+ All Categories
Home > Documents > 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una...

1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una...

Date post: 15-Feb-2019
Category:
Upload: lymien
View: 215 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
65
1° Premio Pietro Croce, Migliore progetto per l’abolizione o la promozione di metodi di ricerca sostitutivi) Allestimento di metodiche in vitro (che utilizzano ESCLUSIVAMENTE linee cellulari stabilizzate UMANE ), che permetta di valutare il potenziale tossico e irritante di materie prime e prodotti finiti che, per loro utilizzo, sono soggetti a venire a contatto con l’epidermide. RELAZIONE SULL’OBIETTIVO N.1 SCOPO DEL PROGETTO L’iniziativa mondiale per migliorare, ridurre e/o sostituire i test in vivo, su animali, per la valutazione della sicurezza del prodotto cosmetico, ha aumentato gli studi in questo campo. Noi, non credendo all’utilità degli studi sull’animale da esperimento, da sempre ci dedichiamo a studi in vitro. Accordi internazionali prevedono lo sviluppo e la validazione di metodi alternativi all’uso dell’animale per i test di tossicità di composti chimici. Tutto ciò ha già portato, in questi ultimi anni, alla riduzione sensibile del numero di animali usati per i test in vivo. In particolare, nel campo dei test usati in cosmetologia, sono sempre più crescenti le evidenze sulle numerose differenze biologiche tra uomo e animale, per cui la salute e la sicurezza del consumatore potrebbe essere in alcuni casi compromessa. Il sistema per rendere maggiormente accurati e rilevanti i risultati dei test in vitro è indubbiamente quello di utilizzare cellule umane. Alcuni di questi sistemi in vitro prevedono l’uso di colture di cellule umane o l’utilizzo di materiale bioptico, ma ancora non sono stati messi a punto sistemi che garantiscano la loro predittività. La procedura di screening in vivo su volontari umani trova molti ostacoli per la ricerca di volontari. Inoltre, si fa sempre più impellente la necessità di allestire dei modelli in vitro per riprodurre il microambiente dell’organo e/o tessuto bersaglio del composto chimico in esame.
Transcript
Page 1: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

1° Premio Pietro Croce,

Migliore progetto per l’abolizione o la promozione di metodi di ricerca sostitutivi)

Allestimento di metodiche in vitro (che utilizzano ESCLUSIVAMENTE linee

cellulari stabilizzate UMANE ), che permetta di valutare il potenziale tossico e irritante di materie prime e prodotti finiti che, per loro utilizzo, sono soggetti a

venire a contatto con l’epidermide.

RELAZIONE SULL’OBIETTIVO N.1

SCOPO DEL PROGETTO

L’iniziativa mondiale per migliorare, ridurre e/o sostituire i test in vivo, su animali,

per la valutazione della sicurezza del prodotto cosmetico, ha aumentato gli studi in

questo campo. Noi, non credendo all’utilità degli studi sull’animale da

esperimento, da sempre ci dedichiamo a studi in vitro. Accordi internazionali

prevedono lo sviluppo e la validazione di metodi alternativi all’uso dell’animale

per i test di tossicità di composti chimici. Tutto ciò ha già portato, in questi ultimi

anni, alla riduzione sensibile del numero di animali usati per i test in vivo. In

particolare, nel campo dei test usati in cosmetologia, sono sempre più crescenti le

evidenze sulle numerose differenze biologiche tra uomo e animale, per cui la salute

e la sicurezza del consumatore potrebbe essere in alcuni casi compromessa.

Il sistema per rendere maggiormente accurati e rilevanti i risultati dei test in vitro è

indubbiamente quello di utilizzare cellule umane. Alcuni di questi sistemi in vitro

prevedono l’uso di colture di cellule umane o l’utilizzo di materiale bioptico, ma

ancora non sono stati messi a punto sistemi che garantiscano la loro predittività.

La procedura di screening in vivo su volontari umani trova molti ostacoli per la

ricerca di volontari. Inoltre, si fa sempre più impellente la necessità di allestire dei

modelli in vitro per riprodurre il microambiente dell’organo e/o tessuto bersaglio

del composto chimico in esame.

Page 2: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

2

Nello studio intrapreso abbiamo cercato di sviluppare e migliorare la fattibilità e il

valore predittivo dei test tossicologici in vitro in uso per la valutazione del rischio

chimico associato a composti presenti negli ingredienti di preparazioni cosmetiche.

Come modello sperimentale, si è utilizzata la linea stabilizzata di cheratinociti

umani NCTC 2544, in quanto si tratta di cellule in uno stadio ancora poco

differenziato e pertanto più sensibili a eventuali insulti chimico-fisici, e quindi più

adatte per studiare l’effetto biologico di ingredienti di preparazioni cosmetiche.

Studi precedenti, svolti nel nostro laboratorio, e dati della letteratura hanno

evidenziato che questa linea di cheratinociti possa rappresentare un modello

attendibile per valutare la citotossicità in previsione del potenziale irritante (1-5)

In questo studio abbiamo quindi voluto verificare l’affidabilità del nostro modello,

attraverso l’analisi dell’espressione di citochine infiammatorie nelle cellule NCTC

2544 esposte ad alcune sostanze di cui si sospettano proprietà allergeniche.

E’ noto che la pelle, a contatto con molecole irritanti, subisce diversi cambiamenti

dal punto di vista istologico, che dipendono dal tipo di molecola, dalla sua

concentrazione e dal tempo di esposizione (1).

Le molecole impiegate a tale scopo, sono state scelte sulla base delle loro già note

capacità di alterare specifici parametri cellulari e molecolari nelle cellule sensibili

ai loro effetti (cheratinociti). Non si sono quindi esplorati i meccanismi di

citotossicità basali, bensì si è cercato di definire natura e potenza degli effetti

irritativi che dette sostanze producono in vitro.

Dall'insieme dei dati ci si proponeva quindi di allestire appropriate batterie di test

in vitro di tipo meccanicistico in grado di costituire uno strumento valido per

ridurre l'uso di animali nella valutazione del potenziale irritativo.

Si è quindi dapprima verificato se le cellule NCTC2544, avendo ancora un

fenotipo indifferenziato, esprimessero le proteine per due citochine precoci marker

di infiammazione, Il-1 e LIF.

Page 3: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

3

Per lo studio dell’interleuchina 1 si è deciso di analizzare l’espressione

dell’isoforma 1α, la forma predominante prodotta dai cheratinociti e quella che,

dai dati della letteratura, sembra essere rilasciata in seguito a stimoli dannosi

come l’irradiazione UV.

Si è proceduto ad analizzare se le cellule NCTC fossero in grado di evocare una

risposta infiammatoria attraverso una modulazione dell’espressione di IL-1α in

seguito a esposizione a stimoli fisici (UVB) e chimici da utilizzare come molecole

di controllo positivo per stimoli irritativo e allergenico. A questo scopo si sono

quindi verificati gli effetti del sodio dodecil solfato, SDS, e del nichel solfato,

rispettivamente. L’SDS è comunemente utilizzato nella formulazione di diversi

cosmetici ad azione detergente ed impiegato in molte ricerche come agente

irritante (5, 6), mentre il Nichel Solfato è invece un sale utilizzato come agente

sensibilizzante per trattare le cellule (1 )

Alla luce dei risultati ottenuti, successivamente la ricerca è stata incentrata sulla

verifica che il modello in vitro scelto potesse essere proposto nella fase di pre-

screening del potenziale irritativo/allergenico di composti presenti in ingredienti

cosmetici.

Nella direttiva 2003/15/CEE è presente l’emendamento dell’articolo 6(1)(g), che

prevede l’obbligo di indicare, nella lista degli ingredienti, 26 sostanze

aromatizzanti, considerate potenzialmente allergeniche, “indipendentemente dalla

funzione che hanno nel prodotto” (vedi Tabella). Si sono scelte quindi alcune

molecole, ingredienti di prodotti cosmetici, tra quelle indicate nell’elenco riportato

in tale direttiva, prediligendo composti “naturali”.

Page 4: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

4

da: CHELAB S.r.l. Flavours Laboratory - Documenti informativi DI 100E- Allergenic Aromatizing Substances in Cosmetic Products – referente Dr. Fasan S. , 06.10.2003.

Page 5: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

5

Le sostanze scelte sono state: Geraniolo, Limonene, Alcool Benzilico e

Citronellolo.

Prima dell’analisi dell’espressione delle due citochine, per ogni sostanza utilizzata,

si è prima valutato il potenziale citotossico, in modo da trovare le concentrazioni

più adatte da impiegare nei trattamenti, scartando quindi quelle dosi che,

esplicando forte citotossicità, nei termini di morte cellulare, potessero inficiare le

risposte.

Seguendo le indicazioni presenti sull’”Index Merck”, le molecole scelte sono

altamente idrofobiche e pertanto si è dovuto utilizzare come veicolo il DMSO, e

ciò ovviamente ha creato un limite sulla concentrazione di sostanza da testare.

Per poter proporre questo tipo di analisi come modello in vitro per lo

screening del potenziale irritativo di molecole presenti in ingredienti

cosmetici, si è analizzata l’espressione proteica della forma immatura e

matura di Il-1 αααα e quella della LIF, per verificare se la modulazione dei loro

livelli fosse correlabile alla concentrazione della sostanza in esame e del tempo

di esposizione.

Page 6: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

6

Stato dell’arte: Cosmetici e potenziale irritante in vitro :

Si definisce test in vitro una specifica categoria di metodi alternativi alla

sperimentazione animale che impiega sistemi biologici semplificati (colture

cellulari) o sofisticati (organi e tessuti ricostruiti), sistemi artificiali chimici o fisici

o programmi computerizzati (7).

Si definiscono test di citotossicità generale quelli che analizzano parametri

associati ad una alterazione delle strutture o dei processi intrinseci a tutti i tipi di

cellule, come le variazioni della permeabilità di membrana (test sull'incorporazione

o rilascio di un colorante vitale come il rosso neutro, il rilascio dell'enzima lattico

deidrogenasi, la funzione mitocondriale, la proliferazione cellulare, ecc.). La

tossicità specifica prende in esame invece specifiche funzioni cellulari come la

sintesi proteica, la produzione di citochine, e l'espressione di altri marcatori

specifici del tipo cellulare utilizzato come modello.

Le Metodologie in Vitro quindi devono impiegare modelli sperimentali che

permettano lo studio di singoli parametri di un fenomeno e forniscano dati

quantitativi, oggettivi e sensibili: non solo un numero, ma anche il meccanismo di

azione del prodotto e dell'ingrediente.

La complementarità del test in Vitro rispetto alle valutazioni in Vivo risiede nel

fatto di poter arricchire il test in Vivo di parametri quantitativi, sensibili, precoci e

spesso unici perché non esplorabili direttamente sull'uomo: ragioni di ordine etico

non autorizzano ad inserire l'uomo al primo gradino della valutazione della

sicurezza.

Con sperimentazione in vitro oggi si intende:

� Un nuovo modo di formulare i prodotti valorizzando la fase progettuale

� Una nuova impostazione del dossier che tiene conto sia dei meccanismi

di tossicità che dell'impatto ambientale

Page 7: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

7

� Una nuova linea di comunicazione scientifica tra l'azienda ed il

consumatore improntata alla trasparenza

� Rappresenta infine l'Innovazione necessaria per dare una risposta ad una

chiara richiesta normativa che globalmente valorizza la sperimentazione in vitro

nel rispetto dell'Uomo e del suo ambiente.

I produttori di cosmetici stanno sviluppando alternative innovative alla

sperimentazione sugli animali per dimostrare la sicurezza dei prodotti, tra cui studi

in vitro e analisi struttura-funzione computerizzate. Questi nuovi metodi, oltretutto,

sono più rapidi, più affidabili e più economici dei test sugli animali.

Le Metodologie in Vitro si stanno affermando nell'ambito del processo teso ad

individuare con maggiore chiarezza e scientificità sia i meccanismi che regolano la

pelle sana che quelli che ne determinano le alterazioni. Rendono quindi

oggettivamente possibile distinguere tra il prodotto sicuro da quello che potrebbe

non esserlo.

Nella preparazione cosmetica esistono diversi ingredienti che possono provocare

irritazione della pelle (alcool, surfactanti, aromi, coloranti, ecc.)

La valutazione degli ingredienti in grado di irritare la pelle è un passo

fondamentale per valutare la sicurezza del prodotto (8).

Attualmente esistono diversi test (in vivo e in vitro) per valutare il potenziale

irritante delle varie sostanze.

Nell’industria cosmetica i test in vitro solitamente si basano sull’utilizzo di kit che

prescindono da un contatto diretto della sostanza da testare con le cellule e quindi

hanno solo un valore di pre-screening la cui affidabilità in molti casi lascia molto a

desiderare in quanto forniscono dati che non tengono conto della complessità

dell’apparato tegumentario.

Page 8: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

8

A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di

cavie animali e in una seconda fase di persone volontarie.

Test per valutare il potere corrosivo o irritante delle materie prime sono

tradizionalmente condotti sugli animali, soprattutto sulla mucosa oculare dei

conigli, attraverso il metodo Draize (9).

In questo quadro generale, esiste una crescente sensibilizzazione riguardo alla

sperimentazione animale, sia per motivi etici, sia in vista della sua possibile

cessazione, per motivi economici (10).

Escludendo a priori l’uso di esseri umani nella fase di pre-screening, con tutte le

implicazioni morali del caso, esiste la necessità di sviluppare buone alternative in

vitro.

Per il rapporto Cosmetico è necessario inoltre considerare la specificità

dell'applicazione topica molto significativa dal punto di vista tossicologico

(...preparazioni destinate ad essere applicate sulle superfici esterne del corpo

umano, art. 1 Legge 713...) e la loro complessità formulativa: i modelli di tessuti

cutanei ricostruiti, frutto di tecnologie sofisticate, consentono il rispetto dell'unicità

del prodotto cosmetico e rappresentano il futuro della Biologia Cutanea e della

Dermatologia (11-13)

I test di tossicità in vitro offrono molti vantaggi rispetto a quelli in vivo, ad

esempio sono immediatamente disponibili, riproducibili, sono più economici,

permettono di preventivare il costo del lavoro e, in certi casi, di eliminare il

bisogno di pelle umana o animale (14)

Le colture cellulari sono state gradualmente introdotte come test di tossicità per la

valutazione del potenziale irritante sulla pelle (15-18) e, negli ultimi anni, questi

tipi di test hanno visto crescere in maniera esponenziale il numero dei propri

estimatori (10).

Page 9: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

9

La valutazione dell’effetto irritante, studiato tramite l’uso di cheratinociti umani, è

stata già applicata anche in ambito cosmetologico (8, 19) e i dati ottenuti dalle

colture cellulari sono stati comparati con quelli ottenuti da test in vivo (20, 21).

Dall’analisi comparativa dei dati in vivo e in vitro sembra emergere una buona

correlazione sia per quanto riguarda l’effetto della sostanza utilizzata sia per

quanto riguarda i dati di previsione del potenziale d’irritazione (22).

Purtroppo, a dispetto dei vantaggi delle metodiche in vitro, le colture cellulari

mancano di alcune proprietà che sono presenti nella pelle intatta, come il ruolo

della sua barriera selettiva o l’interazione tra i diversi tipi cellulari.

In ogni modo, sebbene il potenziale irritante possa essere sovrastimato, esso può

essere utile come test di pre-screening (23) e da questo punto di vista riproduce

sicuramente meglio i fenomeni che avvengono in vivo rispetto ai dati ottenuti da kit

pre-assemblati

Valutazione del potenziale irritativo di prodotti cosmetici

La pelle è la parte del nostro corpo che entra più facilmente in contatto con svariate

sostanze, che possono essere assorbite e penetrare nel circolo sanguigno, causando

danni severi.

Viviamo in un mondo pieno di sostanze che possono irritare la nostra pelle, quindi

è molto importante la ricerca verso lo sviluppo di nuovi test per la valutazione del

potenziale irritativo di sostanze chimiche.

Fino a pochi anni fa i test di questo tipo venivano condotti prevalentemente su

animali (24, 25).

Metodologie alternative: stato odierno e prospettive future

La reazione in vivo è complessa e, per coprire tutte le fasi della sensibilizzazione,

saranno necessari più test alternativi.

Page 10: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

10

Sono ora in fase di sviluppo o di pre-convalida 14 test in vitro alternativi che

utilizzano, ad esempio, cornee bovine o uova di gallina. I sei più promettenti,

alcuni dei quali sono già accettati dalle autorità UE per la classificazione di agenti

gravemente irritanti, dovrebbero essere convalidati entro quattro anni. I test sugli

animali, per l’irritazione oculare, dovrebbero essere completamente sostituiti entro

sei anni.

I test per la valutazione della sensibilizzazione cutanea sono sviluppati secondo

due linee distinte, ovvero i modelli in vitro e i sistemi QSAR (quantitative

structure activity relationships).

E’ stato istituito un gruppo di professionisti (composto da rappresentanti

dell’industria cosmetica, delle associazioni animaliste e per la tutela del

consumatore, del mondo accademico, dell'UE e dell'OCSE) per pianificare lo

sviluppo dei metodi alternativi che ha proposto un approccio tripartito, basato su

una combinazione di metodi in vitro e in silico. La fase 1 valuta l'assorbimento

orale, cutaneo e respiratorio, la fase 2 prevede una serie di test su metabolismo e

accumulo, mentre la fase 3 valuta la tossicità. Soltanto un risultato positivo nella

fase 1 può innescare la fase 2.

I test di assorbimento potrebbero essere disponibili in otto anni e i test metabolici

in cinque, ma una sostituzione totale dei test sugli animali richiederà

probabilmente oltre dieci anni.

Il gruppo costituito ad hoc prima citato deve analizzare la situazione dello sviluppo

di metodi alternativi in 11 aree tossicologiche cruciali e stimare il tempo necessario

per una sostituzione completa dei test cosmetici sugli animali (26).

Le aree tossicologiche di riferimento sono:

1. tossicità acuta

2. irritazione e corrosione della cute

3. irritazione oculare

4. sensibilizzazione cutanea

5. assorbimento cutaneo e penetrazione

Page 11: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

11

6. tossicità subacuta e subcronica

7. genotossicità e mutagenicità

8. effetti tossici UV-indotti

9. tossicocinetica e metabolismo

10. carcinogenicità

11. tossicità riproduttiva e dello sviluppo

In aree quali l’assorbimento cutaneo, la corrosione cutanea e la fototossicità acuta,

gli effetti sulla salute umana possono già essere valutati attraverso metodi

alternativi in vitro. Sono in corso di convalida i test alternativi per l'irritazione

oculare e cutanea, mentre quelli per la tossicocinetica e il metabolismo

richiederanno tempi più lunghi.

In altri ambiti, quali la sensibilizzazione cutanea , ci si attende molto dai metodi in

silico, che rappresenta una tecnologia in rapida espansione, proprio perché le

funzioni dei computer si sviluppano con una velocità impressionante e possono

arrivare a prevedere i possibili effetti tossici di un agente chimico sulla base della

sua struttura.

Bisogna ammettere però che i primi metodi in questo campo sono sottoposti

soltanto ora a convalida.

Una conseguenza pratica dello sviluppo di metodi di sperimentazione alternativa è

la nascita di un servizio commerciale assolutamente nuovo, che mette a

disposizione strutture o kit portatili per i test in vitro sull'irritazione oculare o la

sensibilizzazione cutanea.

Si sta pensando di utilizzare anche i test e i prodotti dell’ingegneria tissutale

originariamente sviluppati a scopo terapeutico per la sperimentazione preventiva.

Page 12: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

12

Il ruolo dell’ECVAM nella convalida dei metodi alternativi

Dal 1992 il Centro europeo per la convalida dei metodi alternativi (ECVAM,

European Centre for Validation of Alternative Methods), parte del Centro comune

di ricerca di Ispra (VA), si concentra sullo sviluppo e sulla convalida di metodi di

sperimentazione alternativi, per evitare, ridurre e perfezionare l’impiego di animali

da laboratorio. Il centro lavora su metodi in vitro, che utilizzano colture cellulari e

tissutali, e in silico, con modelli computerizzati basati sulla relazione tra la

struttura chimica e l’attività biochimica, fisiologica e biocinetica, ovvero relazioni

struttura-attività di tipo quantitativo (QSAR).

I metodi alternativi sviluppati e convalidati dall'ECVAM sono poi adottati nella

legislazione UE, a opera dell'unità Prodotti farmaceutici e cosmetici della DG

Imprese e Industria, che ha un ruolo di primo piano nello sviluppo di politiche in

materia. Oltre a entrare nel diritto comunitario, i nuovi metodi vengono presentati

all'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) e, se

accettati, diventano linee guida internazionali valide per i 30 Stati membri

dell'organizzazione e per molti paesi terzi.

I primi 2 metodi accettati riguardavano la sperimentazione per la corrosione

cutanea (danno cutaneo permanente). Finora sono stati convalidati tre test in vitro

basati su tali metodi, oltre a uno per la valutazione del potenziale fototossico del

danneggiamento cellulare e a un quarto test per l'assorbimento e la penetrazione

cutanei delle sostanze chimiche.

Questa mutua accettazione evita alle imprese di dover ripetere esperimenti per

ottenere l’autorizzazione a commercializzare i prodotti all’estero.

L’OCSE, da parte sua, conduce solo un numero limitato di studi di validazione su

metodi alternativi, ma lavora fianco a fianco con l’ECVAM e con il suo

equivalente americano, l’ICCVAM (Interagency Coordinating Committee on the

Validation of Alternative Methods). Anche il Giappone sta dando vita a un centro

di convalida nazionale, e si auspica che i primi passi mossi dai ricercatori nipponici

in quest’ambito possano potenziare il coordinamento a livello internazionale.

Page 13: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

13

L’ECVAM coordina gli sforzi profusi dalle aziende nello sviluppo di metodi

alternativi per far sì che le scadenze UE per la sostituzione dei test sugli animali

siano rispettate. Le imprese stabiliscono quanti e quali test possono candidarsi alla

convalida. In alcuni casi, l’ECVAM prende parte agli studi di validazione.

Solitamente, la convalida di un nuovo metodo di sperimentazione richiede da 3 - 8

anni e costa circa 250.000 euro.

La convalida dell'ECVAM mira a mantenere il livello di sicurezza dei prodotti

dimostrando che questi nuovi metodi alternativi sono all'altezza del compito, si

tratti di sperimentazioni in vitro, in silico, o di test perfezionati sugli animali.

Normalmente si fa riferimento ai dati storici sugli animali. In un certo senso,

quindi, i metodi alternativi convalidati sono degni di maggior fiducia rispetto ai

test tradizionali (non convalidati) sugli animali, sebbene l’efficacia di questi ultimi

sia dimostrata dall'esperienza (27-29).

Esempio di metodologia alternativa validata: Caso Episkin

30 aprile 2007 - L'ECVAM (European Center for Validation of Alternative

Methods) ha annunciato la validazione di un test «in vitro» predittivo del

potenziale irritante delle sostanze chimiche che permettendo di sostituire

totalmente il test sull’animale. Questo test si basa sul modello Episkin di L'Oréal:

un’epidermide umana ricostruita su un supporto di collagene.

All’inizio degli anni ‘80, la Recherche di L'Oréal intraprende la strada della

ricostruzione della pelle umana, per meglio studiare i meccanismi biologici e per

evitare il ricorso agli animali da laboratorio per la valutazione della tollerabilità

degli ingredienti e dei prodotti finiti.

Questi studi hanno permesso a L'Oréal di eliminare i test sugli animali per i

prodotti finiti nel 1989. "Oggi Episkin è utilizzata di routine per valutare la

tollerabilità di tutti i nostri prodotti ed il nostro impegno a sviluppare metodi

alternativi continua" aggiunge JF Grollier.

Page 14: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

14

La validazione di Episkin è un risultato importante perchè la valutazione del potere

irritante sulla pelle delle sostanze chimiche era effettuato, fino ad oggi,

sull’animale. Questo metodo alternativo è particolarmente interessante nel quadro

del REACH, la nuova regolamentazione sulle sostanze chimiche che prevede la

valutazione dell’irritazione cutanea di circa 10.000 sostanze.

Per l'ECVAM, il test sull’Episkin "permette di predire il potenziale d’irritazione

cutanea delle sostanze chimiche con grande affidabilità e sostituirà completamente

i test sugli animali”.

Valutazione delle citochine: un parametro importante per lo studio del

potenziale “irritante” di un composto chimico.

Spesso si tende a fare confusione fra allergene e irritante e a volte questi due

termini possono non essere disgiunti: ricordiamo che una sostanza o uno stimolo

irritante è definito come elemento che scatena il processo di irritazione,

ovvero la reazione di un organismo o di un tessuto a stimoli nocivi, coincidente

con la prima fase dell’infiammazione.

Con infiammazione si intende una complessa reazione locale della componente

vaso-connettivale di un tessuto vascolarizzato, in risposta a uno stimolo lesivo.

Essa ha lo scopo di rendere inefficaci o di distruggere fattori nocivi di natura

chimica, fisica, biologica e successivamente di riparare eventuali danni subiti dai

tessuti colpiti. Nel caso d’irritazione propriamente detta, ci si riferisce a una

reazione infiammatoria reversibile prodotta da mediatori dell’infiammazione sia

nei cheratinociti sia nei fibroblasti della pelle (30).

Sostanze sia di sintesi che di origine naturale, come i costituenti cosmetici possono

causare una reazione infiammatoria che può essere di tipo acuto, ad insorgenza

rapida, entro le 12 ore, con sintomi che scompaiono altrettanto rapidamente.

Questo tipo di reazione è caratterizzato dai classici segni clinici di calore, rossore,

Page 15: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

15

tumefazione e dolore, e da risposte patologiche prevalentemente vascolari ed

essudative. Essa viene indotta da mediatori biologici come le interleuchine 1 e 6.

Con il termine allergene si intende invece ogni antigene che determina reazioni di

ipersensibilità mediate da anticorpi IgE.

Citochine: uno sguardo generale

Possiamo definire le citochine come piccole molecole proteiche solubili prodotte

sia dal sistema immunitario aspecifico, sia specifico, ma anche da altri tipi cellulari

fra cui ricordiamo i cheratinociti e i fibroblasti dermali.

Possono svilupparsi in risposta agli antigeni e, secondo il tipo di antigene presente,

viene prodotto uno spettro di citochine abbastanza specifico.

Alcune citochine favoriscono sia la crescita sia la differenziazione dei linfociti,

inoltre promuovono, nella fase effettrice, l’eliminazione di microbi ed antigeni: in

pratica sono mediatori della risposta immunitaria sia innata, sia acquisita.

Alcune citochine sono fondamentali nello sviluppo delle cellule emopoietiche.

Le citochine sono state classificate in base al tipo cellulare da cui sono prodotte,

ma dopo aver scoperto che una stessa citochina può essere prodotta da diversi tipi

di cellule, attualmente si preferisce far riferimento a queste proteine con il termine

più generale di citochine.

Per tale motivo molte citochine, essendo prodotte dalle cellule leucocitarie, sono

storicamente chiamate interleuchine, ma oggi sappiamo che la produzione di

citochine non è prerogativa unica dei globuli bianchi.

La secrezione di citochine è un evento di breve durata e auto-limitato: ciò si

realizza attraverso processi post-trascrizionali e a livello di proteine immature.

Le azioni svolte dalle citochine sono pleiotropiche (le citochine sono in grado di

svolgere le loro azioni su più tipi cellulari diversi) e ridondanti (diverse citochine

Page 16: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

16

possono attivare uno stesso fenomeno). Le diverse citochine possono, inoltre, avere

effetti antagonisti, additivi e sinergici.

L’azione delle citochine può essere locale o sistemica: per tale motivo si parla di

azione autocrina, paracrina ed endocrina.

Le citochine svolgono la loro azione legandosi a recettori specifici espressi sulla

membrana delle cellule bersaglio.

Tali recettori sono attivati anche a bassissime concentrazioni di citochine (Kd= 10-

10-10-12) e la loro presenza sulla membrana cellulare è regolata da segnali esterni

alla cellula (es: presenza dell’antigene, attivazione dei linfociti T e B, presenza di

altre citochine).

Le cellule bersaglio, in risposta alle citochine, modificano la propria espressione

genica acquisendo così nuove funzioni.

Meccanismi di azione delle citochine

(da Abbas - Lichtman – Pober: Immunologia Cellulare e Molecolare, Piccin)

Page 17: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

17

Funzioni di alcune citochine proinfiammatorie da: C.A. Janeway , Jr - P. Travers - M. Walport - M.J. Shlomchik: Immunobiologia, Piccin

Classificazione delle citochine

Le citochine sono fondamentalmente suddivise a seconda che regolino l’immunità

innata o acquisita. Oltre a questi due gruppi bisogna anche ricordare le citochine che

stimolano l’emopoiesi, prodotte dalle cellule stromali del midollo osseo, dai leucociti

e da altri tipi cellulari, che stimolano la crescita e la differenziazione dei leucociti

immaturi. Tale classificazione non è una regola, in quanto più di una citochina si può

trovare coinvolta in azioni che differiscono dalla sua classificazione, ma è accettata.

Page 18: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

18

Classificazione delle citochine

Da: www.nic.sav.sk/logos/books/scientific/node32.html

Page 19: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

19

Classificazione delle citochine pro- e anti-infiammatorie

Da: www.nic.sav.sk/logos/books/scientific/node32.html

Page 20: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

20

Recettori delle citochine e trasduzione del segnale.

Le proteine si legano a recettori che sono proteine trans-membrana in cui la

porzione extra-citoplasmatica è responsabile del legame alla citochina, mentre la

porzione citoplasmatica innesca la trasduzione del segnale. Il ligando permette

l’aggregazione di più recettori e il conseguente avvicinamento di più domini

citoplasmatici che danno il via alla trasduzione del segnale.

Recettori delle citochine

(da Abbas - Lichtman – Pober: Immunologia Cellulare e Molecolare, Piccin)

I recettori sono solitamente classificati in base alle caratteristiche dei domini extra-

citoplasmatici.

Page 21: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

21

Esistono recettori di tipo I, detti anche recettori dell’emopoietina, che legano

molecole formate dal ripiegamento di 4 domini ad α-elica; presentano solitamente

una struttura multimerica in quanto vi possono essere più catene deputate alla

trasduzione del segnale. Sono spesso condivise da recettori per citochine diverse.

I recettori di tipo II non sono molto diversi da quelli di tipo I, ma differiscono da

essi per una piccola sequenza amminoacidica come si può osservare dalla figura.

Esistono inoltre recettori della superfamiglia delle Ig in quanto contengono domini

extra-cellulari di tipo Ig.

I recettori per il fattore di necrosi tumorale (TNF) presentano domini conservati e

ricchi di cisteina e innescano una catena di trasduzione del segnale in grado di

indurre l’apoptosi.

I recettori a serpentina presentano sette domini transmembrana che attraversano il

bilayer lipidico.

A seconda del tipo di recettore coinvolto vengono innescate differenti vie di

trasduzione del segnale, fra cui la più studiata è sicuramente la via JAK/STAT.

Page 22: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

22

Cheratinociti e citochine

La produzione costitutiva di mediatori immunologici e infiammatori in

cheratinociti normali è abbastanza bassa sia in vivo sia in vitro.

Tuttavia l’espressione di queste molecole può essere drasticamente amplificata da

diversi stimoli, tra i quali le radiazioni UV, gli irritanti, i microrganismi e i loro

prodotti, i promotori tumorali, i traumi e i promotori di riparo delle ferite (31).

Molte reazioni della pelle sono il risultato dello scambio di comunicazione tra i

cheratinociti e le cellule T infiltrate.

In particolare le linfochine derivate dalle cellule T sono state identificate come gli

“interruttori” per la produzione nei cheratinociti di molecole sia solubili che di

membrana, che sono sia direttamente che indirettamente responsabili del

reclutamento e dell’attivazione locale di cellule T e altri leucociti: tutto ciò porta

all’amplificazione della reazione infiammatoria (32-34).

D’altra parte i cheratinociti possono produrre fattori immunosoppressivi e

citochine in grado di bloccare le risposte infiammatorie mediate dai cheratinociti

stessi o da cellule del sistema immunitario (35,36).

Molti studi hanno dimostrato che colture di cheratinociti umani rispondono a

sostanze chimiche di basso peso molecolare (apteni), come ad esempio il nichel.

Queste molecole inducono una reazione infiammatoria diretta dei cheratinociti,

portando all’espressione di citochine, di chemochine e di molecole d’adesione (37-

39).

Durante le risposte allergiche cutanee agli apteni, i cheratinociti producono TNF-

α, interleuchina-1 (IL-1) e il fattore stimolante le colonie di granulociti e monociti

(GM-CSF), citochine che hanno effetti pleiotropici e possono attivare diverse

popolazioni cellulari della pelle, incluse le cellule del Langerhans e le cellule

endoteliali dermali (40, 41). In fenomeni patologici come nella fase iniziale della

reazione della dermatite da contatto, i cheratinociti attivati dall’aptene sono

produttori importanti di mediatori dell’infiammazione e di altre molecole proteiche

Page 23: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

23

che agiscono su altre cellule cutanee (31). In questo primo stadio, le cellule T e le

altre sottopopolazioni leucocitarie non sono ancora richiamate alla pelle,

supportando il concetto che i cheratinociti sono attivati direttamente dal contatto

con gli allergeni piuttosto che dalle citochine rilasciate dalle cellule infiltrate. In

verità, Grabbe e collaboratori dimostrarono che gli effetti non specifici degli apteni

applicati in maniera epicutanea contribuiscono alla comparsa della dermatite da

contatto, e che le proprietà irritanti piuttosto che quelle antigeniche dell’aptene,

sono responsabili della rigida dose-dipendenza della fase effettrice della dermatite

da contatto (42).

I cheratinociti esprimono i recettori per un largo spettro di citochine.

L’interferone-γ (ΙΝF-γ) derivante dalle cellule T è una citochina chiave nella

regolazione delle manifestazioni delle risposte infiammatorie e immunitarie della

pelle, e i cheratinociti, i quali esprimono costitutivamente il complesso del

recettore per l’INF-γ, sono un target importante per questa citochina (43). In

seguito a interazione con INF-γ, i cheratinociti esprimono alti livelli di molecola di

adesione intercellulare (ICAM-1), un importante mediatore per la

compartimentazione di Leukocyte Function-associated Antigen-1 (LFA-1)

derivante dai linfociti T, esso può servire anche come rilevante segnale accessorio

sia per i linfociti T CD4+ che per quelli CD8+ (44, 45). Le ICAM-1 di membrana,

indotte dall’INF-γ, spesso si trovano correlate a una gran quantità di ICAM-1

solubile. Queste ultime derivano da un clivaggio proteolitico di quelle legate alla

membrana e promuovono la de-adesione tra i linfociti e le cellule ICAM-1 positive

(46).

TNF-α, IL-17 e IL-4 rinforzano l’induzione delle ICAM-1 promossa dall’INF-γ

(40, 41, 43).

Viene ritenuta importante la produzione costitutiva da parte dei cheratinociti di

CCL20MIP-3α per il reclutamento basale delle cellule del Langerhans

nell’epidermide (47). Tuttavia, altri autori non concordino né con i dati che

Page 24: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

24

mostrano alte produzioni di queste citochine da parte di cheratinociti non stimolati,

né la loro espressione nell’epidermide normale (48, 49). IFN-γ, che sinergizza

spesso con il TNF-α, amplifica CXCL8/IL-8 e CCL27/CTACK, e induce

CXCL1/Gro-α, CCL20/MIP-3α, CCL5/RANTES, CCL22/ MDC e CCL1/I309,

con quest’ultime due chemochine prodotte a livelli più bassi e con una cinetica

ritardata (49, 50).

Comunque l’espressione nei cheratinociti di CCL27/CTACK è primariamente

indotta da TNF-α e IL-1β (31).

CCL17/TARC è espressa costitutivamente a bassi livelli da parte dei cheratinociti

primari e non è amplificata dopo trattamento con citochine pro-infiammatorie (50,

51).

IL-1 e TNF-α inducono fortemente CCL20/MIP-3α, CCL5/RANTES e

CXCL8/IL-8 (31,33, 48, 52) .

IL-17, una citochina prodotta da parte dei linfociti T helper 1(Th1) e T helper 2

(Th2), modula gli effetti dell’INF-γ sui cheratinociti, aumentando CXCL8/IL-8 e

diminuendo il rilascio di CCL5/RANTES (31)

L’IL-4, una citochina di tipo II, amplifica la produzione indotta da INF-γ di

CXCL10/IP-10, CXCL9/Mig e di CXCL11/I-TAC nei cheratinociti in coltura (41)

40). In verità studi in vitro effettuati su cheratinociti umani normali attivati dal

sopranatante di cellule T attivate in maniera specifica da nichel, dimostrano che i

cheratinociti sembrano più sensibili in termini di varietà e di quantità di

chemochine rilasciate alle linfochine derivate dalle cellule Th1, piuttosto che da

quelle derivate dalle cellule Th2 e promuovono la migrazione preferenziale dei

linfociti Th1 (50). Oltre alle chemochine, i cheratinociti possono up-regolare o

generare sia citochine che i loro recettori, influenzando le risposte immunitarie.

Il GM-CSF è un altro importante mediatore dell’infiammazione: è prodotto dai

cheratinociti in condizioni patologiche, è conosciuto per essere essenziale per lo

Page 25: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

25

sviluppo delle cellule dendritiche ed è fortemente coinvolto nelle regolazioni

cellulari delle funzioni di questo tipo di cellule (53). Il GM-CSF è anche un forte

mitogeno per i cheratinociti umani, rappresentando così un favorevole indiziato

nella funzione di fattore di proliferazione dei cheratinociti nella pelle umana in

vivo (54).

Sia l’IL-6 che il GM-CSF rilasciate dai cheratinociti sono finemente regolate da

molte citochine, incluse l’INF-γ, TNF-α, IL-4 e IL-17 (55).

L’IL-18 è un’importante citochina espressa anche dai cheratinociti umani, la quale

può regolare la migrazione delle cellule del Langerhans, le risposte delle cellule T

così come la riparazione delle ferite (56).

Sia i cheratinociti a riposo che quelli attivati possono produrre anche il fattore di

crescita tumorale-β (TGF-β).

Tra i fattori solubili, i cheratinociti possono produrre molti peptidi antimicrobici,

incluse le defensine e le catelecidine LL-37 (57).

Epidermide e interleuchina 1αααα E’ noto che i cheratinociti dell’epidermide sono in grado di produrre e secernere un

gran numero di citochine (57), ma solo poche di esse, fra cui l’IL-1, possono essere

valutate da un punto di vista quali/quantitativo.

Con IL-1 si definisce una famiglia di

mediatori correlati che sembrano giocare un

ruolo importante in molti processi

infiammatori e reazioni immunologiche (58-

60). Esistono 2 isoforme di IL-1: la forma α

e la forma β. Le due forme delle proteine

hanno un’omologia non superiore al 30%,

ma hanno le stesse funzioni biologiche e si legano allo stesso recettore con affinità

paragonabile (61, 62), entrambe vengono sintetizzate come precursori per essere

poi secrete come proteine mature (anche se l’IL-1α può svolgere la propria azione

Struttura terziaria dell’ IL-1

Page 26: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

26

in forma non clivata, cioè immatura). Sia l’IL-1α che l’IL-1β sono prodotte e

stoccate all’interno dei cheratinociti in grandi quantità e sono facilmente rilasciate

in seguito a danno cellulare (31). Esistono due recettori per l’IL-1, entrambi della

superfamiglia delle Ig, che vengono detti semplicemente IL-1RI e IL-1RII: l’unica

forma in grado di trasdurre il segnale è IL-1RI, che lo fa tramite una proteina

accessoria, mentre IL-1RII è un recettore fasullo, un tipico esempio di

modulazione negativa nei sistemi biologici (63).

Il recettore di tipo I presenta una certa omologia con il recettore Toll della

Drosofila, anch’esso implicato nella risposta immunitaria (dell’insetto).

Il legame fra la citochina e il recettore porta all’attivazione dei fattori di

trascrizione NF-kB e AP-1 con una via di trasduzione del segnale che coinvolge un

componente della famiglia TRAF.

La principale funzione dell’IL-1, analogamente al TNF, è quella di mediare la

risposta infiammatoria dell’ospite alle infezioni e agli altri stimoli flogistici.

Come per il TNF, la principale, ma non unica, sorgente di IL-1 sono i fagociti

mononucleati attivati, la sua secrezione è indotta da prodotti batterici come LPS,

ma anche da altre citochine come il TNF, da allergeni di diversa natura, inoltre,

può agire sui cheratinociti stessi e stimola la sintesi di chemochine e di altre

citochine (64).

Esistono studi che dimostrano come la stimolazione di IL-1α, in seguito a danni di

natura chimica o fisica, persista anche fino a 96 ore, denotando la presenza di

un’up-regolazione della proteina (65).

Secreta in piccole quantità, l’IL-1, agisce come mediatore locale

dell’infiammazione, inducendo sulle cellule endoteliali l’espressione di molecole

che permettono l’adesione delle cellule del sistema immunitario (es: integrine), se

secreta in grandi quantità svolge un’azione endocrina provocando febbre,

inducendo la sintesi delle proteine della fase acuta da parte del fegato e portando

alla cachessia.

Page 27: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

27

L’IL-1, anche ad alte concentrazioni, non è in grado di indurre l’apoptosi, ma come

il TNF è in grado provocare lo shock settico.

I cheratinociti, in vitro e nell’epidermide intatta in vivo, contengono una variante

intracellulare del recettore antagonista (IL-1ra) (66). Il IL-1ra è strutturalmente

correlato con l’IL-1α e l’IL1-β e lega i recettori dell’IL-1 su diversi target cellulari,

inclusi i cheratinociti, senza indurre nessuna risposta biologica. Uno squilibrio tra

IL-1 e IL-1ra ha importanti conseguenze sul potenziale infiammatorio dell’IL-1, in

quanto la quantità intracellulare di IL-1ra sembra abbassare la concentrazione di

IL-1α nei cheratinociti dopo trattamento con INF-γ, IL-4 e IL-17 (54). La forma

prevalente dell’IL-1 circolante è quella β, ma l’IL-1α è la forma predominante

prodotta dalle cellule epiteliali, come i cheratinociti ed è rilasciata in seguito a

stimoli dannosi come l’irradiazione UV (67-69).

Diversi studi dimostrano che molti tipi cellulari sono in grado, in vitro, di produrre

IL-1, fra questi, oltre alle cellule dell’epidermide (cheratinociti e cellule del

Langerhans), monociti-macrofagi , leucociti polimorfonucleati, cellule B

trasformate dall’Epstain-Barr virus, linfociti grandi granulari, astrociti, cellule

endoteliali, cellule mesangiali glomerulari, cellule di melanoma, e fibroblasti;

inoltre, sono state trovate molecole IL-1 simili, in maniera corposa, in lisati

cellulari di colture cellulari di epidermide umana normale (70-85, 58-60)

L’IL-1 α prodotta dai cheratinociti è un potente mediatore di molte varietà di

risposte infiammatorie, inclusa la secrezione di collagenasi e di prostaglandine da

parte dei fibroblasti dermali e l’induzione della proliferazione degli stessi

fibroblasti (86, 87) .

Essa attiva anche i linfociti T e stimola il rilascio del contenuto lisosomiale

(rewieved in 88, 89).

L’ importanza dell’IL-1α, in uno studio cosmetologico, deriva dal fatto che IL-1α

è una citochina epidermale che è costitutivamente sintetizzata dai cheratinociti (90,

91) e che può essere modulata in presenza di sostanze irritanti e/o allergeniche.

Page 28: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

28

Molti fattori di crescita e citochine inducono l’espressione nei cheratinociti

epidermici di IL-1α come: il TNF-α , il TGF-β e la stessa IL-1 (92-95) .

E’ comunque verosimile che l’IL-1 gioca un ruolo fisiologico nell’epidermide e

che la sua presenza in questo tessuto è dettata da certe condizioni (95). Ciò è

avvalorato da studi che dimostrano che l’interleuchina 1 è normalmente presente in

vivo nel tessuto epidermico (92). L’esposizione dei cheratinociti a IL-1 stimola

queste cellule a rilasciare diverse citochine tra cui l’IL-6, e il GM-CSF (96).

E’ stato inoltre dimostrato che nell’epidermide umana normale, oltre a essere

presenti molecole IL-1 simili, vi sono anche i precursori di questa citochina e ne

costituiscono una riserva alla quale non è stato dato ancora un significato preciso

(96) .

E’ stato dimostrato che la componente irritante di un allergene può determinare la

forza dell’effetto sensibilizzante (97).

Molti autori sostengono che il coinvolgimento dell’IL-1 non è dovuto solo alla

presenza di allergeni, ma anche di sostanze irritanti (98) o di insulti fisici. Anche i

raggi ultravioletti B, per esempio, sono in grado di indurre la produzione di queste

citochine (69, 99, 100) .

Pertanto la produzione di IL-1α da parte dei cheratinociti può essere rappresentata

come un possibile strumento per la predizione sia della forza sensibilizzante, sia

del potenziale irritante dei composti chimici testati .

In quest’ottica i test in vitro possono essere usati anche per classificare le sostanze

chimiche in base al potenziale di sensibilizzazione o irritante, con lo scopo di

ridurre il numero dei test fatti su animali.

La localizzazione anatomica dei cheratinociti e il loro ruolo significativo nello

sviluppo allergico di dermatiti da contatto giustifica l’uso di queste linee cellulari

per studiare il potenziale allergenico/irritante delle varie sostanze.

Page 29: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

29

I cheratinociti non solo rappresentano il primo target per gli irritanti , ma possono

anche convertire stimoli esogeni, non definiti, in produzione di citochine e dare il

via a una serie di meccanismi biologici che permettono di identificare la sostanza

che innesca la cascata di eventi come allergene (101, 102).

Tuttavia, un test che utilizza cheratinociti non può essere usato da solo per stimare

il potenziale allergenico (al contrario del potenziale irritante) in quanto queste

cellule mancano della capacità di presentare l’antigene, funzione che

nell’epidermide è assolta dalle cellule del Langerhans.

Pertanto, si è ipotizzato che la capacità irritante degli allergeni rappresenta un

fattore di rischio addizionale, tanto che quelli irritanti possono essere più forti degli

allergeni non irritanti (103, 104).

Ciò suggerisce che valutare il potenziale irritante di una sostanza può essere di

aiuto anche per stabilire il potenziale allergenico, che può essere comunque

ipotizzato in presenza di modulazione di IL-1α.

Cosmetici, citochine e LIF

La citochina Leukaemia inhibitory factor (LIF) sembra essere un importante

segnale all’interno della risposta infiammatoria/allergenico, e secondo alcuni

ricercatori sembra implicata nell’insorgenza della dermatite da contatto.

La LIF è un membro della famiglia dei fattori di crescita ematopoietici e una

citochina con ampio spettro di attività. LIF è formata da una sola catena che risulta

glicosilata in modo variabile di 38000-67000 Dalton (105- 108). Essa promuove la

crescita e la differenziamento di diversi tipi di cellule bersaglio.

Il ruolo infiammatorio della LIF è confermato dalla sua presenza in forma

biologicamente attiva nel fluido sinoviale di pazienti affetti da artrite reumatoide

(109).

Page 30: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

30

LIF è prodotta da cellule T antigenicamente attivate, monociti attivati da

lipopolisaccaridi, fibroblasti stimolati da acido retinoico e da astrociti. Essa è in

grado di stimolare il rilascio di citochine pro-infiammatorie come: IL-1, IL-6, e IL-

8 in diversi tipi cellulari inclusi i monociti, i sinoviociti, i condrociti, i neuroni e le

cellule endoteliali (110, 111).

Recentemente in cheratinociti umani normali è stata dimostrata la presenza del

mRNA della LIF e del suo recettore. Si ritiene che nei cheratinociti questa

citochina svolga un ruolo autocrino, iuxtacrino e paracrino (112-115).

Azioni della LIF: da: Nature Reviews Neuroscience 8, 221-232, 2007

Page 31: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

31

Meccanismi di trasduzione del segnale e fattori di trascrizione coinvolti nella sopravvivenza, proliferazione, differenziamento delle cellule embrionali staminali (ES) e germinali (EG). LIF, leukaemia inhibitory factor; PTEN, phosphatase and tensin homologue; PI(3)K, phosphatidylinositol-3-OH-kinase; Stat3, signal transducer and activator of transcription 3.

da: EMBO reports 5, 3, 241–244 (2004)

Nei cheratinociti normali umani, l’espressione di LIF sembra regolata da stimoli

proinfiammatori e dal differenziamento, inoltre anche in questo tipo cellulare tale

citochina è a sua volta in grado di regolare l’espressione di altre citochine quali

IL1α e IL8 (112). Inoltre l’IL-1, IL-6 e il TNF-α amplificano la produzione della

LIF stessa (105, 113).

Recentemente è stato anche confermato che il fattore stimolante la produzione di

proteine di fase acuta da parte degli epatociti, noto come HSF-III, in realtà è la LIF

(112, 113).

Uno studio del 1997 ha dimostrato che biopsie cutanee di pazienti affetti da

dermatite allergica da contatto verso il Nichel mostravano, dopo esposizione a

questo elemento, un aumento dell’espressione genica della LIF molto significativa

(114).

Page 32: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

32

Le ricerche sulla LIF hanno evidenziato un suo ruolo multifattoriale e pleiotropico,

ma nessuno studio ha finora precisato il suo raggio d’azione e il suo ruolo

fisiologico. Fra le numerose funzioni che le si attribuiscono, essa risulta

sicuramente protagonista nella fisiologia dei cheratinociti.

Alcuni autori le attribuiscono alla LIF effetti anti-infiammatori (115). Dato il suo

ruolo ambiguo, la LIF è ancora oggetto di studio.

La scelta della LIF come parametro di valutazione nei processi di sensibilizzazione

della cute (115-118) e del Nichel Solfato come controllo positivo, utilizzato in

diversi studi allergologici, non può portarci a determinare l’effetto allergenico dei

composti da noi scelti, ma può darci forti indicazioni sul comportamento dei

cheratinociti stressati da agenti sensibilizzanti.

Page 33: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

33

MATERIALI E METODI

Colture Cellulari

La linea di cheratinociti umani a fenotipo normale NCTC 2544, ottenuta da Cell

Bank and Culture in GMP (IST -Genova, Italy), è mantenuta in condizioni di

coltura standard (119).

Periodicamente, le colture vengono sottoposte a colorazione fluorocromica del

DNA con il colorante bis-benzimide (Hoechst 33258) per escludere l’eventuale

presenza di micoplasmi.

Trattamenti delle cellule

Le soluzioni stock di Geraniolo, Limonene, Citronellolo e Alcool Benzilico sono

state preparate in DMSO (1:1). Nel terreno d’incubazione sono state aggiunte

aliquote delle soluzioni stock in modo tale che alle concentrazioni maggiori il

solvente non superasse lo 0,25%. L’SDS e il Nichel solfato sono stati sciolti

direttamente nel terreno. Per i composti Geraniolo, Limonene, Citronellolo e

Alcool Benzilico, si sono testate concentrazioni comprese tra 0 - 18 mM; l’SDS è

stato testato a concentrazioni comprese tra 0 - 270 µM, mentre il Nichel Solfato è

stato testato a concentrazioni comprese tra 0 - 1 M.

Le cellule NCTC2544 sono state seminate in piastre da 96 pozzetti (5 x 104

cellule/pozzetto) per la valutazione della citotossicità e in fiasche da 75 cm2 o petri

dishes (Ø = 10 cm; 1x 106 cellule ) per le analisi molecolari.

Irradiamento delle colture di cellule NCTC 2544

Per l’applicazione dell’irradiamento con UVB come stimolo fisico di irritazione

si sono utilizzate le seguenti attrezzature:

Page 34: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

34

lampade UVB composta da due tubi fluorescenti PHTI20W UVB, (Sara

S.R.I., Varese –Italia) con picco di emissione compreso fra 275 e 365 nm.

Radiometro: UVX Digital Radiometer dotato di due sensori UVX-31 e UVX-36

(UVP Inc., Upland CA, USA) progettati calibrati per misurare accuratamente le

radiazioni UV alla lunghezza d’onda di 308 e 365 nm rispettivamente

Come potenza di irradiamento si sono utilizzate le dosi di 100 e 200 mJ/cm2.

I controlli sono stati sottoposti agli stessi trattamenti, ma mantenuti al buio per

tutto il periodo dell’irradiamento. La temperatura, monitorata per tutta la durata

d’irradiamento, ha mantenuto il valore costante di 32°C. L’esposizione è stata

condotta sotto una cappa sterile a flusso laminare orizzontale.

Al termine d’irradiamento, il monostrato è stato lavato due volte con Hank’s con

poco Ca2+ e Mg2+ ed è stato aggiunto terreno di crescita senza siero e senza rosso

fenolo.

Valutazione della vitalità cellulare

Le cellule, dopo 24 ore dalla semina, in piastre da 96 pozzetti, quando la

confluenza era quasi raggiunta, sono state esposte per 3 ore ai composti chimici. Al

termine dei vari trattamenti, il terreno d’incubazione è stato rimosso e i monolayers

lavati con Hank’s, procedendo con il test di captazione del rosso neutro (RNU) e il

test di riduzione intracellulare dei sali di tetrazolio (MTT).

Test di captazione del Rosso neutro (NRU) :

Il principio è basato sulla capacità delle cellule vitali di incorporare all’interno dei

lisosomi il colorante vitale, 3-ammino-7-dimetil-2-metilfenazina cloruro (rosso

neutro, RN), che attraversa la membrana plasmatica mediante un meccanismo di

trasporto passivo (120).

Page 35: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

35

Le colture, dopo i trattamenti, venivano esposte per 3 ore a 37°C ad una soluzione

di RN (50µl/ml), sciolto nel terreno standard di coltura; al termine dell’incubazione

le cellule, precedentemente lavate con PBS (37°C) per rimuovere l’eccesso di

colorante, venivano decolorate con 1 ml di una soluzione composta da 1% acido

acetico glaciale, 50% etanolo, 49% acqua; aliquote di 100µl/campione venivano

poste successivamente in piastre da 96 pozzetti e lette in spettrofotometria con un

lettore per piastra alla lunghezza d’onda di 540 nm.

Le cellule con lesioni di membrana o morte perdevano la capacità di trattenere il

colorante che veniva rimosso durante il procedimento di lavaggio e decolorazione.

I risultati venivano quindi espressi come percentuale di vitalità dei trattati rispetto a

colture di controllo mantenute in condizioni standard di crescita

MTT

Il test è basato sulla capacità degli enzimi di deidrogenazione mitocondriale delle

cellule viventi di convertire un sale di tetrazolio, solubile e di colore giallo, il 3-

(4,5-dimetiltiazolo-2-il)2,5-difeniltetrazolio bromuro (MTT), in formazano

insolubile, che forma un precipitato blu-violetto nella cellula. (121).

Le colture venivano incubate a 37°C per 3 ore in presenza di soluzione salina

contenente MTT (0.5 mg/ml); al termine si asportava il terreno e, dopo un lavaggio

con soluzione salina di Hank’s, si aggiungeva 1 ml di isopropanolo acidificato con

HCl 0.04 N per lisare le cellule e solubilizzare i cristalli di formazano.

I risultati ottenuti dalla lettura spettrofotometrica a 570 nm venivano espressi come

percentuale di vitalità nelle cellule trattate rispetto a cellule di controllo mantenute

in condizioni standard di crescita

Page 36: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

36

Western Blotting.

L’espressione proteica di IL1α, LIF e GAPDH (gene housekeeping) è stata

verificata mediante separazione elettroforetica dell’omogenato cellulare (SDS-

PAGE) secondo il metodo Laemmli (122).

Si preparano i gel a diverse concentrazioni di acrilamide:

“Stacking gel”, costituito dal 5% di acrilamide, 0,1% di bisacrilamide e 0,1% di

SDS in tris HCl a pH 8,8

“Running gel”, costituito dal 10% di acrilamide, 0,2% di bisacrilamide e 0,1% di

SDS in tris HCl a pH 6,8

30 µg di proteine cellulari, sospesi in un sample buffer (0,48 M tris HCl pH 6,6,

glicerolo al 30%, blu di bromofenolo allo 0,003%), vengono bolliti per 5 minuti,

ed infine viene aggiunto β-mercaptoetanolo (concentrazione finale 5%) . In ogni

pozzetto di corsa sono caricati i campioni e le proteine sono separate mediante

elettroforesi, in una mini-cella (10x10 cm) in presenza di corrente di 50V per 30

minuti, per lo stacking gel, e a 150V per 80, per il running gel. Alla fine

dell’elettroforesi, le proteine ormai separate, venivano trasferite (blotting) sulla

membrana di PVDF (Amersham): i gel (contenenti le proteine separate) sono messi

a contatto con le membrane di trasferimento all’interno di un apparato Trans-Blot,

contenente il Towbin Buffer (Tris HCl pH 6.6 25 mM, Glicina 192 mM metanolo

al 20% e acqua), in presenza di corrente a 70V per 80 minuti.

Successivamente le membrane vengono incubate per un’ora circa, con una

soluzione di latte in polvere al 5% in PBS, addizionato con Tween allo 0,025%, per

saturare i siti della membrana non occupati da proteine. Al termine le membrane

vengono sciacquate tre volte per dieci minuti con una soluzione di TBS

addizionata di Tween allo 0,025% e quindi incubate per un’ora a temperatura

ambiente o per 12 ore a 4°C con l’anticorpo primario di coniglio, (anti-

IL1α, −LIF e -GAPDH. (Santa Cruz Biotecnology).

Page 37: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

37

Per ogni anticorpo sono state usate le diluizioni suggerite dalla ditta fornitrice.

Al termine dell’incubazione le membrane, dopo 3 lavaggi per dieci minuti in una

soluzione di TBS-Tween allo 0,1%, sono incubate con un secondo anticorpo anti

Ig-G di coniglio coniugato con la perossidasi di rafano (diluizione di 1:2000,

Amersham).

Le membrane sono infine incubate con substrati per lo sviluppo della

chemioluminescenza (ECL plus, Amersham) e poste poi a contatto con una lastra

fotografica, che una volta impressionata, rivela il segnale.

Analisi della localizzazione della LIF con tecnica dell’Immunofluorescenza

L’ immunofluorescenza è una tecnica che viene impiegata per rilevare un’ampia

varietà di molecole proteiche nei tessuti o nelle sospensioni cellulari. L’uso di

questa tecnica presuppone la disponibilità di un microscopio a fluorescenza dotato

di un sistema ottico equipaggiato con filtri speciali e con una lampada al mercurio.

L’immunofluorescenza presenta due metodi di realizzazione: diretto ed indiretto.

Nel metodo diretto (una sola tappa) una sostanza fluorescente viene legata

direttamente all’anticorpo che verrà poi saggiato con l’antigene di interesse. Nel

metodo indiretto (due tappe) il materiale in studio viene prima saggiato con

l’antisiero (anticorpo primario) e quindi con un anticorpo fluoresceinato specifico

contro l’anticorpo primario. I fluorocromi più usati sono la fluoresceina

isotiocianato (FITC) e l’isotiocianato di rodammina (TRITC).

Per ottenere il fenomeno della fluorescenza si utilizzano delle lunghezze d’onda

nel range dell’UV o del blu. Lo strumento di elezione per l’analisi di campioni

fluorescenti è il microscopio a luce incidente (a epifluorescenza). Nel microscopio

a epifluorescenza l’obiettivo funge anche da condensatore. L’obiettivo, dunque,

porta sull’oggetto un fascio di luce incidente pari a quella della luce eccitante e, in

senso inverso, raccoglie la luce fluorescente prodotta dal campione e la porta

Page 38: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

38

all’oculare. Per far ciò, è necessaria la presenza di un filtro (o di una combinazione

di filtri) disposto sul percorso ottico, in grado di separare luci di diversa lunghezza

d’onda e di garantire separazione cromatiche accurate. Il vantaggio

dell’epifluorescenza è quello di riuscire a concentrare una grande quantità di luce

eccitante su un’area limitata del campione e ottenere così un segnale ad alta

efficienza. Un ulteriore vantaggio del microscopio a epifluorescenza è che

l’illuminazione dall’alto permette di mantenere anche l’illuminazione in luce

bianca proveniente dal condensatore sotto al tavolino. Ciò è particolarmente utile

quando bisogna analizzare un oggetto sia in fluorescenza sia in contrasto di fase.

Esistono in commercio diversi fluorocromi (FITC, TRITC, Texas Red, DAPI, etc.)

e ognuno di questi possiede un preciso spettro di eccitazione e di emissione. Per

poter osservare il segnale emesso da un fluorocromo bisogna che il microscopio sia

dotato di un gruppo di filtri di eccitazione e di emissione compatibili con le

caratteristiche del fluorocromo scelto.

La metodica eseguita per questo studio è stata quella del metodo indiretto. Le

cellule NCTC sono state seminate in vetrini da 13 mm di diametro posti in piastre

da 12 pozzetti, alla concentrazione di 5x 104 cellule per pozzetto. Dopo 24 ore

dalla semina le colture sono state esposte a GERANIOLO (0,5 mM) per 3 ore e il

terreno è stato aspirato e le cellule sui vetrini sono state lavate con PBS 1x, prima

di procedere alla fissazione con paraformaldeide al 4% in PBS a temperatura

ambiente, per 30 minuti. Successivamente si sono esposte a NH4Cl 30 mM per 30

minuti al fine di bloccare i siti aspecifici. La permeabilizzazione delle membrane

è stata effettuata con TRITON®X-100 allo 0,1% per 15 minuti a temperatura

ambiente. Si procedeva poi all’incubazione per circa 1h in camera umida a

temperatura ambiente, con l’anticorpo primario monoclonale (ottenuto nel topo)

anti-LIF diluito in TRITON 0,1%; un vetrino senza anticorpo primario era usato

come controllo negativo. Dopo tre lavaggi in PBS/TRITON®X-100 allo 0,1%, si

procedeva all’incubazione con l’Ab II ottenuto nella capra anti topo coniugato col

fluorocromo FITC (isotiocianato di fluorosceina , a temperatura ambiente in

Page 39: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

39

camera umida. Al termine della reazione immunologia, e dopo lavaggio per tre

volte consecutive, con PBS/TRITON 0,1% per eliminare l’eccesso di anticorpo

secondario, si è eseguito il montaggio dei vetrini utilizzando Mowiol e poi si sono

osservati i vetrini al microscopio invertito a epi-fluorescenza (Leica). Le immagini

sono state acquisite con il programma fornito dalla ditta IM500.

Analisi statistica

Tutte le analisi statistiche sono state estrapolate mediante il software del

programma statistico GraphPad Prism. Tutti i risultati sono stati espressi come

media ± DS di singoli valori calcolati su 3-6 esperimenti in triplicato; la

significatività è stata calcolata mediante l’analisi della varianza (test ANOVA)

seguita dal Dunnet’s test (programma GRAPHPAD INPLOT).

Page 40: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

40

RISULTATI

Valutazione degli effetti citotossici dei composti

Dalle relazioni dose-risposta ottenute sulla base degli indici di vitalità ottenuti con

i test NRU e MTT (Figura 1), dopo esposizione delle colture a diverse

concentrazioni dei composti in esame, è stato possibile l’estrapolazione dell’IC50,

cioè della concentrazione in grado di inibire del 50% la vitalità cellulare.

Figura 1 . Curve dose-risposta ottenute dopo esposizione delle cellule NCTC 2544 ai vari composti chimici in esame.

Gli indici di vitalità sono stati misurati con i test MTT(●) e RNU(●) Per tutte le molecole il tempo di esposizione è stato di 3 ore. I risultati rappresentano la media ± SEM di almeno 5 esperimenti condotti in triplicato

0 1 2 3 4 5 6 7 80

2 5

5 0

7 5

1 0 0

G e r a n i o l o ( m M )

V i

t a

l i t

à %

0.0 2.5 5.0 7.5 10.0 12.5 15.00

2 5

5 0

7 5

1 0 0

L i m o n e n e ( m M )

V i

t a

l i t

à %

0 50 100 150 200 250 3000

25

50

75

100

S D S ( µµµµ M )

V i

t a

l i t

à %

0 5 10 15 200

25

50

75

100

A l c o o l B e n z i l i c o (m M )

V i

t a l

i t à

%

0 2 5 0 5 0 0 7 5 0 1 0 0 0 1 2 5 00

2 5

5 0

7 5

1 0 0

N i S O 4 ( m M )

V i

t a l

i t à

%

0 1 000 20 00 300 0 40 00 50 00 600 0 70000

25

50

75

10 0

Citronellolo µM

Vita

lità%

Page 41: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

41

I valori di IC50 sono stati ottenuti grazie all’utilizzo del programma GRAPH-PAD

(Tabella 1).

Tabella 1.

Valutazione della vitalità cellulare nella linea NCTC 2544 dopo esposizione per 3 ore ai composti chimici in esame.

Molecola Test vitalità

NRU MTT

Geraniolo

1521 ± 1,05

1265 ± 1,12

Limonene 8623 ± 1,02 6657 ± 1,00

Alcool Benzilico n.d. n.d.

Citronellolo

1166 ± 1,04 1410 ± 1,02

SDS 233 ± 1,05 132 ± 1,18

Nichel solfato 500 ± 52 569 ± 36,55

I dati sono espressi come Ic50 (concentrazione µM) e 95% intervallo di confidenza. n.d. = non determinabile.

I dati rappresentano la media ± SEM di 4-6 esperimenti condotti in duplicato.

* = p<0.01 colture esposte a SG vs il rispettivo controllo (test ANOVA seguito dal test di Dunnett’s).

La molecola più tossica è risultata essere l’SDS, seguita da Citronellolo, Geraniolo,

Limonene e Nichel Solfato. Per l’Alcool Benzilico non è stato possibile valutare il

valore di IC50 a causa delle limitazioni imposte dal solvente.

Page 42: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

42

Analisi dell’espressione proteica delle citochine IL1 αααα e LIF dopo esposizione

delle cellule NCTC 2544 ad alcune molecole aromatizzanti presenti nelle

formulazioni cosmetiche

Nella serie di esperimenti per l’analisi dell’espressione proteica delle due

citochine abbiamo deciso di utilizzare solo 3 molecole: Geraniolo, Limonene e

Alcool benzilico. La scelta è stata fatta sulla base degli indici di vitalità cellulare,

infatti queste tre molecole avevano evidenziato effetti citotossici forti, medi e lievi,

rispettivamente. Ovviamente sono stati sempre analizzati anche le molecole di

controllo positivo, come SDS e Nichel Solfato (elevata e scarsa tossicità,

rispettivamente).

Le colture di NCTC 2544 sono state esposte alle molecole utilizzando

concentrazioni che ritenevamo potessero innescare una modulazione delle

citochine, senza esplicare una riduzione marcata della vitalità cellulare. Il range di

concentrazioni utilizzate rimaneva comunque alquanto ristretto (0,25 - 4 mM).

Per l’Alcool benzilico e Nichel solfato, che possiedono IC50 troppo alte rispetto

alle altre sostanze, si è deciso di utilizzare le stesse concentrazioni del Limonene

(bassa tossicità).

Partendo dalle concentrazioni efficaci di trattamento scelte, abbiamo quindi

proseguito la ricerca valutando l’espressione proteica di IL-1α, sia nella forma

immatura che matura, e della LIF, esponendo le cellule alle sostanze in esame per

tempi da 1 a 6 ore.

Le colture di NCTC 2544 sono state esposte ai vari trattamenti in due condizioni

sperimentali:

• Tempo di esposizione costante (3 ore) e concentrazioni variabili

• Concentrazione costante e tempi di esposizione variabili (1-6 ore)

Al termine delle esposizioni si è proceduto all’analisi dell’espressione proteica

Page 43: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

43

della IL-1α nella sua forma immatura e matura (17 e 30 Kda, rispettivamente) e

della LIF.

Nella prima parte di esperimenti le cellule NCTC 2544 sono state esposte per 3 ore

alle molecole in esame, a concentrazioni che avevano esplicato lievi effetti

citotossici, abbassando gli indici di vitalità al massimo del 20 - 25% (tabella

sottostante). Nella seconda parte degli esperimenti le colture sono state esposte per

1-3-6 ore alla concentrazione intermedia di ognuna delle molecole scelte.

In figura 2 sono mostrati i dati relativi all’espressione proteica delle citochine

trattamento con SDS.

Molecola Concentrazioni (mM)

SDS 0,025 - 0,05 - 0,1

Nichel solfato 1 - 2 - 4

Alcool Benzilico 1 - 2 - 4

Geraniolo 0,25 - 0,5 - 1

Limonene 1 - 2 - 4

Page 44: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

44

Figura 2: Espressione proteica delle citochine LIF e IL1 αααα nelle cellule NCTC 2544 dopo

trattamento con Sodio Dodecil Solfato.

Le colture sono state esposte a SDS per 3 ore alla concentrazione di 25, 50 e 100 µM (pannello a) e per 1, 3 e 6 ore alla concentrazione 50 µM (pannello b). L’analisi è stata eseguita con la tecnica dell’immunoblotting. I dati rappresentano media ± DS di almeno 3 esperimenti. * = p < 0,05; ** = p < 0,01; (ANOVA’s test, seguito da Dunnet’s test) LIF (●), IL1α (■) e pro-IL1α (▲)

Per quanto riguarda l’IL-1α, si osserva, negli esperimenti a varie concentrazioni di

SDS, (Fig. 2a) l’andamento della forma matura e di quella immatura dell’IL-1α è

molto simile: la citochina subisce un forte e significativo decremento alla

concentrazione minore (25 µM); ciò fa supporre che, presumibilmente oltre a un

fenomeno di secrezione attiva, nel caso dell’SDS si osservi anche un probabile

danno di membrana e quindi un fenomeno di diffusione passiva di citochine al di

fuori della membrana.

Dai dati della letteratura (8 ) risulta che se l’IL1 α, in condizioni normali, deve

essere clivata per essere secreta, in caso di fuoriuscita passiva (es: morte

cellulare) la sua forma immatura ha gli stessi effetti infiammatori di quella

matura.

0 25 50 75 100 1250

50

100

150

microM

AU

%

** *

**

**

a

**

0 1 2 3 4 5 6 70

50

100

150

ore

AU

% * **

b

IL1 17 Kda IL1 30 Kda LIF GAPDH

C 25µµµµM 50µµµµM 100µµµµM 50 µµµµM 1 h 6h

Page 45: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

45

A concentrazioni maggiori (50 e 100 µM), si osserva un innalzamento

generale dell’espressione proteica della citochina, fenomeno che può essere

spiegato come un adattamento cellulare a stimoli più forti.

Questo effetto fa supporre un veloce recupero cellulare delle scorte di

citochina, e i livelli della forma immatura raggiungono valori pari al 70-80%

di quelli del controllo non trattato.

L’andamento dell’espressione della LIF risulta parallelo a quello

dell’interleuchina 1α. Α basse dosi di SDS l’espressione della LIF non sembra

diminuire significativamente, mentre a dosi maggiori si osserva, dopo un lieve

aumento, un brusco e significativo decremento (50% rispetto al controllo).

Questi risultati sembrano confermare l’azione più tardiva della LIF rispetto

all’IL-1 (115).

Durante le 6 ore di esposizione a 50µM di SDS (Fig. 2b), nelle cellule NCTC

2544 si è osservato un lieve, ma costante decremento di entrambe le citochine,

con valori molto significativi per IL1α dopo 6 ore; la regolarità del fenomeno

potrebbe essere correlata con l’azione tensioattiva dell’SDS che spiegherebbe

il discreto potere irritante della molecola.

Il trattamento con concentrazioni crescenti (Fig. 3a) di Nichel Solfato

(molecola considerata controllo positivo per il potere allergenico) alle

concentrazioni 1 e 4 mM ha modulato in maniera significativa l’espressione

della proteina IL1α, che nella sua forma matura raggiunge livelli 40%

superiori rispetto a quelli del controllo non trattato.

Page 46: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

46

Figura 3: Espressione proteica delle citochine LIF e IL1 αααα nelle cellule NCTC 2544 dopo

trattamento con Nichel Solfato.

Le colture sono state esposte a Nichel Solfato per 3 ore alla concentrazione di 1, 2, 4 mM (pannello a) e per 1, 3 e 6 ore alla concentrazione di 2 mM (pannello b). I dati rappresentano la media ± DS di almeno 3 esperimenti. * = p < 0,05; ** = p < 0,01; (ANOVA’s test, seguito da Dunnet’s test) LIF (●), IL1α (■) e pro-IL1α (▲)

L’esposizione a 2 mM di Nichel Solfato sembra viceversa determinare una

riduzione dei livelli di espressione della IL-1α e ciò potrebbe far pensare ad

una sua maggior secrezione.

L’andamento più costante delle forma immatura di IL1α può far presumere che

ci sia un continuo incremento del processo traduzionale per bilanciare i livelli

della forma matura. Nelle stesse condizioni sperimentali la LIF mostra un

andamento molto simile a quelli di IL1α.

Durante l’esposizione per 6 ore a 2 mM Nichel Solfato (Fig. 3b) i livelli di

citochine evidenziano un incremento significativo tempo dipendente: si

osserva un forte incremento dei livelli di LIF (valori oltre il 50% dei valori del

5b

** *

**

**

0 1 2 3 4 5 6 70

50

100

150

200

ore

AU

%*

0 1 2 3 4 50

50

100

150

200

mM

AU

%

**

5a

*

IL1 17 Kda IL1 30 Kda LIF GAPDH

C 1mM 2mM 4mM 2 mM 1h 6h

Page 47: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

47

controllo) e un recupero molto pronunciato delle scorte di IL1α immatura al

termine del trattamento.

Il trattamento con alcool benzilico (Figura 4) determina un fenomeno di

maturazione dell’IL-1 con andamento dose e tempo dipendente (pannelli a e b

rispettivamente). La forma matura di IL1α aumenta significativamente in tutte

le condizioni sperimentali e, alla dose più alta di trattamento con alcool

benzilico (4 mM), si raggiungono livelli d’espressione di 2,3 volte superiore a

quelli del controllo non trattato

La forma immatura di IL1α sembra risentire meno dell’esposizione ad alcool

benzilico probabilmente perché il consumo della forma immatura (30Kda) , a

vantaggio di quella matura (17Kda) , viene bilanciato da un processo attivo di

traduzione proteica.

La citochina LIF sembra avere lo stesso andamento dell’IL1 α anche se i suoi

livelli sono lievemente più bassi rispetto all’altra citochina. Ciò potrebbe far

ipotizzare che l’espressione di questa citochina sia più tardiva di quella

osservata nel caso dell’IL-1 α.

Page 48: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

48

Figura 4: Espressione proteica delle citochine LIF e IL1 αααα nelle cellule NCTC 2544 dopo

trattamento con alcool benzilico.

Le colture sono state esposte ad alcool benzilico per 3 ore alla concentrazione di 1, 2 4 mM (pannello a) e per 1, 3 e 6 ore alla concentrazione di 2 mM (pannello b). I dati rappresentano media ± DS di almeno 3 esperimenti. * = p < 0,05; ** = p < 0,01; (ANOVA’s test, seguito da Dunnet’s test) LIF (●), IL1α (■) e pro-IL1α (▲)

Durante l’esposizione per 6 ore ad alcool benzilico si è osservato un aumento

della forma matura di IL-1α e della LIF, mentre i livelli della proteina IL-

1α immatura rimane invariata.

Il trattamento con Geraniolo ha creato notevoli variazioni dell’espressione

intracellulare delle citochine in tutte le condizioni sperimentali (Figura 5).

b

**

0 1 2 3 4 5 6 70

100

200

300

ore

AU

% * *

**

0 1 2 3 4 50

100

200

300

mM

AU

%

a

*

*

** **

C 1mM 2mM 4mM 2 mM 1h 6h

IL1 17 Kda IL1 30 Kda LIF GAPDH

Page 49: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

49

Figura 5: Espressione proteica delle citochine LIF e IL1 αααα nelle cellule NCTC 2544

dopo trattamento con Geraniolo

Le colture sono state esposte a Geraniolo per 3 ore alla concentrazione di 0,25, 0,5, e 1 mM (pannello a) e per 1, 3 e 6 ore alla concentrazione di 0,5 mM (pannello b). I dati rappresentano media ± DS di almeno 3 esperimenti. * = p < 0,05; ** = p < 0,01; (ANOVA’s test, seguito da Dunnet’s test) LIF (●), IL1α (■) e pro-IL1α (▲)

I livelli di IL1 α aumentano di circa il 50% alla più bassa concentrazione testata

di geraniolo (0,25 mM), mentre alla concentrazione 0,5 mM si è verificata una

riduzione dell’espressione. Ciò potrebbe dipendere da una secrezione della

citochina e da un suo successivo assestamento a valori simili al controllo.

L’andamento parallelo tra le due forme di IL1α matura e immatura è

riconducibile a una stretta temporalità tra processi di traduzione, clivaggio e

secrezione. In particolare, in questo caso, si può supporre che il geraniolo

induca un clivaggio, pressoché istantaneo, della forma immatura neoformata.

0.00 0.25 0.50 0.75 1.00 1.250

50

100

150

200

mM

AU

%

** *

a

0 1 2 3 4 5 6 70

50

100

150

200

ore

AU

%

** ** **

b

IL1 17 Kda IL1 30 Kda LIF GAPDH

C 0,25mM 0,5mM 1Mm 0,5 mM 1h 6h

Page 50: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

50

I livelli di LIF diminuiscono significativamente già alla concentrazione più

bassa 0,25 mM) e rimangono pressoché costanti alle concentrazioni maggiori .

In questo caso l’andamento della LIF potrebbe confermare l’ipotesi, in accordo

con quanto riportato in letteratura (114), di una sua implicazione in fase di

presunta secrezione, e quindi una sua influenza sull’espressione dell’IL1α.

Durante l’esposizione per 6 ore a Geraniolo 0,5 mM, si osserva un forte e

significativo decremento dell’ IL1α matura (livelli inferiori al 50% rispetto al

controllo), mentre la forma immatura si mantiene a livelli costanti sempre

inferiori a quelli basali.

Un andamento simile si è osservato anche per l’espressione della LIF.

In Figura 6 sono riportati i dati relativi all’esposizione delle cellule NCTC

2544 a limonene.

A differenza di quanto osservato con le altre molecole testate, il limonene

determina un aumento significativo (incremento pari al 65% rispetto ai valori

del controllo) della forma immatura di IL1α alla concentrazione più bassa

testata (1 mM), mentre alle altre concentrazioni, i livelli di citochina sono

simili a quelli del controllo. I livelli della forma matura di IL-1α evidenziano

un suo drammatico decremento, che fa presumere che si verifichi un blocco del

fenomeno di clivaggio, che fa sì che i processi di traduzione e secrezione

risultino totalmente disgiunti.

Page 51: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

51

Figura 6: Espressione proteica delle citochine LIF e IL1 αααα nelle cellule NCTC 2544

dopo trattamento con Limonene.

Le colture sono state esposte a limonene per 3 ore alla concentrazione di 1, 2 e 4 mM (pannello a) e per 1, 3 e 6 ore alla concentrazione di 2 mM (pannello b). I dati rappresentano la media ± DS di almeno 3 esperimenti. * = p < 0,05; ** = p < 0,01; (ANOVA’s test, seguito da Dunnet’s test) LIF (●), IL1α (■) e pro-IL1α (▲)

Alla concentrazione più alta (4mM) l’espressione della forma matura raggiunge

invece valori superiori a quelli del controllo, il che potrebbe suggerire che dopo

una rapida secrezione ci sia stata una maturazione della forma immatura che in

effetti nelle stesse condizioni decresce.

La LIF aumenta l’espressione in maniera significativa (oltre il 50% del

controllo) dopo esposizione delle cellule alla concentrazione di limonene più

bassa testata (1mM), mentre alle concentrazioni maggiori si osserva un drastico

calo, attribuibile probabilmente ad una secrezione.

0 1 2 3 4 5 6 70

50

100

150

200

ore

AU

%

** ** **

b a

0 1 2 3 4 50

50

100

150

200

mM

AU

%

*

*

*

C 1mM 2mM 4mM 2 mM 1h 6h

IL1 17 Kda IL1 30 Kda LIF GAPDH

Page 52: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

52

Anche negli esperimenti tempo dipendenti (Figura 6b) si osserva un diverso

comportamento fra le due forme di IL1α: dopo 3 ore i livelli di espressione

della forma matura si riducono al 60% , rispetto al controllo, mentre dopo 6 ore

si osserva una risalita ai livelli basali.

La forma immatura invece non sembra subire troppe variazioni se non un lieve

aumento, non significativo, costante nel tempo, molto probabilmente grazie a

un’attivazione del fenomeno di traduzione.

Anche i livelli della LIF diminuiscono significativamente, suggerendo una

attiva e costante secrezione nel tempo: alle 6 ore l’espressione della citochina è

risultata essere ridotta del 50% rispetto alle colture di controllo non trattate.

Analisi della localizzazione della LIF

L’analisi della localizzazione delle citochine durante l’esposizione delle cellule

NCTC 2544 a stimoli irritanti è stata limitata alla LIF, in quanto in letteratura

ci sono già evidenze relative alla IL-1.

La molecola scelta per tale indagine è stata il Geraniolo perché negli

esperimenti precedenti tale esposizione determinava una riduzione

dell’espressione intracellulare della LIF a livelli che si mantenevano pressoché

invariati, indipendentemente dalla dose e dal tempo di esposizione (figura 5).

Quindi le cellule NCTC 2544 sono state esposte al Geraniolo 0,5 mM per 3

ore.

I risultati ottenuti con la tecnica dell’immnofluorescenza (Figura 7) hanno

confermato l’ipotesi che i cheratinociti NCTC 2544 rispondono ad uno stimolo

irritante di natura chimica secernendo la LIF. Le immagini digitali ottenute

infatti mostrano una marcata riduzione della positività per la LIF: nelle

colture di controllo la citochina risulta ammassata nel citoplasma, mentre in

quelle trattate si osserva una localizzazione più diffusa.

Page 53: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

53

Figura 7: Localizzazione della LIF in cheratinociti NCTC 2544

L’analisi della localizzazione intracellulare della LIF è stata effettuata con la tecnica dell’immunofluorescenza.

Pannello A: colture di controllo

Pannello B: colture esposte a Geraniolo 0,5 mM per 3 ore.

B A

Page 54: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

54

Note conclusive sui risultati ottenuti finora.

Lo scopo principale del progetto di ricerca consiste nell’allestimento di

un modello in vitro da poter proporre nella fase di pre-screeening del

potenziale irritativo di ingredienti di preparazioni cosmetiche.

In particolare il nuovo modello deve rispondere all’esigenza di

analizzare la modulazione di citochine infiammatorie, quali IL1α e LIF,

in cheratinociti umani normali.

In letteratura esistono già molte evidenze sperimentali sulla misura IL-α

come indice di irritazione, da parte di modelli di pelle umana ricostituita

(es. EpiDermTM, EpiskinTM e SkinEthicR), ma il rilascio di questa

citochina sembra essere varaibile da lotto a lotto.

Nel primo obiettivo abbiamo cercato di ovviare al problema della

variabilità ricorrendo ad una linea stabilizzata di cheratinociti umani

normali (NCTC 2544) e, per garantire una maggior attendibilità del

modello, si è anche analizzata contemporaneamente l’espressione di

un’altra citochina precoce, la LIF, che però è ancora oggetto di studio

in quanto non tutti i gruppi di ricerca sono concordi sulla sua

implicazione nei processi infiammatori e soprattutto se ci sia un rapporto

di dipendenza con IL-1α.

Inoltre, per la predizione del potenziale infiammatorio, a differenza di

altri studi, in cui si sono valutati i livelli di citochine nell’arco di 24 e

48 ore, abbiamo verificato la modulazione di IL-1α e LIF nelle fasi

precoci di irritazione, limitando l’esposizione al massimo per 6 ore.

Per verificare l’attendibilità del modello abbiamo scelto alcune

molecole, ingredienti di prodotti cosmetici, tra le 26 sostanze

aromatizzanti, considerate potenzialmente allergeniche,

Page 55: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

55

“indipendentemente dalla funzione che hanno nel prodotto”

direttiva2003/15/CEE, emendamento dell’articolo 6(1)(g), prediligendo

quelle che rientravano tra i composti “naturali”. Come molecole di

controllo positivo per l’irritazione cutanea e per l’induzione di

fenomeni di sensibilità abbiamo scelto di studiare rispettivamente l’SDS

e il Nickel solfato.

Una visione generale dei risultati ottenuti finora ci permette di fare due

considerazioni molto importanti:

1) entrambe le citochine testate rispondono in tempi di esposizione

precoce.

2) abbiamo fornito l’evidenza dell’espressione della LIF nei

cheratinociti NCTC 2544 e della sua modulazione durante i trattamenti

con molecole potenzialmente irritanti;

I dati sull’espressione delle citochine durante esposizione a diverse

concentrazioni dei composti in esame correlano sempre molto bene con

quelli ottenuti dagli indici di tossicità basale sui cheratinociti.

Si può quindi affermare che, nel nostro modello sperimentale, i

trattamenti a basso potere tossico (le concentrazioni scelte erano molto

più basse dall’ IC50 del composto) hanno esplicato un’azione di lieve

irritazione sulle cellule, in quanto hanno determinato modulazioni

pressoché identiche e limitate, in fase di decremento, sia di IL1α che di

LIF.

In generale le due citochine, pur essendo modulate in maniera simile,

sembrano rispondere in maniera indipendente allo stimolo irritativo, con

una, seppur lieve, maggiore reattività da parte di IL1α sia in fase di

accumulo sia di ipotetica secrezione.

Page 56: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

56

Questo comportamento può suggerirci che entrambe le citochine siano

precoci, ma la loro modulazione, molto probabilmente, risulta

vicendevolmente influenzata sotto stimoli irritanti di una certa entità.

Dalla analisi dei livelli di espressione delle citochine durante le 6 ore di

esposizione si può dedurre che molecole dotate di bassa tossicità

incrementano i livelli intracellulari di Il-1α e LIF, mentre, le molecole

con più elevato potenziale citotossico determini un effetto opposto,

ascrivibile ad una effettiva secrezione delle citochine.

I dati ottenuti ci hanno permesso di elaborare una scala di potenzialità

tossicologiche e infiammatorie di molecole ad uso topico, sempre con

una buona correlazione con gli indici di citotossicità.

Ora gli esperimenti stanno proseguendo per verificare la risposta anche

nei fibroblasti dermici.

Page 57: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

57

BIBLIOGRAFIA

1. Kuzmina N, Nyrén M, Lodén M, Edlund F, Emtestam L. Effects of pretreatment with a urea-containing

emollient on nickel allergic skin reactions. Acta Derm Venereol. 2005;85(1):9-12.

2. Genta M.T., Villa C., Mariani E., Loupy A., Petit A., Mascarotti A., Morini F., Ferro M. Microwave-assisted

preparation of cyclic ketals from a cineole ketone as potential cosmetic ingredients: solvent-free synthesis,

odour evaluation, in vitro cytotoxicity and antimicrobial assays. Int. J. Pharm. 2002, 231: 11-20.

3. Morini F., Dusatti F., Bonina F.P., Saija A., Ferro M. Iron-induced lipid peroxidation in human skin derived

cell lines: protection by a red orange extract. Alternative to animal laboratory. 2000, 28: 427-433.

4. Gambero R, , Villa C, Baldassari S, Mariani E, Parodi A, Bassi AM3,3,5-Trimethylcyclohexanols and derived

esters: green synthetic procedures, odour evaluation and in vitro skin cytotoxicity assays. International Journal

of Cosmetic Science, 28, 439–446, 2006

5. Scanarotti C, Sanguineti R, Parodi A, Catalano M, Mangini S, Fabbrini P, Penco P, Bassi AM

Assessment of the skin irritation potential of a kit for root canal permanent cementation, using normal human

keratinocyte cell line as an alternative to animal testing. Exp. Biol. Rep. (digital library) 1, 1-9, 2007

6. L. Sanchez et all Assessment of the potential Skin irritation of lysine-Derivative anionic surfactants using

mouse fibroblasts and human keratinocytesas an alternative to animal testing. Pharmaceutical Research 21,9:

1637-1641 (2004)

7. Commissione Europea - DG enterprise, Brussells Understanding of Safety Evaluation of Finished Cosmetic

Products - considering a Ban on Animal Testing- 2001

8. L. Sanchez et all Assessment of the potential Skin irritation of lysine-Derivative anionic surfactants using

mouse fibroblasts and human keratinocytesas an alternative to animal testing. Pharmaceutical Research 21,9:

1637-1641 (2004)

9. J. H. Draize, R.B. Lang and, H. O. Calvery. Toxicity studies of substances applied topically to the skin. Fed.

Proc. 4:116-117 (1945)

10. H. C. Eun and D. H. Suth. Comprehensive outlook of in vitro tests for assessing skin irritancy as alternatives to

Draize tests

11. Commissione Europea Understanding of Safety Evaluation of Finished Cosmetic Products - considering a Ban

on Animal Testing - DG enterprise, Brussells 2001.

12. Liebsch, M., Traue, D., Barrabas, C., Spielmann, H., Upholl, P., Wilkins, S., McPherson, J.P., Wiemann, C.,

Kaufmann, T., Remmele, M. & Holzhütter, H-G. The ECVAM prevalidation study on the use of EpiDerm for

skin corrosivity testing. ATLA 28, 371–401 (2000)

13. Botham, P.A., Earl, L.K., Fentem, J.H., Roguet, R., van de Sandt, J.J.M. Alternative methods for skin irritation

testing. ATLA 26, 195–211. 1998

14. J. M. Frazier. General prospects on in vitro toxicity testing. In J.M. Frazier (ed.), In vitro toxicity testing,

Marcel Dekker, New York, 1992, pp. 1-11

15. J. van de Sandt, P. Roguet, C. Cohen, D. Esdaile, M. Ponec, E. Corsini, C. Barker, N. Fusenig, M. Liebsch, D.

Benford, A. D. de Fraissinette, and M. Fartasch. The use of human keratinocyte and human skin models for

predicting skin irritation- The report and recommendations of ECVAM Workshop 38. Atla-Altern.Lab.Anim.

27:723-743 (1999)

Page 58: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

58

16. Geniche, and M. Ponec. Use of human skin cell-cultures for the estimation of potential skin irritants. Toxicol.

In Vitro 7:15-24 (1993)

17. M. A. Perkins, R. Osborne, F. R. Rana, A, Ghassemi, and M. K. Robinson. Comparison of in vitro and in vivo

human skin responses to consumer products and ingredients with a range of irritancy potential. Toxicol. Sci.

48: 212-229 (1999)

18. R. K. Ward, A. W. Hubbard, H. Sulley, M. J. Garle, and R. H. Clothier. Human keratinocyte cultures in an in

vitro approach for the assessment of surfactants-induced irritation. Toxicol. In Vitro 12:163-173 (1998).

19. H. C. Korting, T. H. A. Herzinger, A. Kerscher, T. Angerpointner, and H. I. Maibach. Discrimination of the

irritancy potential of surfactants in vitro by two cytotoxicity assays using normal human keratinocytes, HaCaT

cells and 3T6 mouse fibroblasts: correlation with in vivo data from a soap chamber assay. J. Dermatol.

Sci.7:119-129 (1994)

20. L. Benassi, G. Bertizzoni, and S. Seidenari. In vitro testing of tensides employing monolayer cultures: a

comparison with results of patch tests on human volunteers. Contact Dermatitis 40:38-44 (1999)

21. K. P. Wilhelm, B. Bottjer, and C. P. Siegers. Quantitative assessment of primary skin in vitro in cytotoxicity

model: comparison with in vivo human irritation tests. Br. J. Dermatol. 145:709-715

22. R. Osborne, and M. A. Perkins. An approach for development of alternative test methods based on

mechanisms of skin irritation. Food Chem Toxicol.32:133-142 (1994)

23. J. Lawrence. Application of in vivo human skin model to dermal irritancy: a brief overviue and future

prospects. Toxicol. In Vitro 7:305-312 (1992))

24. Basketter, D.A., York, M., McFadden, J.P. & Robinson, M.K. (2004). Determination of skin irritation

potential in the human 4-hour patch test. Contact Dermatitis 51, 1–4. 2004.

25. Heylings, J.R., Diot, S., Esdaile, D.J., Fasano, W.J., Manning, L.A. & Owen, H.M. . A prevalidation study on

the in vitro skin irritation function test (SIFT) for prediction of acute skin irritation in vivo: results and

evaluation of ECVAM Phase III. Toxicology in Vitro 17, 123–138. 2003

26. Zuang, V., Balls, M., Botham, P.A., Coquette, A., Corsini, E., Curren, R.D., Elliott, G.R., Fentem, J.H.,

Heylings, J.R., Liebsch, M., Medina, J., Roguet, R., van de Sandt, J.J.M., Wiemann, C., Worth, A.P. Follow-

up to the ECVAM prevalidation study on in vitro tests for acute skin irritation. ATLA 30, 109–129.2002

27. Curren, R.D., Southee, J.A., Spielmann, H., Liebsch, M., Fentem, J.H., Balls, M., The role of prevalidation in

the development, validation and acceptance of alternative methods. ECVAM Prevalidation Task Force Report

1. ATLA 23, 211–217. 1995

28. Tinois, E., Gaetani, Q., Gavraud, B., Dupond, D., Rougier, A. & Pouradier-Dupteil, X. .The EPISKIN model:

Successful reconstruction of human epidermis in vitro. In Alternative Methods in Toxicology, Vol. 10. 1994

29. Rougier, A.M. Goldberg & H.I. Maibach), pp. 133–140. New York, NY, USA: Mary Ann Liebert. 19.

ECETOC . Skin Irritation. ECETOC Monograph 15, 77pp. Brussels, Belgium: European Centre for

Ecotoxicology and Toxicology of Chemicals. 1990

30. J. Moreno. Arachidonic acid release and prostaglandin E-2 synthesis as irritant index of surfactants in 3T6

fibroblast cutures. Toxicology 143:275-282 (2000)

31. C. Albanesi, C. Scarponi, M. L. Giustizieri, G. Girolomoni. Keratinocytes in inflammatory skin diseases.

Current Drug Targets- Inflammation & Allergy. 4: 329.334 (2005)

32. C. Albanesi, A. Cavani, G. Girolomoni. Interferon-gamma-stimulated human keratinocytes express the genes

necessary for the production of peptide-loaded MHC class II molecules. J. Invest. Dermatol. 110, 138 (1998)

Page 59: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

59

33. C. Albanesi, A.Cavani, G. Girolomoni. IL-17 is produced by nickel-specific T lymphocytes and regulates

ICAM-1 expression and chemokine production in human keratinocytes: synergistic or antagonist effects with

IFN-gamma and TNF-alpha. J. Immunol. 162, 494. (1999)

34. C. Albanesi, C. Scarponi, S. Sebastiani, A.Cavani, M. Federici, O. De Pità, P. Puddu, G. Girolomoni. IL-4

enhances keratinocyte expression of CXCR3 agonistic chemokines. J. Immunol. 165, 1395. (2000)

35. S. Kondo, S. Pastore, H. Fujisawa, G. M. Shivji, R. C. Mc Kenzie, C. A. Dinarello, D. N. Sauder. Interleukin-

1 receptor antagonist suppresses contact hypersensitivity. J. Invest. Dermatol. 105, 334. (1994)

36. W. Stadnyk. Cytokine production by epithelial cells. FASEBJ. 8, 1041. (1994)

37. J. N. W. Barker, R. S. Mitra, C. E. M. Griffiths, V. M. Dixi, B. J. Nickoloff. Keratinocytes as initiators of

inflammation. Lancet. 337, 211. (1991)

38. M. C. Little, R. A. Metcalfe, J. W. Haycock, D. J. Gawkrodger, S. Mac Neil. The participation of proliferative

keratinocytes in the preimmune response to sensitizing agents. Br. J. Dermatol. 138, 45. (1998)

39. S. Lisby, K. M. Muller, C. V. Jongeneel, J. H. Saurat, C. Hauser. Nickel and skin irritants up-regulate tumor

necrosis factor-alpha mRNA in keratinocytes by different but potentially synergistic mechanisms. Int.

Immunol. 7:343 (1995)

40. H. Jonuleit, J. Knop, A. H. Enk. Cytokines and their effects on maturation, differentiation and migration of

dendritic cells. Arch. Dermatol. Res. 289:8. (1996)

41. D. J. Fitzhugh, S. Naik, S. W. Caughman, S. T. Hwang. Cutting edge: C-C chemokine receptor 6 is essential

for arrest of a subset of memory T cells on activated dermal microvascular endothelial cells under physiologic

flow conditions in vitro. J. Immun. 165:6677. (2000)

42. S. Grabbe, M. Steinert, K. Mahnke, A. Schwarz, A. T. Luger, T. Schwarz. Dissection of antigenic and

irritative effects of epicutaneously applied haptens in mice. Evidence that not the antigenic component but

nonspecific proinflammatory effects of haptens determine the concentration-dependent elicitation of allergic

contact dermatitis. J. Clin. Invest. 98:1158 (1996)

43. J. N. W. Barker, V. Sarma, R. S. Mitra, V. M. Dixi, B. J. Nickoloff. Marked synergism between tumor

necrosis factor-alpha and interferon-gamma in regulation of keratinocyte-derived adhesion molecules and

chemotactic factors. J. Clin. Invest. 85, 605. (1990)

44. M. L. Dustin, K. H. Singer, D. T. Tuck, T. A. Springer. Adhesion of T lymphoblasts to epidermal

keratinocytes is regulated by interferon gamma and is mediated by intercellular adhesion molecule 1 (ICAM-

1). J. Exp. Med. 167, 1323. (1988)

45. J. J. Garioch, R. M. Macie, I. Campbell, A. Forsyth. Keratinocyte expression of intercellular adhesion

molecule 1 (ICAM-1) correlated with infiltration of lymphocyte function associated antigen 1 (LFA-1)

positive cells in evolving allergic contact Histopathology. 18, 351. (1991)

46. B. K. Ballmer-Weber, L. R. Braathen, C. U. Brand. sICAM-1, sE-selectin and sVCAM-1 are constitutively

present in human skin lymph and increased in allergic contact dermatitis. Arch. Dermatol. Res. 289, 285.

(1997)

47. S. Charbonnier, N. Kohrgruber, E. Kriehuber, G. Stingl, A. Rot, D. Maurer. Macrophage inflammatory protein

3alpha is involved in the constitutive trafficking of epidermal langerhans cells. J. Exp. Med. 190, 1775 (1990)

48. M. C. Dieu-Nosejan, C. Massacrier, B. Homey, B. Vanberbliet, J. J. Pin, A. Vicari, S. Lebecque, C. Dezutter-

Dambuyant, D. Schimitt, A. Zlotnik, C. Caux. Macrophage inflammatory protein 3alpha is expressed at

Page 60: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

60

inflamed epithelial surfaces and is the most potent chemokine known in attracting Langerhans cell precursors.

J. Exp. Med. 192, 705 (2000)

49. B. Homey, W. Wang, H. Soto, M. E. Buchanan, A. Wieseborn, D. Catron, A. Muller, T. K. McClanahan, M.

C. Dieu-Nosejan, R. Orozco, T. Ruzicka, P. Lehmann, E. Oldham, A. Zlottnik. Cutting edge: the orphan

chemokine receptor G protein-coupled receptor-2 (GPR-2, CCR10) binds the skin-associated chemokine

CCL27 (CTACK/ALP/ILC). J. Immunol. 164, 3465. (2000)

50. C. Albanesi, C. Scarponi, S. Sebastiani, A. Cavani, M. Federici, G. Girolomoni. A cytokine-to-chemokine axis

between T lymphocytes and keratinocytes can favor Th1 cell accumulation in chronic inflammatory skin

diseases. J. Leukoc. Biol. 70: 617 (2000)

51. D. D’Ambrosio, C. Albanesi, R. Lang, G. Girolomoni, F. Sinigaglia, C. Laudanna. Quantitative differences in

chemokine receptor engagement generate diversity in integrin-dependent lymphocyte adhesion. J. Immunol.

169: 2303 (2002)

52. N. Nakayama, R. Fuujisawa, H. Yamada, T. Horikawa, H. Kawasaki, K. Hieshima, D. Izawa, S. Fujiie, T.

Tezuka, O. Yoshie. Inducible expression of a CC chemokine liver- and activation-regulated chemokine

(LARC)/macrophage inflammatory protein (MIP)-3 alpha/CCL20 by epidermal keratinocytes and its role in

atopic dermatitis. Int. Immunol. 13: 95 (2001)

53. S. Pastore, E. Fanales-Belasio, C. Albanesi, M. N. Chinni, A. Giannetti, G. Girolomoni. Granulocyte

macrophage colony-stimulating factor is overproduced by keratinocytes in atopic dermatitis. Implications for

sustained dendritic cell activation in the skin. J. Clin. Invest. 99, 3009 (1997)

54. S. Braunstein, G. Kaplan, A. B. Gottlieb, M. Schawartz, G. Walsch, R. B. Abalos, T. J. Fajardo, J. G. Krueger.

GM-CSF activates regenerative epidermal growth and stimulates keratinocyte proliferation in human skin in

vivo. J. Invest. Dermatol. 103, 601. (1994)

55. C. Albanesi, C. Scarponi, F. Federici, F. Nasorri, A. Cavani, G. Girolomoni. Interleukin-17 is produced by

both Th1 and Th2 lymphocytes, and modulates interferon-gamma- and interleukin-4-induced activation of

human keratinocytes. J. Invest. Dermatol. 115, 18 (2000)

56. H. Kampfer, H. Muhl, M. Manderscheid, U. Kalina, D. Kaushat, J. Pfeilschifter, S. Frank. Regulation of

interleukin-18 (IL-18) expression in keratinocytes (HaCaT): implications for early wound healing Eur. Citok.

Netw. 11, 626 (2000)

57. R. A. Dorschner, B. Lopez-Garcia, J. Massie, C. Kim, R. L. Gallo. Innate immune defense of the nail unit by

antimicrobial peptides. J. Am. Acad. Dermatol. 50, 343 (2004)

58. J. Haas, T. Lipkow, M. Mohamadzadeh, M. Kolde, J. Knop. Induction of inflammatory cytokines in murine

keratinocytes upon in viovo stimulation of contact sensitizers and tolerezing analogues. Exp. Dermatol. 1:76-

83 (1992)

59. C. A. Dinarello. Interleukin 1. Rev. Infect. Dis. 6:51 (1984)

60. R. F. Kampschmidt. The numerous postulated biological manifestation of interleukin-1. J. Leukocyte Biol.

36:341 (1984)

61. S. K. Durum, J. A. Schimdt, J. J. Oppenheim. Interleukin-1: an immunnological perpsctive. Annu. Rev.

Immunol. 3:263 (1985)

62. S. K. Dower, S. R. Kronheim, T. P. Hopp et al. The cell surface receptors for interleukin-1 alpha and

interleukin-1 beta are identical. Nature 324:266-268 (1986)

Page 61: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

61

63. P. L. Kilian, K. I. Kaffka, A. S. Stern et al. Interleukin-1 alpha and interleukin-1 beta bind to the same

receptors on the T cells. J. Immunol.136:4509-4514 (1986)

64. F. Colotta, F. Re, M. Muzio, R. Bestini, N. Polentarutti, M. Sironi, J. G. Giri, S. K. Dower, J. E. Sims, A.

Mantovani. Interleukin-1 type II receptor: a decoy target for IL-1 that is regulated by IL-4. Science. 261, 472

(1993)

65. T. S. Kupper, F. Lee, N. Birchall, S. Clark, S. Dower. Interleukin 1 binds to specific receptors on human

keratinocytes and induces granulocyte macrophage colony-stimulating factor mRNA and protein. A potential

autocrine role for interleukin 1 in epidermis. J. Clin. Invest. 82: 1787 (1988)

66. D. Luo, M. Yaar, A. Tsai, B. A. Gilchrest. Solar-simulated irradiation evokes a persistent and biphasic IL-1α

response. Exp. Dermatol. 13:11-17 (2004)

67. C. F. Bigler, C. A. Norris, W. L. Weston, W. P. Arend. Interleukin-1 receptor antagonist production by human

keratinocytes. J. Invest. Dermatol. 98: 38 (1992)

68. M. Partridge, D. Chantry, M. Turner, M. Feldemann. Productino of interleukin-1 and interleukin-6 by human

keratinocytes and squamous cell carcinoma cell linea. J. Invest. Dermatol. 96:771-776 (1991)

69. L. Gahring, M. Baltz, M. B. Pepys, R. Daynes. Effect of ultraviolet radiation on production of epidermal

thymocyte-activating factor/interleukin-1 in vivo and in vitro. Proc. Nat. Acad. Sci. USA 81:1198-1202 (1984)

70. T. S. Kupper, A. O. Chua, P. Flood, J. McGuire, U. Gubler. Interleukin-1 gene expression in cultured human

keratinocytes is augmented by ultraviolet irradiation. J. Clin. Invest. 80:430-436 (1987)

71. T. A. Luger, B. M. Stadler, S. I. Katz, J. J. Oppenheim. Epidermal cell (keratincyte)-derived thymocyte

activation factor (ETAF). J. Immunol. 127:1493 (1981)

72. T. A. Luger, J. J. Oppenheim. Characteristic of interleukin-1 and epidermal cell-derived thymocyte activating

factor. Adv. Inflammation Res. 5:1 (1981)

73. D. N. Sauder, C. S. Carter, S. I. Katz, J. J. Oppenheim. Epidermal cell production of thimocyte activating

factor (ETAF). J. Invest Deramtol. 79:34 (1984)

74. D. N. Sauder, C.A. Dinarello, V. B. Morhenn. Langherans cell production of interleukin-1. J. Invest Deramtol.

82:605 (1984)

75. K. G. Nakamura, F. Goto, M. Yoshinaga. Generation of an interleukin-1-like lymphocyte-stimulating factor at

inflammatory site: correlation with the infiltration of polymorphonuclear leucocytes. Br. J. Exp. Pathol.

65:521 (1984)

76. G. Scala, Y. D. Kuang, R. E. Hall, A. V. Muchmore, J. J. Oppenheim. Accessory cell function of human B

cells. Production of both interleukin-1-like activity and an interleukin-1 inhibitory factor by an EBV-

trasformed human B cell line. J. Exp. Med. 159:1637 (1984)

77. G. Scala, P. Allavena, J. Y. Djeu, T. Kasahara, J. R. Ortaldo, R. B. Herberman, J. J. Oppenheim. Human large

granular lymphocytes are potent producers of interleukin-1. Nature 309:56 (1984)

78. Fontana, F. Kristensen, R. Du bs, D. Gemsa, E, Weber. Production of prostaglandin E and

an interleukin-1-like factor by culture astrocytes and C6 glioma cells. J. Immunol. 129:2413

(1982)

79. M. R. Windt, L. J. Rosenwasser. Human vascular endothelial cells: accessory function and

mechanism in T cell activation. Clin.Res. 32:362A (Abstr.) (1984)

Page 62: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

62

80. W. R. Shanahan, J. H. Korn. Endothelial cells express IL-1-like activity as assessed by

enhancement of fibroblast PGE synthesis. Clin. Res. 32:666A (Abstr.) (1984)

81. D. H. Lovett, J. L. Ryan, R. B. Sterzel. A thymocyte-activating factor derived from

glomerular mesangial cells. J. Immunol. 130:1796 (1983)

82. E. M. Kokoschka, T. A. Luger, A. Kock, M. Vetterlein, M. Micksche. Melanoma cell

production of an interleukin-1-like thymocyte activating factor. Arch. Dermatol.Res.

276:267 (Abstr.) (1984)

83. H. Iribe, T. Koga, S. Kotani, S. Kusumoto, T. Shiba. Stimulating effect of MDP and its

adjuvant-active analogues on guinea pig fibroblasts for the production of thymocyte-

activating factor. J. Exp. Med. 157:2190 (1983)

84. Y. Okay, H. Tashiro, U. Yamashita. 3T3 fibroblasts are stimulated by 12-O-

tetradodecanoyl-phorbol-13-acetate to produce thymocyte-activating factor. FEBS Lett.

142:93 (1982)

85. C. Hauser, J. H. Saurat, F. Jaunin, S. Sizonenko, M. Dayer. Cultured human epidermal cells

produce cell associated interleukin-1-like prostaglandin E2 and collagenase stimulating

factors. Biochim. Biophis. Acta 840:350 (1985)

86. S. B. Mizel, J. M. Dayer, S. M. Krane, S. E. Merenhagen. Stimulation of rheumatoid

synovial cell collagenase and prostaglandin production by partially purified lymphocyte-

activating factor (interleukin-1). Proc. NATL. Acad. Sci. USA 78:2474-2477 (1981)

87. E. Postlethwaite, L. B. Lachman, C. L. Mainardi. Interleukin-1 stimulation of collagenase

production by cultured fibroblasts. J. Exp. Med. 157:801-806 (1983)

88. T. Schwarz, T. A. Luger. Pharmacology, Biochemistry and Molecular Biology of the skin.

New York: Oxford University Press. 283-313 (1991)

89. T. S. Kupper. Mechanism of cutaneous inflammtion Interaction between epidermal

cytokines, adhesion molecules, and leukocytes. Arch.Dermatol. 125:1406-1412 (1989)

90. J. Ansel, P. Perry, J. Brown et al. Cytokine modulation of keratinocyte cytokines. J. Invest.

Dermatol. 101:79-85 (1993)

91. Schmitt, C. Hauser, F. Jaunin, J. M. Dayer , J. H. Saurat. Normal Epidermis contains high

amount of natural tissue IL-1 biochemical analysis by HPLC identifies a MW

approximately 17 Kd form with a P1, 5,7 and a MW approximately 30 Kd form.

Limphokine Res. 5:105-118 (1986)

92. D. N. Sauder. Biologic properties of epidermal cell thymocyte-activating factor (ETAF). J.

Invest. Dermatol. 85:176s-179s (1985)

Page 63: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

63

93. C. L. Kutsch, D. A. Norris, W. P. Arend. Tumor necrosis factor-alpha induces interleukin-1

alpha and interleukin-1 receptor receptor antagonist production by cultured human

keratinocytes. J. Invest. Dermatol. 101:79-85 (1993)

94. K. Kang, C. Hammerberg, K. D. Cooper. Differential regulation of IL-1 and IL-1 receptor

antagonist in HaCaT keratinocytes by tumor necrosis factor-alpha and transforming groth

factor-beta-1. Exp. Dermatol. 5:218-226 (1996)

95. S. W. Lee, V. B. Morhenn, M. Ilnicka, E. M. Eugui, A. C. Allison. Autocrine stimulation of

interleukin-1 alpha and trasforming growth factor alpha production in human keratinocytes

and its antagonism by glucocorticoids. J. Invest. Dermatol.97:106:110 (1991).

96. C. Hauser, J. H. Saurat, A. Schmitt, F. Jaunin, J. M. Dayer. Interleukin 1 is present in

normal human epidermis. The Journal of Immunology 136:3317-3323 (1986)

97. S. Pastore, A. Cavani, G. Girolomoni. Epidermal cytokine and neuronal peptide modulation

of contact hypersensitivity reactions. Immunopharmacology. 31, 117 (1996)

98. R. J. Vanderbriel, F. M. M. Van Och, H. Van Loveren. In vitro assessment of sensitizing

activity of low molecular weight compounds. Toxicol Appl. Pharmacol., in press

99. J. L. Wilmer, F. G. Burleson, F. Kayama, J. Kanno, M. I. Luster. Cytokine induction in

human epidermal keratinocytes exposed to contact irritants and its relation to chemical-

induced inflammation in mouse skin. J. Invest. Dermatol. 102:915:922 (1994)

100. T. S. Kupper, A. O. Chua, P. Flood, J. McGuire, U. Gubler. Interleukin-1 gene expression in

cultured human keratinocytes is augmented by ultraviolet irradiation. J. Clin. Invest. 80:430-

436 (1987)

101. J. C. Ansel, T. A. Luger, D. Lowry, P. Perry, D. R. Roop, J. D. Moutz. The expression and

modulation of IL-1α in murine keratinocytes. J. Immunol. 140:2274-2278 (1988)

102. D. Cho, J. Seung Kang, J. Hoon Park, Y. I. Kim, E. Hahm, J. Lee, Y. Yang, J. Jeon, H.

Song, H. Park, T. Kim, S. Pang, C. W. Kim, Y Il Hwang, W. Jae Lee. The enhanced IL-18

production by UVB irradiation requires ROI and AP-1 signaling in human keratinocytes cell

line (HaCaT). Biochem. Biophis. Res. Commun. 298:289-295 (2002)

103. V. A. De Leo, L. C. Harbor, B. M. Kong, S. J. Solve. Surfactant-induced alteration of

arachidonic acid and metabolism of mammalian cells in culture. Proc. Soc. Exp. Biol. Med.

184 :477-482 (1987)

104. J. N. Barker, R.. S. Mtra, C. E. Griffiths, V. M. Dixit, B. J. Nickoloff. Keratinocytes as

initiators of inflammation. Lancet 337:211-214

105. Gough NM. Molecular genetics of leukemia inhibitory factor (LIF) and its receptor. Growth

Factors 1992; 7: 175-9.

Page 64: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

64

106. Metcalf D. Leukemia inhibitory factor-a puzzling polyfunctional regulator: Growth Factors

1992; 7: 169-73.

107. Gearing DP The leukemia inhibitory factor and its receptor. Adv Immunol1993; 53: 31-58.

108. Tomida M., Yamamoto-Yamaguchi Y., Hozumi M. Purification of a factor inducine

differentiation of mouse myeloid leukemic M1 cells from conditioned medium of mouse

fibroblasti L929 cells. J. Biol. Chem. 1984; 259: 10978-82

109. Lotz M. Moats T. Villiger PM. Leukemia inhibitory factoris expressed in cartillage and

synovium and can contribute to the pathogenesis of arthritis. J Clin Invest 1992; 90: 888-96.

110. Moreau JF. Bonneville M. Godard A et al. Characterisation of a factor produced by human

T-cell clones exhibiting eosinophil-activating and burst-promoting activities. J

Immunol1987; 138: 3844-9.

111. Gough NM. Willson TA. Stahl J. Brown MA. Molecular biology of the leukemia inhibitory

factor gene: In Polyfunctional Cytokines IL-6 and LIF (MetcaIfD. ed.). Chichester Wiley.

1992.

112. Baumann H. Jahreis GP. Sauder DN. Koj A. Human keratinocytes and monocytes release

factors which regulate the synthesis of major acute phase plasma proteins in hepatic cells

from man, rat and mouse. J BioI Chem 1984

113. Viliger PM., Geng Y., Lotz M. Induction of cytokine expression by leukaemia inhibitory

factor. J. Clin. Invest. 1993; 36: 911-5

114. Paglia D., Kondo S, Sauder DN, McKenziee RC. A novel inflammatory mediator in human

skin: epidermal expression of leukaemia inhibitory factor. Localization and function. Br. J.

of Derm. 1995; 132:636

115. Szepietowski J.C., Reich A., and McKenzie R.C. The multifunctinal role of leukaemia

inhibitory factor in cutaneous biology. Acta Dermatoven APA. 2004; 13: 125-129

116. Szepietowski J.C., and McKenzie R.C., S.G. Keohane, C Walker, R.D. Aldridge and J.A.A.

Hunter. Leukaemia inhibitory factor: inducuction in the early phase of allergic contact

dermatitis. Con. Derm. 1997; 36: 21-25

117. Newby CS, Barr RM, Greaves MW, Mallet AI. Cytokine release and cytotoxicity in human

keratinocytes and fibroblasts induced by phenols and sodium dodecyl sulfate. J Invest

Dermatol. 2000 Aug;115(2):292-8

118. Berardesca E, Distante F. Mechanisms of skin irritations. Curr Probl Dermatol. 1995;23:1-8

119. Morini F., Dusatti F., Bonina F.P., Saija A., Ferro M. Iron-induced lipid peroxidation in

human skin derived cell lines: protection by a red orange extract. Alternative to animal

laboratory. 2000, 28: 427-433.

Page 65: 1° Premio Pietro Croce, - equivita.it · dell’apparato tegumentario. 8 A questi test segue una serie di test in vivo che prevede l’uso in una prima fase di ... Dermatologia (11-13)

65

120. B. Borenfreund E, Puerner JA. Toxicity determined in vitro by morphological alterations

and neutral red absorption. Toxicol. Lett. 24 :119-124, 1985

121. T. Mosmann ) Rapid colorimetric assay for cellular growth and survival: application to

proliferation and cytotoxicity assays. Immunol. Meth. 65: 55, 1983; 65: 55-63

122. Laemmli, U.K. Cleavage of structural proteins during the assembly of the head

bacteriophage T4. Nature 227: 680–685; 1970


Recommended