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0 CONOSCENZE DI BASE PER LE SCIENZE DELLA …...diare, dobbiamo sapere utilizzare gli strumenti...

Date post: 25-Dec-2019
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0 CONOSCENZE DI BASE PER LE SCIENZE DELLA TERRA Prima di iniziare a scoprire che cosa sono le Scienze della Terra, è impor- tante riprendere alcune conoscenze di base che saranno utili durante lo studio di questa nuova materia. La matematica ci fornisce il linguaggio con il quale registrare dati e for- nire informazioni in maniera chiara. Qualsiasi materia ci apprestiamo stu- diare, dobbiamo sapere utilizzare gli strumenti della matematica. La fisica ci dice quali aspetti del mondo che ci circonda possono essere misurati, cioè quali sono le grandezze fisiche. Per lo studio delle materie scientifiche è fondamentale conoscere le grandezze e le unità di misura con cui esprimerle. La chimica è la scienza che studia la composizione, la struttura e le tra- sformazioni della materia. Conoscere quali particelle compongono la materia e in che modo si combinano per formare le sostanze è indispen- sabile per studiare il pianeta Terra. IX U. Doering/Alamy Lupia Palmieri, Parotto #TERRA ED. AZZURRA © Zanichelli 2019
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Page 1: 0 CONOSCENZE DI BASE PER LE SCIENZE DELLA …...diare, dobbiamo sapere utilizzare gli strumenti della matematica. La fisica ci dice quali aspetti del mondo che ci circonda possono

0 CONOSCENZE DI BASE PER LE SCIENZE DELLA TERRA

Prima di iniziare a scoprire che cosa sono le Scienze della Terra, è impor-

tante riprendere alcune conoscenze di base che saranno utili durante lo

studio di questa nuova materia.

La matematica ci fornisce il linguaggio con il quale registrare dati e for-

nire informazioni in maniera chiara. Qualsiasi materia ci apprestiamo stu-

diare, dobbiamo sapere utilizzare gli strumenti della matematica.

La fisica ci dice quali aspetti del mondo che ci circonda possono essere

misurati, cioè quali sono le grandezze fisiche. Per lo studio delle materie

scientifiche è fondamentale conoscere le grandezze e le unità di misura

con cui esprimerle.

La chimica è la scienza che studia la composizione, la struttura e le tra-

sformazioni della materia. Conoscere quali particelle compongono la

materia e in che modo si combinano per formare le sostanze è indispen-

sabile per studiare il pianeta Terra.IX

U.

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Lupia Palmieri, Parotto #TERRA ED. AZZURRA © Zanichelli 2019

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X

UNITÀ 0 Conoscenze di base per le Scienze della Terra

1. RAPPORTI, PERCENTUALI, GRAFICI

Fin dall’antichità gli esseri umani han-no osservato la natura e hanno cercato di carpirne i misteri. I primi, e più semplici, strumenti per raccogliere informazioni sul mondo sono stati i sensi: il tatto, la vista, l’udito, il gusto e l’olfatto. E anche il modo di comunicare le esperienze dei sensi era all’inizio molto semplice.

Nel corso della storia, poi, gli studiosi

hanno sviluppato strumenti che potessero fornire informazioni e dati più affidabili di quelli che provengono dai sensi. Il linguag-gio della scienza è diventato così, almeno in parte, un linguaggio matematico. Sia che ci apprestiamo a studiare la fisica, la chimi-ca, la biologia o – come nel nostro caso – le scienze della Terra, dobbiamo quindi sape-re utilizzare gli strumenti della matematica.

In questo paragrafo, al quale potrete ri-tornare – anche in futuro – quando avre-te dei dubbi, prenderemo in esame, o ri-chiameremo alla memoria, concetti come i rapporti, le proporzioni, le percentuali. Di questi concetti gli scienziati si servono spesso, per fare confronti o paragoni. Inol-tre ripasseremo come interpretare i grafici e i dati che essi contengono..

■ Rapporti Immagina di comprare un regalo di com-pleanno per un amico – da parte tua e di al-tri due compagni – e di spendere 25 euro e 20 centesimi. Per sapere quanto viene a costare a ciascuno di voi, devi eseguire una semplice divisione:

25,20 : 3 = 8,40 Questa operazione è anche detta rapporto: la spesa di ciascun amico si ottiene come rapporto tra il costo totale del regalo e il nu-mero di amici che partecipano.

Spesso le formule che si incontrano nello studio delle scienze sono scritte sotto forma di rapporti. Per esempio, vedrete più avan-

ti che la velocità lineare (v) di un corpo in movimento è data dal rapporto tra lo spo-stamento (s) e il tempo (t) impiegato per compiere lo spostamento:

n

d= r

Se teniamo fisso il de-nominatore e aumen-tiamo il numeratore ...

... aumenta anche il risultato del rapporto.

v = s : tche si può scrivere anche:

tvs

=

n

d= r

Se teniamo fisso il nu-meratore e aumentia-mo il denominatore ...

... il rapporto invece di-minuisce.

numeratore

denominatore

■ ProporzioniSupponete di aver fatto una foto digita-le orizzontale (in formato 3:2) e di volerla stampare in modo che abbia la stessa altez-za della copertina di un blocco note che ha un’altezza di 16 cm. Quale dovrà essere la base della fotografia?

La risposta a questa domanda si tro-va utilizzando una semplice proporzione, cioè l’uguaglianza di due rapporti. Vedia-mo quali sono i passaggi.

Il rapporto tra base e altezza della foto di-gitale è lo stesso anche nella foto stampata. L’uguaglianza dei due rapporti è:

altezzabase

altezzabase

(foto .)

(foto stamp)

( .)

( .)

stampfoto dig

foto dig=

che più in generale si scrive:

ba

dc

=

oppurea:b = c:d

La proprietà fondamentale delle proporzio-ni dice che «il prodotto dei medi è uguale al prodotto degli estremi»:

a × d = b × c

Questa proprietà si può utilizzare per rica-vare un valore incognito. Nelll’esempio:

altezza (foto dig.) × base (foto stamp.) = = base (foto dig.) × altezza (foto stamp.)

ovvero2 × base

(foto stamp.) = 3 × 16 cm

e cioè2 × base (foto stamp.) = 48 cm

da cui si ricava che la base della foto stam-pata dovrà essere di 24 cm (48 cm:2).

a: b= c: d

Il prodotto dei medi (b × c) ...

... è uguale al prodotto degli estremi (a × d).

Lupia Palmieri, Parotto #TERRA ED. AZZURRA © Zanichelli 2019

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XI

■ Frazioni e percentualiI rapporti ci servono anche per esprimere frazioni e percentuali di un insieme. Cir-ca 1/5 dell’aria sulla Terra è costituita da os-sigeno. Questa stessa informazione può es-sere espressa come percentuale: l’ossigeno costituisce circa il 20% dei gas che compon-gono l’aria. La percentuale è un particola-re tipo di rapporto che ha come denomina-tore 100. Il valore 20% si può scrivere an-che così:

,0 2010020=

Quando ci viene fornita una percentuale ri-ferita a un numero preciso, possiamo co-struire una proporzione. Per esempio, se in un campione di roccia che pesa 3 kg il 40% in peso è costituito da ferro, la proporzione si imposta tenendo conto che il 40% corri-sponde al ferro (di cui non conosciamo il

peso) e il 100% a tutta la roccia (che pesa 3 kg).Quindi scriveremo:

40 : x = 100 : 3e cioè:

, kgx 10040 3 1 2#

= =

Percentuale

110

15

14

13

12

23

34

11

Frazione

10% 20% 25% 33,3% 50% 66,6% 75% 100%

■ I graficiUn modo intuitivo per esprimere frazio-ni e percentuali è quello di usare i grafi-ci a torta. Nelle scienze si utilizzano mol-ti tipi diversi di grafico, a seconda delle in-formazioni che si vogliono mettere in evi-denza. Per esempio in questo libro vedre-te spesso dei diagrammi cartesiani. Sono grafici che mostrano come varia una gran-dezza il cui valore è indicato su un asse ver-ticale (asse y o asse delle ordinate), al variare di una grandezza il cui valore è indicato su un asse orizzontale (asse x o asse delle ascis-se). Ogni punto del grafico è determinato da una coppia di valori, uno per l’asse x e uno per l’asse y.

Collegando i punti si ottiene una linea spezzata che fornisce una raffigurazione dell’andamento del fenomeno (ad esem-

IMPARA A IMPARARE

• Nell’esempio del regalo che cosa bisogna fare se si vuole diminuire la spesa per ciascun amico?

• Prova a scrivere una proporzione e verificane la validità controllando se il prodotto dei medi è uguale a quello degli estremi.

• Se a vale 9 e d vale 42, trova due coppie di valori per b e c per i quali la proporzione sia valida:

b .......... c ..........

b .......... c ..........

• Quale tipo di grafico è più adatto per rappre-sentare le percentuali?

pio come variano le temperature massime mensili durante l’anno, a Milano).

Se vogliamo confrontare fra loro i valo-ri che una stessa grandezza assume in si-tuazioni diverse è preferibile invece usare un grafico a barre. Ad esempio, per con-

frontare le emissioni di anidride carboni-ca di diversi paesi, posso porre su un asse i nomi dei paesi in esame e a ciascuno asso-ciare una colonna (o «barra») alta quanto il valore corrispondente di emissioni (ripor-tato sull’altro asse).

azoto (78%)

argon (0,9%)

ossigeno (21%)

anidride carbonica e altri gas (0,1%)

L’area della torta rappre-senta il 100%; le singole percentuali sono rappre-sentate con fette di co-lore diverso e ampiezza proporzionale.

Composizione dell’aria

30°C

20

G F M A M G L A S O N D

10

0

Temperature medie mensili (massime) a Milano

Stati Uniti

Miliardi di tonnellate di anidride carbonica emessi nel 2005

Cina UE Russia India Giappone0

1

2

3

4

5

6

Lupia Palmieri, Parotto #TERRA ED. AZZURRA © Zanichelli 2019

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XII

UNITÀ 0 Conoscenze di base per le Scienze della Terra

2. MULTIPLI, SOTTOMULTIPLI, ANGOLI

Nelle scienze i numeri possono essere mol-to grandi, come per le distanze tra le stel-le, o molto piccoli, come per le dimensioni di certi microrganismi. In questi casi scri-vere i valori in modo tradizionale può cre-

are grandi difficoltà: potremmo riempire di zeri righe intere di quaderno! Per que-sto motivo si usano multipli e sottomulti-

pli del 10 nei sistemi di unità di misura, ed è per la stessa ragione che si usano le poten-

ze di 10 e la loro notazione esponenziale. In questo libro ci saranno utili inoltre al-

cune conoscenze di geometria, che richia-miamo in breve: gli angoli e i concetti col-legati di ortogonalità e parallelismo.

■ Multipli e sottomultipliIl kilometro è un multiplo del metro, cioè un metro moltiplicato per 10 un certo numero di volte (in questo caso 1000 metri).

Un multiplo di un numero a è un numero b ottenuto dalla molti-plicazione di a per un numero intero. Per esempio 12 è un multiplo di 3, perché si ottiene moltiplicando 3 per 4; ma è anche un multi-plo di 1, di 2, di 4 e di 6. Viceversa, un sottomultiplo di un numero a è un numero intero b per cui a è divisibile: per esempio 1, 2, 3, 4 e 6 sono sottomultipli di 12.

L’uso dei multipli e sottomultipli del 10 nelle unità di misu-ra è frequente, perché consentono di usare numeri «comodi»: per esempio scriveremo 170 km (kilometri) anziché 170 000 m (metri).

Le equivalenze tra le unità di misura e i loro multipli e sottomul-tipli sono regolate dalle potenze di 10. Ad esempio, 1 km corrispon-de a 103 m. 1 cm (centimetro) corrisponde invece a 10–2 m, e di con-seguenza 1 m corrisponde a 102 cm.

da-

h-

k-

M-

G-

T-

P-

E-

d-

c-

m-

μ -

n-

p-

f-

a-

deca-

etto-

mega-

giga-

tera-

peta-

exa-

kilo-

10-9

10-12

10-15

10-18

10-6

10-3

10-2

10-1

109

1012

1015

1018

106

103

102

101

Simbolo SimboloMultiploSottomultiplo Prefisso Prefisso

deci-

centi-

milli-

micro-

nano-

pico-

femto-

atto-

■ Potenze di 10 e notazione esponenzialeCapita di utilizzare numeri molto grandi o molto piccoli. C’è un modo per condensare questi numeri usando le potenze di 10.

Posso scrivere:

10n = 10 w 10 w … w 10 (n volte) se n (detto esponente) è positivo,

100 = 1 se l’esponente è zero,

10−n = 10

1n = 0,00 ... 01 (con n zeri, incluso quello che precede la

virgola) se l’esponente è negativo.

Esiste una regola per ricordare: il risultato di una potenza di die-ci contiene un numero di zeri uguale all’esponente. Per esempio:

104 = 10 000 (4 zeri)10–3 = 0,001 (3 zeri)

Tutti i numeri si possono rappresentare come il prodotto di un nu-mero compreso tra 1 e 9 e una potenza in base dieci:

1500 = 1,5 × 103

0,05 = 5 × 10–2

Questo metodo è noto come notazione esponenziale.Per lavorare con la notazione esponenziale è utile ricordare due

proprietà delle potenze: moltiplicazione 10m × 10n = 10m+n

divisione 10m : 10n = 10m–n

Invece, per sommare o sottrarre potenze in base dieci occorre pri-ma portare entrambi i termini alla stessa potenza e poi sommare o sottrarre le basi. Ad esempio:

8 × 108 – 4 × 107

deve essere trasformata in:8 × 108 – 0,4 × 108

dalla quale si ottiene:(8 – 0,4) × 108 = 7,6 × 108

Potenza di 10 Numero NomeFrazione

10-6

10-3

10-2

10-1

100

101

102

103

106

1061

1031

1021

101

0,000 001

0,001

0,01

1

0,1

10

100

1000

1 000 000

un milionesimo

un millesimo

un centesimo

un decimo

uno

dieci

cento

mille

un milione

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XIII

■ AngoliSe tracciamo su un piano (per esempio un foglio) due semirette con l’origine in comu-ne (due linee che partano dallo stesso pun-to), queste dividono il piano in due parti. Ciascuna parte (indicata in figura con un colore diverso) individua un angolo.

In questo libro gli angoli sono misura-ti in gradi: il grado (°) è la 360-esima parte dell’angolo giro. Si usano anche i sottomul-tipli del grado: la 60-esima parte di un gra-do è detta primo (�) e la 60-esima parte del primo è detta secondo (�).

Un angolo che misuri 90° (1/4 dell’ango-lo giro) è detto angolo retto. Un angolo si dice acuto se è minore di un angolo retto, ottuso se è maggiore.

Angolo generico 35° 15´ 20˝

Angolo giro (semirette coincidenti) 360°

Angolo nullo (semirette coincidenti) 0°

Angolo piatto (semirette opposte) 180°

Angolo retto (metà angolo piatto) 90°

O

O

O

O

O

IMPARA A IMPARARE

• La luce percorre in un secondo circa 300000 km. Scrivi il numero in notazione esponen-ziale.

• Il raggio di un atomo d’idrogeno è circa 0,00000000001 m. Scrivi il numero in nota-zione esponenziale.

• A quanti secondi equivale un grado?

• A che frazione di angolo giro equivale la somma di 3 angoli retti?

• Consideriamo un piano e una retta ortogona-le al piano. In che relazione sono le rette del piano con la retta perpendicolare ad esso?

• Che relazione c’è tra rette ortogonali a piani paralleli?

• E tra rette parallele a piani ortogonali?

Rette ortogonali (o perpendicolari)

Retta ortogonale a un piano

Piani ortogonali

Rette parallele

Retta parallela a un piano

Piani paralleli

■ Parallelismo e ortogonalitàSe con il righello tracciamo due rette su

un foglio, si possono verificare tre diverse situazioni:• le rette s’intersecano in un punto;• le rette non hanno punti in comune;• le rette hanno tutti i punti in comune,

cioè sono sovrapposte.Due rette del piano si dicono ortogonali o

perpendicolari se s’intersecano formando 4 angoli retti. Sono perpendicolari le ret-te che su una mappa congiungono Nord e Sud, Est e Ovest, le righe e le colonne di un quaderno a quadretti, i lati contigui di un rettangolo. Se invece le rette non hanno punti in comune sono dette parallele.

Sono paralleli i binari del treno, le linee che delimitano una carreggiata, i lati oppo-sti di un rettangolo.

I concetti di parallelismo e ortogonalità si possono estendere a un piano e a una ret-ta esterna al piano, o a due piani, come mo-strato in figura.

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XIV

UNITÀ 0 Conoscenze di base per le Scienze della Terra

■ Misurare le grandezze Le grandezze d’interesse per la scienza sono quelle che è possibile misurare. Grandezze come la distanza e il tempo sono misurabili: è possibile stabilire, per mezzo di appositi strumenti (un righello, un cronometro), quante volte una specifica unità di misura (il metro, il secondo) è contenuta in ciascuna grandezza.

Il risultato di queste misure è una quantità dimensionata, cioè un numero che moltiplica un’unità di misura: ad esempio, una pi-scina olimpionica è lunga 50 m, dove m indica il metro. Il numero 50 rappresenta una quantità adimensionata: è l’unità di misura m a specificare che quel numero rappresenta una lunghezza. Dire che una piscina è lunga 50 m significa dire che l’unità di misura di lun-ghezza – il metro – è contenuta 50 volte nella lunghezza della pi-scina.

Questo dato è significativo per la scienza perché è possibile con-frontarlo con il risultato ottenuto con altre misure di lunghezza.

0 m

50 m

Sarete d’accordo sul fatto che è impossibi-le stabilire se è più buona una mela o una pera, ma è invece possibile stabilire se una mela pesa più di una pera. La massa, a dif-ferenza della bontà, è una grandezza fisica con una precisa unità di misura (il gram-mo).

Nel corso della storia, ogni popolazio-ne ha definito in modo diverso le proprie unità di misura. Con l’aumento dei com-merci e delle comunicazioni, si è capito che era necessario definire le unità di misura delle singole grandezze univocamente, con regole precise.

Per lo studio delle materie scientifiche è fondamentale conoscere grandezze e unità di misura, e usare quelle indicate come va-lide per tutti dal Sistema Internazionale.

■ Il Sistema Internazionale La comunità scientifica internazionale ha individuato sette gran-dezze fisiche che ha definito come grandezze fondamentali: la lun-ghezza, la massa, il tempo, la corrente elettrica, la temperatura, la quantità di sostanza e l’intensità luminosa.

Vedremo che dalla combinazione delle sette grandezze fonda-mentali si possono ricavare tutte le grandezze usate in scienze della Terra, ma anche in fisica, chimica e biologia.

Negli Stati Uniti d’America le distanze spesso sono misurate in miglia e non in kilometri come in Italia: miglia e kilometri sono due diverse unità di misura della lunghezza.

Per convenzione, dal 1960, a ognuna delle sette grandezze fisiche fondamentali sono stati assegnati un simbolo e un’unità di misu-ra. Il sistema fondato su queste unità di misura è conosciuto come Sistema Internazionale (SI).

metro

mole

m

mol

Grandezzafisica

lunghezza

quantità di

sostanza

l

n

Nome dell’unitàdi misura

Simbolo dell’unitàdi misura

Simbolo dellagrandezza

kilogrammo kgmassa m

secondo stempo t

ampère Acorrente

elettrical

kelvin Ktemperatura T

candela cdintensità

luminosaiv

3. LE UNITÀ DI MISURA

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XV

■ Unità di misura per le distanze astronomiche

Quando si vogliono esprimere le distanze tra i pianeti e o quelle che separano le stel-le, anche l’utilizzo dei multipli del metro di-venta scomodo, perché i numeri sono dav-vero molto grandi.

Per esempio, la distanza media tra la Ter-ra e il Sole vale 149,6 Gm (1,496 × 1011 m),

eppure, tra quelle astronomiche, è una del-le distanze più piccole!

Si è deciso di ovviare a questa scomodità definendo una nuova unità di misura della lunghezza: l’unità astronomica (che si in-dica con U.A.), la quale corrisponde pro-prio a 1,496 × 1011 m.

Per esprimere poi distanze sensibilmente più grandi, è stata introdotta una seconda

unità di misura: l’anno-luce (a.l.), che cor-risponde alla distanza percorsa dalla luce in un anno.

Considerando che la luce nel vuoto si muove alla velocità di circa 300 000 km/s e che in un anno ci sono 31 536 000 secon-di, la luce in un anno percorre circa 9461 miliardi di kilometri. Questo valore corri-sponde appunto a un anno-luce.

1 U.A. = 149 600 000 km

La distanza Terra-Sole

TerraSolecentro dellaGalassia

100 000 a.l.

27 000 a.l.

Sistema solare

Le distanzenella nostra galassia

■ Unità di misura derivateAbbiamo appena visto che la velocità della luce è pari a 300000 km/s. La velocità è un esempio di grandezza derivata, ottenuta dal-la divisione di una lunghezza per il tempo (torneremo nel prossimo paragrafo sull’argomento).

Le grandezze derivate, e quindi le loro unità di misura, si otten-gono dalla combinazione algebrica (moltiplicazioni e divisioni) delle grandezze fondamentali.

Le unità di misura delle grandezze derivate si possono sempre esprimere in funzione delle unità del SI; per esempio, l’unità di mi-sura della carica elettrica, il coulomb (C) si ottiene dalla moltiplica-zione di ampère (A) e secondo (s): 1 C = 1 A × s.

Definizionedell’unità

di misura SI

Simbolodell’unitàdi misura

1 N = 1 kg • m/s2

1 Pa = 1 N/m2

1 J = 1 N • m

1 W = 1 J/s

1 C = 1 A • s

Grandezzafisica

area

volume

densità o massavolumica

forza

pressione

energia, lavoro,calore

velocità

accelerazione

potenza

carica elettrica

Nomedell’unitàdi misura

metro quadro

metro cubo

kilogrammoal metro cubo

newton

pascal

joule

watt

metri al secondo

metri al secondoquadrato

coulomb

m2

m3

kg/m3

N

Pa

J

m/s

m/s2

W

C

■ Ragionare con gli ordini di grandezza È molto importante avere sempre un’idea approssimativa delle mi-sure delle grandezze di cui ci occupiamo: dobbiamo sapere, per esempio, che la distanza media tra gli atomi di un diamante è cir-ca 10–10 m, mentre il raggio medio della Terra è circa 107 m, proprio

• La misura di una distanza non è sempre possibile con un semplice righel-lo. Come misureresti la distanza dalla tua casa alla scuola?

• Qual è l’unità di misura che normalmente usi per indicare la temperatura?

• Quali sono i multipli e i sottomultipli del metro e del kilogrammo?

• Qual è l’unità di misura dell’energia?

• Di che ordine di grandezza è l’area della tua camera?

IMPARA A IMPARAREdiametro della nostra Galassia

distanza Terra-Luna

massa del Sole

massa di un uomo

massa dell’atomo di idrogeno

Tipo di grandezza

Ordine di grandezza

Grandezza

1017 s

10-8 s

1021 m

108 m

10-10 m

1033 g

105 g

10-24 g

109 s

età dell’Universo

TEMPO

DISTANZA

MASSA

durata della vita di un uomo

tempo che impiega la lucead attraversare una stanza

distanza tra gli atomidi un diamante

come sappiamo che un’automobile può costare circa 20000 euro mentre una pizza ci costerà circa 5 euro. In altre parole, dobbia-mo saper ragionare utilizzando gli ordini di grandezza. L’ordine di grandezza di un numero è la potenza di dieci più vicina a quel nu-mero, di cui costituirà quindi una buona approssimazione.

Per esempio, la distanza media della Luna dalla Terra misura 384 400 km, ovvero 3,844 × 108 m. Ecco perché l’abbiamo indicato come una lunghezza dell’ordine di 108 m.

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XVI

UNITÀ 0 Conoscenze di base per le Scienze della Terra

4. ALCUNE GRANDEZZE CHE CI SERVIRANNO

■ Velocità e accelerazioneVelocità e accelerazione sono grandezze fisiche di cui hai esperien-za diretta. La velocità esprime la relazione tra uno spostamento e il tempo necessario per effettuarlo. La velocità media (v

m) è il risul-

tato del rapporto tra lo spazio (s) percorso e il tempo (t) impiega-to per percorrerlo:

ts

vmD

D=

dove D (si legge delta) indica la variazione.Poiché nel SI le unità di misura di spazio e tempo sono, ri-

spettivamente, metro e secondo, la velocità si esprime in m/s. Sul tachimetro delle automobili leggete invece la velocità espres-sa in kilometri all’ora (km/h). Per passare da un valore di veloci-tà espresso in km/h al valore equivalente in m/s, è sufficiente di-videre per 3,6.

La velocità di propagazione della luce nel vuoto è costante ed è pari a 3 × 108 m/s, ma in natura per lo più i corpi hanno velocità che variano nel tempo.

Per esempio una persona che corre parte da ferma, poi aumen-ta la velocità, rallenta e infine si ferma: in ogni istante ha una velo-cità diversa. Questa variazione di velocità nel tempo viene espres-

sa dall’accelerazione, che è il rapporto tra la variazione di velocità e l’intervallo di tempo:

ta

vmD

D=

Nel SI, l’accelerazione si esprime in m/s2. Quando la velocità au-menta, l’accelerazione è positiva; se la velocità diminuisce, l’acce-lerazione è negativa. Anche l’accelerazione, come la velocità, può essere costante o può variare nel tempo. Ad esempio, se lasciamo cadere un oggetto da una certa altezza, la sua velocità cresce con un’accelerazione costante g = 9,8 m/s2, che è l’accelerazione di gra-vità dovuta all’attrazione della Terra.

accelerazione (m/s2 )

tempo (s)

velo

cità

(m/s

)

velo

cità

(m/s

) tempo (s)

dis

tanz

e (m

)

■ Massa e pesoQuando lanci una palla avverti di stare esercitando una forza, per-ché compi uno sforzo muscolare. Forza è anche quella che l’acqua esercita sulle pale di un mulino o quella che risentono gli oggetti di ferro attirati da una calamita. In fisica il concetto di forza è associa-to a una variazione di velocità, cioè a un’accelerazione. In formule:

F = m × adove F è la forza, a l’accelerazione e m la massa. La forza si misura in newton con uno strumento detto dinamometro, costituito da una molla racchiusa in un cilindro graduato.

La massa, la cui unità di misura è il kilogrammo, è la quanti-tà di materia di un corpo che si può misurare con una bilancia a

due piatti. Su un piatto si pone l’oggetto di cui si vuole conoscere la massa e sull’altro si mettono campioni di massa nota, finché si rag-giunge l’equilibrio. La massa è una proprietà caratteristica dei cor-pi e quindi non cambia anche se cambia il luogo in cui si compie la misura: per esempio, una bilancia in equilibrio sulla Terra lo è an-che sulla Luna.

Il peso di un corpo, invece, è la forza che risulta dall’effetto del-la forza di gravità (responsabile della tendenza degli oggetti a cade-re verso il basso) sulla massa del corpo. L’accelerazione di gravità è diversa da luogo a luogo (sulla Luna è sei volte più bassa che sulla Terra) e quindi il peso di un oggetto varia in modo corrispondente.

kg

sulla Luna

sulla Terra

kg

Sulla Luna, un astronauta si sente più leggero, anche se la sua mas-sa è rimasta la stessa.

Il peso P si misura in newton ed è proporzionale alla massa m e all’accelerazione di gravità g:

P = m × g.

Lupia Palmieri, Parotto #TERRA ED. AZZURRA © Zanichelli 2019

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XVII

■ Densità Prendiamo tre bottiglie con lo stesso volume (per esempio 1 litro) e riempiamole con sostanze diverse: la prima con acqua, la secon-da con olio e l’ultima con sabbia. Se misuriamo le tre masse con una bilancia a piatti uguali troveremo valori diversi. Un litro di sab-bia ha una massa ben superiore rispetto a un litro d’acqua o d’olio. Analogamente un litro d’olio ha una massa inferiore rispetto a un pari volume d’acqua. Il rapporto tra la massa m di una sostanza e il volume che occupa definisce la densità d della sostanza:

d = m/VAcqua, olio e sabbia hanno differenti densità. 1 kg di sabbia occu-pa un volume minore rispetto ad 1 kg d’olio. Questa differenza fa sì che se versiamo in un bicchiere d’acqua olio o sabbia, il primo gal-leggia e la seconda si deposita sul fondo. Una differenza di densità sta anche alla base del galleggiamento dei cubetti di ghiaccio nell’ac-

acquaolio

sabbiaacqua

qua o degli iceberg nell’oceano. A differenza di tutte le altre sostan-ze, l’acqua allo stato solido (ghiaccio) è meno densa che allo stato li-quido, quindi galleggia.

Nel SI l’unità di misura della densità è kg/m3. Talvolta viene espressa anche in g/cm3 e, per i gas – considerando che 1 dm3 è pari a un litro (L) – in g/L.

■ Pressione Perché sugli sci non si affonda nella neve? Per spiegare questo fenomeno dobbiamo introdurre una nuova grandezza derivata: la pressione (p), che esprime il rapporto tra una forza (F), in questo caso la forza-peso, e la superficie (S) su cui essa viene esercitata:

SpF

=

Con gli sci il nostro peso si distribuisce uni-formemente su una superficie maggiore e quindi la pressione che il nostro corpo eser-

cita sulla neve è minore; dunque non spro-fondiamo. Nel SI l’unità di misura della pressione è il pascal (Pa), pari a:

1 Pa = 1 Nm1 2 = 1 kg × m–1 × s–2

Oltre al pascal, è possibile usare anche al-tre unità di misura, come l’atmosfera (1 atm = 101325 Pa), il millimetro di mer-curio (1 mm Hg = 133,322 Pa) e il millibar (1 mbar = 100 Pa). Un’atmosfera corrispon-de alla pressione dell’aria al livello del mare.

IMPARA A IMPARARE

• Osserva il diagramma della velocità: come rappresenteresti il moto di un corpo che si muove con velocità costante per un certo tempo, poi si ferma e resta in quiete gli istanti successivi?

• Sul pianeta Marte l’accelerazione di gravità è pari a circa 1/3 di quella sulla Terra. Come varierebbe il tuo peso sulla superficie mar-ziana?

• Fai l’esempio di sostanze o di oggetti di uso quotidiano che hanno densità tra loro molto diverse. Come ti accorgi della differenza?

• A quanti mbar equivale 1 atm?

• Perché l’energia e il calore hanno la stessa unità di misura?

■ Energia, calore e temperatura Avrete sentito parlare di energia solare o elettrica: è importante sapere cosa si intende con il termine energia. L’energia è la capa-cità di un corpo di eseguire lavoro e trasfe-rire calore. Energia e calore, infatti, hanno la stessa unità di misura nel SI: il joule (J).

1 J = 1 N × m = 1 kg m

s2

2#

Il calore, quindi, è una modalità di trasferi-mento dell’energia da un corpo caldo a uno freddo, che dipende anche dalla massa dei corpi coinvolti. Quando usiamo un termo-metro per sapere quale dei due corpi è più freddo, non misuriamo né l’energia né la quantità di calore (che si misura con il ca-lorimetro), ma la sua temperatura, cioè lo stato che dipende dall’agitazione (termica) delle particelle che lo costituiscono.

La temperatura è una grandezza fonda-

273,15

-273,15 0

0

100

100

200

200

-200

-100

300

400

500

scala Celsius scala kelvin

mentale e la sua unità di misura nel SI è il kelvin (K). È comune anche l’uso della scala Celsius, o centigrada (°C); un kelvin corrisponde a un grado centigrado, ma a

0 °C corrispondono 273,15 K. Quindi per ricavare la temperatura in kelvin cono-scendo quella in gradi Celsius si applica l’equazione: T (K) = t (°C) + 273,15

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XVIII

UNITÀ 0 Conoscenze di base per le Scienze della Terra

5. ATOMI, MOLECOLE, ELEMENTI E COMPOSTI

La grandissima varietà di sostanze che ci circonda è il risultato della combinazione di alcune minuscole particelle di materia, tutte molto simili tra loro: gli atomi.

In natura esistono 92 tipi diversi di atomi e a ciascuno corrisponde un elemento; per esempio, sono elementi il carbonio, l’ossi-geno, il ferro. Ma esistono anche elemen-

ti ricavati in laboratorio, perciò gli elementi conosciuti sono più di un centinaio.

Gli atomi di un elemento sono in genere identici tra loro ma sono diversi dagli ato-mi degli altri elementi.

Negli schemi e nelle formule della chi-mica, ogni elemento è rappresentato da un simbolo, che deriva dall’iniziale (o da due

lettere) del suo nome; per esempio si usa C per indicare il carbonio, Fe per il ferro.

All’interno dell’atomo ci sono particelle ancora più piccole: gli elettroni, i protoni e i neutroni. Le interazioni tra queste particel-le spiegano la tendenza degli atomi a unirsi e formare le molecole oppure a trasformarsi in ioni, atomi elettricamente carichi.

■ Gli atomi e la loro strutturaIl nome atomo viene dal greco àtomos, che vuol dire indivisibile. In realtà l’atomo è costituito da particelle ancora più piccole (dette su-

batomiche): i protoni, i neutroni e gli elettroni. Protoni e neutroni hanno massa confrontabile (1,67 × 10−27 kg) ma diversa carica elet-trica: un protone ha carica positiva (unitaria), mentre il neutrone ha carica nulla. Gli elettroni possiedono invece una carica unitaria ne-gativa e una massa molto più piccola (9,1 × 10−31 kg).

Poiché l’atomo è elettricamente neutro, protoni ed elettroni de-vono esservi presenti in egual numero. Il numero di protoni, come vedremo, è caratteristico di tutti gli atomi di uno stesso elemento: si chiama numero atomico e si indica con Z. Per esempio, tutti gli atomi di idrogeno hanno un solo elettrone e un solo protone (Z=1); tutti gli atomi di carbonio hanno sei elettroni e sei protoni (Z=6). Il numero atomico individua perciò uno specifico elemento.

Il numero di protoni più il numero di neutroni costituisce invece il numero di massa atomica (A) di un elemento.

Protoni e neutroni compongono il nucleo, mentre gli elettroni si muovono attorno in regioni di spazio ben definite e chiamate or-

bitali. Ogni orbitale può ospitare al massimo due elettroni e corri-sponde a un certo livello energetico, determinato dalla teoria della meccanica quantistica. L’orbitale più vicino al nucleo è associato al livello energetico più basso ed è il primo a essere occupato; seguo-no quattro orbitali del secondo livello. Per riempire i primi due li-

neutrone

atomo di litio:4 neutroni3 protoni3 elettroni

protone

elettrone

orbitalisferici

concentrici

velli energetici, allora, sono necessari 10 elettroni (2 nel primo livel-lo e 8 nel secondo). Questa situazione corrisponde all’elemento con Z=10, che è il neon. In generale i livelli energetici dal secondo in poi possono contenere al massimo 8 elettroni.

In sintesi, gli elettroni di un atomo occupano gli orbitali a parti-re dal livello meno energetico a salire: più alto è il numero atomico Z dell’elemento, più orbitali vengono riempiti.

■ Gli ioni Interagendo con un altro atomo o con una fonte di energia, un ato-mo può perdere o acquistare uno o più elettroni e diventare così elettricamente carico: in tal caso si parla di ione.

Uno ione negativo, o anione, possiede uno o più elettroni in più rispetto a quelli previsti dal numero atomico; uno ione positivo, o catione, ha uno o più elettroni in meno rispetto al numero atomi-co. Ad esempio, uno ione sodio Na+ è un atomo di sodio che ha per-so un elettrone dal livello più esterno, come si vede dalla figura, che rappresenta in modo schematico i livelli energetici occupati dell’a-tomo di sodio e del suo ione. atomo

di Na ione Na+

livello energeticopiù esterno

livelloenergeticopiù interno

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XIX

■ Le molecole La varietà delle sostanze che ci circonda non si può spiegare solo con il centinaio di elementi conosciuti in natura: è necessario ipotizzare che gli atomi si possano combi-nare tra loro per formare nuove entità.

Si definisce molecola la più piccola fra-zione di una sostanza che ne conserva tut-te le caratteristiche chimiche. Una moleco-la può essere formata da due o più atomi di uno stesso elemento o di elementi diversi. Nel secondo caso, gli elementi sono sempre presenti nelle stesse proporzioni: una mole-cola d’acqua è sempre formata da un atomo di ossigeno e due di idrogeno.

Le proprietà di una sostanza non dipen-dono solo dalla composizione delle sue mo-lecole, ma anche da come queste si dispon-gono nello spazio e interagiscono tra loro. L’acqua allo stato liquido, per esempio, è costituita da molecole con grande libertà di movimento e tra loro molto vicine. Quan-do l’acqua congela, le molecole perdono la propria indipendenza, si aggregano e si di-spongono ordinatamente nello spazio, oc-cupando posizioni fisse e a distanza mag-giore l’una dall’altra. Da queste differenze su scala molecolare deriva la differenza di densità tra acqua e ghiaccio, che fa sì che gli iceberg galleggino sull’oceano.

ossigeno (O)

acqua (H2O)

idrogeno (H)

■ Elementi e composti, sostanze pure e soluzioni Un elemento è una sostanza che, anche se sottoposta a processi chi-

mici (dei quali parleremo più avanti), non può essere suddivisa in sostanze più semplici. Un composto è invece una sostanza che, se sottoposta a processi chimici, si può scomporre in altre sostanze più semplici. Il rapporto tra le quantità dei costituenti di un composto è ben definito e costante.

Determinare la composizione chimica di una sostanza significa determinare se si tratta di un elemento o di un composto e iden-tificare gli atomi che la costituiscono. L’analisi chimica di un dia-mante, per esempio, rivela che è costituito da un solo elemento, che chiamiamo carbonio, che non si può scomporre in altre sostanze più semplici.

L’analisi chimica dell’acqua, invece, ci mostra che è un compo-sto perché, con appositi procedimenti, posso ottenere i due elemen-ti che la costituiscono (l’idrogeno e l’ossigeno).

Nel linguaggio comune tendiamo a identificare con l’espressio-ne «sostanze chimiche» solo quelle prodotte artificialmente. In re-altà ogni cosa che ci circonda è costituita da sostanze chimiche, che possono essere naturali o artificiali. Le seconde sono il prodotto di reazioni e processi chimici eseguiti in laboratorio o in impianti in-dustriali, e sono anche chiamate sostanze di sintesi.

Le sostanze con cui avremo a che fare possono essere pure (come il diamante) o sotto forma di miscugli (come le rocce). In particola-re, una sostanza si dice pura se non può essere separata con metodi fisici nei suoi componenti, e mantiene quindi inalterate le proprie-tà e la composizione chimica.

Una sostanza pura in un unico stato di aggregazione (per esem-pio l’acqua distillata) costituisce un sistema omogeneo; quando in-vece si trova in diversi stati fisici (per esempio una miscela di acqua e ghiaccio) costituisce un sistema eterogeneo.

Se si miscelano più sostanze pure, si dà origine a un miscuglio. Un miscuglio è omogeneo quando i suoi componenti sono comple-tamente mischiati e formano un’unica fase, come accade per il sale disciolto nell’acqua del mare. Un miscuglio è invece detto eteroge-

sostanze

elementi

sostanzesemplici

composti

sostanzecostituite

da due o piùelementi

IMPARA A IMPARARE

• Nella prima figura sono schematizzati gli orbitali occupati di un atomo di litio (Z = 3). Gli orbitali sono pieni?

• Il litio ha 3 protoni. Quanti elettroni ha il catione Li+?

• Che cos’è una molecola?

• Conosci qualche altra molecola, oltre a quella dell’acqua?

neo quando sono ben distinguibili le fasi dovute alla presenza del-le diverse sostanze che lo compongono, come la nebbia (un miscu-glio tra acqua e aria).

I miscugli omogenei sono detti anche soluzioni. Esistono solu-zioni liquide (quelle a cui siamo portati a pensare per prime), ma anche solide (come le leghe metalliche) o gassose (come l’aria che respiriamo).

Un bicchiere d’acqua e zucchero è una soluzione: l’acqua (pre-sente in maggiore quantità) è chiamata solvente e lo zucchero è il soluto. Se aumentiamo la quantità di zucchero nell’acqua, a un cer-to punto questo non si scioglie più: la soluzione si dice satura.

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6. LA TAVOLA PERIODICA DEGLI ELEMENTI

Gli elementi chimici possono essere rag-gruppati nella tavola periodica, ideata ver-so la fine dell’Ottocento dal chimico rus-so Mendeleev. Egli la compilò inserendo gli elementi noti all’epoca e lasciando vuo-te le caselle corrispondenti a sostanze anco-ra sconosciute. Poté fare questo perché nel-

la tavola gli elementi sono distribuiti (in ri-ghe e colonne) ordinati in base al numero atomico Z.

Procedendo da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso, il numero atomico cresce. Le righe orizzontali della tavola pe-riodica sono dette periodi, mentre le colon-

ne verticali sono chiamate gruppi. Gli ele-menti di uno stesso gruppo hanno proprie-tà chimiche e fisiche simili: hanno lo stesso numero di elettroni nel livello più esterno.

A sinistra nella tavola periodica ci sono i metalli, a destra i non metalli.

57138,905

Lalantanio

89(227)

Acattinio

90232,0381

Thtorio

91231,0359

Paprotoattinio

92238,029

Uuranio

93237,0482

Npnettunio

94(244)

Puplutonio

95(243)

Amamericio

96(247)

Cmcurio

97(247)

Bkberkelio

98(251)

Cfcalifornio

99(252)

Eseinsteinio

100(257)

Fmfermio

101(258)

Mdmendelevio

102(259)

Nonobelio

58140,12

Cecerio

59140,908

Prpraseodimio

60144,24

Ndneodimio

61(145)

Pmpromezio

62150,36

Smsamario

63151,97

Eueuropio

64157,25

Gdgadolinio

65158,9254

Tbterbio

66162,50

Dydisprosio

67164,9304

Hoolmio

68167,26

Ererbio

69168,9342

Tmtulio

70173,04

Ybitterbio

24,0026

Heelio

1020,1797

Neneon

1839,948

Arargon

3683,80

Krcripto

54131,30

Xexenon

86(222)

Rnradon

85(210)

Atastato

53126,905

Iiodio

3579,904

Brbromo

1735,453

Clcloro

918,9984

Ffluoro

815,9994

Oossigeno

1632,066

Szolfo

3478,96

Seselenio

52127,60

Tetellurio

84(209)

Popolonio

83208,9804

Bibismuto

51121,75

Sbantimonio

3374,922

Asarsenico

1530,9738

Pfosforo

714,007

Nazoto

612,011

Ccarbonio

1428,086

Sisilicio

3272,61

Gegermanio

50118,71

Snstagno

82207,2

Pbpiombo

81204,37

Tltallio

49114,82

Inindio

3169,72

Gagallio

1326,9815

Alalluminio

510,811

Bboro

3065,39

Znzinco

48112,41

Cdcadmio

80200,59

Hgmercurio

112(277)

Cncopernicio

111(272)

Rgroentgenio

79196,9665

Auoro

47107,868

Agargento

2963,546

Curame

2858,69

Ninichel

46106,4

Pdpalladio

78195,08

Ptplatino

110(269)

Dsdarmstadtio

109(268)

Mtmeitnerio

77192,22

Iriridio

45102,9055

Rhrodio

2758,9332

Cocobalto

2655,847

Feferro

44101,07

Rurutenio

76190,2

Ososmio

108(269)

Hshassio

107(264)

Bhbohrio

75186,207

Rerenio

4397

Tctecnezio

2554,9380

Mnmanganese

2451,996

Crcromo

4295,94

Momolibdeno

74183,85

Wtungsteno

106(263)

Sgseaborgio

105(262)

Dbdubnio

73180,9479

Tatantalio

4192,9064

Nbniobio

2350,9415

Vvanadio

2247,90

Tititanio

4091,22

Zrzirconio

72178,49

Hfafnio

104(261)

Rfrutherfordio

103(262)

Lrlaurenzio

71174,97

Lulutezio

3988,9059

Yittrio

2144,956

Scscandio

49,0122

Beberillio

1224,305

Mgmagnesio

2040,08

Cacalcio

3887,62

Srstronzio

56137,33

Babario

88226,0254

Raradio

87(223)

Frfrancio

55132,905

Cscesio

3785,468

Rbrubidio

1939,102

Kpotassio

1122,9898

Nasodio

36,941

Lilitio

11,008

Hidrogeno

7

6

5

4

3

2

1

perio

do

serie dei lantanidi

serie degli attinidi

6

7

1(I)

2(II)

3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

13(III)

14(IV)

15(V)

16(VI)

17(VII)

18(VIII)

gruppo

3065,39

Znzinco

numero atomicomassa atomicasimbolonome dell’elemento

Fino al 1983 i primi due gruppi e gli ultimi sei, che sono considerati gli otto gruppi fondamentali – metalli e non metalli – venivano indicati con lettere romane; potrebbe quindi ca-pitarti di trovare una tavola periodica degli elementi che ancora li indica in quel modo.

Oggi questa distinzione tra i grup-pi è stata ufficialmente abolita e quindi, per esempio, i gas nobili non costituiscono più il gruppo VIII ma il gruppo 18.

■ Gli isotopi In natura è possibile trovare atomi di uno stesso elemento con un diverso numero di massa atomica. Ciò accade perché nel nucleo di uno stesso elemento il numero di neutroni può variare.

L’idrogeno, per esempio, ha sempre un protone (e un elettrone) ma il suo nucleo, che generalmente non contiene neutroni, a vol-te può presentarne:• quando, oltre al protone, nel nucleo si trova un neutrone l’atomo

prende il nome di deuterio,• quando sono presenti due neutroni l’atomo prende il nome di trizio.Atomi dello stesso elemento, e quindi con lo stesso numero atomico, ma che abbiano un diverso numero di massa atomica sono chiamati

+ –

idrogeno

H1

1

+ n

n

trizio

H3

1

deuterio

H2

1

+ n

isotopi. Per esempio, il deuterio e il trizio sono isotopi dell’idrogeno.Per ciascun elemento si definisce allora la massa atomica, che è il

numero che si ottiene dalla media dei diversi numeri di massa ato-mica con cui l’elemento si può trovare in natura.

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7. I LEGAMI CHIMICI

Gli atomi si legano con due tipi diversi di legame chimico:• il legame covalente,• il legame ionico.

In entrambi i casi, formando un lega-me, gli atomi tendono a diventare più sta-bili. Infatti, per ragioni che hanno a che fare con la struttura interna dell’atomo, la stabi-lità massima viene raggiunta quando il li-

vello energetico più esterno è completo: nel caso dei primi due elementi (idrogeno ed elio), il livello esterno è stabile se contiene 2 elettroni, in tutti gli altri casi servono 8 elet-troni (regola dell’ottetto). I gas nobili, ap-partenenti al gruppo 18 della tavola perio-dica, hanno 8 elettroni nel livello energetico più esterno (a eccezione dell’elio che ne ha al massimo due) e sono perciò molto stabi-

li: non si legano tra loro, né con altri atomi.Il legame covalente si forma quando due

atomi mettono in comune una o più coppie di elettroni. Il legame ionico (in genere più debole di quello covalente) deriva da un’at-trazione tra cariche elettriche di segno op-posto, che si stabilisce tra anioni e cationi.

■ Il legame covalenteNel legame covalente un atomo mette in comune uno o più elettroni con un altro atomo, in modo da completare l’ottetto nel livello energetico più esterno. Gli elettroni del legame appartengono contemporanea-mente ad entrambi gli atomi.

Per esempio, nelle molecole di metano (CH4), l’atomo di carbonio mette in comu-ne 4 elettroni con altrettanti atomi di H. In questo modo, l’atomo di carbonio (che ha 4 elettroni nel livello più esterno) completa l’ottetto, mentre l’atomo di idrogeno (che possiede un solo elettrone nel livello più esterno) raggiunge la configurazione elet-

tronica (cioè la distribuzione degli elettro-ni nei livelli energetici) dell’elio, il gas no-bile che lo segue sulla tavola periodica, più stabile in termini energetici di quanto non sia l’idrogeno. I quattro legami C–H che si formano sono legami covalenti semplici, perché ogni atomo di idrogeno condivide con l’atomo di carbonio soltanto una cop-pia di elettroni.

Le molecole di ossigeno gassoso (O2) che respiriamo, invece, sono formate da due atomi di ossigeno uniti da due legami co-valenti. L’atomo di ossigeno, infatti, ha 6 elettroni nel livello energetico più esterno; ogni atomo mette in comune due elettroni

per arrivare all’ottetto. Si forma in tal modo un legame covalente doppio. Un analogo comportamento si può verificare anche tra atomi di elementi diversi.

Nelle molecole di azoto gassoso (N2), il principale componente dell’aria, i due ato-mi di azoto (che hanno ciascuno 5 elettroni nel livello più esterno) sono uniti per mez-zo di un legame covalente triplo, dato che mettono in comune tre coppie di elettroni.

Il legame covalente triplo è particolar-mente forte e per questa ragione è molto difficile da rompere.

H

H

H HC

O O N N

Nella molecola di metano vi sono quattro legami covalenti semplici. Essa è formata da un atomo di carbonio (con 6 elettroni) e quattro atomi di idro-geno (con 1 elettrone ciascuno) che mettono in comune in totale 8 elettro-ni: ciascun atomo di idrogeno forma un legame covalente semplice.

Nella molecola di azoto c’è un legame covalente triplo. Essa è formata da due atomi (con 7 elettroni ciascuno) che mettono in comune 6 elettroni (3 da ciascun atomo).

Nella molecola di ossigeno c’è un legame covalente doppio. Essa è formata da due atomi (con 8 elettroni ciascuno) che mettono in comune 4 elettroni (2 da cia-scun atomo).

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■ Legami covalenti polari e apolari

Nella formazione del legame covalente tra atomi identici (per esempio due atomi di cloro nella molecola Cl2) la carica elettri-ca degli elettroni coinvolti nel legame si di-stribuisce in modo uniforme intorno ai due nuclei. La molecola che si forma è detta apolare (non polare) e con essa anche il le-game covalente che si è formato.

Nelle molecole formate da atomi diver-si, invece, gli elettroni in condivisione pos-sono essere attirati con forza differente dai due nuclei. La carica elettrica tende, quin-di, ad accumularsi a una delle estremità del-la molecola, che risulta in tal caso polare. Nella molecola di acido cloridrico (HCl), per esempio, il cloro attrae maggiormente gli elettroni implicati nel legame di quanto non faccia l’idrogeno.

Il legame tra l’idrogeno e il cloro nella molecola HCl è polare. Talvolta, per indi-care che sul cloro si addensa la carica nega-tiva degli elettroni si utilizza la lettera gre-ca delta seguita dal segno meno (�–); per in-dicare la parziale positività dell’idrogeno si

8. LEGAMI POLARI E IONICI

scrive sopra il suo simbolo una delta segui-ta dal segno più (�+).

Un altro esempio di molecola polare è quella d’acqua (H2O).

Cl Cl

Clatomo di cloro

molecola di cloro

Clatomo di cloro

Cl Cl

H

ClH

δ� δ

Cl

molecola di acido cloridrico

■ Il legame ionicoMolti atomi, per completare il livello energetico più esterno, per-dono o acquistano uno o più elettroni e diventano carichi elettrica-mente trasformandosi in ioni. Ioni di carica opposta si attraggono reciprocamente e il risultato di questa interazione di tipo elettrosta-tico è la formazione di un legame ionico.

Il sale da cucina (NaCl) è un composto ionico: al cloro manca solo un elettrone per completare il livello più esterno, mentre il so-dio ha un solo elettrone nel livello più esterno. Cedendo quest’uni-co elettrone al cloro, il sodio si trasforma in uno ione dotato di ca-rica elettrica positiva. Tra il catione Na+ e l’anione Cl– si esercita, in tutte le direzioni dello spazio, un’attrazione elettrostatica per cui ogni ione di un tipo si circonda di altri ioni di carica opposta for-mando una struttura ordinata detta reticolo cristallino.

I legami ionici sono, in genere, piuttosto forti, anche se molte so-stanze ioniche in acqua si disgregano e liberano gli ioni di cui sono costituite; quindi i composti ionici sono solubili in acqua.

Na Cl

atomo di sodio (11 elettroni) atomo di cloro (17 elettroni)

ione cloro Cl� (18 elettroni)ione sodio Na� (10 elettroni)

legameionico

Na� Cl�

Lupia Palmieri, Parotto #TERRA ED. AZZURRA © Zanichelli 2019

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9. DALLA CHIMICA: GLI STATI DELLA MATERIA

Il mondo che ci circonda è fatto di materia. Abbiamo visto che ogni oggetto materiale ha una massa e un volume e quindi occu-pa uno spazio.

Ci sono però delle differenze nel modo di occupare lo spazio; per esempio, tra il gas metano che esce dal fornello, il latte e un

cucchiaino. Il metano, il latte e il cucchia-ino rappresentano tre diversi stati fisici di aggregazione della materia.

I materiali e le sostanze che incontria-mo nella vita di tutti i giorni, oltre che per lo stato fisico, si differenziano tra loro an-che per il grado di purezza. È un concet-

to che viene utilizzato impropriamente nel linguaggio comune: per esempio diciamo che l’acqua di un torrente di montagna è pura, mentre dal punto di vista scientifico si definisce miscuglio omogeneo o soluzio-ne: nell’acqua del torrente infatti sono di-sciolti sali e altre sostanze.

■ Stati di aggregazione della materia

Gli stati fisici nei quali può trovarsi «aggre-gata» la materia sono tre: solido, liquido e aeriforme.

Spesso capiterà di riferirci ai liquidi e agli aeriformi insieme con il nome di fluidi.1. Un solido è un corpo rigido che possiede una massa, una forma e un volume propri e ben definiti. Sono esempi di solidi il sale da cucina, lo zucchero, i bicchieri, gli ogget-ti metallici, le sedie e il tavolo, ma anche le rocce e la crosta terrestre nel suo insieme.2. Un liquido ha una massa e un volume ben definiti, ma assume la forma del reci-piente in cui viene contenuto. Oltre al latte, anche l’acqua, l’olio o il petrolio sono esem-pi di sostanze liquide.3. Un aeriforme ha una massa propria e de-finita, ma si può espandere fino ad assume-

re il volume e la forma del recipiente che lo contiene (per esempio un palloncino, ma anche una stanza con le finestre chiuse). Il metano, l’ossigeno, l’azoto e l’anidride car-bonica che si trovano nell’atmosfera sono esempi di sostanze aeriformi.

Ma una sostanza può trovarsi in natura in tutti e tre gli stati di aggregazione? La ri-sposta è sì: sapete, per esperienza, che l’ac-qua si può trovare sia allo stato solido (il ghiaccio), sia a quello liquido, sia a quello aeriforme (il vapore acqueo).

Da cosa dipende allora lo stato di aggre-gazione di una sostanza? Dipende da due fattori: la temperatura e la pressione. Tut-te le sostanze, a seconda delle condizioni di temperatura e pressione, possono trovarsi allo stato solido, liquido o aeriforme.

Se un aeriforme si trova al di sopra di una particolare temperatura (detta «temperatu-

proprio

propria

alta

incomprimibili(a pressioni non elevate)

proprio

assumono la formadel recipiente

media

incomprimibili(a pressioni non elevate)

occupano tuttoil volume disponibile

assumono la formadel recipiente

bassa

comprimibili

Liquidi Aeriformi

Volume

Forma

Densità

Effettodella pressione

Solidi

ra critica» e diversa da sostanza a sostan-za) non potrà più passare allo stato liqui-do e solido anche se viene sottoposto ad alte pressioni. In tal caso si parla di gas.

Se invece l’aeriforme è al di sotto di tale temperatura e per compressione può quin-di passare allo stato liquido, prende il nome di vapore. L’acqua ha una temperatura cri-tica di 374 °C: l’aeriforme che vediamo quando la pasta cuoce è quindi detto pro-piamente vapore acqueo. Nell’uso comune, per semplicità spesso si parla di stato gasso-so come sinonimo di stato aeriforme, ma si tratta di un uso del termine «gas» non del tutto corretto. I passaggi dallo stato solido a quello liquido (fusione) e dallo stato liqui-do a quello aeriforme (evaporazione) av-vengono per assorbimento di calore; i pas-saggi inversi – dallo stato aeriforme a quello liquido (condensazione) e da liquido a so-lido (solidificazione) – avvengono per ces-

sione di calore.Anche alcuni fenomeni atmosferici,

come la formazione della rugiada e del-la brina, si possono comprendere se si co-noscono i passaggi di stato. In particolare, la brina si forma quando il vapore acqueo dell’atmosfera viene a contatto con un ter-reno tanto freddo da provocare il passaggio diretto da vapore a ghiaccio. Il passaggio diretto da aeriforme a solido è infatti detto brinamento; il passaggio inverso, da solido ad aeriforme, è detto sublimazione ed è ti-pico di sostanze come la naftalina.

IMPARA A IMPARARE

• Qual è la differenza fra gas e vapore?

• Fai un altro esempio per ciascuna categoria rappresentata in tabella.

Lupia Palmieri, Parotto #TERRA ED. AZZURRA © Zanichelli 2019

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10. LE TRASFORMAZIONI DELLA MATERIA

■ Proprietà fisiche e chimicheLe sostanze – come i minerali – si distin-guono sulla base di proprietà fisiche come la forma esterna, il colore e la lucentez-za. Ma hanno anche proprietà chimiche, come la reattività nei confronti di altre so-stanze: per esempio, i minerali di ferro a contatto con l’ossigeno si ossidano e for-mano la ruggine.

Vi sono anche trasformazioni fisiche, che intervengono cioè sulle proprietà fisiche e non alterano la composizione chimica del-la sostanza. E vi sono trasformazioni chimi-

che, in cui cambia la composizione chimi-ca delle molecole coinvolte e si ha quindi la formazione di nuove sostanze. Ci occupia-mo più in dettaglio di queste ultime.

Trasformazioni fisiche Trasformazioni chimiche

magnetizzazionedi un ago con la calamita

evaporazione dell’acqua combustione del gas domestico

formazione di rugginesugli oggetti di ferro

erosione di una valleda parte di un fiume

inquinamentodi un fiume

Le proprietà della materia sono distinte so-litamente in fisiche e chimiche.

Le proprietà fisiche – come le dimensio-ni, il peso o la temperatura di un corpo – sono osservabili senza che si debba altera-re la composizione chimica della sostanza. Per verificare le proprietà chimiche di una

sostanza – come la tendenza a ossidarsi – è necessario invece che questa venga sotto-posta a una trasformazione chimica (detta anche reazione chimica).

Le trasformazioni chimiche consistono in un «riarrangiamento» degli atomi che costituiscono le sostanze coinvolte; esse

vengono schematizzate per mezzo delle equazioni chimiche, che riportano le for-mule chimiche delle sostanze di partenza e di quelle che si ottengono al termine della trasformazione.

■ Le trasformazioni chimicheLe trasformazioni chimiche vengono so-litamente chiamate reazioni chimiche; le sostanze coinvolte inizialmente nella tra-sformazione sono dette reagenti, mentre le nuove sostanze che si ottengono nel corso del processo sono dette prodotti.

Come possiamo renderci conto che ci troviamo davanti a una reazione chimica? Alcuni indizi possono aiutarci.1. Se osserviamo la comparsa di bollicine, si è formata una sostanza gassosa e quindi è avvenuta una reazione. Per esempio se si versa una goccia di acido solforico su un mi-nerale costituito da carbonati, si vede un’ef-fervescenza, dovuta alla formazione dell’a-nidride carbonica, un gas prodotto dalla re-azione tra carbonato e acido solforico.

2. Se osserviamo un cambiamento di co-lore, è avvenuta una reazione. Quando si spreme il succo di limone nel tè, il tè diven-ta più chiaro: l’acido citrico contenuto nel limone ha infatti reagito con alcune sostan-ze contenute nel tè.3. Se si verifica la formazione di un solido (non per variazione di temperatura) è pro-babile che sia avvenuta una reazione in cui la sostanza solida compare tra i prodotti. È il caso del calcare che si deposita all’interno degli elettrodomestici o nello scaldabagno.4. Se si verifica un aumento o una rapida diminuzione di calore, è probabile che ci sia stata una reazione. Per esempio, il ghiaccio istantaneo che si compra in farmacia gene-ra un abbassamento di temperatura grazie a una reazione che assorbe calore.

cod. 83702Lupia Palmieri, Parotto #TERRA ED. AZZURRA © Zanichelli 2019


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