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Date post: 24-Mar-2016
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Novena di Natale pag. 7 Danza pag. 12 Intervista a don William pag. 13 Sport pgg. 14 e 15 Menu di Natale pag. 17 Assemblea degli Oratori pag. 19 Rubrica libri pag. 21
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Periodico dell’Oratorio san Pio V - Milano Anno 8, Numero 2 - Natale 2008 DA UNA FIAMMELLA ALL’ALTRA Tra i molti segni di gioia e di festa indivi- duati dagli uomini nel corso dei secoli, uno dei più universali è l’accendere luci. Rischiarare le tenebre, sconfiggere la penombra, squarciare il buio, sono atti che riproducono, in piccolo, l’originaria vittoria della luce sull’oscurità degli abissi primordiali. Quando irrompe il chiarore, la vita fluisce. Anche il Natale è prepara- to da una progressiva accensione di fiam- melle. Mentre le giornate diventano più corte e l’ombra avvolge presto il mondo, domenica dopo domenica, si accende una candela in più. L’uso nordico della “Corona d’Avvento” – Kranz – è ormai diffuso anche da noi. Anzi, uno dei mo- menti più partecipati si ha quando l’as- semblea radunata in preghiera vede una mano, quella del sacerdote, accendere lo stoppino. La prima, la seconda, la ter- za, la quarta, la quinta e la sesta fiam- mella segnano le tappe di un cammino che si avvicina alla propria meta. LAMPADA DI NATALE 2008 “Lampada-Team” (continua a pagina 2) FIGLIE DELL’ORATORIO Suor Lucia Zelioli, ex-superiora delle nostre suore è improvvisamente tornata alla casa del Padre IN QUESTO NUMERO Novena di Natale pag. 7 Danza pag. 12 Intervista a don William pag. 13 Sport pgg. 14 e 15 Menu di Natale pag. 17 Assemblea degli Oratori pag. 19 Rubrica libri pag. 21 Silvia Cafiero (continua a pagina 4) DANZARE LA VITA Chi ha avuto la brillante idea di paragonare la vita a una lunga danza non ha avuto tutti i torti; in fondo chi inizia a ballare ha bisogno di provarci e provarci ancora prima di sapersi muovere senza paura. Basta un passo. Poi un altro. Poi un altro ancora. E d’un tratto ecco tutta la coreografia che certamente non sarà mai perfetta, ma alla fine, si sa, l’applauso del pubbli- co arriva comunque. Certo, cadere è dannatamente facile. Tutti quei movi- menti, rapidi e flessuosi, sono difficili da imparare. Ma il vero problema è che se non cadi, non imparerai mai ad alzarti. Certo, sarebbe semplice rimanere in disparte, in un angolino poco illuminato del palco. Ma a che scopo? Danziamo allora, danziamo nella vita e con la vita, danziamo la vita stessa. don Simone (continua a pagina 3) Ecco che Natale è di nuovo alle porte e puntualmente ar- rivano la novena e la nostra tradizionale lampada. Noi del “Lampada-Team”, con questo breve articolo, vogliamo ri- volgerci in particolare a chi non conosce ancora questa bella iniziativa, per esempio alle new entries di terza ele- mentare. Durante la novena per il Santo Natale, verranno distribuiti a tutti i presenti i pezzi necessari per costruire una piccola, ma preziosa lampada, che verrà portata in pro- cessione alla santa Messa di Natale. pag. 19
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Periodico dell’Oratorio san Pio V - Milano Anno 8, Numero 2 - Natale 2008

DA UNA FIAMMELLA ALL’ALTRATra i molti segni di gioia e di festa indivi-duati dagli uomini nel corso dei secoli,uno dei più universali è l’accendere luci.Rischiarare le tenebre, sconfiggere lapenombra, squarciare il buio, sono attiche riproducono, in piccolo, l’originariavittoria della luce sull’oscurità degli abissiprimordiali. Quando irrompe il chiarore,la vita fluisce. Anche il Natale è prepara-to da una progressiva accensione di fiam-melle. Mentre le giornate diventano piùcorte e l’ombra avvolge presto il mondo,domenica dopo domenica, si accendeuna candela in più. L’uso nordico della“Corona d’Avvento” – Kranz – è ormaidiffuso anche da noi. Anzi, uno dei mo-menti più partecipati si ha quando l’as-semblea radunata in preghiera vede unamano, quella del sacerdote, accenderelo stoppino. La prima, la seconda, la ter-za, la quarta, la quinta e la sesta fiam-mella segnano le tappe di un camminoche si avvicina alla propria meta.

LAMPADA DI NATALE 2008

“Lampada-Team”(continua a pagina 2)

FIGLIE DELL’ORATORIOSuor Lucia Zelioli,ex-superiora delle

nostre suore èimprovvisamentetornata alla casa

del Padre

IN QUESTO NUMERO Novena di Natale pag. 7 Danza pag. 12Intervista a don William pag. 13 Sport pgg. 14 e 15 Menu di Natale pag. 17Assemblea degli Oratori pag. 19Rubrica libri pag. 21

Silvia Cafiero(continua a pagina 4)

DANZARE LA VITAChi ha avuto la brillante idea di paragonare la vita a una lunga danza nonha avuto tutti i torti; in fondo chi inizia a ballare ha bisogno di provarci eprovarci ancora prima di sapersi muovere senza paura. Basta un passo. Poiun altro. Poi un altro ancora. E d’un tratto ecco tutta la coreografia checertamente non sarà mai perfetta, ma alla fine, si sa, l’applauso del pubbli-co arriva comunque. Certo, cadere è dannatamente facile. Tutti quei movi-menti, rapidi e flessuosi, sono difficili da imparare. Ma il vero problema èche se non cadi, non imparerai mai ad alzarti. Certo, sarebbe semplicerimanere in disparte, in un angolino poco illuminato del palco. Ma a chescopo? Danziamo allora, danziamo nella vita e con la vita, danziamo la vitastessa.

don Simone(continua a pagina 3)

Ecco che Natale è di nuovo alle porte e puntualmente ar-rivano la novena e la nostra tradizionale lampada. Noi del“Lampada-Team”, con questo breve articolo, vogliamo ri-volgerci in particolare a chi non conosce ancora questabella iniziativa, per esempio alle new entries di terza ele-mentare. Durante la novena per il Santo Natale, verrannodistribuiti a tutti i presenti i pezzi necessari per costruireuna piccola, ma preziosa lampada, che verrà portata in pro-cessione alla santa Messa di Natale.

pag. 19

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Laboratorio di Presepe

Andrea Cafiero

“Lampada-Team”

(continua da pag. 1)Così i bambini, aiutati dai papà edalle mamme o dai fratelli maggio-ri, si divertiranno a tagliare, incol-lare e colorare tutte le parti del lorocapolavoro che verrà posto ai pie-di dell’altare. La luce della lampadasimboleggia il nostro amore perGesù, la nostra presenza accanto aLui, per dirgli che è il nostro unicovero amico e che non potremo la-sciarlo mai. E’ la luce che ci invitaad ascoltarlo e seguirlo: è la luceche abbiamo nel cuore ed è quin-di il tesoro più prezioso che pos-sediamo. I bambini costruirannocon gioia la loro lampada e, così, in-segneranno ai grandi Gesù. BuonNatale!

Per cinque mercoledì e per tre dome-niche abbiamo partecipato al labora-torio di Presepe: la domenica abbia-mo creato degli oggetti, come il poz-zo, il fuocherello, il laghetto ecc.; ilmercoledì invece abbiamo costruitouna casetta. Ogni casetta aveva di-mensioni e decorazioni particolari.C’era chi portava gli oggetti da casa echi utilizzava il materiale messo a di-sposizione. Ogni mercoledì abbiamorealizzato una fase particolare del pro-getto-casetta: il primo abbiamo inci-so e tagliato i pezzi, il secondo li ab-biamo incollati, il terzo li abbiamostuccati, il quarto li abbiamo dipinti eil quinto li abbiamo decorati. Entram-bi i laboratori, anche se faticosi, sonostati molto divertenti, ma la cosa chemi è piaciuta di più è stato l’impegno

e la raffi-natezzadi tuttinel farela propriacasetta ei proprioggetti.S i a m ostati tuttimolto bravi, ci siamo divertiti e rin-graziamo di cuore le mamme respon-sabili del laboratorio che ci hanno aiu-tato sempre. Un altro grazie va a tuttivoi che domenica dopo la s. Messa ave-te comprato le nostre decorazioni peril presepe. Abbiamo raccolto più di 400euro per il nostro oratorio!BUON NATALE!

Cristiana Novelli

Io, piccola anima al servizio di DIO!Ho 22 anni. Sono uno dei tanti giovanidella nostra parrocchia, di Milano, delmondo. Non sono speciale, sono unapersona come tante, con i suoi pregi e isuoi difetti. Da anni mi impegno in ora-torio in vari ambiti e durante la s. Mes-sa svolgevo il servizio di voce-guida.Come ogni giovane, anche io sto cercan-do di capire la mia vocazione, di segui-re la mia strada. Ogni giorno cerco difare un piccolo passo nella difficile stra-da della vita per cogliere qualcosa in più.Cerco, anche se con molte difficoltà, divivere il Vangelo e di seguire Gesù. Ca-ratterialmente sono un po’ timido e hosempre una grandissima paura di sba-gliare. Un giorno mi sono messo un po’a meditare e mi sono reso conto che ilservizio di voce-guida non faceva perme, perché mi faceva perdere un po’ ilgusto della s. Messa non focalizzandopiù su Gesù, ma perdendomi dietro lemie paure. Inoltre ho sentito il bisognodi un contatto più tangibile con la fede.E per questo sono andato da don Gior-

gio e gli ho confidato il mio desiderio didiventare ministro straordinario dell’Eu-carestia.“Ministro”, contrariamente rispetto allinguaggio comune, non definisce coluiche si pone per poteri, importanza oqualità al di sopra degli altri, bensì, fa-cendo proprio il principio proclamato daGesù, colui il quale si pone al servizio

degli altri: il servo dei servi. Il ministrostraordinario dell’Eucarestia non è con-sacrato come i sacerdoti, i vescovi e idiaconi, ma è un laico che riceve unapposito mandato da parte dell’ordina-rio del luogo (nel mio caso dall’arcive-scovo di Milano Dionigi Tettamanzi) conil quale ha la facoltà di distribuire l’Eu-carestia agli altri fedeli e di portarla adinfermi ed ammalati presso il loro do-micilio. Il mandato conferito ha la du-rata di cinque anni e quindi non è per-manente. Per questo è detto “straordi-nario”.Per fare il ministro straordinario dell’Eu-carestia ci vogliono minimo 21 anni. Adaprile ho iniziato in diocesi un corso diformazione e a fine maggio ho iniziatoufficialmente il mio ministero. E’ un

grande onore ma anche un grande one-re. E’ sicuramente un modo ecceziona-le per entrare a contatto con Gesù. Piùtangibile di così... Dare la Comunionein chiesa, tuttora mi emoziona e mi faun po’ tremare. Mi rendo conto delcompito che mi è stato affidato e a vol-te penso di non esserne degno. Ognidomenica cerco di trasmettere ai fedeliai quali distribuisco l’Eucarestia la gioiadel mio incontro con Gesù e la potenzadel suo amore. Sono educatore dell’ora-torio da molti anni. Incrociare il sorrisodei miei ragazzi in quest’occasione midà tanto e mi arricchisce. Penso chequesto ministero sia una bella testimo-nianza per tutti. Il mio compito princi-pale è distribuire appunto la comunio-ne ai malati. Sono giovane, uno dei mi-nistri più giovani della diocesi. Il miocompito è stato pensato innanzituttoper portare la Comunione ai più picco-li, ai bambini, ai ragazzi. Per ora ho avu-to poche esperienze, cinque o sei, maognuna di queste mi ha arricchito e tra-smesso qualcosa di nuovo. Pertanto, sequalcuno è malato, ha l’influenza edesidera ricevere la Comunione, nonesiti a chiamare me o a segnalarlo inparrocchia. Quanti genitori e quantibambini non sono a conoscenza di que-sta possibilità. Insieme ai suoi amici ladomenica verrò a portare Gesù. Con ilsorriso negli occhi e la gioia nel cuore.

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don Simone

Per chi suona la campana?

Tuttavia se si pone davvero al centro ilsenso dell’attesa, la componente deci-siva è data, più che dal-l’accensione, dal lique-farsi della cera. Nulla piùdi un lento venir meno èsimbolo di una capacitàdi aspettare, divenutatanto bruciante da con-sumare gli animi. A quel-le candele, e al cuore chevi si associa, si potrebbero accostarele parole del Cantico dei cantici: “Ani-

ma mea liquefacta est” (Ct 5,6).Lo struggimento dell’attesa è il sigillo

dell’Avvento. Il fattoperò che, di settimanain settimana, si accen-da una luce in più sta asignificare che si cam-mina nella speranza. Ilcrescere delle fiammel-le attesta che si è capa-ci di resistere alla pro-

va, anche quando non è ancora giuntala pienezza dell’incontro. L’estinguersi

(continua da pag. 1)

In un mondo per molti ormai antico eche forse è scomparso del tutto, sem-pre le campane hanno avuto la funzio-ne di ritmare l’ordinario e lo straor-dinario delle vite degli uomini: le oredel lavoro e del riposo, il ritrovarsi perla preghiera e per i pasti, ma anchel’arrivo improvviso di un amico attor-no al quale stringersi con affetto, l’an-nuncio pasquale nel cuore della not-te, la trepida invocazione nel momen-to del pericolo o del lutto…“Sì, le campane, quelle che oggi nonsono più tollerate nei rari casi in cui ilsilenzio le rende ancora udibili, quellecampane che al mattino rischiano didisturbare pacifici cittadini che desi-derano dormire, magari dopo averschiamazzato per l’intera notte! Così,mentre da turisti nei paesi musulmanisi ascolta il grido del muezzin comeuna simpatica novità, tornati a casa siè infastiditi dalle vecchie campane no-strane!” (E. Bianchi).Eppure le campane ritmavano il pas-sare del tempo e avvolgevano la vitadelle comunità, aiutandole nella loro

identità, parlando una lingua univer-sale che narrava le gioie e i dolori, escandiva l’esistenza della gente. Il lorosuono aveva soprattutto la capacità diradunare, di chiamare a raccolta aqualsiasi ora: tutti nel medesimoistante potevano essere avvertiti che

un evento aveva toccato la collettivi-tà… delle campane ci si poteva fidare!Dal giorno dell’Immacolata, anche ilnostro oratorio ha una sua campana!È stata un’idea di don Stefano, comesorpresa alla fine di una Eucaristiaconcelebrata e molto partecipata, dovesi è pregato per Martina, a un annodalla sua nascita al Cielo. Una campa-

na come dono, prezioso: perché nellatradizione monastica la voce dellecampane coincide con la voce del Si-gnore che chiama!Nell’attesa di trovare la sua giusta col-locazione in cortile, conserviamo ildesiderio di sentire il suono di questacampana, per imparare a riconoscer-ne la voce, e radunarci con prontezzaallo scandire dei suoi rintocchi. Perchi e per che cosa suona la campana?In chiesa potete ammirareil fantastico presepe 2008,realizzato con tanta cura elavoro dal maestro Galasso

con i suoi collaboratori!

non è assoluto. La cera cala ma non siesaurisce del tutto. Le candele bruce-ranno fino all’ultimo solo alla notte diNatale, quando già rifulge la luce nellagrotta di Betlemme.Allora le fiammelle che hanno preca-riamente illuminato le notti più lunghedell’anno troveranno riposo. Il Sole cherischiara coloro che stanno nelle tene-bre e nell’ombra della morte (cf. Lc1,78-79) è già spuntato all’orizzonte.Non c’è bisogno di altre luci. Le giorna-te tornano ad allungarsi.

(continua da pag. 1)

I passi di un ballerino sono passi leg-geri. In punta di piedi, lesti ma delica-ti, non fanno rumore. Non riesci a sen-

tirli, neanche se ci presti attenzione.Ma ci sono. Non sono i passi rumoro-si e pesanti di chi vuole fare sentirecon prepotenza la sua presenza, di chicalpesta con forza la terra e la fa vi-brare sotto i suoi piedi per dimostra-re la sua potenza. Un ballerino flut-tua. Tocca terra, ma a tratti è come sevolasse.Il fatto è che è già passato un anno.Tanti piccoli momenti, frammenti distorie, flash di vita si sono susseguiti,accalcandosi uno sopra l’altro spessoin modo disordinato. Quante gioie,quanti dolori, quanta amarezza equanta speranza hanno contribuito atessere la storia dei nostri giorni. Manessuno di noi si è dimenticato: nellasua lunga danza, spesso frettolosa,spesso affannosa, forse è riuscito afermarsi un po’ di più e a dire un gra-zie un po’ più forte. Come scordarlo,un anno fa eravamo tutti qui, con ipezzi del nostro cuore tra le mani,un’incomprensione che ci dilaniaval’anima, un amaro in bocca che un bic-chiere d’acqua non era in grado dispazzare via. Eravamo lì, aggrappatifino all’ultimo a una speranza che poiin pochi attimi è stata frantumata inmille pezzi e ci ha buttati in un bara-tro dal quale non sembrava esserci viadi uscita. Eravamo lì, a combatterecon qualcosa di più grande di noi, acercare il senso a una domanda cheun senso, purtroppo, non ce l’ha, asoffocare dentro di noi un dolore checi toglieva il fiato. Oggi siamo qui. Èpassato un anno. È inutile nasconder-lo, quel dolore è ancora radicato nelnostro cuore: se ci pensi, non puoifare meno di sentire quella fitta cheper un attimo ti riporta nello sconfor-to più totale; quando riguardi quel

sorriso, non puoi fare a meno di sen-tirti impotente e pregare di poter farequalcosa, qualsiasi cosa, per poterloriaccendere anche solo per un istan-te. Ma oltre questo, oltre la dispera-

zione, oltre l’amarezza, oltre quellaspada che ci ha trafitto il cuore, c’èqualcos’altro. È una luce che brilla conprepotenza e che io non voglio spe-gnere; è una certezza che sconfiggeogni paura e ti dà il coraggio di alzartiin piedi e non smettere di danzare. Laverità è che Martina ci ha preso tuttiper mano. Lei, proprio lei; lei che neisuoi 11 anni avremmo voluto proteg-gere, lei che sembrava così piccola eindifesa, ha vinto. Ha sconfitto tutto:la paura, la malattia, la morte. La ve-rità è che Martina non ha smesso diballare. Anzi! La sua danza è una dan-za leggera, che non possiamo senti-re, ma ha la dolcezza del suo sguar-do, l’allegria del suo sorriso, la forzadei suoi 11 anni. Martina balla, ballae non si ferma, balla e non cade più.Fa tanta paura, a tutti noi. Chi non vor-rebbe averla ancora accanto? Chi nonha mai pensato di essere disposto afare di tutto per poterla riavere? Chinon tornerebbe indietro per provarea fare qualcosa? Ma la realtà è un’al-tra. E siamo noi, nella nostra vita diogni giorno, a dover scegliere. A do-ver scegliere se lasciare perdere tut-to, spegnere la musica e aspettare ilnulla. Ma io vorrei scegliere di prova-re a rialzarmi e riprendere a ballare,anche se la cicatrice pulsa, anche sela sua mancanza nessuno la potrà maicolmare, anche se è così dannatamen-te difficile. Io, io come tutti, vorreiavere il coraggio di urlare a gran voceche Martina c’è ed è qui. Che ci cre-diamo o no, siamo a noi a decidere sevogliamo vincere o meno. Lei ha vin-to, noi siamo pronti a vincere con lei?Proviamoci! Chiudiamo gli occhi. Celo siamo ripetuti per tanto tempo, masolo ora forse ce ne rendiamo conto:

veramente Martina non è morta, leiè solo rinata! E vive ancora, vive nelladolcezza di Francesca, nello sguardodi Camilla, nel coraggio disarmantedella sua mamma, nell’amore infinitodel suo papà, in chi lascia illuminarela sua vita dal suo sorriso, in chi lasciache la fede, quella vera, sbaragli ogniresistenza razionale e ogni riservamentale. C’è Gesù con noi. C’è Lui checi invita a credere in tutto questo. C’èLui che ha voluto soffrire come noi,perché quando fossimo noi a soffrireci sentissimo un po’ meno soli. C’è Luiche ha deciso di morire, perché lamorte non ci facesse più paura. Io cre-do che anche Gesù sia un ballerino daipassi leggeri. Se vogliamo, possiamoignorarlo: i suoi passi non si sentono,sono così lievi! Non irrompe nellenostre vite con prepotenza, costrin-gendoci a venerarlo. Gesù, in fondo,rimane sempre quel bambino che ènato in una mangiatoia, che nessunoha voluto accogliere in casa, che hapatito il freddo e la fame, trattato allastregua di una bestia. Eppure la Suadanza continua. E se vogliamo possia-mo danzare in Lui e con Lui. Ma la

scelta è solo nostra! Cosa faremo? Iovoglio crederci. Voglio provarci. Nonho niente da perdere. Accendiamo lamusica, lasciamoci trasportare: bastaaccennare un passo, non sembra cosìdifficile. Il dolore è lì, ci sarà sempre,le difficoltà non spariranno nel nulla,non saremo mai invincibili. Ma la dif-ferenza fondamentale è palese: ora,se cadiamo, la Sua mano sarà lì, tesaverso di noi. Basta decidere di affer-rarla. Silvia Cafiero

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Lacrima e sorriso

Andrea Cafiero

“Vivere la vita con le gioie e coi do-lori di ogni giorno, è quello che Diovuole da te!”In chiesa la domenica durante la s.Messa spesso cantiamo queste pa-role, non rendendoci però conto delloro significato. E’ difficile. La vitaè un’avventura, una continua pro-va, un continuo scoprire di giornoin giorno le piccole cose, anchequelle più semplici. Ci sono varimodi di vivere, vari atteggiamenti,vari approcci, ognuno è diverso dal-l’altro. L’importante è stupirsi, sem-pre, scoprire sempre qualcosa di

nuovo. Spesso si pensa di conosce-re le persone che ti stanno accan-to, ma poi ogni giorno che passacogli qualcosa in più, scopri un latonascosto del carattere, positivo onegativo che sia. Spesso ci perdia-mo dietro cose futili e non necessa-rie, litighiamo per episodi insignifi-canti. Poi però ci troviamo di fron-te a eventi che ci spiazzano, che cifanno analizzare la nostra vita, ilcosa sono, il cosa faccio, e a volteci fanno anche sentire in colpa. Lamorte di Martina, ad esempio, miha insegnato tanto. Solo in questeoccasioni ci si rende conto del gran-de dono che è la vita. E la forza divolontà e la forza della preghiera ciportano ad un incontro vero con il

Se mi ami non piangere:se conoscessi il mistero immensodel Cielo dove ora vivo,questi orizzonti senza fine,questa luce che tuttoinveste e penetra,non piangeresti se mi ami!Sono ormai assorbitonell’incanto di Dionella sua sconfinata bellezza.Le cose di un tempo sono cosìpiccole al confronto!Mi è rimasto l’amore di te,una tenerezza dilatatache tu neppure immagini.Vivo in una gioia purissima.Nelle angustie del tempopensa a questa casa ove un giornosaremo riuniti oltre la morte,dissetati alla fonte inestinguibiledella gioia e dell’amore infinito.Non piangere se veramentemi ami!

Il vissuto non si cancella. Ogni sin-gola emozione provata è incancel-labile. Per fortuna non siamo com-puter che si possono “formattare”.Se mi prendo un momento per ri-flettere, per meditare, chiudo gli

occhi e ricordo. Che bel-lo ricordare! Nella tuamente si rivivono situa-zioni, si rivivono emo-zioni, si hanno immagi-ni di attimi, di istantiunici. Lasciamo parlareil nostro cuore. Amare èla cosa più bella delmondo. In tutte le sueforme: l’amore verso unamico, verso il propriomarito o la propria mo-glie, l’amore verso i

propri figli. Bisogna ascoltarlo e la-sciarci guidare. Se leggiamo le pa-role di sant’Agostino ci sentiamo af-fascinati e quasi in colpa, perché cisentiamo forse un po’ egoisti. Le no-stre lacrime, che esprimono la no-stra umanità, il nostro amore, lanostra sofferenza, non hanno moti-vo di esistere. Ci consola il fatto cheè proprio una rinascita al cielo quel-la di Martina, che è in un luogo dipace, di tranquillità, dove sta bene.E allora pur nella sofferenza ci scap-pa un piccolo sorriso. Non stanchia-moci mai di sorridere. Con il nostrosorriso mostriamo la nostra vogliadi vivere la vita, diamo testimonian-za agli altri, mostriamo che il dolo-re si può superare rimanendo uniti.Madre Teresa di Calcutta ha scrittoquesta preghiera, che ci aiuta a vi-vere nella gioia, a superare le diffi-coltà.

Padre, che a volte non capiamo, concui a volte ci scontriamo, come unfiglio si scontra con il suo padre na-turale. Ma poi in fondo gli vogliamobene. Lui ci perdona, noi lo perdo-niamo. Abbiamo paura di restaresoli, abbiamo bisogno di un qualcu-no a cui aggrapparci nei momentidi sconforto. E’ passato già un annodalla rinascita al cielo di Martina. Ed è proprio una rinascita, una nuo-va vita. Sant’Agostino ha scrittoqueste parole che ci consolano:

“Conserva la Gioiadel Dio dell’ Amorenel tuo cuore,e dividi questa gioiacon tutti coloro che incontrie così trasformatiin uno strumento di Pace.Che ogni azionesia qualcosa dimeraviglioso per Dio.Preghiamo per il lavoro,operando con Gesùper Gesù e verso Gesù”.

Con la convinzione e la sicurezzache il vissuto non si può cancellaree che i ricordi sono serbati nel no-stro cuore, sorridiamo, anche se confatica. Siamo pronti a cadere. E pianpiano a rialzarci.

Pasticceria

MilanoV.le Coni Zugna, 57 

20144 Milano 02 89403338 ­ 02 89400661 

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L’ALLENAMENTO...DI UN PAPA’ ALLENATORE

Francesca Buffone

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3a elementare

Angelo Ciliberti

Un mese fa ho iniziato a svolgere il ser-vizio di allenatore dei bambini del ca-techismo di terza elementare; un bre-ve ma intenso periodo, nel corso delquale è cambiata la mia motivazioneinteriore, da quella iniziale di condivi-dere con mia figlia Alessandra il suoprimo anno di Iniziazione Cristiana, alsuccessivo desiderio di aiutare tutti glialtri fanciulli in questo cammino.Il sabato, quando prepariamo la salaove il giorno dopo sarà rappresentatol’episodio del Vangelo che poi verràspiegato dal “don”, è bello pensare allostupore e alla felicità che proverannoi bambini. Partecipando agli incontrid’introduzione alla “Buona Notizia”, hoinoltre capito l’importanza di saper ac-cogliere bene tutti i ragazzi che vi par-tecipano con le loro famiglie, attraver-so piccoli e semplici gesti come – adesempio – salutarli e poi farli accomo-dare nello spazio a loro riservato.In tutte queste occasioni ho ricevuto ildono di poter “gustare” inprima persona i momen-ti preparati perfar accostare inostri piccolialla Parola, maanche la graziadi saper guar-dare con gli“occhi del cuo-re” non più solo la mia bambina, matutte le sue amiche ed i suoi amici. Non posso fare a meno, inoltre, di os-servare e apprezzare l’impegno e la de-dizione degli animatori, delle allenatri-ci e degli altri allenatori, degli educa-tori degli adolescenti, delle facilitatri-ci, di suor Cristina, di don Simone…Nel clima di festa che si rinnova ognidomenica, è bello osservare la fre-schezza, l’innocenza e l’entusiasmo neibambini che partecipano a questi in-contri.Voglia il Signore mantenere semprenei nostri “cuccioli” la fede “dei picco-li”, indispensabile per entrare nel Re-gno dei Cieli e magari permettere chequesto entusiasmo “contagi” sempreanche noi!

3a elementare: l’esperienza di un animatoreEMOZIONI

Per me e per il mio gruppo di 1a su-periore quest’anno è un anno spe-ciale. Abbiamo raggiun-to la meta tanto agogna-ta: entrare a far partedel gruppo animatori. Lamaggior parte di noi hascelto di seguire i bam-bini di terza elementa-re all’inizio del lorocammino di catechismo. La nostra“avventura” con loro ha avuto iniziodomenica 16 novembre con il primoincontro con i brani del Vangelo, la“Buona Notizia”. Abbiamo iniziatocon la drammatizzazione della “Pe-sca miracolosa” per poi arrivare arappresentare “Le nozze di Cana”,“I dieci lebbrosi” e “I discepoli di Em-maus”. In ognuna di queste domeni-che i bambini ci guardano con occhisgranati e ascoltano attenti le paro-le riprese dal Vangelo.Noi prepariamo con molta cura que-

sti incontri, dedicando molto tempoad essi, ma questi nostri sforzi sono

ampiamente ripagati.Mi ricordo molto bene quando erava-mo io e i miei compagni ad ascoltaresei anni fa le parole di questi Vangeli(due di essi erano proprio gli stessi).Ero bambina, avevo otto anni, ma iparticolari di quelle domeniche spe-ciali sono rimasti profondamente im-pressi nella mia mente e nel mio cuo-re. Auguro a questi bimbi, che sono i“miei” bimbi, di arrivare alla mia etàe rivivere, come sto rivivendo io ora,quelle stesse emozioni.

4a elementare: la confessione si avvicinaRingrazio, perdono e mi impegnoQuest’anno i ragazzi di quarta elemen-tare stanno percorrendo un lungo cam-mino che li porterà, infine, alla PrimaConfessione. Le tre tappe fondamenta-li sono state: la Confessio Laudis, laConfessio Vitae e la Confessio Fidei. Neiprimi incontri ci siamo concentrati suidoni che tutti i giorni riceviamo daGesù, ovvero la Confessio Laudis. Chiringraziava per il dono della famiglia,l’amicizia, la fiducia, la scuola, lo sporte tanto altro. E’ stato bellissimo vederecome i bambini elencavano con gioia elo stupore di noi adolescenti nel vederecon quanto entusiasmo riempivano iloro fogli di “doni”. Manon sempre questidoni vengono usati nelmodo giusto. Capita dilitigare con il compa-gno di banco, di nonaver voglia di aiutare lamamma ad apparec-chiare la tavola o esclu-dere un amico dal gio-co… Per questo abbia-mo chiesto perdono aGesù, per questi picco-li peccati durante laConfessio Vitae. L’ulti-

ma tappa molto importante è stata la Con-fessio Fidei nella quale ognuno si è impe-gnato a riparare il proprio sbaglio conpiccoli proponimenti. Ci siamo resi con-

to che è bello essere perdonati e scopri-re che Gesù ci vuole bene sempre, qua-lunque cosa noi facciamo.Maddalena Fabrizi

Costanza Modenese

Via L. Ciceri Visconti, 220137 Milano

Tel/Fax 02-59900727

Bottega Storicadi Milano dal 1955

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DONI DELLO SPIRITO Due esordientid’eccezione

Francesco Boschiroli

5a elementare: novenaI media: percorso sulla figura dei santi

Davide Panzani

Un’avventura speciale...

Noi ragazzi di quinta stiamo prepa-rando con eccitazione la novena.Ogni anno un gruppo nuovo contri-buisce a questo evento, a cui siprende parte realizzando la sceno-grafia o facendo gli attori. Ci sen-tiamo veri protagonisti!Anche don Simone e suor Cristinavi prenderanno parte nel ruolo diattori e anche loro, come noi, sa-ranno veri esordienti.

La novena si svolgerà dal 15 al 19dicembre e sarà un’emozione pertutti, spettatori e “debuttanti”.Due giorni dopo si terrà la veglia diNatale, il giorno più importante.Ogni gruppo avrà a sostegno unamamma ed un educatore che lo aiu-terà a mettere in atto il progetto.Sarà molto divertente, sia recitareche guardare e tutti saranno coin-volti nel canto e nella preghiera.Ci saranno gruppi che reciterannoun giorno o due e altri tutti i giornidella settimana.Sarà bello stare insieme così: miraccomando, venite numerosi!

Noi ragazzi di prima media, con l’aiu-to dei Santi, stiamo imparando a co-noscere i doni dello Spirito Santo. Idoni su cui fino ad adesso abbiamoriflettuto sono tre: Sapienza, Intellet-to, Consiglio. San Lorenzo ci ha fattoscoprire il dono della Sapienza, cioèquali sono i veri tesori della vita. San-t’Ignazio è stato il santo che ci ha fat-to conoscere il dono dell’Intelletto:

egli, infatti, at-traverso lastesura diopere per lafo r m a z i o n edei discepoli,scrisse una se-rie di medita-zioni e di norme per glorificare Dio.Invece, con don Bosco, abbiamo co-nosciuto il Consiglio: egli utilizzavaquesto duo dono dando consigli utiliai ragazzi del suo oratorio.Per me tutti dovrebbero prenderespunto da quello che i Santi hannofatto, per capire meglio come ci dob-biamo comportare.

II media: verso lo spettacoloQuesto è un anno un po’ speciale:sta iniziando il nostro cammino ver-so la professione di fede. Questa av-ventura è iniziata domenica 16 no-vebre con l’iscrizione del nome. Ab-biamo infatti firmato una pergame-na che verrà conservata nel tempo,come simbolo della nostra alleanzae della nostra amicizia.All’inizio non sapevamo a cosa sta-vamo andando incontro, ma erava-mo certi che fosse un’esperienzaimportante e per noi significativa.Per rafforzare questa alleanza que-st’anno stiamo organizzando unospettacolo teatrale (anche se il tito- Alice Pompili

Rossella Rocchino

lo è TOP SECRET).Venerdì 5 novembre sono venutiLuca e Daniela (due esperti di tea-tro) che ci hanno insegnato comemuoverci sulla scena e come utiliz-zare la voce con semplici giochi di-vertenti.Venerdì 12 novembre abbiamoscoperto finalmente le parti (era datanto che eravamo sulle spine).Mi raccomando venite numerosi adassistere al nostro spettacolo (sa-bato 28 e domenica 29 febbraio2009 presso il teatro Oscar).

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1a superiore alla riscossa!Incontro allenostre “esigenze”

II superiore: cammino del lunedì I superiore: ingresso nel gruppo adolescenti

Francesca BuffoneFrancesca Novelli

Insieme verso il futuroNoi di terzamedia cistiamo sof-fermandosulla para-bola del fi-gliol prodi-go. Nei pri-mi incontri

abbiamo osservato il quadro “IlFigliol Prodigo” di Rembrant in tut-ti i suoi particolari;siamo anche andatinella cappellina si-tuata al di sopradella casa di donGiorgio per guardar-lo più attentamen-te. Quest’anno il ca-techismo è un po’diverso dal solito: cisono gli educatori e

non più le mamme, ci dividiamoin gruppetti quasi sempre scelti danoi e riflettiamo sul nostro mododi comportarci in diverse situazio-ni.Eravamo molto incuriositi nel sa-pere che cosa si avrebbe fatto du-rante il catechismo di terza me-dia ed ora l’abbiamo scoperto!

Noi ragazzi di 1^ su-periore siamo appe-na entrati nel grup-po adolescenti e ab-biamo incominciatogli incontri del lune-dì.Durante il primo diquesti incontri, ab-biamo dovuto supe-rare delle “prove” dicoraggio organizzate dai più gran-di. La prima consisteva nel pren-dere una mela da un catino pienod’acqua senza usare le mani; nellaseconda invece dovevamo tenerein bocca dei liquidi disgustosicomposti da sostanze sconosciutee, alla fine di uno slalom, sputarliin una bottiglia. Nei lunedì seguen-ti, i nostri educatori, ispirandosi alracconto de “La gabbianella e ilgatto”, ci hanno spinto a parago-narci ad entrambi i personaggi diquesta storia: sentendoci “gabbia-nella” quando partecipiamo agli in-contri del lunedì e “gatti” quando

realizziamo i giochi e le dramma-tizzazioni per i bambini di 3^ ele-mentare.Ora stiamo seguendo un nuovocoinvolgente percorso dove ci im-medesimiamo in alcuni naufraghisu una zattera dispersa in mezzoal mare.All’inizio dell’incontro veniamosempre bendati e poi i nostri edu-catori ci leggono dei pezzi tratti dallibro “Oceano mare” di Baricco.Questi incontri ci aiutano a riflet-tere e a sentirci coinvolti nella sto-ria.

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Giulia D’Ecclesiis

Cari ragazzi, in questi lunedì noi ragaz-zi di seconda superiore stiamo affron-tando i diversi problemi che incontria-mo durante l’età adolescenziale,come l’alcool e la droga.Raccogliamo articoli e testi che ci fan-no chiarezza sul problema. Ascoltia-mo le nostre esigenze, le confrontia-mo e dichiariamo le nostre opinioni.Sappiamo tutti molto bene quali sonoi pericoli dell’alcool o della droga main questi incontri ammettiamo di noncurarcene.Ammettiamo forse che i nostri com-portamenti possono avere delle con-seguenze ma quando siamo tra gliamici non ce ne ricordiamo.Il sabato sera, magari, pur essendopienamente coscienti degli effetti checi provoca una birra, piuttosto che undrink ancora più pesante, trasgredia-mo le regole solo perché vogliamo far-ci vedere dai nostri amici.I nostri coetanei sanno di andare con-tro la legge, perché in seconda supe-riore non abbiamo ancora superatol’età prevista dalla legge per bere al-colici, eppure anche solo per voglia ditrasgredire ci concediamo un drink,poi un secondo, poi un terzo finchè siarriva a casa completamente ubriachie si finisce per passare una notte inbagno.Magari perfino ritengono un drink, unalcolico, un simbolo di superiorità.Bevo per sentirmi più grande, più for-te, so resistere alla situazione.Ma io mi chiedo spesso: i genitori, diquesti ragazzi che tornano il sabatosera, non sentono, non vedono i ra-gazzi come sono conciati?Che genitore è, che permette a suofiglio di ritornare a casa completa-mente ubriaco? Non dite che non sinota perché prima che l’effetto alco-ol sparisca o l’alito ritorni normalepassano dall’ una alle due ore.Insomma si beve per fierezza, si beveper dimenticare, si beve per trasgre-dire… E poi si dice: siamo adolescen-ti. Giulia Molari

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“Così scenderemo verso il mare...”

Elena & Silvia Senzani

Teatro AGPD: la 2a superiore conclude il suo percorso

Lunedì 15 dicembre si è concluso ilnostro percorso con il teatro AGPD,un laboratorio teatrale insieme a deiragazzi affetti dalla sindrome diDown. Il nostro viaggioha preso spunto da quel-lo di Ulisse. Abbiamo,infatti, affrontato i Ciclo-pi, siamo stati inebriatidal fiore di loto e dalcanto delle Sirene, sia-mo stati intrappolati dalla maga Cir-ce e trattenuti da Nausicaa, abbiamoincontrato nostra madre e ora siamoarrivati a Itaca, sani e salvi, grazie al-l’aiuto e al sostegno di tutti i compa-gni di viaggio. Bisogna, però, ammet-tere che non è stato sempre facile fi-

darsi degli altri e “buttarsi” in questaavventura fino in fondo, dimentican-dosi di tutto ciò che stava alla derivadi quella “zattera”, che ci ha accom-

pagnato per tutto il viag-gio e riuscendo ad espri-mere le proprie emozio-ni liberamente senza te-mere il giudizio degli al-tri e senza giudicare.Quest’esperienza ci ha

insegnato a metterci in gioco, a fidar-ci degli altri e a non avere pregiudizi.Per questo, vorremmo ringraziare tut-ti i nostri compagni di viaggio che cihanno fatto vivere quest’esperienzaindimenticabile.

Teatro AGPD: figure di “paternità”

Viaggiando si cresceÈ ormai da qualche anno che nel no-stro oratorio è presente un percor-so chiamato teatro AGPD, che preve-de la presenza di alcuni adolescentidi età compresa tra i 14 e i 16 anni, iquali trascorrono un’ora e mezza lasettimana insieme a dei ragazzi af-fetti da sindrome di down; il tutto ècoordinato da un’educatrice profes-sionista che conduce questo cammi-no proponendo di volta in volta va-rie attività a cui fa da sfondo il temadel viaggio, pren-dendo spunto daquello di Ulisse.Personalmente nonho mai avuto la for-tuna di intraprende-re questo cammino,ma quest’anno mi è stato propostodi prendere parte ad un incontroparticolare nel quale si chiedeva aduna figura maschile di riferimento(papà, fratello, educatore…) di ac-compagnare in questo “viaggio” ilproprio familiare o ragazzo/a. Oltread essere felice di essere stato scel-to per questo ruolo ero curioso disapere che cosa sarebbe successo;anche se non sapevo bene in cosaconsisteva ho deciso di fidarmi e dilasciarmi trasportare su questa bar-

ca che ci ha condotto verso terre ine-splorate… Una volta saliti abbiamoassunto un’altra identità che abbia-mo mantenuto per tutta la durata del-l’incontro con la quale abbiamo avu-to modo di conoscere e di comuni-care con i nostri compagni di avven-tura sia in modo semplice, ma moltosignificativo. In tutto questo i ragaz-zi diversamente abili hanno potutomettersi in gioco in uno stile sempli-ce ed allo stesso tempo accattivantee noi abbiamo avu-to la possibilità dicrescere insieme aloro.Io ho avuto la pos-sibilità di “stacca-re” per un po’ dallafrenetica realtà nella quale sono abi-tuato a vivere ed immergermi inquesto mondo particolare dalle millesfaccettature sperimentando la sere-nità del fidarsi e del lasciarsi condur-re, anche se devo ammettere cheogni tanto alcuni passaggi non mierano così immediati. Concludendo,ringrazio di avermi dato quest’occa-sione per fermarmi un attimo e perriflettere, sperando di averne altre infuturo.Tommaso Bertolesi

Cammino di 3a superiore

“HAPPYNESS ONLYREAL WHEN SHARED”

La felicità è reale solo se è condivisa

La fragilità del cristallo non è unadebolezza ma una raffinatezza.

(Carine Mc Candless)

Questo è l’aforisma a cui giungeChristopher Johnson McCandlessdopo un percorso più che faticosoche porterà come obiettivo ulti-mo la morte. È proprio Into theWild il tema che sta caratterizzan-do gli incontri del gruppo di terzasuperiore; un percorso intricato econtraddittorio, proprio quello delgiovane Chris.Ecco che allora l’anno inizia conun ritiro: una fuga di due giorni a

Codogno, ospiti nell’oratorio del-la nostra suor Fede, per fermarciun attimo a riflettere “scappan-do” dalla società e rafforzando ilegami tra di noi. E il puzzle delnostro gruppo si compone, pezzodopo pezzo; eccoci qui. Noi, con inostri pregi e i nostri difetti, conla nostra tanta o poca fede. Noi.E il cammino prosegue, allargan-do il nostro sguardo a quello checi circonda, grazie agli spunti delfilm “Into the Wild” di Sean Penn:mettere a fuoco il mondo attornoper capire veramente come sia-mo noi; analizzare il nostro rap-porto con la società, i genitori, gliamici… capire dove e quanto sba-gliamo.Nessuno tra noi è perfetto, ognu-no continua a camminare con lesue debolezze, le sue fragilità.L’importante è camminare.

Filippo Rossi

Rebecca D’Ecclesiis

VINCERE I NEMICI DELLA GIOIAEsercizi spirituali per i giovani della città di Milano

A spasso per la città

Stefania Caufin

18-19enni

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Sogni, desideri, relazioni con l’altro,ma anche giustizia, lavoro, sanità, isti-tuzioni: è questo che il gruppo 18-19enni ha affrontato in questa primaparte dell’anno! Se non si fosse capi-to il tema è quello della città. Qualecittà sogniamo? Cosa terremmo ecosa invece cambieremmo della no-stra? Questi e molti altri interrogativihanno trovato risposta grazie ai no-stri ragazzi! Abbiamo dato sfogo allanostra fantasia per costruire la cittàideale, dove c’è chi vive su un’isola,chi in un castello, chi in spiaggia, dovec’è chi apre un ristorante e realizza ilsuo sogno, dove ci si ascolta e ci si ri-spetta tutti, dove c’è sempre il sole…Abbiamo provato a scrivere le leggidella nostra città, ma ci siamo scon-trati con la fatica che porta il confron-to tra persone e pensieri diversi e conla duplicità di alcune decisioni, chesembrano prese per il bene di qual-cuno ma che vanno strette ad altri. Eabbiamo sperimentato di personache senza una trama di relazioni cheunisce e supporta la società anche lamiglior legge fallisce. Siamo stati aiu-tati da ospiti speciali nel corso del

nostro cam-mino, comeil diaconoF r a n c e s c oche ci ha por-tato a riflet-tere sul rap-

porto tra passato e futuro, invitando-ci a riscoprire i vecchi e buoni valoridei nostri nonni ma senza perdere legrandi conquiste tecnologiche e so-ciali della nostra epoca.In questo percorso siamo stati guida-ti dalle parole del cardinal Martini chea proposito della città ci lascia i suoisogni ovvero “una città che sia un luo-go adatto al riconoscimento di sé, unacittà capace di conciliare passato efuturo, una città giovane e solidale,una città dove ci siano reti di relazio-ni, una città animata e vivificata daldialogo, e una città con la presenzaevangelica e trasformante della Chie-sa”.

Dal 17 al 19 novembre 2008, a san-t’Ambrogio, ci sono stati gli esercizispirituali di Avvento per i 18-19enni ei giovani della città di Milano, dal ti-tolo “Perché la mia gioia sia in voi e lavostra gioia sia piena (Gv 15,11). Comevinceremo i nemici della gioia?” Hapredicato monsignorMario Delpini, vicarioepiscopale della ZonaVI. La prima sera si èaffrontato il tema “Lapaura e l’abbracciodel Padre”, a partiredal testo biblico Lc15,11-24, con l’inten-zione di insistere sul-la paura di non meri-tare di essere amati(«Non sono più degnodi essere chiamato tuofiglio», dalla paraboladel padre misericor-dioso) e sul dono del-lo Spirito nella vita del cristiano.Nella seconda serata, su “La solitudi-ne e la rivelazione della comunione”,il testo biblico è stato Gv 10,1-11 e cisi è soffermati sul dono dello Spiritoche raduna la Chiesa, ma dopo la soli-tudine dovuta alla dispersione, allosmarrimento di un punto di riferimen-to. Infine, nel terzo appuntamento inSant’Ambrogio - “La disperazione e la

vocazione alla vita eterna (Eb 2,14-18)” - la meditazione, incentrata sul-la paura della morte e del futuro, haofferto alcuni spunti notevoli: «Checosa vedo se spingo il pensiero avan-ti? I discorsi correnti, anche tra cri-stiani, non danno molta speranza. Per-

ché la morte è una ov-vietà inevitabile, masuscita una protestacome una ingiustizia?»Su queste domande,nel silenzio personale,ciascuno di noi è statoinvitato a invocare ilSignore: «Gesù, chehai gridato contro lamorte, aiutami! Rega-lami la speranza!»,per giungere ad affer-mare: «Nessuna gioiapuò essere piena, senon è eterna. Nessunamore può rendermi

felice, se non è eterno. Nessuna veri-tà può essere vera, se non è eterna».E’ stata una buona occasione per ini-ziare l’Avvento ambrosiano, soprattut-to per noi giovani, sempre travolti daltrambusto della vita quotidiana, chefacciamo fatica a ritagliarci nella gior-nata un momento per riflettere.

Lontana, ma vicinaIl primo giorno di scuola, nell’ora di religionela nostra maestra ci ha detto che suor Katia nonavrebbe insegnato più da noi. Abbiamo pensa-to che aveva troppe classi dove insegnare; mapoi abbiamo chiesto meglio e la maestra ci hacomunicato che suor Katia si era trasferita inSicilia. Quasi tutti piangevano. Ci siamo fatti tan-te domande: “Tornerà?”, “Starà bene?” Poi ab-biamo visto la nuova insegnante: ci è sembrata molto diversa da suorKatia. Io penso che non ci siauna maestra come lei; ora a tut-ta la classe manca; dispiace atutti la sua partenza,ma la ricorderemosempre.Anche se è lontana, perme è come se fosse vi-cina.

Rielaborazione dal sito:www.chiesadimilano.it

don Giovanni Pauciullo (Presidente dell’Associazione Dalet - www.associazionedalet.it)

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Il portatile ac-ceso, comeper fermare leidee chiave;un prete e treamici sedutiintorno al fuo-

co del camino, in quelle giornate gelide dimontagna. Così nasce l’associazione Dalet.Dalla voglia di un confronto serrato, dallaconsapevolezza che l’amicizia non è solo sta-re bene insieme, ma condividere gli ideali delVangelo e camminare, perché si trasforminoogni giorno in realtà. Me lo ricordo ancoraquel momento, dove le memorie si affastel-lavano ai sogni. Dove il tempo di ieri recla-mava di trasformarsi in futuro. Il desiderio diun progetto e la voglia di metterlo nelle manidi Dio, attraverso la preghiera. La consape-volezza di sapere che il Vangelo e l’amicizianon possono essere un dono per pochi e cosìl’idea di provare, di partire, dopo un confron-to serio e disponibile con la Chiesa, gli altripreti, la curia e il tuo parroco. Si parte e sicomincia. Ecco la Dalet, una porta aperta! La

nostra nasce dall’esperienza di giovani edadulti che si sono impegnati nell’ambito dialcune realtà ecclesiali nel campo della co-municazione. Alcuni giovani hanno matura-to in questi anni una dimestichezza nel cam-po della radio del decanato di Legnano (Ra-dio Punto) e in alcune realtà di giornalini eriviste di oratori e parrocchie sparse per ladiocesi. Altri si sono specializzati con passio-ne e profondità nell’arte della sceneggiaturae dello scrivere. Si sono accorti che il donoricevuto è una cosa bella e preziosa e nonpossono tenerla per sé. La voglia di comuni-care, di comunicare bene, non può non di-ventare un obiettivo educativo, per ogni re-altà cristiana che si rispetti. Educarsi ad usa-re bene, con disinvoltura e responsabilità, imezzi di comunicazione è un obiettivo im-portante per aiutare giovani ed adulti a di-ventare cristiani che sanno affrontare la vita,il tempo, la società, non con lo stile dei ta-gliati fuori, ma con gli strumenti necessari peraffrontare le sfide di oggi. Confrontandoci,ci siamo accorti che c’è una forte necessitàdi formare soprattutto i giovani ad una co-

municazione moderna, profonda e respon-sabile, che coinvolge i linguaggi mass-mediali(Teatro, radio, web, cinema, giornalismo) alservizio della proposta cristiana. Abbiamo co-minciato già da settembre 2007, con il pro-getto denominato “Jesus Inside”. Un proget-to che desidera portare la bellezza della pro-posta cristiana tra i ragazzi e gli adulti. “Jesusinside”, uno slogan per dire: se hai la fededentro, non puoi tenerla solo per te. Se cicredi, c’è un prezzo da pagare, ma una liber-tà che ti porta oltre, che t’invoglia a condivi-dere e raccontare. “Quando i cristiani sonosinceramente convinti di questo, la loro vitasi trasforma, e questa trasformazione si ma-nifesta non solo nella testimonianza perso-nale, ma anche nell’impellente ed efficacecomunicazione di una fede viva, che parados-salmente si accresce quando viene condivi-sa” (Giovanni Paolo II, Giornata mondialemezzi di comunicazione 97). Abbiamo raccol-to questa sfida che il Papa aveva consegnatoalla Chiesa, sperando di portare un piccolocontributo, insieme a tutti coloro che desi-derano collaborare.

PERCHE’ DALET?L’associazione prende il nome di “Dalet” dalla quarta lettera dell’alfabeto ebraico. Rappresenta le dimensioni e le relazioni. La lettera Daletnella grafia ebraica, ha la forma di una porta aperta. Aperta vista di fronte, con l’architrave da destra a sinistra e la porta aperta dal bassoverso l’alto. Questa immagine allude alla relazione e alla bellezza della prossimità. L’associazione promuove la formazione dei giovani all’uti-lizzo di una comunicazione appassionata e moderna, ma vuole favorire anche opportunità d’incontri e confronti per giovani che vengono dadiverse esperienze personali e da posti diversi. Non rimaniamo legati solo al territorio della parrocchia di san Pio V, che ne ospita la sede , maci rivolgiamo a tutti coloro che desiderano partecipare a questa avventura. Abbiamo pensato di favorire momenti di aggregazione e didivertimento sano, carico di stile. Si tratta di una porta aperta, possono entrarvi quei giovani che hanno fatto esperienze di oratorio e poisono passati oltre e che in fondo desiderano provare ancora qualcosa di significativo. E resta rivolto anche a quanti non ci sono mai stati inoratorio, ma sono aperti ad un confronto sulla fede. Un esperimento pastorale, un laboratorio per dire che la bellezza del Vangelo è occasio-ne di crescita in tutte le età. Un tentativo per avvicinare alla Chiesa chi è rimasto per molto tempo ai margini e per invitare ad un passospedito chi è rimasto fermo a guardare.COSA FACCIAMO NEL DETTAGLIO1) Promuoviamo e distribuiamo gratuitamente libretti per la catechesi, la pastorale o che trattino temi interessanti ed intelligenti sul temadella fede. Libretti dallo stile giovane, ma anche dai contenuti forti, che mettano in circolo. 2) Stimoliamo a produrre attraverso cortometrag-gi l’accostamento dei giovani a tematiche di solidarietà, di denuncia sociale, di approfondimento. Per far crescere nei giovani una dimensionedi riflessione attraverso un mezzo giovane, piacevole e leggero. 3) Creazione di video-clip per percorsi di formazione.4) Collaborazioni con parrocchie, oratori e centri culturali, associazioni di solidarietà e volontariato, che hanno bisogno di assistenza graficae organizzativa nella progettazione e realizzazione di manifesti, volantini e siti internet. Stiamo collaborando con il Gruppo di animazionemissionaria del Decanato Romana Vittoria e il centro culturale Arbor. 5) Proponiamo un’esperienza estiva di solidarietà nella missione diBolanos gestito dalle suore marcelline in Messico, per educare i giovani al servizio e perché siamo convinti che la verità più luminosa dacomunicare è la carità.DALET E TEATROIn ottobre, grazie alla collaborazione con la Scuola di Danza, Teatro e Canto del Teatro Oscar, emanazione dell’Oratorio S. Pio V, che ha messoa disposizione del progetto gli ambienti e le competenze professionali di Daniela Monico, responsabile e docente dei corsi di teatro dellaScuola sopra citata, ha avuto inizio il corso di teatro e laboratorio espressivo dedicato ai giovani dai 16 a i 25 anni. Grazie ai fondi reperitidall’associazione e alla generosità di chi ha creduto in questo progetto di comunicazione e solidarietà, riusciamo a proporre questa esperien-za ad un costo modestissimo, permettendo a tutti di partecipare. E’ un’occasione per tutti quelli che amano il teatro, ma anche per chi nonlo conosce, per quanti cercano un nuovo modo di esprimersi in un mondo dove sentimenti ed emozioni vengono spesso banditi.Dalet on Stage è un corso di teatro gratuito (ad eccezione di un contributo annuale di euro 30) e vuol essere una ricerca teatrale condottacon serietà. Può diventare un gruppo di Teatranti dove la spiritualità non è messa da parte. Alla base del progetto c’è il desiderio di conoscerese stessi ed acquisire modi comunicativi propri. Che grande sfida essere se stessi oggi, eh? Sopraffatti, come siamo, da modelli diseducativi,in una società che ci sprona a diventare sempre la fotocopia di qualcuno. L’iniziativa è rivolta ai giovani (maggiori di 16 anni) che voglionomaturare come operatori culturali e nella comunicazione, cioè gente che vuole formarsi e crescere nel modo di esprimersi e di approcciarsiall’altro. Sei timido? Fa niente, meglio anzi! Il teatro è un mezzo favoloso per superare gli ostacoli della timidezza e della chiusura in se stessi.Hai paura di non essere bravo a recitare, a cantare o a ballare? Nessuno lo è mai abbastanza e poi con un po’ di impegno e di fatica vedrai chescoprirai dentro di te tante qualità che credevi di non possedere. Sento il bisogno di ringraziare don Simone, coadiutore dell’oratorio eMonica Cagnani, direttrice della Scuola di Danza, Teatro e Canto del Teatro Oscar per la loro disponibilità a capire il progetto e aiutarci. Anzi,rimane una mano tesa per consolidare aiuti reciproci, confronti e e collaborazioni sul territorio. In una stagione di emergenza educativa, lealleanze formative vincono su ogni supposta autoreferenzialità. La Dalet che è una porta aperta, ha trovato un’altra grande porta dischiusa,l’Oratorio, per raggiungere il medesimo obiettivo: educare alla bellezza della proposta cristiana oggi, qui e altrove!

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La mia DanzaLa Danza per me è davvero importante.In questa disciplina scateno tutta la miaenergia. Frequento il corso di danza mo-derna della Scuola di Danza del TeatroOscar da tre anni e quest’anno, insiemealla mia amica Arianna, sono nel corso dimoderno tenuto dalla nostra insegnateMonica Guarino, la quale è molto brava esimpatica.La scuola di danza si trova in viaLattanzio, nei locali sotto la chiesa, ed èstata fondata dieci anni fa da don Stefanoe Monica Cagnani. La scuola organizza de-gli spettacoli-saggi un anno sì e uno no. Ame piacciono un mondo!

L’ ultimo spettacolo che abbiamo fatto èstato rappresentato al Teatro Nuovo perben due volte perché c’era tantissima gen-te: il titolo era “Il giro del mondo in 80giorni”. Quest’anno ci sarà un nuovo spet-tacolo nel mese di maggio, ma non ci han-

no ancora detto il titolo. Questa Scuola èveramente bella e organizza cose stupen-de: l’estate scorsa ha organizzato ancheuno Stage a Spiazzi di Gromo. Io ci sonoandata e mi sono divertita molto.

Mercoledì 10 dicembre il Corso Acca-demia della Scuola di Danza, insiemealle insegnanti Monica Cagnani, Mo-rena Ruiu e il ballerino Bledar, è anda-to al cineteatro Kolbe per un’iniziati-va organizzata dal nostro decanato,per dare una possibilità agli anziani

Ballando in decanatosoli di passare un pomeriggio insie-me in compagnia ed allegria. Abbia-mo rappresentato tre coreografie didanza classica cioè Coppelia, la Dan-za Russa e la Mazurka e un passo a duedi Morena e Kledy. E’ stato abbastan-za difficoltoso ballare su quel palcoperchè era molto piccolo e molto sci-voloso! Prima e dopo le nostre esibi-zioni un gruppo di anziani ha messoin scena la piccola fiammiferaia e unascenetta comica ambientata in un uf-ficio postale. Sono stati molto in gam-ba e ci hanno fatto divertire e anchenoi ci auguriamo di avergli fatto pas-sare un pomeriggio di gioia e allegria.

Camilla Caroni

Ancora ricordo l’emozione provata il giorno in cui ho comunicato a don Stefa-no che avrei voluto diventare chierichetta. Era il 2007, avevo 9 anni, unadomenica di marzo e il don avevaappena finito un incontro di cate-chesi con i bambini di 3° elemen-tare a cui aveva partecipato mia so-rella. Non riuscivo a parlare perchèero timida, ma alla fine ce l’ho fat-ta e ho visto la gioia negli occhi enel sorriso di don Stefano.Dopo pochissime domeniche di af-fiancamento, con mia grande sor-presa, il giorno di Pasqua, Silvia hachiesto a me e a Pietro di servire lasanta messa perchè eravamo gliunici presenti! Mamma mia, che paura! A distanza di un mese, è arrivato ilgrande giorno: c’è stata la vestizione. Mi sono emozionata tanto! Ho imparatoa servire grazie all’aiuto di Serena, Michele, Silvia e tutti i chierichetti piùgrandi. Mi piace molto fare la chierichetta. Purtroppo in questo periodo nonposso servire a causa di una tendinite al piede destro. Non vedo l’ora di rinco-minciare!

Eleonora Freddi

Servire mi serveReportage dal gruppo chiericheti

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Nella sessione del 18 novembre il Con-siglio Pastorale ha preso atto della po-sitiva esperienza della s. Messa pergruppi parrocchiali celebrata il 7 no-vembre. Settimana scorsa, il 12 dicem-bre, c’è stata la seconda Messa, prepa-rata con cura dal Gruppo Liturgico. E’stato approvato all’unanimità il pro-getto ZeroSix, partito lo scorso annosu indicazione della lettera pastoraledell’Arcivescovo e si rivolge a coppie,anche non sposate, desiderose di fareun cammino cristiano. Il prossimo in-contro sarà l’11 gennaio 2009 e avràcome tema “Lasciate che i bambinivengano a me”. Il progetto ZeroSix en-tra a far parte integrante della pasto-rale familiare della nostra parrocchia.Il Consiglio ha inoltre preso atto delgradimento della “Ludoteca”, ossia del-la saletta accanto al bar dell’oratorio,che ogni giorno, dalle 16 alle 18, è aper-ta ai bimbi e ai loro accompagnatori.La saletta è gestita con semplici regoledi buona educazione e il rispetto deigiochi presenti. Si prende atto che nel-le giornate di maltempo la saletta ri-sulta un po’ piccola e che servirebbeun altro spazio, soprattutto per i picco-lissimi. Il Consiglio ha preso conoscen-za della collaborazione in atto con l’as-sociazione AGPD (genitori con bimbicon sindrome di Down) che si svolgeogni lunedì mattina.Da ultimo il Consiglio ha ascoltatol’esperienza delle coppie che prepara-no i genitori al battesimo dei loro bim-bi; il Consiglio ha compreso l’impor-tanza di questo settore della pastoralefamiliare e si è augurato che la nostracomunità possa esprimere altre cop-pie che si impegnino in questo ambi-to. Prossimamente la CommissioneFamiglia preparerà un progetto detta-gliato da presentare per la discussio-ne al Consiglio Pastorale.

NOTIZIE DALNOTIZIE DALNOTIZIE DALNOTIZIE DALNOTIZIE DALCONSIGLIO PCONSIGLIO PCONSIGLIO PCONSIGLIO PCONSIGLIO PASTORALEASTORALEASTORALEASTORALEASTORALE

DOPO RONALDO, DAL BRASILE,DOPO RONALDO, DAL BRASILE,DOPO RONALDO, DAL BRASILE,DOPO RONALDO, DAL BRASILE,DOPO RONALDO, DAL BRASILE,ECCO UN’ALECCO UN’ALECCO UN’ALECCO UN’ALECCO UN’ALTRA PROMESSA... A DIO!TRA PROMESSA... A DIO!TRA PROMESSA... A DIO!TRA PROMESSA... A DIO!TRA PROMESSA... A DIO!

Nome e Cognome:William De MouraCome ti chiamano gli amici?Da piccolo mia madre e mio padre mi chiamavano “Brancão”,cioè “Biancone”.Dove sei nato?Sono nato a Mogi Mirim, un paese nello Stato di san Paolo, di-stante 250 km dalla capitale san Paolo.Che musica ascolti?Mi piace la musica classica: Back, Mozart, Wagner, i tenori ita-liani, la Bossa Nova (un ritmo brasiliano) e anche la musicapopolare brasiliana. Si vede che nella musica sono un po’ eclet-tico...

Il tuo “idolo” è?Idolo credo non sia il termine più adeguato. Parliamo di persone da ammirare perchèriflettono Dio e ci fanno capire tante cose, certamente nostro Signore Gesù, il suoVangelo e quelli che ne hanno dato la testimonianza: Francesco d’Assisi, GiovanniPaolo II, Madre Teresa, ma anche nel “terra-a-terra” i miei genitori, e tante personebuone e generose che ho trovato lungo la mia vita.Quando sei diventato prete? Perchè?Sono stato ordinato prete il 13 maggio di quest’anno. Grazie per la domanda perchèmi permette di dire che Prete ancora sto diventando, e non vi spaventate se vi dicoquesto, ma è vero. Credo questo “diventare” sia un processo che percorre tutta la vita,mi sento ogni giorno chiamato a diventare un prete forse più buono, più coerente, piùintelligente, una sfida in cui la Grazia di Dio è tutto altrimenti, mamma mia, cosaveniva fuori??!! Il perchè?? Ricordo delle parole della mia guida spirituale in Brasile,mons. Renato, “è il mistero dell’elezione” quello che so io è che sempre ho avutoquesta spinta di servire Dio e i fratelli, nonostante mi consideri sempre indegno di uncompito tanto alto.Che cosa ti ha spinto a venire in Italia?La prima volta che sono venuto (nel 2004) ho ricevuto un invito dal mio vescovo cheaveva una borsa di studio. Adesso, dopo tre anni a Roma, sentendo ancora la neces-sità di prepararmi meglio sia per la pastorale che per aiutare nella formazione deifuturi sacerdoti, mi sono fatto invitare liberamente dal mio vescovo che volentieri hacapito e accolto la mia proposta, e per questo sono qui.Come ti trovi? Ti manca il Brasile?Mi trovo molto bene, certo che mi mancano la mia patria, i miei cari, ma ho trovatoqui tanta accoglienza, tanta generosità, tanti amici davvero, sia a San Pio che a SanMartino, che mi aiutano a superare quelle mancanze e capire ciò che ha detto l’autoredella Lettera di Diogneto ai cristiani: che ogni patria straniera è patria loro, e ognipatria è straniera.Come sono stati i giorni trascorsi a san Pio V?Sono stati giorni senza dubbio bellissimi, con tante belle esperienze che nelle primi-zie del mio ministero mi hanno insegnato tante cose che un prete novello deve impa-rare.Dove ti trovi adesso?Adesso sono nella Parrocchia di San Martino in Greco sempre a Milano, DecanatoZara, con don Giuliano come parroco.Che cosa ti ha colpito di più di Milano?

Mi colpisce, materialmente parlando, senza dubbio il Duomo... Duomo di Milano, unico al mondo! E la citta in sé stessa unametropoli con i suoi problemi ma con tante belle cose.Tradizione natalizia brasilianaTradizione natalizia... Abbiamo un gioco chiamato “Amico segreto”: in un gruppo di persone (amici, famiglia, ecc.), si sorteggiano inomi dei componenti. Ognuno deve fare un regalo alla persona di cui ha il nome sul biglietto ricevuto, in un giorno e in un orarioprestabiliti. Ovviamente, ognuno di rimando riceverà un dono da una persona che si rivelerà essere il suo “amico segreto”. Moltodivertente è anche lo svolgimento del gioco, che spiegherò in un’altra opportunitàCom’è girare per Milano in bicicletta?Girare Milano in bici è bello: si impara la città, la si vede con altri occhi, però anche una sfida in certi orari e posti, si deve semprefare attenzione Comunque mi piace!Vuoi dire qualcosa ai nostri lettori?Ringrazio in primo luogo per l’invito aesta intervista, poi chiedo e mi auguro di poter essere sempre uniti nella preghiera e nellafede dell’unico sacrificio (sia quello offerto qui a San Martino, o a San Pio, sempre lo stesso) di Cristo Salvatore e Redentore. Unsanto e buon Natale a tutti!

Dopo qualche mese di permanenza in s. Pio, don William ci saluta

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BABY

GIOVANISSIMI - BLU

GIOVANISSIMI - ROSSI

Situazione incorag-giante per la squadradei baby; dopo quattropartite giocate, il bi-lancio è di 2 vittorie e2 sconfitte. La distan-za dalla vetta è di ap-pena quattro punti chepotrebbero dimezzarsi,dato che i nostri han-no una partita da recuperare e la vittoria vale 2 punti.Speriamo che il team prosegui su questa strada perpoter centrare a fine stagione il passaggio ai play-off.

ITNUP IG IV AP CS AFG USG RD

.E.SonihcruT 01 6 5 0 1 53 01 52

IIIXXinnavoiG 01 6 4 2 0 91 9 01

ebloK 8 6 4 0 2 42 41 01

otterosaColraC.S 7 5 3 1 1 02 41 6

ertleFfosU 6 5 3 0 2 52 11 41

VoiPnaS 6 5 3 0 2 42 62 2-

onaliMolraCnaS 5 5 2 1 2 42 71 7

naG 3 5 1 1 3 31 91 6-

otiripSotnaS 2 6 1 0 5 41 43 02-

airottiV 1 5 0 1 4 5 83 33-

onaliMracsO 0 4 4 0 4 6 71 11-

Ed ora la meritata pausa natalizia!Siamo quasi arrivati a metà di questo torneo invernale che preannuncia una ripresa moltoricca di sorprese in tutti i campionati. I nostri ragazzi sono grintosi più che mai!

ITNUP IG IV AP CS AFG USG RD

F/robaN 91 7 6 0 1 44 31 13

ulB/VoiPnaS 81 7 6 0 1 84 71 13

.G.P.S.O 41 6 5 0 1 82 61 21

ulB/coC 21 6 4 0 2 13 91 21

B/onailuiGigiuL.S 9 7 3 0 4 51 12 6-

89itsilegnavE4 9 7 3 0 4 41 82 41-

allaiGaiccartaL 8 7 3 0 4 42 24 81-

onnerTigiuL.S 5 6 2 0 4 12 03 9-

etihwairottiV 2 5 0 0 5 51 03 51-

onaliMociteltA 0 6 0 0 6 7 13 42-

Giunti quasi al giro diboa la squadra si trova inseconda posizione ad unsolo punto dalla prima;speriamo che con loscontro diretto il gruppopossa scavalcare gli av-versari ritrovandosi inquesto modo primo di-staccando di 2 punti la

diretta inseguitrice. Esortiamo però il team a non adagiar-si sugli allori poiché il girone di ritorno potrebbe riservarespiacevoli sorprese.

ITNUP IG IV AP CS AFG USG RD

A/airottiV 81 6 6 0 0 82 5 32

ossoR/VoiPnaS 41 7 5 0 2 93 12 81

ailinevuJ 31 5 4 0 1 45 71 73

itnoMerdaP 9 5 3 0 2 41 7 7

onazzoRassU 9 4 3 0 1 21 01 2

D/robaN 8 7 3 0 4 51 42 9-

89/ediFnisetroF 6 7 2 0 5 01 12 11-

iMigiuL.S 6 5 2 0 3 11 82 71-

orO 4 6 1 0 5 61 52 9-

ocnaiB/coC 0 6 0 0 6 9 05 14-

La sconfitta sul campo del Fortes ha complicato la si-tuazione della squadra che, pur trovandosi seconda, èa quattro punti dalla prima.Il girone di an-data è alle bat-tute finali; spe-riamo che ilteam riesca acolmare il gap,cosa non im-possibile datala rosa di cuidispone.

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RAGAZZI

ALLIEVI

TOP JUNIOR

ITNUP IG IV AP CS AFG USG RD

ocirnE.S 22 8 7 1 0 43 31 12

39ediFnisetroF 22 9 7 1 1 53 12 41

AonitsuiG.S 51 8 4 3 1 22 12 1

bssU 21 8 4 0 4 52 81 7

VoiPnaS 11 8 3 2 3 91 91 0

39itsilegnavE4 11 8 3 2 3 92 03 1-

B/idrevinnA 01 9 3 1 5 72 23 5-

itnoMerdaP 7 8 2 1 5 32 92 6-

ogassAmsO 7 8 2 1 5 22 43 21-

onailuiG.SigiuL.S 0 8 0 0 8 8 72 91-

Splendida situa-zione per la squa-dra dei ragazzi.Questo gruppo ciaveva abituato,nei precedenti tor-nei, a ben diverseprestazioni, maora, probabilmen-te, spinto dalla voglia di riscatto, ha invertito la ten-denza e sta svolgendo un esemplare campionato datoche si trova in terza posizione a pari merito con laseconda. Siamo convinti che i nostri ragazzi conti-nueranno così.

S i t u a z i o n emeno convin-cente per lasquadra degliallievi che sitrova a metàclassifica di-stante peròben dieci pun-ti dalla vetta.

Le qualità di questo gruppo ci sono e speriamo chepresto si possa risollevare per riportarsi nella partealta della classifica svolgendo un’eccellente secondaparte di campionato.

ITNUP IG IV AP CS AFG USG RD

A/idreVinnA 12 7 7 0 0 73 11 62

oganevaCocS 61 7 5 1 1 51 8 7

ongaMenoeL.S 51 8 5 0 3 32 81 5

VoiPnaS 31 7 4 1 2 12 91 2

csosA 01 7 3 1 3 12 81 3

issoRilovaiD 7 7 2 1 4 91 72 8-

otterosaColraC.S 4 7 1 1 5 51 02 5-

itnoMerdaP 4 7 1 1 5 11 32 21-

aloznogroGolraC.S 3 7 1 0 6 51 33 81-

ITNUP IG IV AP CS FG SG RD

edreV/aiccarTaL 21 5 4 0 1 02 9 11

VoiPnaS 21 5 4 0 1 91 21 7

ediFnisetroF 11 5 4 0 1 72 81 9

onazzurBigiuL.S 01 5 3 0 2 71 41 3

B/ottocerP 8 6 3 0 3 82 32 5

airottiV 7 6 2 0 4 42 52 1-

oirali'tnaS 6 5 2 0 3 31 31 0

omareTosG 6 7 2 0 5 71 03 31-

ocirnE.S 0 5 0 0 5 3 03 72-

PALLAVOLO JUNIORES

Dopo un inizio non rassicurante, caratterizzato da continui rinviie da prestazioni poco brillanti la squadra sembra aver imbocca-to la giusta via e grazie ad una serie di vittorie si è riportata aipiani alti della classifica. Forse la vittoria del torneo è ormaicompromessa, però invitiamo il team a non arrendersi dato chei sogni a volte si avverano.Girone difficile invece per la squadra mista di pallavolo che devegiocare contro squadre molto forti e di esperienza, nonostanteciò il morale riamane alto e auguriamo a tutti loro di non molla-re. I risultati arriveranno!

ITNUP IG IV AP CS IVS EPS SD

otimiLoigroiG.S 71 7 5 0 2 91 7 21

ongaMenoeL.S 61 7 6 0 1 91 8 11

euDtocsA 51 6 5 0 1 71 7 01

onUtocsA 51 7 5 0 2 71 9 8

enoriBbulCgnitropS 31 8 5 0 3 61 51 1

ottelletsaCbdO 9 7 3 0 4 41 51 1-

gnitropSmB 9 7 3 0 4 21 41 2-

IVoloaP 9 7 3 0 4 11 61 5-

yelloVebloK 2 7 0 0 7 7 12 41-

VoiPnaS 0 7 0 0 7 1 12 02-

Davide Servino & Giorgio Conte

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La compagnia teatrale “Macchia d’olio” ci riprova

…il nuovo “Lezionario Ambrosiano” del Va-ticano II, nella sua forma completa e defi-nitiva, entrato in vigore sabato 15 novem-bre con la messa domenicale vigiliare (l’eu-caristia del sabato sera), liturgia vigiliarevespertina della prima Domenica di Avven-to 2008, ha dato inizio al rinnovato ritoambrosiano delle celebrazioni eucaristi-che. Detto che il Lezionario è il grande li-bro della Parola di Dio proclamata nella li-turgia, non mi soffermo però a dare altrenotizie di esso; per una conoscenza, an-che se sintetica ma chiara, della storia dellasua formazione, dei cicli annuali che scan-disce, degli schemi di letture che conser-

Dopo l’entusiasmante esperienza del giu-gno scorso con “La Giara” di Luigi Piran-dello ci siamo rimessi al lavoro con unanuova commedia questa volta di un con-temporaneo. La nuova opera “Con tuttoil bene che ti voglio”, di Luciano Lunghi,verrà rappresentata, salvo contrattempidell’ultima ora, il 24 e 25 gennaio 2009 al“mitico” Teatro Oscar. Lo scopo di tuttoquesto è il solito: raccogliere risorse perl’oratorio con la speranza di trasmetterviqualche momento di spensieratezza equalche spunto di riflessione.Per dei principianti come noi le aspettati-ve sono molto alte, lo sappiamo, ma con-

mancanza dopo che a giugno avevamo fi-nito di lavorare tutti insieme per “La Gia-ra”. Ogni volta che ci ritroviamo nel sotto-chiesa il copione si arricchisce di tutti ipiccoli contributi che ciascuno di noi por-ta ma il risultato che otteniamo è sempremaggiore della somma grazie soprattuttoalla paziente opera di “taglia e cuci” diSilvia Buffone, la regista. Augurandociproprio di riuscire a divertirci insieme afine gennaio, nel frattempo vi facciamo inostri più cari auguri di Buon Natale eFelice Anno nuovo.ContuttoilBenecheVivoglio!

Crescere attraverso i cinque sensiTutti i bambini crescono. Nascono e poimangiano, dormono, mangiano, dormonoe cominciano ad annusare prima la mam-ma, poi il mondo intorno a loro; poi sco-prono che non ci sono solo la luce e il buio,ma tante cose da guardare. Anche l’espe-rienza del tatto è prima nella pancia, unsenso di avvolgimento, poi sono le manidella mamma che li massaggiano, poi sonoloro a scoprire il morbido, il rivido, il leg-gero, il caldo, il freddo…e il gusto! Più cre-scono, più nuovi sapori entrano a far par-te delle loro avventure alle prese con lapappa. Soprattutto i bambini ascoltano.Già nella pancia riconoscono le voci dellamamma e del papà, ascoltano la musica eballano! Pian piano associano un suono allecose, finché un certo punto decidono diprovare a dire loro quel suono. E allorac’è da divertirsi! I cinque sensi sono pre-senti in tutte le tappe della crescita, ed èproprio di questo che abbiamo parlato do-menica 16 Novembre all’incontro per ge-nitori organizzato dal gruppo ZeroSix. Ognigenitore ha condiviso una “fotografia” delproprio figlio con altri genitori, raccontan-do il gioco preferito del bimbo e la diffi-

coltà più im-portante diquel momen-to. Era pre-sente all’in-contro Fiorel-la Montis,educatrice e psicomotricista che ha fattosentire tutti a proprio agio e ha rassicura-to i genitori che, in realtà, sono loro i mag-giori esperti sul loro bambino e, partendodalle singole esperienze dei genitori pre-senti, ha delineato un percorso più gene-rale dando anche preziose indicazioni suipassaggi fondamentali che attraversano inostri piccoli nella loro scoperta di se stessie del mondo. Per far questo si è riferitalargamente anche alle piccole “perle disaggezza” che ogni genitore ha suggeritonei suoi racconti, condite con qualche uti-le informazione frutto della su esperienzadi direttrice di asilo nido. Felici di averpassato un interessante e piacevole pome-riggio tutte le mamme e i papà sono anda-ti a recuperare i loro bimbi nella salettadei giochi!

NUOVO LEZIONARIO AMBROSIANOStefano Garsi

diac. Francesco

Cari amici sportivi… noi ragazze e ilcalcio stanno diventando una cosa sola!

Abbiamo affrontato lanostra partita…

un’amichevoleche ha dimo-

strato le gran-di potenzia-lità di que-sta squa-dra!!!Ovviamentela strada da

fare è molta manon ci lasciamo intimorire! Il freddo ele intemperie ormai non ci spaventanopiù e Viola, il nostro mitico bomber, hasegnato il suo primo gol in partita… spe-ro che sarete in molti a seguirci quan-do le partite inizieranno ad essere uf-ficiali!!! Noi ci impegneremo al massi-mo per divertirci, divertirvi e tenerealto l’onore dell’associazione!!!

fidiamo nel nostro e nel vostro entusia-smo, sì: il vostro, quello che ci ha accoltoprima e soprattutto dopo la nostra “ pri-ma” (e unica al momento) rappresenta-zione e che ci ha fatto ricominciare dopole vacanze estive.La compagnia non è proprio la stessa ,qualcuno ha dovuto rinunciare per varimotivi ma è stato subito e soprattutto va-lidamente sostituito. Le prove sono ini-ziate da un po’ e, anche se a volte pesano,ci troviamo con molto entusiasmo e il di-vertimento non manca mai. Vi devo con-fessare che l’appuntamento delle prove èstata la cosa di cui ho sentito di più lava e di come sia composto, rimando allaconsultazione del foglietto “Celebriamo laMessa – Numero speciale sul nuovo Lezio-nario ambrosiano” che l’editrice Ancora,la fornitrice dei Foglietti della Messa chetrovate ogni Domenica in chiesa, ha pre-parato e noi messo a disposizione poco pri-ma del 15 novembre scorso. Ripeto, perun’informazione breve e veloce al riguar-do, la lettura di quel foglietto può andarebene; ma se vogliamo cogliere l’immensotesoro che le Sacre Scritture, la Parola diDio, offrono a coloro che si pongono conattenzione al loro ascolto. Vorrei sottoli-

neare soltanto la composizione del Lezio-nario. Sono tre i libri: Libro I, o del Miste-ro della Incarnazione del Signore; Libro II,o del Mistero della Pasqua del Signore; Li-bro III, o del Mistero della Pentecoste. Seci accostiamo con maggior attenzione aquesti tre libri, ai brani evangelici che nescandiscono i tempi, alle letture che illu-minano i brani evangelici, possiamo “leg-gere” anche con i poveri “occhi” della no-stra intelligenza, con quale cura, ordine eamore Dio ci aiuta a percorrere, da sem-pre e in ogni momento, il cammino dellasalvezza. Questo comunque sarà compre-so meglio non con un “salto” ma con ilcammino quotidiano.

Sport: Calcio femminileLa I° amichevole...

Isabel FrampiMarco e Maria Ghirlanda(Gruppo ZeroSix)

Gruppo Zero-Six

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Quest’anno consiglierei un antipasto disalumi cotti in accompagnamento con altredelizie che mi accingo a enunciare in dosi per sei persone.Comperare un salamino d’oca, un cotechino, una mortadelladi fegato, una fetta di patè una mezza pianta di sedano, 4 o5 carote, 2 carciofi, una manciata di ravanelli, un paio difinocchi. Si può aggiungere anche qualche fettina dilardo e qualche fetta di prosciutto crudo.

Cuocere il cotechino, la mortadella e il salame d’ocaper 40-50 minuti, poi pulire le verdure, tagliare a fettinesottile il patè, deporlo sui un piatto con elle piccoleguarnizioni composte da fili di sedano o peperoni.Pulire bene tutte le altre verdure, tagliarle a spicchi emetterle in una terrina. Queste verdure costituisconol’accompagnamento ai tre salami cotti che vannoserviti caldi.Per quanti riguarda la salsa del pinzimonio va preparatauna piccola ciottolina per ogni commensale con ungoccino d’olio, un pochino di pepe, un pizzico di salee, a piacere, uno spicchio d’aglio.Si può aggiungere anche del prosciutto crudo e dellardo finemente tagliato posato su dei crostini caldi.

ANTIPASTOConsiglierei delle lasagne alleverdure, ingredienti per 4 persone:

1 confezione di pasta per lasagneall’uovo2 etti di spinaci2 etti di cavolfiore1 gamba di sedano e di porro2 cipolle medie3 carciofi3 etti di asparagi1 scamorza affumicata1 etto di formaggio grana grattugiato

Sale pepe e olio,le verdure possono cambiare apiacere

Preparazione

Per la besciamella scaldare il burro, amalgamare conla farina fino ad ottenere un impasto compatto falquale si unisce il latte caldo, il sale, la noce moscata, ilformaggio grana grattugiato, mescolando fino aquando si formerà una crema morbida.

Bollire gli spinaci e i cavolfiori mentre tutte le altreverdure vanno soffritte con aglio e burro. A bollituraultimata unire tutte le verdure. In una teglia imburratamettere un foglio di pasta un po’ di verdure, uno stratodi verdura e un filo di besciamella del formaggio e dellascamorza tagliata a fettine. L’ultimo strato sarà dibesciamella e formaggio grana grattugiato; mettere inforno a 180° per 20-25 minuti. Per chi fosse indigestosi potrebbero preparare dei cappelletti in brodo con ilbrodo di cappone.

PRIMO PIATTO

Lessare mezzo cappone, il cui brodo èquello che serve per i cappelletti. Servire ilcappone a pezzetti con della mostarda, inalternativa al cappone o in aggiunta si possonopreparare degli involtini di lonza con salsicciaper 4 persone: 8 fettine di lonza 8 pezzetti disalsiccia, 8 sottilette, un paio di cucchiai dipolpa di pomodoro, olio, sale e pepe e unaspruzzata di vino rosso e una mezza cipolla.

Deporre su una fetta di lonza una sottiletta ela salsiccia; arrotolarla e chiuderla con unostuzzicadenti o con un filo. Preparare unbattuto di cipolla con un po’ di polpa dipomodoro, mezzo bicchiere di vino rosso, unpochino d’acqua; rosolare la cipolla, metterela polpa di pomodoro, il vino rosso e l’acqua,sale e pepe. Mettere dentro gli involtinipreparati e cuocerli per circa 20 minuti. Comeverdura di accompagnamento suggerisco uncucchiaio di puré.

SECONDO PIATTO

Cesare augura a tutti i lettori un buon Natale e un felice anno nuovo!

Il nostroC H E F

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don Giovanni Pauciullo

SCIENZA E FEDELA BELLEZZA DELLO STUPORE

Fin dall’antichità la natura è stata domi-nata dalla periodicità: lo scorrere dellestagioni, l’alternarsi della nascita e dellamorte, il fluire del tempo, il ripetersi difenomeni, la cui costanza ha permessodi elaborare teorie scientifiche e di ali-mentare credenze, tanto che, possiamoaffermarlo senza indugio, l’esistenza sullaterra si fonda sulla periodicità, sulla con-sapevolezza di ciò che è stato e sull’atte-sa di ciò che sarà. La continuità dei feno-meni periodici e la costanza dei rapportitra le cose e gli eventi hanno aperto nelcuore e nella mente dell’uomo nuovequestioni. Chi è l’artefice del cosmo? Daquando esso esiste? Per quanto tempodurerà? Perché la morte? Quando è ini-ziata la vita? Che cosa muove la natura?Scienza e fede hanno tentato di dare ri-sposta a queste domande, ciascunacon i propri linguaggi, con i propri pa-radigmi, con i propri apparati episte-mologici e teologici. Nel corso dellastoria hanno viaggiato su binari paral-leli, talvolta scontrandosi, talvolta in-contrandosi, dando all’uomo la possi-bilità di seguire l’anelito più profondodel proprio essere: la ricerca del vero.Entrambe, scienza e fede, hanno rap-presentato due forme di interpretazio-ne della realtà. La fede e la scienza sisono arricchite di continue suggestio-ni, conoscenze e rivelazioni. Se è vero,però, che la scienza è frutto della ra-gione umana e suo diretto prodotto,non è affatto vero che la fede sia adesclusivo appannaggio del cuore e del-l’anima. Esiste un uso della ragione edell’intelligenza della fede anche per ilcredente. Esiste però un grande nemico di questodialogo fecondo, anzi due nemici. Il fon-damentalismo religioso, che vorrebbe vi-vere il cammino della fede, privato dellaragione, dell’uso dell’intelligenza, comese questa non fosse un dono di Dio. Esi-ste però anche un altro acerrimo avver-sario, meno noto. Spesso sconosciuto,che mina la possibilità di custodire unasintonia tra scienza e fede. Viene deno-minato “scientismo”. Di cosa si tratta?Una specie di fondamentalismo dellascienza, che non si deve confondere con

il metodo scientifico: questo è un insie-me di regole che guidano l’attività scien-tifica nella ricerca o nell’elaborazione;quello è sostanzialmente un’opzioned’ordine filosofico con tesi molto discu-tibili, anche quando sembrano giustifi-cate dalle apparenze. Una specie di “re-ligione della scienza”. Lo scientismo èuna concezione, che ritiene la conoscen-za scientifica l’unica forma di sapere edeve essere il fondamento di tutta la co-noscenza in qualunque dominio, anchein etica e in politica. Perestensione, è una posizio-ne filosofica che ritiene ri-levante da un punto di vi-sta conoscitivo solo edesclusivamente la scienza.

La scienza non ha limiti. Si tratta di unaposizione che gli stessi scienziati rifiuta-no. Si scade in una forma “d’idolatriadella scienza”, che dimentica l’umiltà chei veri scienziati cercano di sostenere nel-la ricerca faticosa del metodo scientifi-co. C’è una grande contraddizione in que-sto procedimento. Molte volte la scien-za con le sue scoperte ha aperto il vastomondo di nuovi orizzonti e di straordi-narie opportunità. Ma molte scopertescientifiche hanno messo in evidenza ilimiti. La scienza ci consente di scoprirealcuni dei nostri limiti. Molte delle gran-di scoperte scientifiche ci mostrano pro-

prio quanto noi siamo limitati. Proviamoad osservare una riproduzione di un At-lante del Seicento, che rappresenta il Si-stema Copernicano, cioè il Sistema in cuisostanzialmente (semplificando) c’è uncentro del sistema e i vari pianeti gli or-bitano intorno, la terra è uno di questipianeti. È declassata al rango di un pia-neta qualsiasi. Quindi non è più il centrodel mondo. E questa è già la scoperta diun limite, del fatto che noi non siamo alcentro dell’universo, non viviamo su un

luogo privilegiato, faccia-mo parte di un pianeta, ab-bastanza piccolo, del siste-ma solare, e, dopo Coper-nico, ci hanno spiegato chenemmeno il nostro sistemasolare è così importantenell’economia generaledell’universo. Ecco, allora,questa è una lezione diumiltà: è il farci capire che,

appunto, noi non siamo i signori as-soluti del mondo, non siamo dei de-spoti il cui potere è illimitato. Lascienza ci fa toccare con mano pro-prio quello che tante volte non pos-siamo fare. E questo non vale soloper la lezione che viene dall’astrono-mia. Anche la scienza ha dei limiti, lastessa ragione umana ha dei limiti!Ma il dibattito sul rapporto tra scien-za e fede non farà alcun progressose chi vi partecipa non avrà matura-to la convinzione che la questionedella verità è essenziale tanto per lareligione quanto per la scienza. La re-

ligione non ha l’accesso alla prova asso-luta delle proprie credenze. Ma non lopossiede neanche la scienza. Scienza efede possono invece insieme pronuncia-re la bellezza dello stupore. Scorgono lameraviglia d’innanzi alla creazione e difronte all’immensità del mondo e del-l’universo. Restano carichi d’incanto,scorgendo la complessità ordinata del-l’infinitamente piccolo. E come diceva ilfilosofo Whewell: “La scienza va avanti,spiega certe cose, fa delle macchine,meravigliose, anche queste per farci ca-pire di più, e alla fine, però, lo stuporerimane”.

Tutto il corso della natura è dominato dall’esistenza di eventi periodici, cioèdall’esistenza di eventi successivi talmente simili tra loro che, senza alcun sforzo di

linguaggio, si possono ben chiamare ricorsi del medesimo evento” (A.N. Whitehead)

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Un’amica inParadiso

don Giorgio

Figlie dell’Oratorio

Desidero esprime-re la riconoscenzamia personale e ditutta la comunitàparrocchiale di s.Pio V verso suorLucia Zelioli cheper quattro anni èstata superioradelle nostre Suore

Figlie dell’Oratorio. Conosco e ho co-nosciuto tante persone brave e buonema, raramente ho incontrato personecome Suor Lucia, che lasciava traspari-re la bontà d’animo da ogni suo atteg-giamento. Quando è stata nominataSuperiora aveva già 75 anni e l’incari-co affidatole richiedeva tante energiee fatiche, ma in lei si intuiva una forzaed una pace che sicuramente erano ilsegno della scelta radicata di amarecome aveva amato Gesù.Della sua bontà e della sua tenerezzamaterna ne hanno beneficiato in par-ticolare i bimbi più piccoli ma anche gliadulti di questa comunità hanno potu-to apprezzare le sue doti nelle tanteoccasioni in cui era presente in orato-rio e, fedelissima, alle sessioni del Con-siglio Pastorale. Suor Lucia è stata chia-mata da Dio improvvisamente lo scor-so 27 novembre quando aveva da pocotempo raggiunto la nuova destinazio-ne a Codogno dove è stato celebrato ilfunerale sabato 29 novembre.Suor Lucia ha amato e servito la nostracomunità che ora, come scritto nel ti-tolo, sa di avere un’amica in paradiso.

DIREZIONE ORATORIONUOVE FORME DI REGIA EDUCATIVA

suor Cristina

In margine all’Assemblea degli Oratori 2008Con Silvia, Andrea e Tommaso ho par-tecipato all’annuale Assemblea degliOratori che si è svolta a Seveso lo scor-so 22 novembre. Il tema proposto hacatturato la nostra attenzione e ci hareso consapevoli che nel campo edu-cativo non è più possibile sentirsi iso-lati o autoreferenziali perché, è quan-to mai urgente, lavorare in rete edessere coinvolti in un cammino di pa-storale d’insieme che col passare deltempo sarà capace di maturare, pre-cisarsi e rafforzarsi. Così si è espres-so don Samuele Marelli, nuovo diret-tore della FOM, che con chiarezza elungimiranza ha delineato quale saràil nuovo volto della nostra chiesa dio-cesana. Ovviamente si tratterà di fareancora delle scelte o di privilegiare unambito rispetto ad un altro, di certol’educazione alla fede delle nuove ge-nerazioni è l’aspetto più urgente daconsiderare. La Chiesa di Milano, se-condo la sua ricca tradizione, conti-nuerà ad investire molte energie nelservizio alle giovani generazioni el’oratorio continuerà ad essere lo spa-zio pedagogicodella parroc-chia. Emerge-ranno perònuove figureeducative: si staprendendo in seria con-siderazione, e di fattoda qualche parte già av-viene, l’opportunità dichiamare un laico ad assumere la con-duzione ordinaria dell’oratorio, chesia in comunione con i sacerdoti dellaparrocchia e si faccia garante del pro-getto educativo. I sacerdotirimarranno comunquepunti di riferimento prezio-sissimi e saranno maggior-mente disponibili per l’ac-compagnamento spiritualepersonale.Nelle comunità molto picco-le e con scarse risorse èpossibile prevedere che ilresponsabile laico si occupidi più oratori contempora-

neamente, creando qualche sinergia.La collaborazione tra parrocchie di-venta così uno spazio di comunionein un’area territoriale piuttosto omo-genea, in cui è possibile operare inmodo organico, quale espressione si-gnificativa di pastorale d’insieme.Il confronto nei gruppi è stato fruttuo-so in quanto ha permesso di capirequali potrebbero essere i punti debo-li e quelli forti di un direttore laicoche, in qualche caso potrà anche es-sere una figura professionale, e comeverrà percepita dalla comunità questanuova presenza. All’unanimità è sta-to chiesto che il nuovo direttore dioratorio riceva ufficialmente un“mandato”e che le comunità sianosensibilizzate e correttamente infor-mate su questi cambiamenti impor-tanti. Le nuove generazioni, voltoumano della speranza, sono per laChiesa invito a volgere lo sguardo alSignore che fa “nuove tutte le cose”;sono per tutti richiamo alla respon-sabilità verso il futuro. Purtroppo lasperanza appa-re oggi proble-matica per mol-ti degli stessigiovani, smar-riti di fronte alfuturo, incapaci di anda-re oltre il frammento,chiusi in un presenteche continuamente fug-ge. Solo il primato di Dio, riconosciu-to e accolto può dare solidità alla spe-ranza ed elevare la libertà a livello diresponsabilità. Ci sentiamo perciòimpegnati ad offrire alle nuove gene-razioni la possibilità di un incontropersonale con Cristo, nell’ambito diuna comunità fraterna, dove ciascu-no sia aiutato a sviluppare la propriaidentità, a scoprire e seguire la pro-pria vocazione. Per questo accoglia-mo benevolmente queste nuove di-rettive per rispondere in maniera piùevangelica possibile alla domandaeducativa che non verrà mai meno.

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Silvia Fabrizi

COLLETTA ALIMENTARESabato 29 novembre ho partecipato con imiei figli, mio marito e alcuni amici dellaparrocchia alla colletta alimentare che sisvolge ogni anno da ormai 11 anni. Più di100.000 volontari hanno distribuito, all’in-gresso dei supermercati, sacchetti di pla-stica vuoti, che i clienti hannoriempito con tanta generosità fa-cendo la spesa. I generi alimen-tari richiesti sono stati quellia lunga scadenza come olio,tonno, carne in scatola e pe-lati. Mi hanno raccontato chesono state raccolte tonnella-te di cibo, tante da riempireben 100 Tir; tutto ciò in unasola giornata. La colletta ali-mentare è organizzata dalla Fon-dazione Nazionale Banco Alimentare. Que-sta è un’associazione Onlus che opera inItalia da 18 anni e che sfama 1 milione e300.000 persone ogni giorno.Il Banco Alimentare raccoglie nei suoi 20magazzini distribuiti sul territorio naziona-le, le eccedenze alimentari di oltre 400aziende: prodotti con difetti o prossimi allascadenza che non potrebbero più esseremessi in commercio. Questo è fantastico

perché finalmente qualcuno si è scanda-lizzato, non tanto dell’esistenza di ricchi epoveri, ma di tutto ciò che va sprecato. Tut-to ciò ha infatti lo scopo di valorizzare leeccedenze alimentari destinate altrimentiallo smaltimento, distribuendole tramite i

volontari a famiglie, anziani, mense peri poveri e case per disabili. In una so-

cietà che sembra soffocare la gran-dezza dell’uomo, qualunque sia lasua condizione, il Banco Alimenta-re si propone di valorizzare l’uomoin qualunque circostanza si trovi, inmodo che anche in situazioni diffici-li si senta voluto bene. E’ bello quin-di pensare che tutto ciò non è unsemplice assistenzialismo, che po-trebbe interessare solo alcuni per

sentirsi “più buoni”, ma un reale gesto dicarità, perché sostiene in modo concretopersone in difficoltà, ma soprattutto aiutaa condividere il senso della vita. Parteci-pando a questo gesto con degli amici, equindi anche divertendomi, ho capito chel’amore vero è l’amore al destino dell’al-tro, che è lo stesso amore con cui cerco diguardare i miei figli.

Con le parole non si riempie uno stomaco!Parliamone!

Ci sono cose che noi diamo per scontatoe non pensiamo minimamente a come sipotrebbe fare senza, come mangiare,bere, essere amati, andare a scuola, ave-re un lavoro sicuro, sentirsi protetti.Ci sono altri invece che non danno nullaper scontato perché nulla possiedono senon fame, sete, mancanza dei diritti, ab-bandono, assenza della istruzione, man-canza di lavoro regolare, soprusi, violen-

ze. Noisen t i amop a r l a r espesso diqueste di-suguaglian-ze e ne ri-m a n i a m ocolpiti ma

non riusciamo a capire cosa realmentevoglia dire “non avere certezze”. Ascol-tiamo, riflettiamo, pensiamo, ma con dif-ficoltà riusciamo a comprendere in pro-fondità che quelle realtà sono appuntorealtà, cose vive, vere, vissute.Da qualche parte del pianeta e persinonelle vie del nostro quartiere qualcuno èin grave difficoltà. Una volta lo ascoltia-mo dal missionario che ci racconta la suaesperienza, una volta lo ascoltiamo dal-la televisione che ci propone scene rac-

capriccianti, una volta lo descrive un vo-lontario della Caritas che ci dice “guardache anche vicino a te accadono certecose”, una volta è... una volta è... unavolta è..., potrebbe essere anche Gesùche ci descrive una delle tante bruttureche colpiscono il mondo ma noi ci ripren-diamo velocemente dal disorientamentoiniziale e dalla crudezza di alcune sceneriportate. Potremmo però iniziare con unpiccolo gesto a dimostrare che l’insiemedi piccoli sforzi può dare un grande aiu-to. E’ un suggerimento che ci impegnaalla regolarità ed alla costanza: portaresettimanalmente nel Cesto della Caritàqualcosa di cui necessita il magazzinoviveri o qualcosa che su “La Settimana”viene richiesto per sopperire a necessitàimpellenti. Quindi ricordiamoci tutti, pic-coli, grandi, genitori, nonni, chiunque,quando facciamo la spesa, di acquistareanche una semplice cosa in più e che que-sta diventi una consapevole abitudine.Chi riceve sarà comunque contento per-ché ha una reale necessità, però volevosottolineare un aspetto del donare chedeve rimanere nell’intimo di ciascuno:fare una cosa senza crederci è peggio chenon farla del tutto.

Angelo Panzani

RELIGIONE A SCUOLA:PERCHE’?Cari genitori,a gennaio si rinnova il consueto appun-tamento delle iscrizioni e in quel mo-mento viene richiesta la scelta dell’oradi religione a scuola. Perciò ho pensa-to di condividere con voi alcuni mieipensieri di mamma e di insegnante diquesta tanto bistrattata materia.Ho vissuto la scelta fin dalla scuola del-l’infanzia dei miei figli parlandone congli altri genitori. Spesso i dubbi per ipiù piccoli e che venissero presentatitemi “troppo difficili” o paurosi (l’in-ferno, la morte di Gesù…).La Curia ha fatto quest’anno uno sfor-zo molto grande per assicurare la mae-stra di religione anche nelle scuola del-l’infanzia comunali e ora ci sono per-sone preparate sia dal punto di vistadegli argomenti proposti,ma soprattut-to competenti per quanto riguarda lapsicologia dei più piccoli. Nelle altrescuole i dubbi sulla scelta sono diversi:un’ora in più con compiti e impegno, laripetizione di argomenti già affrontatiin oratorio, l’insegnante non interes-sante… Credo che questa scelta sia in-vece sempre più importante per i no-stri figli perché porta con se alcune va-lenze interessanti:1) L’impegno: un’ora in più di altri chescelgono spesso il nulla o di entrare ouscire da scuola o ancora, nei casi piùfortunati un’ora per fare i compiti (!)Mi sembra importante aiutare i ragaz-zi ad apprezzare l’impegno e la faticacome mezzi per raggiungere i propriobiettivi in controtendenza con ciò chespesso viene loro promesso da altreproposte.2) La testimonianza: mi sembra diven-tata una parola obsoleta o ad appannag-gio di alcuni movimenti. Mi piace inve-ce ricordarmi che fa parte del mio es-sere cristiana e spesso a questo ci ri-chiama anche il nostro Arcivescovo.3) La preparazione culturale anche incampo religioso: per poter dialogare ènecessario sapere chi e cosa sono.Infine vi chiedo di essere voi a sceglie-re quest’ora, perché credo che il com-pito educativo sia preciso mandato deigenitori che possono condividerlo conaltri e discuterlo con i propri figli, con-sapevoli che siamo fondamentali per illoro sereno ed equilibrato futuro diuomini e di donne.

Cristina Amadori

Il libro “Il caso dei gatti scomparsi” di Gareth P. Jones (Einaudi – Ragazzi) è parte della collanaAGENZIA INVESTIGATIVA “IL DRAGO”. L’investigatore drago Dirk Dilly dirige l’agenzia investi-gativa “Il drago” e abita in un appartamento nella casa di una signora cieca. I draghi per la lorolegge non possono farsi vedere dagli umani altrimenti vengono espulsi dal nucleo centrale. Ungiorno gli viene affidato il caso di sparizioni misteriose di gatti nei quartieri londinesi. Il dragoinizia la sua ricerca per ritrovare i gatti. Troverà molte piste che lo guideranno verso un nuovocaso. Tra molti colpi di scena, draghi, anfitteri, investigatori che si fingono registi… Dirk risolve-rà i problemi. Consiglio questo libro a tutti i ragazzi con la passione del mistero. A proposito: glianfitteri sono mostri marini…

Questo mese vorrei parlarvi di un capolavoro dell’ottocento scritto da Jules Verne intito-lato “Viaggio al centro della Terra”. La storia narra di una pergamena trovata in un vec-chio libro dal professor Otto Lidenbrock contiene un messaggio cifrato scritto in caratterirunici. Il testo contiene le indicazioni per raggiungere il centro della Terra attraverso unvulcano in Islanda. Il professore e il nipote Alex partono subito da Amburgo. Nel viaggiosono accompagnati da una guida locale, Hans-bach Hulja, fedele e assolutamente im-passibile che li conduce fino all’entrata del cratere nell’Islanda rurale. Per poi proseguirescendendo pian piano verso il centro della terra meta del loro viaggio. Il viaggio è moltoavventuroso scendendo e salendo nelle immense cavità sotterranee dove, oltre a moltipreziosi e rari minerali, si trovano resti di animali preistorici. Verne fa vivere agli eroimolte avventure al limite dell’impossibile. In più occasioni rischiano di morire a causadella sete o della loro sfortuna o sbadataggine. I viaggiatori arrivano poi in una grande“caverna” descritta come il centro della Terra dove... Non vi posso raccontare tutto! Per-ciò vi auguro una buona lettura!

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Andrea Galeffi

Alessandra Faroldi

Cristina Amadori

Mi è capitato tra le mani il libro “Ho avuto fame” di Virginio Colmegna (Sperling & Kupfer) per caso e l’ho acquistatoincuriosita dall’autore e dal titolo. Don Virginio Colmegna è stato direttore della Caritas ambrosiana e oggi è alla Casa

della Carità di Milano, voluta e fondata dal Card. Carlo Maria Martini come luogodell’ospitalità. Ho avuto più di un’occasione di frequentare la casa, per corsi di ag-giornamento e di incontrare don Virginio, perciò con molta curiosità desideravo leg-gere un suo scritto. Il titolo invece è tratto dal capitolo 25 del vangelo di Matteo cheper me è uno dei passi fondanti del mio modo di essere cristiana, fin dall’adolescen-za. Mi aspettavo però una serie di testimonianze tratte dalla realtà quotidiana dellepersone che frequentano la Casa della Carità e invece ho trovato molto di più. Infattioltre ai “casi” c’è un chiedersi cosa vuol dire essere noi affamati, assetati, nudi oforestieri oggi, a Milano, nella nostra situazione che per quanto sia di “crisi” noneliminerà del tutto l’albero di Natale con le luci, il panettone (o pandoro) e qualcheregalo. Uno sguardo profondo e affettuoso sull’umanità di ciascuno di noi, sul sensodella nostra quotidianità, sull’affidarsi all’Amore.

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Per riflettere

Natale in poesia

le vostre Yoghi e Bubusquadriglia “Nutella-Cambu”

Il Natale si sta avvicinando. Lo si percepisce, lo si aspetta.Quando camminiamo per le vie illuminate a festa, quando sentiamo l’ariapungente che profuma di neve, quando vediamo alla televisione le pubblicitàdei panettoni, sappiamo che il Natale è alle porte. Nel cuore di ognuno dovrebbepian piano nascere un fremito, una gioia inaspettata che si vuole trasmetterea chi ci circonda: questo è lo spirito natalizio.Quando a volte mi fermo a riflettere, inevitabilmente mi affiorano alla menteparole e sensazioni che non sono personali ma che sono contenute magari inqualche poesia, citazione, storia. In particolare la poesia gioca su questielementi; se si sono studiate poesie di ogni genere è forse più facile esprimerea parole ciò che si prova davanti a un paesaggio come quello natalizio. Eccodunque per i miei lettori due poesie a mio parere molto significative. Ve lepresento così come sono state scritte da Ungaretti e da Bertolt Brecht malascio a voi lo spazio per le riflessioni e per lasciarvi trasoprtare nel mondoparallelo della poesia.

Non ho vogliadi tuffarmi

in un gomitolodi strade

Ho tantastanchezzasulle spalle

Lasciatemi cosìcome una

cosaposatain un

angoloe dimenticata

Quinon si sente

altroche il caldo buono

Stocon le quattro

capriole di fumodel focolare

NATALE

Oggi siamo seduti, alla vigiliadi Natale, noi gente misera,in una gelida stanzetta,il vento corre di fuori,il vento entra.

Vieni, buon Signore Gesù, da noi,volgi lo sguardo:perché Tu ci sei davveronecessario.

ALLA VIGILIADI NATALE

Chi è il cambusiere?Quest’esta-te Yoghi eBubu, ops,forse voi ciconoscetem e g l i ocome Laurae Mara, sia-mo state ingaggiate, “ingabbiate”, per fareda cambusiere al campo di reparto del grup-po scout MI 92.Chi è il cambusiere? Quali sono le mansioniche è chiamato a svolgere?Sono quei simpatici personaggi che si occu-pano di procurare tutto il necessario per sfa-mare i repartari durante il periodo d’accam-pamento. Facevamo la spesa, preparavamola colazione e in alcune occasioni anche al-tri pasti, razionavamo il cibo per le variesquadriglie e lo “tutelavamo” nella miticacambusa, aiutate da una sorvegliante spe-ciale Nala (il cane esploratore), da eventualiincursioni d’animali e non!Non è stato sempre facile mediare le esigen-ze di tutti, ma abbiamo fatto del nostro me-glio per essere dei bravi cambu.Oltre alle mansioni classiche dei cambusierisiamo anche state coinvolte dai ragazzi e daicapi a partecipare alle attività del campocome giochi notturni, bivacchi, serate atema, cerimonie e tanto altro.Tutto questo ci ha permesso di entrare incontatto e conoscere meglio il mondo scout,che spesso risulta lontano e poco compren-sibile da chi vive solo la vita oratoriale.Nonostante i problemi d’adattamento inizia-li, ci siamo inserite e amalgamate più cheegregiamente in questo contesto.Abbiamo provato sulla nostra pelle cosa vuoldire lavarsi la mattina con l’acqua gelata, nonavere tutte le comodità di cui solitamentedisponiamo nelle nostre abitazioni, aspetta-re al freddo finché il fuoco non è ben alimen-tato, cucinare con fornelli rudimentali o so-pra un bidone magari sotto un diluvio uni-versale e sentire che il cibo cotto all’ariaaperta ha un sapore tutto nuovo e squisito.Abbiamo riscoperto l’essenzialità e l’impor-tanza delle piccole cose, un fuoco, una chi-tarra e una bella compagnia erano sufficientiper farci trascorrere magnifiche serate.Quest’esperienza è stata anche un’occasio-ne per conoscerci meglio tra di noi e perimparare dall’altro, proprio per questo mo-tivo conserviamo un bellissimo ricordo, tas-sello fondamentale per il nostro percorso dicrescita personale.Grazie a tutti per quello che siete stati ingrado di donarci.Al prossimo “accampamento”!

Scout: reparto

di Giuseppe Ungaretti

di Bertolt Brecht

Alessandra Busacca

Spingerò i miei passi sulla strada...

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ROUTE

Roberta Gherardi

C’è una canzone scoutche dice: “Spingerò imiei passi sulla strada,passerò tra i rovi e l’er-ba alta, la gioia m’hatrovato la pienezza,non starò più sedutoad aspettare”.Dopo la grande avven-tura del Perù dell’an-no scorso, vi raccontola route di questaestate.Noi del Clan siamoandati a “fare strada”. Abbiamo scel-to un percorso, abbiamo studiato lecartine, abbiamo riempito la zaino(fin troppo!) e siamo partiti.Dal 2 all’8 agosto abbiamo cammi-

nato lungo la Gran Viadelle Orobie. Ci siamo po-sti obiettivi alti, abbiamocercato di affrontare i no-stri limiti, abbiamo vissu-to a contatto con la natu-ra, in mezzo a montagneselvagge e maestose. Sia-mo partiti con uno zainodi 20 kg., pieno solo dellecose essenziali: la tenda,il cibo predisposto pertutti i giorni, i vestiti pe-santi per quando scende-

va il freddo la sera… Penso che que-sta settimana rimarrà nei nostri ri-cordi… dal giorno in cui abbiamocamminato per 12 ore ai meraviglio-si paesaggi che vedevamo dalla cima

di quei monti, dalla tazza di the cal-do la sera ai momenti di preghierae riflessione. Ci siamo posti obietti-vi alti e quindi abbiamo fatto fatica,ma ci siamo aiutati fra di noi, è ilbello di essere una comunità!E poi... “la fatica aiuta a crescere”!

Due scolte in servizio...CHI SIAMO?Due semplici ragazze di 17 anniche quest’anno sono entrate nelclan del Mi5-92, gruppo scout che

comprende ragazzi/e dai 17 ai 21anni.PERCHE’ VI SCRIVIAMO?Per condividere con tutti voil’esperienza in cui ci siamo imbar-cate: due volte alla settimana più

un week-end al mese mettiamo adisposizione il nostro tempo per ipiccoli lupetti del branco. Certo,essendo in quarta superiore, risul-ta difficile (ma non impossibile!)conciliare questo nostro serviziocon lo studio tuttavia crediamo fer-mamente che sia un’esperienzaper cui valga la pena “sbattersi” unpo’ più del normale. I sor-risi dei bambini, il loro en-tusiasmo dopo l’uscita, lagratitudine visibile neiloro occhi ci dimostraquanto ne valga la pena equanto sia semplice fareun po’ di bene. Il nostrocompito è affiancare capipiù grandi nell’educare ibambini al rispetto deglialtri e delle regole, alla fra-ternità e alla semplicità.Tuttavia il nostro impe-gno scout non finisce lì,

Gaia Grossetti & Federica Lambicchi

noi stesse continuiamo a essereeducate, a crescere ed impararecon i nostro coetanei. Sappiamoche anche molti di voi offrono illoro servizio all’interno dell’orato-rio, e quindi capite quanto impe-gnative ma soprattutto gratifican-te sia. Buona strada!

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Gradito omaggio a chi porta questo coupon

Non soggetto ad impostastampa presso tipografia esterna

Tiratura 1100 copie.

Calendario AppuntamentiQuando? Cosa? Per chi?

Giovedì 25 Dicembre s. Natale per tutti!

Venerdì 26 Dicembre s. Stefano per tutti!

Gio 01/01 ‐ Mar 06/01 Vacanza sulla neve a Colere per famiglie e ragazzi

Domenica 11 Gennaioore 10:30

Prima domenica di introduzione alla s. Messa

3^ elementare

Martedì 13 gennaioore 21:00

Consiglio PastoraleParrocchiale

Per i consiglieri e chi fosse interessato

Sabato 17 gennaioore 16:00 

Prima confessione 4^ elementare

Domenica 18 gennaioore 10:30 ‐ 12:00

Prima Celebrazione de: "La nostra Pasqua"

4^ elementare

Sab 17/01 e Dom 18/01ore 16:00

Spettacolo teatrale per ragazziIl Fantasma di Canterville

per tutti!(presso il Teatro Oscar)

Sabato 24 gennaio ore 21:00 ‐ Teatro Oscar

Spettacolo teatrale: Con tutto  il bene che ti voglio

Per tutti, organizzato dai genitori dell'oratorio

Domenica 25 gennaioore 10:30 ‐ 12:00

Seconda domenicadi introduzione alla s. Messa

3^ elementare

Sabato 28 febbraioore 21:00

Spettacolo organizzato di 2^ media

per tutti!!!

Domenica 1 marzoore 16:0

Replica dello spettacolodi 2^ media

per tutti!!!