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A10 · successo è largamente letto ancor oggi, il romanzo Les Animaux dénaturés (1952), ......

Date post: 16-Sep-2018
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Flavia Conti

Le forme brevidella narrativa

di Vercors

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Copyright © MMXIVARACNE editrice int.le S.r.l.

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via Quarto Negroni, Ariccia (RM)

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: dicembre

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A Stéphanie, Musa inconsapevole

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Indice

Ringraziamenti

Prefazione

Capitolo IJean Bruller disegnatore e moralista

.. Alle soglie del corpus, – .. Tra silenzio e parola , –.. Verso la novella, – .. La scrittura del Journal, –.. Il secondo Journal, .

Capitolo IIIl narratore Vercors

.. Nomi falsi, vere identità. Da Jean Bruller a Vercors, – .. Il primo racconto di Vercors, – .. Gli altri rac-conti, – .. Tra testo e paratesto, – .. La praticaparatestuale nelle raccolte, .

Capitolo IIIAi confini del racconto

.. La questione del genere secondo Vercors, – .. Traracconto e biografia, – .. Tra racconto e saggio , –.. Tra récit e novella, – .. Racconti del fantastico edel meraviglioso, .

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Indice

Capitolo IVLe storie e la Storia

.. Alla conquista di un’etica, – .. Storie di morte, – .. Storie d’amore, – .. Il décor delle storie, –... Gli esterni, – ... Gli interni, – .. Narrati enarranti, .

Capitolo VLe voci dei racconti

.. Parola e voce, – .. La parola del personaggio, – .. Farsi e disfarsi della parola. Dal dialogo al mono-logo, – .. La parola del narratore, – .. L’Io(narrante) e l’Altro, .

Capitolo VIIl gioco intertestuale e intersemiotico

.. La biblioteca dei racconti, – .. Da Shakespearea Flaubert, – .. Ai confini della letteratura. La fia-ba popolare nei Contes des cataplasmes, – ... La Bê-te–à–sept–têtes, – ... Le Corps–sans–âme, –... Le donne dei Cataplasmes, – .. Oltre la letteratu-ra, – .. Scorie diegetiche e messa in abisso, .

Conclusione

Bibliografia

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Elenco delle figure

. Copertine degli album di Jean Bruller: (a)Visions intimes et rassurantes de la guerre;(b) Recettes pratiques de mort violente; (c)L’Enfer; (d) Le Mariage de Monsieur Lakonik.

. Copertina del diario di bordo di Jean Brul-ler. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. Pagina del diario di bordo di Jean Bruller.

. Immagine tratta dall’album Silences (Si-lence). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. Immagine tratta dall’album L’Enfer (Sep-tième damnation. Châtiment de la rechercheéternelle). . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. Immagine tratta dall’album La Danse desvivants (Le Confrère). . . . . . . . . . . . . .

. Immagine tratta dall’album La Danse desvivants (À la poursuite du néant ou le retoursur soi-même). . . . . . . . . . . . . . . . .

. Immagine tratta dall’album La Danse desvivants (Mutinerie à bord). . . . . . . . . .

. Immagine tratta dall’album Visions inti-mes et rassurantes de la guerre. . . . . . . .

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Ringraziamenti

Ringrazio gli eredi di Vercors, i figli Bertrand, François eJean–Louis Bruller, per aver generosamente messo a miadisposizione i loro archivi di famiglia e per avermi forni-to senza indugi l’autorizzazione necessaria a consultaremanoscritti e dattiloscritti di Jean Bruller / Vercors con-servati presso la Bibliothèque littéraire Jacques Doucet aParigi. Ringrazio, inoltre, per le attente notazioni e gli utilisuggerimenti dispensati, la Prof.ssa Giovanna Secchi, il cuisupporto rigoroso e paziente accompagna, ormai da anni,il mio cammino di ricerca.

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Mais les voici, ces notes ; et vous voyez, ellesne sont pas trop épaisses. Je n’en aurai doncpas pour trop longtemps à vous imposer lesupplice d’une lecture.

Vercors, Le Tigre d’Anvers

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Prefazione

Al di là del Silence de la mer

Molto rumore per un Silenzio

La produzione narrativa breve a cui è dedicato questostudio è opera di uno scrittore noto, innanzitutto, comeuomo della Resistenza intellettuale che contribuì, con le ar-mi non violente della cultura, alla liberazione della Franciadall’oppressione nazista. Vercors vive, infatti, ancor ogginella memoria dei Francesi in quanto autore del libro LeSilence de la mer (), da dove trae origine la lunga seriedi pubblicazioni clandestine targate Minuit, nelle quali siriassume la coraggiosa attività dell’editoria antinazista.

Il ricordo di quella battaglia culturale si è coagulato inuna serie di episodi proverbiali che l’autore non si stan-cava di rievocare, ritornando, per esempio, volentieri allontano giorno del in cui Pierre de Lescure, colla-boratore della rivista clandestina La Pensée libre — dellaquale anche Vercors si era improvvisato redattore —, loaveva bruscamente incaricato di scrivere la sua prima no-vella. Lavorando, in totale autonomia, a un genere maifrequentato in precedenza, l’unica norma stilistica che lo

. « Il fallait [. . . ] écrire à nous deux [. . . ] tout un numéro de la revue,propre à donner ensuite, aux écrivains comme nous, le désir d’y écrire aussi.C’est ce que nous avons fait ; c’était facile, dans notre état d’esprit, d’écriredes articles virulents, contre le nazisme, le vichysme, les “kollabos” et pourl’Angleterre et sa résistance héroïque ; puis Lescure a écrit une nouvelle

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Prefazione

scrittore non aveva di certo potuto eludere era stata quelladella brevità implicata, per definizione, dalla novellistica,norma alla quale si era necessariamente già attenuto nelredigere i suoi articoli di protesta politica. La pratica deglispazi ridotti riservati agli interventi giornalistici lo esercitòad arginare drasticamente la prolissa tendenza che avevaguidato il suo primissimo — e mai edito — tentativo ro-manzesco: un’aggrovigliata vicenda sentimentale protrattaper oltre duecento pagine senza essere compiuta. Poté, intal modo, nascere l’agile scritto intitolato Le Silence de lamer che resta, ancora adesso, il suo capolavoro.

La stringatezza di quel racconto, concluso nel giro diun’estate, finì, paradossalmente, per costituire un nodoproblematico quando la rivista alla quale il testo era de-stinato cessò di esistere, annientata dalla Gestapo, e l’exredattore si vide costretto a dare al suo lavoro la vestemateriale di libro per permettergli di circolare. La necessi-tà prosaica di controllare l’estensione testuale si impose,questa volta, sulla base di un’esigenza di segno opposto. IlRoger Martin du Gard della Confidence africaine, il Gide diIsabelle e Paludes fornirono all’allora debuttante novellieredei punti d’appoggio di natura quantitativa prima anco-ra che qualitativa: entrambi gli scrittori avevano fatto, disuccinte storie, un libro. D’altronde, il processo editoriale,svolgendosi in condizioni di clandestinità, mostrò prestodi possedere la stessa vocazione alla concisione propriadel pezzo giornalistico, per via delle precarie condizionidi lavorazione del materiale librario. Così, Le Silence de

et m’a demandé [...] d’en écrire une autre pour le numéro suivant. C’étaitflatteur mais intimidant » (G. P, À dire vrai. Entretiens de Vercors avecGilles Plazy, Paris, Éditions François Bourin, , p. ).

. « La question, c’était le brochage. [...] Je suis tout de suite allé voirune amie d’enfance, Yvonne Paraf [...]. Elle–même a fait venir deux ou

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Prefazione

la mer, prima opera di Vercors ad essere data alle stampe,trovò nella misura breve l’indispensabile premessa su cuifondare una vasta e fortunata operazione di distribuzioneposta in atto con i mezzi più disparati, che fossero le ma-ni pazienti di appassionati lettori — pronti a copiarlo perintero —, le trame occulte degli uomini della Resistenza,oppure le prodezze singolari degli aerei della R.A.F., gra-zie ai quali il volumetto, stampato su « papier–bible », fuparacadutato dal cielo sul suolo francese.

Dopo la fine della guerra, il racconto continuò a ri-scuotere successo sull’onda di una capillare diffusione chegli consentì di raggiungere, con l’agilità della sua tagliaridotta, i luoghi più remoti della terra quale portavocedi un anelito di pace dalla portata universale — a dispettodel suo radicamento in un’esperienza geograficamente ecronologicamente determinata — finendo, in tal modo,per restare l’unico scritto dell’autore in grado di superare

trois amies, [...] Aulard est venu leur faire voir comment classer les pre-miers feuillets, comment les plier, les coudre ensemble. Pierre Massé, quidisposait d’une voiture de service, irait prendre le tirage à mesure chezl’imprimeur, alors Georges Oudeville, l’apporterait à Yvonne [...]. Une pilefaite au complet, elle m’était apportée dans la cuisine où, avec de la colle demenuisier, je collais les couvertures “rempliées” — raffinement qui voulaitmontrer, même sous l’œil de la Gestapo, le goût indéfectible de l’ouvrierfrançais pour “la belle ouvrage” » (ibid., p. ).

. « [. . . ] sortant dans le jardin de bon matin, en pyjama, je trouvai surle pré une minuscule brochure en papier–bible, tout humide de rosée, unede celles que la R.A.F. répandait certaines nuits sur la France par millions, etc’était mon récit » (V, La Bataille du silence. Souvenirs de Minuit, Paris,Les Éditions de Minuit, [a ed. Presses de la Cité et Presses Pocket, ],p. ).

. Nella sua monografia, Vercors, écrivain et dessinateur, R. D. Konstan-tinovic registra più di trenta traduzioni del Silence nelle diverse lingue delmondo, dall’olandese al cinese passando per il russo e l’ebraico. L’elenco sichiude con un eloquente « Etc. . . » (R. D. K, Vercors, écrivainet dessinateur, Paris, Klincksieck, , pp. –).

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Prefazione

indenne l’ardua prova del tempo. La felice posterità dellibro, contornato da un alone di prestigio storico indele-bile, ha fatto, tuttavia, dimenticare la specificità legata allasua forma breve, occultando, nel contempo, la produzioneche ad esso è seguita, trascurata dagli specialisti oppureliquidata con il riferimento vago a un’imprecisata attivitàdi romanziere.

I silenzi della critica

Con il trionfo del Silence, frutto di un irripetibile equilibriofra testimonianza e invenzione letteraria, è sceso il silenziosul resto dell’opera: soltanto un altro volume di indubbiosuccesso è largamente letto ancor oggi, il romanzo LesAnimaux dénaturés (), tra i pochi ad aver ricevuto sen-sibili attenzioni da parte della critica, che si è interessataall’autore in maniera parziale e discontinua, soffermando-si di preferenza sul racconto d’esordio, senza riuscire, senon di recente, a svincolarsi da un’imperante prospettivasocio–politica. A parte qualche rara eccezione, bisogneràattendere gli anni Novanta perché vedano infine la lucestudi che prescindono dal contesto storico in cui il Silencede la mer si inquadra per incentrarsi prevalentemente sul-

. L’attenzione degli studiosi per Les Animaux dénaturés è in buona partedovuta all’opera teatrale che Vercors ne ha tratto nel , Zoo, all’originedi interessanti riflessioni sulla trasformazione del testo narrativo in testoteatrale (si veda la bibliografia in fondo al volume).

. Più frequenti negli anni Sessanta che durante il decennio precedente,gli studi dedicati all’opera di Vercors si rarefanno considerevolmente nelcorso degli anni Ottanta, per poi conoscere un evidente incremento sulloscorcio del secolo.

. Cfr. per esempio Y. L H, L’Art et la technique de Vercors,« Letterature Moderne », IV, n. , marzo–aprile, .

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Prefazione

l’immaginario sotteso alla narrazione o su particolaritàdi carattere stilistico e intertestuale. È del l’unicovolume monografico consacrato allo scrittore dopo la suamorte, Vercors (Jean Bruller) et son oeuvre, in cui la crea-zione di Vercors viene abbracciata per intero, benché nelmodo asistematico permesso dalla raccolta di atti di unconvegno ; risale, invece, al la monografia isolata re-datta, quando lo scrittore era ancora in vita, da RadivojeD. Konstantinovic, che procede a un esame accurato esistematico — imperniato essenzialmente su questioni bio-grafiche o tematiche — di molti dei testi pubblicati fino al. Il nuovo Millennio si apre senza comportare grandicambiamenti nelle linee esegetiche finora indicate — aparte un rinnovato interesse per l’attività del disegnatoretradottosi in preziose riedizioni delle sue raccolte. Ognisforzo effettuato nell’ottica di una distinzione fra i gene-ri praticati dall’autore in interventi come quello di RenéGodenne sull’attività di Vercors nouvelliste viene così disat-

. È il caso degli studi di P. Bahuau (P. B, L’Imaginaire dans “LeSilence de la mer” de Vercors, « Recherches sur l’imaginaire », Cahiers ,) ed É. Démirouglou (É. D, L’Éthique et l’esthétique chezVercors. Une première lecture bachelardienne du “Silence de la mer”, « Œuvres etcritiques », XXI, n., ).

. A intervenire ripetutamente sulla questione dell’intertestualità nelSilence de la mer è W. Kidd che, nel , prende per la prima volta in esamei legami esistenti tra la figura di Werner von Ebrennac e quella di Amleto(cfr. W. K, Von Ebrennac, Prince of Denmark, « French Studies Bulletin. Aquarterly supplement », n., september, ).

. G. C, G. J (dir.), Vercors (Jean Bruller) et son œuvre, Paris,l’Harmattan,.

. Mi riferisco ai due volumi J. B, La Danse des vivants, éditionreliée établie par A. Riffaud, Le Mans, Création & Recherche, e I.,Les Silences de Vercors, édition établie par A. Riffaud, Le Mans, Création &Recherche, .

. R. G, Vercors nouvelliste, in G. C, G. J (dir.), op.cit.

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Prefazione

teso: la memoria letteraria di guerra e Olocausto continuaad essere la motivazione precipua di lavori che, pur nonesclusivamente dedicati al Silence de la mer, limitano, tutta-via, la loro analisi ai racconti della raccolta eponima — LeSilence de la mer et autres récits ().

Al di là del Silence de la mer. Jean Bruller / Vercorsdisegnatore e poligrafo

Al Silence de la mer et autres récits fa in realtà seguito unpercorso creativo lungo ed estremamente variegato seconsiderato, fra l’altro, in relazione ai generi praticati. Diconseguenza, parlare di un Vercors romanziere è ridutti-vo e impreciso se non, addirittura, scorretto. Dal —anno della pubblicazione clandestina del Silence — finoal — anno della morte dell’autore — il novero delleopere dello scrittore si accresce ininterrottamente, con unastraordinaria regolarità, superando l’ambito strettamenteromanzesco per invadere il campo della saggistica, dell’au-tobiografia, del diario di viaggio e spingersi fin nei territoridella manualistica: accanto a saggi, cronache di viaggi, libridi memorie, trova, infatti, posto persino un manuale dicucina. In seno alla sfera narrativa propriamente detta,inoltre, non tutti i testi — e neppure la maggioranza —

. Si tratta di: V, Je cuisine comme un chef. Les plus fines recettesde la gastronomie française mises à la portée des personnes les moins expérimentées,Paris, Seghers, “Guides pratiques”, . A questi disinvolti vagabondaggisi aggiungono alcune precoci e timide incursioni poetiche: Les Morts, LaPatience, Oradour, scritte, tutte, durante gli anni di guerra (tra il e il). In seguito Vercors non si è più confrontato con la poesia, se si eccettuala versificazione parodica introdotta nel saggio P. P. C. , Pour prendre congé oule concours de Blois (Paris, Albin Michel, ), dove l’autore commenta gliepisodi della sua vita pubblica parafrasando le celebri ballate di Villon.

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Prefazione

possono essere definiti romanzi. Soltanto una parte limita-ta dei racconti raggiunge l’ampia estensione propria dellaforma romanzesca: molti di essi si distinguono dal restoper la ridotta ampiezza che rende possibile circoscrivere, inbase alla logica dei numeri, un corpus di opere le cui pagi-ne non superano il centinaio oppure, dove questo accada,non oltrepassano di molto tale limite, profilando il voltomisconosciuto di un Vercors novelliere da giustapporrea quello del Vercors romanziere, se non, addirittura, dasovrapporre ad esso. La consistenza di tale corpus non è tra-scurabile: un universo articolato di quarantotto racconti,dal formato più o meno contenuto, che si contrappon-gono a dieci romanzi di largo respiro. A sigillo di questoriscontro quantitativo, può essere posta la significativa sim-metria che vede la lunga carriera dell’autore chiudersi conlo stesso genere letterario con il quale si era inaugurata:nel Vercors muore alla scrivania mentre sta lavorandoalla sua ultima fatica, un breve racconto apparso postumosulle pagine della rivista « Lettre Internationale », com-presso nello spazio ridotto di una manciata di colonne. Sichiude così, circolarmente, il percorso iniziato trentanoveanni prima in nome di un identico principio formale disinteticità, a prova di quanto il nostro autore si trovasse asuo agio entro i confini limitati concessi al novelliere dallasua materia.

Ma fino a che punto è giusto attribuire all’autore la qua-lifica di novelliere? La dimensione breve si accompagna auna disorientante variabilità che è, d’altronde, tipica delgenere e che il termine novella non è certo in grado diriassumere esaustivamente. La lingua francese, a tal propo-

. I., Le Commandant du Prométhée, « Lettre Internationale », n.,automne .

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Prefazione

sito, si presta meglio dell’italiana a sottolineare l’entità delfenomeno di fluttuazione: a fronte del poco frequentatodistinguo italiano fra novella e racconto si trova l’abusatapluralità terminologica del francese che affianca la nouvelleal récit e al conte — declinabile secondo diverse tonalità, dalconte fantastique al conte philosophique fino al conte de fées— per non parlare, poi, di quel roman court che chiama incausa un genere altro, seppur limitrofo.

A complicare ulteriormente un quadro già abbastanzaarticolato, concorrono gli scritti di natura narrativa cheJean Bruller inseriva di frequente nei suoi album di dise-gnatore prima di assumere lo pseudonimo di Vercors perdedicarsi in modo esclusivo alla letteratura. Si tratta di testirelativi ai disegni e uniti a questi ultimi da un rapporto direciprocità che oltrepassa la semplice funzione di coordi-namento e raccordo. Alcuni di essi, raccontando episodisingolari — si tratti di un incontro insolito (Hypothèses surles amateurs de peinture à l’état latent, ), di una visionemondana o oltremondana (Visions intimes et rassurantes dela guerre, ; L’Enfer, ) oppure di un’esperienza dismembramento identitario (Un homme coupé en tranches,) — acquisiscono un’autonomia considerevole rispettoall’elemento figurativo, come avviene anche in Le Mariagede Monsieur Lakonik (), un fumetto in cui le dicituredi ogni vignetta compongono una storia che potrebbe es-sere ugualmente godibile senza l’ausilio delle immagini.Nel ricorso frequente alla parola — in sette casi su nove— risiede l’originalità degli album di un artista che, preco-cemente tentato dalla scrittura, può esercitare in questomodo la sua penna senza dover confessare a nessuno —neppure a se stesso — le proprie ambizioni letterarie.

L’attività di disegnatore, richiedendo ora commentaires,

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Prefazione

ora préfaces, ora sapienti preamboli metodologici, con-sente a Jean Bruller di passare agilmente dall’humour noiralla satira sociale fino alla chiosa scientifica o pseudoscien-tifica, sperimentando tutto con il garbo e la levità di quellostralunato Charlot a cui sentiva di aver somigliato in gio-ventù. In più occasioni, infatti, nel rammentare le tappedel suo tortuoso percorso umano e artistico, Vercors di-pinge se stesso come un personaggio evanescente che,coltivando a lungo la frivola incoscienza di un’infanzia pro-lungata, si lascia condurre dagli eventi senza mai forzarlicon un deciso esercizio della propria volontà:

Le jeune élève–ingénieur a été éduqué bourgeoisement, maisdans la plus entière incroyance [. . . ]. Et si sa vie, à la fin desétudes dont il sort avec son diplôme d’ingénieur, prend uneroute imprévue, les causes en sont certainement curieuses,car le hasard y joue un rôle dont il est imprudent peut–êtred’assurer qu’il est capital, mais qui montre, en tout cas, toutesles apparences d’avoir été déterminant.

Cambiando, dunque, direzione quando necessario, enon dandosi mai per vinto, con la complicità di una buo-na sorte che gli permette di rialzarsi allegramente dopoogni caduta, proprio alla maniera di Charlot, Jean Brul-

. Come in J. B, Ce que tout rêveur doit savoir de la méthode psycha-nalytique d’interprétation des rêves ; suivi d’une Nouvelle clé des songes. Avec aquarelles de l’auteur représentant les rêves typiques (Paris, Creuzevault,, d’ora in poi il titolo ricorrerà nella forma abbreviata Nouvelle clé dessonges), dove l’autore espone sinteticamente i concetti fondamentali dellateoria freudiana dei sogni.

. Nell’intervista con G. Plazy, Vercors ammette che ci sia dello Charlotin Bruller « dans la mesure où le rire, au premier degré, cache à peine, ausecond, une observation plus grave de la comédie humaine » (G. P, op.cit., p. ).

. V, De la Résistance à la philosophie, « Travaux de linguistique etde littérature », Université de Strasbourg, V, , , p. .

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Prefazione

ler avrebbe finito per intraprendere la via della sua primaprofessione:

j’ai bien suivi en Sorbonne des cours de physique et de mathé-matiques, mais constaté très tôt que mes capacités mentalesmanquaient malheureusement d’adéquation à cet ordre d’é-tudes. Je dus me reconvertir, ce fut à dix–neuf ans l’écoleBréguet avec, trois ans plus tard, le diplôme d’ingénieur —et le sentiment immédiat (déjà en cours d’études) qu’avecl’industrie et l’usine je me trompais de route [. . . ]. Nouvellereconversion: j’avais des dons pour le dessin, je virai cap surcap et me lançai dans l’art graphique, concurremment dans ledessin publicitaire pour vivre et satirique pour m’exprimer. Cedernier prit heureusement le dessus en quelques mois, grâceau succès d’un premier album qui m’ouvrit les portes d’unecarrière.

La sua seconda e definitiva carriera sarebbe ancora effet-to di condizionamenti esterni, secondo quanto dichiaratoin un’intervista del : « les événements ont fait de moiun écrivain ». Nel corso dell’Occupazione, l’orrore delcollaborazionismo intellettuale ed il timore che la lette-ratura francese, « image même de la France », potesseessere trascinata in un irreversibile processo di degradazio-ne, lo avrebbero indotto a redigere il racconto inauguraledi una casa editrice clandestina. Da quel momento nonavrebbe più smesso di scrivere, come spinto da una sorta difatalità: « Comme je voulais créer des éditions clandestines,j’ai écrit Le Silence de la mer, pour qu’il y ait un premierlivre. Ensuite, j’ai été emporté. . . ».

. I., Ce que je crois, Paris, Grasset, , p. .. C. F, Vercors: “Ce sont les événements qui ont fait de moi un

écrivain”. Entretien, « Témoignage Chrétien », février .. G. P, op. cit., p. .. In C. F, op. cit.


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