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05 - MAGGIO 2017 -...

Date post: 17-Feb-2019
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Il mese di maggio conserva ancora oggi un notevole fascino spirituale. Per verificare il rifiorire del mese mariano, basta fare quattro passi virtuali nel mondo sconfinato e variegato del web, dove le iniziative mariane si stanno moltiplicando all’inverosimile. Per vivere bene il mese di Maggio occorre tener presente che la vera devozione mariana non separa mai Maria dal mistero di Cristo e della Chiesa. Occorre tener conto che Lei è unita in modo ineffabile a Gesù Cristo e nella Chiesa occupa, dopo Cristo, il posto più alto e più vicino a noi. Come la maggior parte delle grandi tradizioni popolari, la caratteristica mariana del mese di maggio non ha un "inventore" ma è piuttosto il risultato di una armoniosa fusione di tradizioni popolari. Si potrebbe dire che a un certo punto si è avvertita e si sente tuttora come una esigenza interiore di onorare la Madonna in questo tempo. Ci si potrebbe chiedere: ma quando è nato il maggio mariano? Non è possibile dirlo con esattezza, ed è bello che sia così: perché abbinare maggio alla Madonna, non fu l'intuizione di un singolo, ma un'esigenza del cuore di tutto un popolo semplice e innamorato di Maria. Maggio è il mese in cui, nelle chiese, attorno ai capitelli, fra le pareti domestiche, davanti alle immagini della Madonna, dal cuore dei cristiani sale a Dio per mezzo di Maria l'omaggio della preghiera, dell’affetto e dell'adorazione con suppliche e preghiere per intenzioni particolari. Il continuo ricorso a Maria non è altro che cercare fra le sue braccia, Cristo salvatore, al quale gli uomini, negli smarrimenti e nei pericoli della vita, sentono il bisogno di rivolgersi, come a porto di salvezza e fonte di sicura speranza. Durante il mese di maggio, è buona consuetudine ritrovarsi insieme per pregare non solo nelle chiese, ma anche vicino ai capitelli o nelle corti. Sia quando si prega da soli che in gruppo, per favorire un maggiore clima di raccoglimento può essere conveniente esporre qualche bella icona della Vergine. Quando non si può partecipare ogni giorno al rosario nei vari luoghi di ritrovo, si può prendere l'impegno di pregare almeno una decina del rosario da soli, percorrendo la strada, andando in macchina, attendendo in ambulatorio, sostando un attimo durante il lavoro. Capita di vedere tante persone uomini e donne che portano al dito la decina del rosario a modo di anello e nei tempi più impensati lo fanno girare, cioè pregano. Oggi, dopo alcuni decenni di doloroso oscuramento della pratica del mese di maggio e della devozione mariana in generale, sembra di assistere a un bel rifiorire dell’amore per la Madonna. In questo mese di maggio 2017 in cui ricorre il centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima preghiamo per la pace nel mondo continuamente minacciato dal terrorismo e da venti di guerra perfino nucleare. A Maria innalziamo in questo mese mariano le nostre suppliche per implorare il dono della pace, la pace vera, quella fondata sulle basi salde e durevoli della giustizia e dell'amore fraterno. Don Giuseppe Maggio 2017 - Anno 19 (n° 222) Mensile della Comunità Parrocchiale di Torri del Benaco
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Il mese di maggio conserva ancora oggi un notevole fascino spirituale. Per verificare il rifiorire del mese mariano, basta fare quattro passi virtuali nel mondo sconfinato e variegato del web, dove le iniziative mariane si stanno moltiplicando all’inverosimile. Per vivere bene il mese di Maggio occorre tener presente che la vera devozione mariana non separa mai Maria dal mistero di Cristo e della Chiesa. Occorre tener conto che Lei è unita in modo ineffabile a Gesù Cristo e nella Chiesa occupa, dopo Cristo, il posto più alto e più vicino a noi. Come la maggior parte delle grandi tradizioni popolari, la caratteristica mariana del mese di maggio non ha un "inventore" ma è piuttosto il risultato di una armoniosa fusione di tradizioni popolari. Si potrebbe dire che a un certo punto si è avvertita e si sente tuttora come una esigenza interiore di onorare la Madonna in questo tempo. Ci si potrebbe chiedere: ma quando è nato il maggio mariano? Non è possibile dirlo con esattezza, ed è bello che sia così: perché abbinare maggio alla Madonna, non fu l'intuizione di un singolo, ma un'esigenza del cuore di tutto un popolo semplice e innamorato di Maria. Maggio è il mese in cui, nelle chiese, attorno ai capitelli, fra le pareti domestiche, davanti alle immagini della Madonna, dal cuore dei cristiani sale a Dio per mezzo di Maria l'omaggio della preghiera, dell’affetto e dell'adorazione con suppliche e preghiere per intenzioni particolari. Il continuo ricorso a Maria non è altro che cercare fra le sue braccia, Cristo salvatore, al quale gli uomini, negli smarrimenti e nei pericoli della vita, sentono il bisogno di rivolgersi, come a porto di salvezza e fonte di sicura speranza. Durante il mese di maggio, è buona consuetudine ritrovarsi insieme per pregare non solo nelle chiese, ma anche vicino ai capitelli o nelle corti. Sia quando si prega da soli che in gruppo, per favorire un maggiore clima di raccoglimento può essere conveniente esporre qualche bella icona della Vergine. Quando non si può partecipare ogni giorno al rosario nei vari luoghi di ritrovo, si può prendere l'impegno di pregare almeno una decina del rosario da soli, percorrendo la strada, andando in macchina, attendendo in ambulatorio, sostando un attimo durante il lavoro. Capita di vedere tante persone uomini e donne che portano al dito la decina del rosario a modo di anello e nei tempi più impensati lo fanno girare, cioè pregano. Oggi, dopo alcuni decenni di doloroso oscuramento della pratica del mese di maggio e della devozione mariana in generale, sembra di assistere a un bel rifiorire dell’amore per la Madonna. In questo mese di maggio 2017 in cui ricorre il centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima preghiamo per la pace nel mondo continuamente minacciato dal terrorismo e da venti di guerra perfino nucleare. A Maria innalziamo in questo mese mariano le nostre suppliche per implorare il dono della pace, la pace vera, quella fondata sulle basi salde e durevoli della giustizia e dell'amore fraterno. Don Giuseppe

Maggio 2017 - Anno 19 (n° 222) Mensile della Comunità Parrocchiale di Torri del Benaco

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LA PREGHIERA DEL SANTO ROSARIO NEL MESE DI MAGGIO PARROCCHIA DI TORRI Chiesa Parrocchiale ore 17.30 Oratorio Parrocchiale ore 20.30 Oratorio SS. Trinità ore 21.00 Oratorio S. Antonio ore 20.30 Oratorio S. Faustino ore 20.30 Capitello Rossone Anze ore 20.30 Capitello Le Sorte ore 20.00 PARROCCHIA DI PAI Chiesa Parrocchiale ore 20.00

GIUSEPPE ZENTI VESCOVO Dl VERONA Verona, Festa delle Palme 2017 Carissimi fedeli, con l'augurio di Buona Pasqua a tutti e a ciascuno, da amico e fratello nella fede chiamato a guidare la diocesi in qualità di Vescovo, vi do l'annuncio che da quest'anno avvieremo il cantiere delle Unità Pastorali in tutta la Diocesi. Concretamente, tutte le parrocchie dovranno predisporre il proprio animo ad entrare in rete con altre parrocchie del medesimo territorio, senza perdere comunque la propria identità. Dovremmo passare progressivamente da "la mia parrocchia, il mio prete, i miei preti" a "le nostre parrocchie, i nostri preti", anche perché i preti stanno diminuendo e avremo sempre meno la possibilità di garantire un prete residente in tutte le parrocchie, come già sta accadendo in alcune. A guida delle Unità Pastorali ci saranno i preti di quel territorio assieme però al Consiglio Pastorale dell'Unità Pastorale, con proprie specifiche competenze, fatto da laici, cui si uniranno, dove ci sono, anche rappresentanti della vita consacrata e diaconi permanenti. Evidentemente, il tutto non si attua da mattina a sera. Ci diamo del tempo, quello necessario per allenare la mente e il cuore ad una visione più ampia di parrocchia, non più autoreferenziale ma sempre più a porte aperte verso le altre parrocchie vicine da cui ricevere e a cui dare, in spirito di corresponsabilità fraterna. Staremo ancor meglio di adesso: mettendo insieme le risorse pastorali e sentendo vostri tutti i preti dell'Unità Pastorale sarete meglio serviti sul piano spirituale. Vi raggiungerò di tanto in tanto con altri brevi scritti, per precisare ulteriormente in senso e il valore delle Unità Pastorali. Intanto vi chiedo una preghiera speciale allo Spirito Santo perché sia Lui a guidare il nostro cammino di nuova evangelizzazione verso le Unità Pastorali e una preghiera filiale alla Madonna perché le accompagni per mano maternamente. Benedico di cuore le vostre famiglie, i figli, i giovani, gli anziani, i disabili e gli infermi. Con affetto e fiducia. Piazza Vescovado, 7 - 37121 VERONA - Tel. 045 8083711 - Fax 045 8083783

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IL CARDINALE ATTILIO NICORA È morto all’età di 80 anni il Cardinale Attilio Nicora, Vescovo di Verona dal 1992 al 1997. Così il Papa Francesco descrive il cardinale Attilio Nicora, legato Pontificio per le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli in Assisi, deceduto venerdì 21 aprile all'età di 80 anni. "Egli lascia un ricordo carico di stima e di riconoscenza per il prezioso servizio offerto con singolare competenza sia alla Chiesa e alla società civile in Italia, specialmente nel campo giuridico in ordine alla revisione del concordato lateranense e all'attuazione del sistema di sostegno economico alla Chiesa cattolica e di sostentamento del clero", "sia alla Santa Sede, quale presidente rigoroso e lungimirante prima dell'Apsa e poi dell'Aif". Il Pontefice ha affidato le preghiere di suffragio per la sua anima sacerdotale alla "celeste intercessione di Maria Santissima e di San Giovanni Paolo II, che lo inviò a guidare la diocesi di Verona e quindi lo creò cardinale". Nato a Varese, il porporato era stato ausiliare di Milano e vescovo di Verona, ma il suo nome è legato soprattutto alla revisione del Concordato del 1984. Grande giurista, era stato lui infatti a rappresentare la Santa Sede nelle trattative e per questo e' stato considerato il padre dell'8 per mille, il meccanismo cioè che sostituì le vecchie "congrue", consentendo la libera destinazione da parte dei cittadini di una fetta dell'Irpef alla Chiesa Cattolica. Legato Pontificio per le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli in Assisi, era stato presidente emerito dell'Autorità di Informazione Finanziaria (A.I.F.). Dopo gli studi liceali, ha conseguito la laurea di

Giurisprudenza all'Università Cattolica del Sacro Cuore (1959). Era stato nominato vescovo titolare di Fornos minore da Papa Paolo VI con l'incarico di ausiliare dell'Arcidiocesi di Milano, ordinato il 28 maggio ddel '77 dal cardinale Colombo che gli affidò la pastorale sociale e l'apostolato dei laici. E Carlo Maria Martini lo aveva voluto come primo collaboratore nominandolo pro-vicario Generale, continuando a seguire i due settori richiamati e i rapporti con le istituzioni locali e regionali. Nel febbraio del 1984 era stato nominato Co-presidente per parte ecclesiastica della Commissione Paritetica italo-vaticana incaricata di predisporre, nel quadro della revisione del Concordato Lateranense, la riforma della disciplina concernente i beni e gli enti ecclesiastici. Le conclusioni raggiunte furono adottate a livello pattizio con il Protocollo tra Repubblica Italiana e Santa Sede, firmato a Roma il 15 novembre 1984 ed entrato in vigore il 3 giugno 1985. Per seguire da vicino la fase attuativa del nuovo accordo,

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l'11 febbraio del 1987 monsignor Nicora era stato posto a disposizione della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) a Roma con la qualifica di Incaricato per i problemi relativi all'attuazione degli Accordi del 1984. Nominato Presidente del Comitato Cei per i problemi degli enti e dei beni ecclesiastici, è stato fino al 1995 co-presidente della Commissione Paritetica Italia-Santa Sede per l'attuazione del nuovo Concordato. Dal 1990 al 1992 ha ricoperto anche l'incarico di presidente della Commissione Episcopale per il servizio della carità e di Presidente della Caritas Italiana. Il 30 giugno 1992 Giovanni Paolo II lo ha trasferito alla sede episcopale di Verona, dove ha svolto il suo ministero, continuando nel contempo a collaborare con la Cei e con la Santa Sede nella trattazione delle questioni giuridiche di natura pattizia. Il 18 settembre 1997, rinunciando al governo pastorale di Verona, è rientrato a Roma, riprendendo a tempo pieno la cura delle questioni giuridiche canoniche e concordatarie presso la CEI come Delegato della Presidenza e assumendo la rappresentanza dei Vescovi italiani presso la Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (Bruxelles), della quale nel 2000 è stato nominato vice-presidente. Era ancora il cardinale presidente dell'Università Lumsa. Dopo le esequie celebrate nella basilica di San Pietro in Vaticano le sue spoglie mortali sono state sepolte nella tomba dei Vescovi nella Cattedrale di Verona. ***

LEOPOLDINA NAUDET Leopoldina nacque a Firenze il 31 maggio 1773, il papà era francese e la mamma, Susanna era di origine tedesca; entrambi erano al servizio del granduca Leopoldo I d’Asburgo-Lorena. A tre anni rimase orfana della madre. Nel 1778, a cinque anni, venne messa nel monastero delle Oblate agostiniane presso la chiesa di san Frediano in Castello (Firenze), insieme alla sorella Luisa, con la quale visse a lungo insieme. Leopoldina si distinse per il suo comportamento e per il suo spirito di preghiera, tanto che ricevette la Cresima nel 1781 e la Prima Comunione il 28 marzo 1782. Nel 1783, le due sorelle, per interessamento del granduca, furono accompagnate dal padre in Francia, per proseguire gli studi e completare la loro educazione a Soissons, città d’origine della loro famiglia. Nel 1789 Leopoldina, ormai sedicenne, ritornò con la sorella a Firenze, non trovò più il padre perché era morto due anni prima. Le due vennero invitate alla corte di Leopoldo I: ebbero il compito di istitutrici dei figli del granduca. Quando questi divenne imperatore d’Austria nel 1790, succedendo al fratello Giuseppe II, lo seguirono a Vienna, continuando nella nuova reggia il loro compito. Qui Leopoldina entrò in contatto con un gesuita, padre Nikolaus von Diessbach, che divenne il suo direttore spirituale. Pur vivendo nella reggia più sfarzosa d’Europa, Leopoldina non si lasciò attrarre dalla vita mondana che si conduceva lì. Nel 1792 morì l’imperatore Leopoldo e le sorelle passarono al servizio diretto della figlia, l’arciduchessa Maria Anna d’Asburgo-Lorena. Donna molto religiosa e desiderosa di consacrarsi a Dio, nelle sorelle Naudet trovò due confidenti che condividevano il suo SONO TORNATI AL PADRE FRANCESCO MARIA ANNA

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stesso ideale. Quando lei fu nominata superiora delle Canonichesse di San Giorgio di Praga, la seguirono nella residenza di Praga in Cecoslovacchia. L’ambiente raccolto creato dall’arciduchessa favorì ancor di più in Leopoldina il suo desiderio di vita religiosa, mentre divideva il suo tempo tra la preghiera e la risposta a quanti avessero bisogno di aiuto. Dissuasa dal suo padre spirituale ad entrare fra le Trappiste, nel 1799 incontrò padre Niccolò Paccanari, che dopo la dissoluzione della Compagnia di Gesù aveva cercato di far rivivere lo spirito di sant’Ignazio di Loyola tramite i Padri della Fede. Il sacerdote aveva ipotizzato anche un istituto femminile, le Dilette di Gesù, con finalità educative. Le tre donne videro un segno della Provvidenza in quell’incontro: il 31 maggio 1799, nella cappella riservata all’arciduchessa nell’abbazia dei Benedettini di Praga, pronunciarono i voti religiosi, impegnandosi a vivere «alla maggior gloria di Dio e al vantaggio de' prossimi». Leopoldina venne nominata superiora. Un lungo pellegrinaggio in Italia Nel 1800 , rientrate a Vienna, iniziarono un lungo viaggio verso Roma con

l’intento di ottenere l'approvazione del nuovo istituto. A Padova incontrarono papa Pio VII, che le incoraggiò a continuare l’opera. Il cammino proseguì finché, finalmente arrivate a Roma nel febbraio 1801, le Dilette di Gesù si costituirono in comunità vera e propria. Compagna di santa Maddalena di Canossa Nel 1805 Leopoldina lasciò Roma insieme alle consorelle per recarsi prima a Padova e poi a Verona, su consiglio di monsignor Luigi Pacifico Pacetti, predicatore apostolico e amico di Pio VII. Egli era direttore spirituale della marchesa Maddalena di Canossa, impegnata a fondare un istituto caritativo-assistenziale, dedito anche all’insegnamento delle classi più povere: era il primo nucleo delle Figlie della Carità. Leopoldina offrì la disponibilità di collaborare con il suo gruppo all’iniziativa della marchesa e l’8 maggio 1808 la seguì nel monastero, nel quartiere di San Zeno. Maddalena ebbe una tale stima di lei da nominare la superiora delle Dilette a superiora unica anche delle sue discepole. L’aiuto di San Gaspare Bertoni La fisionomia spirituale di Leopoldina era però molto diversa: si sentiva più orientata a una vita claustrale e progettava di dedicarsi anche alle ragazze delle classi elevate. La sua esperienza al servizio dell’imperatore, infatti, l’aveva persuasa della necessità di partire proprio dai ceti più abbienti, dove le donne rischiavano di lasciarsi prendere da una vita frivola che, alla lunga, allontanava dai più poveri. La comunità canossiana, le cui componenti non erano ancora suore, aveva come confessore don Gaspare Bertoni, in seguito fondatore della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo. Leopoldina, guidata dai suoi consigli, studiò le Regole di altre congregazioni religiose, per delinearne una tutta sua.

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Nascita delle Sorelle della Sacra Famiglia Nel 1816, insieme alle compagne, Leopoldina lasciò la Canossa, che continuò ad avere una grande stima di lei. Il 9 novembre dello stesso anno si sistemarono nell’ex convento di Santa Teresa a Verona, detto popolarmente “delle Terese”: fu quello l’inizio dell’Istituto delle Sorelle della Sacra Famiglia. Così descrisse nelle sue note intime l’intuizione che Leopoldina aveva avuto cinque anni prima: «Nell’orazione ebbi il pensiero di mettere l’Istituto sotto la protezione della Sacra Famiglia, e di prendere, nelle cose da fissare per questo, l’imitazione di Gesù Cristo, tanto nella sua vita nascosta, che nella pubblica». Le Sorelle dovevano essere votate alla stretta clausura e, allo stesso tempo, aperte all’apostolato educativo. Per questo motivo, Leopoldina aprì un educandato per le ragazze nobili provenienti da tutto il regno Lombardo-Veneto, non solo da Verona. Accanto a quella struttura, inaugurò delle scuole esterne, completamente gratuite, per le bambine e le giovani non altrettanto ricche. In più, volle che le loro case religiose fossero aperte all’accoglienza per organizzare incontri formativi ed esercizi spirituali, insieme a un oratorio per le giovanissime. L’approvazione dell’Istituto e la morte L’approvazione governativa, necessaria per le leggi dell’epoca, arrivò nel 1833, e il 20 dicembre dello stesso anno, papa Gregorio XVI decretava anche l’approvazione pontificia. Non molto tempo dopo si ammalò, con forti febbri. Sembrò riprendersi, ma ebbe una ricaduta: morì quindi il 17 agosto 1834. Il cammino successivo Le Sorelle della Sacra Famiglia proseguirono la sua opera, nonostante le vicende politiche che condussero all’Unità d’Italia e le leggi di soppressione degli ordini e degli istituti religiosi. Mantennero la vita claustrale finché, nel 1904, furono obbligate a

lavorare per sostentarsi. In compenso, poterono aprire altre case fuori Verona. L’8 settembre 1948 giunse l’approvazione delle Congregazioni rinnovate, nelle quali era rimasta preservata l’ispirazione originaria, ma erano mutate le forme di vita: le Sorelle divennero di vita attiva. Nello stesso anno, i resti di madre Leopoldina vennero traslati nella cappella di quella che era intanto diventata la Casa madre, in via Fontane di Sopra 2. Attualmente le figlie spirituali di madre Leopoldina continuano a dedicarsi alla formazione e all’educazione dell’infanzia e della gioventù, oltre che alle attività più mirate alla famiglia e al servizio della comunità parrocchiale. Hanno case non solo in Italia, ma anche in Brasile, nelle Filippine e in Mozambico. Il miracolo e la beatificazione Come miracolo per ottenere la beatificazione di madre Leopoldina è stato considerato il caso, avvenuto negli anni ’70 del secolo scorso, di Andrea Zemin, di Creazzo (Vicenza), colpito a sette mesi da meningite purulenta e guarito improvvisamente. La Commissione medica della Congregazione delle Cause dei Santi, il 23 luglio 2016, si è pronunciata definitivamente sulla inspiegabilità scientifica del fatto. Infine, il 21 dicembre 2016, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto che confermava la guarigione come rapida, duratura e ottenuta mediante le preghiere rivolte alla fondatrice delle Sorelle della Sacra Famiglia. Il rito della beatificazione di madre Leopoldina è stato celebrato sabato 29 aprile 2017, alle ore 16.00, nella basilica di Sant’Anastasia a Verona. A presiederlo è stato il cardinal Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come delegato del Santo Padre. La sua memoria liturgica, per le Sorelle della Sacra Famiglia e la diocesi di Verona, è stata stabilita al 17 agosto, giorno della sua nascita al Cielo. Antonio

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Centro di Ascolto “Casa del Padre” – QUARESIMA 2017 CRESCERE NELLA CONOSCENZA DEL MISTERO DI CRISTO Anche quest’anno la nostra Diocesi ha proposto alle parrocchie, per il cammino quaresimale, un sussidio di riflessione e preghiera ispirato ad un libro biblico. Fra le varie proposte, la nostra parrocchia ha scelto quella di 4 incontri settimanali di approfondimento biblico, catechesi e preghiera. Guidati dal Vangelo, abbiamo cercato di riacquistare i tratti perduti del volto di Cristo seguendo i brani dell’anno A riguardanti le domeniche che precedono la solennità della Pasqua. Dal deserto all’alto monte Nelle prime due domeniche, dal volto tentato di Cristo (I Domenica), siamo passati alla contemplazione del suo volto trasfigurato (II Domenica) per poi giungere, al termine del cammino, al volto sfigurato (Domenica di Passione – Venerdì santo) e al volto del Risorto (Veglia Pasquale – Domenica di Risurrezione). In questo percorso alcuni verbi ci hanno aiutato ad unificare “Parola e vita quotidiana”. Voce del verbo SCEGLIERE – SCEGLIERE Voce del VERBO (I incontro) Cristo tentato. Un cammino dal deserto, il luogo della prova: rinunciare al male. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: “Se tu sei il Figlio di Dio…” Ma egli rispose: “ Sta scritto …” La preghiera iniziale facilita l’ascolto e l’approfondimento della Parola. Dopo aver meglio compreso qual è stata la risposta che Gesù ha dato al demonio che lo tentava abbiamo cercato di ‘unificare Parola- vita’ rispondendo ad alcune domande: un lavoro personale, serio ed esigente. Costa fatica imparare a leggere la nostra vita alla luce della Parola. Abbiamo però scoperto che la condivisione di alcune nostre esperienze ci ha reciprocamente arricchito e rinvigorito la nostra fede.

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Ascoltatelo !

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Voce del verbo ASCOLTARE - ASCOLTARE VOCE del Verbo (II incontro) Cristo trasfigurato. Salire sul monte: il luogo dell’ascolto. “Questi è il Figlio mio,l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”. Salire sul monte:il luogo dell’ascolto. L’annuncio dell’imminente passione di Gesù (Mt 16) aveva sconvolto i discepoli e fatto vacillare la loro fede debole. È difficile riuscire a comprendere e conciliare il raggiungimento di una meta di gloria passando attraverso il cammino della croce. Per questo Gesù, con la sua Risurrezione, rassicura i suoi discepoli, e oggi noi: la sua Parola ci guiderà e alimenterà il nostro stare e camminare nella storia: in Lui crediamo, di Lui ci fidiamo, a Lui ci affidiamo. Anche alla fine di questo secondo incontro, il rileggere alcuni episodi del nostro quotidiano ci ha consentito di ‘toccare e vedere’ come il Signore è accanto a noi anche nel momento della prova con la sua consolazione. Come Israele, anche noi dobbiamo camminare nella fede per diventare sempre più il suo popolo. Voce del verbo INCONTRARE – INCONTRARE Voce del Verbo La fede non è questione di conoscenza, ma di incontro. (III incontro) E alla donna dicevano: “Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo,ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è Mostra L’incontro di Gesù con la donna samaritana. Non necessariamente Gesù doveva passare dalla Samaria per giungere alla Galilea. Tuttavia, in obbedienza al Padre Egli attraversa quella terra per compiere la sua missione: è stato inviato non solo ai giudei e la sua salvezza deve giungere sino ai confini del mondo. Giovanni ci presenta un intreccio di dialoghi e di incontri per aiutarci a comprendere che la fede, la professione di fede, passa attraverso un incontro personale, nasce attraverso un dialogo, nasce dall’ascolto di Gesù. E dalla fede nasce la conoscenza, dalla conoscenza l’amore: questo è l’avvenimento cristiano riassunto nell’incontro di due persone assetate. Dall’ascolto della samaritana è nata la fede della sua gente. La domanda provocatoria che ci fa ritornare dal testo alla nostra vita: � Quando nella nostra comunità cristiana ciascuno di noi diventa, come la samaritana, testimone credibile? Numerose e diversificate le testimonianze dei partecipanti: - Quando mi accorgo che il mio prossimo ha sete ed io sono disposto/a ad offrirgli un poco della mia acqua. - Quando il mio credere si traduce in opere di misericordia. - Quando non c’è discrepanza tra ciò che credo e la mia vita. Naturalmente riconosciamo che la nostra è una fede sempre in cammino, non ancora pienamente matura. Per questo, a Dio chiediamo di far crollare tutti i muri di separazione che ci impediscono di diventare sempre più popolo di Dio: Popolo nato dalle acque del Battesimo convocato dall’ascolto della Parola trasformato dal soffio dello Spirito nutrito dall’Eucaristia in cammino verso la Pasqua eterna del Regno.

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Voce del verbo VEDERE – VEDERE Voce del Verbo Rendere ragione della propria fede (IV incontro) “Tu credi nel Figlio dell’uomo?”. Egli rispose: “E chi è, Signore, perché io creda in lui?”. Gli disse Gesù: “ Lo hai visto: è colui che parla con te”. Ed egli disse: “ Credo, Signore!”. E si prostrò dinanzi a lui. Nel cammino della Pasqua, dopo il tema dell’acqua viva che Gesù dona a chi crede in lui, la chiesa ci fa meditare sull’illuminazione compiuta da Gesù affinché noi vediamo e siamo strappati dalle tenebre. Egli dona, non solo la vista al cieco nato, ma anche la luce che gli consente di VEDERE che colui che lo ha guarito è davvero il Figlio di Dio, l’inviato dal Padre. I farisei credevano di vedere, ma non volevano riconoscere il segno compiuto da Gesù e non riconoscere il bene che esso rappresenta, per questo rimasero prigionieri della loro cecità. Non resta che chiederci se anche noi siamo dei ciechi nella fede: crediamo forse di vedere e invece non riconosciamo non accogliamo Colui che è la luce vera: Gesù Cristo. Voce del verbo VIVERE – VIVERE Voce del Verbo Chi davvero vive? (V incontro) “ Signore, se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto”! Nel brano che ci narra la vicenda di Lazzaro, troviamo l’apice dei segni compiuti da Gesù: non si tratta di una semplice guarigione, ma di un ritorno alla vita. Nei dubbi e nelle fatiche delle sorelle di Lazzaro, nel loro progressivo cammino di fede, leggiamo anche i nostri dubbi, le nostre fatiche, i nostri passi in avanti fino ad arrivare ad un rapporto profondo con il Signore della Vita. È Lui che ci ripete: “ Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà”. GESÙ RISORTO Egli è colui che si incarnò nel seno della Vergine, fu appeso alla croce, fu sepolto nella terra e, risorgendo dai morti, salì alle altezze dei cieli. Egli è l'agnello che non apre bocca, egli è l'agnello ucciso, egli è nato da Maria, agnella senza macchia. Egli fu preso dal gregge, condotto all'uccisione, immolato verso sera, sepolto nella notte. Sulla croce non gli fu spezzato osso e sotto terra non fu soggetto alla decomposizione. Egli risuscitò dai morti e fece risorgere l'umanità dal profondo del sepolcro." Dall'« Omelia sulla Pasqua » di Melitone di Sardi, vescovo Di vero cuore ringraziamo per l’opportunità che ci è stata offerta. Fermarci per meglio poter SCEGLIERE – ASCOLTARE – INCONTRARE – VEDERE – VIVERE la vita che Lui quotidianamente ci dona.

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TORRI Quaresima 2017 * II percorso settimanale del Centro di ascolto ha seguito l'itinerario proposto dalla Diocesi: SCEGLIERE - ASCOLTARE - INCONTRARE - VEDERE – VIVERE un percorso che seguiva il Vangelo di Matteo e Giovanni, presentato nelle 5 domeniche di Quaresima dell'Anno Liturgico A. Il Parroco Don Giuseppe, ogni lunedì, dalle ore 15.00 alle 16,00, si intratteneva con i responsabili dei centri per presentare e approfondire il tema del Vangelo da proporre al centro per quella settimana. La frequenza del nostro gruppo è stata assidua e impegnata. I membri partecipanti si aggirava dalle 13- 12- 10 presenze settimanali. Il cammino, anche quest'anno è stato impegnativo e attraente perché seguire Gesù non è una favola ma un impegno a seguire il suo esempio, accogliere il suo messaggio, un richiamo a vivere da discepoli coerenti nel quotidiano. Quindi: � Saper Scegliere e discernere come Gesù sul monte delle tentazioni Mt 4,1-11. La lotta, per Gesù come per tutti con il tentatore, è un esercizio di discernimento tra parole, tra parole delle Scritture e la vita. � Saper Ascoltare e testimoniare dal monte della Trasfigurazione Mt 17,1-9. Salire sul monte della Trasfigurazione significa obbedire alla voce del Padre che ci invita ad

ascoltare il suo Figlio Gesù e godere dell'incontro con Lui per ricevere forza e sostegno nel cammino come ''viandanti nella fede" e come testimoni del suo amore. � Saper Incontrare, accogliere e dialogare con il diverso al pozzo di Sicar come la Samaritana. Gv 4,5-42. L'incontro con l'altro comporta un rischio... ma la donna di Samaria, quel giorno, accetto di correre quel rischio e nella sua vita sono sgorgate benedizioni. Meglio ancora, dice papa Francesco: "si tratta di imparare a scoprire Gesù. � Saper Vedere per dare ragione della nostra fede come il cieco che riacquista la vista e dice: "Credo Signore" Gv 9,1-41. Crede perché ha visto la sua vita trasformata, illuminata da quel Cristo che ha incontrato. � Saper Vivere gli incontri di Gesù come Marta e Maria "Se tu fossi stato qui" e la risurrezione di Lazzaro. Gv 11,1-45. Un racconto di morte e di pianto, ma anche di amore e di vita. Riportare l'esperienza dei partecipanti all'incontro settimanale di Quaresima sulla Parola è sempre un po' riduttivo. È dato per certo che chi vi partecipa con impegno e interesse non pone limiti di tempo o altro, si dispone con piacere a questo appuntamento di incontro "sulle cose di Dio" arricchendo così sé stesso e il gruppo con interventi appropriati ed edificanti. Alla fine degli incontri, ci siamo salutati con un sentito "Grazie!" e un caloroso arrivederci al prossimo appuntamento. Una partecipante al Centro di Ascolto località Loncrino

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PAPA FRANCESCO A FATIMA Papa Francesco sarà a Fatima il 13 maggio 2017, "in pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Fatima." L'informazione è stata resa ufficiale dalla Sala Stampa del Vaticano con questo annuncio: "In occasione del centenario delle Apparizioni della Beata Vergine Maria alla Cova da Iria, e accogliendo l’invito del Presidente della Repubblica e dei Vescovi portoghesi, Sua Santità Papa Francesco si recherà in pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora di Fatima dal 12 al 13 maggio 2017”. Per il vescovo di Leiria-Fatima è un momento di "estrema gioia", perché, nel centenario delle Apparizioni attraverso la presenza del Santo Padre "siamo uniti con tutta la chiesa universale". "Sempre quando il Papa si fa pellegrino in quanto pastore universale, tutta la Chiesa è pellegrina insieme con lui," e perciò "in questa occasione voglio esprimere la gioia e la letizia che porta a tutto il popolo portoghese e a tutta la Chiesa in Portogallo l'annuncio ufficiale del pellegrinaggio del Santo Padre." "Il Papa vuole farsi pellegrino tra i pellegrini di Fatima, e questo è un motivo di grande gioia", spiega ancora Mons. Antonio Marto nel messaggio lasciato alla Sala Stampa del Santuario di Fatima. Pertanto, conclude, "questo pellegrinaggio è una opportunità per il rinnovo della fede." Si ricorda che il 7 settembre dello scorso anno, in occasione dell'incontro dei vescovi del Portogallo con il Papa durante la visita ad Limina, Francesco ha espresso il "profondo desiderio" di visitare Fatima, dicendo: "tengo ganas de ir a Fatima (desidero andare a Fatima). " E aveva anche detto, in privato, al vescovo della diocesi di Leiria-Fatima, nell'aprile 2015 che "se

Dio [mi] dona vita e salute" sarò nella Cova da Iria per celebrare il centenario delle apparizioni di Fatima. Francesco sarà il quarto papa a visitare Fatima, dopo Paolo VI (1967), Giovanni Paolo II (1982, 1991 e 2000) e Benedetto XVI (2010). I viaggi internazionali dei Papi sono una novità che risale alla seconda metà del XX secolo, con il pontificato di Paolo VI (1897-1978) che in occasione dell'ultima sessione del Concilio Vaticano II annuncia l'intenzione di consegnare la Rosa d'Oro alla Madonna del Rosario di Fatima. Da allora, il Portogallo si immette nel percorso delle visite apostoliche già a partire dal quinto viaggio di questo pontefice italiano, il 13 maggio 1967, in occasione del 50 ° anniversario delle apparizioni mariane, riconosciute dalla Chiesa Cattolica, nella Cova da Iria. Fatima diventa il motore principale dei cinque viaggi pontifici, dopo che già Pio XII, il 31 ottobre 1942, aveva consacrato il mondo al Cuore Immacolato di Maria, in piena seconda guerra mondiale. Giovanni Paolo II, che il 13 maggio 1981 era stato colpito in Piazza San Pietro, in un attentato alla sua vita, venne alla Cova da Iria, un anno dopo, ringraziando pubblicamente per l'intercessione della Madonna di Fatima e nel suo recupero in salute. Il Papa polacco tornò in Portogallo nove anni dopo nel maggio 1991. Il 12 e 13 maggio 2000, già molto affaticato, Giovanni Paolo II tornò in Portogallo per presiedere alla beatificazione dei pastorelli Francesco e Giacinta Marto. Fu in questa occasione che diede l'annuncio della pubblicazione della terza parte del "Segreto di Fatima". Benedetto XVI ha visitato il Portogallo dall'11 al 14 maggio 2010 in occasione del decimo anniversario della beatificazione di Francesco e Giacinta Marto, con tappe a Lisbona, Fatima e Porto.

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Il 2017 sarà la volta di Francesco. Come Paolo VI la visita si concentrerà esclusivamente alla Cova da Iria, dove il 13 maggio 2013 l'allora Cardinale Patriarca di Lisbona, Mons. José Policarpo, aveva consacrato il pontificato del Papa argentino alla Vergine Maria.

FRANCESCO E GIACINTA SANTI Diciassette anni fa, Giovanni Paolo II pellegrino a Fatima il 13 maggio 2000, proclamò beati Francesco e Giacinta Marto, i due pastorelli di Fatima. Il prossimo 13 maggio, nel centenario delle apparizioni della Madonna, sarà papa Francesco a canonizzare i due fratelli che assieme alla cugina, Lucia dos Santos, furono protagonisti delle apparizioni della Vergine che cominciarono il 13 maggio 1917 e riapparve loro ogni 13 del mese fino all’ottobre di quell’anno. Francesco e Giacinta saranno i primi bambini non martiri ad essere proclamati santi. Il cammino è stato lungo e complesso non per i dubbi sulla loro vita ma perché ci si domandava se a 10 anni non ancora compiuti le virtù possono essere vissute in grado eroico. L’inchiesta canonica venne infatti avviata dalla diocesi di Leira solamente nel 1952. E molti anni più tardi, nel 1989, venne portata a conclusione. Giacinta Marto, nata l'11 marzo 1910 aveva solo sette anni quando la "bianca Signora" apparve a lei e al fratello e alla

cugina Lucia. Di temperamento vivace, si lasciò completamente trasformare dall'incontro con la Madonna. Rimase vittima della terribile epidemia di "spagnola" che colpì in quegli anni l'Europa, Giacinta morì il 20 febbraio 1920 a nove anni e undici mesi. Francesco, di un anno più grande, era già morto l'anno prima. Giacinta e Francesco Marto sono stati i più giovani dei beati proclamati da Giovanni Paolo II: proprio nel decreto sulle virtù eroiche dei due pastorelli di Fatima, la Chiesa affermava che anche i bambini possono percorrere in pienezza la via della santità. IL MIRACOLO CHE HA CONSENTITO LA CANONIZZAZIONE RIGUARDA UN BAMBINO BRASILIANO La questione se ammettere o no alla gloria degli altari i bambini fu sciolta definitivamente nel 1981 con un documento della Congregazione delle cause dei santi. Il miracolo attribuito alla intercessione dei due bambini veggenti che ha aperto la strada alla loro canonizzazione è stato emanato il 23 marzo scorso. È accaduto nel marzo del 2013 e riguarda un bambino brasiliano che all’epoca del fatto aveva circa 6 anni. Il bambino mentre stava giocando con la sorellina cadde dalla finestra da un’altezza di circa sette metri riportando un gravissimo trauma cranio-encefalico con perdita di materia cerebrale. Portato in ospedale in stato di coma, fu sottoposto ad intervento chirurgico, seppure in una struttura sanitaria dove rimase in un quadro di particolare gravità clinica con elevato rischio di decesso, o di stato vegetativo permanente. Dopo solo tre giorni invece il bambino è stato dimesso con completa salute, in assenza di terapie specifiche, con deambulazione autonoma e senza nessun esito di danni neurologici e cognitivi.

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I medici della Consulta medica, il 2 febbraio 2017, avevano pertanto espresso parere positivo unanime riguardo all’inspiegabilità scientifica della guarigione. Al momento dell’incidente prendendo il bambino dal marciapiede, suo padre aveva invocato la Madonna di Fatima e i due piccoli beati e quella notte stessa i familiari e una comunità di suore di clausura avevano pregato con insistenza i pastorelli di Fatima. LA PRIMA APPARIZIONE A FATIMA La Madonna apparve nel 1917, la prima nel XX secolo, a Fatima in Portogallo. La prima apparizione avvenne la domenica 13 maggio e per questo la Chiesa festeggia la Madonna di Fatima in questo giorno. Fatima era allora un villaggio della zona centrale del Portogallo sugli altipiani calcarei dell’Estremadura a 20 km da Leìria. Ad un km e mezzo da Fatima, vi era una frazione chiamata Aljustrel e qui nacquero e vissero i tre protagonisti delle apparizioni di Fatima; Lucia Dos Santos nata nel 1907 e i suoi due cugini Francesco Marto nato nel 1908 e Giacinta Marto nata nel 1910; le due famiglie erano numerose, i Dos Santos avevano 5 figli ed i Marto 10 figli. Come di consuetudine per la gente del luogo, i tre cugini, portavano a pascolare i piccoli greggi delle rispettive famiglie, verso i luoghi di pascolo dei dintorni e con le pecore trascorrevano l’intera giornata; a mezzogiorno consumavano la colazione preparata dalle loro mamme e dopo recitavano il rosario. Nel 1916 fra aprile ed ottobre, i tre ragazzi stupiti, furono testimoni di un fenomeno prodigioso; apparve loro un angelo sfavillante di luce, che si qualificò come l’Angelo della Pace e che li invitò alla preghiera; le apparizioni furono in tutto tre, due volte alla “Loca do Cabeço” e una volta al pozzo nell’orto della casa paterna.

IL 13 MAGGIO 1917 A FATIMA Era la domenica 13 maggio 1917; i tre cugini dopo aver assistito alla Santa Messa nella chiesa parrocchiale di Fatima, tornarono ad Aljustrel per prepararsi a condurre al pascolo le loro pecore. Il tempo primaverile era splendido e quindi decisero di andare questa volta fino alla Cova da Iria, una grande radura a forma di anfiteatro, delimitata verso nord da una piccola altura. A metà strada dal pendio, vicino ad un leccio, la luce sfolgorò ancora e pochi passi più avanti videro una bella Signora vestita di bianco ritta sopra il leccio, era tutta luminosa, emanante una luce sfolgorante; si trovavano a poco più di un metro e i tre ragazzi rimasero stupiti a contemplarla; mentre per la prima volta la dolce Signora parlò rassicurandoli: “Non abbiate paura, non vi farò del male”. Il suo vestito fatto di luce e bianco come la neve, aveva per cintura un cordone d’oro; un velo merlettato d’oro le copriva il capo e le spalle, scendendo fino ai piedi come un vestito; dalle sue dita portate sul petto in un atteggiamento di preghiera, penzolava il Rosario luccicante con una croce d’argento, sui piedi erano poggiate due rose. A questo punto la più grande di loro, Lucia, chiese alla Signora “Da dove venite?” “Vengo dal Cielo” e Lucia “Dal cielo! E perché è venuta Lei fin qui?”, “Per chiedervi che veniate qui durante i prossimi sei mesi ogni giorno 13 a questa stessa ora; in seguito vi dirò chi sono e cosa desidero, ritornerò poi ancora qui una settima volta”. E Lucia, “E anch’io andrò in cielo?”, “Si”, e “Giacinta?”, “anche lei”, “e Francesco?”, “anche lui, ma dovrà dire il suo rosario”. La Vergine poi chiese: “Volete offrire a Dio tutte le sofferenze che Egli desidera mandarvi, in riparazione dei peccati dai quali Egli è offeso, e per domandare la conversione dei peccatori?”. “Si lo vogliamo” rispose

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Lucia, “Allora dovrete soffrire molto, ma la Grazia di Dio sarà il vostro conforto”. E dopo avere raccomandato ai bambini di recitare il rosario tutti i giorni, per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra, la Signora cominciò ad elevarsi e sparì nel cielo. Lucia durante tutte le apparizioni, sarà quella che converserà con la Signora, Giacinta la vedrà e udirà le sue parole ma senza parlarle, Francesco non l’udirà, ma la vedrà solamente, accettando di sapere dalle due bambine, quello che la Signora diceva. INTENTO E OBIETTIVI DEL CENTENARIO DELLE APPARIZIONI DI FATIMA Le apparizioni di Fatima sono un avvenimento determinante nella Chiesa Cattolica, non solo per l’importanza che hanno assunto per innumerevoli persone e per la loro ampia diffusione nel mondo, ma anche per il loro intimo legame col messaggio evangelico, per la profondità con la quale segnano l’esperienza di fede di molti cattolici e per la portata profetica dei loro appelli. La Chiesa ha confermato che esse presentano una proposta credibile e valida di concretizzazione della vita cristiana. In effetti, il messaggio di Fatima è eloquente per i credenti di tutti i tempi; non è rimasto imprigionato ad un’epoca passata ma proietta un dinamismo per il nostro presente e apre orizzonti di fede per il futuro della storia del genere umano. Dal momento che gli avvenimenti di Fatima sono un appello fatto all’umanità del nostro tempo, anche la celebrazione del primo centenario cerca di essere più uno strumento di questo appello attuale. Non si tratta, pertanto, di segnalare semplicemente un anniversario storico, le cui ripercussioni si riducono ad un momento del passato. Il pellegrinaggio di Papa Benedetto XVI alla Cova da Iria, nel maggio del 2010, nella sequenza dei suoi predecessori, ci mostra, in qualche modo, che nel messaggio di Fatima c’è un insieme di

elementi che possono diventare veicolo di evangelizzazione, cammino per la conversione e per l’incontro con Gesù Cristo. In questo senso, anche questa celebrazione dovrà rappresentare un contributo qualificato per approfondire ed attualizzare questo messaggio; potrà costituire un impulso nel rinnovamento e rafforzamento della fede, presentandosi come un aiuto per la crescita spirituale del popolo di Dio. Pertanto, la celebrazione di questo centenario è, prima di tutto e soprattutto, un progetto pastorale che privilegia l’aspetto spirituale e della riflessione di fede. I suoi obiettivi sono di carattere religioso, nelle sue varie sfaccettature (teologiche, celebrative, spirituali, catechetiche ...) e dimensioni (personale, comunitaria, sociale ...). Anche gli aspetti del contesto culturale o sociale hanno un posto in queste commemorazioni, ma sempre nella prospettiva della missione: sono mezzo privilegiato per raggiungere coloro che si pongono affettivamente distanti dalla Chiesa, sono espressione della fede che si celebra, sono concretizzazione cristiana delle realtà umane. Gli obiettivi della celebrazione del centenario delle apparizioni di Fatima, che ora vengono presentati, sono stati definiti all’interno di questo contesto. 1. Mostrare la rilevanza delle apparizioni di Fatima per la Chiesa e per il mondo. 2. Diffondere il messaggio di Fatima a livello nazionale e internazionale. 3. Incoraggiare la riflessione sul messaggio di Fatima e sulle sue implicazioni per la vita cristiana. 4. Sviluppare, alla luce del messaggio di Fatima, sussidi di supporto alla pastorale. 5. Presentare suggerimenti per vivere la spiritualità di Fatima. 6. Promuovere la dimensione festiva del centenario con proposte celebrative e culturali. 7. Far conoscere la spiritualità dei veggenti di Fatima. Marina

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LE ROGAZIONI 2017 ITINERARI DI PREGHIERA Mercoledì 24 maggio ore 21.00 - BENEDIZIONE AL PAESE E ALLA SUA GENTE Raduno all’Oratorio della SS. Trinità - 1° Itinerario: Oratorio – Toràs – Parcheggio e ritorno ==================================== Giovedì 25 maggio ore 6.00 - BENEDIZIONE ALLA CAMPAGNA, AL PAESAGGIO E AI SUOI ABITANTI Raduno alla Chiesa Parrocchiale - 2° Itinerario: Chiesa – via S. Filippo – valletta – via Mazzini – vill. Cristina – loc. Rossone – loc. Anze – loc. Rossone – loc. Coi – via loc. Loncrino – via per Albisano – via Verga – vicolo Chiesa – Chiesa Parrocchiale. ==================================== Venerdì 26 maggio ore 6.00 - BENEDIZIONE DEL LAGO E DELLE FONTI E A QUANTI LAVORANO SULLE ACQUE O NE BENEFICIANO Raduno a S. Faustino - 3° Itinerario: S. Faustino – monumento a S. Pietro – Lungolago Marconi – piazza Calderini – Lungolago Barbarani – Lungolago V. Veneto – monumento Marinai. CELEBRAZIONE DELLA LITURGIA PARROCCHIA DI TORRI ORARIO FESTIVO ORARIO FERIALE Sabato ore 17.00 Vespero ore 17.00 Vespero ore 18.00 S. Messa ore 18.00 S. Messa Domenica ore 8.30 S. Messa ore 10.00 S. Messa ore 11.15 S. Messa ore 17.00 Vespero ore 18.00 S. Messa PARROCCHIA DI PAI ORARIO FESTIVO Sabato ore 19.30 Domenica ore 10.00

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A P P U N T A M E N T I M A G G I O 2 0 1 7 OGNI DOMENICA ore 10.00: S. MESSA DELLE FAMIGLIE. ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CANTO DEL VESPERO. OGNI LUNEDÌ ore 9.00 - 11.00: CONFESSIONI. ore 11.00 – 12.00: ADORAZIONE EUCARISTICA. OGNI MARTEDÌ ore 16.30: CATECHESI I MEDIA. OGNI GIOVEDÌ ore 15.00: CATECHISMO SCUOLA ELEMENTARE. ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA. OGNI VENERDÌ POMERIGGIO e SERA: INCONTRO II MEDIA - GRUPPO ADOLESCENTI / GIOVANI. OGNI SABATO ore 15.00 - 18.00: TEMPO PER LE CONFESSIONI. LUNEDÌ 1 INIZIO DEL MESE DI MAGGIO ore 20.30 S. Rosario Comunitario in Parrocchia. DOMENICA 7 ore 11.15 S. MESSA DI PRIMA COMUNIONE LUNEDÌ 8 ore 12.00 Supplica alla Madonna del Rosario. MERCOLEDì 11 ore 20.30: Incontro di preghiera in onore di S. Antonio - Rosario SABATO 13 GIORNATA DELL’AMMALATO ore 10.00 S. Messa per ammalati e anziani e unzione degli Infermi. LUNEDÌ 22 S. RITA - ore 12.00 Benedizione delle rose. 24 – 25 – 26 MAGGIO ROGAZIONI IN PARROCCHIA (vedi programma pag. 15) MERCOLEDÌ 24 ore 21.00 Benedizione al paese e alla sua gente. GIOVEDÌ 25 ore 6.00 Benedizione alla campagna, al paesaggio e ai suoi abitanti. VENERDÌ 26 ore 6.00 Benedizione delle fonti e del lago e a quanti lavorano sulle acque o ne beneficiano. VENERDÌ 26 FESTA DI S. FILIPPO – PATRONO DI TORRI ore 10.00 S. MESSA - ore 18.00 S. MESSA SOLENNE ore 19.00 Benedizione dei motociclisti e dei loro mezzi. DOMENICA 28 SOLENNITÀ - ASCENSIONE DEL SIGNORE MERCOLEDÌ 31 ore 20.30 S. Rosario a conclusione del mese di maggio in Parrocchia. Consacrazione alla Madonna. Bollettino di informazione Parrocchiale stampato in proprio La Redazione: Don Giuseppe Cacciatori – Daniela Pippa – Anna Menapace – Rosanna Zanolli – William Baghini. Collaborazione fotografica: Mario Girardi Impaginato e stampato da: Daniela Pippa


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