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07 tobre 20 Bimestrale del Coppem, anno 7 n.27/28 ot · PERIODICO EDITO DAL COPPEM REGISTRAZIONE...

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27/28 COPPEMNEWS Bimestrale del Coppem, anno 7 n.27/28 ottobre 2007
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L’EDITORIALE DI PIERO FAGONE

COPPEMNEWSPERIODICO EDITO DAL COPPEM REGISTRAZIONE TRIB. DI PALERMO N.22 DEL 23.12.1986

direttoreFABIO PELLEGRINIvice direttoreLINO MOTTAdirettore responsabilePIERO FAGONE

redazioneROBERTA PUGLISIGIOVANNA CIRINONINO [email protected]

traduzioniELVIRA CALABRESE, MARIA CONCETTA SPINOSA, GIOVANNA PAGANO (INGLESE)FLAVIA MARZIALETTI, ALESSANDRA PRUDENTE, DOMINIQUE PASTA (FRANCESE)SONIA YAKOUBI (ARABO)

graficaLUIGI MENNELLAstampaFOTOGRAF - PALERMO

foto di copertinaPALERMO, COMPLESSO MONUMENTALEDELLA CHIESA DELLA MARTORANA, (1143)

L'XI Assemblea generale del Coppem, celebrata nella splendida cornice di Villa Malfita-no, sede di rappresentanza della Regione siciliana, ha avuto il merito di mettere a con-fronto autorità governative e diplomatiche di diversi Paesi, rappresentanti di numerosi or-ganismi impegnati in programmi e progetti di partenariato, amministratori di città e re-gioni delle due sponde del Mediterraneo. E così, dall'Assemblea è scaturito un serrato di-battito che ha messo a nudo i limiti della politica mediterranea fin qui seguita dall'Unio-ne europea, il crescente divario fra l'Europa e i Pesi rivieraschi, l'inadeguatezza delle mi-sure approntate per incanalare i flussi migratori nell'alveo delle normative nazionali edeuropee. In poche parole, proprio i temi dell'immigrazione clandestina, strettamente le-gati a quelli della sicurezza, hanno fatto passare in secondo piano i problemi dello svilup-po economico, della crescita civile, e ancora, dei diritti umani e della democrazia. Se questo è il dato di fondo, che comporta la presa d'atto della risposta assolutamente par-ziale offerta dal Processo di Barcellona alle reali esigenze dei Paesi interessati, occorre oggirilanciare i valori originari del partenariato euromediterraneo con il superamento delle per-sistenti chiusure di molti dei Paesi europei e l'instaurazione di una politica estera comuneche renda efficace e autonomo il ruolo dell'UE. A Palermo è stata invocata la riproposi-zione, in favore della regione mediterranea, dell'iniziativa europea volta a favorire lo svi-luppo dei Paesi dell'Est e a frenare così le spinte migratorie palesatesi in quell'area. E si èparlato anche dell'esigenza, come nel caso del turismo, finora gestito dai mercati della do-manda, di fare in modo che il plusvalore di quell'attività sia gestito in loco. In sostanza, sidovrebbe ancorare fortemente l'economia al territorio anche grazie ad una larga integra-zione di tutti i soggetti in campo e alla creazione di una rete di operante solidarietà. In questa prospettiva rimane aperta la questione di fondo, e cioè se deve essere la politicaa determinare gli eventi o se, in una situazione così complessa qual è quella attuale, nonsi debba invece subire il cambiamento. È in questo quadro che le persone debbono pesarepiù dell'economia ed essere per davvero i protagonisti dello sviluppo. La Regione sicilia-na pensa di dover agevolare questo processo facendo leva anche sulla cultura e sulla for-mazione e, in questa direzione, ha in cantiere l'istituzione del “Mese del Mediterraneo”che dovrebbe comprendere numerose manifestazioni indirizzate verso un coinvolgimentodi tutte le espressioni artistiche, sociali, economiche dei Paesi dell'intera regione. Oggi,per fortuna, si può contare su una diplomazia delle città e dei cittadini, meno formale diquella dei governi nazionali e per questo più efficace e diretta, per favorire il dialogo e su-perare, in concreto, le difficoltà esistenti nelle relazioni tra le diverse comunità.Nell'insediarsi alla presidenza della Repubblica Francese, Nicolas Sarkozy ha ipotizzato lanascita di un'Unione Mediterranea, che sia un trait-d'union tra Europa e Africa, nellaconsapevolezza che “è dal Mediterraneo che dipende tutto, che dobbiamo superare l'odioper cedere il posto a un grande sogno di pace e di civiltà”. Il vice ministro degli AffariEsteri italiano, Ugo Intini, all'Assemblea del Coppem ha riproposto il tema della centra-lità del Meditteraneo ricordando che nei secoli scorsi, quando fu intrapresa la “via dellaseta”, questa regione fu il crocevia di floridi commerci. E ha avvertito che oggi si stannoriproponendo quelle condizioni guardando all'India e alla Cina e che di conseguenza que-sto processo va assecondato con decisione. L'essenziale è lavorare per l'unità del Mediter-raneo, per la pace, la solidarietà. Dall'Assemblea di Palermo, dall'articolato dibattito chesi è svolto al suo interno – e che riportiamo per intero per il rilievo politico che ha finitocon l'assumere - sono venute originali indicazioni politiche e proposte operative che, tut-te insieme, danno corpo al “sogno dell'unità mediterranea” per realizzare il quale il Cop-pem, con il concorso delle Città e delle Regione delle due sponde, lavora intensamenteormai da sette anni.

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anno, infatti, verrà selezionato unpaese dell'area euromediterranea, conparticolare riguardo alla sponda Suddel Mediterraneo. In tale paese saran-no individuate, in sinergia con le au-torità istituzionali del settore sanita-rio, strutture ospedaliere il cui perso-nale sanitario e parasanitario parteci-perà ai corsi di formazione. L'Anfe, da parte sua, provvederà aprogrammare gli aspetti logistico-or-ganizzativi. Il progetto sarà presentatoufficialmente alla OrganizzazioneMondiale della Sanità tra qualche set-timana. Un'altra iniziativa, riguardainvece la realizzazione dell' ’Universi-tà Multimediale del Mediterraneo:questa iniziativa è diretta all’erogazio-ne di interventi di alta formazione in-ternazionale - diplomi di laurea, dispecializzazione post-laurea e di ma-ster – e di ricerca indirizzati ai cittadi-ni dei Paesi delle due sponde del Me-diterraneo e riconosciuti dai paesi eu-ropei e da quelli aderenti all’iniziati-va. L’offerta formativa dell’UniversitàMultimediale del Mediterraneo puòcontenere un ventaglio di corsi di lau-rea più ampio di quello proposto dauniversità telematiche, in quanto al-l’utilizzo delle tecnologie informati-che per la somministrazione di lezioniteoriche comuni, affianca laboratori

È stato il vice ministro degli AffariEsteri, Ugo Intini, ad intervenire inrappresentanza del governo italiano ailavori della XI assemblea generale delCoppem svoltasi a Palermo presso Vil-la Malfitano, lo sorso mese di maggio.Intini, parlando sul tema “Le politi-che euromediterranee in vista del2010 ” ha sottolineato, tra l'altro, co-me a tutt'oggi, siano valide le ragionie la stessa filosofia del Partenariatoeuro-Mediterraneo, in quanto «la co-struzione di un'area di pace e stabilitànella regione costituisce una priorità euna sfida non solo per noi ma per l'Eu-ropa intera. Lo stesso obiettivo dellacreazione di una zona di libero scam-bio euro-mediterranea rappresenta untraguardo cruciale che non potrà cer-to rispettare la scadenza prevista del2010, ma che cercheremo di consegui-re in un orizzonte temporale non trop-po lontano, grazie soprattutto aglisforzi congiunti dei Paesi europei emediterranei più lungimiranti». Il vi-ce ministro ha poi ricordato come: «ilCoppem sia concretamente presentein tutti quegli ambiti di cooperazioneche hanno acquisito maggiore visibili-tà e spazio a partire dal Decennale diBarcellona». Su questi temi si è svi-luppato un ampio dibattito che hapermesso di fare il punto sullo stato

del Processo di Barcellona e sulle pro-spettive di un suo efficace rilancio.Dopo gli adempimenti statutari a co-minciare dall'approvazione degli stru-menti finanziari, i lavori assemblearisono proseguito con le relazioni e deiprogetti elaborati dalle diverse com-missioni di lavoro in cui è strutturatal'organizzazione del Coppem. I lavoridella I Commissione, referente Fran-cesco Sammaritano, sono stati focaliz-zati su un' attenta analisi dei processidi decentramento politico-istituziona-le che in questi ultimi due anni sonostati avviati in alcuni Paesi dellasponda sud del Mediterraneo e neiPaesi dell'allargamento. Si è fatto rife-rimento, in particolare, alla costitu-zione del Centro di Coordinamentosociosanitario euromediterraneo e al-l'ormai consolidato rapporto di colla-borazione con l'Ismett e con l'Anfe.Sammaritano ha altresì prospettato aimembri della commissione, una pro-posta che è stata prontamente accolta,di collaborare per la realizzazione didue iniziative progettuali in itinere: ilCoppem l'Ismett hanno prospettato lapossibilità di realizzare in tempi ragio-nevolmente un'iniziativa di una scuo-la di formazione per personale sanita-rio e parasanitario proveniente daipaesi arabi aderenti al Coppem. Ogni

OTTOBRE 2007|1

PACE E STABILITÀ LA SFIDA PER L’EUROPALE POLITICHE DI PARTENARIATO AL CENTRO DELL’XI ASSEMBLEA DEL COPPEM

NINO RANDISI

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specialistici standardizzati presso le fa-coltà aderenti all’iniziativa. La pre-sentazione ufficiale del progetto av-verrà nell'ambito dei lavori della Icommissione in occasione della XIIAssemblea generale del Coppem del 1Dicembre 2007. Nell'ambito della IICommissione è intervenuta Alesan-dra Prudente project manager del Pro-getto pilota C2C Relate, che prevedela realizzazione di strumenti e metodiper definire nuovi scenari della cittàmultietnica attraverso una rete di la-boratori territoriali di pianificazioneurbana partecipata in quattro aree:Palermo, Villa San Giovanni, Croto-ne e Valencia. Ilia Mazzone, neo refe-rente della II Commissione ne ha illu-strato le nuove attività. A confermadell'indirizzo di avviare un rapportodiretto con la Commissione Europea èstato contattato il responsabile dell'a-rea Euro-Mediterranea della Direzio-ne Generale Giustizia, Libertà e Sicu-rezza. Questi ha sottolineato il forteruolo delle autorità locali in tema diMigrazione, comunicando gli ultimiorientamenti relativi alla gestione delfenomeno migratorio da parte dell'U-nione Europea, volti a favorire la cir-colazione legale di persone provenien-ti dai “paesi terzi” disposti ad impe-gnarsi attivamente per contrastare lemigrazioni clandestine. Ilia Mazzoneha presentato quindi il progetto di un

documentario sulle migrazioni nell'a-rea euro-mediterranea, con specificoriferimento al Maghreb e al MedioOriente e in relazione al fenomenodell'emergenza delle traversate clan-destine, che mettono a rischio la vitadi migliaia di persone. Lo scopo deldocumentario è fare capire cosa c'èdietro al volto del migrante, le realtàda cui proviene, i motivi che lo hannospinto a lasciare la propria terra (chesono diversi da caso a caso: chi fuggedalle guerre, chi parte perché non haniente da perdere, ma anche chi è di-plomato o laureato e vuole valorizzareil proprio percorso di studi). Per la III

Commissione è intervenuto PaoloCarrara, il quale ha presentato ai par-tecipanti due importanti documentiredatti dalla Commissione Europea,riguardanti “Il riesame del Libro bian-co sulla mobilità del 2001” ed il “Li-bro verde, verso una politica maritti-ma dell'Unione Europea”. L'analisi el'approfondimento sulle tematiche le-gate ai trasporti ed alle reti di comu-nicazione non può prescindere dall'a-nalizzare il Libro Bianco sulla politicaeuropea dei trasporti fino al 2010 ap-prontato dalla Commissione Europeanel 2001. A fronte di una domanda

sempre in crescita, la risposta della co-munità europea non dovrebbe limitar-si alla creazione di nuove infrastruttu-re ma dovrebbe invece rispondere allacreazione di un più moderno ed effi-ciente sistema dei trasporti tale da ri-sultare sostenibile sia dal punto di vi-sta economico che ambientalmentesostenibile. Sono previste una serie dimisure, realisticamente praticabili,volte a rilanciare una politica dei tra-sporti non più incentrata sul “traspor-to su gomma” ma tendente a valoriz-zare le politiche d'investimento in in-frastrutture legate alle ferrovie, allevie navigabili interne, ai trasporti ma-

rittimi ed alle operazioni intermodali.I trasporti marittimi e quelli fluviali (non ancora pienamente sfruttati dallepolitiche della Comunità Europea)sono di fondamentale importanza perle operazioni intermodali ed il loro ri-lancio presuppone le cosiddette “ au-tostrade del mare” vere e proprie al-ternative agli itinerari via terra, e conesse il trasporto fluviale, naturale al-leato delle stesse. I lavori della IVCommissione, sono stati illustrati dalreferente Natale Giordano il quale hadato notizia dell'avvenuto finanzia-mento da parte dell'Unione Europea

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XI ASSEMBLEA GENERALE

Cuffaro, Motta e Hussein

al centro, Roberto Mazzarella Fabrizio Campisi

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terranea Anna Lindh per il Dialogotra le Culture (ALF), con la quale ilCoppem sta per ultimare un Memo-randum of Understanding. Le attivitàdi partnership con la ALF prevedonola realizzazione ad Alessandria d'Egit-to, nel maggio del 2007 della Bienna-le dei Giovani Artisti, al cui SteeringCommittee partecipa il Coppem, uni-tamente al Governatorato di Alessan-dria, alla Biblioteca Alessandrina e allBjicem. Un'altra attività comune trala Alf e il Coppem è il progetto Cul-ture of Water, progetto pilota sullacultura dell'acqua e i suoi aspetti lega-ti ai processi sociali, ambientali ed ar-tistici. Nell'ambito di tale progetto,che prevede inoltre la partecipazioneanche della World Water Fellowship,della Fundacion Nueva Cultura del-l'Agua e della Biblioteca Alessandri-na, oltre che dell'Istituto Svedese diCultura di Alessandria d'Egitto che neè il capofila, si tratteranno i temi de “Igrandi fiumi e le civilizzazioni” e “Ge-mellaggi tra Città fluviali e tra le co-munità delle aree rurali umide”. Infinele attività della V Commissione sonostate presentate dalla referente Gio-vanna Cirino che ha preannunciato ilsostegno operativo della Commissionealla presentazione della Carta Europeaper l’eguaglianza e le pari opportunitàche sarà presentata ufficialmente alPalazzo dei Normanni di Palermo.

dei seguenti progetti: Ecomemaq eMedins, entrambi presentati nell'am-bito dell'Iniziativa Comunitaria Inter-reg III, rispettivamente area Archi-med e Medocc. Il progetto Ecome-maq, di cui il Coppem è capofila, ve-

de un partnerariato composto dal PITDemetra (Italia), dalla Regione diCreta (Grecia), dalle Università diBari (Italia) e Atene (Grecia) e dalloIAMB, centro di eccellenza nella ri-cerca di Bari (Italia). Il progetto vedeinoltre la presenza, in qualità di osser-vatore del Ministero dell'Ambientedella Repubblica Araba di Libia e l'as-sistenza tecnica di Pragmata (San Ma-rino). L'obiettivo del progetto è dipromuovere lo sviluppo sostenibile,attraverso la gestione del patrimonioambientale mediterraneo, valorizzan-do in particolare la ricchezza dellamacchia mediterranea, anche attra-verso la realizzazione di alcuni proget-ti pilota, che coinvolgeranno i partnergreci del Coppem. Infatti si prevede direalizzare alcune delle attività del pro-getto a Chania – Creta e a Nea Hal-kedonia – Attica. L'importo del finan-ziamento totale è di 1.310.000 Euro ela durata del progetto è di 18 mesi e siconcluderà nel dicembre del 2007.

Giordano ha poi esposto i contenutidel progetto Medins, finanziato nel-l'ambito dell'Interreg III Medocc. Il Coppem, in qualità di partner, cure-rà, nel progetto, gli aspetti relativi al-la diffusione e alla sensibilizzazione deirisultati e ha ricorperto il ruolo di ge-stione del partenariato transnazionale,per ciò che attiene le Autorità Locali.Infatti, del progetto fanno parte la Re-gione di Murcia e il Comune di Jaenper la Spagna, il Comune di KhaliviaTouriku e l'Associazione dei Comunidella Regione Attica. In Medins, inol-tre, per la prima volta nell'ambito del-l'iniziativa Interreg III, è compresa lapossibilità di prevedere un confinazia-mento Meda per i partner provenientidai Paesi partner mediterranei. Nellafattispecie saranno coinvolti nella rea-lizzazione del progetto che ha un bud-get di circa 900.000 del Fondo Euro-peo di Sviluppo Regionale, oltre a cir-ca 600.000 provenienti dal budgetMeda, la Regione di Rabat – Salè –

Zamour – Zaer e la Municipalità diRabat per il Marocco, il Facm per l'Al-geria e il Governatorato di Keirouan ela Municipalità di Biserta per la Tuni-sia. Giordano ha fatto riferimento airapporti con la Fondazione Euromedi-

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XI ASSEMBLEA GENERALE

Lino Motta e Nikolas Papamikroulis

Ahmad Al Adsani

Salvatore Cuffaro e Wijdan Bint Fawaz Al Hashimi

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EUROMED SOSTENUTO DA NUOVI PROGETTILA POLITICA DI VICINATO FAVORIRÀ LA COOPERAZIONE CON I PAESI DELLA RIVA SUD

ON. UGO INTINI VICE MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI

Sono venuto volentieri a portare il sa-luto del Governo in occasione di que-sta XI Assemblea Generale del Cop-pem dedicata alle politiche mediterra-nee in vista del 2010. Vorrei subito ri-cordare che il Ministero degli Esteri haseguito fin dall'inizio le fasi costitutivedi questo Comitato, che attraversol'impegno della Regione Siciliana si èfatto interprete di quegli obiettivi sucui, dal 1995, poggia il Processo di Bar-cellona, promuovendo iniziative per ilrilancio delle relazioni euro-mediterra-nee tra Comuni, Province e Regionidelle due sponde. È trascorso più di undecennio da quando fu indicata, nellaDichiarazione di Barcellona, quale sco-po prioritario dell'esercizio, la creazio-ne di un'area di libero scambio nellaregione da realizzare entro il 2010.Questa data, oramai relativamente vi-cina, ci induce ad alcune riflessioni cir-ca le prospettive aperte dal Partenaria-to euro-mediterraneo. A uno sguardodi insieme sembra chiaro che questoforo di dialogo a 37 è un percorso infieri che deve ancora esplicare tutte le

sue potenzialità, che per il momentoha dato risultati deludenti. Si tratta in-fatti di un disegno ambizioso, che haincontrato però troppi ostacoli sul suocammino, in primis, come noto, il dif-ficile confronto fra le parti coinvoltenel Processo di Pace in Medio Orientee le gravi crisi che hanno caratterizzatola regione nell'ultimo decennio. Ma èun foro indispensabile alla cooperazio-ne: l'unico in cui Israele siede accantoa Paesi che non lo riconoscono e concui non intrattiene normali relazionidiplomatiche. La grande novità intro-dotta in seno al Processo di Barcellonasi fonda d'altra parte su un diverso ap-proccio diplomatico ai Paesi dellasponda sud, ispirato al principio di co-ownership, su una base dunque di effet-tivo partenariato rispetto alla coopera-zione di stampo tradizionale. Per que-ste ragioni riteniamo che l'impianto ela filosofia del Partenariato Euro-Medi-terraneo siano tuttora validi, in quantola costruzione di un'area di pace e sta-bilità nella regione costituisce unapriorità e una sfida non solo per noi maper l'Europa intera. Lo stesso obiettivodella creazione di una zona di liberoscambio euro-mediterranea rappresen-ta un traguardo cruciale che non potràcerto rispettare la scadenza prevista del2010, ma che cercheremo di consegui-re in un orizzonte temporale non trop-po lontano, grazie soprattutto agli sfor-zi congiunti dei Paesi europei e medi-terranei più lungimiranti. Con questiobiettivi abbiamo svolto un'intensa at-tività diplomatica, di concerto con glialtri Partners like-minded, al fine di ri-dare impulso alla cooperazione euro-mediterranea tramite progetti concretiin settori di diretto interesse per le po-polazioni: in particolare, primo puntola cooperazione contro il terrorismo ein materia di protezione civile; secon-do punto il rafforzamento della facilitydel Fondo Euro-Mediterraneo d'Inve-

stimento e Partenariato (FEMIP), ulte-riori iniziative a favore del settore pri-vato e la cooperazione su ambiente eenergia; nel terzo punto, il dialogo in-terculturale, gli scambi tra studenti, ilruolo della donna, nel quarto punto lacooperazione in materia migratoria.Sempre in questa logica ci siamo ado-perati affinché la Politica di Vicinatopotesse offrire nuove ed efficaci dimen-sioni di cooperazione ai Paesi dellasponda sud. Anche grazie alla nostraazione, la Commissione si è impegnataa rispettare la precedente ripartizioneesistente tra fondi MEDA (vecchiostrumento finanziario per i Paesi part-ner del Mediterraneo) e TACIS Tech-nical Assistance to the Common-wealth of Independent States), rispet-tivamente già destinati ai Paesi medi-terranei e a quelli dell'Est, come basedi partenza della programmazione 2007– 2013. A questo proposito voglio ri-cordare che una componente specificadel nuovo strumento finanziario ENPIè costituita dalla cooperazione trans-frontaliera, nel cui ambito è possibilefinanziare “programmi congiunti” tra iterritori degli Stati membri e dei Paesivicini che condividono una frontieraterrestre o marittima. In questo ambitorivestono per noi particolare interesseil programma “Italia – Tunisia” (checoinvolge la Regione Siciliana) e il“Programma Multilaterale per il Baci-no Mediterraneo”, di cui la RegioneSardegna è Autorità di Gestione. Desi-dero a questo punto sottolineare l'im-portanza che attribuiamo al metodo deldialogo come strategia delle relazioniper il raggiungimento degli obiettivi. Èin quest'ottica che abbiamo dato vita adue importanti strumenti della colla-borazione tra le società civili, qualil'Assemblea Parlamentare Euro-Medi-terranea e la Fondazione Anna Lindh.Il valore aggiunto della Fondazione ri-spetto ad altri organismi internaziona-

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XI ASSEMBLEA GENERALE

Ugo Intini

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re un'Università del Mediterraneo.Vorrei infine fare una breve riflessio-ne. Noi cercheremo di impegnarci perl'unità politica dell''Europa per avereuna Costituzione che sia il massimocomune denominatore. Però dobbia-mo sapere che nell'area dell'euro dob-biamo andare più avanti. Intervenirein modo più efficace. Le monete sonoappese ad una politica comune e perquesto serve un'unica politica fiscale;lo strumento monetario, infatti, da so-lo, non basta per fare una politica eco-nomica unitaria e condivisa. Pensoche dobbiamo avere tutti questo obiet-tivo. Quanto ai diritti umani ed immi-grazione vediamo come troppo spessoil Nord e precisamente l'Europa, af-fronta questi temi con un atteggia-mento di arroganza nei confronti delSud. Ognuno, in questo caso, ha le suecolpe e le sue responsabilità. Senza l'u-nità politica dell'Europa non si arrivaa risolvere questo problema e a debel-lare le crisi medio orientali. Nel cam-po della pace, quindi è necessaria l'ini-ziativa politica dell' Europa, perchè ela più credibile di chiunque altro, edha il peso sufficiente per portare avan-ti questo obiettivo. Questa opportuni-tà storica l'Europa non deve mancarlaper assenza di unità politica.

li, d'altra parte, è proprio di essere unluogo di mediazione e di incontro fral'indirizzo politico indicato dai Gover-ni e le istanze della società civile. L'i-niziativa del Coppem ci sembra che simuova, in parallelo, su questo stessoterreno laddove, in sintonia con l'azio-ne del Governo, evidenzia lo sviluppodella dimensione umana nel Mediter-raneo come priorità della missione delComitato. In questo contesto abbiamoparticolarmente apprezzato la recenteistituzione del Premio Seme d'Arancia,attribuito nel 2006 al Presidente eme-rito carlo Azeglio Ciampi e alla Signo-ra Suzanne Mubarak. Il Coppem è inoltre concretamentepresente in tutti quegli ambiti di co-operazione che hanno acquisito mag-giore visibilità e spazio a partire dalDecennale di Barcellona. Penso allamateria sanitaria, un settore di puntaai fini della condivisione dei saperi edelle pratiche fra i Paesi della regione.Il contributo del Comitato per la rea-lizzazione del “Centro di coordina-mento socio-sanitario euromediterra-neo” in collaborazione con l'Ismett(Istituto Mediterraneo per i Trapiantie Terapie ad Alta Specializzazione) diPalermo, rappresenta, da questo puntodi vista, una tappa assai significativa

lungo questo percorso. Penso ancoraalla materia migratoria, introdotta alVertice di Barcellona dei Capi di Sta-to e di Governo come quarto volet delPartenariato per la complessità di trat-tazione delle tematiche sul piano so-ciale e giuridico, a fronte di una note-vole espansione dei movimenti di po-polazione fra le due sponde. Essa saràcome noto oggetto di un'appositaConferenza Ministeriale Euro-Medi-terranea, che si terrà a novembre inPortogallo. Infine desidero menzionareil settore educativo, che ha ricevutoun rinnovato impulso nel campo del-l'istruzione superiore. Proprio qui inSicilia, con le tre Conferenze di Cata-nia, di cui la prima nel 2003 durante laPresidenza italiana, l'Italia ha gettatole basi per la creazione di uno SpazioEuromed di alta formazione e ricerca.In tale contesto guardiamo con parti-colare interesse alla prima riunione deiMinistri dell'Istruzione Superiore edella Ricerca che si terrà in Egitto ilprossimo 18 giugno. La riunione de IlCairo costituirà l'occasione per l'ap-profondimento di tematiche per noicentrali e per un primo esame di ini-ziative volte a consolidare valori co-muni fra i giovani delle due sponde, frale quali vi è certamente l'idea di crea-

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XI ASSEMBLEA GENERALE

AL CAIRO CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLA GESTIONE DELLE CRISI E DEI DISASTRI

Un centro internazionale per proteggere l’ambiente nell’area euromediterranea nascerà in tempi brevi con l’apporto delle Autorità na-zionali e locali. L’iniziativa è stata lanciata a conclusione della Conferenza sulla gestione delle crisi e dei disastri nei paesi arabi e in quel-li euromediterranei tenuta al Cairo in 20 ottobre scorso. L’incontro è stato promosso dalla delegazione egiziana del Coppem, con l’ap-porto del “Centro Nazionale per la gestione delle crisi della Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica d’Egitto”, del “Forumeuromediterraneo per la pianificazione urbana e l’ambiente”, e della “Società araba per lo sviluppo umano”. Alla conferenza hanno parte-cipato i Ministri dei trasporti, dell’ambiente e del petrolio, i Governatori della regione di Qalyubiya e di Alessandria e numerosi tecnici edesperti provenienti dall’Egitto e dai Paesi Arabi.

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LA CRESCITA ECONOMICA ESSENZIALE PER LA SICUREZZAIL PROCESSO DI BARCELLONA DOVRÀ ELIMINARE IL DIVARIO ESISTENTE TRA NORD E SUD

ADLY HUSSEIN GOVERNATORE DELLA REGIONE DI QUALYUBIYA E VICEPRESIDENTE DEL COPPEM

Buongiorno a tutti. Vorrei iniziare conun saluto al vice ministro degli esteriIntini per il suo intervento eccellente.Permettetemi di ripetere alcuni ele-menti essenziali ribaditi dal vice mini-stro perché credo che quello che hadetto rappresenti un quadro importan-te per i rapporti tra Nord e Sud e per illavoro del Coppem. Il ministro Intiniha detto che quello che è stato realiz-zato dalla Conferenza di Barcellona èpoco. E questa è la verità. Nei governi e nei ministeri, negli entilocali e nel Coppem noi dobbiamospingere per cercare di colmare il diva-rio esistente tra Nord e Sud. Ho dettopiù volte che il Coppem può fare quel-lo che i governi non riescono a fare pro-prio perché noi rappresentiamo gli entilocali e abbiamo competenze ampie eflessibili che ci permettono di aiutare igoverni nell'applicazione degli accordidi Barcellona che costituiscono il terre-no di impegno del Coppem. Il secondotema è quello riguardante il Mediterra-neo che deve tornare ad essere un maredi pace, così come ha detto Intini, e

questo si può realizzare solo con lo svi-luppo prima che con la sicurezza. Il pro-cesso di Barcellona ha puntato soltantosulla sicurezza senza guardare agli aspet-ti sociali ed economici. È stato un ma-dornale errore, perché la sicurezza nonporterà allo sviluppo vero, mentre losviluppo può portare alla sicurezza. Ilfatto che i paesi dell'Ue si siano con-centrati solo sulla sicurezza è sbagliato. Guardate gli Stati Uniti: quanti miliar-di di dollari hanno speso per sostenerela guerra contro l'Iraq? pensate, se solol’1% delle spese militari fosse stato de-voluto alla questione del Medioriente,avremmo amato l'America. Spero cheil responsabile degli Stati Uniti mi pos-sa ascoltare. Tuttavia la guerra, le ucci-sioni e le distruzioni sono la lingua cor-rente. Possiamo cambiare questa dram-matica dimensione con lo sviluppo e lapace. Il vice ministro Intini, ha parlatodi un possibile pericolo provenientedall' India e dalla Cina. Questa è unarealtà. Avevo già parlato dello stessoargomento in occasione della visita quia Palermo della signora Mubarak. È ve-

ro che la Cina è entrata in Africa e nelmondo arabo, senza precondizioni, concinque miliardi di dollari di aiuti e diprestiti agevolati. È diverso rispettoagli USA o all'Unione Europea chepongono innumerevoli condizioni pergli aiuti allo sviluppo legandoli allarealizzazione dei diritti umani, ma po-nendo tutte queste condizioni alla fineNoi del Sud siamo sfiduciati e vediamosolo ostacoli. La Cina entra. L' Ue do-vrebbe stare attenta perché nella casadei suoi vicini entrano estranei qualisono appunto i cinesi. Il vice ministroIntini ha accennato anche al fatto chedobbiamo interessarci della questioneterrorismo. Il Coppem sta preparandoun conferenza sul terrorismo, sulla im-migrazione clandestina e sulla crimina-lità organizzata e questa iniziativa com-porta un grande lavoro. Vorrei ricorda-re che dieci anni addietro, il nostropresidente Mubarak aveva ravvisato lanecessità di organizzare una conferenzainternazionale sul terrorismo ma nessu-no lo ascoltò. Fino a quando il terrori-smo ha raggiunto le case di coloro chese ne erano disinteressati, in America,a Londra, in Spagna in Francia e inmolti altri paesi. Il vice ministro Intiniha sostenuto che alcuni paesi non rico-noscono Israele ma vorrei ricordareche esiste un'iniziativa araba venutadall'Arabia Saudita che propone il ri-conoscimento di Israele in cambio delrispetto degli accordi dell'ONU. Tuttidovremmo appoggiare questa iniziativaaraba e dico che le politiche degli as-sassini, dei leader, della detenzione edel rapimento di Ministri palestinesinon porterà alla vera pace. Dall'altraparte il lancio di missili contro le casedegli israeliani non porterà a nulla.Avrei voluto parlare ulteriormente mail tempo è poco. Vorrei ribadire che ilCoppem può contribuire a una decisaazione volta a ridurre il divario traNord e Sud.

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da sinistra Adly Hussein e Nourredine Sbia

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Association of Local Authorities of theNetherlands (Organizzazione dei PoteriLocali dei Paesi Bassi), o la Network forDecentralised Cooperation in theMiddle East (Rete per la CooperazioneDecentrata in Medio Oriente), con Ci-tés Unies France al centro di tale azio-ne. L’obiettivo è quello di impegnare lemunicipalità nell’azione comune a fa-vore della pace e stiamo attualmenteredigendo una relazione su tale argo-mento che sarà analizzata nella prossi-ma sessione autunnale del Congresso.Ma stiamo anche rivolgendo la nostraattenzione al Marocco, la questionedella cooperazione con il Marocco saràcontenuta nell’ordine del giorno dellaCamera dei Poteri Locali durante laSessione Plenaria, a cui è prevista lapartecipazione di Omar Bahraoui, sin-daco di Rabat e presidente dell’Orga-nizzazione nazionale dei Poteri Locali,nonché I vicepresidente del Coppem.Naturalmente, i nostri piani e le nostrepolitiche non sono, e non dovrebberoessere, rivolti ad un solo paese o ad unasola regione. Noi tutti dobbiamo coin-volgere l’intera sponda sud del Mediter-raneo e spingerci perfino oltre. Attra-verso il Marocco possiamo raggiungeregli altri paesi del Maghreb. AttraversoIsraele e i Territori Palestinesi, possia-mo raggiungere il Libano che oggi sitrova sull’orlo della distruzione, o piut-tosto dell’implosione, e che non si è an-cora ripreso dalle operazioni militariisraeliane dell’anno scorso. Le nostrepolitiche fino al 2010 ed oltre devonoessere plasmate per condividere i nostrivalori e le nostre esperienze con i dovu-ti adeguamenti alle realtà locali, ini-ziando dalle basi di ogni comunità, nel-le città, nei paesi e nei villaggi propriodove la gente vive e lavora. Dobbiamocoinvolgere le organizzazioni dei poterilocali sulla sponda sud dove queste esi-stono già, dare loro aiuto ed assisterlenel raggiungimento dei propri obiettivi.

NUOVO SPAZIO PER LA COOPERAZIONE INTERTERRITORIALENECESSARIO IL COINVOLGIMENTO DI TUTTI I SOGGETTI INTERESSATI DELLE DUE SPONDE

IAN MICALLEF PRESIDENTE DELLA CAMERA DELLE AUTORITÀ LOCALI DEL CONGRESSO DEI POTERI TERRITORIALI DEL CONSIGLIO D’EUROPA

Il Congresso dei Poteri Locali e Regio-nali del Consiglio d’Europa, che rappre-sento in questa sede in veste di Presi-dente della Camera dei Poteri Locali, èben consapevole del crescente bisognodi sinergie e azioni comuni nello spazioeuromediterraneo. Tale azione va intra-presa su entrambe le sponde del bacinomediterraneo, coinvolgendo tutti gliattori a livello intergovernativo, parla-mentare, locale e regionale, così comela società civile e le ONG. Le nostrestorie sono intrecciate tra loro, ricchedi relazioni tra i popoli provenienti daentrambe le rive, e questi scambi hannodato vita a ciò che definisco “unità cul-turale” all’interno della regione euro-mediterranea, una perfetta piattaformaper il dialogo interculturale ed interre-ligioso fra le nostre comunità, sia a li-vello locale che regionale. Ciò di cuisiamo testimoni oggi nelle relazioni eu-romediterranee può essere descritto co-me il processo di riavvicinamento, chesta avendo luogo di pari passo con quel-lo ininterrotto dell’integrazione euro-pea, con l’allargamento dell’UnioneEuropea che adesso include 27 paesi maanche con l’allargamento del Consigliod’Europa, che ha recentemente accoltoil Montenegro in qualità di suo 47esi-

mo stato membro. Le ricadute dei varireferendum sul trattato costituzionaleeuropeo nel 2005 non hanno arrestatol’integrazione europea, come sostengo-no alcuni, ma hanno certamente acce-lerato lo spostamento di potere in cam-po politico, economico e sociale versoun livello territoriale, il livello della co-operazione interterritoriale. Adesso èdunque importante non sciupare questaoccasione storica ed includere in taleprocesso i nostri vicini più prossimi aSud. Diversi dettagli sono ancora da de-finire e mettere a punto in ambito isti-tuzionale europeo, ma posso dirvi qui eora che una siffatta idea ha suscitatoconsiderevole interesse in tutta l’areamediterranea. Ciò che riconosciamooggi è l’interdipendenza in un mondoglobalizzato dove il Nord ha bisognodel Sud ed il Sud del Nord. Infatti ilConsiglio d’Europa ha fondato il Cen-tro Nord-Sud per l'Interdipendenza e laSolidarietà Globale con sede a Lisbona,Portogallo. Recentemente abbiamoampliato le nostre attività in MedioOriente, cercando dei modi in cui lecittà europee possano aiutare i poterilocali e le relative organizzazioni inquella regione, quali ad esempio il Mu-nicipal Alliance for Peace (MAP), la

OTTOBRE 2007|7

Jan Micallef e, accanto, Muzzafer Baca

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UN “MESE PER IL MEDITERRANEO”PROPOSTO UN VASTO PROGRAMMA DI MANIFESTAZIONI PER L’INTEGRAZIONE

PAOLO COLIANNI ASSESSORE AUTONOMIE LOCALI REGIONE SICILIANA

In rappresentanza delgoverno siciliano, riaf-fermo il grande inte-resse per i problemidella regione eurome-diterranea, ancorchéne siamo una delle par-ti fondamentali e vi-viamo ogni giorno ladrammaticità della di-sperazione e della spe-ranza insieme. La Sici-lia ha rappresentatonel tempo un mixstraordinario di cultu-re, e non dimentichia-mo quello che gli Ara-bi ci hanno insegnato, così come nondimentichiamo le nostre valigie di car-tone quando i nostri migranti andavanoaltrove. Nessuno potrà mai fermare l’i-neluttabile processo della interazionefra i popoli e, soprattutto, il riequilibriodella ricchezza. Occorre soltanto stabili-re se è la politica che deve determinareil corso degli eventi o se, in questa so-cietà così complessa, dove le accelera-zioni sociali e l’esercizio del potere sonocosì parcellizzati e acefali, oppure sedobbiamo invece subire i cambiamentiche arriveranno dai popoli. Io pensoche la vera crisi della politica, o forsequella di noi politici, è quella che finia-mo per inseguire i cambiamenti e nonper determinarli. Io penso che sia venu-to il tempo nel quale, e per il quale, for-se dovremmo ascoltare di più la gente, ipopoli e non solo le ragioni dell’econo-mia.. La Sicilia si propone di essere ter-ra di frontiera da questo punto di vista.Un altro problema che ritengo vitale èquello relativo agli aspetti della comu-nicazione, intesa come metodologie emodelli sistematici entro i quali si devemuovere l’interazione fra i popoli. Io so-no personalmente convinto che nonservano più i big event, non servano piùmanifestazioni estemporanee, occorre

invece provare a creare momenti piùduraturi e temporalmente più significa-tivi, e in tal senso noi stiamo proponen-do che proprio in Sicilia , con il contri-buto del Marocco con cui abbiamo giàparlato e della Tunisia, con cui ci appre-stiamo a parlare, ma vorrei dire con tut-ti i popoli frontalieri possa nascere il“Mese per il Mediterraneo”. Un mese incui tutti gli eventi possano stare insiemeper rappresentare la Primavera del Me-diterraneo, perché la politica possa par-lare con politica, determinando lo statodell’arte dell’interazione, gli intellettua-li possano parlare con gli intellettuali, sipossano condividere giornalismo, arte,poesia. Io penso che noi abbiamo ilcompito di guardare agli errori dell’Eu-ropa, che ha costruito la sua unità sindall’inizio solo sugli aspetti economici.Io penso che sia venuto il tempo di ri-umanizzare i processi di interazione fra ipopoli; bisogna fare in modo che sia ve-ramente l’uomo al centro del cambia-mento. Gli intellettuali, oltre che i po-litici, hanno un grande compito di gui-da che in questa società da un po’ ditempo hanno perso. Io vedo tanto vigo-re, tanta capacità, tanta voglia di cre-scere nei popoli del Sud del mondo, e lipenso migliori di noi sul piano della ri-

cerca intellettuale delcambiamento, perchésono le motivazioni ele aspirazioni che fan-no gli uomini grandie non il denaro. Ab-biamo il dovere di at-tivarci insieme perpromuovere soprat-tutto in terminiemergenziali l’acco-glienza in riposta alladisperazione e allasperanza. Ho sottoli-neato al Ministro de-gli Interni italiano, alMinistro delle Politi-

che sociali, che di 21.000 uomini e don-ne che approdano ogni anno a Lampe-dusa, 1500 sono bambini, ragazzi nonaccompagnati al di sotto dei 18 anni. Su1500 ne vengono identificati soltantopoco più di 300. Mille diventano invisi-bili e camminano per le strade della no-stra Sicilia, dell' Italia e dell'Europa, etutto perché manca un vero dialogo frai popoli. Basterebbe oggi scambiarsi in-formazioni telematiche per assegnare unnome reale o virtuale a questi giovani,dargli un’anima e una coscienza, accom-pagnarli verso le loro speranze nella le-galità e non farli diventare preda dellacriminalità organizzata, della mafia, deltraffico di organi e della povertà cheumilia. E allora, siccome io penso che lapiù grande delle patologie sia la solitu-dine, noi oggi abbiamo un dovere: rom-pere le solitudini soggettive e culturalidei popoli e cominciare a dare il tempogiusto, l’attenzione giusta a un problemacosì importante. Ecco perché propongoa voi nel futuro prossimo (noi pensiamoad aprile del 2008) di attivare un’inizia-tiva proprio in Sicilia, che possa far par-lare di Mediterraneo per un mese poeti,artisti, politici, intellettuali tutti insie-me, perché il cambiamento possa nasce-re dal dialogo fra i nostri popoli.

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XI ASSEMBLEA GENERALE

da sinistra: Fabio Pellegrini e Paolo Colianni

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ponte tra Est e Ovest per le navi, o peri mezzi di trasporti o per le attivitàcommerciali. Il Mediterraneo, per me,è il centro del mondo. Riguardo allacrisi in quest'area, sappiamo che ci so-no stati importanti punti di svoltanelle nostre comunità lungo la spondaSud del Mediterraneo. Ovviamentenon vado nel dettaglio ma sapete be-ne a cosa mi riferisco. Ogni volta che si presentano questio-ni riguardanti il Libano o il processodi pace, si verifica contemporanea-mente un attacco terroristico, nonsappiamo istigato da chi: fatti negativiche controbilanciano i fatti positivi. Ilterrorismo continuerà fino a quandoci saranno ingiustizia e doppie regoledi trattamento. L'Europa dovrebbe ri-pristinare il suo posto originale nelmondo della politica internazionale.Sono in Italia da sette mesi. Non sonouna diplomatica di carriera, ho lavo-rato nel mondo dell'Università. L' Eu-ropa deve trovare una soluzione perPalestina e Israele. Sono rimasta mol-to colpita dall'Italia, e dalla sua attivi-tà in campo europeo. I problemi e lequestioni che abbiamo di fronte né l'I-talia né gli Usa da soli potranno ri-uscire a risolvere. Il terrorismo nonviene cancellato con la guerra e con leaggressioni. Deve finire l'ingiustizia.Occorre chiedersi,ad esempio, perchènella Striscia di Gaza ci sono tanti ter-roristi. Non c'è lavoro, le scuole sonochiuse quasi per tutto l'anno. Questosignifica che tutti possono essere gui-dati sulla cattiva strada come succedein Iraq e come potrebbe succedere nelLibano. Vogliamo ringraziare gli orga-nizzatori di questo incontro e sonoconvinta che con il concorso di tutticontribuiremo a favorire lo sviluppo ea diffondere la giustizia nell'interesse,non solo delle popolazioni mediterra-nee, ma anche dell'intera comunitànazionale.

IL PROCESSO DI PACE DESTABILIZZATO DAL TERRORISMOELIMINARE LE DISEGUAGLIANZE PER SUPERARE LE ATTUALI DIFFICOLTÀ

WIJDAN BINT FAWAZ AL HASHIMI AMBASCIATRICE DI GIORDANIA IN ITALIA

È un grande piacere essere qui in Sici-lia che insieme con la città di Cordo-ba, è stata per le civiltà islamiche ilponte verso l'Europa e andando oltrele civiltà giudaiche, cristiane e marca-to il rinascimento. Uno dei contributipiù importanti alla cultura e alla Sici-lia, è stato dato dal brevissimo periododel dominio islamico in Sicilia. Sipensava che si fosse in presenza di undisastro per i siciliani, ma invece quelperiodo costituì un vero e proprio ri-nascimento di cui rimane una testi-monianza a livello mondiale. Le que-stioni legate al Mediterraneo e all'areaeuromediterranea sono stati da me af-frontate sin dal lontano 1994: il mioprimo contatto avvenne con la laFondazione Mediterraneo di Napoli esuccessivamente col centro Nord- Suddi Lisbona. Attraverso scambi culturali abbiamodisvelato le differenze tra questi popo-li e abbiamo colmato le differenze cul-turali che la gente pensava esistessero.Parliamo adesso di alcuni programmifondamentali sostenuti dal Coppemper queste regioni, partendo propriodalla cultura e dalle istituzioni cultu-rali nell'area. Occorre inoltre aiutarea costruire la società civile e agevola-re la conoscenza, seminare l'accetta-zione tra le diverse culture e nazioni.Accettazione per me non significa tol-leranza. Il concetto è diverso: accetta-re significa accettare tutto in blocco,positivo e negativo, la cultura dell'al-tro, la religione. Un secondo program-ma da portare avanti è quello relativoall'assistenza sanitaria, che allieveràcertamente la qualità della vita dellepopolazioni locali. Per lo sviluppo an-che le Banche si occuperanno di que-sto problema. La pianificazione urba-nistica è molto importante. Non sonopoi tanto d'accordo con quanto soste-nuto da Romano Prodi. Il Mediterra-neo, come dice il Presidente, non è un

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Wijdan Bint Fawaz Al Hashimi

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LO SVILUPPO CONDIZIONATO DALLA CRISI IN MEDIO-ORIENTEINDISPENSABILE SCIOGLIERE QUESTO NODO PER AVVIARE UNA STAGIONE DI PROSPERITÀ

MOHAMED ASHRAF GAML ELDIN RASHED AMBASCIATORE DELLA REPUBBLICA ARABA D’EGITTO

È per me un grande privilegio unirmi avoi oggi e rivolgermi a una così impor-tante assemblea. Ricordiamo ancora vi-vidamente e con grande apprezzamentogli onori resi lo scorso novembre dalCoppem alla Signora Suzanne Mubarakper il suo ruolo emblematico e i suoisforzi nella promozione di valori qualipace e prosperità in Egitto, nel Mediter-raneo ed oltre. Noi egiziani, e sono sicu-ro anche voi e molti altri, siamo orgo-gliosi e lodiamo i suoi risultati. Inutiledire che questa riunione avviene in unmomento nel quale la nostra regione, ilMediterraneo sta affrontando sfide edopportunità di prim’ordine. Più che inpassato, siamo davanti ad un vero e pro-prio crocevia. Il Coppem certamentefornisce un importante forum per lavo-rare insieme con impegno reciproco alfine di rafforzare la cooperazione tral’Europa, in particolare l’Italia, proprioattraverso il Coppem, e le sponde suddel Mediterraneo e con l’obiettivo dicreare un’area di pace, stabilità e pro-sperità condivisa da tutta la regione me-diterranea. Tale obiettivo si basa su for-ti legami storici, un patrimonio cultura-le comune e lezioni apprese durante inumerosi incontri che abbiamo organiz-zato nel corso degli anni. Credo che un

approccio globale, da un lato, debbasempre guidare i nostri sforzi nella defi-nizione delle azioni da intraprendere,non solo per quanto concerne gli aspet-ti politici o in materia di sicurezza, maanche riguardo al divario economico etecnologico e, dall’altro, promuovereulteriormente i nostri scambi commer-ciali, gli investimenti insieme a coope-razione culturale e relazioni umane. Atale riguardo, vorrei sottolineare l’im-portanza di alcuni fattori:1) La cooperazione all’interno del par-tenariato Euromed dovrebbe tener con-to delle priorità di entrambe le spondein maniera equa, riflettendo il principiodi compartecipazione, il che richiedeconsultazione e condivisione del pro-cesso decisionale tra due partner che so-no sullo stesso piano.2) Noi attribuiamo grande importanza aldialogo politico che riguarda fondamen-tali questioni regionali e non, e in parti-colar modo, la questione israelo-palesti-nese, che rappresenta l’ostacolo maggio-re al conseguimento di pace e stabilitànella regione. Sono convinto che con-corderete con me nell’ammettere che laquestione palestinese rimane il nucleodella tensione mediorientale con impli-cazioni di vasta portata che interessano ilMediterraneo, l’Europa ed oltre. Il nodofondamentale del problema è che l’occu-pazione è ancora in corso.3) L’attuale situazione internazionale hadimostrato la mancanza di comprensionereciproca fra le culture. È dunque neces-sario bandire tutti gli stereotipi e le “im-magini dell’altro” e condividere la difesadei diritti umani, i valori democratici, lacondanna di qualsiasi forma di xenofo-bia, consolidando la solidarietà fra le duesponde del Mediterraneo nel mutuo ri-spetto ed accettazione dell’altro.4) Abbiamo bisogno di maggiore enfasinella promozione della cooperazioneeconomica, nella liberalizzazione degliscambi così come nell’aumento di flussi

di investimenti nell’area mediterraneapoiché tali fattori possono contribuire al-la creazione di occupazione ma anche dimettere a punto programmi di coopera-zione a favore del trasferimento di tecno-logie. Una maggiore cooperazione nelsettore dell’istruzione e dello scambio distudenti è anch’essa fondamentale, cosìcome rafforzare i rapporti tra le Universi-tà, consolidare le possibilità delle nostreistituzioni dedicate all’apprendimento,sviluppare la formazione tecnica e profes-sionale e soddisfare la domanda del mer-cato del lavoro. Apprezziamo immensa-mente il supporto che ci viene dato dal-l’Italia in tal senso. Ma vale la pena di ci-tare in questa sede che l’Egitto ospiterà agiugno di quest’anno la Conferenza Mi-nisteriale Euromed su Istruzione Superio-re e Ricerca Scientifica.5) Riguardo all’argomento immigrazio-ne, esiste la necessità di rafforzare la ge-stione dei flussi migratori in un modoglobale ed equilibrato che possa avereeffetti benefici su tutti i popoli della re-gione mediterranea, rispettando al con-tempo i diritti dei migranti.Infine, vorrei esprimere un sentimentopersonale che provo da quando sonostato invitato a Palermo per la primavolta dall’On. Motta, circa sei mesi fa.Io qui mi sento a casa. Ciò non è solodovuto alla calorosa accoglienza da par-te di questo popolo così cordiale, lo at-tribuisco anche alle affinità e caratteri-stiche che condividiamo e che ci hannosempre più ravvicinato al popolo sicilia-no e, certamente, mi sento a casa per-ché credo fermamente nella condivisio-ne del nostro patrimonio culturale edella nostra storia ma anche di un futu-ro comune. Tale condivisione ci dà l’e-norme responsabilità di continuare a la-vorare insieme per promuovere la co-operazione, il mutuo rispetto e realizzarel’obiettivo comune di stabilire un’areadi pace e prosperità nella nostra regio-ne, il Mediterraneo.

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Mohamed Ashraf Gaml Eldin Rashed

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Barcellona vuol essere una carta di prin-cipi e di obiettivi che tende a far pro-gredire economicamente tutti i paesi delbacino del Mediterraneo. Ma allora, co-me possiamo giustificare, paradossal-mente, l'amplificarsi delle disparità disviluppo tra le due rive? Il Marocco, perl’appunto, conferma la sua adesione aquella dichiarazione come lo dimostra lasfilza di misure prese in più settori a co-minciare da quelli dei diritti umani edegli incentivi agli investimenti. Tutta-via, ciò non è stato decisivo. Questa si-tuazione fa riflettere per vari motivi eimpone ai paesi del Nord di ripensarediversamente le loro politiche. I paesidell'Europa sono invitati a superare laloro politica individualista e a consoli-dare una volontà politica di tutti i paesidell'Unione Europea per partecipare epromuovere il bacino mediterraneoquale spazio di libero scambio economi-co e commerciale. Se non sarà possibilerispettare la data del 2010 occorrerà in-dicare una scadenza ravvicinata. È certoche i paesi del Sud sono pronti a favori-re le condizioni materiali e morali percondurre a buon fine il progetto di so-cietà moderne del Mediterraneo.

AUSPICATE PER IL MEDITERRANEO NUOVE POLITICHEI TEMI DELLO SVILUPPO E DELLA DEMOCRAZIA SOPPIANTATI FINORA DA QUELLI DELLA SICUREZZA

OMAR EL BAHRAOUI SINDACO DELLA CITTÀ DI RABAT

Il Mediterraneo ha costituito lungo lasua storia la culla della civiltà umana. Èstato un ponte di comunicazione, unospazio do coabitazione tra i popoli e unluogo di melting-pot di culture che sisono susseguite nelle due sponde. Con-sapevole che le nuove sfide politiche,economiche e sociali dell’una e l’altrasponda del Mediterraneo costituisconocomuni sfide, il Marocco ha aderito ainobili principi del partenariato con lafirma della dichiarazione di Barcellona

adottata durante la conferenza eurome-diterranea del 27 e 28 novembre 1995.Tuttavia, alla luce degli eventi interna-zionali e dello stato di stasi del processo,risulta necessario analizzare questo pro-cesso e valutarne i risultati per proporresoluzioni atte a colmare le sue lacune egarantire pari opportunità ai popoli delMediterraneo. Nonostante il nostro ap-prezzamento per i passi compiuti sullavia della attuazione degli obiettivi diBarcellona, i risultati raggiunti fin quihanno generato presso i popoli del Sudun sentimento d'incertezza nel sensoche l'aspirazione dell'Unione Europeaad un’area di libero scambio e la sua in-sistenza riguardo ai problemi della sicu-rezza e dell'immigrazione hanno preval-so su tutto il progetto del partenariatoportando alla emarginazione delle que-stioni relative allo sviluppo economicoe sociale così come di quelle relative alprogresso democratico e alla crescita ci-vile. In effetti, l’allargamento del diva-rio tra i paesi del Nord e Sud, l’aumen-to del razzismo e dell’estremismo e ilproblema dell'immigrazione clandestinacostituiscono difficili sfide da affrontare.Infine, è vero che la dichiarazione di

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Omar el Bahraoui

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PROGETTI E FINANZIAMENTI ALLE AUTOMIE LOCALIANCORA INSUFFICIENTE LA RISPOSTA DELL’UE ALLE ATTESE E ALLE ESIGENZE DELLE COMUNITÀ

FABIO PELLEGRINI PRESIDENTE FONDATORE DEL COPPEM

Anch’io ringrazio il Vice Ministro degliEsteri on. Ugo Intini per essere oggi quicon noi e per l’attenzione che presta al-le nostre attività. Voglio approfittare diquesta circostanza per esprimere alcuneriflessioni e considerazioni che scaturi-scono dall’esperienza ormai di oltre set-te anni (iniziata nel luglio 2000 a Gaza)del Coppem. L’importanza strategicadell’area mediterranea (Golfo, Paesitrans-caucasici e dintorni) è ampiamen-te riconosciuta anche per la sua dimen-sione mondiale e non solo subcontinen-tale o regionale. Lo è per la naturale dis-ponibilità di risorse (energetiche) e perle tensioni politiche e militari che de-terminano instabilità e insicurezza chevanno oltre l’area geografica. L’insoluta questione israeliano-palesti-nese è una delle cause che alimentanorisentimento e ostilità verso i Paesi oc-cidentali e rappresenta la madre di tuttele violenze. Dev’essere obbligo categori-co da parte di tutti dare soluzione ai pro-blemi dell’area costituendo due Stati in-dipendenti e sovrani (palestinese edisraeliano) nella sicurezza di entrambi.L’efficacia delle attività del COPPEMderiva dalla consapevolezza dell’interes-

se comune, dal riconoscimento del va-lore e dell’importanza delle diverseesperienze e tradizioni, da quel dialogointerculturale che è l’unico metodo co-struttivo per trovare le migliori soluzio-ni ai problemi e per costruire una co-operazione pacifica tra i popoli garan-tendo sviluppo e sicurezza. Parlando didialogo interculturale un augurio, rivol-gendomi all’amico Hussein, che la con-ferenza del Cairo prevista per la metà digiugno sia soltanto rinviata e non an-nullata definitivamente. In verità le emergenze, nel Mediterra-neo, sono molte e di diversa natura. Leelenco alcune, senza ordine d’importan-za e gravità. Quella demografica: i 22Paesi del Bacino del Mediterraneo rap-presentano il 5,7% della terra emersa,ma vi è concentrata il 7% della popola-zione mondiale e nel 2025 potrebbe rag-giungere ben 244 milioni di abitanticon un’alta percentuale di giovani; ilproblema dell’occupazione e della ne-cessità di creare milioni di posti di lavo-ro, sia per ridurre le tensioni sociali, siaper contenere l’emigrazione (con formedi depauperazione doppiamente negati-va) e vincere la lotta contro quella clan-destina e la criminalità organizzata.Quella idrica e la disponibilità di acquapotabile; si dispone meno di 1000 metricubi pro-capite ed il 38% della risorsaidrica viene perduta nel trasporto.Quella ambientale, dall’inquinamentomarino alla cancellazione di 20 milachilometri di coste (rocciose e sabbiose)su un totale di 46 mila chilometri conuna proiezione al 2025 di perdere altri 3mila chilometri, anche per una urbaniz-zazione non controllata che ha vistocrescere il numero delle città costiere,passando dalle 318 del 1950 alle 584 del1995, con una densità di popolazione da580 abitanti/km di costa del 1950 a1530 del 2000. Quella dell’autoapprov-vigionamento alimentare, destinata adaumentare per la crescita demografica,

soprattutto di cereali. Questo aspetto ri-chiama il lungo negoziato del WTO(l’Organizzazione del Commercio Mon-diale) con il quale dovremmo dare, daparte dell’Unione europea e degli altriPaesi occidentali, Usa in testa, una ri-sposta positiva ad un diverso assetto, piùequilibrato, delle relazioni internaziona-li e dei mercati mondiali: è in questocontesto che va realizzata una vera poli-tica dello sviluppo e della lotta alla mi-seria, alle malattie ed alla morte per fa-me. L’Unione europea con il processo diBarcellona del 1995 e poi con la nuovaPolitica Europea di Vicinato sta cercan-do una più articolata strategia euro-me-diterranea, ma i risultati non sono anco-ra pari alle attese ed alle necessità. Sidovrebbe dare più spazio ai poteri terri-toriali nel partenariato, soprattutto perla realizzazione di progetti e una più ef-ficace utilizzazione delle risorse finanzia-rie. Ma soprattutto istituendo un orga-nismo permanente rappresentativo dieletti locali e regionali da affiancare al-l’Assemblea Parlamentare euromediter-ranea già costituita. Il peggioramentodelle tensioni e della sicurezza imponeall’Unione europea di allargare la fine-stra del dialogo israeliano-palestinese epromuovere iniziativa più incisive sulpiano politico e diplomatico. Anche sotto questo aspetto emergono leconseguenze negative di una Unioneeuropea politicamente impotente per lamancanza di una politica comune e distrumenti politico-istituzionali sovrana-zionali per poter agire e parlare con unasola voce. Il Trattato per una Costitu-zione europea, al Vertice di Berlino èstato praticamente accantonato. Noinon ci attendiamo che con la CIG sifaccia di più e meglio di quanto uscitodalla Convenzione europea, ma confi-diamo nella serietà e nell’impegno presodal governo italiano di non accettarenessun compromesso al ribasso. Bene,siano i Paesi favorevoli ad una Europa

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XI ASSEMBLEA GENERALE

Fabio Pellegriniì

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fico ed aggiuntivo alle politiche comu-nitarie come per esempio in materia disicurezza, lotta all’emigrazione clande-stina e nella lotta alla criminalità orga-nizzata, di politiche per l’ambiente, delmare, dei trasporti, ecc. Per concludere:ci sono ancora le condizioni per evitareche il Bacino del Mediterraneo, conclu-sa l’era dell’energia degli idrocarburi,non abbia saputo approfittare totalmen-te, oltre che dal punto di vista economi-co, anche da quello politico, sociale,culturale e civile per crescere e segnareun nuovo e più livello di partecipazionealla civilizzazione del genere umano, co-me lo è stato nel passato. Questo rischioesiste. Per questo dobbiamo rafforzare lanostra convinzione dell’importanza delnostro impegno. Coinvolgere in manie-ra crescente la società ed i cittadini deiPaesi interessati per poter incidere pro-fondamente sulle decisioni dei governi,dell’Unione europea e degli organismiinternazionali, contribuire a creare unacultura dell’incontro e della cooperazio-ne paritaria tra partner che hanno ungrande patrimonio da mettere in comu-ne per il beneficio di tutti noi e dei Pae-si e dei popoli del mondo intero.

unita economicamente e politicamentea dire NO agli euroscettici e si vadaavanti con chi ci vuole stare. L’assenzadi politiche europee comuni danneggia inostri cittadini, ma non consente di ap-portare nemmeno un contributo positi-vo e costruttivo alla soluzione dei pro-blemi mondiali. Due ultime considera-zioni. La prima riguarda la questione deidiritti umani e dei diritti civili. È veroche noi europei occidentali spesso ve-niamo considerati come coloro chepongono pregiudiziali sullo stato inter-no dei singoli Paesi in materia di demo-crazia e di rispetto delle libertà indivi-duali e collettive. Altri non lo fanno (eper ovvie ragioni). La Cina sta aumen-tando la sua presenza in Africa e nonpone certo condizioni su questi aspetti.Ma su questa presenza si potrebbero fa-re, non in questa sede, molte considera-zioni sulle conseguenze politiche edeconomiche, non tutte positive, suiPaesi africani. L’altra questione è quella dei dirittiumani e la loro affermazione; comun-que, non è un’attenzione particolare deiPaesi più sviluppati, o un lusso della ric-chezza, è una condizione universale alla

quale si deve tendere ovunque, eviden-temente, senza integralismi e chiusure,ma nemmeno con ignavia, perché sitratta dell’avanzamento verso più alti li-velli della civilizzazione umana. Non sose come governo o personalmente il Vi-ce Ministro Intini si è riflettuto sulle di-chiarazioni del neo Presidente della Re-pubblica francese Nicolas Sarkozy, aproposito del Mediterraneo. A Tolone, a febbraio di quest’anno (e loha ripetuto il 6 maggio nel suo discorsodella vittoria), riferendosi ai 15 Paesi ri-vieraschi, parlando di Unione e di Ban-ca mediterranea, disse che il Mediterra-neo “è una chiave per la nostra (Fran-cia) influenza nel mondo”. Ciò mi su-scita due preoccupazioni: la prima noncita la Palestina o l’Autorità NazionalePalestinese; anche se non è uno Stato,fa parte del processo di Barcellona. Laseconda, si verrebbe ad annullare o ri-durre quella condizione, che io ritengomolto positiva, di una politica unitariaeuropea e non sub-regionale in una vi-sione nazionale se non nazionalista, si-curamente dannosa per l’Unione euro-pea. Altra cosa è portare da parte deiPaesi mediterranei un contributo speci-

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XI ASSEMBLEA GENERALE

Oggi ci incontriamo a Palermo e da questa bellissima città si alzaforte la voce per il dialogo e la cooperazione tra le popolazioni delMediterraneo. L' Organizzazione delle Città arabe raccoglie più di400 città e tutti noi siamo pronti al dialogo e allo scambio di opi-nioni e di idee per favorire la cooperazione e l'amicizia. Questo in-contro precede il convegno delle Città arabe, che si svolgerà aMarrakech in Marocco nella prima settimana di giugno. Questidue appuntamenti insieme alle decisioni che saranno prese e aipiani di lavoro che saranno stabiliti, costituiscono un valore ag-giunto a quel processo di cooperazione rivolto a creare uno spaziocomune e tra mondo arabo e l'Unione Europea in tutti gli ambiti,in tutti i settori e soprattutto a livello dei poteri locali Vorrei si af-fermasse nelle più diverse sedi che i nostri rapporti sono sino a tut-t'oggi governati da protocolli rigidi che limitano molto la loro ef-

ficacia e l'interscambio tra l'Europa e il mondo arabo. Da qui l'e-sigenza pressante di un fluido scambio di informazioni e di un lar-go inserimento di elementi culturali ed accademici nell'associazio-ne. Molti dei problemi delle nostre città sono legati alla povertà,e questa condizione per essere superata, comporta la necessità dirapporti equilibrati e lungo questo versante è necessario riaprire ildibattito sul processo di Barcellona con l'obiettivo di rilanciarlo,valorizzando la dimensione umana e culturale la cui assenza ha de-terminato il fallimento del processo stesso. La nostra regione habisogna di pace e di convivenza basata sullo scambio di esperienzee informazioni e sulla pace, mentre ancora oggi manca una visio-ne chiara del futuro. Secondo me, il Coppem e l'Organizzazionedelle Città arabe possono svolgere un ruolo decisivo ed importan-te per realizzare una prospettiva di cooperazione e di progresso.

UNO SPAZIO COMUNE TRA EUROPA E MONDO ARABORILANCIARE IL PROCESSO DI BARCELLONA VALORIZZANDO LA DIMENSIONE UMANA E CULTURALE

AHMAD ALDSANI RAPPRESENTANTE DELL’ATO

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PENSANDO A UN’UNIONE MEDITERRANEARILANCIATO L’APPELLO DEL PRESIDENTE SARKOZY PER GETTARE UN PONTE TRA EUROPA E AFRICA

NOURREDINE SBIA PRESIDENTE DEL FACM ALGERINO

La politica di integrazione, condottadall'Unione europea, ci offre una ri-sposta adeguata e appropriata in rela-zione alla lotta contro l'immigrazioneclandestina e costituisce un modelloda seguire e implementare nello spazioeuro-mediterraneo. Il Colloquio diAlgeri del 24 giugno 2006 su “Le pro-spettive di cooperazione tra le cittàeuro-mediterranee” ha preso in consi-derazione le seguenti raccomandazio-ni per: Incoraggiare i saperi, le tradi-zioni, le identità al fine di favorire laconvergenza e la complementaritàdelle diversità come valore aggiunto auna identità mediterranea degli aspet-ti culturali, economici e sociali; Favo-rire e incoraggiare le esperienze inmateria di approccio partecipativo;Assicurare la costruzione di un'areaeconomica forte così come la crescitapolitica ed economica di tutto il Me-diterraneo; Rendere la territorialità ilfondamento della potenza economicaallo scopo di sfociare su una vastaidentità mediterranea; Sviluppare unautentico partenariato euro-mediter-raneo; Sostenere e stimolare la co-operazione economica e tecnologica;Prestare particolare attenzione all'-habitat e all'architettura mediterra-nea, all'artigianato di qualità e a unastraordinaria abilità manuale, all'uti-lizzo di sfumature, colori e modi diproduzione specifici; Identificare le «leve » più efficaci per assicurare un'in-tegrazione portatrice di uno sviluppoeuromediterraneao armonioso e benradicato nella durata e nell'equità so-ciale; Stabilire relazioni di partena-riato tra i differenti organismi istitu-zionali dei paesi delle due rive del Me-diterraneo (le città, le università e lediverse associazioni scientifiche e pro-fessionali); Stabilire sinergie e conso-lidare gli scambi tra le «politiche pub-bliche» in tema di ambiente. Ciò pre-suppone la realizzazione di una nuova

dinamica sostenuta da un approcciopolitico innovativo, allo scopo di con-ferirle ogni possibilità di successo perle società civili, le collettività e gli al-tri attori dello sviluppo del nostro spa-zio euro-mediterraneo. Diversi fattorifavoriscono tale nuovo approccio e inparticolare:1. Nel settore del commercio, l'Unio-ne europea, ha inserito come priorità,il commercio dei beni e dei servizi tra ilNord e il Sud del Mediterraneo, lo svi-luppo del trasporto fondato sulla sicu-rezza, così come il miglioramento delleinfrastrutture nazionali e regionali e laloro interconnessione con la rete trans-europea dei trasporti;2. Nicolas Sarkozy in occasione dellasua elezione a Presidente della Repub-blica francese ha dichiarato: «Lancioun appello a tutti i popoli del Mediter-raneo, per dire loro che è dal Mediter-raneo che dipende tutto, che dobbiamosuperare l’odio per lasciar posto a ungrande sogno di pace e di civiltà. Vo-glio dire che è venuta l’ora di dar vitainsieme a un’Unione Mediterranea,che sia un trait d’union tra Europa eAfrica. Quello che è stato fatto per l’u-nione dell’Europa oggi deve essere fat-to per l’Unione Mediterranea». Daquesta considerevole nuova visione, ilCoppem, in base al suo statuto, al suoruolo e ai suoi obiettivi può, attraversoazioni di sensibilizzazione, contribuirealla realizzazione di questo grande so-gno di pace e gettare le basi dell'Unio-ne Mediterranea e contribuire così aguarire le ferite dell'identità causatedalle guerre e le colonizzazioni allo sco-po di favorire la convivenza pacifica earmoniosa tra i cittadini di origini cul-turali diverse.Si deve meditare sull'esempio delGiappone e della Finlandia che hannoadottato, su impulso dell'UNESCO, ilconcetto di educazione per la pace. Ta-le approccio filosofico, dell'educazione

per la pace, è diretto verso l'umanesi-mo del vivere insieme, non vi sarà quin-di più spazio, nei programmi scolastici,per lo sciovinismo nazionalista, razzia-le, linguistico o religioso.Il Coppem, tenuto conto della qualitàe della diversità della sua componenteumana, ha la capacità e la volontà dirilevare tale sfida e di fare della costru-zione dell'Unione Mediterranea il suoobiettivo e la pietra angolare della suaazione indirizzata all'eliminazione del-l'immigrazione clandestina attraversolo sviluppo locale, il buon governo, lapromozione dei diritti dell'uomo, l'im-pulso del dialogo tra le culture e la con-sacrazione della libera circolazione trale due rive del nostro mare Mediterra-neo. La realizzazione di questo nobileed esaltante obiettivo, che passa attra-verso la soluzione preliminare della co-lonizzazione della Palestina, dovrebbespingerci a riunire i nostri sforzi in se-no al Coppem, affinché, insieme, co-struiamo questo ponte di amicizia e dicomprensione tra le popolazioni diquesto spazio Euro-Mediterraneo checi unisce, allo scopo di realizzare un vi-vaio per gli scambi e un brulichio diidee e culture. Vorrei concludere il mio interventocon questa pertinente citazione di Mo-hamed Bedjaoui Ministro Algerino de-gli Affari Esteri, pronunciata in occa-sione dell'incontro del 24 giugno 2006a Algeri: «Un tempo, le nostre cittàdelle due rive del Mediterraneo costi-tuivano un vero vivaio per gli scambied un brulichio di culture e di scienze,che hanno favorito un formidabile ri-nascimento. Tlemcen, Bejaia, Cordo-va, Siviglia, Venezia, Fès, Il Cairo etante altre, non hanno forse ispiratostraordinariamente eminenti pensatori,eruditi ed inventori, che hanno spessoseminato il frutto del loro sapere tut-t'intorno al Mediterraneo, al nord e alsud, come l'illustre Ibn Khaldoun».

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le conseguenze sono ricadute sul pro-getto di adesione di un paese islamicoall’Unione Europea, riducendo la fidu-cia dei turchi e di tutti i musulmani neivalori europei e nei principi di coopera-zione reciproca. Se guardiamo ancheagli altri fattori di instabilità nella re-gione, quale il dramma palestinese e laguerra irachena, risulta evidente comeuna maggioranza assoluta dei popoli delMediterraneo orientale ha perso fiduciae speranza di realizzare in un futuroprossimo un sistema mediterraneo inte-grato. Le iniziative promosse dai leadereuropei, come per esempio Sarkozy,specialmente in riferimento al MercatoUnico Mediterraneo, sembrano un so-gno in questo momento. Ritengo chel’Italia, la Spagna e perfino la Greciapreferirebbero incrementare la coope-razione attraverso iniziative comunita-rie piuttosto che partecipare ad una lot-ta per il potere. Un ravvicinamento traSarkozy e Gorge Bush avrà conseguen-ze negative sul processo di cooperazionetra Unione Europea e paesi islamici. La Turchia intende opporsi ad ogninuovo progetto, escluso la propria ade-sione all’UE e l’integrazione tra paesieuropei e musulmani. Un detto turcorecita: “non possiamo cambiare cavallomentre attraversiamo il fiume”. I part-ner europei devono essere sinceri e ri-spettare gli impegni presi e le iniziativeche muovono in questa direzione, altri-menti il sogno di un’area di liberoscambio, di un mercato comune e diuna pace permanente nel Mediterraneonon si avvererà mai. La situazione saràpeggiorata dall’avvento di politiche,iniziative e attività unilaterali. Il nostroprimo compito dunque è quello di pro-muovere un Mediterraneo di pace, svi-luppo e, ovviamente, di solidarietà. Bi-sogna rispettare gli impegni, l’onestàdeve dominare i rapporti e la solidarie-tà deve guidare le azioni volte a solverei principali problemi.

INTEGRAZIONE TRA EUROPA E PAESI MUSULMANIPER LA TURCHIA È QUESTO IL SENSO DELLA PROPOSTA DI INGRESSO NELL’UE

MUZAFFER BACA VICE PRESIDENTE FONDAZIONE INTERNAZIONALE BLUE CRESCENT - TURCHIA

I musulmani e i cristiani, gli europei egli arabi si sono combattuti per secolicol risultato che sono essenzialmente ri-masti ciascuno a vivere nei propri terri-tori. Per centinaia di anni i musulmanihanno cercato di convertire i cristiani ei musulmani hanno cercato di fare lostesso con i cristiani, e non si vedonocambiamenti sostanziali. Le nazioni diogni riva del Mediterraneo hanno pro-vato a dominare i paesi dirimpettai, maogni loro iniziativa non ha sortito effet-ti rispetto agli obiettivi originari eccettointerazione in campo culturale, nonchéciviltà e sviluppo. La Turchia, che si ètrovata coinvolta in questa lotta per ilpotere a volte da protagonista a volte datestimone, è sempre stata influenzatadall’alternarsi di dominazioni, da quellaromana a quella bizantina e ottomana.Per secoli abbiamo dominato quasi lametà del bacino del Mediterraneo e sia-mo stati sul punto di perdere l’indipen-denza nei primi anni del XX secolo. Ab-biamo imparato moltissime lezioni da

quelle esperienze. Ci eravamo posti co-me nuovo obiettivo di essere i primi aporre i mattoni del ponte che avrebbepotuto colmare il divario tra le civiltàche fioriscono sulle opposte rive delMediterraneo. A questo doveva servirela richiesta di adesione all’Unione Euro-pea. Voleva essere un progetto di coope-razione tra civiltà e di comprensione re-ciproca, che si poneva come obiettivo lacondivisione delle ricchezze su baseegualitaria e legittima riducendo i con-flitti che provocano terrore, inimicizie euna violenza diffusa da parte dei paesidel sud. Sfortunatamente il progetto èsul punto di fallire a causa di pregiudizie per la pressione dell’ultranazionalismocrescente in Europa. Dopo l’11 settembre una campagna ge-neralizzata contro il mondo islamico hafatto sì che i leader, i politici e l’opinio-ne pubblica in generale riducessero ilproprio impegno per la promozione deldialogo tra i paesi membri. E il casoSarkozy e Merkel ne sono la riprova. E

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Muzzafer Baca

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UNIMED PER L’ACCETTAZIONE DELLE DIFFERENZEUN PROGETTO PER RISPONDERE ALLE ESIGENZE LOCALI E SUPERARE GLI ATTUALI LIMITI

FRANCO RIZZI DIRETTORE GENERALE UNIMED

Unimed collabora con il Coppem da di-versi anni. Insieme abbiamo portatoavanti una serie di iniziative nell'ambi-to del patrimonio culturale, strutturale eimmateriale. Vorrei soffermarmi su alcu-ni elementi. Intanto, credo che il Pro-cesso di Barcellona non abbia dato ifrutti sperati. Barcellona, infatti, nascein un momento in cui sembrava che lapace fosse possibile, nonostante l'assas-sinio di Rabin, avvenuto venti giorni

prima seguito poi le stragi nel Ruanda enei Balcani. Un Mediterraneo che fosseconsiderato come un'unica regione. Ilprocesso di Barcellona s'inserisce inquesto quadro ed ha un alto valore,quello simbolico. Quest'ultimo ha pureuna valenza politica, in quanto parla dipartenariato. Una concezione globale diuna regione che punta ad una pace e auno sviluppo condiviso. Concetto, que-sto, spiegato bene da Ugo Intini quando

fa riferimento ai cerchi concentrici. Ilprocesso di Barcellona ha messo unamacchina in movimento, e pone sul ta-volo una serie di prospettive valide.Una di queste è quella culturale, quelladell’accettazione delle differenze. Regi-striamo però come oggi l'Unione Euro-pea non sia all'altezza di questo obietti-vo. I suo programmi non sono adeguatiai bisogni reali. Nel campo della forma-zione abbiamo, ad esempio, soltanto unprogramma ed è veramente poco. L'U-niversità del Mediterraneo è stata unacosa complessa anche per i costi, per gliinsegnamenti, etc. Ed per questo cheportiamo avanti l'ipotesi con Unimedche “sia il sapere a spostarsi”, quasi co-me se fosse un 'università a la carte, noncon dei menù fissi, in quanto bisognatenere conto delle esigenze dei diversipaesi. Unimed ha questo obiettivo, inquanto costituisce una formula flessibileche è possibile adottare. Credo che que-sta prospettiva che sarà affrontata nelcorso di un Forum delle Università eu-romediterranee ad Alessandria d'Egittoe poi dai Ministri dell' area education,abbia una sua validità e si collega certa-mente al Processo di Barcellona. Occor-re mettere questa ricchezza accumulatanelle Università a disposizione delle po-polazioni dell'area euromediterraneache ne hanno bisogno. Necessita allorapassare dalle parole ai fatti.

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CASA SICILIA A ZURIGOAnche a Zurigo, capitale economica e finanziaria della Confederazione elvetica, è nata Casa Sicilia. A palazzo d'Orleans, il presidente del-la Regione siciliana, Salvatore Cuffaro ha firmato la convenzione istitutiva con Francesco Terranova, amministratore delegato della societàMade in Sicily, che ha al suo attivo l'organizzazione di eventi di promozione all'estero dei prodotti siciliani. Come le strutture analoghecreate in altre città del mondo, anche la sede di Casa Sicilia di Zurigo, che si trova in Binzmuhlerstrasse, nel quartiere finanziario e com-merciale della città, ospiterà rassegne e mostre per fare conoscere in Svizzera i prodotti tipici dell'enogastronomia siciliana, della cera-mica e per promuovere l'arte e la cultura della nostra regione. <La nascita di questa nuova Casa Sicilia- dichiara Cuffaro- rappresenta unagrande opportunità di crescita in un mercato importante come quello svizzero, per gli imprenditori della nostra regione, ma anche perfare conoscere in quella parte d'Europa il nostro patrimonio artistico e le specificità della nostra identità, oltre che per creare occasionidi confronto e di scambio sul piano culturale>.

al centro: Franco Rizziì

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quelli forniti dall’intero paese, operandocome una sorta di “general contractor”.La Sicilia, come tutto il nostro Mezzo-giorno, in fondo ha lo stesso problemadei paesi della sponda sud, con i qualivuole dialogare; essi abbondano di capi-tale umano che va qualificato al meglio.La nostra regione, quindi, può svolgerequesto ruolo efficacemente in conside-razione della sua storia, della sua voca-zione mediterranea, del fatto di essere laporta di accesso all’Europa, la più meri-dionale insieme alla piccola Malta, inun mondo percorso da trasformazioniche stanno modificando l’equilibriogeopolitico, fondato sulla centralità eu-roatlantica, che fino alla caduta del Co-munismo avevamo immaginato comeirreversibile. Le grandi tigri asiatiche(India, Cina) con i loro ritmi di crescitastanno rivoluzionando gerarchie fissatedalla storia del XX secolo nei rapportitra gli stati, con riferimento agli indica-tori della potenza economica e militare.Suez può diventare il canale che torna acollegare Europa ed Asia, e la Siciliapuò diventare una piattaforma di servizi

LA SICILIA PER UN’EFFICACE CULTURA DELLA SOLIDARIETÀPOTRÀ NASCERE E SVILUPPARSI ANCHE SUL TERRENO DELL’ALTA FORMAZIONE

SALVO ANDÒ RETTORE DELL’UNIVERSITA’ KORE DI ENNA

Mai come negli ultimi anni è apparsochiaro, a quanti si interrogano sulle pro-spettive di sviluppo della Sicilia, che ènel Mediterraneo che la nostra Regionedeve sforzarsi di divenire un attore fon-damentale all’interno delle politichemacroregionali che interessano questaregione. La prospettiva della creazionedi un’ area di libero scambio come stru-mento di una strategia di cooperazionefondata su un approccio multilateralecarica oggettivamente la Sicilia di nuo-ve responsabilità. Ma il programma dipartenariato euromediterraneo, definitoanche “processo di Barcellona”, prevedeobbiettivi che vanno al di là della co-operazione economica. Riavvicinare ipopoli attraverso un partenariato socia-le, culturale ed economico, significa sa-pere favorire anzittutto la comprensionetra le diverse culture e lo scambio tra lesocietà civili. Solo sforzi di questa natu-ra possono consentire di creare uno spa-zio comune di pace e stabilità. Così in-tesa, quella mediterranea, insomma, èl’opzione attraverso la quale la Siciliapuò superare positivamente l’alternati-

va di cui si dibatte da decenni: attrezzar-si per partecipare alla competizione cheil processo di integrazione europea pro-pone per tutti i mezzogiorni d’Europa, oinvece rifugiarsi in una condizione dimarginalizzazione, rivendicando misureassistenziali per lenire le storiche soffe-renze determinate dal mancato svilup-po. L’alternativa, insomma, è tra unavera e propria economia dello sviluppoed una economia di sussistenza. Se la Sicilia si mobiliterà per coglieretutte le opportunità che le si presentanoper procedere al rinnovamento delle suestrutture produttive e sociali e alla for-mazione di un capitale umano di buonlivello, essa potrà rappresentare nel Me-diterraneo l’intero sistema paese; cosìcome negli anni 80 ha fatto il Trivenetocon riferimento all’area mitteleuropea.La Sicilia può dedicarsi alla formazionedi capitale umano nella regione non so-lo con i mezzi di cui dispone diretta-mente, soprattutto attraverso l’azionesvolta dalle quattro Università (tuttedotate di un buon corpo docente e dibuoni centri di ricerca), ma anche con

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al centro: Salvo Andò

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che convoglia verso l’Europa uomini emezzi che vengono dall’Asia. La Siciliapuò fare tutto ciò insieme a quei paesidella sponda sud che non guardano conostilità ai nuovi commerci ed ai nuoviprotagonisti della vita economica inter-nazionale, agevolati dal processo di glo-balizzazione. E la Sicilia può svolgerequesto ruolo di promozione dello svilup-po, con uno stile ed un senso della mi-sura nel rapporto con la “diversità”, cheè tipico della cultura europea, che haprodotto un capitalismo più mite, e piùrispettoso della persona umana, di quel-lo, spesso dal volto ferino, che continuaa caratterizzare la società americana. InEuropa la povertà non è una colpa do-vuta alla mancanza di talento o di pro-pensione al rischio, ma la conseguenzadi uno sviluppo ingiusto che producedisequilibri con riferimento alle diversearee regionali e ai diversi gruppi sociali.In Europa, proprio per affrontare questisquilibri, è nato lo Stato sociale, che èstata la grande rivoluzione pacifica delXX secolo. Grazie ad esso, le politichedella solidarietà hanno consentito di af-frontare antichi squilibri non penaliz-zando gli ultimi, ma lavorando sui fatto-ri che tali squilibri producono per per-venire ad una società più giusta. La Sicilia può interpretare in modoesemplare, grazie alla generosità dellesue genti, questi sentimenti nei rappor-ti con i paesi dell’altra sponda del Me-diterraneo. Una forma di cooperazioneculturale più convincente ed efficace,di quelle fin qui realizzate, tra le duesponde del Mediterraneo serve non so-lo al sud, ma anche al nord di questa re-gione. Essa esprime una cultura dellasolidarietà che, secondo lo spirito dellanostra Costituzione, deve informare irapporti sociali “dentro” la Repubblica,ma anche i rapporti tra il nostro e gli al-tri Stati, e soprattutto i rapporti con gliStati geograficamente a noi più vicini,con i quali vi sono relazioni economi-

che e sociali antiche, nonchè forti lega-mi culturali. Una cooperazione cultura-le come quella auspicata esprime peròanche una visione lungimirante dellerelazioni che si devono stabilire all’in-terno di una macroregione come quellamediterranea, nella quale la stabilitàpolitica, e la tranquillità sociale conse-guente, è minacciata proprio dalla svi-luppo negato ai paesi più poveri. Inquesto contesto le nostre Università,così prestigiose per i livelli culturaliraggiunti e per la richezza della loro of-ferta formativa, potrebbero avere unruolo strategico. Potrebbero non solomettere a punto progetti di cooperazio-ne, come quelli di cui si discorre, maanche interagire con la Regione a so-stegno delle politiche per lo sviluppoagevolata dall’area di libero scambio. Un sistema universitario integrato a li-vello regionale potrà finalmente pro-muovere una circolazione vera di do-centi e studenti tra le due sponde, oltreche favorire il superamento di sterili for-me di concorrenza tra gli Atenei sicilia-ni. Troppo pochi studenti dei paesi del-la sponda sud scelgono il nord a loro piùvicino, cioè la Sicilia, e ciò costituisceuna anomalia che dipende dallo scarsoappeal che le nostre istituzioni culturaliesercitano presso quei paesi. Ed è facilecapire perché: non disponiamo di corsidi laurea integralmente svolti in unalingua straniera; soprattutto non sappia-mo promuovere, attraverso l’insegna-mento della lingua, la letteratura, e laciviltà araba; non diamo borse di studio.Un vero aiuto allo sviluppo è quello checonsente di studiare fino ai livelli più al-ti di istruzione a coloro che a tali livellinon potrebbero accedere. Potremo, in-somma, dimostrare al mondo che il dia-logo con il sud del Mediterraneo è pos-sibile, perché il dialogo c’è stato in pas-sato quando si sono realizzate nella no-stra isola pacifiche forme di meticciatoculturale, e c’è al presente in vaste aree

della regione, come nella provincia diTrapani, dove da molte decenni si è or-ganizzata una operosa comunità mul-tietnica fatta da magrebini e siciliani. Igiovani vogliono muoversi, sentirsi cit-tadini del mondo ovunque, e voglionocapire e conoscere di più per liberarsidal pregiudizio. Chi sa amministraresaggiamente le risorse culturali di cuidispone oggettivamente diviene puntodi riferimento di queste attese. Le Università siciliane sono disponibiliin questo senso, e hanno già creato im-portanti interlocuzioni con le Universi-tà della sponda sud. Certo, hanno biso-gno di più mezzi, ed hanno soprattuttobisogno di poter accogliere non tanto idisperati che sbarcano a Lampedusa,perché non è questo il compito delleUniversità, ma i giovani che possonovenire da quei paesi perché convintiche studiando e conoscendo ciò che ilnostro mondo progredito produce con isuoi saperi possono diventare protago-nisti di un diverso futuro in quella par-te del Mediterraneo che allo stato è ilMediterraneo della povertà e dei con-flitti etnici. La sfida che occorre ingag-giare, in un momento in cui da noi laquestione meridionale pare essere or-mai questione del passato, definitiva-mente sepolta, anche per gli studiosi,riguarda la nostra regione mediterra-nea. Si tratta della “nuova questionemeridionale”; dal modo come essa saràaffrontata dipende il nostro futuro. Sitratta per la Sicilia di sapere interpreta-re i diversi interessi che allo stato mol-to spesso nell’area confliggono e di of-frire agli interlocutori, anche a quellitra loro più distanti, occasioni disinte-ressate di confronto e mediazione. Nonè un ruolo facile quello che si rivendi-ca. Ma il fatto di rivendicarlo dà unasenso attuale, concreto, non solo allanostra autonomia, da tempo svuotata disignificato politico, ma soprattutto allanostra storia.

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XI ASSEMBLEA GENERALE

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agli Usa e, prima ancora, all'Australia. Unsistema governato dagli Stati Uniti e checomprende anche alcuni soggetti mediter-ranei molto ricchi. Una visione della ter-ra amorfa, secondo la quale in qualsiasipunto si può fare qualunque cosa, bastaavere il controllo della finanza internazio-nale. Riterritorilializzare l'economia è im-portante, e occorre molta pazienza, forza eintelligenza. Se domina la finanza inter-nazionale la pace sarà sempre più lontana.Il progetto che ho presentato, e che vedel'apporto degli amici egiziani, è uno dei si-stemi per raggiungere questo obiettivo. IlCoppem riguardo ai trasporti, può dare uncontributo nella realizzazione del grandecorridoio Est -Ovest nel Mediterraneo afronte dei cinque vantati dall'Europa. Ilponte sullo Stretto di Messina è significa-tivo in questa direzione. Le risorse realidevono essere verticalizzate e rimanere sulterritorio realizzando il grande mercatomediterraneo.

TURISMO VOLANO DELLO SVILUPPOPRESENTATO IL PROGETTO “MOTRIS” PER IL SETTORE DEI TRASPORTI

LEONARDO URBANI UNIVERSITÀ DI PALERMO

L'onorevole Ugo Intini faceva riferimentoalla data del 2010 che, alla luce di quantodetto, possiamo definire fantasma. Si èfatto infatti molto poco. Credo che siauna data che possiamo adoperare in ter-mini mediterranei (2010, 2111, 2112,2113), però è importante che essa siaguardata con l'idea che lo sviluppo e ilmercato abbiano una connotazione natadalla cultura mediterranea. Non è impor-tante la data del 2010, il grosso gioco è lapartecipazione del Mediterraneo alla fisio-nomia di quello che dovrà succederà do-po. Sono qui per presentare un progetto, ilprogetto Motris, che la Regione Sicilianaha fatto proprio, e che nella sigla significamappatura, offerta del turismo relazionaleintegrato. L'elemento trainante è il turi-smo sui cui bisogna riflettere. Il turismo inpassato era considerato un settore trainatodalle società sviluppate. Oggi ci sono tut-te le condizioni perchè questo diventi unsettore trainante e la potenza di memoria

e di natura dell'area mediterranea sonoenormi. Però questo settore è gestito daimercati di richiesta, quelli che vantanoun sistema dei tour operator e dei traspor-ti, della presentazione delle varie regionidel Mediterraneo. Bisogna fare uno sforzoperchè il turismo venga gestito dai nostrimercati per fare in modo che il plusvalorenon vada ad altri. In Sicilia, ad esempio,qualche anno fa, il 70% del plusvalorenon restava nell'isola. Credo che in Alge-ria, in Marocco e in Egitto succeda la stes-sa cosa. L'integrazione, pertanto, com-prende l'agricoltura, i beni culturali, l' ar-tigianato in sostanza, la ricchezza dell'areamediterranea. Occorre verticalizzare i pro-dotti e commercializzarli meglio. Necessi-ta riterritorializzare l'economia. Il mondoattuale è invece dominato dal fenomenocontrario che si interfaccia e cioè la deter-ritorializzazione, che non è ne italiano néeuropeo ma internazionale. La regia diquesto fenomeno è in mano al Canada

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XI ASSEMBLEA GENERALE

Per quanto riguarda le nostre attività cliniche, abbiamo eseguito co-me Ismett più di 560 trapianti in sette anni. Nel 2006 sono 150 e latendenza oggi è nettamente in crescita. Il messaggio che vorrei sot-tolineare è quello che noi crediamo nella cooperazione multilatera-le. Possiamo arrivare pertanto alla creazione dell'Ospedale Eurome-diterraneo virtuale. Un ospedale, non digitale, ma uno spazio dove ladomanda e l'offerta in ambito sanitario si incontrano, dove studenti,medici possono cooperare, studiare e lavorare insieme. La Sicilia puòavere un ruolo fondamentale nella cooperazione transfrontaliera. Ilpiano d'azione per la cooperazione in ambito sanitario a livello in-ternazionale collabora con il governo italiano per promuovere e sup-portare la cooperazione nella bio-medicina e nella bio-tecnologia. Sitratta di un piano internazionale di cui oggi vi presentiamo la nostra

posizione per quanto riguarda il programma sanitario nell'ambito delMediterraneo. In sintesi possiamo dire che abbiamo adottato un mo-dello per un percorso medico moderno. È prevista la creazione di unarete umana di operatori. Oggi proponiamo un programma annualeindirizzato a medici, ricercatori, infermieri nel settore ad esempio, deitrapianti di organi. Una valutazione annuale secondo i bisogni. Ilpunto è: come supportare tutto ciò? Solo con un impegno diretto deigoverni nazionali e della autonomie locali che possono utilizzare unapiccolissima percentuale dei fondi Medoc che ricevono dall'UnioneEuropea. Crediamo che il Coppem possa avere un ruolo importanteper potere definire e creare accordi politici formali tra i vari Paesi me-diterranei che possono partecipare a questi programmi. Al momentone possono prendere parte al massimo venti.

UN OSPEDALE EUROMEDITERRANEO VIRTUALEIPOTIZZATO UN PUNTO DOVE DOMANDA E OFFERTA IN CAMPO SANITARIO S’INCONTRANO

FABRIZIO CAMPISI ISMETT

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TUTTO IL MEDITERRANEO NUOVO CONFINE PER L’EUROPADARE IMPULSO AI TRASPORTI MARITTIMI E ALLARGARE LE CATENE LOGISTICHE

ACHILLE VINCI GIACCHI CONSIGLIERE DIPLOMATICO DEL MINISTRO DEI TRASPORTI

Consentitemi innanzi tutto di porgere ilsaluto del Ministro dei Trasporti, Ales-sandro Bianchi e mio personale al vice-ministro degli Affari Esteri, agli illustriospiti e a tutti i presenti in occasionedella XI assemblea generale del Cop-pem. La sua importante attività a favoredi una più incisiva partecipazione deipoteri locali al partenariato euro-medi-terraneo integra e completa quella che,sia a livello nazionale che in ambito co-munitario, il governo centrale è convin-tamene impegnato a promuovere. Laconsapevolezza che ,mentre da un lato siè impegnati ad accelerare l’integrazionenel tessuto comunitario dei paesi di nuo-va adesione, non si possa dall’altro nonestendere il confine geografico dell’Eu-ropa a tutto il bacino Mediterraneo, èuna delle linee portanti dell’azione delMinistero dei Trasporti italiano. Questaspeciale attenzione deriva sia dalla con-sapevolezza che un efficiente sistema ditrasporto è condizione essenziale dellosviluppo – il suo contributo infatti al PILè calcolabile intorno al 4-5 % - sia dalla

rinnovata centralità del Mediterraneonei trasporti marittimi. Come ha ricor-dato il viceministro on. Intini, la straor-dinaria vitalità delle economie dei paesiasiatici, fa sì che attraverso Suez vi sia uncrescente numero di navi da trasportoche entra nel Mediterraneo e tutti i Pae-si che vi si affacciano cercano di inter-cettare e far approdare nei rispettivi por-ti. Ciò dovrebbe indurre a forme accre-sciute di collaborazione e di efficienzadelle rispettive catene logistiche, essen-do chiaro che quello che può interessaremaggiormente non è tanto il numero dicontainers sbarcati o reimbarcati, ma lapossibilità che , una volta a terra, al ca-rico sia conferito nel paese di sbarco ilmassimo di valore aggiunto possibile. Ilcontributo di una valida catena logisticanon è peraltro limitato al solo trasportomarittimo. Per effetto di situazioni geo-grafiche difficili, della sviluppo esplosivodel traffico su gomma,per la crescentesensibilità ai problemi ambientali il Mi-nistro dei trasporti italiano ha chiesto lamessa a punto di un sistema generale di

mobilità che assicuri un trasporto effi-ciente, sicuro e puntuale al quale ognimodalità di trasporto –per strada, ferro-via, mare o cielo- contribuisca al meglio.In tale programma ,una speciale atten-zione viene data alla sicurezza, sia nel-l’accezione di protezione del sistema daminacce esterne sia in quella di preven-zione degli incidenti e di tutela della vi-ta umana. Il secondo aspetto della stra-tegia nazionale è quello relativo al pro-blema costituito dal crescente numero dicittadini che ogni giorno si spostano permotivi di lavoro, di studio o per turismo:la congestione che ne deriva ha elevaticosti sociali oltre che economici. È unfenomeno cui sfuggono poche grandicittà ed a cui ogni ritardo nel porvi ri-medio accresce i costi dell’intervento. Èun settore in cui i rappresentanti deglienti territoriali che conoscono meglio ledifferenti realtà del territorio possonodare un contributo determinante alla ri-flessione generale ed allo studio del mo-do più efficace per ovviarvi. Spero che ilCoppem voglia far proprio tale invito.

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XI ASSEMBLEA GENERALE

al centro, Achille Vinci Giacchi

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occorra un supplemento d’attenzionedell’unione europea nei confronti diquest’area. Riteniamo il mediterraneouna questione centrale per l’Europa tut-ta e forse non solo per l’Europa visto ilruolo che ancora oggi hanno a livellomondiale le culture e le religioni nateattorno a questo grande lago. Dal puntodi vista strettamente operativo inten-diamo muoverci in questo primo mo-mento secondo due assi principali:• progettazione su fondi nazionali o in-ternazionali, agendo come soggetto ca-pofila rispetto alle varie realtà localicercando peraltro la collaborazione disoggetti esponenziali delle varie aree apartire per esempio dall’arab town orga-nisation con cui intendiamo avere unrapporto privilegiato;• promozione di accordi commerciali oindustriali fra controparti private.A tale ultimo scopo il board degli am-ministratori sarà affiancato da un advi-sory board che vedrà la partecipazionedi rappresentanti delle realtà produttivenazionali. esso avrà lo scopo di facilitarela nostra azione nei diversi ambiti. È, in-fine, nostra intenzione presentare entroquest’anno l’ASEM direttamente aiprincipali soggetti pubblici e alle orga-nizzazioni di categoria dell'euro medi-terraneo di modo che ognuno possa ave-re contezza della nostra realtà’ e dei no-stri progetti al fine di proporre loro lanostra interlocuzione e collaborazione.Permettetemi infine di dare il mio rin-graziamento e riconoscimento non for-male al presidente della regione sicilia-na per il suo attivo sostegno alle nostreiniziative e al segretario generale , linomotta, per la sua opera preziosa e lun-gimirante e per la sapiente improntache ha saputo dare al Coppem. Ma per-mettetemi anche e soprattutto di chie-dere la collaborazione di tutti voi aquesto progetto che è di tutti voi chesiete oggi qui. Arrivederci fra un annocon i primi risultati.

UN MODERNO STRUMENTO PER LA CRESCITA ECONOMICAILLUSTRATI I PROGRAMMI E GLI OBIETTIVI DELL’ASEM AL SERVIZIO DELLE COMUNITÀ LOCALI

BENEDETTO MINEO AMMINISTRATORE DELEGATO DELL'ASEM

Cari amici, la Sicilia è da sempre luogoessenzialmente d’incontro, raramente discontro non è una caso quindi che nel2000 la regione siciliana abbia promos-so e sostenuto finanziariamente la fon-dazione del Coppem. Il Coppem è di-ventato, nel solco delle linee tracciatedalla dichiarazione di barcellona, unapiccola grande storia di successo vistoche a esso oggi aderiscono, oltre 200rappresentanti di 37 paesi dell’eurome-diterraneo, rispetto alle poche decineiniziali. Un successo fondato sulla con-divisione di strategie, di obiettivi e mol-to di piu’ – direi – fondato sulla comunesensibilita’ per cui la pace è il presuppo-sto di ogni progresso sociale ed econo-mico e di questo volentieri dobbiamodare atto a coloro che in questi anni consaggezza lo hanno guidato. Ebbene, sul-la scia dell’esperienza e delle richiesteda molte parti pervenute, in seno alcoppem è nata da poco tempo l’ASEM,agenzia di sviluppo euromediterraneo. Ilcapitale dell’ASEM non è ne’ soltantone’ prevalentemente finanziario il notro

capitale è costituito soprattutto dalla re-te di solidarietà’ e di cooperazione chein questi anni abbiamo costruito. il no-stro asset principale è la collaborazionee dedizione appassionata di tanti che so-no presenti qui e di qualcuno che pur-troppo è oggi assente. Lo sviluppo loca-le non è figlio, o non può più esserlo, delmero marketing territoriale. tutti i mo-delli improntati alle logiche di puracompetizione prevedono il prevalere sulproprio vicino e spesso il suo danneggia-mento. Non siamo qui per questo siamoqui perchè riteniamo che cooperare escambiare fa bene a tutti. Cari amici,non ci sfugge che tanti altri soggetti siprefiggono obiettivi simili ai nostri mala caratteristica della nostra azione vuo-le essere da un lato la concretezza, dal-l’altro il rapporto stretto con le realta’locali sia pubbliche sia private. Concre-tezza vuol dire essere al servizio dellenostre comunita’, andare incontro ai lo-ro bisogni che sono talvolta tanti. Cirendiamo conto che c'è’ tanto altro dafare, ed è per questo che riteniamo che

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Benedetto Mineo

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PARI OPPORTUNITÀ CON L’UNIVERSITÀ MULTIMEDIALENUOVE METODOLOGIE PER RAGGIUNGERE GLI STUDENTI DI TUTTI I PAESI MEDITERRANEI

ELIANA ARLETTI RESPONSABILE RELAZIONI INTERNAZIONALI DELL’ANFE

Ho avuto già occasione di presentarel'attività dell'Anfe. Abbiamo tre di-partimenti ci occupiamo di immigra-zione in genere, di scuola di formazio-ne e di cooperazione internazionale.Negli ultimi anni l'attività si sta con-centrando sulla cooperazione tra lesponde Nord e Sud del Mediterraneo.

In questo periodo stiamo promuoven-do due iniziative: la prima che riguar-da la creazione di un Centro mediter-raneo permanente per la formazione dipersonale medico e infermieristico.L'Anfe si occuperà degli aspetti orga-nizzativi e logistici, l'Ismett di quelliscientifici e il Coppem dei problemipolitico-istituzionali. Per noi è fonda-mentale, riguardo agli aspetti organiz-zativi, dar vita a una rete di persone.L'obbiettivo è quello di creare unastruttura dove i partecipanti possanointegrarsi in una sorta di campus conuna zona residenziale, una di studio euna ricreativa. Vogliamo preparareuna classe di medici e di personale sa-nitario capace di contribuire al miglio-ramento della qualità di vita dei popo-li del Mediterraneo. L'altra iniziativache stiamo promuovendo è la costitu-zione dell'Università del Mediterraneo

che adotterà una metodologia tale dafornire un ventaglio più ampio rispet-to alle classiche Università telemati-che. Concordando i piani di studiocon i Paesi che aderiranno all'Univer-sità multimediale, saranno realizzaticorsi on line che potranno essere se-guiti dagli studenti di qualsiasi partedel Mediterraneo, direttamente pressola propria facoltà. Il vero problema èquello del riconoscimento dei titoliuniversitari tra Ue e sponda Sud delMediterraneo. L’Università del Medi-terraneo vuole così risolvere, da un la-to, questo problema e, dall'altro, vuoleoffrire piena accessibilità alle personeche non hanno la possibilità economi-ca di potersi mantenere gli studi altro-ve, o ai portatori di handicap la possi-bilità di confrontarsi professionalmen-te con il Mediterraneo, finedo così conl’offire pari opportunità di genere.

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Eliana Arletti

Ho il piacere di presentare brevemente il gruppo bancario Intesa-San Paolo che si colloca ai vertici europei. È dotato di unabanca dedicata alla finanza per le infrastrutture in Italia e all’Estero, all’importante mercato di imprese che gravitano nel setto-re pubblico e direttamente agli Stati sovrani senza per questo trascurare l’imprenditoria privata e, cioè, le piccole e medie im-prese, settore questo che esprime nell’area mediterranea prospettive molto interessanti soprattutto nell’interscambio. Al mo-mento, il settore appare ingessato e frenato da vincoli non solo finanziari e bancari. Questo è un punto particolarmente critico.Il gruppo bancario Intesa-San Paolo è oggi qui per manifestare l’interesse nei confronti della “mission” per l’integrazione tra lasponda Nord e quella Sud del Mediterraneo. A livello internazionale, siam presenti in 35 Paesi terzi e non soltanto nel Bacinodel Sud-Est europeo. Siamo presenti in modo significativo anche nel Libano, in Egitto, Marocco, Tunisia, e, ancora, in Greciae Albania. La sfida di oggi è quella di partecipare oggi al progetto per il riequilibrio tra Nord e Sud, che non è soltanto econo-mico, ma che ha pure una grande valenza sociale.

FAVOREVOLI PROSPETTIVE PER L’INTERSCAMBIO EUROMEDOGGI FORTI VINCOLI NON SOLO FINANZIARI E BANCARI FRENANO IL SETTORE CREDITZIO NEL BACINO

MANFREDI PEZZINO DIRETTORE REGIONALE DI BANCA INTESA

XI ASSEMBLEA GENERALE

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come stanno giungendo a giugno alla fi-ne del loro corso , ad una serie di propo-ste progettuali relative ad uno spazio in-terculturale a Palermo. Lavori e propo-ste che adesso nei prossimi mesi vorre-mo portare alla conoscenza e quindi al-la discussione della comunità autoctonae straniera. Devo confessare, e conclu-do, che è stato per me affascinante e fa-ticoso coordinare questo Laboratorioterritoriale. Faticoso perché se già non èfacile mettere insieme diverse professio-nalità vi lascio immaginare cosa signifi-chi voler anche mettere insieme diversi-tà culturali e quant’altro. Ma è stata senz’altro una esperienza af-fascinante perché é altamente innova-tivo parlare di integrazione e intercul-tura facendo riferimento alla pianifica-zione urbana. Ma è anche un tema con-temporaneo: le nostre città sono spessocittà di case che raramente proiettanoall’esterno la loro bellezza. Sono città diinterni, cioè legate ad una dimensioneprivata. Aumentano i cancelli, i video-citofoni. Sono quindi “interni” chesempre più escludono, che legano lepersone per ambienti e lasciano fuoriquei molti che alla casa non hanno di-ritto, alla città non hanno diritto. Èquello che ho visto nei miei viaggi inBrasile e Venezuela, dove vengono co-struiti continuamente muri intorno agliuffici, ai condomini, ai parchi. Come sipotrebbe chiamare: estetica o urbanisti-ca della sicurezza? La verità è che è dif-ficile coniugare la necessità di rifugiocon la esigenza di relazione che l’abita-re esprime. Ed ecco allora la nostraesperienza. Voler redigere, alla fine deilavori dei quattro laboratori il “MA-NUALE RELATE per costruire nuoviscenari urbani della città interculturaleche possa essere una vera guida per lapianificazione della “città plurale”, misembra il contributo più concreto e dispessore che il nostro Laboratorio puòconsegnare alla Unione Europea.

UN MANUALE PER CREARE NUOVI SCENARI URBANINASCE DAL PROGETTO RELATE PER LA PIANIFICAZIONE DELLA CITTÀ INTERCULTURALE

ROBERTO MAZZARELLA RESPONSABILE DEL LABORATORIO TERRITORIALE RE.LA.TE. DI PALERMO – COMUNE DI PALERMO

Il Progetto Pilota C2C Re.La.Te Retedei laboratori territoriali, i cui partneroltre al Comune di Palermo sono ilCoppem, l’Unione degli Assessorati edil Cresm, costituisce un supporto per losviluppo di modelli di confronto e dipartecipazione tra culture differenti chegarantiscano uguaglianza dei diritti per imigranti e le comunità locali, e il con-tributo consapevole di chi condivideculture e spazi nel rispetto delle diffe-renze proprie di una società multietnica.Il progetto pilota si pone come obietti-vo la promozione di nuove esperienze dipianificazione urbana, basata su proces-si di partecipazione in grado di coinvol-gere la comunità locale e i diversi grup-pi di immigrati presenti nel territorio. Il laboratorio territoriale di Palermo (visono quello di Villa San Giovanni eCrotone per la Calabria e Valencia perla Spagna) ha iniziato il suo percorso al-la fine dell’anno scorso e, nell’iniziare ilavori sentivamo che necessitava daparte di ciascuno una forte capacità dicomunicazione ma anche di ragiona-mento. Di passione ma anche di cervel-lo. Cosa è accaduto nella esperienza pa-lermitana del laboratorio territoriale?

Almeno un paio di esperienze che riten-go forti e qualificanti del progetto nelsuo insieme. Ci siamo trovati insieme aragionare sul tema della integrazione deimigranti legato alla pianificazione urba-na: urbanisti, ingegneri, sociologi, ar-chitetti, rappresentanti delle comunitàstraniere, mediatori culturali. Ma, cosaassolutamente nuova, ingegneri ed ar-chitetti provenienti dalle stesse comu-nità straniere: una architetta irachena,un iraniano , un pachistano ed un gha-nese. Cioè abbiamo provato a metterein gioco diversi saperi e diverse sensibi-lità: una diversità legata a differenti sa-peri professionali ma anche a differentisensibilità culturali allo scopo di realiz-zare una proposta di pianificazione urba-na coniugata con la necessità della cittàinterculturale. Una città etica, perchéquesto ci sembra il fine ultimo della in-tegrazione: una città giusta, etica ap-punto, che non si accontenta di rispet-tare le diversità. Sarebbe ancora troppo poco. I lavoriche in questi mesi hanno portato avan-ti i diversi professionisti, e le diverse co-munità di stranieri erano finalizzati adindividuare la costruzione di una cittàetica, costruita sul rispetto delle diversi-tà. Il laboratorio è stato, ed è ancora og-gi, questa affascinante esperienza: diver-si saperi e diverse professionalità e sen-sibilità stanno lavorando, e sodo, persperimentare e proporre alla UnioneEuropea un “modello palermitano” diintegrazione e interculturalità avendo amente la pianificazione urbanistica. Inquesto senso va vista la collaborazionetra il Laboratorio territoriale e la Facol-tà di Architettura e di Ingegneria colla-borando al corso di laurea di architettu-ra e composizione architettonica: set-tanta ragazzi del secondo anno di inge-gneria che hanno studiato, lavorato,preso misure, incontrato i professionistidel laboratorio, che si sono confrontaticon le comunità straniere per giungere,

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XI ASSEMBLEA GENERALE

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TOLLERANZA ZERO PER I MERCANTI DI MORTEIMPEGNO PER INCANALARE IL FENOMENO MIGRATORIO NELL’ALVEO DELLE LEGGI

CONTRAMMIRAGLIO FERDINANDO LAVAGGI DIRETTORE MARITTIMO DELLA SICILIA OCCIDENTALE

Vengo invitato a parlare, in qualità didirettore marittimo della Sicilia occi-dentale, dell’immigrazione “clandesti-na” che interessa da molti anni le costesud della Sicilia ed in particolare, l’isoladi Lampedusa. Occorre chiarire subitoche questa “naturale” migrazione di po-poli assume il carattere della clandesti-nità per le modalità di trasferimento, inatto dal continente africano all’Europa,guidato ed organizzato da gruppi crimi-

nali senza scrupoli. Il termine clandesti-nità dovrebbe far pensare a piccoli nu-meri e non certo a quel terribile“20.000” uomini, donne e bambini chehanno raggiunto le nostre coste nel solo2006. Questo dato numerico, costante,se non in progressione negli ultimi anni,riporta a quel concetto di migrazionevera e propria, che va comunque nor-malizzata ed incanalata nel rispetto del-le normative nazionali e comunitarie.L’esperienza diretta acquisita in questianni dalla Guardia Costiera – Capitane-ria di porto, particolarmente impegnatacon la 7° Squadriglia nelle acque diLampedusa, ci consente di apprezzaremodalità di effettuazione del tentativodi approdo in Siclia sempre più perico-lose. Si è passati, infatti, dai grossi bar-coni in legno ad unità sempre più pic-cole ed a gommoni di 5/6 metri, difficil-mente visibili al radar, stipati all’invero-simile e sui quali anche piccoli movi-menti possono provocare il repentino

ribaltamento dell’unità data l’assenza diqualunque forma di sicurezza e stabilità.A questo bisogna aggiungere le partico-lari condizioni climatiche dello Strettodi Sicilia, che cambiano rapidamente ele condizioni psico-fisiche dei profughi,stremati dalla fatica e dall’ansia o peggiodall’angoscia. Ogni comprensione quin-di per chi rischia la vita lottando per unfuturo migliore, “tolleranza zero” per imercanti di morte che organizzano iviaggi clandestini. Ho preferito nonmostrarvi le immagini più crude, limi-tandomi a quelle ch epotessere far com-prendere le condizioni inumane delviaggio e le conseguenti difficoltà con-nesse ad ogni operazione di soccorso,ma, al tempo stesso, non vi nascondo diaver visto più volte i miei marinai, purtemprati da tante esperienze, con gli oc-chi rossi dalla commozione, a dimostra-zione del fatto che l’uniforme è un mo-do di apparire all’esterno, l’importante èquello che abbiamo nell’animo.

DIRITTI UMANI E APPRENDIMENTO INTERCULTURALEA Berlino, tra il 2 e il 9 settembre scorso si è tenuto il seminario dal tema “Diritti Umani e Apprendimento Interculturale” al quale han-no partecipato giovani provenienti da associazioni operanti principalmente nel settore giovanile e aventi sede in diversi paesi d’Europa.Al workshop ha partecipato anche il Coppem sulla base della sua vocazione a farsi promotore di uno sviluppo sostenibile e condivisonon solo dai paesi dalle economie forti, ma da tutta l’area Euromediterranea. Il Comitato opera, dunque, in linea con i cosiddetti “dirittiumani di terza generazione”, diritti non individuali, ma collettivi, quali appunto il diritto ad un ambiente salubre, all’accesso alle risorse eallo sviluppo economico; tutti ambiti in cui il Coppem si è speso e si spende tuttora con grande impegno. Il seminario, della durata disette giorni, è stato organizzato dall’Hendrik Kramaer Haus, centro interculturale di Berlino, il cui principale obiettivo è la promozione deldialogo tra le culture e religioni più diverse per una convivenza pacifica nel rispetto dell’ambiente. L’idea di partenza è che l’apprendi-mento interculturale costituisca un caposaldo nella costruzione di una società più rispettosa dei diritti dell’individuo, in virtù della fortecarica empatica che esso contribuisce a sviluppare. Il workshop ha permesso a giovani con differenti background culturali (erano pre-senti Italiani, Danesi, Scozzesi, Tedeschi, ma anche Ungheresi, Polacchi e Rumeni) di confrontarsi su un tema che ci accomuna tutti e,al contempo, di condividere con il gruppo punti di vista spesso conseguenza di dinamiche e condizioni socioculturali specifiche del pae-se nel quale si vive. Per una settimana i giovani hanno convissuto partecipando dei piccoli oneri quotidiani (dalla preparazione dei pasti,alle meno piacevoli pulizie casalinghe), così come dello svago e dei dibattiti spesso incentrati su tematiche di grande intensità emotiva.L’apprendimento interculturale, dunque, ben lungi dall’essere un mero oggetto di discussione, è divenuto un modo concreto e quotidia-no di esperire e sentire il vissuto condiviso. Tra le numerose attività, di notevole impatto la visita ad uno dei luoghi simbolo dell’umanitànegata, violazione per antonomasia del concetto stesso di “Diritto”: il campo di concentramento di Sachsenhausen ad Oranienburg, unodei primi innalzati in terra prussiana e rimasto attivo, anche a guerra finita e fino al 1950, come “lager speciale” sovietico. Tale lager èoggi divenuto Memoriale e Museo, luogo europeo di lutto e di commemorazione, ma anche monito e auspicio per il futuro. Futuro chenon è ipotizzabile se privo dei concetti di dialogo, conoscenza e cooperazione. (Ilaria Puccio)

Ferndinando Lavaggi

XI ASSEMBLEA GENERALE

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delle costanti della politica del nostropresidente Ben Ali è che l'edificazionedella societa e il suo sviluppo non pos-sono aver luogo senza il contributo del-le donne. Il piano quinquennale di svi-luppo 2007/2011 in Tunisia e il pro-gramma del prossimo decennio consoli-dano la posizione della donna nella vitaattiva, nel mercato del lavoro e nelle at-tività imprenditoriali. La prima sfida èquella che riguarda l'impiego e la lottacontro la disoccupazione. Tale sfida fi-gura tra le priorità nazionali per il futu-ro del paese. La donna tunisina dovràproseguire nella sua lotta per l'emanci-pazione, a cominciare dalla rimozionedel impatto negativo del divorzio, dalleviolenze e dalle molestie. Un ampioprogramma viene realizzato dall'Ufficionazionale per la famiglia e la popolazio-ne. È quello di formare “una squadra digenere per la prevenzione contro la vio-lenza nei confronti delle donne” in col-laborazione con l'Agenzia spagnola dicooperazione internazionale. Infine, vo-gliamo sottolineare il ruolo importanteche ha la donna nello sviluppo e nelraggiungere obbiettivi ambiziosi. Tuttoquesto dimostra che lo Statuto Tunisinodella donna e passato realmente dallostadio della rivendicazione della paritàtra uomo e donna allo stadio di partena-riato e della complementarietà.

LA LUNGA MARCIA DELLE DONNE TUNISINECONQUISTATI IMPORTANTI TRAGUARDI SULLA STRADA DELL’EMANCIPAZIONE

NAJOUA MAHJOUB VICE DIRETTORE DELLA BANQUE DE L’HABITAT

Possiamo dire che, caso unico nel mon-do arabo musulmano, il principio di pa-rità tra uomo e donna sul piano dei di-ritti di cittadinanza e davanti alle leggie questo è espressamente affermato neitesti giuridici e legislativi tunisini. Nel-la Costituzione e in particolare all' arti-colo 6, si stabilisce che “tutti i cittadinihanno gli stessi diritti e gli stessi doverie sono uguali davanti alla legge”. Negliarticoli 20 e 21 delle Costituzione ci af-fermera inoltre che la donna tunisinagode di elettorato attivo e passivo. IlCodice dello statuto personale modifi-cato il 13 agosto del 1956 ha abolito lapoligamia, istituito il divorzio, stabilitol' eta minima per il matrimonio a 17 an-ni per le donne, sempre con il loro as-senso e quello della madre nel caso deldecesso del padre, la tutela dei bambiniminorenni modificando questo codicela Tunisia ha dimostrato che l'emanci-pazione politica non si può dissociare daquella sociale e che l'attaccamento aiprincipi nazionali, siano religiosi, cultu-rali o sociali, non sono incompatibilicon lo spirito di rinnovamento e di mo-dernizzazione. Le statistiche riguardantila condizione della donna in Tunisianon sono molto lontane da quelle deipaesi democratici più avanzati. Adesempio, la presenza della donna tunisi-na nella Camera dei deputati è del 23per cento dell 'insieme dei seggi controuna percentuale pari a 17,4 nei paesiEuropeI e industrializzati e dell 8,2 sol-tanto nel mondo Arabo. Prima dei cam-biamenti intervenuti a partire dal 7 no-vembre 1987 la percentuale era soltantodel 4,26. La presenza della donna negliconsigli comunali ha raggiunto il il 26per cento (contro 13 per cento nel 1990) , il 23 per cento negli impeghi diretti-vi in ambito pubblico e quello scientifi-co, senza dimenticare la Magistrature ilcui Consiglio superiore comprende il13,3 per cento di donne. Oggi la donnatunisina è presente in tutti campi lavo-

rativi, in particolare in 26 settori. La le-gislazione le assicura piena tutelala nonsoltanto nel lavoro ma anche nel ambi-to della famiglia. Per quel che riguardal'educazione e l'insegnamento, il totaledella scolarizzazione delle femmine di 6anni a raggiunto in Tunisia il 99 percento contro il 36,7 del 1966 e questoprova la determinazione del potere pub-blico nel valorizzare le risorse umane e apromuoverne la crescita. In campo sanitario sono stati raggiuntiimportanti risultati in favore della fami-glia em in particolare, della donna con-siderata come cittadina e madre allostesso tempo, due condizioni legate l'u-na all’altra. Per questo il Ministero del-la donna ha creato l'Osservatorio dellafamiglia tunisina con il compito di oc-cuparsi e di osservare la famiglia nellasua complessità e nell'interdipendenzadi ogni suo componente nella consape-volezza del ruolo che la donna svolge allinterno del nucleo famigliare e per lasua armonia e stabilità. Una strategiamolto importante è stata sviluppata inTunisia per la promozione per le donneche vivono in campagna e sono staticreati centri rurali un po' dappertuttocon l'obiettivo di favorire l'integrazionedi quelle donne, di eliminare l'analfabe-tismo e creare cicli di formazione per of-frire loro maggiori opportunità. Una

OTTOBRE 2007|25

ISTITUZIONI PER LE DONNA IN TUNISIA

Ministero per la donna, la famiglia, l'infanzia e gli anziani

Consiglio nazionale della donna e della famiglia

Comitato nazionale per la donna e lo sviluppo

Centro di ricerca, documentazione e informazione per

la donna

LA DONNA TUNISINA NELLE SEDI INTERNAZIONALI

Vice presidente del internazionale socialista delle donne

Nell'esecutivo del l'Unione Interparlamentare

Presidente della Alleanza Intergovernativa per i programmi

di partenariato Sud/Sud per le popolazioni e lo sviluppo

Componente del comitato per il superamento della discrimi-

nazione nei confronti della donna

Segretario generale dell'Organizzazione araba della famiglia

Direttore dei servizi di sviluppo, informazione (Commissione

economica per l'Africa)

ASSOCIAZIONI FEMMINILI

Unione nazionale della donna tunisina

Associazione tunisina delle madri

Associazione delle donne tunisine per la ricerca e lo sviluppo

Associazione tunisina delle donne democratiche

Associazione femminile “Tunisia 21”

XI ASSEMBLEA GENERALE

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LE PRESIDENZIALI IN FRANCIA E IL MONDO FEMMINILEIL VALORE DELLA CANDIDATURA DI SÉGOLÈNE ROYAL PER LA PARITÀ DI GENERE IN CAMPO POLITICO

LUCILE SCHMID PRESIDENTE 5A COMMISSIONE

L'elezione alla presidenza della Repub-blica francese di Nicolas Sarkozy, loscorso 6 maggio, mi porta ad esprimerealcune riflessioni: Nicolas Sarkozy èstato eletto con il 53% dei voti controil 47% di Ségolène Royal. Una lungacampagna presidenziale che ha vistoconfrontarsi due coetanei, una donna eun uomo, in cui quest'ultimo ha avutola meglio. Ho sostenuto la campagnaper Ségolène Royal e anche se mi sfor-zerò di essere imparziale, il testo saràcontrassegnato da una certa delusioneper la causa delle donne nella politica,e in modo più ampio per il loro postonello spazio pubblico. Non esamineròla questione seppur fondamentale deiprogetti di società portati avanti daidue candidati. Mi concentrerò su unaquestione essenziale: aldilà del suo fal-limento, la candidatura di SégolèneRoyal segna una tappa importante af-finché la parità tra uomini e donne cre-sca in campo politico? Sono convintache la risposta a questa domanda sia es-senzialmente positiva ma che rimangaun lungo cammino da compiere percambiare le mentalità. Eccone le prin-cipali ragioni:1) la candidatura di Ségolène Royal èstata la prova di una profonda aspira-zione cittadina ad un rinnovo dei mo-di di fare politica. Per la prima volta lanomina del candidato del partito socia-lista è stata fatta in modo semi aperto.Nuove modalità di adesione, il dibatti-to fra i tre pretendenti è avvennuto intelevisione ed è stato seguito da milio-ni di francesi. Ségolène Royal nuovacandidata rispetto a Laurent Fabius e aDominique Strauss Kahn, candidatipotenziali da lunghi anni, è stata desi-gnata con una forte maggioranza dipreferenze.2) Dopo il “trauma” del 21 aprile2002 che vide l'eliminazione di Lio-nel Jospin al primo turno dalla elezio-ne presidenziale, questa campagna è

stata intensamente seguita dai france-si e caratterizzata da un elevatissimotasso di partecipazione. Dalla fine del2006 la campagna presidenziale ha se-gnato la quotidianità della vita deifrancesi. I principali tre candidati –poiché è sembrato subito chiaro cheFrançois Bayrou con il suo esito avreb-be creato la sorpresa – facevano politi-ca con uno stile che si è potuto qualifi-care «generazionale». Ségolène Royalponendo l’accento sulla democraziapartecipativa, la concertazione ed ilcontrollo cittadino, ha scelto di uscirein modo decisivo dal modello 'dell’uo-mo provvidenziale'. La vittoria di Ni-colas Sarkozy ha dimostrato che questomodello rimaneva molto presente nel-lo spirito dei cittadini. Le analisi sonodiverse ma possiamo stimare, con Pier-re Rosanvallon, che Ségolène Royal haavuto ragione di voler rinnovare così lospirito della nostra vita politica sotto-valutandone però la difficoltà.3) Ségolène Royal ha posto l’accentosu tematiche che non venivano consi-derate fin qui presidenziali e che par-lavano della quotidianità, senza esseresempre convincente. La candidata so-cialista ha segnato il suo impegno con-tro le violenze fatte alle donne, sull’at-tuazione di un servizio della piccola in-fanzia, sul non cumulo dei mandati e lanecessità di una presidenza più vicina.Da qui il suo slogan « La Francia presi-dente ». Al contrario, alcuni le hannorimproverato di non essere abbastanzapreparata sui temi classici delle compe-tenze presidenziali – economia e affariesteri. Io penso che probabilmente èsul tema della competenza che le diffi-coltà della società francese ad evolverein termini di mentalità sono stati piùvisibili. Gli errori o le conoscenze avolte incerte di Ségolène Royal su al-cuni temi sono stati ampiamente com-mentati e sottolineati. Nicolas Sarkozyè stato innegabilmente più risparmiato

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Lucile Schimd

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vela sicuramente la difficoltà a conci-liare vita familiare e vita lavorativa.Difficile immaginare di aggiungere aquesto contesto anche le responsabilitache deriverebbero dal loro impegno inpolitica. Le donne sono inoltre piùsensibili al tema della sicurezza ampia-mente sostenuto da Nicolas Sarkozy.5) Giudicare l’impatto della candida-tura di Ségolène Royal alla luce del-l’esito delle elezioni legislative. Ledonne deputate rappresentano oggi il12% all’Assemblea nazionale. Il partitosocialista ha rispettato per la primavolta la parità nelle candidature pre-sentate. L’UMP ha fatto meglio del2002. Sarà interessante vedere il voltodella nuova assemblea nazionale il 17giugno 2007.

dai media. Fatto sta che la Royal è ap-parsa meno familiare con questi temi eche durante la campagna non è riusci-ta a convincere i francesi che un Presi-dente della Repubblica dovesse cam-biare radicalmente il suo perimetro dicompetenza. Ciò che infine è probabil-mente prevalso nello spirito di moltielettori è la differenza tra Nicolas Sar-kozy e Jacques Chirac, tra un candida-to onnipresente ed un presidente cheera in « semi-pensione » già da qualcheanno. Ciò che venne considerato unfallimento della candidata socialista aldibattito televisivo con Nicolas Sar-kozy è significativo su questo punto. Inquel dibattito la candidata socialista hadimostrato una grande combattivitàma non ha citato cifre economiche e

non ha risposto a tutte le domande. Purmostrando la sua forza di carattere, nonè stata convincente dal punto di vistadella competenza.4) Un elettorato femminile per lamaggior parte a favore di Nicolas Sar-kozy. Durante tutta la campagna l’elet-torato femminile è apparso diviso ri-guardo la candidatura di Ségolène Ro-yal: madre di quattro figli senza esseresposata, dall'aspetto piacevole, senzapaura di far valere la sua femminilità,ha spesso sconcertato le donne. Ben-ché il tasso di attività femminile inFrancia sia nettamente più elevato del-la media europea, anche se le donnefrancesi sono al contempo fra quelleche hanno più figli, la loro difficoltà asostenere la candidatura della Royal ri-

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AZIONE COMUNE PER LA SICUREZZA ALIMENTARELa Fiera del Mediterraneo, con la collaborazione del Coppem, del-l’Asem e dell’Istituto Sperimentale Zooprofilattico della Sicilia, haorganizzato una conferenza internazionale sul tema “Commercia-lizzazione e sicurezza dei prodotti agroalimentari nell’Area di Libe-ro Scambio”. L’incontro ha preso spunto dall’osservazione che ilprocesso di liberalizzazione degli scambi nel Mediterraneo, vedràinevitabilmente la crescente partecipazione di paesi tra loro incompetizione in quanto produttori della stessa tipologia di prodot-ti agroalimentari. Da ciò nasce il bisogno di tutelare i territori, cosìcome la salute degli esserei umani che vi vivono, e degli animaliche vi vengono allevati, definendo comuni regole mediche e igie-nico-sanitarie, standard produttivi da rispettare; e ancora, limitan-do l’impiego di molte sostanze in agricoltura e nell’allevamento; in-staurando controlli regolamentati.Obiettivo del convegno è stato inoltre quello di aprire un dialogo e unconfronto tra tecnici della sicurezza alimentare e operatori economi-ci dei Paesi mediterranei. Tre le questioni poste sul tappeto: 1) po-tenzialità e prospettive per definire i requisiti minimi per la sicurezzaalimentare; 2) individuazione di possibili standard e regole per ren-dere trasparente il commercio agro-alimentare anche ai fini della suaespansione; 3) creazione di una scuola di formazione per ricercatoridell’area mediterranea dove costoro possano acquisire, e quindi tra-sferire nei rispettivi paesi, le metodologie di laboratorio più avanzate.La conferenza ha rappresentato una prima occasione di confronto

e orientamento su questi temi specifici così attuali. Si pensa di al-largarla in futuro a tutti i paesi della regione potendo contare, perl’organizzazione, sui diversi uffici del Coppem, sui suoi membri co-sì come sulla capacità organizzativa dell’Asem. In questa prima oc-casione, oltre agli esperti italiani, hanno partecipato, quali relatori,autorevoli personalità provenienti da Egitto, Marocco, Tunisia e Tur-chia, e coinvolte congiuntamente da Coppem e Asem, in partico-lare dall’Ing. Michele Raimondi, e dal Dott. Giovanni Ragonesi, cu-ratori dell’evento per conto delle due organizzazioni.

Da sinistra: Giovanni Ragonesi, Michele Raimondi, Agostino Porretto, Andrea Riela

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LE ATTIVITÀ DEL PROGETTO PILOTA “RELATE”LABORATORI A CROTONE, PALERMO, VALENCIA E VILLA S.GIOVANNI

A CURA DI ALESSANDRA PRUDENTE

Il Progetto Pilota C2C Re.La.Te. - Regio-nal Territorial Laboratories progetto pilo-ta transnazionale finanziato dall'Opera-zione Quadro Regionale di City to City(PIC INTERREG III C South Zone), pre-vede la creazione della “Rete dei Labora-tori Territoriali” che favorisce la pianifica-zione urbana partecipata in quattro aree diprogetto: Crotone, Palermo, Valencia eVilla San Giovanni. Nei laboratori le co-munità immigrate, gli attori locali, i citta-dini, le autorità locali definiscono proget-ti di spazi urbani allo scopo di una reale in-tegrazione multiculturale, della costruzio-ne di una “città etica”, della redazione diuna guida per la pianificazione della “cittàplurale” e della “carta europea dei servizimulticultural-oriented”.

LABORATORIO TERRITORIALE DI VILLA SAN GIOVANNIPresentazione dei gruppi di progetta-zione. L'Atelier Internazionale di pro-gettazione si è incontrato 24 ottobre2007 presso il Centro Sociale Baden Po-well. I 4 gruppi di progettazione hannopresentato lo stato di avanzamento deiprogetti, in previsione della stesura defi-nitiva prevista per la fine di ottobre.Durante l'incontro era presente la socie-tà di comunicazione ECOSFERA del-l'Operazione Quadro City to City cheha filmato le attività del Laboratorio perla preparazione di un video promoziona-le del progetto Pilota RELATE.Cantieri per la città plurale. Giovedì28 giugno 2007 alle ore 10.00, presso ilCentro Sociale Baden Powell (Via Ri-viera, Villa San Giovanni) si è tenuto ilII seminario “Cantieri per la città plura-le” previsto nell’ambito delle attivitàdel Laboratorio Territoriale di Villa SanGiovanni. Il seminario è stato tenutodalla dott.ssa Anna Maria Frosina, ri-cercatrice del CRESM – Centro di Ri-cerche Economiche e Sociali del Meri-dione che ha esposto il tema “La piani-ficazione partecipata”.

Seminario "Radici e identità"Giovedì 7 giugno al Centro Sociale Ba-den Powell, ha avuto luogo il Seminario"Radici e identità" nel quadro delle atti-vità dell'Atelier internazionale di piani-ficazione del laboratorio territoriale diVilla San Giovanni. Il Prof. GiuseppeMorabito ha esposto il tema: “L'areadell'Immacolata radici e identità.

LABORATORIO TERRITORIALE DI PALERMO“La città del futuro: comunità di simi-li o comunità di diversi?”. È il titolodel Seminario che ha avuto luogo a Pa-lermo, lunedì 15 ottobre alla Sala delleCarrozze di Villa Niscemi, nel quadrodelle attività del laboratorio territorialesiciliano. Il progetto prevede la costru-zione di una città etica che rispetti ladifferenza culturale, le esigenze e lepriorità degli immigrati. Al Seminarioorganizzato in collaborazione con ilCorso di Architettura e ComposizioneArchitettonica 1, Facoltà di Ingegneriadi Palermo hanno partecipato MaurizioGentile, psicologo coordinatore osser-vatorio sulla dispersione, ufficio scola-stico regionale per la Sicilia, LorenzoBarbera, sociologo, Ferdinando Lavag-gi, Contrammiraglio Direttore Maritti-mo della Sicilia Occidentale e Coman-dante del Porto di Palermo, GiuseppeTrombino, Presidente del Corso di lau-rea in Ingegneria edile/architettura. Ilavori sono stati aperti dai partner delprogetto Alessandro La Grassa, Presi-dente CRESM, Giacomo Mulé, Presi-dente Unione degli assessorati e Car-melo Motta, Segretario Generale delCOPPEM. Al Seminario è seguita la ri-unione del Focus Group transnazionale,unità nella quale si prevede la redazio-ne del Manuale Relate e della Carta eu-ropea, e del Comitato di PilotaggioC2C Relate. “Forme, suoni e colori del mondo”. Siè concluso con un convegno sul tema

“Forme, suoni e colori del mondo”, ilCorso di Architettura e ComposizioneArchitettonica 1 del corso di laurea inIngegneria Edile-Architettura di Paler-mo. La manifestazione si è svolta lunedì11 giugno presso il Centro di accoglien-za Santa Chiara di Palermo. Previsti gliinterventi del docente Antonio Marga-gliotta, del Presidente dell'associazioneIup. Arif Hossain, del responsabile dellaboratorio territoriale progetto pilotaRe.la.te Roberto Mazzarella, del presi-dente del corso di laurea in ingegneriaedile -architettura Giuseppe Trombinoe del vice sindaco di Palermo Giampie-ro Cannella.

LABORATORIO TERRITORIALE DI VALENCIARussafa – Actividades de encuentro yparticipacion. Il laboratorio territorialedi Valencia ha organizzato diverse ini-ziative culturali e sociali per promuove-re la convivenza interculturale tra i cit-tadini a luglio e agosto nel quartiere diRussafa. In particolare diversi film sonostati proiettati, sono state organizzatelezioni di Castigliano, di informatica eattività ludiche indirizzate ai giovani al-lo scopo di favorire la convivenza e lapartecipazione sociale nel "barrio". Orriols vive y convive. Orriols Vive yConvive, è questo il titolo della Gior-nata Interculturale di incontro e parte-cipazione sociale che si è svolto nelquartiere Orriols di Valencia. Lo scopoè quello di promuovere l'incontro in-terculturale e la partecipazione sociale,al fine di creare uno spazio multicultu-rale aperto, indirizzato a tutta la citta-dinanza del quartiere di Orriols e ditutta la città di Valencia. All'incontrohanno partecipato le associazioni delquartiere, il centro culturale islamicoin rappresentanza del collettivo magre-bino, l'associazione degli immigratiRumiñahui in rappresentanza del col-lettivo latinoamericano.

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UK), Michele Picciano (IT), Hassan Sayed AhmedSherif (EG), Mohamed Belhaj Taib (TN), KevinThorp (IE), Jasmina Vidmar (SL), Viera Krakovska(SK), Boris Tonhauser (SK), Maa’n Chibli (SY),Jalal Abs (LB), Naif Alibeyodlu (TR), MustafaAydin (TR), Ahmed Mezmaz (DZ), HocineCherhabil (DZ), Pirkko Paranko (FI), AssaadBarrak (LB), Povilas Kuprys (LT), VytautasKvietkauskas (LT)

V COMMISSIONEPARI OPPORTUNITÀ

PRESIDENTE: Lucile Schmid (FR)1° VICE PRESIDENTE: Hala Mansor AbdulRahman (EG)VICE-PRESIDENTE: Gina Fasan (IT)

Relatori: Zeynep Karahan Uslu (TR), NikolasPapmikroulis (GR)Referente Segretariato: Giovanna Cirino (IT)

Esperte:Maria Teresa Coppo Gavazzi (IT), Patrizia Dini (IT)

MEMBRILucile Schmid (FR), Hala Mansor Abdul Rahman(EG), Betty De Wachter (BE), Gina Fasan (IT),Iwona Kowalska Navrocka (PL), Gehad GalalAmer (EG), Catalina Schezzini (IT), KahinaAbderrahmane (DZ), Isabelle Compagnie (BE),Mara Scagni (IT), Cveta Zalokar Orazoem (SL),Lina Refai (SY), Sara Akavia (IL), Kathleen Maher(IE), Catherine McDermott (IE), Jasmina Vidmar(SL), Viera Krakovska (SK), Pirkko Paranko (FI),Ramon Polo Bernardo (ES), Philippe Sanmarco(FR), Nikos Papamikroulis (GR), Marc Thoulen(BE), Jan Micallef (MT), Ali Abu Ghanimeh (JO),Veronika Krausz (HU), Zeynep Karahan Uslu (TR),Saime Yildiz (TR), Samar Bouhairi (LB), LatifaRemki (DZ)

INVITATE PERMANENTISandra Ceciarini (FR), Antonella Cagnolati (FR)Marijke Vanbiervliet (IT), Azza Nardini (EG),Claudia Serio (IT), Halima Hadir (MA), GiovannaLivreri (IT), Rosalia Schirò (IT), Stefania Toriello(IT), Najoua Mahjoub (TN), Hayet Mrabet (TN),Cristina Stimolo (IT)

ORGANI DEL COPPEM

UFFICIO DI PRESIDENZA

PRESIDENTE: Salvatore Cuffaro (IT)

VICE PRESIDENTE VICARIO: Omar Bahraoui (MA)

VICE PRESIDENTIAdly Hussein (EG), Andrzey Porawski (PL), Nikolas Papamikroulis (GR), Nourredine Sbia (DZ),Muzaffer Baca (TR)

SEGRETARIO GENERALECarmelo Motta (IT)

PRESIDENTE FONDATOREFabio Pellegrini (IT)

I COMMISSIONEPOLITICA ED ISTITUZIONALE

PRESIDENTE: Jan Micallef (MT)1° VICE PRESIDENTE: Said El Dakkak (EG)VICE PRESIDENTE: Marc Thoulen (BE)

Relatori: Toivo Riimaa (EE), Nabil Shawagfeh (JO)Referente segretariato: F.sco Sammaritano (IT)

MEMBRIOmar El Bahraoui (MA), Jan Micallef (MT),Mohammed Said El Dakkak (EG), Marc Thoulen(BE), Jiroí Bytel (CZ), Salvatore Cuffaro (IT), BettyDe Wachter (BE), Dahmane Derhem (MA), GinaFasan (IT), Adly Hussein (EG), Abdel Ilah Hssissen(MA), Luigi Minardi (IT), Fabio Pellegrini (IT),Ioannis Sotiriou (GR), Giacomo Spissu (IT),Mohammed Taibi (DZ), Saied Zourob (ANP),Francesco Crocetto (IT), Mohammed Ibrahim ElFayoumi (EG), Iwona Kowalska Nawrocka (PL),Andrzej Porawski (PL), Jaanus Tamkivi (EE), ErolKaya (TR), Nourredine Sbia (DZ), (DZ), MiguelSanchez de Alcázar Ocanoa (ES), Ramón RoperoMancera (ES), Choubeila Bisker (DZ), NabilShawagfeh (JO), Toivo Riimaa (EE)

II COMMISSIONEPER LA COOPERAZIONE TRA CITTA’ E REGIONI

PRESIDENTE: Jan Mans (NL)1° VICE PRESIDENTE: Mr. Tamer Alhajeh (SY)VICE PRESIDENTE: Jalal Abs (LB)

Relatori : Philippe Sanmarco (FR), Jalal Abs (LB)Referente Segretariato: Ilia Mazzone (IT)

MEMBRIMuzzafer Baca (TR), Tamer Alhajeh (SY), Jalal Abs(LB), Claudio Basso (IT), Jan Mans (NL), PierreWies (LU), Vladimír Bártl (CZ), Mohamed Boudra(MA), Hamid Chabat (MA), José Macário Correia

(PT), Manuel Antonio da Luz (PT), Riccardo DiPalma (IT), Ahmet Duyar (TR), Adi Eldar (IL), AthosGermanos (CY), Frank Godfrey (IE), HarrieJeurissen (NL), Nikos Papamikroulis (GR),Avraham Rabinovitch (IL), Catalina Schezzini (IT),Driss Sentissi (MA), Erfan Ali (SY), Med-MezianiMouloud (DZ), Kahina Abderrahmane (DZ),Jacques De Grave (BE), Philippe Sanmarco (FR)

III COMMISSIONEPER LA COOPERAZIONE ECONOMICA E FINANZIARIA

PRESIDENTE: Abdelkarim Misbah (TN)1° VICE PRESIDENTE: Katalin Sabjan (HU)VICE PRESIDENTE: Francisco Iglesias Garcia (ES)

Relatori: Jan Maciej Czajkowski (PL), MimouneBouras (DZ)Referente Segretariato: Paolo Carrara (IT)

Esperti:Lorenzo Barbera (IT), Alberto Tulumello (IT),Giuseppe Salmé (IT).

MEMBRIAbdelkarim Misbah (TN), Katalin Sabjan (HU),Francisco Iglesias Garcia (ES), IsabelleCompagnie (BE), Lakhdar Haddouch (MA),Waleed Hamad (ANP), Ibrahim Karaosmanogolu(TR), Andris Jaunsleinis (LV), Abbes Mohsen (TN),Mara Scagni (IT), Michele Scandroglio (IT),Rachid Alami Talbi (MA), Kiriakos Virvidakis (GR),Cveta Zalokar Orazoem (SL), Jan MaciejCzajkowski (PL), Hayrettin Kilic (TR), MimouneBouras (DZ), Mohamed Thaminy (DZ), Lina Refai(SY), Mohammed Hashem Almasri (ANP),Haitham Al-Hyasat (JO)

IV COMMISSIONEPER LA CULTURA, LA TECNOLOGIA, IL TURISMO E L’AMBIENTE

PRESIDENTE: Falah Al Omoush (JO)1° VICE PRESIDENTE: Keith Whitmore (GB)VICE PRESIDENTE: Antonio Cabrita (PT)

Relatori: Mustafa Aydin (TR), Viera Krakovska (SK)Referente Segretariato: Natale Giordano (IT)

MEMBRIFalah Al Omoush (JO), Keith Whitmore (UK),Antonio Cabrita (PT), Sara Akavia (IL), FranciscoCaimoto Amaral (PT), Mohamed Atouani (MA),Ramon Polo Bernardo (ES), Krzysztof Chromy (PL),Petros Filippou (GR), Ali Abu Ghanimeh (JO),Moncef Ben Gharbia (TN), Mohamed Karimine(MA), Fikri Köse (TR), Eliahu Levy (IL), KathleenMaher (IE), Catherine McDermott (Nord-Irlanda

OTTOBRE 2007|29

Page 32: 07 tobre 20 Bimestrale del Coppem, anno 7 n.27/28 ot · PERIODICO EDITO DAL COPPEM REGISTRAZIONE TRIB. DI PALERMO N.22 DEL 23.12.1986 direttore FABIO PELLEGRINI ... in una situazione

COPPEMVia E. Amari, 16290139 Palermo (Italia)tel. +39 091.662.22.38www.coppem.org

SEDI DI RAPPRESENTANZA

EGITTOc/o Governorate BenhaKornish El-Nil st.113111 Egypt

tel: [email protected]

ISRAELEat Red Sea Tourism AdministrationP.O box 4298Eilat 88,000

Tel: +972-8-6340253Fax: [email protected]

MAROCCOc/o Association Nationaledes Collectivités locales du MarocAv. Mohamed Bel Hassan El Ouazani Hay EnnahdaRabat

Tel./fax +212 37754294

PALESTINAAt APLA - Association of Palestinian local AuthoritiesP.O. Box 3633 Al-Bireh - AL Quds st.El Bireh/Ramallah

Tel 00972.22.980601Fax [email protected]

POLONIAUl. Robocza 46 a – 61-517, Poznan

tel: + 48 61 633 50 61fax: + 48 61 633 50 [email protected]

TURCHIAINTERNATIONAL RELATIONS OFFICE

Adnan Kahveci Bulvari No:78Bahcelievler, Istanbul

Tel: +90 212 441 10 95www.anadolubil.edu.tr


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