in funzione della struttura,
dimensione e complessità aziendale e
includono tutte le consulenze specifiche
necessarie per valutare la fattibilità di IPO
e supportare la società nel processo tra
cui: Studio di fattibilità di IPO, costi di
Advisory finanziario per il supporto
all’imprenditore nel processo di IPO; Due
diligence (finanziaria e di business) e
Documento di Ammissione da parte del
NOMAD (Nominated Advisor); Giudizio sul
Bilancio aziendale e Comfort Letter da
parte della società di revisione, Gestione
della Comunicazione finanziaria e delle
Investor Relations da parte della società di
comunicazione finanziaria e IR, Due
diligence legale e fiscale e Fee di Listing
verso Borsa Italiana e Monte Titoli. Si
precisa che non formano oggetto di
agevolazione i costi di collocamento
relativi all’operazione di aumento di
capitale di competenza dei Collocatori.
Tipologia costi IPO
ATTORI ATTIVITÀ TIPOLOGIA
COSTO
ADVISOR
FINANZIARIO
Soggetto
indipendente
specializzato
sugli ECM
Studio di
fattibilità di
IPO
Supporto
all’imprendi
tore nel
processo di
IPO
Fisso
NOMAD
Istituzione
finanziaria
garante
dell’operazion
e di IPO
Due
diligence
(finanziaria
e di
business) e
Documento
di
Ammissione
Fisso
SOCIETA’ DI
REVISIONE
Soggetto
iscritto all’Albo
Speciale
Consob
Giudizio sul
Bilancio
aziendale e
Comfort
Letter
Fisso
SOCIETA’ DI
COMUNICAZIO
NE E IR
Soggetto
specializzato
nella gestione
dei rapporti
con gli
Investitori
Istituzionali
Comunicazi
one
finanziaria
regolament
ata
Gestione
delle
Investor
Relations
Fisso
STUDIO LEGALE
E FISCALE
Due
diligence
legale e
fiscale
Fisso
BORSA
ITALIANA &
MONTE TITOLI
Listing Fee Fisso
Fonte: IR Top Consulting – Osservatorio AIM
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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AIM Insight 2020: le previsioni di crescita
del mercato
Il binomio PIR e Credito di Imposta sta
favorendo l’accesso delle PMI al mercato
per finanziare progetti di crescita.
Sulla base della definizione UE, che
prevede un fatturato annuo compreso tra
2 e 50 milioni di euro, è prevedibile il
maggiore impatto della manovra su AIM
Italia, mercato per il quale CONSOB ha
recentemente disposto la registrazione
come “SME Growth Market”, efficace dal
3 gennaio 2018.
Il massimale di 500mila euro di credito
d’imposta (CDI) sui costi sostenuti in IPO
per singola azienda nell’ambito della
misura consentirebbe minimo 160 nuove
quotazioni in Borsa nel triennio 2018-2020.
Ipotizzando che prosegua la raccolta
trainata dai PIR secondo le previsioni del
Governo e con l’introduzione del credito
d’imposta, l’Osservatorio IR Top ha stimato
uno sviluppo potenziale del mercato pari
a 300 società quotate nel 2020 e una
capitalizzazione di mercato di circa 16
miliardi di euro.
Le novità del Regolamento Emittenti AIM
Italia
Il 3 gennaio 2018 è entrato in vigore il
nuovo Regolamento Emittenti AIM Italia,
che ha introdotto novità nei requisiti di
ammissione e permanenza.
Offerta Istituzionale: il requisito del
flottante minimo è soddisfatto quando le
azioni sono sottoscritte da almeno 5
Investitori Istituzionali (come definiti
dall’Allegato II, Categoria I, 1 della
Direttiva MIFID 2014/65/UE).
Bookbuilding: per favorire una maggiore
trasparenza del processo, tra le
informazioni che la società quotanda
deve fornire nella comunicazione di pre-
ammissione rientra l’intervallo di prezzo
indicativo all’interno del quale verrà
individuato il prezzo finale degli strumenti
finanziari.
Ricerche: al fine di fornire un quadro
informativo più completo e trasparente a
favore degli investitori è prevista
l’obbligatorietà della ricerca, che dovrà
essere redatta e resa disponibile, a cura
dell’operatore specialista o di altro
soggetto esperto indipendente,
tempestivamente e secondo i migliori
standard, in occasione dell’approvazione
dei risultati di esercizio annuali e
semestrali.
PMI Capital, la piattaforma fintech per la
fattibilità di quotazione su AIM Italia
PMI Capital è la prima digital platform
dedicata alle società del mercato AIM
Italia. La piattaforma è riservata a
investitori istituzionali e professionali e ad
aziende che vogliono quotarsi sul
mercato di Borsa Italiana dedicato alle
PMI.
La piattaforma, flessibile e scalabile
anche su altri mercati non regolamentati
europei, è rivolta a investitori istituzionali e
professionali, market maker e “industry
influencer”: un HUB verticale su AIM con
multipli di mercato, dati finanziari, analisi e
informazioni su tutte le società quotate
per decisioni di investimento informate.
Rappresenta uno strumento per la finanza
delle PMI che si inquadra nelle azioni del
Governo sui PIR e sugli incentivi alla
quotazione e nasce dall’esperienza di IR
Milano, Galleria Vittorio Emanuele II
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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Top Consulting nel supportare le PMI nelle
operazioni di IPO in qualità di Advisor
Finanziario e nell’indirizzare gli investitori
istituzionali verso scelte di investimento
consapevoli sull’economia reale
rappresentata da AIM Italia.
Attraverso la piattaforma PMI Capital, le
PMI interessate alla quotazione possono
richiedere la verifica della sussistenza dei
requisiti di ammissione al mercato AIM
Italia. Le società valutate positivamente
potranno avvalersi del team di IPO
Advisory (studio di fattibilità) di IR Top per
essere affiancate nel percorso di
quotazione e prepararsi al confronto con
gli Investitori. Le aziende non ancora
pronte per il mercato azionario potranno
entrare a far parte della “Classe AIM” e
prepararsi per una futura operazione di
quotazione.
PMI Capital è la startup innovativa di IR
Top.
Legge di Bilancio 2018 – Credito d’imposta sui costi di quotazione
Alle piccole e medie imprese, come definite dalla raccomandazione 2003/361/CE della
Commissione, del 6 maggio 2003, che successivamente alla data di entrata in vigore della
presente legge iniziano una procedura di ammissione alla quotazione in un mercato
regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell'Unione europea
o dello Spazio economico europeo è riconosciuto, nel caso di ottenimento dell'ammissione alla
quotazione, un credito d'imposta, fino ad un importo massimo nella misura di 500mila euro, del
50% dei costi di consulenza sostenuti fino al 31 dicembre 2020, per la predetta finalità.
Il credito d'imposta di cui al comma 89 è utilizzabile, nel limite complessivo di 20 milioni di euro
per l'anno 2019 e 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021, esclusivamente in
compensazione ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, a decorrere
dal periodo d'imposta successivo a quello in cui è stata ottenuta la quotazione e deve essere
indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta di maturazione del credito
e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d'imposta successivi fino a quello nel quale se
ne conclude l'utilizzo. Il credito d'imposta non concorre alla formazione del reddito, né della base
imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive, e non rileva ai fini del rapporto di cui
agli articoli 61 e 109, comma 5, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica
22 dicembre 1986, n. 917. Al credito d'imposta non si applicano i limiti di cui all'articolo 1, comma
53, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e all'articolo 34 della legge 23 dicembre 2000, n. 388.
Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e
delle finanze, da adottare entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente
legge, sono stabiliti le modalità e i criteri per l'attuazione delle disposizioni di cui ai commi da 89
a 92, con particolare riguardo all'individuazione delle procedure che danno accesso al
beneficio, ai casi di esclusione, alle procedure di concessione e di utilizzo del beneficio, alla
documentazione richiesta, all'effettuazione dei controlli e delle revoche nonché alle modalità
finalizzate ad assicurare il rispetto del limite di spesa di cui al comma 90.
L'incentivo è concesso nel rispetto dei limiti e delle condizioni previsti dal regolamento (UE) n.
651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, che dichiara alcune categorie di aiuti
compatibili con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul
funzionamento dell'Unione europea, e in particolare dall'articolo 18 del medesimo regolamento,
che disciplina gli aiuti alle PMI per servizi di consulenza. Agli adempimenti europei, nonché a
quelli relativi al Registro nazionale degli aiuti di Stato, provvede il Ministero dello sviluppo
economico.
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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La nuova era
dell’equity
crowdfunding: uno
strumento
all’avanguardia
per la crescita di
tutte le PMI
A. Scutti, StarsUp
Il 2018 potrebbe essere l’anno della
definitiva affermazione in Italia dell’equity
crowdfunding, ossia della raccolta on line
di capitale di rischio. Questa
considerazione è determinata
principalmente da due fattori:
la forte crescita organica del mercato
che ha fatto registrare, nell’anno
appena trascorso, un sempre
maggiore utilizzo dello strumento sia
da parte delle aziende che degli
investitori (la raccolta 2017 è cresciuta
del 162% rispetto a quella del 2016);
l’entrata in vigore, a partire dal 3
gennaio 2018, delle modifiche al
Regolamento sull’equity
crowdfunding2 che rendono definitiva,
tra l’altro, la possibilità di effettuare la
raccolta di capitale da parte di tutte
le PMI.
Cos’è l’equity crowdfunding
L’equity crowdfunding è quella forma di
crowdfunding3 in cui, come contropartita
delle somme versate, il finanziatore
ottiene una partecipazione nel capitale
2 Apportate da Consob con delibera 20204 del 29
novembre 2017.
3 Con il termine crowdfunding si intende la raccolta
di fondi (funding) con cui più persone (crowd),
(equity) della società che effettua la
raccolta.
Si tratta di uno strumento attraverso il
quale un’azienda effettua on-line
un’offerta al pubblico di strumenti
finanziari (quote o azioni) per raccogliere
capitale di rischio. L’attività è
regolamentata e vigilata e, dapprima
riservata, in Italia, a particolari tipologie di
aziende “innovative”, è oggi estesa come
detto a tutte le PMI.
L’equity crowdfunding rappresenta
pertanto uno strumento aggiuntivo
rispetto a tutti gli altri pensati ed utilizzati
fino ad oggi per finanziare le aziende e
racchiude in sé gli elementi per dar vita
ad un cambiamento culturale di ampia
portata.
Inquadramento normativo e principali
novità introdotte dall’ultima revisione del
Regolamento Consob
La definizione della disciplina dell’equity
crowdfunding, sia primaria che
secondaria, ha richiesto, considerata la
novità della fattispecie e l’incidenza che
ha sull’allocazione del risparmio privato,
una particolare attenzione soprattutto
con riguardo al livello di tutela
dell’investitore non professionale, che
deve poter assumere una decisione
consapevole in relazione a strumenti
finanziari particolarmente rischiosi
attraverso internet, conferiscono somme di denaro
ad un progetto, un’iniziativa o un’organizzazione.
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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(partecipazioni al capitale di rischio,
spesso di imprese anche neo-costituite
e/o con progetti molto innovativi e
pertanto ulteriormente incerti).
La genesi normativa dell’equity
crowdfunding è rappresentata dal
Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179
(c.d. “Decreto Crescita 2.0”) che ha
introdotto nell’ordinamento giuridico
italiano una nuova tipologia di impresa, la
c.d. “start-up innovativa”, alla quale sono
state concesse importanti agevolazioni di
natura civilistica, giuslavoristica, fiscale e
finanziaria tra cui la possibilità di ricorrere
all’equity crowdfunding, la cui
regolamentazione di dettaglio è stata
poco dopo predisposta dalla Consob4
con l’emanazione di un apposito
Regolamento5. Buona parte delle misure
di sostegno previste per le start-up
innovative, tra cui la possibilità di
effettuare la raccolta di capitali
attraverso equity-crowdfunding, sono
state successivamente estese anche alle
c.d. “PMI innovative” introdotte con il
Decreto Legge 24 gennaio 2015, n. 3
(noto anche come “Investment
Compact”)6.
4 A seguito di un processo con cui la Consob ha
adottato una metodologia in linea con le migliori
prassi di better regulation, stimolando la
collaborazione di tutti i soggetti potenzialmente
interessati.
5 Il Regolamento sulla raccolta di capitali di rischio
tramite portali on-line (“Regolamento Consob”) è
stato, nella sua prima versione, adottato con
Delibera Consob n. 18592 del 26 giugno 2013.
Successivamente, dopo una ulteriore consultazione
pubblica, sono state apportate alcune modifiche e
una nuova versione del Regolamento è stata
adottata prima con Delibera n. 19520 del 24
febbraio 2016 e ultimamente, come detto, con
Delibera n. 20204 del 29 novembre 2017.
6 L’Investment Compact ha esteso la possibilità di
ricorrere all’equity crowdfunding non soltanto alle
PMI innovative ma anche agli Organismi di
Investimento Collettivo del Risparmio (“OICR”) che
investono prevalentemente in start-up innovative e
in PMI innovative ed alle società di capitali che
investono prevalentemente in start-up innovative e
in PMI innovative.
7 Legge 11 dicembre 2016, n. 232, art.1, comma 70.
8 Prevedendo, ad esempio: requisiti specifici per i
gestori dei portali, la quota che deve
Infine, con la Legge di Bilancio 20177, la
possibilità di effettuare campagne di
raccolta attraverso equity crowdfunding
è stata estesa a tutte le PMI.
Tra le principali caratteristiche della
normativa ci sono le seguenti:
i gestori dei portali su cui si effettua la
raccolta sono iscritti in un apposito
registro tenuto dalla Consob;
è prevista un’ampia tutela
dell’investitore “non professionale”8;
la tipologia di aziende che possono
effettuare la raccolta di capitale, a
seguito della progressiva estensione di
cui si è detto, è ampissima;
la procedura di investimento può
essere effettuata interamente on-line9;
l’ammontare massimo dell’offerta
deve essere inferiore a 5 milioni di
euro10;
la possibilità di effettuare investimenti è
aperta a tutti i tipi di investitori, persone
fisiche e persone giuridiche, con un
solo vincolo rappresentato dal fatto
che almeno il 5% dell’ammontare
raccolto deve essere sottoscritto da
investitori professionali11 o da
fondazioni bancarie o da “incubatori
obbligatoriamente essere sottoscritta da un
investitore professionale, la possibilità di revoca e
recesso date all’investitore, le informazioni
obbligatorie sull’offerta che devono essere rese
disponibili, e la previsione, negli statuti
dell’offerente, di specifiche clausole a tutela delle
minoranze. Inoltre gli investitori, prima di poter
generare un ordine di sottoscrizione, devono
effettuare un “percorso di investimento
consapevole” da cui risulti la presa visione di tutte
le informazioni essenziali nonché la comprensione
delle caratteristiche e dei rischi dell’investimento.
9 Inclusa la c.d. “valutazione di appropriatezza” nei
confronti degli investitori che può essere fatta on-
line direttamente dai gestori del portale.
10 Cfr. Art. 100-ter, co. 1 del TUF e Art. 34-ter, co. 1,
lettera c), del Regolamento Emittenti, adottato da
Consob con delibera n. 11971 del 14 maggio 1999.
11 Cfr. Art. 2, co. 1, lettera j) del Regolamento
Consob. Tra gli investitori professionali rientrano, tra
gli altri, le banche, le imprese di assicurazione, i
fondi pensione e le imprese di grandi dimensioni.
Queste ultime, per esempio, possono essere
interessate ad acquisire quote di aziende
innovative in attuazione di strategie di Open
Innovation.
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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certificati” di start-up innovative o da
“investitori a supporto delle PMI”12.
Il mercato italiano
Ad oggi13 l’ammontare totale di capitale
raccolto dall’avvio del mercato italiano è
stato di oltre 20 milioni di euro con 84
offerte chiuse con successo; inoltre
risultano autorizzati 22 gestori di portali14.
Come accennato all’inizio il mercato
italiano ha fatto registrare una crescita
importante, soprattutto nell’anno appena
concluso, sia in termini di raccolta
effettuata (11,4 milioni di raccolta nel 2017
rispetto ai 4,4 milioni del 2016, + 162%) che
12 Per la definizione di “incubatore di start-up
certificato” e per quella di “investitore a supporto
delle PMI” si vedano rispettivamente l’art. 25, co. 5,
del Decreto Crescita 2.0 e l’art. 24, comma 2 del
Regolamento Consob.
13 La fonte dei dati di questo paragrafo è costituita,
se non indicato diversamente, dall’ Osservatorio sul
Crowdinvesting della School of Management del
Politecnico di Milano,
http://www.osservatoriocrowdinvesting.it/. (dati
aggiornati al 14 gennaio 2018).
14 Di cui 20 iscritti alla sezione “ordinaria” e 2 alla
sezione “speciale”.
di numero di offerte che si sono chiuse con
esito positivo (49 nel 2017, erano state 19
nel 2016 + 158%).
L’obiettivo medio di raccolta, in questi
primi 4 anni di mercato, è stato pari a
225mila euro a fronte di una quota di
capitale ceduto di circa il 15,7%. Il numero
medio di investitori per ogni campagna
finanziata è stato di 58,8; l’investimento
medio di circa 4.200 euro15.
Sono dati in evoluzione, destinati a
modificarsi radicalmente anche in seguito
al citato ingresso tra i potenziali offerenti di
tutte le PMI, tra le quali molte aziende con
business più maturi e necessità di raccolta
più elevate rispetto a quanto sin qui
rilevato in relazione ad aziende, quasi
sempre, nella fase di avvio della loro
attività.
Il mercato appare pertanto ancora
largamente sottodimensionato, anche
alla luce di quanto sta accadendo in altri
Paesi.
Le novità introdotte dall’ultima revisione
del Regolamento Consob
Le recenti modifiche regolamentari
entrate in vigore il 3 gennaio 2018, hanno
permesso di adeguare la normativa
secondaria in materia di equity
crowdfunding, di emanazione Consob,
alle modifiche in merito apportate al
decreto legislativo del 24 febbraio 1998, n.
58 (il “TUF”) dalla legge 11 dicembre 2016,
n. 23216.
15 Fonte http://www.crowdfundingbuzz.it/risorse-
crowdfunding/equity-crowdfunding-in-italia-
infografica (dato al 10 gennaio 2018). Ai fini di una
migliore interpretazione del dato si consideri che di
solito è possibile investire a partire da importi inferiori
ad euro 500. Inoltre è interessante notare come
l’importo medio investito si sia costantemente
ridotto in questi primi anni di mercato (era stato di
9.800 euro nel 2014).
16 Legge di Bilancio 2017 che, come detto, ha
introdotto importanti novità in materia di equity
crowdfunding estendendo la relativa disciplina
contenuta nel TUF - precedentemente limitata alle
start-up ed alle PMI innovative - a tutte le piccole e
medie imprese (PMI).
4 7
19
49
0
20
40
60
2014 2015 2016 2017
Imprese finanziate
1,308 1,7674,363
11,426
0
5
10
15
2014 2015 2016 2017
Raccolta
(offerte chiuse con successo)
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
10
L’estensione dell’equity crowdfunding a
tutte le PMI17, anche se è probabilmente
quella destinata ad avere il maggior
impatto sul sistema socio-economico del
Paese, non rappresenta tuttavia l’unica
modifica apportata dal nuovo
Regolamento. Le altre novità, che
incidono più direttamente sulla
compliance delle offerte e sulla gestione
delle piattaforme, sono principalmente le
seguenti:
è stato previsto, come ulteriore
requisito di iscrizione nel registro dei
gestori tenuto dalla Consob,
l’adesione a un sistema di indennizzo a
tutela degli investitori o la stipula di
un’assicurazione di responsabilità
professionale che garantisca una
protezione equivalente alla clientela;
è stato ampliato il novero dei c.d.
“gestori di diritto” che possono
chiedere l’iscrizione nella sezione
speciale dell’albo, ricomprendendo
anche le Sgr, le Sicav e le Sicaf;
è stata introdotta una disciplina
specifica con riferimento alle ipotesi di
offerte effettuate dal portale, o delle
società del gruppo, di strumenti
finanziari di propria emissione (c.d.
“autoquotazione”) che prevede
determinati presidi minimi a tutela dei
risparmiatori;
è stato integrato il contenuto delle
informazioni sulla singola offerta
(Allegato 3 al Regolamento) inserendo
ulteriori informazioni che riguardano il
collegio sindacale, il revisore legale,
ed il ruolo svolto in relazione all’offerta
di eventuali consulenti legali o
finanziari dell’azienda offerente;
è stato previsto che, in alternativa
all’ipotesi della sottoscrizione di una
quota pari al 5% del capitale da parte
di un investitore qualificato, l’offerta
possa perfezionarsi anche in caso di
17 Ai fini dell’individuazione delle piccole e medie
imprese rilevanti per la disciplina sull’equity
crowdfunding occorre fare riferimento all’art. 2,
paragrafo 1, lettera (f), primo alinea, del
Regolamento (UE) n. 2017/1129, che definisce le
PMI come le: “società che in base al loro più
recente bilancio annuale o consolidato soddisfino
almeno due dei tre criteri seguenti: numero medio
sottoscrizione di una quota minore,
pari al 3%, laddove la società sia in
possesso della certificazione del
bilancio e dell’eventuale bilancio
consolidato, relativi agli ultimi due
esercizi precedenti l’offerta;
di fatto è stata ampliata la numerosità
potenziale degli investitori qualificati in
quanto è stata introdotta la figura
dell’“investitore a supporto delle
piccole e medie imprese” che,
mutuandone i requisiti, ingloba e
sostituisce la precedente figura
dell’“investitore a supporto
dell’innovazione”, avendo come
parametro la più ampia realtà delle
piccole e medie imprese.
L’attenzione posta al continuo
adeguamento ed al perfezionamento
della regolamentazione di settore18 fanno
sì che l’Italia, primo paese a
regolamentare l’equity crowdfunding, sia
considerata all’avanguardia nella
legislazione di settore ed una best
practice a livello internazionale.
La campagna di equity crowdfunding.
Caratteristiche e criticità
Con l’equity crowdfunding si ampliano
pertanto, per una qualsiasi PMI italiana, le
opportunità di raccogliere risorse
finanziarie potendo presentare un’offerta
di sottoscrizione di una parte del proprio
capitale sociale ad una platea che,
grazie alla visibilità offerta dal web, è
potenzialmente vastissima.
Il processo operativo per una campagna
di equity crowdfunding ha inizio ben prima
del periodo in cui l’offerta di sottoscrizione
di dipendenti nel corso dell’esercizio inferiore a 250,
totale dello stato patrimoniale non superiore a 43
milioni di euro e fatturato netto annuale non
superiore a 50 milioni di euro”.
18 Anche, come detto nella precedente nota 3, a
seguito di un processo di collaborazione di tutti i
soggetti potenzialmente interessati.
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
11
è on-line e si conclude successivamente
ad esso. L’attività è piuttosto articolata e
investe molti ambiti aziendalistici che
riguardano il diritto societario, la finanza
aziendale, l’organizzazione, la
comunicazione, il marketing, ecc.
Alle imprese l’equity crowdfunding
consente:
di raggiungere un numero
potenzialmente vastissimo di investitori
ai quali vengono offerti strumenti
finanziari a condizioni, stabilite
dall’assemblea straordinaria, che sono
fisse per tutto il periodo di offerta;
di superare il “sistema delle garanzie”,
che ancora caratterizza fortemente
l’ottenimento di risorse finanziarie da
parte delle aziende;
di avere risorse finanziarie nella forma
di mezzi propri, capitale “paziente”,
sicuramente adatto a sostenere una
fase di sviluppo d’impresa o di lancio
di un nuovo prodotto.
L’operazione, inoltre, è piuttosto rapida e
generalmente non eccessivamente
onerosa19.
Il buon esito dell’operazione rappresenta
anche un significativo test di mercato sulla
bontà del prodotto o del piano di sviluppo
e può rafforzare la credibilità “finanziaria”
dell’emittente agevolando l’accesso ad
ulteriori fonti di finanziamento e ponendo
le basi per una eventuale e successiva
fase di espansione.
Altro aspetto importante è il fatto che il
lancio di una campagna permette
comunque una grande visibilità (anche
internazionale) e le relazioni/contatti che
si producono creano comunque valore
per l’azienda in quanto in grado di
rafforzare la community dei “portatori
d’interesse”20.
19 I costi dell’operazione sono generalmente
rappresentati dai costi della piattaforma (spesso
una success fee) e dalle eventuali spese per la
tenuta del c/c vincolato e per i servizi professionali
utilizzati dall’emittente, a sua discrezione
(consulenti, notaio, video-maker, ecc…).
La possibilità che viene data ad
un’azienda di raccogliere, senza
intermediazione, le risorse finanziarie
necessarie per la realizzazione di un piano
industriale, basandosi unicamente sul
progetto proposto e sulla propria
credibilità, è, pertanto, un cambio di
paradigma importante nella fase di avvio
e di sviluppo di un’impresa.
Naturalmente non va dimenticato che si
tratta di un’operazione di carattere
straordinario che incide sui diritti
patrimoniali e amministrativi e sulla vita
futura della società. Occorre pertanto
prepararsi a gestire il passaggio da una
compagine sociale generalmente ristretta
ad una più allargata, con tutte le
eventuali implicazioni in tema di
governance aziendale e di disclosure sulle
attività ed i piani della società.
L’accesso ai mercati dei capitali
comporta, d’altra parte, un
cambiamento culturale ed operativo nel
modo di fare impresa.
Gli investitori, dal canto loro, hanno a
disposizione l’opportunità di conoscere
ed analizzare un numero elevato di
iniziative imprenditoriali, anche lontane
dal proprio bacino territoriale o socio-
economico di riferimento.
20 Gli investitori o i semplici contatti generati dalla
campagna potranno diventare clienti, fornitori,
collaboratori, partner commerciali e/o industriali in
grado di apportare competenze e relazioni, o
comunque “ambasciatori” del servizio/prodotto
offerto.
Bari, Teatro Margherita
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
12
Gli elementi che possono incidere sulle
scelte di investimento sono molteplici: le
aspettative in merito all’eventuale profitto
realizzabile (in caso di disinvestimento o
distribuzione di utili), gli eventuali benefici
fiscali, ma anche fattori più emozionali ed
“immateriali”21.
Principalmente da un punto di vista degli
investitori, va tenuto sempre presente il
fattore “rischio dell’investimento”, che è
elevato, ed in particolare il rischio di
perdita del capitale investito (rischio
intrinseco del progetto imprenditoriale, a
maggior ragione se particolarmente
innovativo o ancora in fase di avvio) ed il
rischio connesso alla “illiquidità” delle
quote o azioni acquisite.
Si tratta comunque di uno strumento che,
adatto ai nuovi paradigmi di consumo
dettati dal web, permette all’utente di
diversificare, in modo consapevole,
indipendente ed autonomo, i propri
investimenti, tutto on-line, con pochi
passaggi.
Considerazioni conclusive
Nel quadro generale sinteticamente
delineato vi sono le premesse per
assistere, già dai prossimi mesi, ad una
ulteriore crescita dell’equity
crowdfunding in Italia: una cornice
legislativa adeguata, la costante
necessità da parte delle aziende di
trovare forme di finanziamento adatte ai
propri programmi di sviluppo, una
crescente domanda di diversificazione
nell’allocazione del risparmio, nuove
modalità di consumo e di investimento
determinate dalla tecnologia, la crescita
e lo sviluppo di una vera e propria industry
di settore, la crescente conoscenza e
diffusione dello strumento a tutti i livelli.
21 A titolo esemplificativo: la soddisfazione di
contribuire ad iniziative spesso di elevato standing
etico, tecnologico, scientifico o culturale, la
sensazione di avere scelto un’innovazione capace
di imporsi sul mercato (“the next big thing”), la
Appaiono evidenti, tanto più alla luce
della crisi finanziaria di questi ultimi anni, i
potenziali benefici di sistema che
potrebbero derivare da una maggiore
apertura del mercato dei capitali alle
imprese determinata anche dall’utilizzo di
strumenti di finanza “alternativa”. Ciò
avrebbe inoltre ulteriori effetti rilevanti:
- il contributo al superamento di due
caratteristiche che spesso limitano le
potenzialità delle PMI italiane: la
sottocapitalizzazione e la ristrettezza della
compagine sociale;
- lo sviluppo di una nuova generazione di
imprese da subito orientate al mercato
dei capitali, il cui sbocco potrà essere
dapprima l’ammissione alla quotazione su
mercati minori dedicati alle PMI (ad
esempio AIM Italia) e successivamente su
mercati regolamentati maggiori (tipo MTA
di Borsa Italiana).
In modo quasi simmetrico altri benefici
potrebbero derivare dall’elemento
“democratizzatore”, determinato dalla
possibilità di accesso dei cittadini a
molteplici opportunità di investimento,
con un’allocazione maggiormente
diretta, e non intermediata, del risparmio
verso le iniziative più meritevoli di
un’economia trainata prevalentemente
dall’innovazione.
E’ ancora presto per poter dire se il 2018
sarà l’anno della definitiva affermazione
dell’equity crowdfunding, o se invece
occorrerà attendere ancora: l’esito del
processo in corso potrebbe essere
determinato più da fattori culturali che da
esigenze o elementi oggettivi, che già ci
sono.
Di certo il quadro complessivo, delineato
anche dalla sfida, strategica, che il
sistema-Paese ha intrapreso con Industria
4.0, sembra incoraggiare visioni e soluzioni
ambiziose.
possibilità di trasmettere ai fondatori la propria
esperienza, competenza e network di relazioni, ma
anche il convincimento di aver fatto qualcosa di
utile, incidendo sull’economia reale del Paese, e
sentirsi protagonisti di un movimento di innovazione
e intraprendenza.
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
13
Soggetti giuridici,
strutture
proprietarie e
corporate
govenance in
Italia
L. Pellegrini, Università Cattolica
A più di dieci anni dalla Riforma Vietti (D.
Lgs n. 6 del 17 gennaio 2003), che ha
previsto l’introduzione di nuovi ed
interessanti istituti giuridici, l’Osservatorio
delle Società e delle Imprese ha promosso
un’indagine, presentata lo scorso
dicembre in Camera di commercio di
Milano MonzaBrianza Lodi, volta a
cogliere consistenze e dinamiche dei
diversi soggetti giuridici e degli istituti
introdotti nel contesto italiano.
L’analisi, che si colloca nell’ambito di
progetti di ricerca iniziati nel 2004
aggiorna, su dati al 31 dicembre 2016,
analisi precedenti, le cui prime estrazioni
risalgono al 30 giugno 2005. Tale orizzonte
temporale, che accoglie più di un
decennio, permette interessanti
considerazioni. In primo luogo sono state
indagate le consistenze e le dinamiche
dei diversi soggetti giuridici che, a diverso
titolo, svolgono attività d’impresa in Italia,
per poi esplorare alcuni tratti peculiari
degli istituti introdotti, alcuni più
conosciuti, altri più recenti, anche legati a
temi di assetto societario/proprietario,
tratti salienti della corporate governance.
Le consistenze generali
Ad un primo sguardo, infatti, su dati al
2016, si rileva la presenza di due macro
tendenze già in atto e molto chiare sin dal
primo anno di rilevazione: un consistente
incremento delle società di capitali, pari a
circa il 43%, al quale si accompagna una
diminuzione delle società di persone
(diminuite di quasi il 16%), principalmente
dettata dalla forte riduzione delle società
in nome collettivo (-26% circa). Se si
osservano in modo più dettagliato le
dinamiche delle diverse tipologie
societarie nell’ambito delle società di
capitali, sembra evincersi l’idea di un
tasso costante di crescita di lungo periodo
per le Srl (+47,6%) giustapposto ad un forte
calo del numero delle SpA (-33% circa).
Tale evidenza sembra, quindi, rafforzare
l’idea di un “substitution effect” che
perdura nel tempo.
L’universo delle società di capitali e di
persone non cessate, presenti in Italia
30.06.05 31.12.07 31.12.10 31.12.14 31.12.16
Società per
azioni 61.314 59.127 55.956 44.215 40.916
Società a
responsabilità
limitata
1.046.139 1.162.586 1.305.705 1.436.744 1.544.096
Società in
accomandita
per azioni
175 182 174 142 135
Totale società
di capitali 1.107.628 1.221.895 1.361.835 1.481.101 1.585.147
Società
semplice 68.143 69.089 71.561 74.441 81.732
di cui società
semplice
agricola 47.135 50.271
Società in
nome
collettivo
646.597 611.436 575.642 513.195 477.907
Società in
accomandita
semplice
512.398 515.771 515.502 492.013 472.542
Totale società
di persone 1.227.138 1.196.296 1.162.705 1.079.649 1.032.181
Totale società
cooperative 139.306 148.033 153.678 139.420 142.511
Totale 2.474.072 2.566.224 2.678.218 2.700.170 2.759.839
Fonte: Osservatorio delle Società e delle Imprese
Le società unipersonali
Anche le società di tipo unipersonale
rappresentano un universo di grande
interesse nell’ambito del tessuto societario
italiano. Le evidenze di lungo periodo
mostrano un forte successo di tale forma
societaria. Infatti, le SpA, seppur a livello
assoluto mostrano un lieve
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
14
ridimensionamento, in termini percentuali
sul totale delle non cessate sono
pressoché raddoppiate su dati al 2013, e
su dati al 2016 sono aumentate di circa la
metà rispetto al 2005. Se si osserva la
numerosità delle Srl, a livello assoluto si
nota come esse siano aumentate di circa
tre volte ed in termini di incidenza
percentuale sul totale delle non cessate
siano quasi il doppio, rispetto all’anno
2005 (11,86% vs 6,43%).
Le società di capitali unipersonali
Società di
capitali con
socio unico
30.06.05 31.12.07 31.12.10 31.12.14 31.12.16
Società per
azioni con
socio unico
(non cessate)
(% sul totale
delle non
cessate)
5.207
(8,49%)
6.414
(10,84%)
7.182
(12,83%)
6.406
(14,49%)
5.259
(12,85%)
Società a
responsabilità
limitata con
socio unico
(non cessate)
(% sul totale
delle non
cessate)
67.341
(6,43%)
106.894
(9,19%)
163.860
(12,54%)
205.548
(14,31%)
183.134
(11,86%)
Fonte: Osservatorio delle Società e delle Imprese
Il terzo settore, i sistemi alternativi di
governance societaria e le modalità di
affidamento del controllo contabile
Anche il terzo settore si mostra in crescita
(di quasi il 40%), in particolare per le
associazioni e fondazioni, che
complessivamente considerate sono
quasi raddoppiate nell’orizzonte
temporale considerato. Tali dati
sembrano suggerire come, per certi versi,
la crisi economica possa aver
rappresentato un forte stimolo per il
settore del no-profit, rivelandone la natura
anticiclica.
Tra le novità di maggiore interesse
introdotte dalla Riforma vi è poi la
possibilità, in capo alle SpA, di adottare
sistemi di governance alternativi al
tradizionale, quali il modello monistico e il
modello dualistico. Nonostante tale
istituto fosse inizialmente una delle novità
tra le più rilevanti, le evidenze di lungo
periodo, che mostrano un’incidenza
percentuale sulle non cessate ancora
sotto l’1% del totale (0,58%), confermano
lo scarso appealing di tali modelli, scelta
ancora molto marginale nel tessuto
societario italiano.
La riforma ha inoltre previsto la possibilità
per le SpA non quotate e le Srl di affidare
il controllo contabile al revisore esterno
senza che vi siano presupposti normativi di
carattere obbligatorio. Le evidenze in
letteratura mostrano, infatti, come tale
istituto possa essere adottato da società
per azioni non quotate anche per
contrastare il noto fenomeno dell”earning
manipulation”.
Evidenze empiriche su dati al 2016 rivelano
però come tale istituto sia ancora
piuttosto marginale nel contesto
societario italiano, anche se in crescita, sia
per le SpA, sia per le Srl. L’affidamento del
controllo contabile al collegio sindacale
rimane pertanto ancora, su dati 2016, una
scelta fortemente radicata nella
tradizione italiana.
Il tema della direzione e coordinamento
L’indagine ha poi approfondito il tema
della direzione e coordinamento
nell’ambito dell’applicazione dell’art.
2497 e seguenti del codice civile. Tale
tema esamina dati che costituiscono un
patrimonio informativo di estrema
rilevanza nel contesto italiano, peculiarità
solo domestica in quanto all'estero
inesistente e come tale costituisce un
filone di ricerca sicuramente interessante
in tema di gruppi di imprese.
La numerosità delle società,
complessivamente considerate (SpA ed
Srl), che dichiarano di essere soggette ad
attività di direzione e coordinamento da
parte di un altro soggetto giuridico si
mostra in forte crescita (pari a circa il 67%),
principalmente guidata dal numero delle
Srl che nell’orizzonte considerato sono
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
15
raddoppiate in termini assoluti. Tali
evidenze acquisiscono maggiore
significatività alle luce del numero delle
società che invece esercitano attività di
direzione e coordinamento, aumentate,
in termini assoluti di circa l’80%, e costituite
per circa il 30% di SpA e per circa il 63% di
Srl (dati al 31 dicembre 2016).
Tali evidenze inducono però a
considerare con estrema attenzione la
parte residuale di tali soggetti, che
rappresentano meno del 10% del totale, e
che racchiudono altre tipologie di
soggetti giuridici quali ad esempio
fondazioni e associazioni, ma anche enti
morali e religiosi.
L’attività di direzione e coordinamento
Tipologia
societaria 20.07.05 31.12.07 31.12.10 31.12.14 31.12.16
Totale dei
soggetti
giuridici che
esercitano
direzione e
coordinamento
15.039 20.273 23.614 26.119 27.277
Totale delle
società
sottoposte ad
attività di
direzione e
coordinamento
25.096 33.594 38.036 40.840 41.921
Fonte: Osservatorio delle Società e delle Imprese
Le strutture proprietarie e temi di
governance
Il tema degli assetti proprietari è un tema
che sta assumendo sempre maggiore
rilevanza e interesse all’interno del
dibattito accademico degli studi di
finanza aziendale e di corporate
governance. I primi risultati, su dati
aggiornati al 2016, confermano evidenze
fortemente radicate nel contesto italiano
di strutture proprietarie (sia per le SpA non
quotate che per le Srl) fortemente
concentrate. Circa il 50% delle società per
azioni del campione non ha più di tre
azionisti, percentuale che sale oltre l’80%
se si tratta di società a responsabilità
limitata.
La numerosità degli azionisti e dei soci nelle
S.p.A e nelle S.r.l. (31 dicembre 2016)
Forma
giuridica
Numerosità degli azionisti /soci (X)
1<X<3 4<X<5 6<X<9 X>10
Società per
azioni
(Quota% sul
totale)
14.775
(49,58%)
5.765
(19,34%)
4.281
(14,37%)
4.980
(16,71%)
Società a
responsabilità
limitata
(Quota% sul
totale)
1.064.036
(83,36%)
148.958
(11,67%)
47.146
(3,69%)
16.356
(1,28%)
Fonte: Osservatorio delle Società e delle Imprese
Se osserviamo le percentuali di possesso in
capo al primo o ai primi tre azionisti/soci si
rilevano evidenze che confermano tale
radicato trend: nel 54% delle SpA il primo
azionista detiene più del 50% del capitale,
mentre nel 66% delle SpA oltre l’80% del
capitale è in possesso dei primi tre
azionisti, percentuali che salgono
rispettivamente al 57% delle Srl nel caso di
primo socio che detiene più del 50% del
capitale e al 75% delle Srl in cui oltre l’80%
del capitale è in possesso dei primi tre soci.
Percentuali di possesso primo azionista e
primi tre azionisti (Spa) (31 dicembre 2016)
Percentuali di possesso degli azionisti
Quote di possesso del primo azionista
0%-10% 11%-20% 21%-33% 34%-50% 51%-80% >80%
SPA 1,16% 5,62% 13,81% 23,48% 26,94% 28,99%
Quote di possesso dei primi tre azionisti
0%-10% 11%-20% 21%-33% 34%-50% 51%-80% >80%
SPA 0,42% 0,66% 1,72% 5,82% 25,55% 65,83%
Fonte: Osservatorio delle Società e delle Imprese
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
16
Percentuali di possesso primo socio e primi
tre soci (Srl) (31 dicembre 2016)
Percentuali di possesso dei soci
Quote di possesso del primo socio
0%-10% 11%-20% 21%-33% 34%-50% 51%-80% >80%
SRL 0,20% 1,93% 9,44% 31,61% 23,14% 33,69%
Quote di possesso dei primi tre soci
0%-10% 11%-20% 21%-33% 34%-50% 51%-80% >80%
SRL 0,08% 0,17% 0,58% 2,34% 21,78% 75,06%
Fonte: Osservatorio delle Società e delle Imprese
Infine sono stati analizzati dati innovativi e
che mostrano un elevato contenuto
informativo relativi al numero di operazioni
societarie riguardanti le SpA e le Srl in
Italia. Si tratta di dati per la prima volta
completi e di carattere annuale. In linea
generale emerge, però, l’idea di un
declino del tessuto societario italiano, con
qualche differenza tra le diverse
categorie.
Nel 2016 circa l’11% delle SpA e poco più
del 17% delle Srl non cessate ha intrapreso
operazioni societarie, con maggiori
operazioni legate a cancellazioni,
situazioni di crisi e liquidazioni sia per le SpA
sia per le Srl (1.185 cancellazioni per le SpA
e 53mila per le Srl, 1.132 situazioni di crisi
per le SpA e 23mila per le Srl, liquidazioni
per 565 SpA e 77mila Srl). Il numero di
iscrizioni riguardano invece solo poco più
dell’1% delle SpA e poco meno del 7%
delle Srl non cessate.
Fondo Centrale di garanzia per le PMI:
istituita la sezione speciale “Resto al Sud”
Presso il Fondo Centrale di garanzia è stata
istituita una nuova sezione speciale
destinata alla concessione della garanzia
del Fondo sui prestiti bancari concessi
nell'ambito della misura agevolativa
denominata "Resto al Sud".
La suddetta misura prevede l’erogazione
di un finanziamento a favore dei soggetti
beneficiari così suddiviso: 35% come
contributo a fondo perduto erogato da
Invitalia; 65% sotto forma di prestito a tasso
zero, concesso dagli istituti di credito
convenzionati.
Attraverso la Sezione Speciale “Resto al
Sud”, il Fondo interviene limitatamente alla
quota del finanziamento costituita dal
prestito bancario, prevedendo una
modalità di accesso facilitata. In
particolare, la garanzia viene concessa:
a titolo gratuito;
con priorità nell'istruttoria e nella
presentazione al Consiglio di Gestione;
senza valutazione del soggetto
beneficiario da parte del Gestore del
Fondo, sulla base delle risultanze
dell'istruttoria condotta da lnvitalia;
senza l'obbligo di verifica da parte dei
soggetti richiedenti di eventi
pregiudizievoli, crediti scaduti, incaglí o
sofferenze in capo al soggetto
beneficiario finale prevista per le altre
operazioni dai Criteri di ammissione a
procedure di valutazione semplificate
di cui alla parte Vl delle Disposizioni
operative.
La copertura della Sezione Speciale “Resto
al Sud” è pari all'80% del prestito concesso
dal soggetto finanziatore nel caso di
garanzia diretta e all'80% dell'importo
garantito dal soggetto garante, a
condizione che la garanzia rilasciata dallo
stesso non superi la percentuale massima di
copertura dell'80%, nel caso di
controgaranzia.
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
17
Industria 4.0: gli
incentivi regionali
per gli investimenti
M. Bortoli, GFinance Srl
Le Regioni hanno messo in campo propri
strumenti di agevolazione al fine di
supportare le imprese nel processo di
adeguamento tecnologico verso il
modello di Impresa 4.0.
Si tratta di misure di particolare interesse
perché possono cumularsi con gli incentivi
previsti a livello nazionale, in particolare
con la disciplina dell’iperammortamento,
andando quindi a rendere ancora più
vantaggiosi gli acquisti in macchinari e
software sostenuti nel corso del 2018.
Fra le prime amministrazioni ad intervenire
vi è la Lombardia che ha avviato nel 2017
un nuovo bando, “Al Via”, finalizzato a
sostenere gli investimenti delle pmi. Lo
strumento ha riscosso fin da subito grande
interesse da parte degli imprenditori: a
fine novembre erano già state presentate
oltre 190 domande per un ammontare di
circa 120 milioni di euro di fondi richiesti.
Lo scorso dicembre sono inoltre state
lanciate due differenti iniziative a favore
della promozione di nuovi investimenti: il
Bando per il riposizionamento competitivo
delle pmi della Regione Veneto, e il Fondo
Eureca, promosso congiuntamente da
Regione-Emilia Romagna e Cassa Depositi
e Prestiti.
Vediamo nel dettaglio i tre strumenti
regionali, le caratteristiche
dell’agevolazione e quali spese
consentono di finanziare.
Bando Al Via - Regione Lombardia
Il bando “Al Via” (Agevolazioni Lombarde
per la Valorizzazione degli Investimenti
Aziendali) è aperto alle piccole e medie
imprese, con sede in Lombardia,
operative da almeno 2 anni e attive nei
settori manifatturiero, costruzioni, trasporti,
servizi alle imprese e agromeccanico.
Consente di finanziare progetti di
ammodernamento e ampliamento
produttivo, nonché il rilancio delle aree
produttive dismesse.
Possono ad esempio essere finanziati con
il Bando “Al Via” i costi sostenuti per
l’acquisto di macchinari, impianti e
attrezzature (anche usati), arredi,
hardware e software, l’acquisizione di
marchi, brevetti e licenze, la realizzazione
di opere murarie e di impiantistica.
Le spese devono essere comprese tra
53mila euro e 3 milioni di euro per la linea
sviluppo aziendale, e fino a 6 milioni di
euro per la linea rilancio aree produttive.
L’agevolazione è particolarmente
interessante perché copre fino al 100%
delle spese ammissibili: prevede una
quota di contributo a fondo perduto (fino
al 15%) e una quota come finanziamento
a medio lungo termine (fino all’85%). Si
abbina, inoltre, a una garanzia gratuita.
E’ prevista una premialità in termini di
contributo per i progetti che presentano
una delle seguenti caratteristiche:
rientrano nel piano manifattura 4.0 (di cui
alla legge regionale n. 26/2015);
Milano, Pinacoteca di Brera
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
18
presentano alta capacità aggregativa
(dimostrata mediante l’appartenenza a
un contratto di rete); comprendono
l’implementazione di sistemi di
certificazione ambientale delle
organizzazioni, dei processi produttivi e/o
dei prodotti; sono realizzati da soggetti
richiedenti sviluppati sull’area espositiva
“Expo”.
Le domande possono essere presentate a
sportello fino ad esaurimento fondi; la
valutazione segue l’ordine cronologico di
arrivo.
La dotazione finanziaria disponibile
ammonta a oltre 300 milioni di euro.
Bando Riposizionamento competitivo -
Regione Veneto
Il Veneto sostiene con un bando da 11,5
milioni di euro i progetti di investimento per
il riposizionamento competitivo delle
imprese sul modello Industria 4.0.
L’intervento finanzia gli investimenti in
attivi materiali e immateriali per installare
un nuovo stabilimento, ampliare uno
stabilimento esistente, diversificare la
produzione di uno stabilimento mediante
prodotti nuovi aggiuntivi o trasformare
radicalmente il processo produttivo
complessivo di uno stabilimento esistente.
Tutti gli investimenti devono essere in ogni
caso finalizzati all’innovazione di processo
e/o dell’organizzazione.
Rientrano, fra le spese ammesse,
l’acquisto di: beni strumentali controllati
da sistemi computerizzati o gestiti tramite
opportuni sensori e azionamenti; sistemi
per l'assicurazione della qualità e della
sostenibilità, dispositivi per l'interazione
uomo macchina e per il miglioramento
dell'ergonomia e della sicurezza del posto
di lavoro in logica 4.0; software, sistemi e
system integration, piattaforme e
applicazioni connessi a investimenti in
beni materiali Industria 4.0.
Il bando prevede la concessione di
contributi a fondo perduto fino a 200mila
euro per progetto, a copertura del 20%
dei costi ammissibili a favore delle micro e
piccole imprese e del 10% a favore delle
medie imprese.
L’iniziativa è rivolta alle piccole e medie
imprese, sia singolarmente che in
aggregazione, purché appartenenti a
distretti o reti regionali.
Le domande possono essere presentate
fino al prossimo 8 febbraio 2018.
Fondo Eureca – Emilia-Romagna
Il Fondo Eureca nasce dall’accordo tra
Cassa Depositi e Prestiti e la Regione Emilia
Romagna e prevede la creazione di una
piattaforma, con risorse miste CDP (30%) e
Regione (70%), per garantire i portafogli di
garanzie dei confidi ai finanziamenti
concessi alle PMI emiliano – romagnole.
Il Fondo servirà in particolare a supportare
le imprese per investimenti in macchinari,
impianti e beni intangibili (capitale
umano, regole e immagine delle
aziende).
La Regione si propone, da una parte, di
facilitare le aziende nel processo di
accesso al credito e, dall’altra, di
potenziare il sistema delle garanzie
pubbliche per aumentare le risorse messe
a disposizione delle imprese.
Si attende ancora di conoscere i dettagli
dell’agevolazione e le modalità di
partecipazione.
Bari, veduta dall’alto
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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Incentivi regionali vs Nuova Sabatini
Le agevolazioni regionali descritte sono
tutte cumulabili con la disciplina
dell’iperammortamento, come già detto,
ma sono invece alternative rispetto alla
Nuova Sabatini, la legge nazionale che
finanzia l’acquisto di beni strumentali.
Risulta quindi opportuno fare un’attenta
analisi delle soluzioni agevolate a
disposizione per l’acquisto di macchinari
4.0, che tenga conto non solo della
possibilità di massimizzare i contributi a
fondo perduto e agevolazioni fiscali, ma
anche della copertura finanziaria
dell'operazione.
Vediamo un esempio pratico
confrontando gli incentivi previsti dal
Bando Al Via e dalla Legge Sabatini.
Mettiamo il caso di una piccola impresa
con un investimento complessivo di 1
milione di euro in macchine 4.0.
Al Via Sabatini
Macchinari
4.0
€ 1.000.000 € 1.000.000
Totale Spese
ammesse
€ 1.000.000 € 1.000.000
Importo del
finanziamento
€ 850.000 € 1.000.000
Importo del
contributo
€ 150.000 € 100.923
In termini di contributo a fondo perduto
risulta vantaggioso il bando “Al Via”.
Dal punto di vista della copertura
finanziaria risulta invece meno evidente
l’intervento migliore dipendendo dalle
esigenze specifiche.
Il bando “Al Via” prevede un
finanziamento con una durata compresa
tra un minimo di 3 anni e un massimo di 6
anni (incluso l’eventuale
preammortamento) a copertura parziale
dell’investimento. Il finanziamento è
erogato per una quota compresa tra il
20% e il 70% alla sottoscrizione del
contratto di finanziamento, mentre la
restante quota sarà erogata alla
conclusione dell’investimento. E’ prevista
una garanzia pubblica regionale gratuita
con i seguenti limiti, tra loro cumulativi: a)
nel limite del 70% dell’importo di ciascun
finanziamento; b) nel limite del 22,5%
dell’importo dei finanziamenti concessi da
ciascun soggetto finanziatore nell’ambito
dell’Iniziativa.
Il bando Sabatini prevede un
finanziamento con durata massima di 5
anni (incluso l’eventuale
preammortamento) a copertura totale
dell’investimento. L’intero finanziamento
deve essere erogato in un’unica soluzione
entro trenta giorni dalla stipula del
contratto di finanziamento. E’ prevista la
garanzia pubblica del Fondo di garanzia
a copertura dell’80% del finanziamento.
Legge di Bilancio 2018: modifica alla
tassazione degli interessi su investimenti
sulle piattaforme di crowdlending
La Legge di Bilancio 2018 ha modificato la
tassazione degli interessi provenienti da
investimenti sulle piattaforme di
crowdlending.
La tassazione ad aliquota marginale Irpef in
vigore fino al 31 dicembre 2017 viene
sostituita da una ritenuta alla fonte a titolo
d’imposta nella misura del 26%.
A partire da gennaio 2018, gli interessi
maturati verranno, quindi, tassati con
un’aliquota fissa del 26%, a titolo di
imposta. Non sarà quindi più necessario
alcun adempimento aggiuntivo da parte
dell’investitore.
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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Il lancio di una campagna
di crowdfunding…due
chiacchiere con
Giorgio Favaretto
“Rhevo Cycling
Project”
A cura di J. Matta, ItaliaCrowdfunding
Salute, comodità, economia sono alcuni
dei fattori che fanno della bicicletta uno
dei mezzi più utilizzati al mondo.
Giorgio Favaretto, appassionato di
ciclismo, si è rivolto al crowdfunding per
finanziare lo sviluppo del progetto “Rhevo
Cycling Project”, di cui è responsabile
tecnologico. Grazie ad una raccolta di
11.618 euro, ottenuta dal supporto di
Postapay crowd e 74 sostenitori, ha potuto
avviare la produzione e
commercializzazione di telai per track-
bikes e fixed-gear bikes.
Scopriamo di cosa si tratta e come è stata
realizzata la campagna di crowdfunding.
Come è nata l’idea di far nascere “Rhevo
Cycling Project”?
Rhevo Cycling Project nasce dalla
passione per il ciclismo e da 20 anni di
esperienza e agonismo in questo sport.
Diversi viaggi in giro per l’Europa e gli Stati
Uniti ci hanno ispirati per creare qualcosa
che ancora non esisteva nel mercato al
quale ci rivolgiamo, quello delle track-
bikes e fixed-gear bikes.
Parlaci di “Rhevo Cycling Project”
Il ciclismo è uno sport in continua
evoluzione e noi ci rivolgiamo, per ora,
soprattutto alle specialità Pista e ai
Criterium per bici a scatto fisso.
Progettiamo, infatti, telai per track-bikes e
fixed-gear bikes. Per chi non lo sapesse,
sono biciclette con geometrie più estreme
e aerodinamiche, prive di cambio e di
impianto frenante che si rivolgono a
particolari competizioni svolte in
velodromi e circuiti cittadini.
Grazie a studi biomeccanici applicati a
elettromiografia degli arti inferiori che ho
svolto per redigere la mia tesi di laurea
sperimentale in Scienze e Tecniche
Avanzate dello Sport, abbiamo
progettato un telaio con geometrie in
grado di incrementare le prestazioni degli
atleti che praticano queste discipline.
Abbiamo voluto portare questa disciplina
ad un livello superiore, fornendo un
prodotto capace di regalare emozioni
vere durante le competizioni in pista o
circuito.
Perché vi siete rivolti al crowdfunding per
finanziare il tuo progetto?
Ci siamo rivolti al crowdfunding perché ci
è sembrata un’ottima soluzione per
finanziare la produzione iniziale del nostro
prodotto e per iniziare a
commercializzarlo.
Il crowdfunding è un po’ come una prova
diretta sul campo e i suoi vantaggi sono
che non bisogna passare dai rigidi criteri
delle banche per l’erogazione di un
finanziamento e se non va a buon fine si
può imparare dagli errori commessi senza
rimetterci troppo.
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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Quali sono i fattori principali per una
campagna crowdfunding di successo?
Per una campagna crowdfunding di
successo, come primo step, è importante
avere una buona idea.
Saperla comunicare agli altri, però, è la
cosa fondamentale.
La fase di preparazione va da un minimo
di 2 mesi ad un massimo di 6/7, ma tutto
dipende da cosa si vuole ottenere, da
qual è il goal stabilito e a quale
piattaforma crowdfunding ci si rivolge.
A mio avviso, si inizia con la creazione di
una rete di comunicazione solida
attraverso i maggiori canali social media,
cercando i sostenitori nelle cerchie più
strette di amici e conoscenti. Se il lavoro di
comunicazione è fatto bene saranno poi
gli altri a diffondere il tuo messaggio.
Bisogna utilizzare ogni mezzo o contatto in
proprio possesso per arrivare a giornali,
media o radio locali.
Bisogna lavorare preventivamente, è
questo che fa la differenza.
Prima di avviare la campagna su Eppela
abbiamo coinvolto persone direttamente
interessate a sostenere il progetto in
qualità di sponsor che hanno fornito il loro
supporto fin da subito.
Abbiamo instaurato un rapporto di fiducia
e loro hanno capito il valore del nostro
progetto.
Perché è stata scelta Eppela come
piattaforma?
Eppela è una piattaforma molto snella e
con questo intendo che è di facile utilizzo
per tutti, soprattutto per quelli che si
approcciano al crowdfunding per la
prima volta.
Hanno uno staff sempre disponibile a
risolvere qualsiasi problema tramite mail o
telefono.
Noi non abbiamo riscontrato nessun
disguido durante la campagna ma
anche quando si trattava di semplici
aggiornamenti o informazioni, la
comunicazione con lo staff di Eppela è
stata diretta e amichevole e, aspetto da
non sottovalutare, in Italiano!
Siglata convenzione tra il Dipartimento
Politiche Europee e Unioncamere per
rafforzare le PMI nell'UE
Il Dipartimento per le Politiche Europee
della Presidenza del Consiglio dei Ministri e
Unioncamere hanno siglato una
convenzione volta a promuovere la
diffusione e la conoscenza a livello locale e
nazionale delle politiche e delle tematiche
europee.
L'intesa in concreto potrà contribuire a
favorire iniziative per rendere sempre più
efficaci gli Sportelli Unici per le Attività
Produttive (SUAP), i punti unici di accesso
delle imprese alla pubblica
amministrazione per tutti i procedimenti
amministrativi riguardanti l'avvio e lo
svolgimento di una determinata attività
economica. Sono, inoltre, previste
iniziative, eventi e campagne informative e
formative per accrescere la conoscenza,
anche presso le piccole e medie imprese,
delle opportunità del mercato unico e
delle politiche e tematiche europee.
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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Cosa hai provato quando hai realizzato
che la campagna ha avuto successo?
Quando la tua campagna termina con
successo non puoi che essere felice e
soddisfatto.
Significa che è stato fatto un buon lavoro.
Non sono mancati gli errori da parte
nostra, certo, è stata la nostra prima
campagna e anche se abbiamo cercato
di affrontarla nel migliore dei modi
qualcosa ci è sfuggito: tutto bagaglio per
la prossima volta.
Ti rivolgeresti ancora al crowdfunding in
futuro?
Assolutamente sì, come ho detto Eppela è
stato un po’ il trampolino di lancio e grazie
a questo abbiamo potuto imparare cose
che nemmeno immaginavamo. I prossimi
crowdfunding li affronteremo sicuramente
con strategie meglio studiate ed evitando
alcuni errori e mancanze.
Che consiglio dareste a chi decide di
finanziare il proprio progetto con il
crowdfunding?
Il consiglio che io e il team di Rhevo
Cycling Project ci sentiamo di dare a chi
decide di intraprendere una campagna
di crowdfunding è sicuramente quello di
non scoraggiarsi se questa non dovesse
andare a buon fine. Molte volte non è il
prodotto o l’idea a non essere
promettente ma, come dicevo prima,
potrebbe essere sbagliato il modo di
comunicare.
In Italia non c’è molto la cultura del
“fallimento” che all’estero è vista come
un’opportunità per imparare, quindi
ribadisco che il nostro consiglio è quello di
non gettare mai la spugna, se si è convinti
del proprio progetto bisogna un po’
…perseverare.
Qual è il tuo pensiero sul crowdfunding?
Penso che il crowdfunding sia
sottovalutato nel nostro paese. Ci sono
piattaforme statunitensi che generano
numeri stratosferici solo perché la cultura
è diversa e “investire” in un progetto è
qualcosa di assolutamente normale.
Gli italiani non hanno il culto del rischio e
questo ci porta ad essere più titubanti nel
fare una donazione, anche se piccola, ad
un progetto pubblicato su una
piattaforma di crowdfunding.
Patent Box: novità sulla tassazione
agevolata
È in via di pubblicazione in GU il decreto
firmato dal Ministro dello Sviluppo
Economico Carlo Calenda e dal Ministro
dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo
Padoan di revisione del regime opzionale
di tassazione agevolata dei redditi
derivanti dall’utilizzo di taluni beni
immateriali (Patent Box).
Il provvedimento è stato emanato in
attuazione degli impegni assunti dall’Italia
in sede Ocse e prevede l’esclusione dei
marchi d’impresa dall’ambito oggettivo di
applicazione del beneficio con riferimento
alle opzioni esercitate successivamente al
31 dicembre 2016.
Nello stesso provvedimento sono dettate,
inoltre, disposizioni volte a salvaguardare le
opzioni sui marchi d’impresa esercitate in
precedenza, che restano efficaci per
cinque anni, comunque non oltre il 30
giugno 2021, senza possibilità di rinnovo alla
scadenza.
Infine, sempre con riferimento ai marchi, la
disposizione regola lo scambio spontaneo
d’informazioni con i Paesi terzi membri
dell’Inclusive Framework on Beps con i
quali è in vigore uno strumento giuridico
internazionale che lo consente.
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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La corporate
governance come
antidoto alla crisi
L. Ponti e V. Roggiani, PeR consulting
Corporate governance e crisi di impresa
potrebbero sembrare argomenti
all’apparenza distanti e riferiti a differenti
momenti di vita dell’impresa.
Il tema dei sistemi di governo delle
imprese viene generalmente collegato a
due tipologie di imprese: le società di
capitali quotate e le istituzioni finanziarie
per le quali, in questo ambito, è
determinante la normativa di settore; il
riferimento più diffuso, quindi, è al ristretto
mondo delle eccellenze e dei sistemi
avanzati.
La diffusione del tema del “buon
governo” tra le imprese di dimensione
minore rileva sia a livello economico
come sostegno al frammentato tessuto
delle imprese italiane, sia a livello giuridico
attraverso le nuove norme che
potrebbero prossimamente entrare in
vigore con l’attesa riforma della Legge
Fallimentare.
Dal punto di vista economico, la
sensibilizzazione ai temi della corporate
governance produrrebbe l’indubbio
vantaggio di favorire l’evoluzione del
tessuto economico italiano dove le
aziende di piccole e medie dimensioni
(10-249 addetti) impiegano il 32,9% degli
addetti e contribuiscono per il 38,4% al
valore aggiunto nazionale. L’incidenza sul
PIL delle società non quotate italiane è
infatti maggiore rispetto a qualsiasi altro
Paese europeo22.
22 Dati pubblicati dall’Osservatorio sull'Eccellenza
dei Sistemi di Governo in Italia di The European
House Ambrosetti – 2017.
Promuovere la trasparenza e la diffusione
di informazioni consentirebbe alle PMI di
essere maggiormente apprezzate dagli
stakeholders (banche, fornitori, clienti,
dipendenti), di focalizzare l’attenzione di
investitori disponibili ad investire capitale,
di rendere maggiormente attraente
l’azienda anche per i mercati esteri e, in
ultima analisi, di orientare le imprese a
sviluppare i requisiti per una futura
quotazione.
Ed infatti, a sostegno di questa visone, vi è
stata di recente la proposta di un Codice
di Autodisciplina per le società a controllo
familiare non quotate, ad adesione
volontaria, promosso a maggio 2017 da
Aidaf - Associazione Italiana delle Aziende
Familiari.
Dal punto di vista legislativo, è intervenuto
direttamente il legislatore con la sua
Commissione di esperti attraverso gli
schemi dei decreti legislativi di attuazione
della legge delega n. 155 del 19 ottobre
2017, la cosiddetta e attesa “Riforma della
Legge Fallimentare” che prevede altresì
alcune modifiche al Titolo II del Libro V del
Codice Civile.
Tra queste, è prevista la modifica dell’art.
2086 che vedrà passare la propria rubrica
da “Direzione e gerarchia nell'impresa” a
“Gestione dell’impresa”, con
l’attribuzione di una maggiore enfasi ai
temi della gestione aziendale e ai doveri-
responsabilità degli amministratori, con
specifico richiamo ai temi propri della
corporate governance.
La norma di cui al novellato art. 2086 c.c.
sarà infatti incentrata sul dovere
dell’imprenditore (e quindi degli
amministratori) di predisporre assetti
amministrativi, organizzativi e contabili
adeguati sia per la buona gestione
dell’impresa in bonis, sia per la tempestiva
rilevazione della crisi di impresa e della
perdita della continuità aziendale; questo
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
24
con la finalità di adottare prontamente
uno degli strumenti di risoluzione della crisi
di impresa a favore del recupero della
continuità aziendale.
L’articolo 4 dell’approvando Codice della
Crisi e dell’Insolvenza (questo il nuovo
nome della Legge Fallimentare) prevedrà
quale dovere dell’imprenditore quello di
“assumere le obbligazioni in modo
prudente e proporzionato alle proprie
capacità patrimoniali”.
Trattasi questo di un vero e proprio criterio
gestorio che immediatamente rimanda al
tema della business judgment rule ai fini
delle decisioni degli amministratori per le
imprese in bonis e al tema della
conservazione di impresa per le aziende in
crisi ai fini della tutela dei creditori.
Il riferimento alle capacità patrimoniali
porta poi a ragionare sul tema della sotto
patrimonializzazione di molte imprese, con
importanti riflessi sul piano delle
responsabilità.
John Fitzgerald Kennedy sosteneva che “il
momento di riparare il tetto è mentre il sole
sta splendendo”.
L’origine della crisi di impresa viene
solitamente ricondotta a temi legati al
business e alla mancanza di risorse
finanziarie adeguate per il mantenimento
della continuità aziendale, con una
amnesia sul fatto che i mancati risultati
discendono in prima battuta da errate o
non compiute scelte da parte degli
amministratori/dell’imprenditore.
Se l’azienda non funziona dall’alto (e
quindi, per dirla con Kennedy, ha il tetto
rotto), è da lì che deve essere riparata e
la manutenzione va effettuata prima che
vada via il sole. Quando ormai si è
scatenata la tempesta e i creditori
bussano alla porta, le linee di credito sono
esaurite e i fornitori non garantiscono più
la consegna delle merci, lì allora è troppo
tardi e la continuità aziendale potrebbe
irrimediabilmente essere stata
compromessa.
Spesso, nell’attività di affiancamento
all’impresa in crisi risulta come
l’ingovernabilità dell’azienda sia
determinata da seconde generazioni in
lotta tra loro, da amministratori non
adeguati al ruolo e spesso presenti in
consiglio per effetto di parentele o
amicizie, da passaggi generazionali non
gestiti e dalla mancanza di piani di
successione al governo dell’azienda.
Condurre un’azienda significa avere una
chiara visione degli obiettivi aziendali e
delle proprie responsabilità per le scelte
che vengono effettuate. Un consiglio di
amministrazione litigioso o non
consapevole e distratto rispetto alla
conduzione aziendale non può che
portare l’azienda verso la tempesta.
Riprendendo quanto riportato nel Codice
di Autodisciplina per le società a controllo
familiare non quotate, “l’adozione di un
modello di governo societario evoluto,
ispirato a principi di bilanciamento dei
poteri e di rappresentanza degli interessi
dell’impresa nel rispetto di tutti gli interessi,
proprietari e non, nonché orientato a
garantire continuità e crescita aziendale,
dovrebbe caratterizzare una concezione
moderna di imprenditorialità sana e
responsabile”.
Questi concetti, uniti alla sempre buona
regola del “buon padre di famiglia” quale
figura ispiratrice di chi si pone alla guida di
un’azienda, dovrebbero costituire i punti
di riferimento per tutti gli imprenditori, a
prescindere dalla dimensione aziendale.
Fortunatamente non c’è nulla da
inventare; le buone regole del governo
societario sono già scritte e il Legislatore
ha già messo in atto i dovuti cambiamenti
legislativi.
Occorre quindi solo promuovere un
cambiamento culturale orientato al
miglioramento e indirizzato alle aziende in
bonis affinché si possano fornire loro tutti
gli strumenti volti a prevenire la crisi di
impresa e ad intervenire per tempo,
quando ancora è possibile approfittare
del sole per riparare il proprio tetto.
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
25
Gli eventi
Milano, 31 gennaio 2018: Tavolo giovani
#internazionale!
Il prossimo appuntamento del Tavolo
Giovani organizzato dalla Camera di
commercio di Milano MonzaBrianza Lodi è
previsto per il 31 gennaio e sarà taggato
#internazionale!
L’incontro si terrà nella splendida cornice
di Villa Reale di Monza e sarà incentrato
sulla cultura: giovani imprenditori
innovativi si confronteranno con esperti e
policy makers sulle nuove idee, luoghi e
protagonisti dell’innovazione culturale.
Nel corso dei lavori verrà illustrata alle
imprese presenti l’opportunità di
incontrare le piattaforme di crowdfunding
nell’ambito dello sportello curato dal
Consorzio Camerale per il credito e la
finanza.
Maggiori dettagli sull’iniziativa sono
disponibili sul sito:
http://tavologiovani.it/calendario-
incontri/tavolo-giovani-internazionale--.kl
Milano, 31 gennaio 2018: La
predisposizione del business plan
L’incontro, organizzato dal Consorzio
Camerale per il credito e la finanza, in
collaborazione con la Camera di
commercio di Milano MonzaBrianza Lodi e
IBS Consulting & ACF, ha l’obiettivo di
fornire agli imprenditori una metodologia
efficace per migliorare la
programmazione e la comunicazione
finanziaria.
La partecipazione è gratuita e il
programma è disponibile sul sito del
Consorzio, alla pagina web:
http://www.consorziocamerale.eu/event
o/la-predisposizione-del-business-plan/
Milano, 8 febbraio e 7 marzo: Finanzia la
tua impresa
Il Consorzio Camerale, in collaborazione
con la Camera di commercio di Milano-
MonzaBrianza-Lodi, ha attivato il servizio
informativo FINANZIA LA TUA IMPRESA.
Nell’ambito di un incontro di gruppo i
partecipanti avranno l’opportunità di
approfondire i possibili strumenti di
finanziamento a disposizione per le
imprese.
A seguito dell’incontro, le persone
interessate potranno ricevere ulteriore
assistenza da parte della Camera di
commercio di Milano MonzaBrianza Lodi e
da esperti appositamente selezionati in
tema di accesso al credito e strumenti di
finanziamento.
Per maggiori informazioni:
http://servizionline.milomb.camcom.it/ev
enti/assistenza-specialistica-
orientamento-finanziario/28
Bari, 22 febbraio 2018: Roadshow “Insieme
per la cittadinanza economica”
Prosegue il roadshow “Insieme per la
cittadinanza economica” organizzato dal
Consorzio Camerale, in collaborazione
con Consob e Unioncamere. La prossima
tappa è in programma presso la Camera
di commercio di Bari il 28 febbraio.
L’incontro, organizzato in collaborazione
con la Camera di commercio, prevede
una prima parte di alfabetizzazione
finanziaria indirizzata a studenti e cittadini
e una seconda parte, a cui potranno
partecipare imprese e professionisti, di
approfondimento degli strumenti di
finanziamento disponibili sul mercato.
Il programma della giornata sarà
disponibile a breve sul sito del Consorzio
Camerale.
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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Milano, 28 febbraio 2018: accompagnare
le PMI alla quotazione su AIM Italia alla
luce delle nuove agevolazioni fiscali
L’iniziativa si inserisce nell’ambito
dell’accordo stipulato con la società IR
Top Consulting con l’obiettivo di
affiancare le PMI italiane in un percorso
verso la quotazione sul mercato AIM Italia.
Nel corso dell’incontro saranno illustrate le
opportunità che il mercato AIM di Borsa
Italiana offre alle imprese, a partire da una
fotografia del mercato e alla luce delle
novità normative introdotte a gennaio
2018 (credito di imposta sul 50% dei costi
per la quotazione fino a 500mila euro a
società).
Per maggiori informazioni è possibile
contattare il Consorzio Camerale, ai
riferimenti:
Tel. 02 85154264
Mail. [email protected]
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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Le pubblicazioni
Fondo Monetario Internazionale: World
Economic Outlook Update
Nell’aggiornamento del World Economic
Outlook, il Fondo monetario internazionale
ha alzato la stima di crescita dell’Italia e
ha previsto un’espansione dell’1,4% nel
2018 e dell’1,1% nell’anno successivo. Le
due stime sono migliorate rispettivamente
di 0,3 e 0,2 punti percentuali rispetto al
precedente “Weo” e il Fmi parla di «una
spinta più forte dalla domanda esterna» e
dall’export.
Per ulteriori approfondimenti:
http://www.imf.org/en/Publications/WEO
/Issues/2018/01/11/world-economic-
outlook-update-january-2018
Banca d’Italia: Bollettino Economico
Le proiezioni contenute nel primo
Bollettino Economico del 2018 redatto da
Banca d’Italia indicano un incremento del
PIL dell'1,4% nell’anno in corso e dell'1,2%
nel biennio 2019‑2020 dopo la crescita
dell’1,5% registrata nel 2017.
L’attività economica sarebbe sospinta
principalmente dalla domanda interna.
L'inflazione scenderebbe lievemente
quest'anno e tornerebbe poi a salire in
modo graduale. Tra i rischi, restano
rilevanti quelli che provengono dal
contesto internazionale e dall'andamento
dei mercati finanziari.
Prosegue inoltre il miglioramento della
qualità del credito in Italia. Nel trimestre
estivo, il flusso dei nuovi crediti deteriorati
sul totale dei finanziamenti, al netto dei
fattori stagionali, è sceso dal 2% del
trimestre precedente all'1,7%. Il calo
riflette la riduzione dello 0,5% per i prestiti
alle imprese (al 2,6%) e dello 0,2% per
quelli alle famiglie (1,2%). Nello stesso
periodo, per i gruppi bancari significativi è
ulteriormente diminuita l'incidenza dei
crediti deteriorati sul totale dei
finanziamenti, sia al lordo sia al netto delle
rettifiche di valore (rispettivamente dal
16,5 al 15,3% e dall'8,2 al 7,8%). La
riduzione, spiegano gli economisti, è in
larga parte riconducibile alla conclusione
di un'operazione di cessione di sofferenze,
già ampiamente svalutate, realizzata da
UniCredit.
Il bollettino è disponibile al link:
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni
/bollettino-economico/2018-1/boleco-1-
2018.pdf
Banca d’Italia: Banche e Monete
Nel mese di novembre i prestiti al settore
privato, corretti per tener conto delle
cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti
e cancellati dai bilanci bancari, sono
cresciuti dell’1,4% su base annua. I prestiti
alle famiglie, più in particolare, sono
cresciuti del 2,8%, mentre quelli alle
società non finanziarie sono aumentati
dello 0,3%. I depositi del settore privato
sono a loro volta aumentati del 4,6% su
base annua, mentre la raccolta
obbligazionaria è diminuita ancora del
16,3%.
Guardando agli andamenti dei tassi
d’interesse, i tassi sui prestiti erogati nel
mese di novembre alle famiglie per
l’acquisto di un’abitazione, comprensivi
delle spese accessorie, sono stati pari al
2,32% (2,37% il Taeg del mese
precedente), mentre i tassi per il credito al
consumo si sono fermati all’8,28%. Sul
fonte delle imprese, i tassi sui nuovi prestiti
alle società non finanziarie sono risultati
pari all’1,49%, mentre quelli sui nuovi
prestiti di importo fino a 1 milione di euro
sono stati pari al 2%, quelli sui nuovi prestiti
di importo superiore a tale soglia all’1,03%.
In volumi, quest’ultima categoria ha visto
erogati nel mese 16,5 miliardi. I tassi passivi
sul complesso dei depositi in essere sono
stati pari allo 0,39%.
E’ possibile consultare le statistiche alla
pagina web:
https://www.bancaditalia.it/pubblicazion
i/moneta-banche/2018-
moneta/statistiche_BAM_20180110.pdf
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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Consob: La presenza degli investitori
istituzionali non bancari nelle maggiori
società non finanziarie quotate europee
Il lavoro analizza i fattori che determinano
la partecipazione degli investitori
istituzionali non bancari nelle maggiori 100
società quotate in ciascuno dei cinque
paesi europei considerati (Francia,
Germania, Italia, Spagna e Regno Unito)
nel periodo 2010-2015.
Dall’indagine emerge che la presenza di
investitori istituzionali è correlata sia con
variabili macroeconomiche sia con le
caratteristiche delle singole imprese.
Tuttavia, i risultati variano in relazione alla
categoria di investitore istituzionale.
Considerando tutti gli investitori
istituzionali, l'analisi evidenzia l'impatto
statisticamente significativo di: crescita
del Pil (con effetto positivo) e crescita del
debito pubblico (negativo); inefficienza
del sistema legale (negativo); flottante sul
mercato (positivo); incremento del ROE
(positivo); leverage (negativo); presenza
di consiglieri indipendenti nel consiglio di
amministrazione (positivo).
Con particolare riferimento alla
governance societaria, talune
specificazioni suggeriscono anche un
effetto positivo riferibile alla presenza di
amministratori indipendenti e una
relazione inversa con la dimensione dei
consigli di amministrazione.
I risultati meno conclusivi relativi alle
categorie dei sovereign funds e degli
hedge funds vanno peraltro interpretati
alla luce della loro natura di investitori
rispettivamente strategici e
contrarian/speculativi. Ad esempio, la
presenza dei fondi sovrani e degli hedge
funds nel capitale delle società quotate,
che in alcune specificazioni risulta
inversamente correlata alla crescita
economica, sembrerebbe confermare
l'evidenza aneddotica da cui si evince
che tali investitori tenderebbero a
incrementare la loro quota di
partecipazione in fasi di recessione.
Il quaderno è disponibile al link:
http://www.consob.it/documents/46180/
46181/qdf86.pdf/21aaca6a-6a6b-42f4-
bed7-fd8620642f68
Ministero dello Sviluppo Economico: La
nuova modalità di costituzione delle
startup innovative
Secondo il rapporto trimestrale di
monitoraggio realizzato dal Ministero dello
Sviluppo Economico, in collaborazione
con Unioncamere e InfoCamere, al 31
dicembre 2017 sono 1.117 le startup
innovative costituite attraverso la nuova
modalità digitale e gratuita. Il tasso di
utilizzo tra le startup costituite nel 2017 è
pari al 39,6%.
Il rapporto mette in luce come nel solo
quarto trimestre del 2017 siano ben 246 le
imprese innovative costituite online.
Rispetto a dodici mesi fa, quando le
startup costituite online erano in tutto 180,
l’incremento è pari a 937 unità.
La regione capofila nell’adozione di
questa misura rimane la Lombardia, con
275 startup costituite online, di cui 181
localizzate nell’area di Milano, che è la
prima provincia in classifica e che, insieme
a Roma (115 startup) supera le 100 unità.
Secondo best-performer è il Veneto, che
raggiunge le 151 costituzioni online e
colloca ben tre province nella top-5
(Padova 3ª, Treviso 4ª e Verona 5ª,
seconde solo a Milano e Roma).
Per consultare il report:
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/im
ages/stories/documenti/6-rapporto-
trimestrale-nuova-modalita-costituzione-
startup-19_01_2018.pdf
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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Le consultazioni
pubbliche
Scadenza: 5 febbraio 2018
Schema di decreto interministeriale
previsto dal comma 5 dell’articolo 120-
quinquiesdecies del D.lgs. 1° settembre
1993, n. 385
Con l’obiettivo di acquisire valutazioni,
osservazioni e suggerimenti da parte dei
soggetti interessati, il Dipartimento del
Tesoro ha posto in consultazione lo
schema di decreto legislativo 21 aprile
2016, n. 72, recante attuazione della
direttiva 2014/17/UE in merito ai contratti
di credito ai consumatori relativi a beni
immobili residenziali nonché modifiche e
integrazioni del titolo VI-bis del decreto
legislativo 1° settembre 1993, n. 385 (di
seguito “TUB”), sulla disciplina degli agenti
in attività finanziaria e dei mediatori
creditizi e del decreto legislativo 13 agosto
2010, n. 141.
Il comma 5 del nuovo articolo 120-
quinquiesdecies stabilisce che con
decreto del Ministro dell’economia e delle
finanze, di concerto con il Ministro della
giustizia, sentita la Banca d’Italia, siano
dettate disposizioni di attuazione dei
commi 3 e 4 dello stesso articolo. Tali
commi prevedono, in sintesi, che le parti
di un contratto di credito, al momento
della conclusione dello stesso, in caso di
inadempimento del consumatore,
possano convenire espressamente che la
restituzione o il trasferimento del bene
immobile oggetto di garanzia reale o i
proventi della vendita del medesimo
bene comportano l'estinzione del debito,
con diritto all’eccedenza per il
consumatore se il valore dell’immobile o
l’ammontare dei proventi è superiore al
debito residuo; che il finanziatore non
possa condizionare la conclusione del
contratto di credito alla sottoscrizione
della clausola e che, qualora il contratto
di credito contenga la clausola, il
consumatore è assistito, a titolo gratuito,
da un consulente scelto dal consumatore
al fine di valutarne la convenienza.
Il provvedimento posto in consultazione è
consultabile al link:
http://www.dt.tesoro.it/it/consultazioni_p
ubbliche/decreto_interministeriale_22012
018.html
Scadenza: 26 febbraio 2018
Creazione di un contesto normativo
proporzionato per la quotazione delle PMI
Un obiettivo prioritario dell'iniziativa
dell'Unione dei mercati dei capitali (UMC)
della Commissione Europea è facilitare
l'accesso delle PMI ai finanziamenti
nell'arco del loro intero processo di
sviluppo. La revisione intermedia dell'UMC,
pubblicata nel giugno del 2017, ha reso il
progetto ancora più ambizioso,
incentrandolo maggiormente sulla
raccolta di capitali da parte delle PMI sui
mercati pubblici. Nello specifico, la
Commissione si è impegnata a valutare se
una modifica mirata delle norme dell'UE
potesse portare alla creazione di un
contesto normativo più propizio alle
offerte pubbliche iniziali delle PMI. La
consultazione aiuterà la Commissione a
individuare metodi per ridurre la
burocrazia e creare un contesto
favorevole per le PMI che desiderano
quotare le proprie azioni o obbligazioni sui
mercati di crescita per le PMI, senza
pregiudicare la tutela degli investitori e
l'integrità del mercato. Questa
consultazione pubblica verterà su tre
grandi categorie di questioni: cercherà di
capire come migliorare ulteriormente il
concetto di "mercato di crescita per le
PMI", creato dalla MiFID II; individuerà quei
settori in cui si potrebbero ridurre gli oneri
amministrativi gravanti sulle PMI quotate e
in cui alcuni cambiamenti normativi mirati
potrebbero aiutare a (ri)costruire i contesti
favorevoli agli scambi specifici per le PMI.
Per partecipare alla consultazione:
https://ec.europa.eu/info/consultations/fi
nance-2017-barriers-listing-smes_it
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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Scadenza: 28 febbraio 2018
Nuove linee guida ESMA sulle misure anti-
prociclicità
L’ESMA ha avviato una consultazione su
un progetto di linee guida volte a chiarire
le modalità di attuazione delle misure anti-
prociclicità previste per le controparti
centrali (CCP) dal Regolamento UE n.
648/2012 (Regolamento EMIR).
Ai sensi dell’articolo 41 del Regolamento
EMIR, le CCP controllano e, se necessario,
rivedono il livello dei loro margini in modo
da riflettere le attuali condizioni di
mercato tenendo conto dei potenziali
effetti prociclici di tali revisioni.
Per maggiori informazioni:
https://www.esma.europa.eu/sites/defau
lt/files/library/esma70-151-
1013_consultation_paper_for_guidelines_
on_apc_margin_measures.pdf
Scadenza: 28 febbraio 2018
Controllo dell'adeguatezza in merito alle
segnalazioni a fini di vigilanza
La Commissione Europea ha avviato una
consultazione con l’obiettivo di
raccogliere dati sui costi di conformità agli
obblighi di segnalazione a fini di vigilanza
esistenti a livello dell'UE (in vigore dalla fine
del 2016), nonché dati su coesione,
coerenza, efficacia, efficienza e valore
aggiunto per l'UE di tali obblighi. Nello
specifico, intende acquisire elementi di
prova concreti di tipo quantitativo su, ad
esempio, ogni tipo di investimento
necessario per adempiere agli obblighi di
segnalazione a fini di vigilanza, nonché
esempi specifici di obblighi di
segnalazione a fini della vigilanza
incoerenti, ridondanti o duplicati (ad es.
segnalazioni della stessa informazione
effettuate nell'ambito di contesti diversi o
indirizzate a diverse autorità di
supervisione e/o di regolamentazione).
Con lo sguardo rivolto al futuro, la
consultazione intende raccogliere
opinioni su possibili metodi di
semplificazione e ottimizzazione delle
segnalazioni a fini di vigilanza. I risultati
della consultazione contribuiranno quindi
alla creazione di possibili iniziative future
per migliorare la fruibilità e la coerenza
generale del quadro europeo di
segnalazione a fini di vigilanza con lo
scopo di aiutare le autorità a raggiungere
i propri obiettivi in modo più efficace ed
efficiente.
Maggiori informazioni su come
partecipare alla consultazione sono
disponibili alla pagina web:
https://ec.europa.eu/info/consultations/fi
nance-2017-supervisory-reporting-
requirements_it
Scadenza: 8 marzo 2018
Fondi dell’UE nel settore degli investimenti,
della ricerca e innovazione, delle PMI e
del mercato unico
La Commissione Europea ha avviato una
consultazione con l’obiettivo di
raccogliere i pareri di tutte le parti
interessate su come sfruttare al meglio
ogni euro del bilancio dell’UE.
Nel 2018 la Commissione presenterà,
infatti, delle proposte globali per la
prossima generazione di programmi
finanziari nell'ambito del quadro
finanziario pluriennale post-2020, che è il
bilancio a lungo termine dell’UE. Le
proposte della Commissione saranno
concepite in modo da permettere all'UE di
realizzare le cose che più contano, nei
settori in cui il suo intervento può risultare
più efficace rispetto all'azione dei singoli
Stati membri. A tal fine si renderà
necessaria un'attenta valutazione di quel
che ha funzionato e di quel che è possibile
migliorare in futuro.
E’ possibile partecipare alla consultazione
compilando il questionario disponibile al
link:
https://ec.europa.eu/info/consultations/p
ublic-consultation-eu-funds-area-
investment-research-innovation-smes-
and-single-market_it
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018
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Consorzio Camerale
per il credito e la finanza
Via Meravigli 9/B, Milano
Tel. 02 8515 4258
www.consorziocamerale.eu
Per maggiori informazioni e
approfondimenti circa i contenuti
della newsletter è possibile
contattare:
Ufficio Studi e Comunicazione
Tel. 02 8515 4264
Mail: [email protected]
Newsletter N. 82
Gennaio 2018
Hanno collaborato:
Anna Lambiase
Alessandro Scutti
Laura Pellegrini
Marco Bortoli
Giorgio Favaretto
Juri Matta
Lorena Ponti
Valentina Roggiani
Chiara Carzaniga