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1. LA POESIA EBRAICA INTRODUZIONE CARATTERISTICHE...

Date post: 17-Feb-2019
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1 1. LA POESIA EBRAICA INTRODUZIONE Tutti i popoli hanno formato delle produzioni poetiche, si pensi alle raccolte delle poesie egiziane, mesopo- tamiche, cananee. Così anche il popolo ebraico ha una produzione poetica. La troviamo nella Bibbia disse- minata un po’ dovunque: per es il canto di Mosè (Es,15) oppure il canto di Debora (Gdc 5), il libro di Giob- be, i libri profetici, fino al Nuovo Testamento (il Benedictus, il Magnificat, gli inni nelle lettere paoline). Inoltre abbiamo notizia di raccolte di poesie ebraiche, che però non ci sono pervenute, ma che vengono citate dalla Bibbia: il libro del Giusto (Gs 10,13; 2Sam 1,18) o il libro delle Guerre di Jahve (Nm 21,14). Ma è soprattutto nel libro dei Salmi che troviamo espressa la poesia ebraica. CARATTERISTICHE DELLA POESIA EBRAICA La poesia ebraica ha delle regole diverse dalla nostra. Ne elenchiamo qualcuna: Parallelismo il parallelismo sinonimico : “Fammi conoscere Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri” (Sal 25,4) “Ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, irroro di lacrime il mio letto” (Sal 6,7) “Ripenso a tutte le tue opere, medito sui tuoi prodigi” (Sal 143,5) il parallelismo antitetico “Chiunque spera in te non resti deluso, sia confuso chi tradisce per un nulla” (Sal 25,3) parallelismo climatico (si va verso un “climax”, cioè verso un culmine espressivo) “Il Signore forte e potente, il Signore potente in battaglia” (Sal 24,8) “Date al Signore figli di Dio, date al Signore gloria e potenza” (Sal 29,1) Ritornello Si ripete una frase per separare varie parti del salmo, oppure per ribadire bene un concetto. A volte è usata l’inclusione: il salmo inizia e finisce allo stesso modo. Chiasmo E’ la ripetizione rovesciata di vari elementi I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera della sue mani annunzia il firmamento (Sl 19,2) Effetti sonori Alliterazione: insistenza su una o più lettere. Assonanza: eguaglianza di vocali finali di più parole, mentre sono diverse le consonanti. Non è possibile rendere questi effetti sonori nelle traduzioni. Ritmo Nella poesia ebraica è dato dagli accenti delle parole, dalle pause, ecc. Espressione polare Si esprime la totalità indicando due estremi: “Davanti a te grido giorno e notte” (Sl 88,2) “quando siedo e quando mi alzo - quando cammino e quando riposo” (Sl 139, 1-3) Merismo Si esprime la totalità indicando due estremi appartenenti alla stessa categoria “Bestiame piccolo e bestiame grosso” (Sl 8,8) Negatio paradoxa Si nega retoricamente un termine per far risaltare l’opposto. “Non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato tu, o Dio, non disprezzi” Se uno non conoscesse le regole della poesia ebraica, potrebbe pensare che il salmo neghi la liceità dei sacrifici, invece si vuole solo far risaltare l’opposto. Simbolismo Per esempio si usa l’immagine dell’acqua per simboleggiare la vita.
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1. LA POESIA EBRAICA INTRODUZIONE Tutti i popoli hanno formato delle produzioni poetiche, si pensi alle raccolte delle poesie egiziane, mesopo-tamiche, cananee. Così anche il popolo ebraico ha una produzione poetica. La troviamo nella Bibbia disse-minata un po’ dovunque: per es il canto di Mosè (Es,15) oppure il canto di Debora (Gdc 5), il libro di Giob-be, i libri profetici, fino al Nuovo Testamento (il Benedictus, il Magnificat, gli inni nelle lettere paoline). Inoltre abbiamo notizia di raccolte di poesie ebraiche, che però non ci sono pervenute, ma che vengono citate dalla Bibbia: il libro del Giusto (Gs 10,13; 2Sam 1,18) o il libro delle Guerre di Jahve (Nm 21,14). Ma è soprattutto nel libro dei Salmi che troviamo espressa la poesia ebraica. CARATTERISTICHE DELLA POESIA EBRAICA La poesia ebraica ha delle regole diverse dalla nostra. Ne elenchiamo qualcuna: Parallelismo il parallelismo sinonimico : “Fammi conoscere Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri” (Sal 25,4) “Ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, irroro di lacrime il mio letto” (Sal 6,7) “Ripenso a tutte le tue opere, medito sui tuoi prodigi” (Sal 143,5) il parallelismo antitetico “Chiunque spera in te non resti deluso, sia confuso chi tradisce per un nulla” (Sal 25,3) parallelismo climatico (si va verso un “climax”, cioè verso un culmine espressivo) “Il Signore forte e potente, il Signore potente in battaglia” (Sal 24,8) “Date al Signore figli di Dio, date al Signore gloria e potenza” (Sal 29,1) Ritornello Si ripete una frase per separare varie parti del salmo, oppure per ribadire bene un concetto. A volte è usata l’inclusione: il salmo inizia e finisce allo stesso modo. Chiasmo E’ la ripetizione rovesciata di vari elementi I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera della sue mani annunzia il firmamento (Sl 19,2) Effetti sonori Alliterazione: insistenza su una o più lettere. Assonanza: eguaglianza di vocali finali di più parole, mentre sono diverse le consonanti. Non è possibile rendere questi effetti sonori nelle traduzioni. Ritmo Nella poesia ebraica è dato dagli accenti delle parole, dalle pause, ecc. Espressione polare Si esprime la totalità indicando due estremi: “Davanti a te grido giorno e notte” (Sl 88,2) “quando siedo e quando mi alzo - quando cammino e quando riposo” (Sl 139, 1-3) Merismo Si esprime la totalità indicando due estremi appartenenti alla stessa categoria “Bestiame piccolo e bestiame grosso” (Sl 8,8) Negatio paradoxa Si nega retoricamente un termine per far risaltare l’opposto. “Non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato tu, o Dio, non disprezzi” Se uno non conoscesse le regole della poesia ebraica, potrebbe pensare che il salmo neghi la liceità dei sacrifici, invece si vuole solo far risaltare l’opposto. Simbolismo Per esempio si usa l’immagine dell’acqua per simboleggiare la vita.

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2. IL NOME DEL LIBRO In italiano: Libro dei Salmi o Salterio In greco: Psalterion, Il nome designa uno strumento musicale a corde con cui si accompagnava la recita dei salmi, che così erano delle poesie musicate, o canzoni. In ebraico: Theillim (letteralmente “Inni”) anche se solo il salmo 145 è indicato nel titoletto “Inno” 3. NUMERAZIONE I salmi sono 150, ma c’è una differente numerazione tra la Bibbia Ebraica da una parte e la Bibbia dei LXX (greca) e Vulgata (latina) dall’altra.

4. I TITOLI DEI SALMI Molti salmi hanno dei titoli e delle indicazioni (autore, istruzioni per l’esecuzione, circostanze a cui si riferi-scono). Questi titoli, benché molto antichi, non sono molto attendibili. I personaggi citati nei titoli Per esempio quando indicano l’autore o il personaggio di riferimento: 73 sono attribuiti a Davide, 12 ad A-saf, 11 ai figli di Core, 2 a Salomone, 1 a Mosè, 1 a Idutum, 1 a Eman e 1 a Etan. Però i salmi attribuiti a Davide non è detto che sono stati composti da Davide. Certamente sappiamo che Davide aveva abilità di musicista e cantore ed è probabile che qualche salmo sia stato composto da lui. In modo verosimile è nata una raccolta attorno a un nucleo davidico originario e con il passare del tempo gli sono stati attribuiti salmi che non erano suoi. E’ lo stesso processo con cui tutti i libri della legge sono stati attribuiti a Mosè e tutti i libri sapienziali a Salomone. Accanto alla raccolta davidica, ci sono altre raccolte che si riferiscono a cantori del coro del Tempio, in quanto i salmi venivano usati per le liturgie al tempio di Gerusalemme (i figli di Core erano probabilmente una famiglia di cantori liturgiici, Etan ed Elam erano probabilmente dei leviti, addetti al culto, ecc.) Che il salterio sia un insieme di raccolte diverse è evidente anche dal fatto che certi salmi si ripetono, per-ché erano presenti in raccolte diverse. Es il salmo 14 e il salmo 53 sono paralleli (il 53 è la redazione elohi-sta del salmo 53). I generi espressi nei titoli I titoli esprimono diversi tipi di salmi: • Theilla (letteralmente “inno”) è indicato solo per il salmo 145, anche se tutto il salterio in ebraico è

chiamato “Theillim” (= Inni) • Mizmor (= composizione poetica che prevede un accompagnamento musicale) • Cantici • Mizmor + cantico

Bibbia ebraica Bibbia greca e latina

1-8 1-8

9 - 10 9

Fino al salmo 113 la numerazione è così sfalsata di una unità (l’ebraico ha un numero in più del greco)

114 - 115 113

116 114 -115

Fino al salmo 147 la numerazione è così sfalsata di nuovo di una unità (l’ebraico ha un numero in più del greco)

147 146 - 147

148 - 150 148 - 150

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In realtà questa classificazione indicata dai titoli è imprecisa e non serve molto per stabilire delle classifica-zioni di generi, che invece faremo più avanti guardando al contenuto, indipendentemente da quanto indica-to nel titolo. Altre indicazioni I titoli esprimono delle indicazioni che dovevano servire al coro per eseguire il canto. Altri titoli sono di diffi-cile interpretazione. I titoli quindi non aiutano a capire il genere, né l’autore, né la datazione. Essi, pur antichi, sono stati inseriti in epoca successiva alla formazione del salmo, e non rientrano nel canone, dunque non devono essere considerati “Parola di Dio”. 5. CRONOLOGIA DEI SALMI Di solito, chi vuole tentare di fare una cronologia dei salmi, usa i seguenti criteri: • confronto con testi extra biblici, specie i testi babilonesi o ugaritici. Per esempio: alcuni studiosi pen-

sano che il salmo 29 si un adattamento di un antico testo cananeo del dio della tempesta. • Riferimento a fatti storici contemporanei. Per esempio il salmo 137 (sui fiumi di Babilonia) sembra

che si riferisca a fatti piuttosto recenti, e quindi è databile in epoca esilica o post esilica. • Confronto con altri testi biblici. Per esempio l’espressione “Per amore del suo nome” si trova a partire

da alcuni profeti (Geremia, Ezechiele e il deutero Isaia), quindi i salmi che la contengono sono tutti di epoca post esilica o addirittura di epoca persiana, cioè del V secolo a.C. (salmi 23, 25, 31, 79 106, 109, 115, 143).

• Criterio tematico: per esempio il tema della regalità nei salmi 20 e 21 è simile al Deuteronomio, e quindi sarebbe da datare nell’epoca del re Giosia.

Tali criteri non sono regole rigide, per cui datare i salmi è molto difficile. Una possibile classificazione po-trebbe essere: a) periodo pre esilico: 2, 8, 11, 12, 18, 20, 21, 24, 26, 29, 33, 42, 43, 45, 46, 47, 48, 50, 52, 54, 60, 61,

63, 67, 68, 72, 76, 78, 80, 81, 89, 93, 99, 101, 104, 108, 115, b) periodo esilico: 40, 44, 70, 74, 79, 87, 92, 105, 114 c) periodo post esilico: tutti gli altri (è il gruppo più numeroso) 6. DIVISIONE DEL SALTERIO Leggendo il libro dei salmi, ci si può accorgere che ogni tanto ci sono delle dossologie (da “doxa” = gloria) cioè delle preghiere con cui si rende gloria a Dio, che divide il libro dei salmi in cinque parti. Probabilmente tale divisione fu fatta a posteriori per fare un parallelo con il pentateuco, cioè i cinque libri della legge. Tali dossologie si trovano nei seguenti passi: sal 41,14 sal 72,19 sal 89,53 sal 106,48. Così i salmi si raggruppano nei cinque libri: 1) dal salmo 1 al salmo 41 2) dal salmo 42 al salmo 72 3) dal salmo 73 al salmo 89 4) dal salmo 90 al salmo 106 5) dal salmo 107 al salmo 150 Il salmo 150 potrebbe essere considerato una dossologia finale che conclude non solo il quinto libretto, ma l’intero libro dei salmi. Qualcuno inoltre ha notato che nei libri 1, 4 e 5 quando si parla di Dio si usa soprattutto il nome “Jawhè” q quindi parla di questi libri come di salterio javista. Il libro 2 invece preferisce il termine Elohim, quindi si par-la di salterio elohista, il libro 3 usa indifferentemente i due nomi di Dio. La preferenza di un nome o di un altro può orientare la datazione e il luogo di composizione, perché il nome Jawhè era usato soprattutto al sud, cioè a Gerusalemme già dai tempi antichi, mentre il nome Elohim era usato al nord. Qualcun altro ha fatto notare che i salmi di lamentazione abbondano soprattutto nella prima parte del salte-rio, per poi diradarsi e lasciare il posto soprattutto a salmi di ringraziamento o di lode, così che l’intero libro sembra avere la struttura dei salmi di supplica, dove la prima parte è di lamento e la seconda di ringrazia-mento.

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7. GENERI LETTERARI 1. Inni (salmi 8, 19, 29, 33, 65, 67, 68, 96, 98, 100, 103, 104, 105, 111, 113, 117, 135, 136, 145, 147,

147, 148, 149, 150) L’inno è un salmo che canta la gloria di Dio. Solitamente ha questa struttura: a) invito a lodare Dio; b) descrizione del motivo per cui bisogna lodare Dio (ad esempio perché ha creato il mondo, oppure perché è intervenuto nella storia di Israele per salvarlo); c) conclusione che a volte riprende l’inizio, a volte consiste in una preghiera. Un tipo particolare di inni sono i canti di Sion, dove si parla di Gerusalemme, pensando soprattutto alla città celeste (46, 48, 76, 84, 87, 122) Un altro tipo particolare di inni sono i salmi regali per Jahvè (47, 93, 96, 97, 98, 99), detti anche salmi del Regno di Dio. Essi celebrano il regno universale di Jahvè con uno stile che richiama i profeti. 2. Suppliche collettive (44, 74, 79, 80, 83, 106, 125) Sono preghiere che venivano fatte in caso di disastro nazionale (la sconfitta a una guerra, una carestia, una pestilenza, un terremoto o altro pericolo). Con il salmo si chiede a Dio di intervenire a favore del popolo. La struttura di solito è: a) introduzione, con cui ci si rivolge a Dio o al suo nome, spesso con un verbo impe-rativo (ascolta, guarda,..) b) corpo: esposizione della situazione di dolore, di prova, di sventura e richiesta di aiuto a Dio, accompagnandola con il ricordo delle gesta miracolose di un tempo, oppure parlando della sua potenza e bontà; c) conclusione: riprende l’appello iniziale, oppure esprime il ringraziamento per l’aiuto che si è certi non mancherà. Di solito nei salmi di supplica ci sono tre protagonisti: noi, cioè il popolo che chiede aiuto, Dio a cui si chie-de aiuto, e i nemici che sono causa dei mali. A volte nei salmi di supplica ci sono accuse a Dio (Tu ci hai respinti…44,10. Perché dormi? 44,24.... Per-ché nascondi il tuo volto? 44,25..... Fino a quando sarai adirato con noi? 79,5; 80,5......) 3. Salmi regali (2, 18, 20, 21, 45, 72, 101, 110, 132, 144,1-11) In Israele il re non era solo un capo politico, ma era considerato sacro. Il re veniva consacrato con l’unzione ed era “adottato” da Dio come un figlio. Il re era considerato il rappresentante di Dio in terra e aveva il com-pito di reggere il popolo con giustizia e diritto. I salmi regali non hanno una struttura fissa, però spesso presentano dei temi ricorrenti: a) oracolo (cioè il decreto con cui Dio stabilisce come re quella persona, b) promessa dinastica, con cui si assicura al re una lunga discendenza, c) supplica per il re, perché possa avere la protezione e l’aiuto di Dio. Secondo alcuni questi salmi furono composti in occasione della festa della intronizzazione del re o dell’anniversario dell’intronizzazione. Siamo a conoscenza che in Mesopotamia c’erano feste di questo tipo (per esempio a Babilonia c’era la festa di intronizzazione annuale della divintà Marduc, ma in Israele non abbiamo notizie certe circa la presenza di queste feste). Secondo alcuni i salmi regali furono composti in epoca pre esilica, quando la monarchia era al massimo splendore, secondo altri invece potrebbero essere anche di un’epoca in cui la monarchia era già decaduta e con questi salmi si esprimeva il desiderio di un ritorno di una monarchia forte. Non si può però affermare che si attendesse un re ultimo e definitivo, cioè un messia, quanto piuttosto il ritorno dell’istituto della mo-narchia. Per questo non sono salmi strettamente messianici, ma lo si possono definire messianici in senso ampio. 4. Suppliche individuali (3, 5, 6, 7, 13, 17, 22, 25, 26, 27,7-14, 28, 31, 35, 38, 39, 42, 43, 51, 54, 55, 56, 57, 59, 61, 63, 64, 69, 70, 71, 86, 88, 102, 109, 120, 130, 140, 141, 142, 143) Sono i più numerosi. Nascono da una situazione di sofferenza personale e dunque dal bisogno di chiedere aiuto a Dio. Di solito la struttura può essere: a) introduzione-appello: Si invoca Dio per esprimere la propria fede in lui (Mio Dio, Io dico a Jahvè: tu sei il mio Dio) b) esposizione del caso: può essere una malattia, la persecuzione dei nemici, la calunnia, il pericolo di ani-

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mali feroci (nei salmi troviamo tori, cani, leoni) c) supplica: a volte si fa professione di innocenza, a volte si riconosce invece la propria colpa, a volte si accusa Dio di stare in silenzio, di non intervenire, ecc. d) certezza di esaudimento e ringraziamento: la svolta è brusca. O perché il salmista è già sicuro che Dio lo aiuterà e quindi lo ringrazia come se l’aiuto fosse già ottenuto, oppure perché il salmo è stato scritto in due tempi, oppure ancora perché è stato scritto in un tempo successivo e la situazione di angoscia è ricordata quando ormai è già finita. Secondo alcuni questi salmi di supplica erano scritti da “professionisti” incaricati da committenti (un malato, un perseguitato) e venivano usati nel tempio non però durante le funzioni pubbliche, ma nelle preghiere personali e private. Secondo altri alcuni di questi salmi potrebbero essere recitati in occasione del giudizio a cui uno veniva sottoposto davanti al tribunale del tempio. Secondo altri, qualche salmo sarebbe non personale, ma pubblico, anche se espresso con l’”io” e in tal ca-so a parlare sarebbe il re che parlerebbe in nome del popolo tutto. 5. Salmi di ringraziamento individuale (18, 30, 32, 34, 40,2-12, 41, 66, 92, 116, 118, 138) Sono come le suppliche individuali, però la parte di ringraziamento è molto più sviluppata. 6. Salmi di pellegrinaggio (84 e i “canti delle ascensioni: dal 120 al 134) Questi salmi venivano recitati nelle grandi feste giudaiche (Pasqua e Azzimi, feste delle Settimane, e festa dei Tabernacoli o delle Capanne). Qualcuno però pensa che i canti delle ascensioni si riferirebbero al ritor-no a Gerusalemme dopo l’esilio, per altri invece “ascensione” significa il pellegrinaggio al Tempio di Geru-salemme. La struttura dei salmi di pellegrinaggio di solito è: a) gioia e meraviglia b)scambio di saluti tra il pellegrino e il levita c) catechesi della porta: prima di far entrare al tempio i pellegrini si faceva una breve catechesi sulle condizioni necessarie per presentarsi a Dio, d) preghiera dei pellegrini per la città santa che li accoglie; e) formula di accoglienza da parte degli abitanti di Gerusalemme. Tale struttura, però, non sempre si presenta con tutti questi elementi. 7. Salmi sapienziali (1, 37, 49, 73, 91, 112, 127, 128, 133) Sono quei salmi che esprimono una dottrina, un insegnamento sapienziale. Tra questi fanno parte anche alcuni salmi che rientrano anche nella categoria di canti delle ascensioni. Non hanno una struttura definita.

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SALMO 1 (traduzione CEI 1974) 1Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti; 2ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte. 3Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua, che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere. 4Non così, non così gli empi: ma come pula che il vento disperde; 5perciò non reggeranno gli empi nel giudizio, né i peccatori nell'assemblea dei giusti. 6Il Signore veglia sul cammino dei giusti, ma la via degli empi andrà in rovina. (traduzione CEI 2008) 1 Beato l'uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, 2 ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. 3 È come albero piantato lungo corsi d'acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene. 4 Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde; 5 perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio né i peccatori nell'assemblea dei giusti, 6 poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina. (traduzione interconfessionale in lingua corrente) 1Felice l'uomo giusto: non segue i consigli dei malvagi, non va insieme ai peccatori, non sta con chi bestemmia Dio; 2ma sua gioia è la parola del Signore, la studia notte e giorno. 3Come albero piantato lungo il fiume egli darà frutto a suo tempo, le sue foglie non appassiranno: riuscirà in tutti i suoi progetti. 4Non è questa la sorte dei malvagi: foglie morte portate via dal vento! 5Saranno condannati in giudizio ed esclusi dal popolo dei giusti. 6Il Signore protegge il cammino dei giusti; la via dei malvagi finisce nel nulla.

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E’ un salmo senza titolo. GENERE Il genere è sapienziale. Lo si potrebbe intitolare: le due vie. Il tema delle due vie è frequente nei libri sapienziali. Basti accennare a Dt 30,15-20: 15Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; 16poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, per-ché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso.17Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dei e a servirli, 18io vi dichiaro oggi che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese di cui state per entrare in possesso passando il Giordano. 19Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, 20amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare sulla terra che il Signore ha giurato di dare ai tuoi pa-dri, Abramo, Isacco e Giacobbe». Il genere sapienziale lo si nota anche dal fatto che si parla di beatitudine. La beatitudine non va confusa con la benedizione. La benedizione è chiedere aiuto a Dio per compiere il bene, la beatitudine è la consta-tazione che si sta già seguendo la via giusta.

DATAZIONE Il fatto che si parli della sapienza dell’uomo giusto identificata con la conoscenza della Legge (la Torah) induce a datare questo salmo nel periodo post-esilico. Si può vedere il libro del Siracide nel capitolo 24 “1La sapienza loda se stessa, si vanta in mezzo al suo popolo. 22Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio altissimo, la legge che ci ha imposto Mosè, l'eredità delle assemblee di Giacobbe. 23Essa trabocca di sa-pienza come il Pison DIVISIONE Il salmo può essere diviso in questo modo: - celebrazione dell’uomo giusto; - descrizione dell’uomo che non si comporta bene; - osservazione finale con accenno a Dio. Un’altra divisione possibile mette in evidenza che il salmo è costruito in modo chiastico (da Chiasmo = ri-petizione rovesciata di vari elementi): Nei primi due versetti si celebra la persona giusta diligente nello studio della Legge. Nel versetto 3 c’è una similitudine che riguarda il giusto, cioè l’albero con frutti e foglie. Nel versetto 4 c’è una similitudine che riguarda gli empi, cioè la pula che il vento disperde. Nei versetti 5-6 si descrive la sorte degli uomini empi. Dapprima troviamo un parallelismo composito, poiché si dice che l’uomo giusto non compie tre cose e poi invece compie una cosa buona, cioè segue la legge del Signore. ESEGESI

Beato È un’espressione tipica del linguaggio sapienziale. Pr 3,13; 8,32-33; Sal 32,1; Sal 34,9

non segue il consiglio degli empi Il consiglio non è da intendersi come “suggerimento”, ma come riunione.

non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti

Sembra che ci sia un crescendo: non partecipa, non si lascia tenta-re, non accetta neppure la compagnia.

ma Inizia la parte positiva

la sua legge medita giorno e notte Medita: letteralmente “mormora” perché gli ebrei meditavano non soltanto mentalmente, ma parlando, anche se a bassa voce. La meditazione si oppone al grido di quando invece l’uomo è nella prova.

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si compiace della legge del Signore In Ger, 15,16 si dice “Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuo-re, perché io portavo il tuo nome, Signore, Dio degli eserciti. In Gv 4,34 si dice: “Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato “

Sarà come albero Parallelismo con 3 membri: darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere Nell’ambiente di allora erano importanti non solo i frutti, ma anche le foglie, perché assicuravano l’ombra. L’ultimo membro del parallelismo è fuori schema, perché mentre frutti e foglie sono espressioni simboliche, le opere sono qualcosa detto senza usare simboli. Circa il simbolo dell’albero lungo corsi d’acqua, si può vedere an-che Ger, 17,8 “Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Si-gnore è sua fiducia. 8Egli è come un albero piantato lungo l'acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell'anno della siccità non intristisce, non smette di produrre i suoi frutti. “ O anche il salmo 92: “3Il giusto fiorirà come palma,crescerà come cedro del Libano; 14piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri del nostro Dio. 15Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno vegeti e rigogliosi,

Non così Nei codici ebraici troviamo “non così”, nella traduzione greca dei LXX troviamo “non così, non così”

Vento Meglio tradurre soffio. Gli empi sono come pula che basta un leg-gero soffio a sollevarla e a disperderla.

pula Il tema dell’empio che è come paglia secca lo si trova anche in altre parti della Bibbia. Per esempio: Sof 2,1s “Radunatevi, raccoglietevi, o gente spudorata, 2prima di essere travolti come pula che scompare in un giorno; Gb 21,18: “17Quante volte si spegne la lucerna degli empi, o la sventura piomba su di loro, e infliggerà loro castighi con ira? 18Diventano essi come paglia di fronte al vento o come pula in pre-da all'uragano?” Is 17,13: “13Le nazioni fanno fragore come il fragore di molte ac-que, ma il Signore le minaccia, esse fuggono lontano; come pula sono disperse sui monti dal vento e come mulinello di polvere di-nanzi al turbine.

Reggeranno gli empi nel giudizio Meglio la traduzione cei 2008, perché il verbo ebraico richiama il sorgere giudicare. Di quale giudizio si parla? Ci possono essere diverse interpretazio-ni: A) il giudizio divino finale, in cui gli empi non potranno sorgere,

levarsi per difendersi; B) Il giudizio divino che si manifesta già nella storia e non ne-

cessariamente alla fine dei tempi, C) Giudizio umano: gli empi saranno giudicati dai giusti D) Non risorgeranno. Tra le ipotesi, meglio le prime due, perché si collegherebbero me-glio al soffio che richiama un intervento di Dio.

Cammino, via In realtà si usa lo stesso termine. La via dei malvagi nel v 6 forma una inclusione con la via dei peccatori del v. 1

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LETTURA CRISTIANA DEL SALMO 1 Il tema delle due vie, contenuto nel salmo 1 è presentato anche dal Vangelo di Matteo al capitolo 7,13s: “13Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano.14Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano! “ L’immagine dell’albero che porta frutto è stata ripresa da alcuni padri della Chiesa applicandola alla croce., così come l’immagine dell’acqua che alimenta l’albero e lo rende fruttuoso è stata applicata da alcuni al battesimo che rende capace l’uomo di compiere il bene. Tuttavia il salmo 1 non è automaticamente applicabile al messaggio cristiano. Per esempio qui si parla del giusto che non è sottoposto a giudizio, il giudizio è riservato all’empio, mentre invece Gesù è stato sottopo-sto al giudizio e alla condanna capitale. Inoltre qui si suppone che il giusto abbia sempre successo (riusciranno tutte le sue opere), mentre invece il cristianesimo propone anche l’esperienza dell’inutilità e della non fecondità.

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SALMO 2

(Testo CEI74) 2Il dramma messianico

1Perché le genti congiurano perché invano cospirano i popoli? 2Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia: 3«Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami». 4Se ne ride chi abita i cieli, li schernisce dall'alto il Signore. 5Egli parla loro con ira, li spaventa nel suo sdegno: 6«Io l'ho costituito mio sovrano sul Sion mio santo monte». 7Annunzierò il decreto del Signo-re. Egli mi ha detto: «Tu sei mio fi-glio, io oggi ti ho generato. 8Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra. 9Le spezzerai con scettro di ferro, come vasi di argilla le frantume-rai». 10E ora, sovrani, siate saggi istruitevi, giudici della terra; 11servite Dio con timore e con tremore esultate; 12che non si sdegni e voi perdiate la via. Improvvisa divampa la sua ira. Beato chi in lui si rifugia.

(Testo CEI2008) 2Il Signore sostiene il suo consa-crato

1 Perché le genti sono in tumulto e i popoli cospirano invano? 2 Insorgono i re della terra e i prìncipi congiurano insieme contro il Signore e il suo consacra-to: 3«Spezziamo le loro catene, gettiamo via da noi il loro giogo!». 4 Ride colui che sta nei cieli, il Signore si fa beffe di loro. 5 Egli parla nella sua ira, li spaventa con la sua collera: 6 «Io stesso ho stabilito il mio so-vrano sul Sion, mia santa montagna». 7 Voglio annunciare il decreto del Signore. Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato. 8 Chiedimi e ti darò in eredità le genti e in tuo dominio le terre più lonta-ne. 9 Le spezzerai con scettro di ferro, come vaso di argilla le frantume-rai». 10 E ora siate saggi, o sovrani; lasciatevi correggere, o giudici della terra; 11 servite il Signore con timore e rallegratevi con tremore. 12 Imparate la disciplina, perché non si adiri e voi perdiate la via: in un attimo divampa la sua ira. Beato chi in lui si rifugia.

(Testo TILC) 2Dio sceglie il suo re

1Perché questa rivolta di popoli, queste assurde pretese delle gen-ti? 2 Contro il Signore e il re da lui scelto si ribellano i re, cospirano i capi e gridano: 3'Liberiamoci dal loro dominio, spezziamo le nostre catene!'. 4Dal suo trono nel cielo ride il Signore e li disprezza. 5A loro si rivolge adirato e, spargendo terrore, proclama: 6'Sono io che ho posto il mio re in Sion, montagna a me sacra'. 7Questo è il decreto del Signore al suo re: 'Tu sei mio figlio; io oggi ti ho generato. 8Chiedi: ti darò i popoli in posses-so, sarà tua tutta la terra. 9Potrai distruggerli con scettro di ferro, ridurli a pezzi come vasi d'argilla'. 10Signori e potenti del mondo, mettete giudizio, ascoltate: 11Servite il Signore con rispetto, adoratelo con grande timore: 12ché non scoppi improvviso il suo sdegno e voi non perdiate la vita.

Felice chi confida nel Signore.

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Anche in questo salmo manca il titolo. Il salmo 2 in alcuni casi è indicato come il salmo 1. Si veda per esempio Atti degli Apostoli 13,32 “E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta,33poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: Mio figlio sei tu, oggi ti ho genera-to.” Se si legge la nota della Bibbia si vede che nel testo originale c’è scritto: nel salmo primo, non nel sal-mo secondo. Dunque o il salmo 1 è stato aggiungo dopo, oppure quello che noi chiamiamo salmo 1 era una specie di introduzione, di salmo 0, non conteggiato, oppure i salmi 1 e 2 erano fusi insieme e formava-no un unico salmo, chiamato appunto salmo 1. GENERE E’ un salmo regale. Il tema è l’intronizzazione del re da parte di Dio, nonostante la contestazione da parte del popolo. DATAZIONE La datazione del salmo è complicata. Se il salmo è da intendersi come un salmo di intronizzazione del re, allora va datato in un’epoca in cui c’era ancora la monarchia, cioè prima dell’esilio babilonese. Se invece il salmo parla di re in senso messianico, senza riferimento a un vero re, allora la datazione può essere più recente. DIVISIONE SI può dividere così: 1.Introduzione: versetti 1-2 2.Formulazione della ribellione: versetti 2-4 3.Intervento di Dio: versetti 5-6 4.Il decreto in favore dell’Unto: versetti 7-9 5.Invito alla sottomissione: versetti 10 e seguenti Oppure si può fare una divisione guardando i personaggi. In tal caso avremmo questa struttura: A1. I vassalli in rivolta B1, Jawhè interviene con una dichiarazione; B2. Dichiarazione del sovrano A2. I vassalli sottomessi. ESEGESI 1Perché le genti congiurano perché invano cospirano i popoli?

Nel testo CEI 1974 c’è il rispetto della struttura; un parallelismo sinonimico chiastico (le genti congiurano/cospirano i popoli).

Le genti Se c’è un riferimento storico, bisogna supporre un periodo di gran-de espansione di Israele, in cui altri popoli (le genti, appunto) erano sottomessi e cercano di ribellarsi. Oppure il salmo non fa riferimenti storici, ma enuncia un ragiona-mento generale.

Cospirano Lett. “meditano” lo stesso verbo trovato nel salmo 1 (meditare, mormorare).

Invano .

Re, principi Prima si parlava di genti e popoli, ora dei loro rappresentanti.

Insorgono Si schierano militarmente.

Contro il Signore e contro il suo Mes-sia

O si tratta di una figura retorica (endiadi) oppure si vuole esprimere il concetto che ribellarsi al re, che era Unto, consacrato, Messia, significava ribellarsi a Dio che lo ha scelto e consacrato. “Contro il suo Messia” appare fuori ritmo, ma forse è proprio voluto, perché si vuole evidenziare che essere contro il Messia, contro il re, significa essere contro Dio.

Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami

Il punto di vista è quello regale, per cui la rivolta, che noi giudiche-remmo giusta, è considerata inaccettabile.

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Parla La Parola di Dio è una parola che punisce. Vedi per esempio Ger 23,29: “9La mia parola non è forse come il fuoco - oracolo del Signore - e come un martello che spacca la roccia?

Io l'ho costituito mio sovrano O anche “Io l’ho unto”.

Santo monte La montagna di Dio dapprima era il Sinai, ma poi con la costruzio-ne del tempio diventa il monte Sion, l’unico monte dove Dio risede-va.

Annunzierò Entra in scena il re

Decreto Norma, statuto

Tu sei mio figlio Con l’intronizzazione il re era considerato figlio di Dio.

Io oggi ti ho generato Che il re sia figlio di Dio era un concetto presente anche in Egitto e in Mesopotamia. Però in Egitto il faraone era considerato figlio na-turale della divinità, in Mesopotamia l’espressione figlio di Dio era da intendersi nel senso che il re era un funzionario di Dio. In Israele, dove Dio era considerato trascendente e non aveva compagna, l’espressione “figlio di Dio” è da intendersi in modo at-tenuato. L’espressione “oggi ti ho generato” sarebbe da intendersi come “Oggi ti ho introdotto nella famiglia divina”:

Chiedi a me L’azione del re dipende da Dio

I confini della terra Linguaggio enfatico, dove si vuole esprimere comunque un allarga-mento dei confini

Scettro di ferro Scettro a forma di mazza, usato dai re guerrieri

Vasi di argilla In Ger 19 si parla di vasi di argilla che una volta rotti diventano irre-cuperabili: “Tu poi, spezzerai la brocca sotto gli occhi degli uomini che saranno venuti con te11e riferirai loro: Così dice il Signore degli eserciti: Spezzerò questo popolo e questa città, così come si spez-za un vaso di terracotta, che non si può più accomodare”. Qui invece l’immagine dei vasi di argilla, più che la fragilità, sembra indicare la radicalità dell’intervento del re.

E ora sovrani Interviene il salmista a fare la morale. E’ un intervento anti climax. Mentre prima la tensione saliva, fino ad esprimere l’intervento punitivo di Dio, ora il salmista allenta la tensione suggerendo la sottomissione al re per allontanare il casti-go di Dio.

Ira Per indicare che Dio è separato da ogni atteggiamento di peccato, o forse per esprimere la gelosia di Dio per Israele,

Se ne ride Viene presentato il Signore. Egli si burla di coloro che si rivoltano, perché sa che le loro imprese sono vane. Interessante l’interpretazione di Ravasi. Il riso di Dio non sarebbe un riso di scherno, ma piuttosto un riso di compassione, un sorriso che disarma. Tale interpretazione, benché suggestiva, appare però un po’ forzata.

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Esultate Letteralmente: “Baciate il figlio”. Spiegazioni possibili: - il testo greco dei LXX traduce: “imparate la disciplina” - Il testo ebraico masoretico traduce: “baciate il figlio” nel senso di baciare il re, come figlio di Dio, in segno di ossequio. - baciate puramente Dio. La parola “figlio” può essere letta come avverbio, da qui la traduzione presentata. - baciate i suoi piedi: correggendo leggermente il testo, si potrebbe intendere di baciare i piedi di Dio. E’ comunque uno dei passi peggio conservati dell’Antico Testa-mento e quindi di più difficile interpretazione.

Beato Il salmo 2 termina come inizia il salmo 1. Per questo i due salmi forse furono uniti, dando vita così a una inclusione (inclusione = l’inizio e la fine di una poesia sono formati dalla stessa parola o dalla stessa frase)

LETTURA CRISTIANA DEL SALMO 2 Come si è già avuto modo di dire, non sappiamo se il salmo sia stato composto in epoca monarchica (e quindi rispecchia una vera cerimonia di intronizzazione o per lo meno un anniversario) oppure se è stato composto in un’epoca in cui la monarchia non c’era più e in tal caso il salmo esprime il desiderio di un mes-sia che dovrebbe venire. In ogni caso i primi cristiani lo hanno letto in chiave messianica. Nel libro degli Atti degli Apostoli (4,25-28) si fa una rilettura tale per cui i re che si rivoltano sono i potenti che hanno messo a morte Gesù: “25Tu che, per mezzo dello Spirito Santo, dicesti per bocca del nostro padre, il tuo servo Davide: Perché le nazioni si agitarono e i popoli tramarono cose vane? 26Si sollevarono i re della terra e i prìncipi si allearono insieme contro il Signore e contro il suo Cristo; 27davvero in questa città Erode e Ponzio Pilato, con le nazioni e i popoli d'Israele, si sono alleati contro il tuo santo servo Gesù, che tu hai consacrato, 28per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano deciso che avvenisse.” Sempre nel libro degli Atti (13,33), Paolo parla della risurrezione di Gesù citando il salmo secondo: “33perché Dio l'ha compiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: Mio figlio sei tu, io oggi ti ho generato.” Il salmo 2 è citato anche nel libro dell’Apocalisse al capitolo 19, quando si parla di un re chiamato Verbo di Dio. Si dice: “11Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e Veritiero: egli giudica e combatte con giustizia.12I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all'infuori di lui. 13È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è: il Verbo di Dio. 14Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro. 15Dalla bocca gli esce una spada affilata, per colpire con essa le nazioni. Egli le go-vernerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell'ira furiosa di Dio, l'Onnipotente. 16Sul mantello e sul femore porta scritto un nome: Re dei re e Signore dei signori.

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(Testo CEI74)

1Al maestro di coro. Sul canto: «I Torchi...». Salmo. Di Davide.

2O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magni-ficenza. 3Con la bocca dei bimbi e dei lat-tanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ri-belli.

4Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, 5che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi?

6Eppure l'hai fatto poco meno de-gli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: 7gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi; 8tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna; 9Gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare.

10O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.

(Testo CEI2008) 1 Al maestro del coro. Su «I tor-chi». Salmo. Di Davide. 2 O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza, 3 con la bocca di bambini e di lat-tanti: hai posto una difesa contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ri-belli. 4 Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissa-to, 5 che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell'uomo, perché te ne curi? 6 Davvero l'hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. 7 Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi: 8 tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna, 9 gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ogni essere che percorre le vie dei mari. 10 O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!.

(Testo TILC)

1Per il direttore del coro. Sulla melodia de 'I torchi'. Salmo di Da-vide.

2O Signore, nostro Dio, grande è il tuo nome su tutta la terra!

Canterò la tua gloria più grande dei cieli balbettando come i bambini e i lattanti. 3Contro gli avversari hai costruito una fortezza per ridurre al silenzio nemici e ribelli. 4Se guardo il cielo, opera delle tue mani, la luna e le stelle che vi hai po-sto, chi è mai l'uomo perché ti ricordi di lui? Chi è mai, che tu ne abbia cura? 6L'hai fatto di poco inferiore a un dio, coronato di forza e di splendore, 7signore dell'opera delle tue ma-ni. Tutto hai messo sotto il suo domi-nio: 8pecore, buoi e bestie selvatiche, 9uccelli del cielo e pesci del mare e le creature degli oceani profon-di.

10O Signore, nostro Dio, grande è il tuo nome su tutta la terra!

SALMO 8

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IL TITOLO

Al maestro di coro. Fa riferimento al fatto che il salmo era usato con la musica in ambito liturgico.

Sul canto: «I Torchi...». Secondo alcuni indicherebbe la melodia, forse di un canto si eseguiva al tempo della vendemmia, secondo altri lo strumento musicale (una specie di arpa, di origine cananea, la ghittea) Salmo. Mizmor, come la maggior parte dei salmi.

Di Davide. Attribuito a Davide, ma non vuol dire che sia proprio lui l’autore.

GENERE E’ un inno di lode a Dio per la sua opera creatrice. DATAZIONE La datazione del salmo è complicata. Per alcuni il salmo sarebbe post esilico, cioè piuttosto recente. I motivi per tale datazione sarebbero: a) I punti di contatto con il libro della Genesi (soprattutto il capitolo 1), per cui molti pensano che tale

salmo dipenda dal racconto della Genesi (che è un libro piuttosto recente) e quindi il salmo sarebbe di epoca post esilica.

b) L’espressione “Signore nostro Dio” (lett. Jawhè Adonenu”) si trova nel libro di Esdra, anch’esso piut-tosto recente.

Altri invece pensano che il salmo sia più antico, considerando soprattutto il fatto che il titolo fa riferimento a un canto o a uno strumento cananeo. I contatti con Genesi 1 vengono spiegati dicendo che non è il salmo che dipende da Genesi, ma Genesi che dipende dal salmo, il quale, appunto potrebbe essere di epoca pre-esilica. ESEGESI

Signore, nostro Dio Nei testi antichi: Jawhè Adonenù = Jawhé mio Signore. Si celebra il nome di Dio. Il nome indica la presenza, ma al tempo stesso la trascendenza di Dio.

quanto è grande il tuo nome O anche: “quanto è bello il tuo nome”. (vedi traduzione CEI 2008). La grandezza del nome farebbe riferimento alla potenza, mentre la bellezza, la magnificenza farebbero riferimento allo splendore della divinità.

su tutta la terra: Grazie alla creazione, la grandezza (o la bellezza) del nome di Dio è proclamata dappertutto.

sopra i cieli si innalza la tua magnifi-cenza.

Questo versetto è uno dei peggio conservati. Secondo il Testo Masoretico (ebraico): “che poni (all’imperativo!) il tuo splendore sopra i cieli” Secondo il testo greco dei LXX: “perché fu innalzata la tua magnifi-cenza” Il testo latino della Vulgata: “tu che hai posto lo splendore sopra i cieli”. Nella traduzione CEI 2008 è il salmista che, cantando le lodi di Dio, innalza sopra i cieli la magnificenza di Dio.

Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli.

Anche questo versetto è problematico. Potrebbe voler significare che per mettere in silenzio i nemici di Dio sono sufficienti le bocche dei bambini, i quali, pur non potendo e-sprimersi con grande sapienza, sono comunque migliori dei nemici di Dio. Invece alcuni autori legano il versetto “Con la bocca dei bimbi e dei lattanti” al verso precedente, così risulterebbe: “Voglio cantare la tua magnificenza sopra i cieli balbettando come le bocche dei bambini” intendendo che un uomo non riesce ad e-sprimere adeguatamente la lode a Dio, e risulta quindi come un bimbo che balbetta.

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per ridurre al silenzio nemici e ribelli. O anche. “per ridurre all’impotenza”. Infatti troviamo qui lo stesso verbo che si usa per il sabato (cessare di operare)

Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate

Inizia la contemplazione del cielo notturno. Il riferimento alle dita di Dio indicano la delicatezza dell’opera creatrice, quasi che Dio sia come un artista, capace di fare cose molto belle.

che cosa è l'uomo Uomo, figlio di uomo, letteralmente enosh ben adam. Enosh indica la condizione dell’uomo nella sua fragilità, come di un essere ammalato, mancante. Ben Adam indica il riferimento alla terra, da cui l’uomo è stato trat-to. Sembra quasi che ci sia il nome (enosh) e il cognome (Ben Adam).

perché te ne ricordi Si possono fare riferimenti a diversi testi biblici: Isaia 49,15: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se co-storo si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai”. Giobbe 7,17-18: “17Che cosa è l'uomo perché tu lo consideri gran-de e a lui rivolga la tua attenzione 18e lo scruti ogni mattina e ad ogni istante lo metta alla prova?” In Giobbe però il contesto è diverso: è l’uomo che soffre che si do-manda perché Dio lo prende di mira. Salmo 144,3 “Signore, che cos'è l'uomo perché tu l'abbia a cuore? Il figlio dell'uomo, perché te ne dia pensiero? “ In questo salmo il senso è simile a quello del salmo 8

perché te ne curi? Letteralmente “perché tu lo visiti?”. La visita di Dio è considerata come salvezza. Cfr. “Verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge”. Vieni e visita il tuo popolo, o Dio. ecc.

Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,

O anche: “l'hai fatto poco meno di un dio” (crf traduzione CEI 2008). Il riferimento qui è a Gen 1, dove si dice che l’uomo è fatto a imma-gine e somiglianza di Dio, ed è di poco inferiore a lui.

di gloria e di onore lo hai coronato Sono i segni onorifici della condizione di un re. E’ come se si dices-se che l’uomo è il vicerè di Dio nella creazione.

gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi;

Opere delle tue mani. Qui mani indica la potenza di Dio (prima le dita di Dio indicavano la sua abilità artistica). I piedi indicano invece il potere dell’uomo, che si trova ad avere sotto di sé tutto il creato. Anche qui il riferimento è al libro della Genesi, dove si dice che l’uomo deve dominare su tutta la creazione (anche se non si tratta di spadroneggiare su di essa).

8tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna; Gli uccelli del cielo e i pesci del ma-re, che percorrono le vie del mare.

Animali domestici e animali selvatici, per indicare la totalità delle creature.

O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.

Il salmo termina nello stesso modo in cui è iniziato. E’ una caratte-ristica della poesia ebraica (inclusione).

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LETTURA CRISTIANA DEL SALMO 8 Nei Vangeli sinottici

Il passo “Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli.” richiama due passi dei vangeli sinottici:

Vangelo di Matteo (11,25) “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.” Vangelo di Luca (10,21): “In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.” Lo stesso passo è citato direttamente da Gesù in occasione della sua entrata a Gerusalemme la domenica delle palme. Vangelo di Matteo (21,16): i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, 16e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: Dalla bocca di bambini e di lat-tanti hai tratto per te una lode?». Nella lettera agli ebrei Il salmo è citato nella lettera agli Ebrei (2,6-9). “In un passo della Scrittura qualcuno ha dichiarato: Che cos'è l'uomo perché di lui ti ricordi o il figlio dell'uomo perché te ne curi? 7Di poco l'hai fatto inferiore agli angeli, di gloria e di onore l'hai coronato 8e hai messo ogni cosa sotto i suoi piedi. Avendo sottomesso a lui tutte le cose, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Al momento presente però non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. 9Tuttavia quel Gesù, che fu fatto di poco infe-riore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti. Sembrerebbe che secondo l’autore della lettera agli Ebrei, ci sia stato un momento di breve durata (di po-co, inteso per poco, per poco tempo) in cui Gesù è stato inferiore agli angeli (al momento della sua incarna-zione e vita sulla terra; poi un secondo momento in cui è stato coronato di gloria e di onore (quando è stato risuscitato da morte) e poi un terzo momento che sarà alla fine dei tempi quando tutte le cose gli saranno sottomesse. Come si può notare, mentre il salmo 8 parla dell’uomo in generale, nella rilettura fatta nella lettera agli Ebrei non si parla più di un uomo in generale, ma di un uomo preciso: Gesù di Nazareth. Nell’epistolario paolino. Nella prima lettera ai Corinzi (15,27), Paolo sta parlando della risurrezione di Gesù (fondamento della fede nella risurrezione dei morti) e dice: 25È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. 26L'ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, 27perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.

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Nella lettera agli Efesini (1,22), Paolo dice: 20Egli la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, 21al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro. 22 Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose” Anche in questo caso l’uomo generico del salmo 8 è identificato con un uomo preciso, Gesù Cristo, il quale ha il potere su tutto e la chiesa deve crescere ben ordinata sotto di lui. Nella lettera ai Filippesi troviamo (2.9 e seguenti): “Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, 10perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, 11e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!, a gloria di Dio Padre.”

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(Testo CEI74)

1Miktam. Di Davide.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. 2Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Si-gnore, senza di te non ho alcun bene». 3Per i santi, che sono sulla terra, uomini nobili, è tutto il mio amore. 4Si affrettino altri a costruire idoli: io non spanderò le loro libazioni di sangue né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi.

5Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. 6Per me la sorte è caduta su luo-ghi deliziosi, è magnifica la mia eredità. 7Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio cuore mi i-struisce. 8Io pongo sempre innanzi a me il Signore, sta alla mia destra, non posso va-cillare. 9Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro,

10perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione. 11Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua de-stra.

(Testo CEI2008) 1 Miktam. Di Davide. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. 2 Ho detto al Signore: «Il mio Si-gnore sei tu, solo in te è il mio bene». 3 Agli idoli del paese, agli dèi potenti andava tutto il mio favore. 4 Moltiplicano le loro pene quelli che corrono dietro a un dio straniero. Io non spanderò le loro libagioni di sangue, né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi. 5 Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. 6 Per me la sorte è caduta su luo-ghi deliziosi: la mia eredità è stupenda. 7 Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio animo mi i-struisce. 8 Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò va-cillare. 9 Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, 10 perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. 11 Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua de-stra.

(Testo TILC)

1Poema di Davide.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. 2Ho detto al Signore: sei tu il mio Dio: fuori di te non ho altro bene.

3Un tempo adoravo gli dèi del paese, confidavo nel loro potere. 4Ora pensino altri a fare nuovi idoli, non offrirò più a loro il sangue dei sacrifici, con le mie labbra non dirò più il loro nome.

5Sei tu, Signore, la mia eredità, il calice che mi dà gioia; il mio destino è nelle tue mani. 6 Splendida è la sorte che mi è toccata, magnifica l'eredità che ho ricevu-to.

7Loderò Dio che ora mi guida, anche di notte il mio cuore lo ri-corda. 8Ho sempre il Signore davanti agli occhi, con lui vicino non cadrò mai. 9Perciò il mio cuore è pieno di gioia, ho l'anima in festa, il mio corpo riposa sicuro.

10Non mi abbandonerai al mondo dei morti, non lascerai finire nella fossa chi ti ama. 11Mi mostrerai la via che porta alla vita: davanti a te pienezza di gioia, vicino a te felicità senza fine.

SALMO 16

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IL TITOLO

Miktam. Cosa voglia dire non è chiaro. Qualcuno pensa a “a voce bassa”, forse perché veniva recitato per-sonalmente, oppure perché non doveva essere recitato a voce alta per evitare di provocare l’ira dei pagani che in quel tempo dominavano su Gerusalemme.

Di Davide. Anche questo è uno dei 73 salmi attiribuiti a Davide, ma non vuol dire che sia proprio lui l’autore.

GENERE E’ un salmo di supplica individuale. Qualcuno parla di un genere particolare: “i salmi di fiducia”, di cui fareb-bero parte, oltre al salmo 16. anche i salmi 4, 11, 23, 27, 62, 131. Molti però preferiscono parlare più gene-ricamente di salmi di supplica individuale, senza fare una categoria a parte. DATAZIONE La datazione del questo salmo è quanto di più ampia si possa pensare. Infatti alcuni pensano che il salmo sia molto antico e lo fanno risalire direttamente a Davide (quindi al 1000 a.C.). Altri invece pensano a un’epoca post-esilica, quindi più recente. Altri addirittura invece all’epoca dei maccabei, cioè qualche de-cennio prima di Cristo.

Proteggimi, o Dio Dio qui è chiamato “El”, forma generica con qui si chiamavano le divinità. Questo per alcuni sarebbe un indizio di antichità del sal-mo.

Ho detto a Dio Nei testi ebraici c’è “Ha detto (femminile) a Dio”, ma tutti correggo-no. E’ un testo, come quello di molti salmi, mal conservato.

CEI 1974 Per i santi, che sono sulla terra, uomini nobili, è tutto il mio amore. CEI 2008 Agli idoli del paese, agli dèi potenti andava tutto il mio favore.

Il senso non è molto chiaro. Nella traduzione CEI 1974 sembra che i personaggi citati siano positivi, e a loro va la devozione e l’ammirazione del salmista. Invece la traduzione del 2008, coerente con tante altre, pensa che i personaggi siano da intendersi in senso negativo, come idoli a cui precedentemente il salmista era devoto, ma ora li rigetta per rivol-gersi solamente a Dio. In tal caso l’autore del salmo potrebbe es-sere un cananeo convertito.

libazioni di sangue Allusione ai sacrifici umani che si facevano nei culti stranieri, in modo particolare i sacrifici di bambini, condannati anche in altre parti della Bibbia.

né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi.

Nella cultura ebraica, il nome è la presenza stessa della persona. Per questo un comandamento impone di non pronunciare il nome di Dio invano, cioè di non fare un uso magico del nome di Dio. Si aveva infatti la convinzione che pronunciare il nome di Dio signifi-casse in qualche modo averlo a disposizione, usare la sua poten-za. Lo stesso si poteva fare con gli idoli. Il salmista allora rifiuta anche solo di pronunciare i nomi degli idoli per non aver nulla a che fare con loro, per rifiutarli in modo catego-rico, per evitare di invocarli, anche solo pronunciando i loro nomi.

Si affrettino altri a costruire idoli Letteralmente nel Testo Masoretico Ebraico si legge: “Pagano il prezzo dello straniero”, frase che non ha senso. Per questo si ap-plica una correzione e risulta la frase che abbiamo riportato. Con un altro tipo di correzione si ottiene invece la traduzione CEI 2008: “Moltiplicano le loro pene quelli che corrono dietro a un dio straniero”. Come si vede, anche questo è un caso di testo mal conservato.

21

Il Signore è mia parte di eredità Il concetto di eredità è molto importante nella storia di Israele. Isra-ele si definisce eredità di Jawhè. La terra promessa da Dio al po-polo è considerata una eredità che Jawhè darà a Israele. C’è stata una evoluzione del concetto di eredità: • dapprima era la Terra Promessa; • Poi con il termine eredità si indicava Jawhé stesso come

una eredità riservata ai leviti. • Infine è Jawhè per il resto di Israele rimasto fedele.

Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi, è magnifica la mia eredità

Quando si è conquistata la Terra promessa, il territorio è stato divi-so fra le tribù, usando il sorteggio e attraverso una procedura che consisteva nell’uso di funi che dovevano segnare i confini (la sorte è proprio la fune usata per questa operazione). All’assegnazione del territorio non partecipava la tribù di Levi, per-ché essa era una tribù di sacerdoti. Il sostentamento veniva loro dalle decime della altre tribù. Allora è probabile che il salmista sia in realtà un levita che sta di-cendo che, pur essendo senza eredità, cioè senza territorio, la fu-ne ha stabilito per lui un territorio migliore, anche se non visibile in questo mondo, e cioè la sua condizione di sacerdote. Questa evoluzione del concetto di sorte (da territorio vero e proprio a territorio ideale) ha aperto la strada all’idea del Regno di Dio così come la presenterà Gesù, che non si identifica con un territorio preciso. L’eredità magnifica del levita non è un territorio fertile, ma è il Si-gnore stesso, che, come si dice al verso precedente, “è mia parte di eredità”

Io pongo sempre innanzi a me il Si-gnore,

Lo stare innanzi (o davanti) richiama il concetto che l’uomo è im-magine di Dio e quindi deve porsi davanti a lui come a uno spec-chio. Il concetto è simile anche a quello espresso quando Dio crea la donna e la pone davanti (dinnanzi) all’uomo, quasi a dire che è di pari dignità dell’uomo.

perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro

Ci sono qui due interpretazioni: Interpretazione immortalista: il salmista pensa all’immortalità. In tal caso il salmo avrebbe un grande valore perché segnerebbe l’avanzare di una fede della vita oltre la morte che anticamente il popolo di Israele non aveva. Interpretazione tenue: il salmista pensa di essere liberato da un pericolo mortale.

né lascerai che il tuo santo Santo: letteralmente “pio” “hasid” da cui gli assidei, che erano pre-senti nel secondo secolo a.C. all’epoca dei Maccabei. Questo sarebbe per alcuni un indizio della datazione recente del salmo.

Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro

Secondo alcuni nella seconda riga non si dovrebbe tradurre anima (Kabed), ma fegato (kabod). Così si avrebbe una progressione: Cuore - fegato - corpo. Il cuore è il luogo delle decisioni: gioisce perché ha deciso di aderi-re al vero Dio. Il fegato (o le viscere) è il luogo delle emozioni (c’è l’esultanza); il corpo che indica la fragilità dell’uomo si trova al sicu-ro.

veda la corruzione. O anche “veda la fossa”. Se si traduce “corruzione” si presuppone una interpretazione immortalista, se si traduce “fossa” si presuppo-ne una interpretazione tenue.

Mi indicherai il sentiero della vita Anche qui sono possibili due interpretazioni: sentiero della vita in-teso come modo di vivere in modo pieno la vita di quaggiù, oppure sentiero della vita inteso come vita futura, vita eterna.

dolcezza senza fine alla tua destra Qualche rigo più sopra si diceva: “Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra”. Ora invece si dice che la dolcezza è alla tua destra, cioè alla mia sinistra. Licenze poetiche.

22

INTERPRETAZIONE DEL SALMO 16 Il salmo 16 pone il problema di una interpretazione del suo messaggio. Infatti è chiaro che si esprime la fiducia nel soccorso di Dio che libererà il fedele dalla fossa o dalla corruzione. C’è poi la promessa di una vita piena alla presenza di Jawhè. Ci sono due linee di interpretazione. L’interpretazione intra- mondana. Si dice che Dio salva dalla fossa nel senso che salva il fedele da un pericolo mortale. La vita piena sarebbe la vita di questo mondo vissuta in modo pieno e realizzato. A favore di questa interpretazione c’è il fatto che l’idea di vita dopo la morte presso gli ebrei è piuttosto tar-diva, del tardo post esilio (si pensi che ancora ai tempi di Gesù la setta dei sadducei negava l’idea di risur-rezione). L’interpretazione immortalista. Si dice che Dio farà risorgere dal sepolcro il suo fedele. A favore di questa interpretazione: • I versi 10 e 11 sembrano essere antitetici, e quindi poiché il verso 11 parla di vita, il verso 10 deve

parlare di morte. • Le espressioni del verso 11 appaiono molto esagerate (gioia piena, dolcezza senza fine) se espri-

messero soltanto un pericolo scampato. • Non c’è riferimento a nessun pericolo, per cui sembra che si parli della morte comune a tutti gli uomi-

ni, più che di un pericolo mortale. LETTURA CRISTIANA DEL SALMO 16 Atti degli Apostoli 2,25-31 Pietro sta parlando della risurrezione di Gesù e dice: “ Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. 25Dice infatti Davide a suo riguardo: Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. 26Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, 27perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. 28Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza. 29Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. 30Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, 31previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione”. Come si vede Pietro qui interpreta il salmo 16 secondo la lettura immortalista, come del resto suggeriva la traduzione greca dei LXX che parla di “vedere la corruzione” e non di “vedere la fossa”. Pietro cita il salmo non tanto come prova della risurrezione di Gesù, ma come prova della messianicità di Gesù, cioè non intende dire semplicemente che Gesù è risorto, ma che Gesù è risorto come già era stato preannunciato da Davide nei salmi. Atti degli Apostoli 13,35 e seguenti Paolo si trova nel suo primo viaggio missionario ed è ad Antiochia di Pisidia. Parla della risurrezione di Ge-sù e dice: “Per questo in un altro testo dice anche: Non permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. 36Ora Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nel suo tempo, morì e fu unito ai suoi padri e subì la cor-ruzione. 37Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto la corruzione. 38Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera sua viene annunciato a voi il perdono dei peccati. Da tutte le cose da cui mediante la legge di Mosè non vi fu possibile essere giustificati, 39per mezzo di lui chiunque crede è giustificato”. Anche in questo caso Paolo, come prima Pietro, vuole dimostrare che la risurrezione di Gesù era già stata annunciata dai profeti.

23

SALMO 22

1Al maestro del coro. Sull'aria: «Cerva dell'aurora». Salmo. Di Davide. 2«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano dalla mia salvezza»: sono le parole del mio lamento. 3Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, grido di notte e non trovo riposo. 4Eppure tu abiti la santa dimora, tu, lode di Israele. 5In te hanno sperato i nostri padri, hanno sperato e tu li hai liberati; 6a te gridarono e furono salvati, sperando in te non rimasero delusi. 7Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo. 8Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: 9«Si è affidato al Signore, lui lo scampi; lo liberi, se è suo amico». 10Sei tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai fatto riposare sul petto di mia madre. 11Al mio nascere tu mi hai raccolto, dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio. 12Da me non stare lontano, poiché l'angoscia è vicina e nessuno mi aiuta. 13Mi circondano tori numerosi, mi assediano tori di Basan. 14Spalancano contro di me la loro bocca come leone che sbrana e ruggisce. 15Come acqua sono versato, sono slogate tutte le mie ossa. Il mio cuore è come cera, si fonde in mezzo alle mie viscere. 16E' arido come un coccio il mio palato, la mia lingua si è incollata alla gola, su polvere di morte mi hai deposto. 17Un branco di cani mi circonda, mi assedia una banda di malvagi; hanno forato le mie mani e i miei piedi, 18posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano, mi osservano: 19si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte.

20Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, accorri in mio aiuto. 21Scampami dalla spada, dalle unghie del cane la mia vita. 22Salvami dalla bocca del leone e dalle corna dei bufali.

(Testo CEI1974) 23Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all'assemblea. 24Lodate il Signore, voi che lo temete, gli dia gloria la stirpe di Giacobbe, lo tema tutta la stirpe di Israele; 25perché egli non ha disprezzato né sdegnato l'afflizione del misero, non gli ha nascosto il suo volto, ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito. 26Sei tu la mia lode nella grande assemblea, scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli. 27I poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno il Signore quanti lo cercano: «Viva il loro cuore per sempre». 28Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della terra, si prostreranno davanti a lui tutte le famiglie dei popoli. 29Poiché il regno è del Signore, egli domina su tutte le nazioni. 30A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra, davanti a lui si curveranno quanti discendono nella polvere. E io vivrò per lui, 31lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore alla generazione che viene; 32annunzieranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno: «Ecco l'opera del Signore!».

24

SALMO 22

1 Al maestro del coro. Su «Cerva dell'aurora». Sal-mo. Di Davide. 2 Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Lontane dalla mia salvezza le parole del mio grido! 3 Mio Dio, grido di giorno e non rispondi; di notte, e non c'è tregua per me. 4 Eppure tu sei il Santo, tu siedi in trono fra le lodi d'Israele. 5 In te confidarono i nostri padri, confidarono e tu li liberasti; 6 a te gridarono e furono salvati, in te confidarono e non rimasero delusi. 7 Ma io sono un verme e non un uomo, rifiuto degli uomini, disprezzato dalla gente. 8 Si fanno beffe di me quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: 9 «Si rivolga al Signore; lui lo liberi, lo porti in salvo, se davvero lo ama!». 10 Sei proprio tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai affidato al seno di mia madre. 11 Al mio nascere, a te fui consegnato; dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio. 12 Non stare lontano da me, perché l'angoscia è vicina e non c'è chi mi aiuti. 13 Mi circondano tori numerosi, mi accerchiano grossi tori di Basan. 14 Spalancano contro di me le loro fauci: un leone che sbrana e ruggisce. 15 Io sono come acqua versata, sono slogate tutte le mie ossa. Il mio cuore è come cera, si scioglie in mezzo alle mie viscere. 16 Arido come un coccio è il mio vigore, la mia lingua si è incollata al palato, mi deponi su polvere di morte. 17 Un branco di cani mi circonda, mi accerchia una banda di malfattori; hanno scavato le mie mani e i miei piedi. 18 Posso contare tutte le mie ossa. Essi stanno a guardare e mi osservano: 19 si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte. 20 Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, vieni presto in mio aiuto. 21 Libera dalla spada la mia vita, dalle zampe del cane l'unico mio bene. 22 Salvami dalle fauci del leone e dalle corna dei bufali. Tu mi hai risposto!

(Testo CEI2008)

23 Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all'assemblea. 24 Lodate il Signore, voi suoi fedeli, gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe, lo tema tutta la discendenza d'Israele; 25 perché egli non ha disprezzato né disdegnato l'afflizione del povero, il proprio volto non gli ha nascosto ma ha ascoltato il suo grido di aiuto. 26 Da te la mia lode nella grande assemblea; scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli. 27 I poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno il Signore quanti lo cercano; il vostro cuore viva per sempre! 28 Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della terra; davanti a te si prostreranno tutte le famiglie dei popoli. 29 Perché del Signore è il regno: è lui che domina sui popoli! 30 A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra, davanti a lui si curveranno quanti discendono nella polvere; ma io vivrò per lui, 31 lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore alla generazione che viene; 32 annunceranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno: »Ecco l'opera del Signore!».

25

IL TITOLO

Mizmor, cioè salmo.

Sull'aria: «Cerva dell'aurora». Qualcuno traduce: per il pronto soccorso.

Di Davide. Anche questo è uno dei 73 salmi attiribuiti a Davide.

GENERE E’ un salmo di supplica individuale con una parte finale di ringraziamento. Il salmista chiede aiuto a Dio in una situazione di dolore fisico o morale. DIVISIONE Prima parte: il lamento (versetti 1-22) Seconda parte: ringraziamento (versetti 23-27) Terza parte: inno a Jawhè re universale

Dio mio, Dio mio La prima parte è un contrasto tra male e speranza, espresso bene dal contrasto tra “Mio Dio” e il silenzio di colui che è chiamato “Mio Dio”.

Di notte… di giorno Espressioni polari per indicare che il dolore è continuo.

tu abiti la santa dimora, tu, lode di Israele. 5In te hanno sperato i nostri padri,

Letteralmente: tu, il santo abitante sulle lodi di Israele. Vicinanza geografica (la santa dimora, cioè il tempio di Gerusalem-me) e storica (i padri sono la garanzia che fin dai tempi passati tu hai fatto sentire il tuo aiuto).

5In te hanno sperato i nostri padri, hanno sperato e tu li hai liberati; 6a te gridarono e furono salvati, sperando in te non rimasero delusi

Notare come il termine “sperare” è ripetuto tre volte in poche righe.

7Ma io sono verme, non uomo La figura del verme non è tanto nell’essere meschino, quanto nell’essere fragile (un verme lo si schiaccia facilmente sotto i piedi) e nell’essere umile (cfr Is 41,14: “Non temere, vermiciattolo di Gia-cobbe, larva d'Israele; io vengo in tuo aiuto - oracolo del Signore -, tuo redentore è il Santo d'Israele).

mi hai fatto riposare sul petto di mia madre

Letteralmente: mi hai dato speranza sul petto di mia madre. E’ lo stesso termine ripetuto tre volte sopra. Infatti la traduzione CEI2008 ha: “mi hai affidato al seno di mia madre”.

11Al mio nascere tu mi hai raccolto, Letteralmente: Su di te fui gettato dalle viscere. Nel testo CEI2008: Al mio nascere, a te fui consegnato.

Tori di Basan Letteralmente: i forti di Basan 15Come acqua sono versato L’immagine indica una situazione di grave pericolo, se si pensa

che in Palestina il terreno è arido e quando l’acqua viene versata a terra subito viene assorbita dal terreno.

Hanno forato le mie mani e i miei piedi

Letteralmente il TM: “Come un leone le mie mani e i miei piedi” Qualcuno traduce: “Come un leone! (cioè un’esclamazione) Le mie mani e i miei piedi. Ravasi traduce: Mi hanno legato mani e piedi come un animale catturato. L’immagine sarebbe quindi di tipo venatorio, di caccia, più che fare riferimento alla crocifissione. Il testo CEI2008 traduce: “hanno scavato” nel senso di tagliuzzato, ferito. Cfr Is 53,5: “Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.”

26

23Annunzierò il tuo nome ai miei fra-telli,

Inizia la seconda parte, di ringraziamento. Mentre prima gli altri erano nemici, ora sono fratelli.

24Lodate il Signore, voi che lo temete, Il popolo di Israele

l'afflizione del misero, Il misero (anaw) è il povero secondo la Bibbia.

non gli ha nascosto il suo volto, Cfr Is 53,3 (Quarto canto del servo): 3Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

27I poveri mangeranno e saranno sa-ziati,

Riferimento ai pasti rituali dei sacrifici Oppure al banchetto messianico.

30A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra, davanti a lui si curveranno quanti discendono nella polvere. E io vivrò per lui, 31lo servirà la mia discendenza.

Questo versetto è difficile da comprendere. Secondo la traduzione greca dei LXX siamo portati a pensare a una risurrezione dopo la morte. Secondo altri si direbbe che anche se l’uomo non vive più, c’è però la sua discendenza che continua in qualche modo la sua vita.

27

(Testo CEI74)

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davi-de. 2Quando venne da lui il profeta Natan dopo che aveva peccato con Betsabe-a.

3Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. 4Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato.

5Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. 6Contro di te, contro te solo ho pecca-to, quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio.

7Ecco, nella colpa sono stato genera-to, nel peccato mi ha concepito mia ma-dre. 8Ma tu vuoi la sincerità del cuore e nell'intimo m'insegni la sapienza.

9Purificami con issopo e sarò mondo; lavami e sarò più bianco della neve. 10Fammi sentire gioia e letizia, esulteranno le ossa che hai spezzato.

11Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe.

12Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. 13Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. 14Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso.

15Insegnerò agli erranti le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. 16Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza, la mia lingua esalterà la tua giustizia. 17Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode; 18poiché non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti. 19Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.

20Nel tuo amore fa grazia a Sion, rialza le mura di Gerusalemme. 21Allora gradirai i sacrifici prescritti, l'olocausto e l'intera oblazione, allora immoleranno vittime sopra il tuo altare..

(Testo CEI2008) 1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davi-de. 2 Quando il profeta Natan andò da lui, che era andato con Betsabea. 3 Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. 4 Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. 5 Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. 6 Contro di te, contro te solo ho pec-cato, quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto: così sei giusto nella tua sentenza, sei retto nel tuo giudizio. 7 Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia ma-dre. 8 Ma tu gradisci la sincerità nel mio intimo, nel segreto del cuore mi insegni la sapienza. 9 Aspergimi con rami d'issòpo e sarò puro; lavami e sarò più bianco della neve. 10 Fammi sentire gioia e letizia: esulteranno le ossa che hai spezzato. 11 Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe. 12 Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. 13 Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. 14 Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso. 15 Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. 16 Liberami dal sangue, o Dio, Dio mia salvezza: la mia lingua esalterà la tua giustizia. 17 Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode. 18 Tu non gradisci il sacrificio; se offro olocausti, tu non li accetti. 19 Uno spirito contrito è sacrificio a Dio; un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. 20 Nella tua bontà fa' grazia a Sion, ricostruisci le mura di Gerusalemme. 21 Allora gradirai i sacrifici legittimi, l'olocausto e l'intera oblazione; allora immoleranno vittime sopra il tuo altare.

(Testo TILC)

1Per il direttore del coro. Salmo di Davide.

2Composto dopo la visita del profeta Natan a Davide, il quale aveva avuto una relazione con Betsabea.

3 Pietà di me, o Dio, nel tuo grande amore; nella tua misericordia cancella il mio errore. 4 Lavami da ogni mia colpa, purificami dal mio peccato.

5 Sono colpevole e lo riconosco, il mio peccato è sempre davanti a me.

6 Contro te, e te solo, ho peccato; ho agito contro la tua volontà. Quando condanni, tu sei giusto, le tue sentenze sono limpide. 7Fin dalla nascita sono nella colpa, peccatore mi ha concepito mia ma-dre. 8Ma tu vuoi trovare dentro di me veri-tà, nel profondo del cuore mi insegni la sapienza.

9Purificami dal peccato e sarò puro, lavami e sarò più bianco della neve. 10Fa' che io ritrovi la gioia della fe-sta, si rallegri quest'uomo che hai schiac-ciato. 11Togli lo sguardo dai miei peccati, cancella ogni mia colpa.

12Crea in me, o Dio, un cuore puro; dammi uno spirito rinnovato e saldo. 13Non respingermi lontano da te, non privarmi del tuo spirito santo. 14 Ridonami la gioia di chi è salvato, mi sostenga il tuo spirito generoso.

15Ai peccatori mostrerò le tue vie e i malvagi torneranno a te. 16 Liberami dal castigo della morte, mio Dio, e canterò la tua giustizia, mio Salva-tore. 17Signore, apri le mie labbra e la mia bocca canterà la tua lode. 18Se ti offro un sacrificio, tu non lo gradisci; se ti presento un'offerta, tu non l'ac-cogli. 19 Vero sacrificio è lo spirito pentito: tu non respingi, o Dio, un cuore ab-battuto e umiliato.

20 Dona il tuo amore e il tuo aiuto a Sion, rialza le mura di Gerusalemme. 21 Allora gradirai i sacrifici prescritti, le offerte interamente consumate: tori saranno immolati sul tuo altare.

SALMO 51

28

IL TITOLO

Mizmor, cioè salmo.

Di Davide. Anche questo è uno dei 73 salmi attiribuiti a Davide. Nel versetto 2 si spiega anche la circostan-za storica in cui Davide avrebbe scritto questo salmo, e cioè dopo aver peccato di adulterio con Betsabea e aver mandato a morte il marito di lei Uria l’hittita.

Secondo alcuni ci troveremmo davvero davanti a un salmo composto da Davide. A favore di tale tesi ci sono due fattori: il linguaggio simile a quello usato da Davide nel Secondo libro di Samuele (“ciò che è ma-le ai tuoi occhi io l’ho fatto” oppure “contro di te ho peccato”); e il secondo fattore è che il fatto indicato al versetto 2 è appropriato con ciò che dice il salmo.

Altri invece sono contrari all’attribuzione a Davide perché parla di temi che si ritrovano nei profeti, che sono di molto posteriori a Davide. Per esempio il tema della pietà che prevale sul culto, tema caro al profeta A-mos, oppure il tema del cuore nuovo, che troviamo nel profeta Geremia e nel profeta Ezechiele. Così an-che i versi finali che parlano di ricostruire le mura di Gerusalemme farebbero pensare a un tempo molto posteriore a quello di Davide. Infine troviamo il verbo “barà” (= creare) nell’espressione “crea in me o Dio un cuore nuovo” e il verbo “barà” è caratteristico del racconto della creazione in Genesi 1.

Pietà, misericordia, bontà Tre espressioni che indicano l’atteggiamento benevolo di Dio: La pietà è di chi si commuove La misericordia (termine che deriva da “hen” letteralmente “grazia”) è da intendersi “fammi grazia” Bontà: richiama le viscere, amore viscerale, materno.

Peccato, colpa Nel testo ebraico queste parole corrispondono a tre termini. “peša” indica la rivolta contro Dio (come il peccato originale) “awon” indica l’uomo curvo su se stesso, incapace di guardare gli altri, ma capace solo di guardare egoisticamente se stesso. “chattà” indica il mancare il bersaglio, dunque distaccarsi da Dio per puntare su qualcosa che non è centrale.

Cancella Come per indicare il peccato si usano tre parole diverse, così per rimettere il peccato si usano tre verbi diversi: Cancellare, che indica togliere via il peccato; Lavare, che nell’originale ebraico è nella forma intensiva, con il sen-so dunque di lavare in profondità; Mondare, che è un verbo liturgico.

il mio peccato mi sta sempre dinanzi Come nella creazione la donna è stata posta dinanzi all’uomo, ora l’uomo peccatore ha davanti il peccato.

Riconosco Conosco la gravità del peccato perché: • ne sento il peso continuamente • Mi sta davanti quando sono davanti a Dio

Contro te solo In realtà la circostanza indicata nel versetto 2 parla di una colpa con cui Davide ha mancato contro Uria l’hittita. Allora si può intendere: • contro te solo ho peccato, perché anche i peccati che riguar-

dano gli altri sono diretti contro Dio (“tutto quello che avete fatto ai miei fratelli l’avete fatto a me)

• Contro di te ho peccato (senza la parola “solo” che nell’originale non c’è)

• La parola “solo” può essere riferita all’uomo e quindi la frase sarebbe: “Di fronte a te io sono solo un peccatore”.

Ai tuoi occhi Davanti a te

Perciò La parola “perciò” potrebbe essere intesa con valore consecutico (così) e allora è come se ci fosse un processo dove, dopo aver con-fessato la propria colpevolezza, si accetta come conseguenza il ver-detto del giudice. Secondo alcuni, però, poiché il salmo è incentrato sulla misericordia di Dio, più che sulla sua punizione, il senso sarebbe: “Io riconosco

29

Nella colpa sono stato generato Tre possibili interpretazioni: • Sono un peccatore abituale, è da quando sono nato che

faccio peccati; • Il salmista sta dicendo di essere un figlio illegittimo, nato da

una relazione illegittima; • Il salmista vuole dire che l’uomo è peccatore fin dal primo

momento in cui vive (ci sarebbe un anticipo di quella che diventerà la dottrina del peccato originale nel Nuovo Testa-mento)

Tu vuoi Dio chiede all’uomo una decisione

La sincerità del cuore Sarebbe da intendersi come la capacità di valutare in modo vero le azioni (e allora sincerità farebbe il paio con la sapienza di cui si parla subito dopo)

m’insegni E’ Dio che permette all’uomo di ritrovare la strada giusta, da solo l’uomo non èin grado, poiché è troppo invischiato con il peccato.

Con issopo L’issopo è un’erba aromatica che veniva usata in ambito liturgico come un aspersorio (per esempio per fare l’aspersione al Santo dei Santi nel giorno dell’espiazione)

Sarò più bianco della neve Cfr Geremia

Cancella Come nel verso 3

Crea Verbo “creare” si trova solo qui e in Gen 1. Allora il perdono non è una semplice rimozione del peccato, ma è una vera e propria azio-ne creatrice di Dio, simile a quella con cui ha creato il mondo e l’uomo.

Un cuore puro Come nel libro del profeta Ezechiele (11,19 “Darò loro un cuore nuovo, uno spirito nuovo metterò dentro di loro. Toglierò dal loro petto il cuore di pietra, darò loro un cuore di carne”), la conversione dell’uomo è espressa con il dono di un cuore nuovo da parte di Dio

Uno spirito saldo Capace di vincere il male

La gioia della salvezza Di solito nella Bibbia quando si parla di salvezza si intende qualco-sa di molto concreto (salvezza dai nemici o da un pericolo). Qui invece si parla di una salvezza spirituale, una salvezza dal pecca-to.

Erranti, ribelli Il termine ebraico deriva da “peša” il peccato di ribellione a Dio. Per questo CEI 2008 traduce meglio con il termine “ribelli”. Sono co-munque quei peccatori che hanno fatto una trasgressione simile a quella del salmista.

Liberami dal sangue Ci possono essere diverse interpretazioni: • liberami da una morte violenta, che mi potrebbe capitare

come punizione per il mio peccato; • Liberami dal sangue che ho fatto versare (allusione alla mor-

te di Uria?) e che grida vendetta presso di te, come già grida vendetta il sangue di Abele (diversamente dal sangue di Cristo che invoca il perdono ed è più eloquente di quello di Abele)

• Ci potrebbe essere una allusione a Gerusalemme descritta dal profeta Ezechiele diverse volte come la “città del san-gue” o “città sanguinaria” nel senso di città peccatrice. Allora la frase potrebbe significare che il salmista invoca di non essere parte del peccato di Gerusalemme, città sanguinaria.

Il mio peccato, però tu manifesta la tua misericordia, il tuo perdono.

In tale direzione va Ravasi che considera come una parentesi il verso 5 e il verso 6 ab e legge di seguito il verso 4 e 6c, in questo modo: “Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. (…)perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio.”

In questo caso tu Dio ti dimostri giusto non punendomi, ma perdonandomi.

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Non gradisci il sacrificio Ci troviamo di fronte a una caratteristica della poesia ebraica: la “negatio paradoxa”. Per indicare che il Signore gradisce un cuore puro, si dice che non gradisce il sacrificio (sottintendendo che il sacrificio senza un cuore puro non serve a nulla). Ma di per sé con questa frase non si vuole mettere in discussione le liturgie sacrifi-cali che venivano compiute, si sta solo sottolineando con forza l’importanza di un cuore puro.

Rialza le mura Secondo l’opinione della maggior parte dei biblisti, questi ultimi due versetti sono un’aggiunta posteriore rispetto al salmo. Probabil-mente qualche pio levita ha cercato di addolcire un po’ la “negatio paradoxa” del verso precedente facendo il seguente ragionamento: Perché tu Signore non gradisci i sacrifici? Perché il tempio è stato abbattuto. Verrà un giorno in cui tu, Signore, ricostruirai il tempio (le mura) e allora noi potremo tornare ad offrirti i sacrifici come pre-scritto dalla legge.


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