DROGA E ALCOL FRA GLI ADOLESCENTI DI DUE SCUOLE DELLA PROVINCIA DI ROMA
Francesca Amadori
Giuseppe Nicolò
Daniela Pucci
Nella presente ricerca viene indagata la problematica dell’uso di droghe e alcol in un campione di 674 adolescenti dai 15 ai 19 anni d’età, studenti di due scuole superiori della provincia di Roma. I dati sono stati raccolti tramite un questionario. I risultati sono rilevanti e quanto mai allarmanti: la metà del campione dichiara l’uso di sostanze stupefacenti, l’86% di essi fa uso di alcol e il 57% dichiara di bere sino ad uno stato di ubriachezza. E’ stato confermato che l’uso precoce di sigarette è un fattore di rischio per l’abuso di alcol e droghe. L’appartenenza a gruppi formali rappresenta invece un fattore protettivo rispetto l’uso di alcol, mentre non risulta essere un fattore protettivo la percezione del rischio associato al consumo di alcol e droghe.
This research aim to examine drug and alcohol use among 674 adolescent students, 15 to 19 years of age, in two Rome suburbs high schools. The data were collected through a semi-structured questionnaire. The results are relevant and ever more alarming: half of the sample declares drugs use, 86% of them alcohol consumption and 57% of the students drink up to a state of drunkenness. Eventually evidence shows further data. Early cigarettes use is a risk factor for the abuse of alcohol and drugs. Membership in formal groups represents a protective factor for alcohol use, while the risk perception of alcohol and drugs consumption is not a protective factor for abuse.
Droga, Alcol, Adolescenti, Scuola, Prevenzione.
INTRODUZIONE
L’uso di sostanze stupefacenti seppur non dipendente, comporta pericoli diretti ed indiretti alla
salute della comunità nel suo intero (OMS, 2004); nessuna droga infatti può essere considerata
sicura e anche la “meno pericolosa” può essere utilizzata in modo dannoso (Gossop, 1987). Spesso
l’abuso di sostanze è associato a cause come l’insorgenza di malattie infettive o di sindromi
psichiatriche e a rischi per l’integrità psicofisica derivanti dalla guida sotto l’effetto di alcol e
droghe; per tali ragioni esso rappresenta un rilevante problema di sanità pubblica, oggetto di
specifici programmi e interventi di prevenzione coordinati a livello regionale e nazionale. Secondo
l’Organizzazione Mondiale della Sanità (2010) gli incidenti stradali1 sono la nona causa di morte
nel mondo fra gli adulti, la prima fra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni e la seconda per i
ragazzi dai 10 ai 14 anni e dai 20 ai 24 anni; si stima, inoltre, che senza adeguate contromisure entro
il 2020 rappresenteranno la terza causa globale di morte e disabilità. Tra i principali fattori che
possono contribuire al fenomeno degli incidenti stradali è vi è l’alterazione dello stato psicofisico
del conducente, associato quasi esclusivamente all’abuso di alcol o al consumo di sostanze
stupefacenti, in particolar modo nel caso di incidenti gravi o mortali (UNODOC, 2010).
La crescente incidenza del fenomeno, l’esordio d’abuso sempre più precoce, e la gravità delle
conseguenze psico-fisiche che l’abuso di alcol e droghe provoca agli adolescenti rende questa
problematica ulteriormente rilevante.
Le linee guida europee sulla prevenzione dell’abuso di sostanze stupefacenti (OEDT 2010) hanno
direzionato gli enti nazionali e internazionali ad agire in modo capillare e collaborativo, al fine di
sensibilizzare la società rispetto la problematica, con particolare attenzione alle fasce di popolazione
a rischio, e tramite l’implementazione di interventi che siano scientificamente efficaci e risolutivi.
La popolazione target degli interventi di prevenzione dell’abuso di droghe, è rappresentata dagli
adolescenti, a causa della loro maggiore vulnerabilità all’uso di sostanze stupefacenti; inoltre è stato
riportato da evidenze epidemiologiche che l’esordio negli adolescenti del consumo di sostanze si è
ulteriormente abbassato, comportando delle conseguenze più gravi e durature proprio a causa
dell’immaturità fisiologica di tutti gli apparati dell’individuo adolescente. Baiocco e collaboratori
1 Ciò che avviene su una strada pubblica, che coinvolge almeno un veicolo e che può avere conseguenze sulla salute di chi è coinvolto.
(2003) hanno dimostrato che già intorno ai 13 anni si evidenziano i primi comportamenti
problematici e che questi iniziano a configurarsi come una vera e propria sindrome da dipendenza
verso i 17 anni d’età.
Sebbene nella maggior parte dei casi, in adolescenza, non si possa propriamente parlare di
tossicodipendenza, l’uso non dipendente, episodico, o “controllato” di droga, si è dimostrato tanto
pericoloso quanto la sindrome di dipendenza vera e propria, relativamente all’instaurarsi subdolo di
una sintomatologia sostanzialmente non manifesta, che quindi viene protratta dall’individuo per
lungo tempo, provocando o aggravando problematiche apparentemente non correlate all’uso di
sostanze.
Ma come è possibile prevenire o arginare un fenomeno così vasto? La complessità e l’eterogeneità
dell’eziologia dell’abuso di sostanze, i molteplici fattori concatenanti che entrano in gioco
nell’instaurarsi di una tossicodipendenza e gli attuali sforzi di darne una definizione univoca
(Carretti, La Barbera 2005), hanno fatto sì che le ricerche sul fenomeno della droga si siano ormai
focalizzate da tempo sullo studio dei fattori di rischio e dei fattori protettivi, ossia di quelle
caratteristiche bio-psico-sociali che rendono un individuo particolarmente vulnerabile al problema
dell’abuso di sostanze stupefacenti.
La presente indagine sperimentale si colloca all’interno di questo quadro teorico, avendo come
obiettivo generale quello di apportare un contributo rispetto la conoscenza dei fattori di rischio e dei
fattori protettivi, delle caratteristiche del fenomeno del consumo di sostanze fra gli adolescenti, e
dell’atteggiamento di quest’ultimi nei confronti della realtà delle droghe e dell’alcol; vi è un stretta
correlazione infatti fra le due sostanze e le stesse politiche preventive attualmente sono direzionate
in modo congiunto sia alla prevenzione dell’abuso di alcol che a quello di sostanze stupefacenti
(OMS, 2004).
Lo scopo principale di questa ricerca era documentare l’incidenza e le caratteristiche del fenomeno
dell’abuso di sostanze su una limitata realtà del territorio scolastico italiano e verificare le seguenti
ipotesi: (1) l’uso precoce di tabacco rappresenta un fattore di rischio rispetto all’uso di sostanze
stupefacenti e al consumo abituale di alcol (DPA 2011); (2) l’appartenenza ad un gruppo formale2
(Palmonari, Pombeni e Kirchler 1988, 1990) costituisce un fattore protettivo rispetto all’uso di
sostanze stupefacenti e all’abuso di alcol; (3) la percezione e la consapevolezza del rischio associato
al consumo di alcol e droghe fra gli studenti del campione, rappresenta un fattore protettivo rispetto
all’abuso di entrambe le sostanze; (4) fra i campioni di studenti appartenenti alle due scuole
esaminate, non è presente alcuna differenza significativa rispetto l’incidenza e le caratteristiche del
fenomeno, emerse dai dati.
METODO
La presente ricerca è stata condotta presso due Scuole Secondarie Superiori della provincia di
Roma, il Liceo Bruno Touschek e l’Istituto Tecnico Statale Michelangelo Buonarroti, nel periodo
compreso tra novembre 2011 e dicembre 2011. Il campione totale delle due scuole è di 674 soggetti
di cui rispettivamente, 446 appartenenti al Liceo Scientifico Statale Bruno Touschek e 228 soggetti
frequentanti l’Istituto Tecnico Statale Michelangelo Buonarroti.
Sono stati selezionati soltanto gli ultimi trienni di entrambe le scuole, ossia tutti i terzi, quarti e
quinti, composti generalmente da soggetti con una fascia d’età dai 15 ai 19 anni, considerata l’età
maggiormente a rischio nell’esordio d’uso di sostanze stupefacenti (OEDT, 2010). In particolare il
campione della ricerca è composto da il 2,1% di soggetti di età 15 anni, il 35% di età 16 anni, il
30,3% di età 17 anni, il 26,6% di età 18 anni, il 4,9% di età 19 anni e il 0,8 % di soggetti dai 20 ai
22 anni di età. Il 60,7% del campione totale è di sesso maschile, e il 39,2% di sesso femminile. Lo
strumento utilizzato per la raccolta dei dati dell’indagine sperimentale è stato un questionario ad hoc
2 I gruppi formali nella realtà italiana si costituiscono principalmente all’interno di istituzioni e movimenti religiosi, sportivi, politici e culturali. Amerio, Boggi Cavallo, Palmonari e Pomberi 1990; Palmonari, Pombeni e Kirchler 1992.
semi-strutturato di 25 item costituito da una breve parte anagrafica con informazioni sull’età e il
sesso e da 23 domande riguardanti le seguenti aree d’indagine: la percezione che i soggetti hanno
della diffusione del consumo di ciascuna droga fra i coetanei; la conoscenza e la consapevolezza del
rischio associato all’abuso di droghe a alcol; l’incidenza del consumo di alcol, droghe e sigarette fra
gli studenti del campione, la frequenza d’abuso associata e la reperibilità nell’ambiente circostante
di ciascuna droga; indagare quanto gli studenti fossero disposti a confrontarsi e ad accogliere
programmi di prevenzione nei confronti di tale problematica. Per quanto riguarda la formulazione
degli item, parte di essi sono stati tratti dal questionario riportato nel volume di Gatti [2001]3. La
tipologia di droghe riportate negli item del questionario e le modalità di frequenza ad esse associate
sono state ricavate dai risultati del “The 2007 ESPAD Report. Substance Use Among Students in 35
European Countries” e dalla Relazione Annuale “Sull’Evoluzione del Fenomeno della Droga in
Europa” (OEDT 2011). I questionari erano autosomministrati, ma per ridurre eventuali bias, tutti i
partecipanti venivano assistiti nella compilazione in caso di difficoltà di lettura o comprensione
delle domande. Il questionario è stato somministrato ai ragazzi durante l’orario scolastico e in
assenza dei docenti, al fine di garantire l’anonimato dei questionari ai ragazzi e soprattutto favorire
un clima informale e non giudicante, che potesse permettere loro di rispondere liberamente alle
domande e richiedere chiarimenti su eventuali dubbi. La somministrazione dell’intervista è stata
sempre preceduta da un breve discorso introduttivo di presentazione, durante il quale veniva
spiegato lo scopo della ricerca e la sua applicazione, date brevi istruzioni sulla compilazione e
ribadita la forma anonima del questionario.
È stata effettuata una statistica descrittiva del campione, con i dati quantificabili espressi come
media e deviazione standard (± DS), frequenze e percentuali (%). Il test del χ2 (Chi-quadrato) o il
test esatto di Fisher, laddove necessario, è stato utilizzato per analizzare se esiste una differenza
statisticamente significativa tra: (1) la percentuale di soggetti che frequentano diversi gruppi e l’uso
di sostanze (alcol, sostanze stupefacenti); (2) i soggetti fumatori e l’uso di sostanze (alcol, sostanze
3 Gatti R.C., 2001. Ecstasy e nuove droghe. Rischiare la giovinezza alla fine del millennio. Franco Angeli, Milano.
stupefacenti); (3) i soggetti che dichiarano di essere consapevoli della pericolosità delle droghe e i
soggetti che ne dichiarano l’uso. La lettura e la discussione dei risultati dei test applicati, sono state
eseguite utilizzando un valore di alpha=0,05 per il rigetto dell’ipotesi nulla. I dati sono stati
analizzati usando il software statistico SPSS 16.0 o Nanostat32.
RISULTATI
Data l’estesa e diversificata mole di risultati emersi della ricerca, per esigenze pratiche essi
verranno esposti nel seguente ordine: uso di alcol, droghe e sigarette; appartenenza a gruppi
formali; percezione del rischio e consumo; differenze fra le due scuole; opinioni degli studenti e
reperibilità delle sostanze.
Uso di alcol, droghe e sigarette
Il primo dato di forte impatto che emerge dall’analisi dei dati è l’alta percentuale del campione che
dichiara di far uso di sostanze stupefacenti, ossia il 43,6% del totale dei soggetti. La droga più
diffusa nel campione delle due scuole, sia per quanto riguarda il consumo abituale che occasionale,
è la cannabis, di cui abusa il 46,1% dei soggetti che hanno dichiarato di far uso di sostanze
stupefacenti; la frequenza di consumo4 maggiormente riconosciuta è mensile ossia più volte negli
ultimi 30 giorni dal 19% degli studenti. L’ecstasy viene assunta dal 7,6% dei soggetti con una
modalità prevalente di consumo saltuaria; il 6,8% dei soggetti consuma cocaina, con una frequenza
di più volte nell’ultimo anno e la stessa percentuale viene registrata per le sostanze allucinogene. Il
2,4% dei soggetti del campione dichiara di aver fatto uso di anfetamine almeno una volta nella vita.
Infine l’1,6% del campione dichiara di aver fatto uso di crack e lo 0,7% afferma di aver fatto uso di
eroina.
Riguardo il consumo di alcol fra gli studenti del campione, la situazione non sembra essere meno
drammatica. L’85,5% dei soggetti del campione riferisce di consumare abitualmente (più volte
4 Le frequenze di consumo indagate dagli item del questionario erano: almeno una volta nella vita; più volte nell’ultimo anno; più volte nell’ultimo mese.
nell’ultimo mese) bevande alcoliche e al 56,5% degli studenti normalmente capita di abusare di
alcol sino ad uno stato di ubriachezza, con diversa frequenza dichiarata da mensile a saltuaria. In
particolare il 21,4% di essi ha bevuto fino all’eccesso almeno una volta nella vita, e il 28% del
campione più volte nell’ultimo anno. Un altro dato che emerge dalla ricerca è legato alla stretta
correlazione fra il consumo di alcol e l’uso di sostanze stupefacenti. Dall’analisi correlazionale è
emerso che il 95% dei soggetti che beve abitualmente alcolici fa anche uso di sostanze stupefacenti.
Il 32% degli studenti fumano sigarette. E’ stata confermata l’ipotesi (1) della ricerca secondo cui
l’uso precoce di tabacco rappresenta un fattore di rischio rispetto l’uso di sostanze stupefacenti e
l’abuso di alcol (DPA 2011). Dall’analisi correlazionale risulta che il 95% dei soggetti che fumano
sigarette bevono anche alcolici e inoltre che il 74% degli studenti fumatori consumano abitualmente
sostanze stupefacenti.
Appartenenza a gruppi formali
Dai dati emersi, è stata inoltre confermata l’ipotesi (2) secondo cui l’appartenenza a gruppi formali
costituisce un fattore protettivo rispetto al consumo di alcol, diversamente dall’abuso di droghe, per
cui esso sembra non rappresentare un fattore di resilienza. Il campione delle due scuole risulta
essere suddiviso principalmente in due partizioni: un 55% circa del totale dei ragazzi appartenente a
gruppi “formali” (in particolare sportivi 45%), e un 34% che non appartiene a “nessun gruppo”.
Dall’analisi correlazionale si evince che il 47% dei soggetti che appartiene a gruppi sportivi ha
dichiarato di non aver mai raggiunto lo stato di ubriachezza, mentre il 34,2% dei soggetti a cui è
capitato di raggiungere i livelli di intossicazione di alcol, dichiara di non appartenere a nessun
gruppo; gli stessi dati emergono per quanto riguarda la frequenza di abuso mensile di alcolici
riferite maggiormente da soggetti del campione non appartenenti ad alcun gruppo.
Percezione del rischio e consumo
L’analisi statistica correlazionale dei dati raccolti nel campione non ha confermato l’ipotesi (3)
secondo cui la percezione del rischio associata al consumo di alcol e droghe, costituisce un
deterrente per il loro utilizzo e dunque un fattore di resilienza. Gli studenti del campione sembrano
infatti dichiarare una sostanziale consapevolezza della pericolosità delle sostanze d’abuso ma non
per questo la prevalenza del consumo sembra esserne limitata o ridotta. E’ stato rilevato, in
particolar modo per quanto riguarda le droghe maggiormente dichiarate nel campione, cannabis e
alcol, che gli studenti pur mostrando una certa consapevolezza dei rischi associati al consumo di tali
sostanze, ne fanno uso. Il 94% dei soggetti del campione che riferiscono di consumare abitualmente
bevande alcoliche, dichiarano allo stesso tempo una sostanziale coscienza del potenziale pericolo
associato all’alcol. Risultato identico emerge nella parte del campione a cui capita di raggiungere lo
stato di ubriachezza ossia il 94% consapevole dei pericoli associati a tale condotta. Per quanto
riguarda l’uso di droghe il 56% riconosce la pericolosità della cannabis pur facendone uso; il 72,2%
di soggetti che dichiarano l’uso di cannabis con diversa frequenza, da una volta nella vita a mensile,
sono consapevoli dei rischi legati al consumo della sostanza.
L’analisi dei dati ha evidenziato inoltre dati interessanti circa la percezione della pericolosità di
alcol e cannabis. L’11,9% dei soggetti pensa che la cannabis non causi alcun danno e il 43% la
considera meno pericolosa di altre droghe; per quanto riguarda l’alcol il 47% dei soggetti pensa che
sia molto meno pericoloso di altre droghe e il 5,3% riferisce che l’alcol è innocuo. Dunque la
maggioranza dei soggetti sostiene che la cannabis sia meno pericolosa dell’alcol.
Differenze fra le due scuole
L’ipotesi (4) secondo cui i campioni di studenti delle due scuole non differiscono rispetto alla
prevalenza e alle caratteristiche del fenomeno registrate, è stata confutata. Sono state rilevate
tramite l’analisi correlazionale, delle sostanziali differenze fra i due campioni, riguardo la necessità
d’informazione, la percezione della diffusione del consumo di droghe fra i coetanei, la percezione
del rischio associato al consumo e la reperibilità delle sostanze. Nel dettaglio, il 65,5% del
campione di soggetti appartenenti al Liceo Scientifico non crede ci sia sufficiente informazione
sulla problematica dell’abuso di droghe, percentuale più consistente rispetto a chi frequenta
l’Istituto Professionale. Per quanto riguarda la diffusione dell’abuso di alcol sembra che essa sia
maggiormente percepita fra il campione dell’Istituto Professionale con il 50,9% di soggetti che
riferisce che più della metà dei coetanei abusa abitualmente di alcol; soltanto il 37,2% del campione
del Liceo Scientifico registra lo stesso dato di diffusione d’abuso. Stesso discorso per l’abuso di
cannabis: dall’analisi delle risposte dei due campioni, sembra esserci una maggiore diffusione di
consumo di cannabis fra i coetanei dei soggetti appartenenti all’Istituto Professionale che in quelli
del Liceo, infatti il 32% degli studenti dell’Istituto Professionale risponde che “più del 50% dei
coetanei” abusa della sostanza. La situazione è diversa per quanto riguarda l’ecstasy. Una
consistente percentuale degli studenti del Liceo Scientifico, il 47,3%, afferma che il consumo di
Ecstasy è diffuso in circa il 10% dei loro coetanei (contro il 33% Istituto Professionale). La
maggioranza del campione dell’ Istituto Professionale il 42,3%, sembra invece condividere l’idea
che nessuno dei loro coetanei abusi di Ecstasy (23,1% Liceo Scientifico).
In generale, il campione dei soggetti del Liceo Scientifico sembra essere maggiormente
consapevole del rischio associato all’abuso di sostanze stupefacenti. Per quanto riguarda infatti la
pericolosità connessa all’abuso di alcol il 51,6% del campione del Liceo Scientifico sembra esserne
prevalentemente cosciente (40,4% Istituto Professionale); la maggioranza dei ragazzi del secondo
campione il 51,8%, al contrario sembrano essere più propensi a considerare l’alcol come meno
pericoloso rispetto ad altre droghe. Inoltre, i ragazzi del Liceo hanno una maggiore consapevolezza
dei rischi a breve e a lungo termine dell’abuso cronico di alcol, con il 38,1% dei studenti (Istituto
Professionale 23,5%).
Coerentemente con questi risultati, la frequenza con la quale “bevono troppo o si ubriacano” i
ragazzi che frequentano l’Istituto Professionale sembra essere molto più alta rispetto ai ragazzi del
Liceo Scientifico. In particolare, la maggioranza dei ragazzi dell’Istituto Professionale il 53,7% si è
ubriacato più volte nell’ultimo anno (48,4% Liceo Scientifico) e il 18,4% più volte nell’ultimo mese
(8,5% Liceo Scientifico). Buona parte del campione appartenente al Liceo Scientifico, il 43,1%
sembra averlo fatto prevalentemente “una sola volta nella vita” (Istituto Professionale 27,9%).
Per quanto riguarda la cannabis, la differenza più significativa sta nella più alta percentuale di
soggetti dell’Istituto Professionale il 16,4% che afferma che la sostanza non causa alcun danno
(Liceo Scientifico 9,7%). In linea con questi risultati, nella domanda riguardante i danni a breve e a
lungo termine provocati dalle sostanze, il 25,3% dei ragazzi appartenenti all’Istituto Professionale
pensa che la cannabis non causi alcun danno (13,2% Liceo Scientifico). Anche per quanto concerne
i rischi a breve e a lungo termine associati al consumo di cocaina, sembrano esserne maggiormente
consapevoli i soggetti del Liceo Scientifico con il 59,6% delle risposte.
Per quanto riguarda la possibilità di procurarsi più o meno facilmente ciascuna sostanza d’abuso, è
stata registrata una minore difficoltà nel reperire sostanze stupefacenti fra gli alunni dell’Istituto
Professionale eccetto per la cannabis; infatti il 72,7% del campione del Liceo Scientifico riesce più
facilmente a procurarsi questa sostanza; inoltre è più alta la percentuale di soggetti frequentanti
l’Istituto Professionale il 21,3% a non sapere come procurarsi la cannabis (nel Liceo Scientifico
solo il 12,6% del totale). Diversa è la situazione per le altre sostanze stupefacenti. Per quanto
riguarda la reperibilità delle anfetamine, l’ecstasy, le sostanze allucinogene, il crack e l’eroina,
sembra esserci una significativa differenza fra i due campioni: sono più alte percentuali di soggetti
del campione dell’Istituto Professionale che riferiscono di potersi facilmente procurare queste
sostanze.
Opinioni degli studenti e reperibilità delle sostanze
Il 92% del campione dei soggetti pensa, coerentemente con ciò che è emerso dalle discussioni con
gli studenti successive alla somministrazione del questionario, che sia giusto parlare del problema
della tossicodipendenza ai giovani, e principalmente è emersa la scuola come ente che dovrebbe
rivestire questo ruolo.
L’opinione generale del campione riguardo i luoghi “prescelti” dai ragazzi per il consumo di
sostanze stupefacenti pone al primo posto la discoteca (509 risposte) e in successione le feste (393
risposte) e i concerti (131 risposte). La scuola è al quarto posto come luogo abituale di consumo (53
risposte), seguita poi dalla casa (28 risposte). La domanda prevedeva una risposta “altro” che con
35 risposte riporta tra le situazioni/luoghi tipici di abuso, le uscite con gli amici, il “sabato sera”, le
uscite di gruppo appositamente programmate per il consumo di sostanze, i giardini pubblici, i luoghi
di ritrovo giovanili.
Infine per quanto riguarda la reperibilità delle sostanze stupefacenti nel campione esaminato, il
66,9% è in grado di procurarsi con facilità la cannabis e soltanto il 14,7% non sa come reperirla;
inoltre rispettivamente il 18,2% degli studenti, il 17,1% e il 14,1%, possono procurarsi facilmente
cocaina, ecstasy e sostanze allucinogene. Percentuali non meno rilevanti, considerando la minore
diffusione del consumo di queste sostanze fra la popolazione adolescente, vengono registrate per le
anfetamine facilmente reperibili per il 10,1% dei soggetti , il crack per il 7,6% e l’eroina per l’8%.
DISCUSSIONE
I risultati di questa ricerca data la numerosità del campione di 674 studenti, devono essere
considerati significativi e rilevanti; seppur non generalizzabili all’intera popolazione di studenti
italiani poiché prelevati esclusivamente in due scuole del territorio, possono essere infatti
rappresentativi di un atteggiamento verso le droghe diffuso nella popolazione giovanile.
Il primo dato di forte impatto che emerge dall’analisi dei dati dell’indagine, è sicuramente l’alta
percentuale del campione che dichiara di far uso di sostanze stupefacenti e alcol, dato che sembra
ribadire la spiccata vulnerabilità degli adolescenti all’abuso di sostanze stupefacenti. La ricerca sul
campione esaminato conferma dunque che l’adolescenza rappresenta un fattore di rischio nell’abuso
di sostanze stupefacenti e di alcol (Baiocco, 2003; DPA, 2011; OEDT, 2010; Ravenna, 2003;
Ugolini e Giannotti 2007).
Il trend dei modelli di consumo delle diverse droghe all’interno del campione esaminato, conferma
a grandi linee i dati riportati nella relazione annuale 2011 dell’OEDT-Osservatorio Europeo Delle
Tossicodipendenze sull’evoluzione del fenomeno della droga in Europa, e nel Report ESPAD-
European School survey on Alcohol and other Drugs 2007 sugli studenti di 35 paesi europei. La
cannabis in assoluto risulta essere la droga più diffusa, seguita dall’ecstasy con una modalità
prevalente di consumo saltuaria: nel caso di quest’ultima sostanza il consumo nel campione non
riflette il calo registrato dai dati statistici europei, che vede questa droga al terzo posto fra quelle
d’abuso (OEDT 2010; 2011). L’alto tasso di consumo di cocaina fra gli studenti, nonostante la
sostanza dovrebbe essere più comune nella fascia d’età dei giovani adulti, conferma l’età d’esordio
d’uso sempre più precoce e l’alta diffusione di questa sostanza nel nostro paese, che insieme a
Irlanda, Spagna, Cipro e Regno Unito, registra livelli di consumo di cocaina superiori alla media
europea (OEDT 2010; 2011). La percentuale di soggetti del campione che dichiara fra le sostanze
d’abuso le anfetamine, con prevalenza occasionale, conferma i dati dei bollettini statistici delle
indagini nelle scuole del nostro paese nel 2009-2010 (ESPAD 2007).
I dati raccolti nella ricerca hanno confermato l’ipotesi secondo cui l’uso precoce di tabacco
rappresenta un fattore di rischio rispetto all’uso di sostanze stupefacenti e al consumo abituale di
alcol (DPA 2011). Ricerche attuali, hanno dimostrato tramite evidenze epidemiologiche che la
nicotina e l’alcol costituiscono, qualora venissero usate precocemente, delle sostanze “gateway”,
che aumentano cioè le probabilità di passare all’uso di sostanze illecite come cannabis e cocaina.
Tale modello è stato confermato recentemente tramite uno studio condotto da un gruppo di
neuroscienziati del National Institute on Drug Abuse (2011) sui sottostanti meccanismi biologici al
“gateway”.
E’ emerso inoltre dall’analisi dei dati del campione di studenti, una stretta correlazione fra abuso di
alcol e uso di droghe: i soggetti infatti che hanno dichiarato di bere sino all’intossicazione con una
frequenza maggiore, riportano anche l’uso di sostanze stupefacenti. Questo risultato conferma quelli
riportati da diverse ricerche che hanno rilevato il consumo di numerose tipologie di droghe,
associato o concomitante all’abuso di alcol, in particolare la cocaina, l’ecstasy e la cannabis (OEDT
2011). Analogamente, anche i dati delle indagini europee nelle scuole ESPAD (2007) mostrano che
l’86% degli studenti di età compresa tra i 15 e i 16 anni che ha consumato ecstasy durante l’ultimo
mese, ha anche bevuto cinque o più bevande alcoliche in un’occasione (OEDT 2009). Questi dati
emersi circa l’abuso di alcol correlato all’uso di droghe fra gli adolescenti del campione, conferma
una tendenza legata ai modelli di abuso giovanile registrata sia a livello nazionale che
internazionale: le stesse politiche preventive attualmente sono direzionate in modo congiunto sia
alla prevenzione dell’abuso di alcol che a quello di sostanze stupefacenti (OMS 2004).
I risultati di questa ricerca confermano quindi i dati secondo cui l’uso precoce di tabacco e alcol
costituiscono un fattore di rischio nell’abuso di sostanze stupefacenti (DPA 2011).
Dai dati emersi, è stata inoltre confermata l’ipotesi secondo cui l’appartenenza a gruppi “formali”
costituisce un fattore protettivo rispetto all’abuso di alcol, diversamente dall’abuso di droghe, per
cui esso sembra non rappresentare un fattore di resilienza. Come evidenziato da numerose ricerche
(Palmonari, Pombeni e Kirchler 1988; 1990) i gruppi formali, sebbene facciano riferimento ad
esperienze tra loro eterogenee e siano caratterizzati da gradi diversi di formalità, sono accomunati
da obiettivi espliciti, da raggiungere attraverso attività concrete coordinate da leader adulti
(Palmonari 2006). L’adolescente tramite equilibrate relazioni interpersonali che si instaurano
nell’ambito di questi gruppi, sviluppa una buona progettualità, un forte senso di appartenenza al suo
ambiente e dunque un notevole grado di autostima e di fiducia verso sé stesso e verso l’altro, una
maggiore stabilità emotiva: sono queste caratteristiche a costituire dei fattori protettivi verso l’abuso
di alcol (Sloboda 1997). Ugolini e Giannotti (2007) ipotizzano infatti che i comportamenti a rischio
intrapresi dagli adolescenti, come l’abuso di alcol, sono esemplificati da quattro assunti: (1) le
azioni sono sintomi delle difficoltà nella costruzione di un sé autonomo; (2) tali difficoltà hanno
origine in un’educazione della socializzazione “al silenzio” attraverso il soffocamento della
comunicazione interpersonale familiare; (3) ne conseguono tentativi relazionali di vario tipo, che
non hanno successo nelle condizioni del contesto sociale e portano alla demotivazione nei confronti
della comunicazione; (4) questa demotivazione si esprime nella scelta di surrogati dell’ azione
comunicativa (abuso di alcol come sostanza “empatogena”). L’adolescente che è aiutato a
sviluppare una buona progettualità, grazie a questi gruppi, un forte senso di appartenenza alla
famiglia, alla scuola o al suo ambiente, un notevole grado di successo scolastico e di autostima, ed
equilibrate relazioni interpersonali, sarà indisponibile persino ad incontrare la nicotina, da cui
invece l’adolescente in difficoltà è attratto sin dai primi anni delle scuole medie (Sloboda 1997). In
particolare i gruppi “formali” sportivi (45%)5, di volontariato (1,8%), dell’impegno sociale gratuito
(3,1%), dell’associazionismo giovanile (5%), improntati verso dimensioni valoriali positive, e
regolati da figure vicarianti come insegnanti, educatori, o leader, a condizione che la relazione
interpersonale si instauri in modo precoce e continuativo, possono costituire un importante fattore
protettivo verso l’abuso di alcol.
Non è stata confermata l’ipotesi secondo la quale, fra i campioni di studenti appartenenti alle due
scuole esaminate, non è presente alcuna differenza significativa, rispetto l’incidenza e le
caratteristiche del fenomeno analizzate. La ricerca è stata condotta volutamente in due tipologie di
scuole diverse, un Liceo Scientifico e un Istituto Tecnico Professionale, con lo scopo di rilevare se
le realtà dei due istituti rispetto a questo fenomeno, differissero o meno. E’ emerso tramite l’analisi
correlazionale, che gli studenti dell’Istituto Professionale presentano le seguenti differenze:
percepiscono una maggiore diffusione dell’abuso di cannabis ed alcol fra i coetanei; sono meno
consapevoli dei rischi associati al consumo di alcol, cannabis e cocaina; abusano con una maggiore
frequenza di alcol; hanno la possibilità di reperire più facilmente anfetamine, ecstasy, sostanze
5 Percentuali del campione delle due scuole.
allucinogene, crack ed eroina. Inoltre è emersa una significativa differenza tra la necessità di
informazione sulla problematica dell’abuso di droghe, che viene maggiormente sentita dagli
studenti del Liceo Scientifico. La letteratura riporta tra i fattori di rischio legati alla scuola stessa: lo
scarso rendimento scolastico (insuccesso), scarso attaccamento all’istituzione scuola e quindi scarsa
identificazione e rispetto delle regole da essa proposte, un clima scadente all’interno della classe,
rifiuto e isolamento da parte dei compagni, atti di bullismo e di violenza (Merlo, 1996).
L’ipotesi secondo cui la percezione e la consapevolezza del rischio associato al consumo di alcol e
droghe, rappresenta un fattore protettivo rispetto all’abuso di entrambe le sostanze, è stata confutata.
Dai dati emersi dalla ricerca, gli studenti sembrano infatti dichiarare una diffusa consapevolezza dei
rischi associati al consumo di droghe e alcol, pur riferendone l’uso. Tramite l’analisi correlazionale
è stato evidenziato che gli stessi soggetti che dichiarano di essere coscienti dei rischi associati alle
condotte di abuso, consumano abitualmente alcol e droghe in eccesso. Questo risultato è emerso in
particolar modo con le sostanze stupefacenti maggiormente diffuse all’interno del campione di
studenti, ossia alcol e cannabis. Alla luce di questi risultati, le informazioni sulla pericolosità
dell’alcol e delle droghe non sembrano costituire un fattore protettivo per il consumo di entrambi.
Inoltre i soggetti dichiarano una maggiore consapevolezza dei rischi relativi all’abuso di alcol,
rispetto a quelli della cannabis, nonostante essa sia a differenza dell’alcol illegale e, secondo il
decreto legge attuale, una droga “pesante” al pari delle altre sostanze. In base ai dati raccolti fra gli
studenti sembra essere confermato che il consumo di droghe è particolarmente elevato tra alcuni
gruppi di giovani che frequentano spesso discoteche, pub, locali notturni ed eventi musicali (Hoare,
2009; OEDT, 2010).
Infine i dati relativi alla prevalenza del consumo delle sostanze fra gli studenti del campione e ai
livelli di reperibilità dichiarata di tale sostanze, sono coerenti con l’assunto secondo il quale la
diffusione delle sostanze d’abuso nel territorio e la facile reperibilità di esse, costituiscono un
fattore di rischio per il consumo (DPA 2011).
Questo studio presenta alcuni limiti. Innanzi tutto sarebbe stato utile inserire tra le informazioni
anagrafiche del questionario domande inerenti il livello socioeconomico dei soggetti per individuare
eventuali correlazioni con gli altri dati raccolti. Inoltre, analizzando gli aspetti che riguardano
l’incidenza del consumo di droghe e la frequenza associata in relazione ai due sessi, era possibile
rilevare se nel campione di studenti, il sesso maschile dei soggetti costituisse o meno un fattore di
rischio (DPA, 2011). Sarebbe stato oltretutto interessante indagare la presenza o meno fra i soggetti
del campione che dichiaravano l’uso di sostanze stupefacenti, del fenomeno della poliassunzione di
sostanze diverse. Infine l’affidabilità dello strumento d’indagine, un questionario autosomministrato
rappresenta un altro limite dell’indagine.
In conclusione da questo studio è emerso che l’uso precoce di sigarette è un fattore di rischio per
l’abuso di alcol e droghe, che l’appartenenza al gruppo costituisce un fattore protettivo per l’abuso
di alcol e non per le sostanze stupefacenti, che la percezione del rischio associato al consumo di
droghe e alcol non è un fattore protettivo per l’abuso. I risultati di questa indagine, rinviano
principalmente a due riflessioni: la più immediata è relativa al fatto che un intervento di
prevenzione nel campione di studenti esaminato sarebbe più che mai necessario e urgente
considerata la drammatica percentuale di consumo di sostanze stupefacenti e di alcol; la seconda
conclusione meno ovvia, ma non meno importante, è che un intervento di prevenzione efficace non
dovrebbe basarsi esclusivamente sull’informazione.
Come è stato precedentemente analizzato, l’indagine ha dimostrato che la consapevolezza sulla
pericolosità dell’abuso di alcol e droghe non costituisce un fattore protettivo per il consumo.
Sebbene l’informazione rappresenti un utile mezzo, essa non modifica necessariamente
l’atteggiamento di un individuo. Diverse ricerche condotte in Italia per sondare conoscenze,
atteggiamenti, percezione del rischio e intenzioni comportamentali dei giovani in relazione
all’AIDS, confermano infatti una contraddittorietà fra conoscenze, atteggiamenti e pratiche sicure
(Manetti, Cavalieri e Ricca 1993; Ravenna, 2003). E’stato infatti ampiamente dimostrato come gli
interventi preventivi basati sull’informazione, in passato largamente proposti in ambito scolastico,
non hanno avuto efficacia proprio perché l’azione preventiva si basava esclusivamente su processi
comunicativi di tipo asimmetrico, risultando insufficiente non solo perché raramente è in grado di
raggiungere il cambiamento a livello comportamentale, ma anche perché rimane scarsamente mirata
a livello specifico (Ravenna 2003). Le campagne di questo tipo inoltre, rivolgendosi ai giovani in
termini di omogeneità, lasciano troppo margine di manovra per una presa di distanza dal problema e
consentono di elaborare un’idea di invulnerabilità (Cavazza 1994). Altro aspetto da non
sottovalutare è la credibilità della informazioni presentate agli adolescenti. Come è emerso dai
dibattiti con gli studenti del campione, l’adulto, in particolar modo, quando riveste un ruolo parziale
o totale di “autorità”, non viene ritenuto una fonte d’informazione valida o attendibile dai ragazzi;
infatti, quanto più l’uso di droga è diffuso in un determinato contesto, tanto più essi dispongono di
diverse fonti informative, oltre i familiari e gli insegnanti che in genere risultano ai loro occhi meno
informati (Ravenna 2003). Alla luce di queste considerazioni e dei risultati emersi dall’indagine
sperimentale con gli studenti del campione, sembra giungere un’ulteriore conferma rispetto al fatto
che la peer education rappresenti una valida alternativa rispetto agli approcci preventivi finora
condotti; questa tipologia d’intervento preventivo infatti si è dimostrata efficace nell’ambito delle
problematiche delle droghe (OEDT, 2010).
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cannabis
anfetam.
ecstasy
sost.allucinogene
cocaina
crack
eroina
alcol
16.9
0.9
0.9
1.9
0.3
0,6
0.4
10.7
39
20.2
19.9
42.1
5.5
8.2
5.3
26
22.4
29.5
26.1
13.2
37.7
30.6
30.7
29.1
19.3
44.2
49.3
39.5
54.7
56.2
60.4
32.5
sì sia a breve che a lungo termine
sì a lungo termine
sì a breve termine
no non causa alcun danno
1. L'uso di queste sostanze può dare problemi fisici e/o psicologici a breve termine e/o a lungo termine? (Valori in %).
D19 Ti capita di bere bevande alcoliche (vino, birra, amari, cocktail, superalcolici)? D18 Fumi sigarette ?
Total0 Si 1 No
0 Si
206 368 574
% 95,4% 81,4% 85,9%
1No
10 84 94
% 4,6% 18,6% 14,1%
Total
216 452 668
% 100,0% 100,0% 100,0%2. Correlazione item fumo di sigarette e consumo abituale di alcol.
Value df
Asymp. Sig.
(2-sided)
Exact Sig.
(2-sided)
Exact Sig. (1-
sided)
Pearson Chi-Square 23,537a 1 ,000
3. Correlazione item fumo di sigarette e consumo abituale di alcol.